PERIODICO TRIMESTRALE NUMERO 75 LUGLIO 2019
Nuova Toyota Corolla Hybrid
Comincia una nuova era
Carfleet n. 75 luglio 2019
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Qual è l’impatto dei dazi sull’economia ed in particolare sull’auto elettrica Abbiamo avuto il piacere come LeasePlan di essere presenti al Festival dell’economia di Trento, la rassegna che fa il punto sugli scenari economici e i temi del momento. Molto interessanti e stimolanti le varie giornate con particolare attenzione al forum Trade war, dedicato al commercio internazionale dove abbiamo portato la visione di una multinazionale. Dall’osservatorio di LeasePlan Italia, società specializzata nella gestione delle flotte aziendali e della mobilità, possiamo affermare che per le imprese italiane i dazi non rappresentano oggi il primo problema. I dazi stanno però aggiungendo preoccupazione ad una situazione economica, nazionale prima ed internazionale poi, già ricca di incertezza e quindi non danno un contributo positivo. In questo senso li possiamo considerare un tema di guerra, perché sembrano orientati ad infliggere un danno al proprio rivale, prima che determinare un vantaggio per sé. Inoltre, al momento non sembra che i dazi stiano aumentando la capacità produttiva nazionale a scapito dei concorrenti, né che stiano generando un effetto “protezionistico” dell’economia interna. La globalizzazione è un fenomeno in generale molto complesso, che va affrontato con nuovi strumenti capaci di creare occasioni di sviluppo. Per quanto riguarda il settore automotive, che nello specifico in Italia pesa circa l’11% del PIL, l’esposizione nel lungo termine ad una potenziale guerra dei dazi è un fenomeno da monitorare con attenzione, soprattutto se consideriamo l’export diretto di prodotti sommato all’effetto indiretto. La produzione di componenti automotive, infatti, che è un’eccellenza italiana, potrebbe risentire del rallentamento della produzione di veicoli in Germania innescata da una guerra commerciale: sommando così un impatto indiretto a quello diretto sull’Italia. Nel lungo termine i dazi potrebbero quindi rallentare e contribuire all’inaridimento della filiera. La componentistica italiana rimane di altissimo livello, ma ha un vitale bisogno di rimanere legata al tessuto europeo dei produttori tedeschi, francesi e spagnoli per rimanere competitiva su scala globale. Se guardiamo poi all’auto elettrica, uno dei trend più interessanti per il futuro della mobilità, vediamo che già oggi in Cina si immatricolano 1,3 milioni di auto elettriche (rispetto ad un totale di 1,8 milioni di veicoli in Italia). Nessuna politica di dazi può modificare questo trend e favorire una produzione locale dell’auto elettrica; anzi, il consumatore finale sarà quello maggiormente danneggiato, perché costretto ad un esborso maggiore per veicoli di fascia piccola o media, con conseguente diminuzione della propria ricchezza e minor impatto sulla riduzione delle emissioni inquinanti. In definitiva, l’unica vera strada per far sviluppare il mercato e risolvere il problema della bassa competitività, è quella di avviare in modo organico e costante adeguate politiche di investimento e di innovazione. In conclusione, il clima di incertezza portato dai dazi e tariffe dovrebbe essere compensato da politiche nazionali che favoriscano gli investimenti, dalla tecnologia (l’Italia è stata leader nell’introduzione della robotica nell’industria) alla logistica, così come dovremo favorire gli investimenti su 5G ma anche sui nostri porti, da Genova a Trieste. Alberto Viano Amministratore Delegato di LeasePlan Italia
Editore LeasePlan Italia Spa viale Adriano Olivetti, 13 38122 Trento telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.com www.leaseplan.com
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Mobilità elettrica La nuova proposizione LeasePlan – Repower
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Race 2050 Il futuro dell’industria automobilistica europea secondo McKinsey
Direttore editoriale Alberto Viano Direttore responsabile Cira Velotti Direttore scientifico Mauro Manzoni Art director Indro Uttinacci
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L’auto conta, eccome! Il mercato auto a valore
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Veicoli commerciali Il supporto consulenziale di LeasePlan
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Citroen C5 Aircross La paziente francese
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Il Rapporto Aniasa 2018 Lo stato del noleggio in Italia
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Jaguar I-Pace Il silenzio del felino
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Auto storiche Valanga di passione ed affari
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La corsa dei numeri L’andamento del mercato auto in Italia
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What’s next? L’oroscopo della mobilità
Maserati Levante Vento di cambiamento
Hanno collaborato Gianpiero Bottino Francesca Carli Valentina Carrabino Nicola Desiderio Marco Di Pietro Alessandro Palumbo Maurilio Rigo Prove su strada Nicola Desiderio Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it
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Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma)
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Parcheggio assistito La crescente popolarità dei sistemi di assistenza alla guida Opel Grandland X Sostanziale equilibrio
Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 10.000 copie
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Come ricarico l’auto elettrica? Quando l’infrastruttura di ricarica è importante quanto l’auto stessa
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News on the road
di Mauro Manzoni
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Mobilità aziendale
L’alleanza LeasePlan e Repower per la mobilità elettrica LeasepLan e Repower, una amicizia quasi decennale nata tra due esploratori della mobilità elettrica, ora diventa una alleanza tra due operatori che vogliono offrire al mercato una proposizione integrata per servire al meglio quei clienti che iniziano ad aprirsi ad una mobilità più sostenibile. Per quanto i numeri siano ancora lontani da quelli di un mercato di massa, è impossibile non vedere già oggi nella alimentazione elettrica il vero futuro della nostra mobilità, perché il passaggio all’elettrico ha motivazioni più profonde di quelle legate semplicemente ad un cambiamento di motorizzazione nei veicoli, ma investe in pieno tutte le tematiche relative al miglioramento
ambientale, all’esaurimento delle fonti fossili, allo sviluppo di un utilizzo delle energie rinnovabili integrato con l’uso domestico. Diventa quindi naturale, per aziende che hanno sempre portato spinte innovative nei loro mercati di riferimento, decidere di costruire insieme un altro pezzo di questa innovazione mettendo a fattore comune le reciproche competenze, rinforzando così un percorso iniziato nel 2011 con il progetto Verde Dentro e sviluppando un prodotto che, partendo dalla consulenza al cliente fornisca e gestisca unitariamente sia il veicolo a noleggio che l’infrastruttura di ricarica ad esso più adeguata. LeasePlan Italia nasce nel 1991 come
parte di una Corporation olandese operante dal 1965 nel Fleet Management e nel noleggio a lungo termine, mercato nel quale da molti anni è leader globale con oltre 1,8 milioni di veicoli gestiti in 32 paesi. L’azienda si è sempre dimostrata particolarmente attenta ai temi legati alla sostenibilità, trasferendoli sia nei propri valori che nei concetti di business. Per incoraggiare clienti aziende e driver verso una forma di mobilità sostenibile fu antesignana nel 2017 del programma GreenPlan, e successivamente tra i primi ad impostare specifiche attività di gestione operativa per i veicoli elettrici che si affacciavano sul mercato. Dallo scorso anno è anche socio ➔
