PERIODICO TRIMESTRALE | 6,00 EURO
N.39 GENNAIO 2011
NISSAN LEAF CAR OF THE YEAR 2011 LA PRIMA ELETTRICA CHE CONQUISTA IL TITOLO
CARFLEET REMASTERED Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo L’ITALIA PROSSIMA FUTURA Intervista a Montezemolo THERE’S NO SHOW LIKE MOTORSHOW
LA SCOSSA DI ENEL Arriva la mobilità elettrica JAGUAR CON LAND ROVER PIÚ FORTI NELLE FLOTTE SICURI DI GUIDARE Indagine sugli incidenti stradali
LA RIPRESA C’È, MA NON PER TUTTI Indagine McKinsey sulle priorità dei CEO DUE OCCHI NON BASTANO PIÚ Sistemi di visione con 4 telecamere
PEOPLE
IL MIGLIOR MODO PER PREDIRE IL FUTURO È INVENTARLO C
ar Fleet si rinnova. Dopo nove anni di storia, in cui la nostra testata si è fatta apprezzare per la qualità dei suoi contenuti e per la sobrietà del suo approccio, abbiamo progettato un’evoluzione, in linea con i cambiamenti che stiamo osservando in questi mesi e con quelli che intendiamo promuovere e provocare. Già, perché il contesto economico nel quale vogliamo operare è quello che abbiamo l’ambizione di contribuire a disegnare e a costruire, insieme ai nostri partner. Drive the Future Together. Da noi questi anni di difficoltà sociali ed economiche sono stati vissuti come una scossa, una sfida a trovare strade nuove, per rilanciare e adeguare le attività ai mutati parametri che regolano il business e le relazioni. Non siamo e non saremo mai seduti con i passeggeri, ma staremo tutti insieme nella cabina di pilotaggio, per guardare avanti e cogliere per primi tutte le opportunità che riusciremo a immaginare. Sotto l’ombrello di questa filosofia, la rivista continuerà ad essere l’organo di informazione e di conoscenza delle tematiche più utili e interessanti, per svolgere sempre meglio il lavoro di organizzazione e gestione della mobilità aziendale. Ma in una maniera più completa e – soprattutto – interattiva. People. Profit. Planet. Non riusciamo a immaginare una mobilità che non si faccia carico di stare in armonia con le persone e con l’ambiente, coniugando insieme le ragioni dell’impresa e dell’efficienza. Ma siamo anche persuasi che tutto ciò non può tradursi in nulla di concreto senza avviare un circolo virtuoso di relazioni e di scambio, di cui la rivista è strumento e piattaforma. Nella nostra idea, Car Fleet sarà d’ora in avanti attraversato da iniziative che nascono dal dialogo con i nostri partner e proseguono oltre le pagine. Più che un serbatoio di notizie, un canale di comunicazione a due vie, dall’industria alle imprese e alla società civile. Già in questo primo numero dell’anno (e del nuovo corso) sono tangibili le tracce del nostro impegno a 360° per una mobilità sostenibile. Più che moderna, futura. Sfogliando le pagine, saranno evidenti. Altre e diverse ce ne saranno nei prossimi appuntamenti. Tutte vivaci, tutte innovative. Nel ringraziare chi ha aiutato Car Fleet in questi anni, sono lieto di dare il benvenuto al team di Fleet&Mobility, che d’ora in poi ci darà il suo contributo coordinando i contenuti scientifici ed editoriali del giornale, attraverso una squadra di qualificati collaboratori, tutte prestigiose firme del giornalismo automobilistico ed economico, ed inoltre approfondendo analisi e dati del mercato automotive. Tra i contenuti, sottolineo in particolare la struttura della rivista, non più sequenziale ma parallela. Si presta a una lettura intermittente, laterale, come è ormai la nostra comune dimensione di avanzamento e di relazione. Il risultato può essere denso e diverso per ciascuno, così come le interpretazioni e le chiavi di lettura. Una rivista auto-modellante in funzione del mood del lettore. Perché è un mezzo di scambio e di stimolazioni, non un luogo statico di notizie e di informazioni. Tutto ciò che la attraversa comincia prima e prosegue oltre, nella dimensione globale e dinamica. Planet. Future. Together. Drive. People. Profit. Sono le nostre parole pivot. Mauro Manzoni direttore responsabile di Car Fleet
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SOMMARIO
NUMERO 39 | GENNAIO 2011 EDITORE LEASEPLAN ITALIA Spa Viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707815 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it/press/carfleet.php
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THERE’S NO SHOW LIKE MOTORSHOW
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LA SCOSSA DI ENEL Programmi per la mobilità elettrica
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SOSTENIAMO LA MOBILITÀ, CHE SIA SOSTENIBILE L’osservatorio di LeasePlan
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NUOVA BMW X3 Il dinamismo sposa lo spazio e il comfort
DIRETTORE EDITORIALE Jaromír Hájek DIRETTORE RESPONSABILE Mauro Manzoni DIRETTORE SCIENTIFICO Pier Luigi del Viscovo ART DIRECTOR Indro Uttinacci
L’ITALIA PROSSIMA FUTURA Intervista al presidente Montezemolo
HANNO COLLABORATO Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Alessandro Palumbo Paolo Schembri Mauro Serena Alessia Seri
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NEWS ON THE ROAD
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FLOTTE SULLA BUONA E SULLA CATTIVA STRADA Intervista a Santucci, d.g. di Jaguar
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SKODA YETI Viene dalle nevi, ma conosce bene la strada
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VOLKSWAGEN CADDY Lo spazio che vuoi, con lo stile della Golf
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LA MACCHINA DEI NUMERI Risultati del mercato auto 2010
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TWO OCCH’ IS MEGL’ CHE ONE Sistemi di visione con 4 telecamere
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AL POLSO UN’ICONA L’orologio da oggetto unico ad accessorio
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LA RIPRESA C’È, MA NON PER TUTTI McKinsey sulle priorità dei CEO
PROVE SU STRADA a cura di Nicola Desiderio PUBBLICITÀ GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it STAMPA Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997
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NISSAN LEAF La rivoluzione silenziosa dell’auto elettrica
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NEWS ON THE ROAD
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UN CLUB DI AZIENDE PER IL FUTURO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE I fleet manager si confrontano
TIRATURA: 15.000 COPIE
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ORGOGLIOSI DELLA SICUREZZA E DELL’AMBIENTE La parola a UNRAE
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SICURI DI GUIDARE Indagine sugli incidenti stradali
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L’ITALIA PROSSIMA FUTURA P
residente Montezemolo, l’associazione Italia Futura si appresta a vivere il secondo anno di vita. Sotto quali auspici è nata questa associazione e qual è il bilancio del primo anno di attività? Italia Futura è nata con un obiettivo semplice e trasparente: contribuire al dibattito pubblico con idee e analisi che guardassero al futuro del paese. Non tanto il futuro troppo lontano da noi, ma quello nel quale vivranno i nostri figli tra cinque, dieci anni. È fondamentale che questo dibattito veda la partecipazione più ampia possibile della società civile, anche oltre i confini spesso troppo stretti della politica, e per questo ho sempre considerato un mio dovere di cittadino (prima ancora che di imprenditore) contribuirvi con idee e suggestioni. Lo spirito di Italia Futura è esattamente questo e intorno a sé ha raccolto l’entusiasmo di studiosi, imprenditori, professionisti e di moltissimi cittadini che hanno costruito e discusso le nostre proposte di policy su temi fondamentali come la mobilità sociale, la sanità, la scuola, l’occupazione giovanile, la sostenibilità ambientale. È stato molto appassionante impegnarsi in questa impresa e sono particolarmente lieto che quello che un anno fa era solo un progetto, sul modello dei think tank statunitensi, oggi sia una realtà importante della discussione pubblica italiana. Per il 2011 quali sono i progetti principali e gli obiettivi dell'Associazione? Allargheremo ancora di più gli associati a Italia Futura, che già oggi sono più di ventimila in tutta Italia, e concentreremo il nostro lavoro di analisi e proposta sulle grandi trasformazioni che stanno investendo il mondo del lavoro e l’industria culturale. Al contempo cresceranno i nostri rapporti internazionali, che già oggi
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Jaromír Hájek e Luca Cordero di Montezemolo
vedono Italia Futura in un dialogo molto proficui con alcuni importanti think tank statunitensi e britannici. Un'altra Italia è quindi possibile secondo Lei? Quali sono le priorità che a Suo avviso devono essere affrontate nell’immediato? Sono sempre stato convinto che l’Italia abbia dentro di sé grandi energie civili e creative e non ho mai condiviso il senso di condanna con il quale troppo spesso descriviamo un paese condannato al declino. Non ho alcun dubbio che l’Italia ce la farà ad uscire dall’angolo, se solo sapremo tutti insieme dedicarci ad una grande impresa di rinnovamento che ha bisogno del contributo più ampio della società civile e delle classi dirigenti. Per riuscirci, tuttavia, dobbiamo concentrarci sulle grandi scelte fondamentali per il nostro futuro. Penso alla mobilità sociale, perché l’Italia è un paese troppo fermo dove l’ascensore del merito non funziona più. Penso alla disoccupazione giovanile, che rischia di togliere speranza alla parte
più vitale della nostra nazione. Penso alla necessità di investire su scuola e università in modi molto più massicci di quanto non sia stato fatto finora. È un’impresa difficile, ma non abbiamo scelta se vogliamo continuare ad essere una grande nazione capace di avere un ruolo nel mondo. E sono convinto che ce la faremo. Il 2010 si è chiuso con un mercato dell'auto in Italia sotto i due milioni di immatricolazioni. Quale prospettive vede per il prossimi anni anche nello specifico segmento delle flotte aziendali? Per il prossimo futuro nutro un cauto ottimismo anche se non mi aspetto un ritorno ai livelli del 2007, a cui forse torneremo solo nel lungo periodo. Credo che per garantirsi buone prospettive sia necessario continuare a innovare, investire nel prodotto e assicurare grande flessibilità. Questo vale anche per il comparto delle flotte aziendali. D’altra parte è ciò che in questi anni abbiamo sempre fatto alla Ferrari, che non solo non è stata toc-
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Luca Cordero di Montezemolo
cata dalla crisi ma nel 2010 ha messo a segno quello che è il nostro secondo miglior anno di sempre dal punto di vista economico. Tra pochi giorni verrà presentata la nuova monoposto per il prossimo campionato di Formula 1. Cosa ci può anticipare? Posso anticipare due cose: che avremo una monoposto competitiva sin dalla prima gara e che daremo sempre il massimo per essere davanti. Abbiamo una squadra forte e una fantastica coppia di piloti, la concorrenza è agguerrita ma sono fiducioso. Non dimentichiamo che anche quest’anno abbiamo fatto una stagione ottima che purtroppo è stata vani-
ficata all’ultima gara. Ma siamo stati sempre lì in testa a combattere per il titolo come è giusto che Ferrari faccia, non a caso siamo il team che ha vinto di più nella storia della F1. LeasePlan è partner di Italia Futura nell’ambito del progetto "Idee verdi per il futuro". Ci può svelare quali sono i presupposti e le prospettive di questo progetto? Il progetto è la seconda edizione del nostro concorso “Accade Domani”, con il quale Italia Futura vuole contribuire a scoprire i migliori “giacimenti di creatività civile”. Concretamente, si tratta di un finanziamento per la realizzazione di idee civili o imprenditoriali ad alto contenuto inno-
vativo. Una sorta di “venture capital delle idee”, con un concorso al quale hanno partecipato molte centinaia di giovani con progetti di grande interesse. Quest’anno abbiamo scelto di concentrare il concorso sui temi della sostenibilità ambientale, perché la “green economy” è una delle frontiere più vivaci e interessanti su cui l’economia e le politiche pubbliche si stanno innovando. La competizione per i progetti vincitori è stata molto agguerrita, e la valutazione è stata condivisa tra una giuria di esperti del settore e molte migliaia di iscritti a Italia Futura che hanno votato sul nostro sito. E con l’occasione voglio ringraziare LeasePlan per avere sostenuto questo strumento nuovo e originale.
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FUTURE
di Alessandro Palumbo
THERE’S NO SHOW LIKE
MOTOR SHOW M
eno male. Dopo l’edizione del 2009 sottotono, il Motor Show di dicembre 2010 ha mostrato che l’Italia può ancora dire la sua nel panorama fieristico mondiale dell’automobile. Cosa del tutto non scontata, basti pensare che ci sono saloni come quello di Londra che a partire dal 2012, in base a quello che dicono gli organizzatori, scomparirà. Ma veniamo al salone. Entrando nella struttura fieristica ci imbattiamo subito di fronte al primo e imponente stand, quello di Audi, dove ammiriamo in anteprima la A1 e-tron che rappresenta per Audi la risposta al tema di futura mobilità urbana. Questa concept car è realizzata sulla base della A1 con un motore elettrico con potenza di 102 CV, con batterie agli ioni di litio che consentono un’autonomia di circa 50 km, che aumentano fino a 200 grazie ad un compatto motore Wankel. La Audi A1 e-tron sarà prodotta in una piccola serie destinata ad un progetto di test su strada nella città di Monaco. La A1 è presente con numerose varianti, compresa la “A1 follow me”, una versione speciale realizzata in esemplare unico per la gioia degli amanti del tuning. Altra novità Audi che vediamo in fiera è la nuova coupé a 5 porte A7 Sportback, nonché la R8 GT in anteprima nazionale, visto che il debutto sul mercato è previsto nel corso del 2011. Proseguendo avanti entriamo nel padiglione 25 dove espongono Fiat, Lancia, Chrysler, Jeep, Alfa Romeo, Maserati e Ferrari. Le anteprime in questo padiglione sono tre marcate Jeep, Grand Cherokee, Wrangler e Wranger limited, la Maserati espone la Gran Turismo Mc Stradale e Ferrari la 458 Challenge. Ci fermiamo ad ascoltare attentamente la conferenza stampa di Lancia tenuta dal responsabile brand Lancia In Italia che di-
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chiara che “è un momento storico per Lancia perché l’integrazione con Chrysler è oggi un fatto concreto a tutti gli effetti. La nostra strategia di distribuzione si basa su 5 asset strategici: 1. convergenza nel posizionamento. I 2 brand condivideranno la stessa vision che si basa su stile, sostanza e attitudine 2. convergenza nello sviluppo di nuovi prodotti grazie al lancio di 7 nuovi modelli in 3 anni 3. convergenza geografica. Lancia e Chrysler hanno l’assoluto potenziale per creare un brand globale 4. convergenza delle persone e delle organizzazioni. Già oggi la National Sales Company di Chrysler fa parte del team di Fiat. Siamo oggi un solo team strutturato. 5. convergenza delle 2 reti di vendita con
l’obiettivo di crearne una ancora più solida e più capillare e ai migliori livelli qualitativi”. Prosegue “abbiamo lanciato un’importante ristrutturazione delle reti di vendita Lancia e Chrysler con gli obiettivi di arrivare ad una copertura territoriale pari al 100% (oggi siamo al 90%), di rafforzare la rete di vendita per poterci confrontare meglio con la concorrenza locale garantendo ad ogni partner un adeguato livello di fatturato. Questo si deve tradurre in un incremento delle vendite medie per dealer del 60%, e in un incremento del fatturato medio per dealer del 40%. Per portare la qualità della rete ai migliori livelli del mercato abbiamo apportato delle modifiche agli standard qualitativi uniformando e migliorando l’immagine dei nostri show
Oltre 10 padiglioni per le vetture delle case e una grande pista per le prove e le gare
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room. Questo vuol dire che gradualmente i nostri dealer adegueranno l’allestimento interno ed esterno degli show room al format che chiamiamo format fashion, allineato ai nostri valori di estetica e temperamento. Per il 2014 avremo 200 concessionari totalmente rinnovati. Entro gennaio 2011 firmeremo il nuovo contratto con la nuova rete che comunque avrà effetto da giugno”. Passeggiando per lo stand Fiat ci fermiamo a chiacchierare con Olivier Francois che conferma come Fiat metterà al centro della comunicazione la competenza della casa italiana nella produzione di motorizzazione e tecnologia di avanguardia. Il manager transalpino ribadisce che sono molto orgogliosi e credono
molto nel primato tecnologico di Fiat, dedicando a livello comunicativo molte risorse e addirittura uno spot che parla esclusivamente del motor twin air. Nel padiglione 26 Volvo presenta la sua offerta targata 60. Infatti la casa svedese presenta S60, V60, XC60 e battezza al salone di Bologna la nascita della Volvo TV che è possibile guardare sul sito della casa. Nello stesso padiglione Mercedes spicca con il suo allestimento fatto di classe e eleganza e presenta la nuova E 200 NGT. Sempre al numero 26 troviamo Smart, Land Rover, SsangYong, Tata e Mitsubishi che presenta l’elettrica i-Miev. Il padiglione 30 rappresenta una vera novità per il Motor Show. Debutta infatti “Electric city powered by Enel”, l’iniziativa
dedicata alla mobilità elettrica. All’interno di Electric City le case auto, che espongono i propri veicoli ad alimentazione elettrica, sono Citroen, Micro-vett, Mitsubishi, Nissan, Peugeot, Renault, Smart e Tazzari. Il padiglione consta di 8.000 metri quadrati in cui il pubblico può provare le auto elettriche all’interno di una pista immersa in una scenografia che evoca una città del futuro. Citroen presenta la sua C-Zero. Zero litri di carburante, zero emissioni inquinanti, zero emissioni di CO2, zero inquinamento acustico. Con una lunghezza di 3.48 m, dotata di tecnologia Full Electric, C-Zero sviluppa una velocità che può raggiungere i 130 km/h ed ha un’autonomia di 150 chilometri. I primi esemplari saranno consegnati in Italia a gennaio 2011. ➔
Quest’anno al Motor Show un intero padiglione dedicato alle vetture elettriche, denominato “Electric City”
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Mitsubishi presenta in anteprima nazionale la i-Miev, che è alimentata da un propulsore leggero e compatto e da batterie agli ioni di litio ad alta densità energetica, 47 kW per 150 chilometri di autonomia, ha affrontato quasi 300.000 km di collaudi e dopo essere stata lanciata sul mercato giapponese nel luglio del 2009 ora è pronta nella sua versione europea. Per Nissan è presente l’anteprima italiana Leaf, la prima auto elettrica in formato famiglia progettata ad hoc e prodotta in serie per il mercato mondiale. Leaf ha un'autonomia potenziale di 160 km, un chilometraggio che corrisponde alle esi-
genze di spostamento quotidiane della maggior parte della popolazione mondiale. In Europa sarà distribuita nei primi mesi del 2011. Peugeot presenta la iOn che ha una velocità di punta di 130 Km/h, è stata progettata per il traffico urbano delle principali città europee, grazie a un’efficiente gestione dell’energia della sua batteria agli ioni di litio e all’ottimizzazione del recupero di energia, sia in fase di decelerazione sia in quella di frenata, l’autonomia della vettura nel ciclo standard europeo raggiunge i 150 chilometri. Renault presenta Kangoo Express Z.E.