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fondatore di EV100 –una nuova iniziativa globale progettata per accelerare l’adozione di veicoli elettrici ed infrastrutture lanciata da The Climate Group, il cui protocollo prevede l’impegno di LeasePlan al raggiungimento delle emissioni zero per la sua flotta entro il 2030. Per arrivare concretamente a questo obiettivo, la strategia del Gruppo si basa sulla transizione della flotta dei propri dipendenti ma soprattutto sulla creazione delle migliori condizioni possibili per facilitare l’adozione di veicoli a basso impatto ambientale da parte dei clienti e dei driver. Repower è parte di un Gruppo svizzero attivo nel settore energetico da oltre 100 anni, tra i primi operatori elvetici nella generazione da fonti rinnovabili e presente in Italia dal 2002 su tutta la filiera che va dalla produzione alla vendita. L’azienda si è sempre distinta per le sue formule innovative di fornitura alle medie e piccole imprese di energia elettrica, gas naturale, servizi di efficienza energetica e mobilità elettrica, riservando a ciascun cliente la consulenza di un vero e proprio personal trainer dell’energia per tutta la durata del
rapporto. Nel 2011 cerca un partner operativo per il Progetto Verde Dentro, lo trova appunto in LeasePlan Italia, e lancia il primo prodotto di mobilità elettrica che fornisce alle aziende clienti un veicolo a due o quattro ruote, e per utilizzarlo al meglio l’energia da fonti rinnovabili garantita e certificata. Nel tempo si affiancano a questa anche le offerte di strumenti di ricarica ad hoc, quali BITTA e PALINA, che ora diventano anche parte integrante della proposizione congiunta. La Partnership tra LeasePlan e Repower nasce quindi con lo scopo dichiarato di creare valore per i clienti di entrambe le aziende con un prodotto di Mobilità Elettrica che integri realmente tutti gli elementi necessari per usufruire appieno dei vantaggi che questo nuovo sistema può offrire ad aziende e driver. Si parte dalla consulenza, perché ancora la mobilità elettrica non è certamente per tutti e sicuramente non per tutti gli usi, quindi al primo punto dell’offerta grande attenzione viene posta ad una analisi delle modalità operative che giustificano o meno l’adozione di un veicolo elettrico e delle necessarie valutazioni tecniche per la scelta ed il
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posizionamento delle infrastrutture di ricarica, per proseguire con l’individuazione del veicolo più idoneo. La produzione e quindi l’offerta di nuovi modelli è in continua evoluzione, e le performance di autoveicoli e veicoli commerciali leggeri migliorano continuamente. Ulteriori punti di forza della nuova proposizione si rilevano inoltre nella capacità delle aziende di fornire assistenza post vendita per tutti gli elementi che la compongono con un unico contact point, e lo sviluppo continuo di nuovi livelli di prodotto e servizio. Repower ha creato il circuito Ricarica 101, un network selezionato di eccellenze italiane dotate di PALINA da 22kw, tra le quali alberghi e ristoranti, dove trascorrere piacevolmente il tempo dedicato al rifornimento di energia elettrica. Una alleanza che costruisce per le aziende clienti un ponte concreto tra le necessità quotidiane ed un nuovo sistema di mobilità, che deve essere al pari tempo sostenibile ma di pari efficacia ed economicità rispetto agli standard odierni. Una responsabilità ed una sfida verso il futuro che aziende leader non possono non raccogliere.
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Le nuove tecnologie “disruptive” stanno ridefinendo il concetto di mobilità a livello globale: in che modo il Vecchio Continente può confermare la sua leadership e dare forma a un nuovo ecosistema della mobilità, per creare un futuro migliore? Il report “Race 2050 – A vision for the european automotive industry” di McKinsey esamina il futuro dell'industria automobilistica Con un'offerta di oltre dodici milioni di posti di lavoro, l'industria automobilistica rappresenta un elemento chiave dell'economia nell'UE. Sul mercato si stanno però affacciando nuovi trend che potrebbero minacciare questa posizione di leadership. Secondo gli analisti McKinsey, per mantenere alta la sua competitività su scala globale, l’Europa dovrà sviluppare una visione a lungo termine, abbracciando un sostanziale cambio di paradigma. Da industria automobilistica che vende e fornisce servizi, occorre passare a una cultura della mobilità. Gli esperti sottolineano come i tre pilastri principali su cui si è fondato, in passato, il successo del settore in Europa - orientamento al cliente, consapevolezza ambientale e creazione di valore economico - possano essere gli stessi su cui costruire la mobilità di domani, con le dovute evoluzioni. Le persone, il pianeta e il profitto: un futuro di successi parte da qui. Le persone: un'industria della mobilità incentrata sul cliente Oggi il mercato, in ogni settore, è sempre più customer-centrico e le nuove tecnologie rappresentano l’alleato ideale per conquistare la nuova generazione di consumatori. Secondo lo studio McKinsey, per esempio, grazie alla diffusione di sistemi avanzati di assistenza alla guida, nel prossimo futuro la mobilità
Scenario
Race 2050 Il futuro dell’industria automobilistica europea secondo McKinsey individuale sarà accessibile a una quota sempre più elevata della popolazione, fino a raggiungere circa il 90% del totale (compresi disabili, adolescenti e anziani), rispetto all'attuale 60-70%. Grazie ai progressi tecnologici, a nuovi propulsori e a servizi ottimizzati di sharing mobilty, inoltre, sarà possibile registrare una diminuzione dei costi di mobilità di circa 0,10 euro al chilometro, a tutto vantaggio degli utenti. Non solo: anche il tempo delle persone acquisirà più valore: grazie ai veicoli a guida autonoma o ai servizi di mobilità condivisa, i cittadini invece che stare alla guida - potranno impiegare meglio le ore dedicate agli spostamenti. Questo aspetto, sottolineano gli esperti, non è da sottovalutare: il cittadino medio europeo, oggi, trascorre in media quaranta minuti del suo tempo quotidiano in un'auto. Cento milioni di persone in auto ogni giorno equivalgono a circa sessantacinque milioni di ore: supponendo che il cinquanta percento
di questo tempo possa essere utilizzato per dedicarsi a un lavoro profittevole, il nuovo approccio al pendolarismo potrebbe avere un impatto macroeconomico di circa un miliardo di euro al giorno. Non è da trascurare anche il fronte occupazionale: fino a oggi, il comparto automobilistico UE ha creato una quantità significativa e diversificata di opportunità professionali. Per mantenere questo ruolo di eccellenza e guidare l’innovazione anche nell’era dei cosiddetti ACES (guida autonoma, connettività, elettrificazione e mobilità condivisa), diventeranno sempre più importanti le competenze nel campo del software, dell’analisi avanzata dei dati, dell’intelligenza artificiale e dell’ingegneria elettrica ed elettrochimica. Occorrerà quindi gestire efficacemente lo spostamento del focus da un approccio legato all’ingegneria meccanica e automobilistica a uno incentrato sull’ingegneria dei software e della mobilità. ➔
di Francesca Carli
Il pianeta: la mobilità sostenibile come priorità Nonostante il consumo di carburante e le emissioni di anidride carbonica siano molto diminuite rispetto a venti o trent’anni fa, non è ancora abbastanza. Gli analisti propongono quindi una visione che vada oltre gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente 2030 e punti a costruire una concreta cultura di protezione ambientale che si traduca in emissioni zero entro il 2050. Tre sono le fasi evidenziate lungo questo percorso: riduzione delle emissioni tank-to-wheel entro il 2030 (emissioni reali di flotte di veicoli privati e commerciali), città a impatto zero entro il 2040 (zero emissioni nelle aree urbane e utilizzo di motori a combustione nelle aree suburbane o rurali) e riduzione delle emissioni well-to-wheel dal 2050 (per portare a zero il bilancio netto delle emissioni attraverso energie rinnovabili per elettricità, idrogeno e combustibili alternativi). Gli esperti, in sintesi, prospettano la diffusione di veicoli a celle a combustibile, elettrici e ibridi per il trasporto “dell'ultimo miglio”, mentre l’impiego di propulsori prevalentemente elettrificati (incluso l'idrogeno) e motori a combustione interna alimentati a carbonio neutro per le tratte extraurbane. Non solo: ci sarà posto anche per carburanti alternativi, come combustibili sintetici, biocarburanti ed e-combustibili.