LE NOVITÀ AUDI • A1 e-tron • A7 Sportback • R8 GT BUBBLE • Bubble
MASERATI • GranTurismo MC Stradale MERCEDES • E 200 NGT MITSUBISHI • i-Miev
CITROEN • DS3 Racing • DS3 WRC • DS4 Survolt Concept
NISSAN • GT-R MY 2011 • Townpod
DR MOTOR • Dr1 Electric • Dr3 • Dr1 SW
OPEL • Nuova Antara Facelift • Nuova Corsa Facelift • Astra Sports Tourer
FERRARI • 458 Challenge
PEUGEOT • EX1 Concept Car • 508 Berlina • 508 SW
FORD • Nuova fiesta RS WRC • Nuova Focus GREAT WALL • Kulla Concept • Steed 5 • Voleex HYUNDAI • Genesis coupè • i10 • Santa Fe JEEP • Grand Cherokee • Wrangler • Wrangler Unlimited LAND ROVER • Range Evoque 5 Porte • Range Evoque Coupè
RENAULT • DeZir Concept • Twingo Miss Sixty • Twizy
(Zero Emissioni), uno dei modelli della gamma di quattro veicoli elettrici che sarà introdotta dalla casa francese sul mercato tra il 2011 e il 2012. In particolare, la Renault Kangoo Express Z.E. è la prima furgonetta elettrica di serie e sarà commercializzata nel secondo semestre 2011, derivata da Renault Kangoo Express, la Z.E. ha un motore elettrico della potenza di 44 kW, sarà equipaggiata con una batteria agli ioni di litio di ultima generazione e avrà un’autonomia di circa 160 chilometri. Smart presenta l’ormai noto progetto emobility Italy, creato proprio insieme ad Enel. Il gruppo Tazzari presenta la ZERO Special Edition, un facelift dell’attuale versione ma con diversi nuovi contenuti tecnologici, come la nuova plancia touch screen con tutti i comandi integrati, nuovi interni, inoltre prevede la possibilità di nuove batterie con capacità maggiore ed un caricabatterie portatile tri-fase allocabile all’interno della vettura che permette ricariche molto veloci. Ricco di novità anche il padiglione 29 in cui Ford presenta la nuova Focus e la nuova Fiesta RS WRC, Peugeot la 508 berlina e SW e la concept car EX1, mentre Citroen presenta la DS3 racing e WRC e la DS4 Survolt Concept.
Dr1 è anche in versione elettrica
SMART • Escooter SSANGYONG • Korando VOLKSWAGEN • Nuova Jetta • Nuova Passat VOLVO • S60 • V60 • S60 R-Design • V60 R-Design Plancia sinuosa per Nissan Townpod
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FUTURE
Al padiglione 21 ci sono DR, Great Wall, ISUZU e Renault. Dr in anteprima presenta la Dr3 con la quale entra nel segmento C con un motore a benzina da 108 cv. La casa di Isernia presenta anche la Dr1 electric, prototipo a batteria destinata diventare l’elettrica low cost del mercato. Abbiamo incrociato all’interno del salone il presidente di Renault Italia, Jacques Bousquet che ci dice che “il focus di Renault è la salute della nostra rete. I nostri tempi di consegna medi sono di due mesi, che comunque sono un buon risultato a livello industriale, io preferisco avere questi tempi di consegna piuttosto che avere
i saloni dei dealer pieni di auto, magari con un mix sbagliato. Oggi il nemico numero uno è il cash flow e lo stock. Prevedo un 2011 positivo perché ci sono dei segnali confortanti”. Nel padiglione 31 Volkswagen espone le proprie anteprime nazionali, la nuova Passat e la nuova Jetta, mentre Skoda e Seat presentano la propria gamma, ma senza novità. Opel nel padiglione 22 presenta i facelift di Corsa e Antara e la nuova Astra Sports Tourer. Nello stesso padiglione è presente la Kia e la Bubble, quest’ultima presenta in anteprima la sua divertente vettura di soli 3,27 metri per quattro posti.
Nel padiglione 32 la casa coreana Hyundai presenta 3 anteprime. La Santa Fe si presenta al pubblico con un restyling che rinnova soprattutto il frontale e le linee estetiche. Accanto al SUV, la piccola city car i10 facelift, rivisitazione del modello già sul mercato italiano, con un 1.000 a benzina Euro 5 che promette emissioni di CO2 contenute (99 g/km). La sportivissima Genesis Coupé, una 2+2 lunga 4,63 metri, larga 1,86 e alta 1,38 che sarà in vendita in due motorizzazioni, entrambe a benzina: una di 2,0 litri turbo da 213 CV e l'altra di 3,8 litri da 303 CV. La Nissan partecipa al Motor Show di Bologna con due importanti anteprime sul versante elettrico. La Nissan GT-R, presentata al salone di Tokyo nel 2007, in Italia il suo arrivo è previsto per la primavera del 2011 e la Townpod che impiega la stessa tecnologia a emissioni zero di Nissan Leaf (Auto dell'anno 2011). Ma il Motor Show del 2010 non è solo l’occasione per la presentazione della gamma di quasi tutte le case, è anche spettacolo. Infatti nell’area esterna denominata quest’anno Mobil 1 Arena oltre alle consuete competizioni sportive ed esibizioni, anchela possibilità di effettuare test drive, tra cui quelli di Abarth e Ford.
My Life, il nuovo allestimento per Fiat Punto Evo
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di Alessandro Palumbo
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LA SCOSSA DI ENEL reale la scommessa di ENEL nel settore della mobilità elettrica. Ha, infatti, avviato con Enel drive una serie di progetti pilota, necessari a sviluppare e migliorare una rete di impianti di ricarica intelligenti, al fine di garantire un sistema di ricarica efficiente ma, soprattutto, di facile utilizzo per coloro che optano di guidare un veicolo elettrico.
È
Ma cosa sta facendo realmente Enel? Enel ha creato un sistema di ricarica basato su 2 tipologie di stazione di ricarica: • home station: è il sistema di ricarica domestico. È composto da un contatore, che può essere installato nel garage o nel box. Chi dispone, quindi, di un garage o di un box, può autonomamente effettuare la ricarica del proprio veicolo elettrico. • public station: è il sistema di ricarica
pubblico. È composto da una colonnina di ricarica installata in strada, in punti stabiliti di comune accordo con i comuni italiani. Ogni volta che l’utente connette il proprio veicolo al punto di ricarica, tramite l’apposito cavo, il processo di ricarica avviene automaticamente. Il sistema permette inoltre una ricarica personalizzata per ogni cliente, in base alla tariffa dei gestori di energia ai quali il cliente si è affidato e in base alla modalità della ricarica. Il punto di forza dell’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici è il sistema centrale, la control room, che, da remoto, controlla tutte le stazioni di ricarica installate da Enel sul territorio nazionale. Il sistema centrale è connesso con le stazioni di ricarica tramite tecnologia GPRS, 7 giorni su 7, 24 ore su 24 e può: attivare o
IL SISTEMA DI RICARICA ENEL • Home station e Public station per la ricarica a casa e in città • Riconoscimento del cliente tramite card personalizzata per ricaricare la vettura • Pagamento diretto in bolletta o tramite carta prepagata • Controllo da remoto delle colonnine distribuite sul territorio • Accesso via web a clienti, asset providers, service providers ed energy vendor
disattivare una stazione di ricarica, georeferenziarla su una mappa, monitorarne il funzionamento e aggiornarla tramite nuovi applicativi software, acquisire i dati di ➔
Il driver connette il veicolo al punto di ricarica con un apposito cavo e il processo di ricarica avviene automaticamente
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funzionamento e provvedere da remoto alla manutenzione della stessa. Lo strumento, necessario per il riconoscimento del cliente e per associare quest’ultimo al proprio contratto, è la card personalizzata. Il sistema centrale, tramite riconoscimento della card, attiva il riconoscimento autorizzando la ricarica e registra i dati relativi alle ricariche. Grazie alla possibilità di far dialogare il sistema centrale con i sistemi di gestione della rete elettrica, sarà possibile gestire
LE PARTNERSHIP DI ENEL • E-mobility con Smart • Sviluppo di veicoli elettrici per le flotte con Piaggio • Offerta all inclusive con Citroen per C-zero • Test a Pisa con Poste Italiane per la consegna della corrispondenza con veicoli elettrici • Accordo con Nissan e Renault per studiare la compatibilità dei veicoli delle 2 case con l’infrastruttura Enel
la potenza da erogare alle singole stazioni, in funzione delle disponibilità della rete e del fabbisogno reale della stazione. Il sistema consente altresì l’accesso web a diversi utenti, ossia ai clienti, gli asset providers, i service providers e gli energy vendors. Tale sistema permette sia la ricarica dei veicoli elettrici che prossima-
mente usciranno in produzione, sia di quelli attualmente circolanti sulle nostre strade. Ogni stazione è dotata di due prese, una compatibile con l’attuale standard in vigore in Italia, l’altra compatibile con quella che é destinata a diventare lo standard europeo per la ricarica dei veicoli elettrici.
Accordo tra Enel e Piaggio per promuovere lo sviluppo degli scooter ibridi e dei veicoli elettrici per le flotte aziendali
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Contemporaneamente allo sviluppo delle infrastrutture, Enel ha sviluppato alcune importanti collaborazioni, di cui citiamo le più significative. Enel e Smart hanno dato vita al progetto e-mobility. Nell’ambito di questo progetto, Smart ha messo a disposizione 100 vetture elettriche a clienti di Roma, Pisa e Milano e si farà carico della manutenzione. Enel invece sarà responsabile dello sviluppo e del funzionamento di 400 punti di ricarica dedicati. Il canone mensile delle smart fortwo electic è pari a 400 euro +IVA e comprende il noleggio, la manutenzione ordinaria, l’eventuale vettura sostituiva e l’assicurazione RCA, incendio e furto. Con riferimento alla ricarica, Enel si preoccuperà dell’installazione di una home station per la ricarica della vettura nel box di casa e presso il parcheggio sul posto di lavoro; altri punti di ricarica saranno inoltre messi a disposizione in aree attrezzate nelle 3 città. Con 25 euro al mese, i 400 clienti potranno ricaricare le proprie vetture elettriche senza alcun limite Enel e Piaggio hanno invece siglato un accordo che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo dei veicoli elettrici per le flotte
aziendali e degli scooter ibridi, attraverso un’analisi preliminare sui bisogni dei clienti delle flotte aziendali e successivamente si partirà con test veri e propri. Enel e Nissan-Renault hanno sottoscritto un accordo che prevede uno studio di compatibilità tra i veicoli elettrici delle due case automobilistiche con l’infrastruttura Enel, nonché lo sviluppo di offerte integrate di prodotti e servizi per i clienti dei veicoli elettrici. Enel e Poste italiane stanno sperimentando servizi e offerte mirate ad incentivare l’utilizzo di veicoli elettrici da parte di Poste italiane. Pisa sarà la città test in cui gli operatori del servizio distribuiranno la posta con veicoli elettrici nel centro storico. Le due aziende condurranno inoltre un apposito studio, con la finalità di valutare e sviluppare ulteriori iniziative di mobilità elettrica, coinvolgendo interlocutori pubblici e privati, come aziende, enti, università e associazioni. Enel e Citroen hanno sviluppato un’offerta commerciale “all inclusive”. Trattasi infatti di un’offerta congiunta CITROËN C-Zero ed Enel, che comprenderà, oltre alla fornitura di energia certificata RECS, altri servizi de-
dicati, come il sopralluogo presso l’abitazione del cliente da parte di tecnici Enel per studiare la migliore soluzione per l’installazione di un punto di ricarica home station, i relativi costi di attivazione e l’accesso ai punti di ricarica pubblici già esistenti.
La colonnina di ricarica
Attraverso la “control room” Enel gestisce da remoto tutte le stazioni di ricarica installate sul territorio
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SOSTENIAMO LA MOBILITÀ, CHE SIA SOSTENIBILE L
easePlan affianca i suoi clienti nella ricerca e nello sviluppo di forme di mobilità sempre in linea con le sensibilità dell’impresa e della comunità entro cui l’impresa opera. Questa mobilità – che migliora la qualità dello stare insieme “impresa-società” – è quella che in LeasePlan definiamo “mobilità sostenibile”. La mobilità è sostenibile quando persegue il miglioramento degli standard di sicurezza attiva e passiva; quando riduce il congestionamento e i tempi morti; quando migliora la qualità dell’aria e dell’ambiente. La mobilità sostenibile non è un singolo progetto e LeasePlan non coltiva l’ambizione di realizzarla da sola. Si tratta di una visione da perseguire, coniugando gli sforzi insieme a partner e clienti. Per trasformare questa ambizione in una trasformazione concreta delle pratiche quotidiane dobbiamo mettere a fattor comune le conoscenze e gli stimoli al progresso. Per questo nasce – promosso e curato da LeasePlan Italia – l’Osservatorio per la Mobilità Sostenibile, la cui missione è proprio di monitorare e riportare gli stati di avanzamento del settore, stimolando il confronto e la ricerca delle migliori applicazioni. Alcuni fronti di crescita – pensiamo alla sicurezza e all’impatto ambientale dei propulsori – sono già attivi da anni e sono oggetto di un trend graduale di miglioramento. Non per questo si intende essere meno vigili e pronti a cogliere tutti i segnali di ulteriore sviluppo. C’è un tema che oggi affascina e spaventa chi si occupa quotidianamente e operativamente di mobilità: la propulsione elettrica. È una vera rivoluzione che riguarda tutti gli aspetti più rilevanti dell’automobile, dall’estetica agli spazi, dall’assistenza al rifornimento, fino alla valorizzazione dell’usato e al conseguente impatto
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economico-finanziario per l’impresa. Più di ogni altra forma di progresso nella gestione delle flotte, l’adozione di veicoli elettrici sarà una sfida difficilissima per le imprese e per i suoi partner. Molte probabilmente si tireranno indietro per un certo tempo, in attesa di osservare quello che i pionieri saranno in grado di fare. Ma quelle che accetteranno la sfida godranno come sempre di un vantaggio competitivo, sia nella gestione delle migliori soluzioni operative, sia verso i loro clienti e la comunità sociale in cui si muovono. LeasePlan vuole essere al fianco delle imprese più orientate all’innovazione, con-
vinta che i veicoli elettrici diventeranno parte integrante delle flotte e si sta preparando, a livello internazionale e locale, anche favorendo l’aggregazione di imprese ed esperti nella propria ECommunity, con l’obiettivo di scambiare e confrontare esperienze e soluzioni. Seguendo questa filosofia di apertura e ampliamento della conoscenza LeasePlan Italia è orgogliosa di partecipare al “Laboratorio Mobilità Sostenibile: focus sul veicolo elettrico”, costituito dalla Fondazione EnergyLab, che si propone come luogo di avvicinamento tra Istituzioni, Università e Industria del nostro paese.
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Le attività del laboratorio sono impostate e coordinate da un Comitato Scientifico costituito da accademici e ricercatori provenienti da alcune delle più importanti Università italiane come l’Università degli Studi di Milano, il Politecnico di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’RSE. Il Tavolo degli Esperti assicura l’indirizzo del programma e promuove iniziative di divulgazione attraverso un confronto sistematico e strutturato. Quest’ultimo si raduna periodicamente, ed è costituito da , autorità di regolazione, centri di ricerca nazionali, rappresentanti di industria, finanza, servizi come ad esempio Autorità per l'Energia Elettrica, Regione Lombardia, ARPA, Brembo, Bticino, Fiat, LeasePlan, Microvett, Peugeot, Piaggio, Renault, Siemens, ST Microelectronics e altre. Nell’agenda del laboratorio ci sono interessantissimi temi di discussione tra cui: • Proposta di Legge numero 3553 del 17 giugno 2010 sulle disposizioni per la realizzazione di reti infrastrutturali a servizio dei veicoli alimentati ad energia elettrica • Sistema di infrastrutture necessario per la diffusione dell’auto elettrica
L’Osservatorio per la Mobilità Sostenibile LeasePlan, in collaborazione con il Laboratorio, si occuperà di monitorare e analizzare alcune grandezze e fenomeni quali le politiche delle case costruttrici di auto e l’introduzione di nuovi modelli sul mercato, organizzare prove di guida dei veicoli, valutare ed analizzare la risposta del mercato, l’andamento dei valori residui e l’attenzione legislativa dei vari governi nazionali, dandone ampia informazione e risalto anche attraverso queste pagine.