Il profitto: cambia il modello di business Per far sì che la futura industria della mobilità sia redditizia e mantenga la propria rilevanza nell’ambito delle esportazioni globali, sarà d’obbligo il passaggio dai tradizionali modelli di business legati alle vendite di veicoli classici e all’aftermarket a un paradigma che comprenda la mobilità come servizio, i servizi abilitati dai Big Data, i veicoli connessi, autonomi ed elettrificati. Secondo il modello “McKinsey Auto 2030”, nei prossimi dieci anni, la quota dei ricavi del settore provenienti da servizi abilitati dai dati e dalla mobilità condivisa passerà dallo 0,2% al 27% del totale.
Per mantenere alti i profitti, gli operatori automobilistici europei dovranno proteggere molti dei cosiddetti “punti di controllo”, ovvero quelle tecnologie abilitanti che rendono possibile il controllo totale o parziale dei processi (come sistemi di gestione della batteria, intelligent e-drive system, sistemi a celle a combustibile, software di intelligenza artificiale e piattaforme di mobilità). Dal punto di vista dei veicoli commerciali, considerando che il volume delle merci di superficie aumenterà del 40% fino al 2050, secondo gli esperti, sarà fondamentale ragionare in ottica olistica riducendo le inefficienze attraverso l'ottimizzazione multimodale degli ecosistemi di trasporto.
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di Nicola Desiderio
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Prodotto
Maserati Levante
Vento di cambiamento La Maserati Levante è il modello del Tridente più venduto al mondo e anche per il 2019 introduce novità che lo mantengono al passo con i tempi senza intaccarne l’immagine tipica. La sicurezza e la qualità di guida sono state ancora migliorate e gli allestimenti resi ancora più esclusivi differenziando ulteriormente le versioni GranSport e GranLusso che proviamo con il V6 3 litri a gasolio da 275 cv (disponibile anche in versione da 250 cv, che non paga il superbollo) dopo aver già guidato le versioni con l’unità a benzina di pari cilindrata da 350 cv o da 430 cv della S. In arrivo anche la GTS e Trofeo con motore V8 da 550 cv e 590 cv. Il listino parte da 77.200 euro. Accenti di GranLusso La Maserati Levante ha dimensioni imponenti e uno stile inconfondibile che non è stato toccato minimamente mantenendo gli elementi tipici quali la calandra ovale, il lungo cofano e l’abitacolo
Il Suv modenese non smette mai di evolversi e con il MY2019 porta ulteriori novità che riguardano il comfort, la sicurezza e gli allestimenti con una diversa articolazione della gamma e i motori aggiornati secondo le più recenti normative. Un’auto altamente emozionante, ma anche piena di ragioni per essere inserita all’interno di flotte dove anche l’immagine conta. spostato all’indietro generando un profilo aerodinamico (cx di 0,31) quanto slanciato. Altrettanto fondamentali sono i tre sfoghi dietro i passaruota anteriori, il Tridente in acciaio incastonato sul montante posteriore e i 4 terminali di scarico. L’esemplare in prova, in allestimento GranLusso, si riconosce per le scritte laterali, le cromature sui listelli cromati e per molti altri particolari esterni, le pinze freni nere, le piastre di protezione metalliche e infine i cerchi da 19” con la possibilità di arrivare fino a 22”.
Preziosa coma la seta La Levante è un’auto sportiva ed italiana. Lo si vede dalle portiere con cristalli privi di cornice (dotate di chiusura assistita), come una coupé, e dallo stile del suo abitacolo. Sono molte le combinazioni di colori e materiali disponibili, ma la GranLusso si fa riconoscere per gli esclusivi rivestimenti in pelle finissima e in seta Mulberry prodotta da Ermenegildo Zegna secondo un processo brevettato. Il cielo e i montanti sono invece in Alcantara
scuro e sono a regolazione elettrica sia il piantone del volante sia la pedaliera. Inalterata l’abitabilità, sicuramente ampia, ma le dimensioni del tunnel dietro consigliano di viaggiare in due. Il bagaglio è ben rivestito, ha il portellone elettrico con il pulsante di chiusura posto lateralmente e i 580 litri di capacità sono utilizzabili a pieno. Volendo, lo schienale è abbattibile 60/40 e ha il vano passante per gli sci. La strumentazione è analogica con un grande display a colori centrale tra i due quadranti principali mentre Il sistema infotelematico si comanda con la doppia manopola concentrica che si trova sul tunnel, con la voce o direttamente sullo schermo da 8,4 pollici, evoluto nella grafica. Ospita il sistema di visione perimetrico, specchia dispositivi Android e iOs, inoltre ha il DAB, la radio via Internet AHA e ha impianti audio da 900 fino a 1.280 Watt. Migliorate sono la disposizione e la logica dei comandi mentre al centro ➔
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della plancia c’è il classico orologio ovale, ora completo anche del quadrante piccolo con i secondi. Già il MY2018 aveva beneficiato di numerose novità in tema di sicurezza, rese possibili dall’adozione dello sterzo elettromeccanico al posto di quello idraulico e dalla telecamera stereoscopia anteriore. La Levante mantiene attivamente la carreggiata, riconosce i segnali e ha la guida assistita in autostrada oltre che il cruise control con lo stop&go. Ci sono anche l’allerta per l’angolo cieco, la frenata autonoma, l’avviso per il superamento corsia e per il traffico trasversale posteriore. Inediti sulla Levante invece i fari a matrice di Led, che garantiscono la massima illuminazione notturna senza mai abbagliare. Utile in città è l’Hill Holder, nelle discese più ripide e scivolose viene in soccorso l’Hill Descent Control. Piattaforma… ventosa La Levante condivide con la Ghibli la stessa piattaforma e ha le masse distribuite in basso e perfettamente ripartite sui due assali. La scocca è fondamentalmente in acciaio, ma con ampio uso di alluminio per le portiere, i cofani e la parte anteriore della vettura,
così come le sospensioni, provviste di ammortizzatori a controllo elettronico e molle pneumatiche che regolano automaticamente l’altezza su 6 livelli: da 162 mm, quando si sta fermi, fino a 247 mm in fuoristrada. Il sistema di trazione integrale trasmette fino al 50% della coppia alle ruote anteriori, ha la funzione torque vectoring e il differenziale posteriore autobloccante (25% in tiro e 35% in rilascio). Più sofisticato il controllo di stabilità ora dotato della funzione IVC (Integrated Vehicle Control) che limita il sottosterzo agendo simultaneamente su sterzo, sospensioni, ripartizione della coppia e freni. I motori sono V6 3 litri con cambio automatico a 8 rapporti. Quelli a benzina sono biturbo e realizzati dalla Ferrari a Maranello: da 430 cv sulla S (264 km/h, 0-100 km/h in 6,4 s.) o da 350 cv mentre il diesel ha 250 cv o 275 cv come l’auto in prova (7,9 litri/100 km pari a 210 g/km di CO2 nel ciclo WLTP) o 250 cv. Le novità sono la turbina che gira su cuscinetti in ceramica e la migliore gestione dell’iniezione (2.000 bar, 8 immissioni per ciclo) e dei sistemi di post-trattamento come l’SCR. Nata nello Stivale La Maserati Levante presenta un assetto di guida davvero sportivo. Il sedile
è avvolgente e dietro la massiccia corona del volante ci sono le grandi palette di alluminio solidali con il piantone, secondo la dottrina italiana. La vettura è molto confortevole, ma sempre ferma sulla strada e si adatta in modo distinto alle diverse modalità di guida: con la ICE si bada al consumo, con la Sport si può guidare con soddisfazione accompagnati da un cambio perfetto e dal sound che, grazie alle valvole attive allo scarico, assume il ritmo e la tonalità di un propulsore più frazionato. Molto preciso lo sterzo, potenti i freni e davvero incisiva l’azione del differenziale posteriore. Allo stesso tempo, il programma Offroad permette alla Levante di disimpegnarsi molto bene anche nel fuoristrada. Una scelta d’immagine Una Maserati come auto aziendale è ancora una cosa ben strana, ma non è più un tabù. Ovviamente è riservata a dirigenti di alto rango e ha tutti gli ingredienti per essere la scelta di un professionista affermato, che può permettersi un’auto dagli elevati contenuti emozionali e di immagine, da godersi da solo o insieme alla sua famiglia. Con il diesel è una bella viaggiatrice e ha consumi umani.
Maserati Levante GranLusso diesel 275 CV DATI TECNICI
DATI PER IL FLEET MANAGER
DATI PER IL DRIVER
cilindrata 2.987 cc potenza 275 cv (202 kW) lungh./largh./alt. 5,00 x 1,98 x 1,69 m peso 2.205 kg accelerazione 0-100 km/h 6,9 s. velocità massima 230 km/h trazione integrale cambio automatico a 8 rapporti
CO2 210 g/km costo di esercizio al km (*) 0,72 euro consumo medio 7,9 l/100 km motori più flottabili: Diesel V6 3.0 250 cv
sicurezza EuroNCAP n.d. connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 580-n.d. litri
(*) percorrenza annua 30.000 km
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Sicurezza
L’evoluzione continua della tecnologia automotive ha trasformato profondamente il rapporto tra utenti e veicoli. I vantaggi per gli automobilisti sono cresciuti in maniera esponenziale con l’auto pronta a sollevare il guidatore da un numero sempre maggiore di incombenze e a preparargli pure il caffè (è uno degli optional disponibili sulla gamma Fiat 500). I tempi in cui il massimo delle opzioni per il comfort era rappresentato dall’aria condizionata sono ormai solo un ricordo sbiadito e oggi termini come Remote Parking, Lane Keeping, sistema di rilevazione stanchezza conducente, sono entrati nel vocabolario corrente e rappresentano soltanto alcune delle molte funzioni alle quali chi acquista una nuova auto non vuole più rinunciare. Non desta stupore quindi che le percentuali di installazione di sistemi di assistenza alla guida siano in costante aumento. Ciò che sorprende invece è che, nella maggior parte dei casi, non sono i vei-
Le funzioni di parcheggio assisitito Germania: le funzioni di parcheggio assistito equipaggiano più le vetture mid-size di quelle premium. Per Bosch è un segnale della crescente popolarità dei sistemi di assistenza alla guida. coli di grossa cilindrata ad avere queste funzioni come dotazione di serie. Al contrario, sono le auto del segmento compatte e mid-size ad avere la dotazione più completa, segno tangibile della “democratizzazione” delle tecnologie. Ad affermarlo non è la semplice percezione delle concessionarie automobilistiche bensì un accurato studio effettuato dalla Bosch sulla base delle statistiche che si riferiscono alle auto nuove immatricolate nel 2017. La ricerca si avvale dei dati della Federal Motor Transport Authority tedesca (Kba) per il 2017 che hanno fatto registrare 3,44 milioni di nuove immatricolazioni di auto in Germania. Basandosi poi sui dati di analisi di mercato forniti dalla società specializzata
Jato Dynamics, Bosch ha cercato di capire quali fossero i sistemi di assistenza alla guida presenti nelle nuove auto in Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Italia, Belgio, Olanda e Russia. Da segnalare inoltre che il monitoraggio del grado di diffusione dei sistemi di assistenza alla guida è stato avviato dalla casa tedesca già dal 2013. “Sono sempre più gli automobilisti che vogliono un veicolo che non si limiti a prevedere ma che sia anche in grado di intervenire nelle manovre di guida pone l’accento Dirk Hoheisel, membro del Board of Management di Bosch che si tratti di avvisi di prossimità, sistemi di assistenza al parcheggio o telecamere per la retromarcia, il 55% delle nuove auto di piccole e medie dimensioni immatricolate in Germania è do-
di Maurilio Rigo
alla guida di serie. Per contro, questo dato riguarda solo il 25% dei veicoli premium. In generale, il 45% delle nuove auto immatricolate ha almeno un sistema di parcheggio assistito di serie”. L'analisi svolta dal colosso tedesco della componentistica evidenzia i sistemi di assistenza al parcheggio in cima alla lista delle funzioni più richieste in Germania, seguiti dai sistemi di frenata automatica di emergenza che contribuiscono a evitare o attenuare le conseguenze di un impatto. “I sistemi di assistenza alla guida non sono solo tecnologie che facilitano la guida, possono anche salvare vite umane - ha aggiunto Hoheisel – e per questo motivo l'Unione Europea sta preparando una legge che renda obbligatoria l'installazione dei sistemi di frenata di emergenza. Questo significa che dal 2022 tutti i nuovi modelli di veicoli dovranno avere a bordo questi sistemi. Il Forum mondiale per l'armonizzazione delle regolamentazioni sui veicoli, che fa parte della Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite (Unece), ha redatto una legge che pone le condizioni per ➔ questo passo.