• Liberalizzazione del mercato elettrico per la vendita di energia e dei servizi ausiliari • Batterie e sistemi d’accumulo: stato dell’arte, problematiche e criticità • Trasporto pubblico e car sharing: possibili sviluppi. Una delle case auto più impegnate sul versante elettrico e di cui vogliamo parlare oggi è Renault. La casa francese fra il 2011 e il 2012 introdurrà sul mercato una gamma completa di 4 veicoli elettrici denominati Z.E. (zero emmission): • Kangoo Express Z.E., furgonetta elettrica, destinata a flotte ed operatori professionali, ideale per il trasporto merci in città. Disponibile sul mercato dal secondo semestre 2011 • Fluence Z.E., berlina raffinata del segmento C, che consente di trasportare comodamente 5 persone. Sul mercato dall’inizio del 2012 • Twizy Z.E., soluzione di mobilità urbana innovativa, con 4 ruote, 2 posti in linea ed una carrozzeria avvolgente, ideale per gli spostamenti in città. Sarà commercializzata all’inizio del 2012 • Zoe Z.E., berlina compatta e versatile del segmento B. Sarà commercializzata da metà 2012 Molto interessanti e innovative le formule di acquisto per le vetture elettriche: i clienti potranno acquistare o noleggiare la loro auto e sottoscrivere un abbonamento che includerà l’utilizzo della batteria ed i servizi correlati, specifici per l’uso del veicolo elettrico. Il prezzo del veicolo elettrico sarà, secondo Renault, paragonabile a quello di un modello diesel, di dimensioni e livello di equipaggiamento equivalenti (al netto degli incentivi governativi). Il veicolo elettrico offrirà, fin dal lancio, un TCO (Total
Cost of Ownership o Costo Totale di Esercizio) in linea con quello di un veicolo diesel, e addirittura inferiore a partire da 15.000 km/anno. Un ruolo chiave lo avrà il concessionario. Infatti la formula del “one stop shopping”, permetterà al cliente di rivolgersi al dealer per tutte le necessità legate al veicolo elettrico; gli permetterà di accedere agevolmente all’acquisto o al noleggio dell’auto, al contratto d’uso della batteria, all’eventuale finanziamento dell’auto, all’assicurazione e addirittura all’installazione di una WallBox, per la ricarica a domicilio in completa autonomia e sicurezza. I veicoli elettrici Renault saranno equipaggiati con un navigatore intelligente che indicherà costantemente l’autonomia della batteria e la localizzazione della più vicina stazione di ricarica o di sostituzione delle batterie. Fino alla commercializzazione delle prime auto di serie, a metà del 2011, Renault metterà a disposizione dei suoi partner oltre 600 prototipi che saranno testati in condizioni reali di utilizzo, nell’ambito di progetti pilota realizzati in 10 Paesi, tra cui l’Italia, su centinaia di migliaia di chilometri. Tali progetti hanno i seguenti obiettivi: • testare le tipologie di utilizzo dei clienti ed osservare i comportamenti in situazioni reali • testare le soluzioni tecniche relative alle modalità di ricarica: installazione e impiego delle diverse tipologie di ricarica (lenta, rapida), utilizzi, frequenza, durata, ecc. • testare i modelli economici associati ai veicoli elettrici. In questa prospettiva, la realizzazione di tali prototipi consentirà a Renault e a tutti i suoi partner di testare le soluzioni tecnicoeconomiche in situazione reale, in modo da preparare al meglio la commercializzazione di massa dei veicoli elettrici.
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di Nicola Desiderio
NUOVA
BMW X3
Il nuova SUV compatto di BMW arriva dopo 7 anni alla sua seconda generazione dandosi arie da piccola X5 per lo stile, il carattere e la tecnologia con l’obiettivo di riprendersi lo scettro del suo segmento. Scontate le qualità dei motori e del comportamento stradale, la X3 stupisce per il comfort, offre maggiore spazio per passeggeri e bagagli inoltre migliorano la qualità e l’ergonomia dell’abitacolo. Costa un po’ di più, ma vale tanto 18
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DRIVE
IL DINAMISMO SPOSA LO SPAZIO E IL COMFORT L
a BMW X3 di seconda generazione succede alla prima dopo 7 anni con la missione di ribadire i valori di dinamismo tipici del marchio, aggiungendovi una meccanica più efficiente, comfort e tecnologia per riprendersi la vetta di un segmento nel quale, nel frattempo, sono arrivate Mercedes GLK, Land Rover Freelander, Volvo XC60, ma soprattutto Audi Q5, attuale dominatrice dei SUV compatti di fascia premium. Basata su una nuova piattaforma, la X3 trasloca da Graz a Spartanburg, nello stato americano della Carolina del Sud, dove vengono costruite anche la X5 e la X6. Uno stile che fotografa un’evoluzione Lo stile della nuova BMW X3 fotografa bene l’evoluzione che i tecnici bavaresi hanno voluto dare alla nuova nata: più arrotondata e meno spigolosa, con un carattere meno sportivo e più famigliare, più
simile a quello della X5 (soprattutto nella parte posteriore) e per differenziarsi meglio dalla X1 che prima non c’era. In più vengono recepiti quegli stilemi già visti su altri modelli come la Serie 5 dunque doppio rene più largo per la calandra, linee più pulite e curve per i fianchi, coda caratterizzata da fari a L, interamente a LED. La X3 è lunga 4,65 metri e cresce quindi di 8 cm, ma è anche più larga di 3 cm (1,88 metri invece di 1,85) e si abbassa da 1,67 a 1,66 metri. Ne risulta un’auto più vicina alla strada, meno tagliente e più rassicurante, ma sempre forte e sicura di sé. Dentro più comoda e curata Le dimensioni crescono fuori, ma anche all’interno dell’abitacolo. Sulla nuova X3 infatti si sale e si scende più facilmente e, una volta seduti, ci si accorge che siamo dentro una vettura più grande, non solo nello spazio, ma soprattutto per la qualità.
La prima X3 al debutto subì critiche più che giustificate per i materiali e le finiture, oggi invece gli elogi sono d’obbligo. Torna la plancia con la parte centrale rivolta verso il guidatore, arrivano la manopola dell’iDrive con schermo da 8,8 pollici ad alta definizione, il freno di stazionamento elettrico e la leva del cambio a joystick. Un segno dei tempi anche l’head-up display, il tetto panoramico, la telecamera di parcheggio posteriore e il portellone ad apertura elettrica. A questo proposito, cresce anche il volume di carico, con piano a filo con la soglia, regolare nella forma e dotato a richiesti di sistemi dotati di ganci scorrevoli su rotaie, paratie e reti. Qui i tedeschi hanno dimenticato però le pratiche manopole che, anche su vetture decisamente più economiche, consentono di abbattere lo schienale posteriore 40-20-40 senza dover agire dall’abitacolo ampliando così la capacità da 550 a 1.600 litri. ➔
La nuova BMW X3 è più lunga, più larga e più bassa della precedente, con uno stile più morbido e muscoloso
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Motori al vertice della categoria La specialità della Fabbrica di Motori Bavarese non può che stare sotto il cofano. I motori sono tutti Euro 5 e dotati di recupero di energia in frenata e di stop&start, anche con il cambio automatico a 8 rapporti. Si parte con la versione xDrive20d equipaggiata del 2 litri Diesel da 184 CV (210 km/h, 0-100 in 8,5 secondi) con consumi di 5,6 litri/100 km ed emissioni di CO2 pari a 149 g/km. Ci sono poi due 6in-linea a benzina 3 litri. Il primo è quello della xDrive28i con 258 CV (230 km/h, 0100 in 6,9 secondi), il secondo è alimentato con iniezione diretta e turbocompressore twin scroll, ha 306 cv e una coppia di 400 Nm tra 1.200 e 5.000 giri/min per prestazioni esaltanti (245 km/h, 0-100 km/h in 5,7 secondi). In arrivo il diesel 3 litri da 258 CV (230 km/h, 0-100 km/h in 6,2 secondi) con consumi di 6 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 159 g/km. Per tutte le versioni la trazione è integrale xDrive, nuovo invece lo sterzo, per la prima volta a comando elettromeccanico. A richiesta ci sono anche le sospensioni a controllo elettronico. Una vera BMW, dinamica e confortevole La X3 su strada è una vera BMW. Rispetto alla precedente è nettamente più silenziosa e, non appena arrivano le curve, viene fuori il carattere di una vettura che, nonostante l’altezza e le sospensioni confortevoli, è attaccata al terreno infondendo sicurezza a tutte le andature e divertendo sul misto, grazie anche al controllo elettronico di stabilità che frena le ruote interne migliorando l’agilità. Lo sterzo è progressivo e i freni potenti e resistenti. Il 2 litri Diesel è il motore che molti sceglieranno del quale sarà difficile pentirsi, il 3 litri turbo della xDrive35i è davvero impressionante per la spinta a tutti i regimi, esaltato da un cambio automatico intelligente se lasciato fare e
BMW X3 XDRIVE20D ELETTA 184 CV DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata 1.995 cc potenza 184 cv lungh./largh./alt. 4,65 x 1,88 x 1,66 m peso 1.715 kg accelerazione 8,5” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 210 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione trazione integrale costo di esercizio al km (*) 0,47
pronto se chiamato ad ubbidire al pilota. Giocando poi con le 4 posizioni del Dynamic Drive (Normal, Comfor, Sport e Sport+) che agisce simultaneamente su motore, trasmissione, sterzo e sospensioni, si può scegliere il carattere della vettura in ogni momento. È cara, ma vale tanto La X3 ridefinisce sicuramente i parametri della sua classe e sa di valere molto, tanto che il suo prezzo parte da 41.750 euro,
Due le motorizzazioni proposte al lancio: 2 litri diesel 184 CV e 3 litri turbo 306 CV
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consumo medio 17,9 km/litro capacità di carico da 550 a 1.600 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km
più di tutte le sue concorrenti e senza fare regali in tema di dotazione. Fa infatti ben pagare tutte le numerosissime possibilità di personalizzazione così come accessori minuscoli quali il connettore per lo smartphone (100 euro) e il modulo vivavoce Bluetooth (210 euro) che potevano essere inclusi nel prezzo come accade già in auto ben più accessibili. Va detto che quest’ultime – e neppure auto di fascia superiore – non possono offrire, neppure a richiesta, le soddisfazioni che la X3 offre di serie.
La plancia della nuova BMW X3
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di Nicola Desiderio
NISSAN LEAF: LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELL’AUTO ELETTRICA A
prire una strada senza aspettare che la facciano gli altri. Questo coraggio ce l’ha la Nissan Leaf, l’auto elettrica che inaugura l’era della mobilità ad emissioni zero ed è frutto di un piano industriale più ampio dell’alleanza NissanRenault che ha investito 4 miliardi di euro per sviluppare fabbriche, batterie, modelli e infine un contesto favorevole alla diffusione dell’auto elettrica stipulando finora circa 90 accordi con governi, enti, aziende di noleggio e di produzione e distribuzione dell’energia. Una scommessa che parte dall’ipotesi che nel 2020 il 10% del mercato sarà elettrico e dall’ambizione di esserne leader. Intanto la Leaf ha già raccolto 20mila ordini negli USA e 6mila in Giappone, ovvero tutta la prima tranche di produzione prevista. La parola d’ordine per lo stile: normalità La Nissan Leaf vuole essere un’auto normale, ma al primo sguardo mostra qualcosa che esprime la diversità della sua natura. È lunga 4,44 metri, come un’Opel Astra, ma è alta 1,55 metri per fare spazio alla batteria sotto il piano della vettura senza compromettere l’abitabilità. Il fron-
I raffinati gruppi ottici posteriori
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La casa giapponese scommette sulla mobilità a emissioni zero con una vettura che offre dimensioni, abitabilità e praticità di una di segmento C. È veloce quanto basta e garantisce una guida brillante, ma soprattutto un comfort eccezionale. Arriva nel 2011 a 35mila euro e ha costi d’esercizio molto ridotti, da verificare invece i valori residui. Negli USA e Giappone è già realtà, da noi invece incentivi e reti di ricarica sono allo studio
Il futuro è semplice e accogliente La scoperta della Leaf parte non appena si apre la portiera. L’abitacolo è ampio, accogliente e dall’atmosfera futuristica. I sedili sono morbidi, ben imbottiti, e il tessuto scamosciato crea un contrasto raffinato con le superfici in nero piano, però è facile prevedere che si sporchi presto. Giudizio in chiaroscuro per il volante (si
regola solo in altezza) e anche per il bagagliaio: contiene 330 litri e, abbattendo lo schienale, arriva a 680 litri fino ai finestrini, ma rimane troppo infossato. La parte più affascinante però è il posto guida. Sul grosso tunnel centrale c’è l’originale manopola che consente di selezionare il programma di marcia, di fronte la strumentazione totalmente digitale ricca di indicazioni che riguardano il grado di ricarica della batteria e dell’utilizzo della potenza, l’econometro e l’autonomia in tempo reale. Al centro della plancia c’è lo schermo del sistema infotelematico che, oltre alle normali funzioni, svolge quella di controllo dei processi di ricarica, cosa che si potrà fare – insieme a molto altro – a distanza anche attraverso lo smartphone. ➔
La ricarica nello sportellino frontale
Il selettore per la modalità di marcia
tale è corto e spiovente, dominato dai fari a LED e non ha che una piccola presa d’aria inferiore mentre sul muso, dietro al logo Nissan, si intravvede lo sportellino dietro il quale ci sono i connettori per la ricarica. La coda è disegnata dal voluminoso prolungamento dei parafanghi e dai lunghi gruppi ottici verticali con lente a effetto ghiaccio.
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Il Portogallo sarĂ tra i primi paesi europei a vedere la Leaf sulle strade, grazie agli incentivi e ad un piano di sviluppo della rete di ricarica
La plancia, futuristica ma razionale, consente anche il controllo della ricarica
L’efficace strumentazione digitale
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Le forme e le proporzioni indovinate sono frutto di un attento studio aerodinamico per ridurre la resistenza e i fruscii
Sotto è tutta diversa dalle altre La Leaf ha un motore elettrico anteriore che eroga 80 kW (109 CV) e 280 Nm, come un Diesel 1,6 litri. La differenza è che la spinta massima è disponibile già a 0 giri/min, per questo tra motore e ruote non c’è il cambio di velocità, ma un rapporto fisso. L’alimentazione è assicurata da una batteria agli ioni di litio sviluppata da AESC, una join-venture paritaria tra Nissan e Nec. È composta da 192 celle, eroga corrente a 345 Volt, 90 kW di picco di potenza e ha una capacità nominale di 24 kWh sufficienti in media per 160 km. Si ricarica in 8 ore dalla presa domestica o all’80% in mezz’ora dalle colonnine di ricarica rapida. È chiusa in un involucro di acciaio e posizionata all’interno dell’interasse per offrire la massima sicurezza inoltre la casa assicura che mantiene almeno l’80% della sua efficienza dopo 5 anni. Silenzio totale ed emissioni zero Guidare la Leaf è un’esperienza da fare. Si avvia premendo il pulsante arancione sulla destra, poi si mette il pedale del freno e si sposta a sinistra e all’indietro la manopola sul tunnel. Si solleva il piede destro e comincia a scivolare come se fosse in discesa, poi si preme l’acceleratore e si avverte la spinta liscia, robusta, ma incredibilmente silenziosa tanto che fino a 30 km/h c’è un av-
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visatore acustico per avvertire i pedoni. Il comfort è davvero eccellente, anche dal punto di vista delle sospensioni e dei fruscii, e il bilanciamento è ottimo grazie al baricentro basso. I dati dichiarati (144 km/h, 0-100 km/h in 11,9 secondi) non dicono abbastanza della qualità delle prestazioni perché in ripresa e nelle accelerazioni brevi la Leaf è imprendibile. Certo l’autonomia costituisce sempre un fattore d’ansia e vedere dopo un po’ l’indicatore andare in doppia cifra è una cosa alla quale si deve fare l’abitudine. Listino elevato, costi ridotti, valore da scoprire La Leaf arriverà in Italia nel corso del 2011 e costerà circa 35mila euro senza incentivi con un equipaggiamento unico completo,
non poco, ma meno di auto elettriche più piccole. A bilanciare il tutto dovrebbero convincere i costi di esercizio: 2 euro ogni 100 km per il carburante, meno di un terzo di un’auto di segmento C con motore Diesel 1,6 litri, con tagliandi che costano il 15% in meno, bollo che non si paga e la disponibilità di polizze assicurative specifiche, più la possibilità di scansare tutti i blocchi del traffico, di entrare nelle ZTL e, in alcune città, persino di parcheggiare gratuitamente. La garanzia di 5 anni sulla parte elettrica e di 3 sull’intera vettura, oltre a formule di noleggio e leasing accompagnate da valori di riscatto, sono elementi rassicuranti, ma la durata effettiva della batteria e la disponibilità di un’infrastruttura di ricarica pesano sulla determinazione del valore residuo.
NISSAN LEAF ELETTRICA DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata ND potenza 80 kW (109 cv) lungh./largh./alt. 4,44 x 1,77 x 1,55 m peso 1.525 kg accelerazione 11,9” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 144 km/h cambio automatico momomarcia trasmissione trazione anteriore costo di esercizio al km (*) ND
consumo medio 14,5 kWh/100 km capacità di carico da 330 a 680 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km
NEWS ON THE ROAD
di Nicola Desiderio
VOLKSWAGEN PASSAT: PER MIGLIORARE LA MEDIA La Volkswagen Passat di settima generazione ha uno stile ispirato all’ammiraglia Phaeton ed è a metà strada tra un restyling e un nuovo modello. Lunga 4,76 metri, ha i suoi tradizionali punti di forza nell’abitabilità e nel vano bagagli che sulla Variant va da 603 a 1.731 litri, ma anche nel gran numero di automatismi. Tra questi l’Easy Access, che apre il baule avvicinandosi alla coda della vettura, il City, che frena la vettura al di sotto dei 30 km/h, e il Park Assist che cerca parcheggio ed esegue le manovre anche negli spazi a pettine. Otto le motorizzazioni tra benzina, gasolio e metano con potenze da 105 a 170 CV (anche con cambio DSG e trazione integrale) che offrono consumi ed emissioni abbattuti fino al 18%. A partire da 25.100 euro, 26.200 euro per la Variant.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
RENAULT LAGUNA: UNA FRANCESE DI SOSTANZA Nuova calandra, fari più allungati (con lenti fumé e LED diurni) e interni più raffinati per la Renault Laguna che presenta anche dotazioni superiori per comfort e sicurezza. Tra queste c’è il navigatore Carminat TomTom Live e il sistema di 4 ruote sterzanti 4CONTROL esteso a un maggior numero di versioni che migliora agilità, stabilità e maneggevolezza nelle manovre in città. I motori diventano tutti Euro 5, offrono costi di esercizio più contenuti e consumi inferiori in media di 0,5 litri/100 km a partire dall’1,5 litri Diesel da 110 CV mentre il 2 litri è proposto in vari livelli di potenza con il cambio manuale (150 e 180 CV) e automatico (175 CV). Uguale il prezzo di ingresso fissato a 24.950 euro per berlina e SporTour con garanzia di 3 anni e 150mila km.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
VOLVO V60: SOLITA SICUREZZA, NUOVO DINAMISMO La Volvo V60 è la versione station wagon della S60 e, così come la berlina, presenta uno stile inedito e aggressivo, ulteriormente esaltato dall’allestimento R-Design e impreziosito da livelli di sicurezza unici. Oltre infatti al noto City Safety, che evita i tamponamenti fino a 30 km/h frenando automaticamente la vettura, la V60 con il Pedestrian Detection è in grado di riconoscere di fronte a sé la presenza di un pedone e frenare per evitare l’impatto fino a 35 km/h o comunque per ridurne i danni. Tutti con il turbo i motori. Cinque quelli a benzina, con potenze da 150 ai 306 CV del 6-in-linea 3 litri, e tre i Diesel, dall’1,6 litri della DRIVe da 115 cv fino ai 205 cv del 5 cilindri biturbo passando per il 2 litri da 163 CV. Prezzi a partire da 32mila euro.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
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FUTURE
PORSCHE CAYMAN R: PRESTAZIONI E SPORTIVITÀ IN PUREZZA La Porsche Cayman R è la versione più estrema della coupé con motore centrale di Zuffenhausen che diventa più sportiva attraverso una ricetta molto semplice: meno peso, più potenza e assetto più basso e rigido. La vettura infatti è stata alleggerita di 55 kg, utilizzando parti in carbonio e facendo a meno di climatizzatore e impianto audio, inoltre è più vicina al suolo di 20 mm e il 6 cilindri boxer di 3,4 litri eroga 330 CV, 10 in più rispetto alla S ottenendo così un rapporto peso/potenza di 3,9 kg/CV. Ne beneficiano il piacere di guida e le prestazioni. La Cayman R raggiunge 282 km/h e, con il cambio PDK a 7 rapporti, accelera da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi con un consumo di 9,3 litri/100 km. Le consegne iniziano da febbraio con un listino di 71.372 euro.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
INFINITI M: UNA SCELTA ESCLUSIVA La Infiniti M è la nuova ammiraglia del marchio di lusso di Nissan ed è il sesto modello offerto in gamma. Lunga 4,94 metri, ha uno stile aerodinamico (cx: 0,27) e sportivo, interni eleganti e dotazioni all’avanguardia come il climatizzatore capace di ricreare, attraverso aromi e uno speciale ionizzatore dell’aria, l’atmosfera di un bosco. Ci sono anche le 4 ruote sterzanti e il Blind Spot Intervention che riallinea automaticamente la vettura nel caso ve ne sia un’altra in corsia di sorpasso della quale non ci siamo accorti. Due i motori V6 disponibili con cambio automatico a 7 rapporti: a benzina 3,7 litri da 320 CV e Diesel 3 litri da 238 CV, entrambi sufficienti a raggiungere i 250 km/h autolimitati. Nel 2012 è in arrivo una versione ibrida. Prezzi a partire da 52.800 euro.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
PEUGEOT 508: MOTORI E STILE PIÙ PULITI La Peugeot 508 è la nuova media che rappresenta per il Leone una svolta in termini di stile. Lunga 4,79 metri, è più leggera della precedente 407 di 35 kg e la station wagon riesce a coniugare aerodinamica eccellente (cx 0,26) con un bagagliaio che va da 560 a 1.581 litri. Nuovo anche l’abitacolo arricchito da materiali e dotazioni al vertice. Due i motori a benzina da 1,6 litri (120 CV e turbo da 156 CV) e tre i Diesel: 2,2 litri da 204 CV, 2 litri da 140 e 163 CV e 1,6 litri da 112 CV che, in versione e-HDI con cambio robotizzato, consuma 4,4 litri/100 km e ha emissioni di CO2 di 114 g/km. In arrivo anche una versione Diesel ibrida a trazione integrale da 200 CV e 99 g/km di CO2. La Peugeot 508 arriva in primavera a partire da 23.400, 800 euro in più per la station wagon.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
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di Mauro Serena
TOGETHER
UN CLUB DI AZIENDE PER IL FUTURO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE Sviluppare la conoscenza delle opportunità offerte dai nuovi modelli di mobilità per condividerli con un gruppo di aziende che vuole partecipare da protagonista alla creazione del futuro: questo l’obiettivo del Client Advisory Board, di cui si è tenuta la prima riunione.
I
l costante rafforzamento della coscienza ecologica globale è ormai un dato di fatto. In particolare, possiamo osservare che la crisi economica degli scorsi anni, che ci ha costretti a sacrificare anche valori sociali importanti, non ha intaccato la spinta verso un’economia sempre meno inquinante e sostenibile. Permane, però, una forte incertezza sugli obiettivi finali, sui tempi di realizzazione e sulle tecnologie che prevarranno. Questa circostanza pone seri problemi decisionali alle aziende con riferimento alle politiche dell’auto aziendale che hanno impatti sì di breve periodo, ma anche pluriennali. In questo contesto è necessario prevedere alcuni possibili scenari, comparare le esigenze gestionali attuali e future con le leve operative a disposizione dei fleet manager e saper cogliere i principali segnali su cui concentrare l’azione futura. Un’opportunità per confrontarsi su questi temi, parlare del futuro e contribuire a crearlo è stata offerta dal primo Client Advisory Board (CAB) di LeasePlan, che ha riunito per un giorno i fleet manager d’importanti aziende italiane e straniere, i quali, grazie alla partecipazione di speaker esperti e di specialisti di prodotto, hanno avuto la possibilità ascoltare, valutare e discutere una ricca varietà di dati, informazioni, studi e opinioni sul futuro dell’auto, in relazione al declino dei carburanti di origine fossile e alla necessità di ridurre drasticamente l’inquinamento. Renault, organizzatore del programma pomeridiano, incentrato sullo studio della sua strategia Z.E., ha offerto l’opportunità di un test drive di alcune vetture elettriche nel traffico cittadino di Milano. A questo proposito occorre dire che le vetture provate sono “auto vere”, non prototipi da esposizione: è stata un’esperienza davvero piacevole guidare Fluence Z.E. (che
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Davide Tomasini, Mauro Manzoni, Gavin Eagle e Giovanna Gianolli di LeasePlan Italia
insieme a Kangoo Express Z.E., Zoe e alla piccola Twizy, fa parte di una gamma che sta per completare la sua uscita sul mercato) e accorgersi che, una volta spento il condizionatore, l’unico rumore percepibile è il rotolamento degli pneumatici sull’asfalto e che una guida così silenziosa, con prestazioni assolutamente paragonabili ai modelli di vecchia tecnologia, aiuta il driver a rilassarsi e ad essere meno nervoso alla guida. Proprio dal fronte dei costruttori, negli ultimi anni, sono stati fatti i progressi maggiori in termini di downsizing, nuovi dispositivi di sicurezza e, appunto, alimentazioni alternative: una vera corsa contro il tempo per centrare i parametri previsti per il 2012 dalla UE, nonostante politiche d’incentivazione non uniformi nei vari paesi e ancora in fase di discussione in Italia. La mobilità sostenibile è un tema “caldo”, ma la maggior parte delle aziende si stanno avvicinando ora a questa problematica, rileva Laura Echino, rappresentante di Lavazza al CAB. La capacità di portare queste tecnologie all’interno delle car policy aziendali sarà
la sfida più importante dei prossimi anni: “si tratta sicuramente di un ottimo inizio”, afferma Giovanni Tortorici, di Barilla, “e ora dobbiamo capire tutti insieme quale sarà la strada maestra da seguire per alimentare le vetture elettriche con energia pulita, evitando di spostare semplicemente le fonti d’inquinamento a monte”. Tortorici ha presentato al CAB una best practice sull’ottimizzazione della flotta di Barilla in chiave di riduzione delle emissioni e ha insistito sull’importanza di ragionare a tutto campo, coinvolgendo nei cambiamenti gli utilizzatori, le policy, i modelli e le case costruttrici, oltre ai noleggiatori che forniscono il servizio. Soprattutto, ribadisce Tortorici, “bisogna avere il coraggio di saper cambiare, anche se non esistono soluzioni magiche, occorre uscire dal guscio, portare più idee per essere pronti quando ci saranno i grandi cambiamenti tecnologici”. Come noleggiatore, LeasePlan è il primo a voler veramente “uscire dal guscio” dimostrando di volersi mettere in gioco e di essere pronta a supportare a 360° le esigenze delle aziende proponendo un approccio basato sul modello 3P (Profit-Peo-
TOGETHER
ple-Planet) nel quale una delle tre componenti, Green Plan, è tutta dedicata alla sostenibilità. Accreditati studi a livello europeo attestano che attualmente 87% degli spostamenti automobilistici quotidiani sono inferiori a 60 km, e che nel prossimo futuro questo sarà il target di mercato delle auto elettriche: già oggi l’autonomia di questi veicoli ha raggiunto i limiti tra i 150 e i 250 km e la previsione di spesa auspica un costo di ricarica di 1,5 euro per 100 km. LeasePlan con la sua eV Community vuole accompagnare sin da ora questo importante cambiamento. C’è il desiderio di accelerare in questa direzione, ha fatto notare Alvaro Brognara di Accenture, secondo il quale la presenza di un costruttore, che ha spiegato i dettagli dei prodotti e delle tecnologie impiegate, è stato un punto qualificante del CAB. Rosa Sangiovanni, Z.E. Project Leader di Renault, ha illustrato l’impegno prioritario di responsabilità sociale della marca francese, spinto non solo dagli interventi istituzionali a seguito del Protocollo di Kyoto, ma anche dalle necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di diminuire l’effetto inquinante dei trasporti, che sono una delle maggiori fonti di aumento della CO2 e di dispersione nell’aria di polveri sottili, ossido di azoto e monossido di carbonio: tutti eliminabili grazie alle vetture elettriche. E’ ormai chiaro a tutti che il motore a scoppio è destinato a essere accantonato, se non altro perché il previsto incremento del tasso di motorizzazione di paesi come
India, Cina e Brasile porterebbe il totale delle vetture circolanti nel mondo a triplicarsi nel giro di una ventina d’anni, rendendo impossibile per il nostro pianeta sostenere il livello d’inquinamento che si raggiungerebbe utilizzando le attuali tecnologie. I vari ibridi in circolazione sono già delle buone soluzioni, ma il traguardo finale è molto ambizioso e potrà essere realizzato solo grazie allo sforzo congiunto di costruttori, per i forti investimenti richiesti, legislatori e utilizzatori. “C’è scarsa conoscenza dell’elettrico e in caso di una car policy che lasci la scelta completamente al driver non sarà facile riuscire a far passare da subito questi prodotti” ammette Brognara “per questo ritengo utile confrontarsi con varie realtà aziendali di differenti dimensioni. La flotta auto è molto importante per il nostro lavoro e avere la possibilità di confrontare le best practice ci dà una maggior libertà di fare esperimenti: il CAB ha proposto in maniera chiara e organica temi su cui riflettere”. Secondo Laura Echino, le aziende presenti hanno mostrato stili diversi nella gestione dei driver, ma in fondo le problematiche emerse sono simili: di conseguenza, la discussione è stata utile per fare dei confronti, per confermare o modificare alcuni aspetti di gestione. Soddisfazione è stata espressa anche dal vertice di LeasePlan Italia, che ha voluto testimoniare l’importanza dell’evento con le presenze dell’A.D. Jaromir Hayek e del Direttore Commerciale Gavin Eagle, che dimostrano di credere fortemente in que-
sta iniziativa: “stiamo pensando ad un evento ricorrente, che si terrà più volte all’anno, per creare un club di aziende sempre più consapevoli dell’importanza del network per condividere la conoscenza, che capiscano come oggi sia più difficile prendere decisioni sulla flotta senza confrontarsi con il contesto, attraverso il valore creato da un gruppo di lavoro”. La presenza di costruttori, fornitori di servizi, consulenti ed esperti di mercato ha aggiunto profondità alla discussione e una gran quantità di dati e informazioni di cui i fleet manager possono fare tesoro. Il cammino verso il futuro non sarà lineare e andrà accuratamente illustrato dai fleet manager al top management delle aziende; inoltre, la mobilità sostenibile, in termini di risparmi, pagherà nel medio termine salvo l’introduzione d’incentivi più che opportuni che, però, dovranno essere rivolti anche alle aziende. Purtroppo, con una visione sicuramente discutibile, le flotte sono state finora escluse dagli incentivi perché ritenute troppo “virtuose”, ovvero con un’anzianità media del parco bassa rispetto agli obiettivi governativi. Invece, grazie al loro alto tasso di sostituzione, esse potrebbero agire come un formidabile fattore di accelerazione per l’introduzione delle nuove tecnologie, tra le quali l’auto elettrica è la più efficace per abbattere a zero le emissioni inquinanti a valle e le emissioni acustiche, contribuendo ad un mondo decisamente migliore e alla realizzazione di notevoli risparmi sui costi di uso e manutenzione delle vetture.
I partecipanti del Client Advisory Board durante il meeting
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29
di Alessandro Palumbo
PROFIT
ORGOGLIOSI DELLA SICUREZZA E DELL’AMBIENTE L’UNRAE chiede una fiscalità per le auto aziendali “più europea” ed un programma strutturale di medio e lungo termine per promuovere la mobilità sostenibile
L
oris Casadei, in qualità di presidente dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), ha aperto la consueta conferenza stampa di fine anno. Lo ha fatto non parlando del momento negativo del settore, ma parlando dell’orgoglio dell’automobile, di tutto ciò che l’automobile può e vuole dare in una società moderna. La conferenza stampa, che si è svolta a dicembre a Milano, è stata l’occasione per fare il punto sui molteplici ruoli che l’automobile ricopre nell’ambito industriale, della società, del contributo allo Stato, dell’uso quotidiano. Inquinamento e sicurezza “Consentitemi un paio di dati – ha detto il Presidente dell’UNRAE – per capire meglio quanto l’automobile ha già dato e può ancora dare alla comunità mondiale: 100 automobili di oggi inquinano meno di una del 1970; una vettura di oggi ha un tasso di sicurezza superiore dell’80% rispetto ad un’auto di appena 10 anni fa. Sono valori fantastici – ha aggiunto – che testimoniano quanto i Costruttori hanno fatto per rendere l’auto sempre più sicura e sempre meno inquinante”. “Se l’industria ha fatto passi da gigante, non si può dire altrettanto per chi avrebbe dovuto rendere facile l’uso del mezzo motorizzato. In sostanza qual è la colpa addebitabile all’automobile per il traffico caotico, per i parcheggi selvaggi, per il prezzo crescente dei carburanti, per gli esosi premi di assicurazione, per i costosi passaggi di proprietà, per una fiscalità molto aggressiva?” Gettito fiscale dell’auto Il gettito fiscale proveniente dal settore dell’auto versato allo Stato nel 2009 è stato di 67 miliardi – ha commentato Casadei – e sarebbe interessante analizzare quanti di quei miliardi sono tornati agli utenti motorizzati in termini di servizi, di
30
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
infrastrutture, di semplificazione fiscale. Casadei ha anche ricordato che il Presidente del Consiglio, in campagna elettorale, promise l’abolizione della tassa di possesso, tutt’ora vigente. Fiscalità delle auto aziendali La questione è che la fiscalità delle auto aziendali in Italia è più svantaggiosa rispetto al resto dell’Europa. Il presidente dice che “l’europeizzazione delle misure fiscali andrebbe non solo a vantaggio delle aziende italiane, ma anche e soprattutto della loro competitività internazionale, oggi divenuta una priorità nell’ambito della globalizzazione che mette a confronto diretto le aziende dei diversi Paesi, favorendo quelle che godono di un più equo sistema fiscale”. Risultati tecnologici delle case auto Gianni Filipponi, Direttore Generale dell’UNRAE, ha invece portato all’attenzione dei presenti una serie di risultati positivi raggiunti dal settore auto negli ultimi vent’anni. Filipponi ha ripercorso le tappe più significative di quello che le Case automobilistiche hanno sperimentato e realizzato negli ultimi venti anni, dall’etanolo all’idrogeno, dalle fuel cell all’auto ibrida, dalle batterie agli ioni di litio all’auto elettrica. Con investimenti di risorse economico-finanziarie e umane che nessun altra industria, neppure quella bellica, ha mai destinato al perseguimento dell’obiettivo. E’ partito dal 1992, quando fu resa obbligatoria l’introduzione della marmitta catalitica, all’evoluzione delle motorizzazioni diesel, divenute nel tempo sempre più efficaci in termini prestazionali e sempre più ecologiche, grazie alla tecnologia che ha consentito a tale tipo di motorizzazioni di raggiungere elevati traguardi in termini di silenziosità, di potenza, di contenimento dei consumi, di totale abbattimento della
fumosità. Tutto ciò malgrado, il diesel è ancora oggi oggetto di campagne denigratorie, se non di veri e propri divieti, frutto – per molti versi – della non completa conoscenza dell’evoluzione di cui questo tipo di motore ha goduto, insieme ai passi da gigante compiuti dal motore a benzina, protagonisti entrambi di incredibili riduzioni dei valori di CO2, dei consumi e di paralleli incrementi prestazionali. In un’ottica specificatamente ecologica, ha ricordato Filipponi, “se poniamo l’inquinamento emesso dalle auto nel 1990 uguale a 100, oggi possiamo affermare che l’industria europea ha eliminato il 97-98% di quel valore”. L’altra grande sfida lanciata dall’industria automobilistica è quella che l’ha vista e la vede impegnata nella riduzione delle conseguenze della sinistrosità stradale. E’ una guerra lunga e difficile, che però ha segnato già successi importanti, dovuti all’adozione delle cinture di sicurezza, degli airbag, degli interruttori inerziali, dei paraurti ad assorbimento d’urto e delle altre misure tese a ridurre i rischi di incendio ed aumentando l’incolumità dei passeggeri delle auto in termini di sicurezza attiva con l’adozione dell’ABS e dell’ESP, due invenzioni europee che consentono al conducente di uscire indenne da situazioni spesso molto complicate. Un paio di dati, a conforto di quanto ha affermato il Direttore Generale di UNRAE: fra il 2002 ed il 2009 il numero degli incidenti stradali in Italia è diminuito del 18,8%, con una riduzione delle mortalità del 39,3% e dei feriti del 18,8%. Le priorità di intervento L’UNRAE, ha affermato il Presidente Casadei nel suo intervento conclusivo, cosciente del ruolo che riveste (circa il 70% del mercato dell’auto e il 50% degli altri settori), continua a sollecitare i referenti politicoistituzionali su temi e problematiche di
PROFIT
grande interesse. In particolar modo richiama l’attenzione su alcuni temi nodali.