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Il Forum precisa che in futuro nell’Unione Europea e negli altri Paesi dovranno essere immesse sul mercato solo auto dotate del sistema frenante di emergenza”. Secondo le stime delle Unece, nel Vecchio Continente i sistemi di frenata di emergenza assistita possano salvare mille vite all'anno. Di tutte le nuove auto immatricolate in Germania nel 2017, il 54% era dotato di sistemi di frenata di emergenza di questo tipo, in forte aumento quindi rispetto al 38% rilevato l’anno precedente. La valutazione delle statistiche riguardanti le auto nuove immatricolate nel 2017 ha inoltre evidenziato che oltre ai sistemi di park assist e di frenata assistita, altri due dispositivi sono particolarmente apprezzati dagli automobilisti, ovvero le funzioni di rilevamento stanchezza del conducente e di mantenimento del veicolo in corsia. Quasi il 50% di tutte le nuove auto è in grado di rilevare il colpo di sonno del conducente e più di una su tre è dotata di almeno un sistema Lane Keeping. A questo si aggiunge l'Adaptive Cruise Control (Acc) presente in quasi un quarto delle auto mentre il 9% delle nuove vetture immatricolate in Germania è già dotato di un sistema Traffic jam assist parzialmente automatizzato, che aiuta l'automobilista nel traffico congestionato istruendo l'auto a seguire automaticamente il veicolo che la precede. Questo sistema inoltre assume il comando di avvio e accelerazione, e frena e sterza all'interno della corsia.
Lo studio della Bosch evidenzia poi che non sono solo gli acquirenti tedeschi a scegliere di affidarsi sempre di più agli assistenti elettronici per una guida più sicura e agevole, poiché i dispositivi di park assist e frenata di emergenza assistita si stanno diffondendo in modo crescente anche in altri Paesi europei. E tanto per fare qualche esempio concreto, il park assist è molto popolare in Francia, dove è presente sull'85% delle auto, la percentuale più alta in assoluto per i sistemi di questo tipo. Una comodità che i cugini d’oltralpe sfruttano ben più degli italiani poiché, secondo il rapporto, noi figuriamo in fondo alla lista con il 44%. Per quanto riguarda invece i sistemi di frenata di emergenza assistita, il Belgio e la Germania sono al 54% mentre l'Olanda si attesta al 45%. Per contro, in Italia la percentuale è del 30% e in
Russia solo del 6%. “I sistemi di assistenza alla guida monitorano le situazioni complesse e aiutano a evitare incidenti o persino a salvare delle vite - sottolineano al quartier generale tedesco - Per questo motivo Bosch continua a sviluppare e ampliare una gamma di sistemi di assistenza alla guida che proteggono gli utenti della strada e semplificano la vita degli automobilisti. Il perfezionamento sistematico di queste funzioni consente inoltre a Bosch di creare le basi tecnologiche per la guida autonoma del futuro.“ Insomma, se per il momento gli automobilisti sembrano ancora poco propensi a fidarsi della guida autonoma, per quanto riguarda i sistemi che semplificano la vita di bordo e incrementano la sicurezza, la promozione arriva a pieni voti.
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di Nicola Desiderio
Prodotto
Opel Grandland X
Sostanziale equilibrio L’Opel Grandland X è l’erede naturale della Antara e, prima ancora, della Frontera, modelli che testimoniano la tradizione del marchio di Rüsselsheim in questo segmento. Presentata nel 2017, è il secondo modello, dopo la Crossland X, basato su una piattaforma PSA e il terzo Suv insieme alla Mokka X. Monta motori a benzina e a gasolio con potenze da 130 fino a 181 cv, in attesa della versione ibrida plug-in a trazione integrale Hybrid4 da 300 cv. Il listino parte da 26.850 euro ed è articolato in 4 allestimenti: Advance, Innovation, Ultimate e Business con il quale la proviamo spinta dal diesel 1.5 da 130 cv con il cambio manuale a 6 rapporti. Stile coerente La GrandLand X ha lo stile tipico delle Opel di ultima generazione, con i fianchi segnati da uno spigolo che li percorre per tutti i suoi 4,48 metri di lunghezza abbracciando anche la coda. Le luci, così come i fari, hanno una firma luminosa con un doppio filo di luci a boomerang e la calandra presenta due ali metalliche intorno al logo del Fulmine.