IMMATRICOLATO AUTO PER UTILIZZATORE 2010
2009
var
1. Programma strutturale di medio-lungo termine, che contenga interventi per promuovere una mobilità sostenibile, con particolare attenzione all’adozione di misure a sostegno della diffusione di tutte le auto a basso impatto ambientale, con il fine di ridurre in modo significativo le emissioni di CO2, con effetti positivi anche sui consumi energetici. Casadei ricorda che in Italia, oggi, il 35,6% delle auto circolanti ha più di 10 anni di età, non rispettando quindi gli attuali standard di emissioni stabiliti dai regolamenti europei. È anche necessario un tavolo di concertazione per far sì che le misure di limitazione alla circolazione siano coerenti ed omogenee su tutto il territorio nazionale.
Privati
1.406.631
1.669.572
-16%
Società
293.968
252.299
-17%
2. Sviluppo e diffusione delle auto elettriche, con urgente messa a punto di un tavolo interministeriale per la definizione di un piano nazionale che sostenga a livello politico e tecnico l’emanazione di misure ad hoc, con razionalizzazione di quelle già in essere.
TOTALE
3. Fiscalità per le auto aziendali più “europea”, con revisione del tetto ammortizzabile (fermo da 13 anni a 18.076 euro), della durata minima dell’ammortamento (da 4/5 anni a 2/3 anni), della detraibilità dell’IVA, della quota ammortizzabile (dal 40 sino al 100%), per garantire alle aziende italiane pari trattamento con quelle estere. Casadei, a tale proposito, ha evidenziato che il settore, come mercato, oggi “vale” solo il 23% contro il 40% medio degli altri Paesi. 4. Destinazione dei proventi derivanti dalle infrazioni al Codice della Strada al miglioramento della mobilità stradale.
Noleggio TOTALE
fonte: UNRAE
259.683
237.593
9%
1.960.282
2.159.464
-9%
IMMATRICOLATO AUTO PER SEGMENTI
fonte: UNRAE
2010
2009
var
A - Piccole
396.433
495.744
-20%
B - Utilitarie
810.132
877.505
-8%
C - Medie
457.169
473.877
-4%
D - Medie superiori
243.565
258.493
-6%
E - Superiori
47.059
47.613
-1%
F - Alto di gamma
5.924
6.232
-5%
1.960.282
2.159.464
-9%
IMMATRICOLATO AUTO PER ALIMENTAZIONE
Gasolio
fonte: UNRAE
2010
2009
var
900.401
903.191
0%
Benzina
710.383
780.981
-9%
Gpl
279.030
339.620
-18%
Metano
65.473
127.900
-49%
4.815
7.585
-37%
180
187
-4%
1.960.282
2.159.464
-9%
Ibride Elettriche e etanolo TOTALE
Gli introiti, che secondo una valutazione UNRAE basata sui dati riferiti al 2007 dovrebbero aver raggiunto nel 2010 i 3 miliardi, andrebbero in notevole parte reinvestiti in parcheggi, infrastrutture destinate a migliorare la viabilità, in asfalto drenante, in riparazioni di buche, in miglioramento della segnaletica.
“Sappiamo che le questioni aperte hanno un peso considerevole e non sono di facile ed immediata attuazione – ha concluso Casadei – ma, se messe in atto, avranno positive ripercussioni sull’intero sistemaPaese e siamo convinti che facendo gioco di squadra l’auto saprà vincere, in anticipo, anche questo tipo di sfide”.
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
31
Mercedes-Benz è un marchio Daimler.
Il modo pi첫 semplice di raggiungere una posizione. Classe B EXECUTIVE. Sistema audio CD/Mp3, climatizzatore, assistenza alla partenza in salita e, sui modelli BlueEFFICIENCY, sistema Start and Stop*. Scoprite anche il resto della gamma EXECUTIVE Mercedes-Benz: le nuove soluzioni di equipaggiamento e assistenza per il business, ancora pi첫 complete e accessibili. Consumo combinato (l/100 km): 8,2 (B 200 Turbo) e 5,1 (B 180 CDI). Emissioni CO2 (g/km): 197 (B 200 Turbo) e 136 (B 180 CDI). mercedes-benz.it/flotte *Esclusi i modelli NGT.
di Alessandro Palumbo
TOGETHER
SICURI DI GUIDARE Meno incidenti stradali. Driver più buoni o strade più controllate?
N
el 2009 gli incidenti stradali sono diminuiti del 2%. Sulle strade italiane nel 2009 si sono verificati infatti 125.405 incidenti rispetto ai quasi 219.000 del 2008. È quanto emerge dall’analisi ACI/Istat sugli incidenti stradali nel 2009. Tali incidenti hanno causato la morte di 4.237 persone (-10% verso il 2008) e il ferimento di 307.258 (-1%). Questo significa che ogni giorno in Italia nel 2009 si sono registrati mediamente 590 incidenti e che, ogni 100 incidenti, muoiono 2 persone e che per ogni incidente si hanno mediamente 1,4 feriti. Ovviamente quando si tratta di morti e di feriti non si può parlare di risultati positivi, tuttavia dobbiamo registrare un tasso di mortalità, calcolato come rapporto tra morti e incidenti, che è sceso del 28% rispetto al 2008. Se estendiamo l’analisi a 9 anni dal 2001 al 2009 e prendiamo come punto di partenza e di confronto il 2001, possiamo notare che esiste una forbice molto marcata tra il trend del parco circolante degli autoveicoli e il trend degli incidenti stradali e dei morti per incidente stradale. La forbice mostra che aumentano gli autoveicoli circolanti, ma contestualmente diminuiscono gli incidenti. Se infatti nel 2001 avevamo quasi 42 milioni di veicoli circolanti, che generavano 263.100 incidenti, 6 incidenti ogni 1.000 veicoli, nel 2009 48 milioni di veicoli hanno generato 215.495 incidenti, 4 incidenti ogni 1.000 veicoli.
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ANALISI INCIDENTI STRADALI
fonte: ISTAT e ACI
2009
2008
var %
215.405
218.963
-1,6
Morti
4.237
4.725
-10,3
Feriti
307.258
310.745
-1,1
Incidenti stradali
giorni e di feriti, il 15% per ciascuno dei giorni, mentre il sabato ha il primato dei decessi (16,7%). L’indice di mortalità, calcolato come rapporto tra morti e incidenti, è massimo la domenica, 3 morti ogni 100 incidenti, segue il sabato con 2,4 morti, il lunedì
alto ad agosto, mese in cui si concentrano gli esodi estivi e in cui la circolazione sulle autostrade è maggiore rispetto ad altri mesi. Il giovedì ed il venerdì sono i giorni in cui si verifica il maggior numero di incidenti, ossia il 15,5% per ciascuno dei
Luglio è il mese in cui si è verificato il maggior numero di incidenti, più precisamente 21.858 incidenti, ossia il 10% del totale. Luglio detiene anche un altro primato relativamente al numero di morti, con 498 decessi. L’indice di mortalità è invece più
TREND PARCO CIRCOLANTE, INCIDENTI E DECESSI DAL 2001 AL 2009 INDICE BASE 2001
fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT e ACI
20%
12%
8% 10% 0% -10%
2%
5%
1%
14%
10%
5%
-4%
-7%
-2%
-9%
-9%
-12%
-17%
-8% -20%
15%
-14%
-18%
-30%
-18% -20% -28% -33%
-40%
-40% -50% 2002
2003
2004 incidenti
2005
2006
circolante
2007 morti
2008
2009
TOGETHER
e il venerdì con 1,8, mercoledì e giovedì con 1,7, chiude il martedì con 1,6. La fascia oraria notturna, come è ovvio che sia, registra il minor numero di incidenti. La frequenza degli incidenti inizia ad aumentare dalle 8, orario in cui si registrano gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola. Un picco si ha tra le 12 e le 13, fascia oraria che corrisponde ai tragitti scuola-casa e lavoro-casa per alcune categorie di lavoratori, che usufruiscono dell’orario non continuato. La punta massima di incidentalità si registra alle 18. Questo è dovuto ad una combinazione di 3 fattori: la elevatissima circolazione dei veicoli, dovuta al rientro a casa dopo la giornata lavorativa, la stanchezza e lo stress dei conducenti i veicoli alla fine del lavoro e la difficolta di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale non ancora sostituita da quella artificiale. ➔
DISTRIBUZIONE DEGLI INCIDENTI PER ORA DEL GIORNO 2009
fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT e ACI
10% 9% 8% 8% 7%
7%
7% 6%
6%
7%
6% 5%
5% 4%
3% 3%
2%
2%
2%
2% 1%
1%
1%
0% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
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TOGETHER
L’indice di mortalità è altissimo nella fascia notturna, raggiungendo l’indice massimo di 5,2 alle 5 del mattino. Sulle strade statali nel 2009 si sono verificati 163.716 incidenti (76% sul totale), su autostrade e raccordi 12.200 (6% sul totale), mentre sulle altre strade, che comprendono strade statali, comunali, provinciali e regionali, si sono verificati 39.489 incidenti (18% sul totale). Rispetto al 2008 registriamo una variazione in diminuzione di tutte le categorie stradali, anche se lieve. Per quanto riguarda il numero dei morti per ambito stradale, sulle strade urbane si sono registrati 1.892 morti (45% sul totale), sulle autostrade e raccordi 350 (8% sul totale), e sulle altre strade 1.995 (47% sul totale). Rispetto al 2008 il miglioramento è consistente 10%; ed è sulla rete autostradale che si rileva il risultato maggiore -23%. Questo risultato è in parte dovuto al sistema Tutor di controllo della velocità media, che nel 2009 è stato diffuso su un numero crescente di tratti autostradali.
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INDICE DI MORTALITÀ PER ORA DEL GIORNO 2009
fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT e ACI
24 6.0 23
3.1
4.0
2.7
21
2.6
3
3.2
1.0
2.0
-
5.2
5
4.8
6 7
2.6 1.3
1.7
1.4
1.8 1.9 2.0 1.6
17
4.9
3.0
2.2
18
4
3.4
2.0
2.6
19
2 4.9
5.0
22
20
1
1.2 1.4 1.7
8
1.7
9
16
10 15
11 14
13
12
TOGETHER
INCIDENTALITÀ SECONDO L’AMBITO STRADALE / 2009
fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT e ACI
incidenti
var % vs ‘08
morti
var % vs ‘08
feriti
var % vs ‘08
Strade urbane
163.716
-2,6
Autostrade e raccordi
12.200
-1,4
1.892
-8,6
223.166
-2,3
350
-22,6
20.538
-0,5
Altre strade
39.489
-2,6
1.995
-9,4
63.554
2,9
TOTALE
215.405
-1,6
4.237
-10,3
307.258
-1,1
INCIDENTALITÀ SECONDO LE CAUSE / 2009
fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT e ACI
Descrizione cause
%
Procedeva senza rispettare le regole della precedenza o il semaforo
18%
Procedeva con guida distratta
16%
Circostanze imprecisate
13%
Procedeva a velocità elevata
12%
Procedeva senza mantenere le distanze di sicurezza
10%
Manovrava irregolarmente
7%
Altre cause
24%
L’indice di mortalità totale è pari a 2 morti ogni 100 incidenti. L’indice sulle strade urbane è pari a 1,2, sulla rete autostradale e sui raccordi è di 2,9, mentre sulle altre strade raggiunge il numero di ben 5 morti ogni 100 incidenti. Se focalizziamo l’analisi solo sulle altre strade, e quindi su 39.489 incidenti, notiamo che
la maggior parte degli incidenti (86%) si registrano su tratti composti da una sola carreggiata a doppio senso; tali incidenti hanno generato 1.745 morti (87% sul totale); il conseguente indice funereo è pari a 5,3 morti ogni 100 incidenti. Ma quali sono le cause che generano gli incidenti?
Basta poco per fare un incidente. Il 18% degli incidenti avviene perché non si rispettano le precedenze o il semaforo, nel 16% dei casi la causa è la guida distratta, la velocità pesa invece il 12%, mentre il non rispetto delle distanze di sicurezza genera il 10% degli incidenti. Anche l’incidente stradale,
come quasi tutti gli avvenimenti della vita, non dipende dal fato, ma dalle nostre azioni, che, a volte, possono sembrare banali, senza alcun peso, ma potrebbero in alcuni casi rovinare la nostra vita e quella degli altri. Vi ricordate il film “Sette anime” di Gabriele Muccino con Will Smith?