Sulla versione di punta è di serie il tetto nero, la cui presenza è ulteriormente esaltata da un profilo cromato che parte dalla base del montante anteriore e arriva fino al portellone sormontando l’intera finestratura laterale. Discrete le protezioni per i brancardi e gli archi passaruota. L’insieme è comunque equilibrato e piacevole. La semplicità si fa spazio La nuova Grandland X ha un abitacolo spazioso e dall’impostazione tradizionale. Grazie al passo lungo (2,67 metri), anche chi siede dietro ha agio in abbondanza sia per entrare, sia per muovere testa, braccia e gambe. Il divano posteriore è dotato di due attacchi ISOFIX – ma sono anche sul sedile anteriore del passeggero – e lo schienale che, oltre ad avere la botola per gli sci, è abbattibile 60/40 ampliando il vano di carico da 514 a 1.652 litri. L’allestimento Business dell’esemplare in prova ha il portellone ad apertura manuale, che risulta un po’ pesante, e presenta interni essenziali, con sedili rivestiti in tessuto a regolazione manuale, ma si possono avere anche in pelle, elettrici e certificati
AGR, ovvero dall’associazione dei fisioterapisti tedeschi. La plancia ha una forma semplice che integra la strumentazione analogica, con i 4 quadranti di ordinanza e lo schermo del sistema infotelematico che non ha la navigazione, ma può sfruttare quella incorporata negli smartphone grazie alla possibilità di specchiare dispostivi con sistema Android e iOs. Semplice anche l’ergonomia, con pochi comandi e quelli per la climatizzazione bi-zona posti in basso. Apprezzabile anche la disponibilità di diversi vani per riporre gli oggetti. Sugli allestimenti superiori, il cassetto a giorno che si trova di fronte alla leva del cambio ha lo sportellino, vi sono pure il piano di carico regolabile e il vano passante per gli sci. Il freno elettromeccanico è di serie, a richiesta si possono avere sistemi infotelematici e impianto audio più sofisticati (anche con la radio DAB), la ricarica wireless, il tetto panoramico, il volante e i sedili posteriori riscaldabili e anche le bocchette e una presa USB per chi siede dietro. La dotazione di serie per la sicurezza include 6 airbag, i sensori per la pressione degli pneumatici, l’assistenza per le partenze in salita e il sistema che segnala l’allontanamento dalla corsia. A richiesta o prendendo gli allestimenti superiori si può prendere il pacchetto Opel Eye che comprende la frenata autonoma con riconoscimento pedoni, il rilevamento della stanchezza e il mantenimento attivo della corsia. Con questa dotazione, la Grandland X ha ottenuto le 5 stelle EuroNCAP. A richiesta anche i fari a Led, il cruise control adattivo al posto di quello classico, la retrocamera di parcheggio che completa i sensori di serie e l’IntelliGrip, un pacchetto che migliora la mobilità sui terreni scivolosi con pneumatici M+S, la possibilità di adattare il controllo di trazione a più tipi di fondo e il limitatore di velocità in discesa. L’allestimento Business ha di serie il ruotino di scorta. ➔
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La casa tedesca ribadisce la propria presenza in un segmento di mercato fondamentale con un modello di Suv compatto dalle caratteristiche ben bilanciate e vestite di uno stile piacevole senza forzature. La proviamo nell’allestimento Business, caratterizzato da una dotazione “leggera� per tenere basso il prezzo, con il motore baricentrico per le vendite, il diesel 1.5 da 130 cv.
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Ascendenze transalpine La Grandland X è basata sulla piattaforma modulare EMP2 del gruppo PSA, la stessa delle Peugeot 308, 508 e 3008/5008, della Citroen C5 Aircross e della DS7 Crossback. I motori sono tutti turbo ad iniezione diretta e possono essere accoppiati con il cambio manuale a 6 rapporti o automatico a 8 rapporti della giapponese Aisin: 3 cilindri 1.2 da 130 cv e 1.6 da 181 cv a benzina e diesel 2 litri da 177 cv o 1.5 da 130 cv come per l’esemplare in prova. Tutti hanno il filtro antiparticolato, i diesel hanno anche l’SCR per depurare i gas di scarico dai NOx. La trazione è anteriore e sarà integrale solo sulla versione Hybrid4 da 300 cv in arrivo tra qualche mese. Il sistema ibrido ricaricabile è formato da un 1.6 a benzina da 200 cv con due motori elettrici da 80 kW: uno inserito nel cambio automatico e l’altro collegato alle sole ruote posteriori. La batteria è agli ioni di litio da 13,2 kWh di capacità
ed è sufficiente per percorrere 50 km in modalità totalmente elettrica secondo il ciclo WLTP con consumi (NEDC) di 2,2 litri/100 km pari a 49 g/km di CO2. PSA, attraverso la propria consociata Free2Move Services, sta mettendo a punto una tessera di pagamento unica che permetterà di utilizzare 85mila punti di ricarica in tutta Europa. Facile e comoda La Opel Grandland X è un’auto gradevole da guidare. Le sue sospensioni infatti assorbono bene le sconnessioni e, grazie anche ad uno sterzo dalla risposta omogenea, ha un comportamento intuitivo che le permette di disimpegnarsi bene anche sui percorsi ricchi di curve o di viaggiare in autostrada con un ottimo comfort acustico. Il motore ha buone prestazioni (195 km/h, 0-100 km/h in 11,3 s.), consumi bassi (4,1 litri/100 km pari 108 g/km di CO2) e una buona disponibilità a riprendere grazie
alla coppia di 300 Nm espressa già a 1.750 giri/min. Il cambio, un po’ duro a freddo, diventa ben manovrabile dopo qualche minuto di marcia. Progressiva e non pesante la frizione. Flotte previdenti Come devono essere le auto per le flotte? Semplici, ma anche comode, sicure e con costi di esercizio bassi. Ecco, questo è l’identikit della Opel Grandland X che abbiamo provato in allestimento Business e che risponde proprio alle esigenze di quelle aziende che vogliono accogliere nei loro parchi i Suv, ma che siano “policy correct”, con costi contenuti e senza allestimenti troppo ricchi. A parte questo fattore, la Grandland X ha qualità sostanziali indiscutibili, comuni anche alle altre auto che ne condividono la piattaforma, e che rappresentano una garanzia per il fleet manager, ma anche una piacevole sorpresa per l’utilizzatore.
Opel Grandland X diesel 130 cv Business DATI TECNICI
DATI PER IL FLEET MANAGER
DATI PER IL DRIVER
cilindrata 1.499 cc potenza 130 CV (96 kW) lungh./largh./alt. 4,48 x 1,86 x 1,61 m peso 1.435 kg accelerazione 0-100 km/h 11,3 s. velocità massima 195 km/h trazione anteriore cambio manuale 6 marce
CO2 108 g/km costo di esercizio al km (*) 0,35 euro consumo medio 4,1 l/100 km motori più flottabili: 1.2 130 cv e diesel 1.5 130 cv con cambio automatico
sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2018) * connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 514-1.652 litri
(*) percorrenza annua 30.000 km
* con Opel Eye
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di Mauro Manzoni
Approfondimento
Mobilità Elettrica, come ricarico l’auto? La mobilità elettrica deve necessariamente essere vista come un vero e proprio sistema composto, all’interno del quale i singoli elementi che ne fanno parte svolgono un ruolo specifico e imprescindibile. Il veicolo, la batteria e l’infrastruttura di ricarica sono il cuore di questo sistema. Dopo avere posto la nostra attenzione sui primi due di questi elementi, negli scorsi numeri di Carfleet, è arrivato il momento di analizzare come si sta evolvendo il settore relativo al rifornimento dei veicoli elettrici. Abbiamo ampia conoscenza del funzionamento della filiera di produzione e vendita del carburante per autoveicoli ad alimentazioni a benzina o diesel, ma sappiamo anche che nel caso di un veicolo elettrico il modello di rifornimento è ben diverso, dal momento che è possibile farlo anche privatamente in azienda o addirittura a casa. Naturalmente le condizioni variano a seconda del tipo di veicolo, delle batterie che lo alimentano e delle caratteristiche tecniche dello strumento di ricarica. Come si ricarica: tipologia e modalità di ricarica Oggi esistono sul mercato molti modelli di colonnine o box di ricarica, che si differenziano per caratteristiche tecniche e quindi operatività. La ricarica di un veicolo può avvenire a diverse potenze, che variano dai 3kw di quelle domestiche, passando dai 22-43 kw degli strumenti pubblici accelerati, sino a superare i 50-100kw di alcune reti ultra veloci. Senza entrare in troppi dettagli tecnici, dobbiamo però considerare che, sebbene in teoria all’aumentare della potenza diminuisca il tempo necessario alla ricarica, non è l’infrastruttura ma il veicolo che ne stabilisce il funzionamento effettivo. Le autovetture sono dotate di un sistema interno che regola l’assorbimento dell’energia in relazione alla potenza della batteria, per evitarne surriscaldamenti ed usura.