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NEWS ON THE ROAD
di Nicola Desiderio
AUDI A6: QUATTRO ANELLI DI BERLINA L’Audi A6 giunge alla quarta generazione con uno stile ispirato alla A8, tecnologia più avanzata e maggiore efficienza grazie al cx di 0,26, alla scocca per il 20% in alluminio, che la rende più leggera di 45 kg, e a nuove motorizzazioni tra cui quella ibrida. Le potenze vanno a da 177 a 300 CV con consumi ed emissioni a partire rispettivamente da 4,9 litri/100 km e 129 g/km di CO2. Di ben quattro tipi i cambi disponibili (manuale, S tronic a 7 rapporti, multitronic CVT e tiptronic a 8 rapporti) a seconda dei motori e della trazione, anteriore e integrale. Da segnalare il navigatore sincronizzato con Google Earth, la navigazione wi-fi e l’impianto audio Bang&Olufsen da 1.300 Watt. Prezzi a partire da 45.250 euro e previsto in primavera l’arrivo della variante Avant.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
BMW SERIE 6 CABRIO: L’APERTA PRIMA DELLA COUPÉ Per la sua nuova Serie 6, BMW ha deciso di mostrare prima la versione Cabrio e poi la Coupé in vista del lancio in primavera. Lunga 4,89 metri, la nuova Serie 6 Cabrio ha capote in tessuto a apertura elettrica, 4 posti più comodi e un bagagliaio da almeno 300 litri. Nuova anche l’impostazione della plancia e ricchissima la dotazione di sicurezza, in particolare per la visibilità (Surround View, BMW Night Vision con riconoscimento delle persone, il Park Assistant e Head-Up-Display). Al lancio due i motori, con turbo e iniezione diretta: V8 4,4 litri da 407 cv (0-100 km/h in 5 secondi) e 6-inlinea 3 litri da 320 cv (0-100 km/h in 5,7 secondi), entrambi corredati di cambio automatico a 8 rapporti e capaci di portare la 6 Cabrio fino a 250 km/h autolimitati.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
MERCEDES E200 NGT: L’AMMIRAGLIA DEL METANO La nuova Mercedes E200 NGT (Natural Gas Technology) è l’unica auto del suo segmento alimentata a metano ed è la più potente e veloce in assoluto. Merito del suo 4 cilindri 1,8 litri turbo, messo a punto in modo specifico dai tecnici tedeschi, che eroga 163 cv e permette una velocità di punta di 224 km/h, un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,4 secondi e consumi di 8,1 litri/100 km. Le emissioni di CO2 sono pari a 190 g/km, il 20% in meno dell’analoga versione con motore alimentato solo a benzina rispetto alla quale permette costi di esercizio inferiori di oltre il 50%. La E200 NGT ha un impianto totalmente automatico sviluppato internamente ed è provvista di comandi e strumenti specifici. L’arrivo sul mercato è previsto a breve.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
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CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
FUTURE
FORD FOCUS: NATA PER ESSERE GLOBALE La Ford Focus di terza generazione nasce globale secondo la filosofia One Ford che porterà all’unificazione di tutti i modelli su tutti i mercati. Disponibile con carrozzeria 5 porte e station wagon, la nuova Focus ha stile più dinamico, scocca più rigida e resistente agli urti e tecnologie più avanzate, in particolare per la telematica, con i sistemi MyFord e Sync, e per la sicurezza grazie al sistema che al di sotto dei 30 km/h frena automaticamente la vettura se c’è pericolo di tamponamento. I motori sono a benzina 1,6 litri aspirati (105 e 125 CV) e turbo EcoBoost (150 e 180 CV), i Diesel sono 1,6 litri da 95 e 115 CV e 2 litri da 140 o 163 CV, anche con cambio PowerShift a doppia frizione con consumi ed emissioni migliorati fino al 20%. Prezzi ancora da comunicare.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
HYUNDAI IX20: ENTRA TRA LE PICCOLE MPV Con la ix20 la Hyundai entra nel settore delle piccole monovolume. Lunga 4,10 metri, la ix20 ha lo stile accattivante delle ultime vetture della casa coreana e può vantare una generosa volumetria interna, sia per 5 passeggeri sia per i bagagli con un vano che va da 440 a 1.486 litri abbattendo i sedili posteriori che possono anche scorrere in senso longitudinale. Sotto il cofano ci sono due motori a benzina (1.4 da 90 CV, 1.6 da 125 CV) e un Diesel 1.4 (77 o 90 CV) anche in version Blue Drive ad alta efficienza con consumi di 4,3 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 114 g/km. Quattro gli allestimenti (Light, Classic, Comfort e Style), tutti con ESP, climatizzatore e 6 airbag compresi a partire da 13.500 euro con garanzia, assistenza stradale e controlli gratuiti per 5 anni.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
MAZDA 3: BERLINA E NUOVO DIESEL 1.6 La Mazda3 si propone ora anche con carrozzeria a 4 porte e rinnova il cofano con motori tutti Euro 5 tra cui il nuovo Diesel 1,6 litri da 115 CV con cambio a 6 rapporti che sostituisce il precedente Euro 4 da 109 CV rispetto al quale offre consumi ed emissioni inferiori (4,4 litri/100 km, 117 g/km di CO2) con prestazioni superiori (0100 km/h in 11 secondi, 186 km/h). Nuovo anche il 2 litri a iniezione diretta da 151 CV dotato dell’esclusivo sistema i-stop che consente il riavviamento in soli 0,35 secondi. Ci sono anche il 2 litri da 150 CV con cambio automatico, l’1,6 litri da 105 CV e il vigoroso Diesel 2,2 litri da 150 e 185 CV. Tre gli allestimenti (Active, Advanced e Sport) per la 5 porte e uno per la 4 porte (Touring) con prezzi a partire da 17.790 euro.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
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FUTURE
OPEL ANTARA: DIESEL PIÚ POTENTE ED AUTOMATICO La Opel Antara si rinnova seguendo le orme della cugina Chevrolet Captiva. Il SUV 7 posti tedesco presenta infatti un frontale diverso, interni più curati e nuovi piccoli comfort come il freno di stazionamento elettrico e l’assistenza per la partenza in salita. Le novità maggiori sono sotto il cofano. Il 2,4 litri a benzina cresce di potenza da 140 a 170 CV e offerto con la trazione anteriore oppure quella integrale ad inserimento automatico, il Diesel 2 litri viene invece sostituito da un nuovo 2,2 litri in due livelli di potenza (163 CV, 184 CV solo 4x4) e corredato, a richiesta, di cambio automatico a 6 rapporti. Rivista infine la taratura delle sospensioni per migliorare comfort e comportamento stradale. Interessante il listino con prezzi a partire da 23.500 euro.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
OPEL CORSA: PIÚ SBARAZZINA E BEVE DI MENO La Opel Corsa, dopo aver introdotto la gamma motori Euro 5 con consumi inferiori del 13%, si rilancia ulteriormente con aggiornamenti estetici e non solo. Diverso il frontale, più vivacità per le tinte e la possibilità di dare un tocco sportivo alla carrozzeria con le barre adesive longitudinali del pacchetto Linea. Nuovi anche i rivestimenti interni e il sistema telematico Touch & Conncect con schermo a sfioramento da 5 pollici, impianto audio 4x20 Watt, ogni tipo di connettività (USB, iPhone, Bluetooth) e navigatore con mappe di 28 paesi. In più arriva la versione ecoFLEX con il Diesel 1,3 litri da 95 CV, consumi di 3,5 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 94 g/km. C’è comunque l’imbarazzo della scelta: dal 3 cilindri mille da 65 CV fino alla sportiva OPC da 192 CV.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
MITSUBISHI i-MiEV: GIAPPONESE A EMISSIONI A ZERO La Mitsubishi i-MiEV è la piccola auto elettrica giapponese che ora arriva anche in Italia. Lunga 3,47 metri, la i-MiEV ha una forma originale e buona abitabilità grazie alla trazione e al motore posteriori. La batteria agli ioni di litio è alloggiata sotto il fondo della vettura, assicura un’autonomia di 150 km e si ricarica in 6 ore dalla presa domestica e all’80% in 30 minuti dalle colonnine a ricarica rapida. I 47 kW (64 CV) e soprattutto i 180 Nm di coppia garantiscono prestazioni gradevoli. Il prezzo di vendita, in allestimento unico, è di 36.500 euro con garanzia di 5 anni o 100mila km. Si può avere anche in noleggio a lungo termine (503 euro+Iva, per 5 anni e 50mila km, anticipo 10%) o in leasing (456 euro+Iva), anche in questo caso per 5 anni e con un anticipo del 10%.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★
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di Nicola Desiderio
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FLOTTE SULLA BUONA E SULLA CATTIVA STRADA Il direttore generale di Jaguar, Marco Santucci, disegna un futuro commerciale sempre più a stretto contatto con Land Rover per avere una presenza integrata sul territorio, più capillare e qualitativamente migliore per vendita e servizio, anche per andare incontro alle piccole e medie imprese. In arrivo anche una versione con motore diesel 4 cilindri della XF, ideale per le flotte. Nel futuro ci sono una piccola, una station wagon e l’ibrido
N
umeri piccoli, ma di qualità. È questa la missione di Jaguar, il prestigioso brand inglese, condotto in Italia nella veste di direttore generale da Marco Santucci che ci ha parlato dei programmi in tema di flotte, soprattutto in vista dell’integrazione commerciale con Land Rover, l’altro marchio britannico che dal 2007 appartiene, insieme a Jaguar, all’indiana Tata Motors. Che cosa sta facendo Jaguar per il mercato flotte? Abbiamo creato nel 2010 un reparto flotte specifico denominato Corporate Sales Department del quale è responsabile Paolo Daniele e che rappresenta un segnale preciso: vogliamo partecipare attivamente a questo mercato – ma senza aggredirlo – in modo strutturato. Lo short term ci interessa relativamente perché offre una bassa redditività, ma ci permette di avere un’ottima visibilità e un feedback da parte dei clienti. La parte più interessante per noi è chiaramente il noleggio a lungo termine. Nel
Marco Santucci, direttore generale di Jaguar Italia dal 1 febbraio 2010
2010 abbiamo cercato di lavorare direttamente con le grandi aziende e i grandi operatori del settore, nel 2011 invece vogliamo invece farlo attraverso la rete per avvicinare le piccole e medie imprese.
Quali sono le leve sulle quali puntate e quali invece i punti sui quali insistere? Dobbiamo far conoscere i modelli rinnovati della gamma come la XJ e la XF. Al centro della nostra strategia c’è il far pro-
La Range Rover Evoque è la piccola con carrozzeria 3 e 5 porte attesa al lancio commerciale per il prossimo mese di luglio
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Jaguar ha celebrato nel 2010 i 75 anni di storia con versioni commemorative delle vetture: il coupé XK, l’ammiraglia XJ e la berlina XF
vare il prodotto. Ci interessa anche lo user-chooser, ma a volte è difficile perché il singolo difficilmente può far cambiare la politica flotte alla propria azienda, ancora di più se si tratta della filiale di una multinazionale. Altri ostacoli sono l’immagine di Jaguar, troppo elevata per una vettura aziendale quando invece costiamo come altri marchi premium, e il valore residuo, percepito ancora come inferiore a quello dei concorrenti. In che modo? Vogliamo potenziare la capacità di assorbire usato da parte della rete rivedendo il nostro programma “Specie Protetta” che era considerato un punto di riferimento, ma era stato sospeso perché non era sostenibile. Creeremo nuovi processi, certificando la rete e migliorandone la capacità di gestire usato. In questo modo vogliamo potenziare la capacità di vendere e incrementare il valore residuo, che si riflette sulla rata di noleggio. Quali sono invece i programmi per il futuro e come pensate di coinvolgere la rete di vendita? In questa prima fase lo stiamo facendo in
maniera diretta con il supporto dei grandi operatori del noleggio a lungo termine. Per noi, il punto di passaggio comincia nel corso dell’anno con il lancio della XF con il motore Diesel 4 cilindri 2,2 litri da 190 CV, una motorizzazione perfetta accompagnata a un allestimento specifico per il mercato flotte con la quale potremo andare a lavorare insieme alla rete presso le piccole e medie aziende. Da metà anno in poi i nostri 32 concessionari entreranno nel vivo di questo processo sfruttando le sinergie con quelli Land Rover e formando il personale di vendita soprattutto dal punto di vista fiscale. E come funzionerà il lavoro di integrazione e sinergia, soprattutto considerando che tra i clienti flotte di Land Rover c’è lo Stato, radicalmente diverso da quello “privato”? Lo Stato è stato e sarà ancora un grosso cliente per Land Rover. Per questo abbiamo una persona dedicata che da poco può proporre alle istituzioni anche Jaguar blindate. Detto questo, il lavoro fatto dalla rete Land Rover non deve essere legato alle istituzioni, anzi! Noi abbiamo prodotti già oggi appetibili e quando entreremo
con la Evoque lo saremo ancora di più e avremo un potenziale altissimo da sviluppare tra dirigenti e quadri di aziende medie e grandi. Nel pacchetto che proponete vedete più servizio o più finanziamento? Io vedo un mix delle due. Oggi non puoi non essere competitivo qualsiasi sia la formula che offri. Il servizio dovrebbe essere più importante della parte finanziaria, ma sinceramente al momento siamo un po’ indietro. Dobbiamo perciò svilupparlo guardando a quello che fa la concorrenza e mettendo a punto un prodotto in linea con il nostro brand che ci consenta di ritagliare un servizio personalizzato. I nostri numeri ce lo consentono. Però oggettivamente la vostra rete è ridotta per offrire livelli di servizio accettabili. In che modo volete migliorarla e come gioca in questo senso l’integrazione tra Jaguar e Land Rover? Il primo passo è proprio questo: ristrutturare la rete. Si tratta di una strategia che interesserà tutto il 2011 fino all’inizio del 2013 e grazie alla quale riqualificheremo la nostra rete agendo sui ➔
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La nuova Jaguar XJ rappresenta una rottura decisa con lo stile classico della Casa.
processi e sulla presenza sul territorio. Avremo circa 30 Jaguar Excellence Centre, con standard praticamente identici a quelli di Land Rover ora in adeguamento con l’arrivo della Evoque. Ci saranno poi 20 concessionari Land Rover dotati di Jaguar Corner e infine integreremo le reti di assistenza arrivando a 100 Service Point perché oramai motori e componenti elettronici sono in comune tra i modelli dei due marchi. Il cuore del mercato flotte sta però in altri tipi di vetture come uno station wagon e una berlina più piccola… Si è risposto da solo, anche perché è in atto un downsizing del mercato al quale vogliamo andare incontro, ma sempre all’interno della strategia di posizionamento di Jaguar: un marchio che deve rappresentare uno stile di vita. La nostra piccola non sarà però una nuova X-Type, che intendeva massificare Jaguar, ma una vettura che manterrà tutte le caratteristiche del marchio con dimensioni più compatte e con motorizzazioni più vantaggiose. Per la wagon già in passato ci sono state molte discussioni, ma credo che avremo qualcosa in tal senso: oggi perdiamo clienti perché le nostre vetture non offrono tutto lo spazio del quale avrebbero bisogno. I vostri clienti vi chiedono anche vetture che consumino meno e riducano le emissioni? Il cliente vuole efficienza, ma lo apprezza solo se è a costo zero. Un mercato ecoso-
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stenibile si sviluppa solo se ci sono leve ed incentivi fiscali, come dimostra il caso della congestion charge a Londra e quello del GPL in Italia. Di sicuro avremo in futuro un cliente sempre più attento anche ai consumi e alle emissioni delle autovetture e oggi Jaguar, grazie al mix tra efficienza dei motori e la leggerezza della scocca in alluminio, offre i livelli di efficienza migliori della categoria senza ricorrere all’ibrido. Per andare oltre sarà necessario. Il concept C-X75 è un esempio degli obiettivi di Jaguar: sviluppare vetture dotate di potenze elevatissime con consumi bassissimi.
Obiettivi di vendita? Nel 2010 siamo riusciti a raggiungere senza problemi i nostri obiettivi e abbiamo visto che esiste un potenziale superiore, soprattutto nelle flotte dove vogliamo crescere del 10-15% realizzando il 25% delle nostre vendite nel noleggio a lungo termine, ma sempre in modo ponderato e senza inseguire i numeri. Pertanto allargheremo il numero delle aziende con le quali collaboriamo, miglioreremo la qualità della nostra presenza e infine cercheremo di andare sempre più verso il cliente.
Il prototipo C-X75, con 4 motori elettrici da 780 CV alimentati da microturbine a gas
di Alessia Seri
FUTURE
AUTO, GIOVANE PASSIONE “L
a congiuntura economica sta lentamente migliorando – sostiene Mauro Manzoni, senior manager business development di LeasePlan Italia – e questo è il momento giusto per formare nuove risorse qualificate. Il modello di business post-crisi è diverso e il cambiamento diventa più facile, potendo contare su giovani che hanno una conoscenza a 360° del settore auto”. Giovani di talento, appassionati di automobili. È proprio su di loro che puntano le aziende del comparto automobilistico che sostengono il Master sull’Automobile di Fleet&Mobility, giunto ormai alla sua quinta edizione. Parliamo delle principali imprese del noleggio, di Case auto e aziende finanziarie e di componentistica, che offrono borse di studio e – cosa più importante – stage post-master agli studenti. “Abbiamo aderito con interesse – dice Umberto Oliva, direttore risorse umane
di Maggiore Rent, società dell’autonoleggio a breve termine – per un principio di coerenza con la nostra people strategy. La centralità delle persone rappresenta per noi il fattore chiave di successo e gli investimenti che l’azienda sostiene per il miglioramento qualitativo delle risorse umane altro non sono che il fedele riflesso dell’indirizzo strategico del gruppo. Costante è anche l’attenzione al lavoro. Attualmente le figure professionali che cerchiamo sono quelle del maintenance manager, del sales executive e di addetti alle relazioni con i clienti”. Al commerciale e al marketing punta anche la Pirelli, come spiega Stefano Parisi, direttore marketing mercato Italia: “Da sempre siamo focalizzati sull’individuazione di talenti e sulla promozione di iniziative volte a creare nuove professionalità. Il Master offre la possibilità di individuare giovani in grado di muoversi,
prevalentemente in ambito commerciale, nel settore auto motive, con una particolare attenzione al mondo delle compagnie di leasing, in cui Pirelli è leader nella fornitura di pneumatici”. Ormai sono circa cinquanta i giovani usciti negli anni dal Master e tutti hanno trovato uno sbocco professionale. Alcuni di essi oggi ricoprono già incarichi di responsabilità in aziende importanti. Nel corso dell’anno riceviamo numerose richieste di stage”, commenta Pierluigi del Viscovo, direttore di Fleet&Mobility, “e non solo da parte delle aziende sostenitrici dell’iniziativa. Anche nell’ultima edizione del Master, prima del termine abbiamo registrato un’assunzione a tempo indeterminato”. TEMPI Inizio 28 febbraio. 5 mesi in aula full time (tutti i giorni mattina/pomeriggio). 3/6 mesi di stage FORMAZIONE Materie di base dell’impresa (analisi di scenario e statistiche di mercato, finanza d’impresa marketing, relazioni interne) e aspetti specifici del settore (analisi dei mercati, assicurazioni, mobilità, post-vendita, energia e petrolio, concessionarie, leasing, case e noleggio a breve e lungo termine). RICERCHE Durante la formazione, gli studenti saranno impegnati a sperimentare concretamente la realtà del mercato e approfondirne la conoscenza. STAGE È garantito, presso le aziende sostenitrici, e può durare da 3 a 6 mesi CONTATTI Telefono: 06 68392090 Email: master@fleetandmobility.it
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DRIVE
di Nicola Desiderio
Il primo SUV della consociata ceca di Volkswagen attinge a piene mani dalla banca organi della casa madre dando vita ad un’auto intelligente, pratica, che dentro è piena di spazio e nel cofano ha motori moderni e brillanti, tutti turbo a iniezione diretta. Disponibile con trazione anteriore o 4x4, è pronta a modificare molti pregiudizi. Disponibile in tre allestimenti, ha prezzi a partire da 18.830 euro
L
a Skoda Yeti è il primo SUV della casa della repubblica ceca e segna un ulteriore passo avanti verso l’allargamento della gamma e il riscatto da un’immagine di vettura d’oltrecortina. Tutto questo grazie al favorevole rapporto tra prezzo e contenuti, a cominciare dalla sostanza. Scocca e meccanica derivano infatti direttamente dalla Volkswagen Tiguan, rispetto alla quale la Yeti offre un abitacolo meno raffinato, ma un grado di praticità superiore, in linea con quelli che sono i valori del marchio. Look compatto e da offroad La Skoda Yeti è lunga 4,22 metri, larga 1,79 e alta 1,67, dunque è molto compatta e con proporzioni che, al contrario delle tendenze attuali, non nascondono minimamente le attitudini fuoristradistiche esaltate anzi dalle protezioni applicate su parafanghi, paraurti e longheroni. I montanti verniciati di nero poi danno al tetto un effetto sospeso, un elemento che si ritrova anche su altre Skoda e in questo caso ricorda le Land Rover. Il frontale ha un aspetto reso forte dai fari di profondità incastrati con i gruppi ottici principali, quasi da auto da rally, specialità nella quale la Skoda ha vinto nel 2010 il titolo piloti International Rally Challenge con Juho Hänninen al volante della Fabia S2000. Il posteriore invece ha un aspetto semplice, quasi tedesco: non appaga l’occhio, ma agevola visibilità e accessibilità al vano bagagli. Rigore tedesco con tanta praticità Tedesca la Yeti lo è anche nell’abitacolo: semplice, coerente e ben realizzato. Anche l’ergonomia della plancia è irreprensibile, la strumentazione è chiara e completa inoltre è facile trovare la giusta posizione di guida da dove si gode di un’ottima visibilità. Lo spazio è abbon-
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SKODA
YETI dante e si può modulare a piacimento ripiegando o persino smontando una o tutte le frazioni 40/20/40 del divano posteriore. In questo modo la volumetria varia da 405 fino addirittura a 1.560 litri. Inoltre l’ampio portellone e la soglia bassa facilitano le operazioni di carico e scarico e ci sono tante piccole attenzioni come il doppio fondo, la rete ferma carico, i ganci scorrevoli per la spesa e anche un originale secchiello formato da un pannello plastico flessibile che può essere facilmente smontato e riposto sotto il piano. Vani, ripiani e cassetti non mancano neppure nell’abitacolo e, cosa che manca su
auto ben più costose, ci sono le bocchette per la climatizzazione (di serie) anche per i sedili posteriori. A richiesta si possono avere impianto audio e di navigazione anche con schermo a sfioramento, il sistema di parcheggio semiautomatico, il tetto panoramico, i fari allo xeno ad orientamento dinamico con luci di svolta e, sulle versioni 4x4, il pacchetto offroad che adatta il comportamento di meccanica ed elettronica per affrontare al meglio tratti scivolosi o sconnessi. La sicurezza della Yeti a 5 stelle EuroNCAP e ci sono fino a 9 airbag. La Yeti ha una capacità di traino da a 1.800 kg. ➔
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VIENE DALLE NEVI MA CONOSCE BENE LA STRADA
Efficace il sistema di trazione integrale a controllo elettronico
Plancia semplice, ma ergonomica
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Motori all’avanguardia Decisamente ampia la gamma motori, tutti turbo ad iniezione diretta e dotati di serie di cambio manuale a 6 rapporti. I benzina disponibili sono da 1,2 litri e 105 CV (anche con cambio DSG 7 rapporti) e 1,4 litri da 150 CV a trazione anteriore, poi c’è l’1,8 litri da 160 CV con trazione integrale a inserimento automatico con giunto di tipo Haldex. Per i Diesel common rail c’è l’1,6 litri da 105 CV con trazione 4x2 e il 2 litri con tre livelli di potenza: 110 CV, 140 CV (disponibile anche con cambio DSG a 6 rapporti) e 170 CV. Questi ultimi due sono disponibili solo con trazione 4x4. Il meglio in fatto di prestazioni con la 2.0 TDI da 170 CV che imprime alla Yeti una velocità di 201 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 8,4 secondi, in tema di consumi ed emissioni invece la campionessa è la versione Green Line con motore 1.6 TDI da 105 CV che dichiara 5,2 litri/100 km e 119 g/km. Maneggevolezza e buone prestazioni La versione oggetto della nostra prova è 2.0 TDI 140 CV che assicura buone prestazioni (190 km/h e uno 0-100 km/h in 9,9 secondi) con consumi di 6,1 litri/100 km ed emissioni di CO2 pari a 159 g/km. Con questo motore la Yeti si comporta in
modo brioso e il suo 4 cilindri è pronto in basso e si spinge volentieri nella zona alta del contagiri. Si avverte qualche rombo a bassa velocità e le sospensioni hanno un assorbimento solo discreto, condizionato forse dai cerchi con pneumatici ribassati montati sull’esemplare in prova. Il cambio è ben manovrabile a caldo e solo la frizione è un po’ pesante e poco progressiva. In compenso lo sterzo è leggero e offre un buon feeling e il comportamento stradale è omogeneo, poco influenzato dal coricamento e dall’altezza del corpo vettura. Buono infine il comfort di viaggio, grazie alla sesta lunga che riduce anche i consumi.