L’infrastruttura di ricarica rappresenta per la mobilità elettrica un fattore importante quanto l’auto stessa. Anche in questo campo presente e futuro rischiano di confondersi, tra capacità reali degli strumenti a disposizione e desideri non ancora realizzabili. Dove si ricarica: rete pubblica e rete privata Il primo elemento differenziante è relativo alla possibilità che il rifornimento elettrico avvenga sia in aree pubbliche che, in via naturale e non solo eccezionale, in contesti privati con strumenti di ricarica anch’essi privati. Il nostro paese, nell’ambito della Strategia energetica nazionale, ha elaborato di concerto tra Stato e Regioni il PNIRE (Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica) redatto con lo scopo preciso di definire le linee guida per la costruzione nazionale di una rete echarge, anche attraverso interventi di recupero del patrimonio edilizio miranti allo sviluppo della rete stessa. La strategia nazionale, recependo l’obiettivo fissato in sede EU, intende ridurre il livello di emissioni nocive nell’aria con una diversificazione dei combustibili per il trasporto, tramite lo sviluppo di quelli che favoriscono una mobilità sostenibile. Secondo il Piano entro il prossimo anno potranno essere installati fino a 13.000 punti di ricarica accelerata e 6.000 stazioni di ricarica ultra-veloce, mentre a detta dell’E-mobility Report del Politecnico di Milano, (riportato nel White Paper sulla Mobilità sostenibile di Repower, Partner della ricerca) nel nostro ➔
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paese la crescita reale della mobilità elettrica inizierà nel 2025, e considerando tre scenari possibili di sviluppo del mercato (base, moderato, accelerato) entro il 2030 i punti pubblici potrebbero arrivare a 48.000. Il vero salto generazionale si avrebbe però con le colonnine private, stimate fino a 6,8 milioni nello scenario più ottimista, o comunque in 1,4 milioni in uno scenario a crescita base. D’altra parte l’Italia già nel 2018 ha raggiunto una quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari al 34% del totale, coprendo con questa circa il 18% del totale del nostro fabbisogno energetico, ponendosi quindi all’avanguardia nel campo della produzione di energia verde. Trasmettere questa energia ad un parco circolante di oltre 38 milioni di veicoli è quindi la sfida del futuro. I modelli di business Il sistema di ricarica dei veicoli elettrici prevede la partecipazione nel settore di soggetti anche molto diversi tra loro, che possono essere venditori del servizio di e-mobility, fornitori di tecnologia, gestori operativi e tecnici della infrastruttura di ricarica, gestori dei pagamenti, come pure main contractor del progetto o committenti e finanziatori dello stesso. Questo implica la necessità di individuare uno o più modelli di business da applicare, anche con approcci diversi, per arrivare alla definizione di quello più attinente alle neces-
Tipologia
Modalità
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Il modello di tipo 1 è caratterizzato dalla presenza di un committente, pubblico o privato, che affida ad un main contractor l’installazione di una infrastruttura di ricarica, rimanendone però il gestore tecnico ed operativo. Il contractor invece si occupa del rapporto con il fornitore di tecnologia e della vendita del servizio.
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Il modello di tipo 2 è un modello di tipo 1 in cui ad occuparsi della gestione tecnica (manutenzione) è un operatore specializzato.
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Il venditore del servizio di e-mobility coincide con l’operatore tecnico ed il main contractor.
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Il committente si affida ad un unico operatore, di solito una utility, capace di gestire tutti gli aspetti dell’infrastruttura.
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Le grandi compagnie petrolifere titolari di stazioni di rifornimento tradizionale si attrezzano per fornire anche la ricarica elettrica, attraverso la collaborazione o l’acquisizione di un operatore della mobilità elettrica
sità. Molti paesi si trovano in questa fase sperimentale, ed attualmente in Italia si possono descrivere 5 business model della ricarica elettrica. Si tratta di modelli di business tutti presenti sul mercato italiano, ma sarà una evoluzione naturale quella che porterà alla individuazione della strategia migliore da applicare. Attualmente la tipologia prevalente è quella corrispondente alla modalità descritta al numero 4, mentre la tipologia 5 è poco diffusa ma potrebbe diventare importante per le forti potenzialità di sviluppo, date le migliaia di stazioni di servizio già presenti nelle nostre strade. Capillarità e posizionamento della rete di ricarica, potenza offerta, velocità del rifornimento e costo dell’energia saranno gli elementi fondamentali da definire al meglio per tracciare il prossimo futuro. La tecnologia di supporto Così come l’auto elettrica, anche l’infrastruttura di ricarica si presta molto bene all’utilizzo di tecnologia utile per fornire all’utente una serie di servizi che vanno dalle più semplici mappe di in-
dicazione delle colonnine disponibili in zona, alla gestione della prenotazione del rifornimento e del pagamento ove richiesto. L’integrazione della rete dei punti di ricarica passa anche attraverso le App che supportano il driver nel suo viaggio a zero emissioni, come nel caso di Recharge Around, la App di Repower che permette di conoscere ogni punto di ricarica per veicoli elettrici in Italia e all’estero,. Per i fleet manager o per i driver particolarmente sensibili alla consultazione dei dati, la tecnologia offre ampie possibilità di controllo delle ricariche effettuate e di ulteriore reportistica. Sia la pianificazione singola che l’operatività ottimale di una flotta aziendale possono quindi trarre beneficio dall’utilizzo di sistemi digitali connessi tra loro, che supportano la gestione dell’auto e del viaggio a 360 gradi. Quella elettrica si appresta quindi a diventare non solo una scelta legata ai temi ambientali, ma ad una vera propria rivoluzione generale della mobilità, soprattutto considerando quanto sia legata ai progetti di guida autonoma e di car sharing in grande sviluppo.