Punta alla ragione senza barare La Skoda Yeti è una vettura intelligente: è contenuta fuori, ma ha tanto spazio dentro e offre una gamma motori molto ampia e moderna insieme a tre allestimenti diversi (Active, Adventure ed Experience) che ne fanno una scelta azzeccata sia per chi la vorrà usare in città, sia chi frequenta spesso campagna e montagna. Il listino parte da 18.830 euro e la vettura provata in allestimento Adventure costa 27.730 euro. Pensando che è una Skoda forse potrà apparire un po’ troppo, ma a questa Yeti non manca davvero nulla e, se non avete pregiudizi, non vi farà rimpiangere nessuna concorrente.
SKODA YETI 2.0 TDI 140 CV DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata 1.968 cc potenza 140 cv lungh./largh./alt. 4,22 x 1,79 x 1,69 m peso 1.545 kg accelerazione 9,9” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 190 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione trazione integrale costo di esercizio al km (*) 0,41
consumo medio 16,7 km/litro capacità di carico da 405 a 1.760 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km
Il primo SUV di Skoda sfrutta organi meccanici provenienti da modelli più nobili e illustri del gruppo Volkswagen
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DRIVE
di Nicola Desiderio
VOLKSWAGEN CADDY I
l Volkswagen Caddy è tra quei mezzi che stanno a metà strada tra vettura e veicolo commerciale, spesso riunendo al proprio interno i pregi di entrambi i mondi con un elevato rapporto tra contenuti e prezzo. Tra questi c’è sicuramente il Caddy che si rinnova migliorandosi nelle finiture, nel comfort e prende dalla sorella Golf alcune dotazioni e la meccanica per avere consumi ed emissioni più bassi. Disponibile in versione a passo corto o lungo, offre una gamma praticamente infinita adatta alla famiglia numerosa, a chi ama il tempo libero, all’artigiano e alle flotte per le consegne in ambito urbano. Le somiglianze vantaggiose Il frontale del nuovo Caddy è praticamente identico alla Golf 6, con i fari dotati di luci
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diurne e secondo lo stile semplice e coerente delle Volkswagen di ultima generazione. Posteriormente l’unica regola è la praticità, dunque gruppi ottici al minimo sindacale e soglia per il portellone il più bassa possibile, appena 57 cm da terra. A rimarcare la solidità dell’aspetto ci sono la linea di cintura bassa e rettilinea e i passaruota pronunciati. La versione a passo corto (2,68 metri) misura 4,41 metri, quella a passo lungo (3,01 metri) raggiunge 4,88 metri. Abitacolo più curato e tanto spazio Il Caddy è ancora più Golf all’interno. La plancia, la grafica degli strumenti e i comandi ricordano quelli di molte Volkswagen come, ad esempio, il sistema di navigazione con schermo a sfioramento e dotato di hard disk da 30 GB. La dotazione
comprende fino a 6 airbag, il climatizzatore è di serie, il volante è regolabile in altezza e profondità, a richiesta si può avere un comodo poggiabraccio centrale e i sedili e rivestimenti sulle portiere sono quelli di una vera automobile, ma la libertà di movimento è di un altro pianeta. Il pavimento piatto e l’altezza dell’abitacolo rende facilissimo entrare e uscire dalla vettura grazie anche alle porte posteriori scorrevoli. In generale, anche chi viene da monovolume lunghe 5 metri dovrà stupirsi dello spazio che può offrire il Caddy. Anche la versione corta riesce infatti a ospitare comodamente 7 posti (optional) secondo la configurazione 2-3-2 con 190 litri di bagagli che diventano 750 non appena si viaggia in 5 e 2.852 se lo si fa in 2. Se poi si smontano tutti i sedili si arriva addirittura a oltre 3 metri cubi.
DRIVE
LO SPAZIO CHE VUOI CON LO STILE DELLA GOLF Si rinnova il van di successo della casa tedesca e si avvicina sempre di più alla famosa sorella per stile, comfort, dotazioni e per i motori, più brillanti ed efficienti. Disponibile con passo corto o lungo, offre tanto spazio per persone e bagagli e nel cofano ha propulsori a benzina, diesel e metano con potenze da 75 a 140 CV, cambi DSG e anche la trazione integrale. Prezzi a partire da 18.780 euro
Il Caddy è disponibile in due misure di passo: 2,68 m e 3,01 m, come l’esemplare in questa foto.
Per la lunga invece si viaggia in 7 e 530 litri di bagaglio, in 5 con 1.350 litri e in 2 si hanno 3.700 litri che passano a 3.880 rimuovendo i sedili. Disponibile c’è anche l’allestimento Tramper con il quale il Caddy diventa un piccolo motorhome, dotato di abitacolo che può essere trasformato in letto matrimoniale. I mancorrenti sul tetto sopportano fino a 100 kg e la capacità di traino va da 1.100 a 1.500 kg, a seconda dei motori. Motori di origine nobile Ampissima la scelta dei propulsori, tutti di ultima generazione. Interessante l’1,2 litri a benzina con turbo e iniezione diretta da 86 CV o 105 CV, ma i più gettonati saranno i Diesel common rail. L’1,6 litri ha 75 CV o 102 CV ed è offerto anche in versione BlueMotion, dotata di stop&start ➔
L’abitacolo, pratico e flessibile, offre un notevole spazio in rapporto alle dimensioni
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e recupero dell’energia in rilascio, che fa segnare consumi di 4,9 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 129 g/km. Con questo motore si può avere anche il cambio DSG a doppia frizione a 7 rapporti mentre lo stesso tipo di trasmissione con 6 rapporti è disponibile con il 2 litri da 140 CV con il quale il Caddy dà il meglio di sé in fatto di prestazioni (186 km/h, 0-100 km/h in 10 secondi). C’è anche la variante da 110 CV con la quale si può avere persino la trazione integrale facendo del Caddy un mezzo praticamente universale. Per chi
invece preferisce il metano, c’è anche la versione EcoFuel dotata di motore 2 litri da 109 CV dotata di 4 serbatoi da 26 kg per un’autonomia di 455 km a cui sommare quelli concessi da 13 litri del mini serbatoio di benzina. Facile e sicura in ogni condizione Su strada il Caddy si guida come un’automobile e il baricentro alto non crea problemi nella guida resa gradevole dalle qualità dello sterzo e del cambio, preciso e morbido da manovrare. Il comporta-
VOLKSWAGEN CADDY 1,6 TDI 102 CV DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata 1.595 cc potenza 102 cv lungh./largh./alt. 4,41 x 1,86 x 1,79 m peso 1.538 - 1687 kg accelerazione 12,9” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 168 km/h cambio manuale a 5 rapporti trasmissione trazione anteriore costo di esercizio al km (*) N.D.
consumo medio 17,5 km/litro capacità di carico da 190 a 3.030 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km
mento è omogeneo, al limite interviene l’ESP (di serie) dotato di assistenza per le partenze in salita. Anche il comfort acustico non delude e le sospensioni fanno il loro lavoro. Sbaglia chi dà per spacciato l’1,2 litri TSI, fluido e pronto in basso anche se è scontato che il motore preferito sarà il Diesel 1,6 litri, brillante ed equilibrato se non si fa un utilizzo “pesante” del mezzo o su tratte più lunghe. In tal caso è meglio passare al 2 litri, più fluido, dotato di più cavalli e dalla coppia più corposa. Il DSG è una comodità che consigliamo viceversa per la città. Costa come una Volkswagen Il Caddy è un mezzo interessante, intelligente, versatile e dotato di qualità automobilistiche unite ad altre da vero commerciale. È quello che altri concorrenti offrono, ma non con una gamma di soluzioni meccaniche così ampia inoltre è una Volkswagen. Lo si percepisce e lo si vede anche dal prezzo, che con 18.780 euro si situa nella parte alta, ma con la presunzione che i clienti siano pronti a spendere qualcosa di più per un marchio che è sinonimo di affidabilità.
Disponibile anche con trazione integrale, il Caddy può essere anche un veicolo ideale per il tempo libero
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LA MACCHINA DEI NUMERI
di Alessandro Palumbo
IL MERCATO DEL NUOVO PER MARCA
Fiat Ford Volkswagen Opel Renault Citroen Peugeot Lancia Toyota Audi Mercedes Bmw Nissan Alfa Romeo Chevrolet Hyundai Suzuki Smart Dacia Kia Mini Volvo Seat Skoda Honda Mazda Land Rover Mitsubishi Daihatsu Subaru Dr motor Porsche Jeep Dodge Tata Jaguar Chrysler Ssangyong Lexus Ferrari Saab Maserati Great Wall Lada Lamborghini Mahindra ALTRE TOTALE
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fonte: UNRAE 2010
2009
var
quota % 2010
450.384 182.331 136.392 127.411 105.871 105.647 105.384 86.929 76.624 59.950 54.313 53.852 53.589 51.882 36.856 36.122 28.377 26.046 22.425 19.045 18.043 17.442 15.590 14.759 12.345 10.910 9.493 5.835 5.738 5.541 4.935 3.889 3.605 2.526 1.701 1.598 1.491 949 894 682 633 499 296 139 96 48 1.173
549.760 210.771 126.000 126.881 92.070 111.062 113.506 102.571 94.878 60.281 55.540 55.344 53.098 55.260 52.863 38.877 33.501 29.245 20.872 20.856 17.546 16.197 19.563 13.974 18.676 14.399 9.372 4.821 9.148 5.209 2.326 4.163 4.147 3.941 2.220 1.786 1.288 1.980 1.097 616 1.891 592 150 152 19 955
-18% -13% 8% 0% 15% -5% -7% -15% -19% -1% -2% -3% 1% -6% -30% -7% -15% -11% 7% -9% 3% 8% -20% 6% -34% -24% 1% 21% -37% 6% 112% -7% -13% -36% -23% -11% 16% -52% -19% 11% -67% -16%
23,0% 9,3% 7,0% 6,5% 5,4% 5,4% 5,4% 4,4% 3,9% 3,1% 2,8% 2,7% 2,7% 2,6% 1,9% 1,8% 1,4% 1,3% 1,1% 1,0% 0,9% 0,9% 0,8% 0,8% 0,6% 0,6% 0,5% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1%
1.960.280
2.159.464
-9%
-7% -37% 153% 23%
PROFIT
IL MERCATO DELL’USATO PER MARCA
fonte: Ministero Infrastrutture e Trasporti 2010
2009
var
quota % 2010
1.169.645
1.137.789
3%
25,7%
Volkswagen
296.033
301.879
-2%
6,5%
Ford
270.341
274.689
-2%
5,9%
Lancia
249.779
259.819
-4%
5,5%
Mercedes
243.537
245.298
-1%
5,4%
Opel
231.396
238.111
-3%
5,1%
Renault
229.614
250.831
-8%
5,1%
Bmw
217.918
215.972
1%
4,8%
Alfa Romeo
201.290
177.796
13%
4,4%
Peugeot
168.393
160.466
5%
3,7%
Audi
168.060
167.522
0%
3,7%
Citroen
150.275
132.831
13%
3,3%
Toyota/Lexus
133.985
121.146
11%
2,9%
Smart
130.079
116.762
11%
2,9%
Nissan
73.121
67.914
8%
1,6%
Chevrolet
57.495
52.109
10%
1,3%
Suzuki
53.482
49.835
7%
1,2%
Chrysler/Jeep/Doodge
47.567
48.520
-2%
1,0%
Mini
47.043
42.355
11%
1,0%
Hyundai
44.989
41.954
7%
1,0%
Seat
41.601
44.561
-7%
0,9%
Volvo
36.934
42.455
-13%
0,8%
Land Rover
32.466
30.216
7%
0,7%
Honda
25.966
25.457
2%
0,6%
Kia
25.815
23.243
11%
0,6%
Porsche
25.811
25.300
2%
0,6%
Mitsubishi
24.184
24.246
0%
0,5%
Mazda
19.093
18.643
2%
0,4%
Skoda
17.042
17.342
-2%
0,4%
Daihatsu
10.345
9.700
7%
0,2%
Subaru
8.120
7.120
14%
0,2%
Dacia
1.964
1.066
84%
0,0%
ALTRE
91.135
96.828
-6%
2,0%
TOTALE
4.544.518
4.469.775
2%
Fiat
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
55
PROFIT
SEGMENTO A - IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA
fonte: UNRAE
SEGMENTO D - IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA
fonte: UNRAE
n°
marca
modello
2010
2009
var
n°
marca
modello
2010
2009
var
1
Fiat
Panda
138.525
172.028
-19%
1
Audi
A4
18.701
21.223
-12%
2
Fiat
500
68.461
80.143
-15%
2
Bmw
Serie 3
13.935
21.057
-34%
3
Smart
Fortwo
26.039
29.118
-11%
3
Volkswagen
Tiguan
12.868
10.612
21%
4
Ford
Ka
17.269
18.146
-5%
4
Ford
Kuga
12.249
11.747
4%
5
Hyundai
I10
16.908
21.261
-20%
5
Opel
Insigna
12.064
7.657
58%
6
Peugeot
107
16.376
21.710
-25%
6
Bmw
X1
10.724
1.667
543%
7
Citroen
C1
16.364
18.122
-10%
7
Audi
Q5
10.473
10.503
0%
8
Toyota
Aygo
14.008
17.389
-19%
8
Toyota
RAV 4
9.893
9.365
6%
9
Chevrolet
Spark
13.530
34
39694%
9
Fiat
Croma
8.067
11.187
-28%
10
Renault
Twingo
10
Volkswagen
Passat
11.647
14.213
-18%
7.640
11.165
-32%
Altre
58.154
104.223
-44%
Altre
135.728
151.429
-10%
TOTALE SEG A
397.281
496.387
-20%
TOTALE SEG D
252.342
267.612
-6%
20%
23%
13%
12%
% SEG A SU TOT MKT
SEGMENTO B - IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA n°
marca
modello
1
Fiat
2
% SEG D SU TOT MKT fonte: UNRAE
SEGMENTO E - IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA
fonte: UNRAE
2010
2009
var
n°
marca
modello
2010
2009
var
Punto
155.300
182.942
-15%
1
Mercedes
Classe E
6.888
6.657
3%
Ford
Fiesta
97.693
106.281
-8%
2
BMW
Serie 5
5.961
3.433
74%
3
Citroen
C3
59.265
57.478
3%
3
Audi
A6
4.100
5.765
-29%
4
Opel
Corsa
51.370
52.426
-2%
4
BMW
X6
3.912
4.575
-14%
5
Volkswagen
Polo
48.296
28.547
69%
5
Land Rover
Range Sport
3.213
2.686
20%
6
Lancia
Ypsilon
46.516
50.858
-9%
6
BMW
X5
3.165
4.930
-36%
7
Renault
Clio
40.751
30.362
34%
7
Mercedes
Classe M
2.135
3.383
-37%
8
Toyota
Yaris
35.449
42.731
-17%
8
Volkswagen
Touareg
2.088
1.308
60%
9
Peugeot
207
29.384
45.947
-36%
9
Porsche
Cayenne
1.731
1.499
15%
10
Alfa Romeo
Mi.To
25.924
29.300
-12%
10
BMW
Serie 5 GT
1.459
407
258%
Altre
222.626
252.226
-12%
Altre
12.430
12.999
-4%
TOTALE SEG B
812.574
879.098
-8%
TOTALE SEG E
47.082
47.642
-1%
41%
40%
2%
2%
% SEG B SU TOT MKT
SEGMENTO C - IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA
% SEG E SU TOT MKT fonte: UNRAE
SEGMENTO F - IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA
fonte: UNRAE
n°
marca
modello
2010
2009
var
n°
marca
modello
2010
2009
var
1
Volkswagen
Golf
51.778
56.412
-8%
1
Porsche
911
1.092
1.815
-40%
2
Nissan
Qashqai
31.855
31.776
0%
2
Porsche
Panamera
711
232
206%
3
Ford
Focus
29.782
40.603
-27%
3
BMW
Serie 7
563
652
-14%
4
Opel
Astra
26.681
20.724
29%
4
Audi
A8
553
205
170%
5
Fiat
Bravo
24.997
39.015
-36%
5
Mercedes
Classe S
502
668
-25%
6
Renault
Megane
22.268
17.066
30%
6
Ferrari
California
364
205
78%
7
Mercedes
Classe A
19.275
16.555
16%
7
Maserati
Granturismo
251
376
-33%
8
Renault
Scenic
17.862
9.136
96%
8
Ferrari
458 Italia
222
9
Lancia
Delta
16.846
20.293
-17%
9
BMW
Serie 6
210
281
-25%
10
Alfa Romeo
Giulietta
14.399
-
10
Jaguar
XJ
194
36
439%
Altre
201.671
222.676
-9%
Altre
1.262
1.761
-28%
TOTALE SEG C
457.414
474.256
-4%
TOTALE SEG F
5.924
6.231
-5%
23%
22%
0%
0%
% SEG C SU TOT MKT
56
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
% SEG F SU TOT MKT
di Nicola Desiderio
FUTURE
TWO OCCH’ IS MEGL’ CHE ONE D
ue occhi che ci guardano alle spalle ogni volta che facciamo manovra. Sarebbe utile poterli avere sempre, soprattutto se si guida una vettura di grandi dimensioni e la conformazione delle carrozzerie e del lunotto non sono di aiuto, anzi possono confondere le idee. Per questo sono nati i sensori di parcheggio e, più recentemente, le telecamere posteriori che permettono di vedere cosa succede lì dove gli occhi non riescono proprio ad arrivare. Basta innestare la retromarcia e sullo schermo del sistema multimediale al centro della plancia o, come su alcune auto, su un lato dello specchietto retrovisore interno compare l’immagine ripresa dalla telecamera grandangolare. In più, questi sistemi forniscono linee guida colorate per capire come agire con il volante. Si tratta però di guardare in avanti per vedere cosa succede dietro. E ai lati? Per risolvere anche questo problema, su alcune vetture alto di gamma sono arrivati i cosiddetti sistemi di visione perimetrica che utilizzano almeno quattro telecamere e, attraverso un unico schermo, riescono a fornire simultaneamente la situazione su tutti e quattro i lati della vettura. Un esempio è l’Around View Monitor del quale sono equipaggiati alcuni modelli Infiniti. Una telecamera è montata poco sotto il logo della calandra, un’altra posteriore poco sopra la targa e altre due sotto il guscio degli specchietti retrovisori esterni. Il sistema combina le quattro immagini in modo tale che sullo schermo appaia la sagoma della vettura dall’alto e quattro zone di visione corrispondenti ai coni visivi forniti dalle telecamere sui quattro lati della vettura. Toccandone una si ottiene la zoomata. Sembrerebbe già abbastanza, invece il marchio di lusso di Nissan si prepara ad andare anche oltre con il sistema Moving Object Detection, un software che, analizzando ogni pixel
58
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
Dopo i sensori di parcheggio e le telecamere di retromarcia che ci guardano alle spalle quando facciamo manovra, sono arrivati sul mercato sistemi di visione dotati di quattro o più telecamere capaci di sorvegliare cosa accade intorno alla vettura non solo a bassa velocità, ma in ogni momento e in ogni condizione di marcia. Su strada e anche fuori. E il futuro sarà senza specchietti retrovisori delle immagini raccolte dalle telecamere quando si fa manovra, riesce a individuare un oggetto in movimento nei dintorni della vettura, si tratti di un pedone o di un'altra automobile, segnalandolo con un suono. Una funzione utile quando si esce da un parcheggio e si è stretti da altre due auto, e dunque neppure le 4 telecamere riuscirebbero a scongiurare un contatto. Un domani è possibile immaginare che la vettura, analizzando gli stessi dati e interagendo con i sistemi di frenata preventiva, sarà in grado non solo di avvertire il guidatore con un segnale sonoro, ma anche di sostituirlo frenando da sola per evitare qualsiasi tipo di incidente a bassa velocità.
Una logica simile, ma realizzata in modo diverso, è quella utilizzata dal Surround View a BMW dove, oltre alla telecamera posteriore, vengono utilizzate due telecamere integrate nei retrovisori, che sorvegliano i lati della vettura, e altre due sistemate sui bordi dei parafanghi anteriori per guardare su entrambi i lati quando si esce da un parcheggio, da un vicolo o da un garage. Simile a quella delle Infiniti è la visualizzazione: la sagoma dell’auto sul display appare dall’alto ma, visto che non c’è una telecamera frontale, nelle manovre in retromarcia appaiono solo tre spicchi intorno alla vettura mentre nella marcia avanti ne appaiono due provenienti dalle telecamere anteriori laterali.
La Infinity M è dotata del sistema Around View Monitor
FUTURE
Cinque telecamere, ma con una visualizzazione e una filosofia diverse per il Surround Camera System usato da Land Rover. In questo caso, due sono le sono le telecamere sotto i gusci dei retrovisori, una quella posteriore posta però sotto il bordo dello spoiler alla sommità del lunotto, infine ce ne sono due posizionate sui due lati del paraurti anteriore. La visione delle cinque immagini riprese intorno alla vettura non è stereoscopica, ma semplice, con cinque riquadri. Se occorre uno zoom, basta sfiorarne fino a due sullo schermo per ingrandirle. Inoltre le telecamere sono attivabili a tutte le velocità, funzione utile, ad esempio, se si vuol tenere d’occhio il rimorchio in auto-
Telecamera posteriore di parcheggio
strada. A questo proposito, il sistema possiede una funzione specifica per facilitare le operazioni di aggancio e permette anche di modificare la vista in base al numero degli assi del rimorchio. Parlando di una Land Rover, il Surround Camera System è concepito naturalmente anche per il fuoristrada. Le restanti quattro telecamere infatti inquadrano la zona di fronte e intorno alle ruote anteriori, un fattore importantissimo quando si marcia su terreni insidiosi e che consente di controllare in tempo reale, centimetro dopo centimetro, la situazione delle ruote direzionali rispetto al suolo e valutarne l’aderenza. Grazie alle immagini è inoltre più facile per il guida-
tore accorgersi se la vettura rischia di toccare con il muso o lateralmente. Insomma, il Surround View Camera fa quello che fa un esperto aiuto navigatore sui tratti più impervi e che da fuori dice al guidatore cosa fare per tirarsi fuori dalle situazioni più difficili. E il futuro? Già è stato intravvisto su alcuni concept. Gli specchietti saranno sostituiti da telecamere e le immagini gestite da software sempre più potenti che riusciranno a “sentire” il pericolo prima e meglio aiutando il guidatore o persino sostituendolo, arrivando in anticipo anche dove i suoi occhi non arrivano. Ma quelli dell’auto sì.
Il sistema Surround View Camera di Land Rover, pensato anche per il fuoristrada
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
59
di Pier Luigi del Viscovo
PEOPLE
AL POLSO UN’ICONA Negli anni ’80 Swatch ha rivoluzionato il mondo dell’orologeria, trasformando un oggetto personale, unico per la vita e simbolo di affetti e/o traguardi in un accessorio del look.
F
ino ad allora, l’orologio era l’oggetto più o meno prezioso che si riceveva dal padre in un’occasione importante dell’adolescenza (comunione, cresima, maturità) e poi dopo dai suoceri in occasione del matrimonio (alla donna si dona un anello di pietre), fino ad arrivare a quelli aziendali per la pensione o quasi. Queste occasioni caricavano l’orologio di significati e lo rendevano unico per la persona e per la vita. Quando Swatch mise in vendita a 50mila lire centinaia di
modelli diversi che cambiavano due volte all’anno (le collezioni primavera-estate e autunnoinverno), tutti ci liberammo da quei fardelli di significati e iniziammo a divertirci con la varietà. Ma iniziò lentamente un cambiamento nel modo di considerare l’oggetto. Non più per ciò che rappresentava di unico per la persona, ma per il suo significato in sé riconosciuto da tutti. Da oggetto privato, nel senso che un medesimo orologio poteva valere poco o nulla per
tutti e caricarsi di valore per una sola persona, a oggetto pubblico, con un suo valore socialmente condiviso. Certo, all’inizio il discrimine era netto, tra l’orologio-gadget di Swatch e l’orologio serio. Però il concetto si stava facendo strada. Con l’arrivo di stili di vita più opulenti, a fronte di tanti gioielli e accessori preziosi dell’universo femminile, l’uomo si è guardato intorno alle ricerca di altrettante forme di gratificazione e regalo: l’orologio era lì, pronto a farsi desiderare e scegliere. Oggi ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche. La scelta è davvero difficile. Un criterio è quello di ricercare nella vasta offerta quei mo-
delli che hanno acquisito un significato unico e distintivo, in grado di riempire quel vuoto lasciato dalla mancanza della ricorrenza o dal fatto che si tratta di un auto-regalo. L’espressione in voga per descrivere questo concetto è “icona”: l’orologio che assume in sé un significato, una storia, un primato che lo rendono unico rispetto agli altri. Un oggetto in grado di durare oltre la moda degli anni – che non guasta, trattandosi comunque di un acquisto di importo elevato. In un range da 2 a 20mila euro, ci sono molti pezzi che possono stare sul polso di un uomo con grande soddisfazione.
OMEGA SPEEDMASTER MOONWATCH DESCRIZIONE Cronografo meccanico a carica manuale, calibro Omega 1861 (su base Lemania 1874), con autonomia di 48 ore. Ha funzioni di ore, minuti, piccoli secondi e cronografo a 3 contatori. La cassa è in acciaio del diametro di 42 mm e spessore di 13,7 mm, con vetro plastica, lunetta di alluminio nera con scala tachimetrica e quadrante nero opaco. Il bracciale è in acciaio, ma sono disponibili anche versioni con cinturino in pelle. ASPETTI ICONICI Lo Speedmaster nasce nel 1957. A metà degli anni ’60 la NASA, impegnata nel progetto Apollo, avviò una selezione dei migliori e più affidabili orologi a carica manuale (poiché nello spazio l’assenza di gravità avrebbe impedito il movimento di carica automatica). Nel 1965 fu scelto tra tutti lo Speedmaster, che da allora divenne il primo cronografo abilitato alle missioni spaziali con a bordo l’uomo, e l’unico ad essere sceso sulla Luna al polso degli astronauti.
60
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
PEOPLE
JAEGER LeCOULTRE REVERSO DESCRIZIONE Movimento a carica manuale, calibro 861 di manifattura JLC, con funzioni di ore, minuti e piccoli secondi al 6. La cassa è in oro, di forma rettangolare, basculante, con vetro zaffiro, impermeabile a 3 atm. Il cinturino è in alligatore, con fibbia dèployante. ASPETTI ICONICI Il Reverso è un orologio da polso creato dalla maison nel 1931, per rispondere alle esigenze degli ufficiali inglesi di stanza in India, appassionati giocatori di polo. Il meccanismo basculante consentiva di proteggere la cassa ribaltandola, risolvendo così il problema delle frequenti rotture dei vetri.
ROLEX GMT MASTER II DESCRIZIONE Movimento automatico, calibro Rolex 3185, con certificato di cronometro C.O.S.C. e funzioni di ore, minuti, secondi, data, 3 fusi orari e 24 ore. La cassa Oyster, del diametro di 40 mm e spessore di 12,5 mm, è in acciaio (ma ci sono versioni in oro e oro/acciaio), con vetro zaffiro dotato di lente magnificatrice sul datario e ghiera girevole in ceramica che riporta le 24 ore. Bracciale Oysterlock in acciaio con fermaglio di sicurezza. ASPETTI ICONICI Rolex introduce nel 1954 il Master utilizzando la sigla GMT (Greenwich Mean Time) per designare un orologio capace di indicare sulle stesso quadrante due fusi orari, che subito venne adottato da molti piloti dell’aviazione civile. Oggi il GMT Master II permette di conoscere l’ora di 3 fusi orari, grazie alla regolazione indipendente della lancetta GMT (a freccia) che gira in 24 ore e alla possibilità di ruotare la ghiera su cui sono riportate le 24 ore.
CARTIER SANTOS DESCRIZIONE Modello da uomo con cassa in acciaio e oro di forma quadrata, quadrante argenté con numeri romani e sfere ore e minuti a gladio. Movimento automatico con funzione di ore, minuti, secondi e datario al 6. Bracciale in acciaio con viti in oro. Impermeabile a 3 atm. ASPETTI ICONICI Nel 1904 Louis Cartier, nipote del Louis-François che fondò la maison a Parigi nel 1847 rilevando un laboratorio di orologeria, realizzò un orologio da polso per il suo amico Santos Dumont, ricco brasiliano appassionato di aviazione. Quell’orologio, che porta il suo nome, verrà poi immesso in commercio nel 1911, diventando un simbolo dell’alta orologeria.
CARFLEET 39 | GENNAIO 2011
61
di Pier Luigi del Viscovo
PROFIT
LA RIPRESA C’È
I
l 2010 è stato un anno di crescita, non di crisi. Certo, una crescita debole (1,1%), inferiore alle altre grandi economie occidentali, e fragile, con la costante minaccia di un attacco speculativo al debito pubblico. Ma niente a che vedere con l’anno precedente, quando il Paese arretrò del 5,5%. Eppure, la sensazione diffusa è di essere ancora nel pieno della crisi. Gli operatori hanno atteso con ansia i grandi appuntamenti dell’economia reale, dalle vacanze ai saldi, alle ricorrenze, per poi registrare alcuni indici positivi e altri meno, ma comunque nulla che lasci incedere all’ottimismo e all’entusiasmo. Avendo tagliato costi e spese ritenute improvvisamente superflue, le imprese hanno prodotto valore aggiunto, ma i mercati hanno camminato, non galoppato. Questo è lo scenario rilevante che si presenta nel dopo-crisi: le imprese non vanno male, ma la domanda segna il passo.
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Secondo un’indagine McKinsey sulle priorità 2010 dei CEO, i top manager delle imprese – pur consapevoli che il vero limite alla crescita sia la reale consistenza della domanda – hanno messo in cima alle priorità la stabilizzazione finanziaria dell’azienda. Queste priorità si sono tradotte nelle strategie 2010 delle imprese, focalizzate sull’aumento di produttività e sulla riduzione dei costi operativi. È comprensibile: le aziende hanno voluto sentirsi meno fragili, più solide. Passata la crisi, alla prossima non si faranno trovare esposte come nel 2008. Altra strategia chiave è stata quella di recuperare il governo dei prezzi, che nel corso del 2009 era un po’ sfuggito di mano. In effetti, non poche aziende avevano accettato (o anche proposto) prezzi e condizioni che in tempi normali avrebbero rifiutato, pur di mantenere il livello della produzione (o limitarne il calo).
Perché? È il risultato della crisi, o meglio delle azioni intraprese per fronteggiarla. Le imprese si sono ritrovate troppo fragili, esposte e dipendenti dal sistema bancario. Non potendo contare sulle banche nemmeno per la gestione finanziaria ordinaria, avevano un disperato e urgente
bisogno di riserve di liquidità. Così hanno tagliato i costi, specialmente gli investimenti e il lavoro, scongiurando la temuta pioggia di fallimenti. Ma generando un tasso di disoccupazione che adesso non sono in grado di riassorbire, anche quelle imprese che tornano a fare utili.
PROFIT
MA NON PER TUTTI
In termini visivi, possiamo dire che “profitti” e “occupazione” sono due insiemi che non tendono più alla sovrapposizione. Il concetto, affermatosi negli ultimi decenni, che impresa e lavoratori condividono gli stessi rischi e gli stessi interessi, sembra incrinato dai fatti. Il fatto è che le aziende sono concentrate a gestire con efficienza il business esistente, prima di inseguire la crescita del giro d’affari. A livello internazionale, la borsa sta punendo le aziende che investono sullo sviluppo del fatturato, mentre premia quelle che si concentrano sul core business profittevole. Questo orientamento a migliorare l’efficienza senza investire sulla crescita durerà per un po’, perché le imprese hanno ancora molto “grasso” da sciogliere. A cominciare dagli acquisti, dove molte stanno progettando un secondo giro di vite sui fornitori. Sia perché il primo giro, appena dopo l’inizio della crisi, non ha dato tutti
i risultati attesi, sia perché anche i fornitori si sono a loro volta organizzati per ridurre i costi e possono dunque trasferire parte di queste efficienze sui prezzi delle forniture alle imprese. Certo non durerà per sempre, ma per ora questa ricerca di efficienza non accenna a diminuire. E di conseguenza, la nonequivalenza tra profitti e occupazione potrebbe durare a lungo. Resta da capire perché le imprese stiano puntando sull’efficienza invece che sulla crescita, sui processi anziché sul marketing. Perché la digestione di questa crisi è molto più faticosa e lunga. Quando una crisi è causata o accentuata da politiche monetarie restrittive, basta diminuire la pressione sui tassi e l’economia si riprende. Ma questa recessione è stata causata da una profonda crisi finanziaria, non monetaria. Le riprese dopo le crisi finanziarie sono lente e deboli, perché bisogna ripristinare il sistema bancario e ricostruirne
i bilanci. E mentre fanno questo, le banche assistono selettivamente le imprese, che tendono all’autosufficienza attraverso l’efficienza. Questo fatto incide sulla domanda interna, anche influenzando il sentiment: con alti tassi di disoccupazione non si respira ottimismo, e chi non ha ottimismo non è incline a molte spese voluttuarie, che sono quelle su cui si fonda gran parte dell’economia nei paesi occidentali. In conclusione, come le famiglie hanno reagito alla crisi assumendo comportamenti di consumo più sobri, così le imprese si sono liberate di spese ritenute non necessarie, trovando sicurezza e conforto nell’attività core, in cui sanno di poter competere con profitto. E se questo significa rinunciare a politiche espansive, così sia. Ecco dunque l’equazione diabolica: un’economia che va ma con alta disoccupazione, che rende la domanda interna asfittica. Oggi funziona, ma domani?
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