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di Nicola Desiderio
News on the road Audi E-tron manifesto elettrico La prima Audi elettrica è un Suv lungo 4,91 metri e dotato di due motori per un totale di 300 kW e 664 Nm. La batteria agli ioni di litio ha una capacità di 95 kWh e, per la prima volta al mondo, accetta la ricarica fino a 150 kW, con un sistema di pagamento unificato per l’intera Europa che conta 90mila punti, ed è dotata di specchietti retrovisori virtuali sostituiti da telecamere che migliorano l’aerodinamica (cx di 0,27). Raggiunge 200 km/h (autolimitati), accelera da 0 a 100 km/h in 5,7 s. e ha un’autonomia di 417 km (WLTP), il 30% grazie al sistema di recupero dell’energia che utilizza la navigazione e il radar. Il sistema infotelematico ha integrato Alexa e permette in ogni momento l’attivazione, definitiva o part-time, di dispositivi dormienti presenti sul veicolo come i fari a matrice di Led. Ai massimi livelli la dotazione per il comfort e la sicurezza (5 stelle EuroNCAP). È disponibile negli allestimenti base, Advanced e Business a partire da 83.930 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
BMW X3 xDrive30e la prima alla spina Il Suv bavarese presto si arricchirà di una versione ibrida plug-in con batteria ricaricabile che permette di percorrere 50 km ad emissioni zero. Il sistema è composto da un 2 litri a benzina spalleggiato da un elettrico da 30 kW, integrato nel cambio automatico a 8 rapporti, che porta la potenza massima a 252 cv per un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi per un consumo di 2,4 l/100 km ed emissioni di 56 g/km di CO2. Nel frattempo sono state apportate piccole modifiche agli allestimenti per tutta la gamma. Due i motori a benzina: 2 litri da 184 cv e 252 cv; 6 cilindri 3 litri da 354 cv (0-100 km/h in 4,8 s.). Altrettanti quelli a gasolio: 2 litri da 150 cv (a trazione posteriore, 5,1 l/100 km pari a 131 g/km di CO2), 190 cv e biturbo da 231 cv; 3 litri da 245 cv (senza superbollo), 265 cv o biturbo da 326 cv. Le unità più potenti sono riservate alle versioni M40 mentre la gamma comprende 5 allestimenti e parte da 47.550 euro. Per il 2020 è prevista anche la versione elettrica. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Citroën C1 Origins serie speciale per i 100 anni Il marchio francese celebra nel 2019 il suo primo secolo di vita con la gamma Origins a tiratura limitata che abbraccia anche il modello più piccolo in gamma. La Origins si distingue per le 5 tonalità di verniciatura (anche bicolore con tetto nero), gli elementi grafici e i coprimozzi color bronzo, i gusci retrovisori neri, la decorazione a doppia banda per la fiancata posteriore e il portellone. Ci sono inoltre i vetri posteriori oscurati, i cerchi in lega neri da 15” e la scritta “Origins since 1919”. All’interno invece i sedili sono rivestiti in tessuto Grigio Chiné cucito con filo oro e decorazione “Origins” e anche i tappetini sono dedicati. La dotazione comprende il climatizzatore automatico, la retrocamera e il sistema infotelematico con schermo da 7” con radio DAB, Android Auto, Carplay e MirrorLink. La C1 Origins Costa 14.400 euro e ha il motore 3 cilindri mille da 72 cv, l’unico previsto per tutta la gamma che presenta 3 allestimenti (Live, Feel e Shine), da 10.700 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
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Fiat Panda Connected by Wind sempre connessa 4G Fiat festeggia i suoi 120 anni di storia con versioni speciali tra cui la Panda Connected by Wind realizzata in collaborazione con l’omonimo operatore di telefonia mobile e i cui colori istituzionali vengono applicati sul tetto in nero e sulle calotte dei retrovisori in arancio. Ci sono anche lo skid-plate e le maniglie in nero lucido e i cerchi bicolore da 15” mentre l’abitacolo presenta tessuti neri, cuciti in bianco e verde. La dotazione prevede la radio U-Connect Mobile con supporto per alloggiare lo smartphone e soprattutto di un router portatile 4G con 50 GB di traffico prepagato in tutto il territorio dell’Unione Europea. Accetta fino a 15 dispositivi e, grazie all’app Uconnect si possono usare Waze e ascoltare e webradio e musica in streaming senza limiti di traffico. La Panda Connected by Wind ha l’1.2 da 69 cv e costa 14.500 euro. La gamma parte da 11.550 euro e comprende anche gli allestimenti Pop, Easy e Lounge oltre che City Cross, 4x4 e Cross 4x4, con motori GPL e metano. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Ford Mondeo nuovo diesel e Hybrid Wagon La Ford Mondeo diventa ancora più efficiente con il nuovo diesel e estende l’ibrido anche alla versione Wagon. La media dell’Ovale Blu ha calandra, fari e paraurti rivisti, nuovi cerchi, mentre all’interno troviamo finiture diverse e il sistema Sync3 con schermo da 8 pollici, Android Auto e Carplay. Il nuovo 2 litri EcoBlue da 150 cv (132 g/km di CO2 WLTP) è disponibile anche con cambio automatico a 8 rapporti con comando a manopola, di serie nella versione da 190 cv, anche con la trazione integrale. Sempre all’avanguardia la dotazione per il comfort e la sicurezza che ora prevede l’ACC con funzione stop&go. Rivista anche la versione ibrida a benzina-elettrica da 187 cv (108 g/km) che, grazie alla nuova disposizione della batteria permette di avere finalmente un vano di carico adeguato per la variante di 4 porte (383 litri) e di essere offerta anche Wagon che ha un bagagliaio di 4031.508 litri (invece di 488-1.585 litri della diesel). Prezzi a partire da 33.250 euro con ben 5 allestimenti. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Jaguar XE ritorno alla leva Rinnovamento di metà vita per la media del Giaguaro. Nuovo il design dei paraurti e dei fari, ora interamente a Led, e nuovi soprattutto l’abitacolo e la plancia che ora presenta nuovi materiali, la strumentazione digitale con headup display, il nuovo sistema di controllo con doppio schermo, la ricarica wireless per la prima volta su una Jaguar, il volante ripreso dalla I-Pace e il comando del cambio a leva. Lo specchietto retrovisore è collegato ad una retrocamera e la vettura è dotata anche di sistema di intelligenza artificiale in grado di apprendere e memorizzare le preferenze di più guidatori. I motori sono 2 litri e dotati di cambio automatico a 8 rapporti di serie: il diesel da 180 cv (4,9 l/100 km pari a 130 g/km di CO2 secondo il ciclo WLTP), disponibile anche con la trazione integrale che è di serie sull’unità a benzina da 300 cv (0-100 km/h in 5,7 s.), in alternativa a quella da 250 cv a trazione posteriore. Due gli allestimenti (XE e R-Dynamic) con prezzi a partire da 45.035 ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
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di Nicola Desiderio
News on the road Jeep Cherokee nuovo motore e Trailhawk Evoluzione continua per la Jeep Cherokee la cui gamma si arricchisce della serie speciale S riconoscibile all’esterno dai cerchi da 19” e altri particolari satinati e dalla fascia inferiore e passaruota in tinta con la carrozzeria. Gli interni sono rivestiti in pelle nappa con cuciture color tungsteno e la dotazione comprende il sistema Uconnect da 8,4 pollici, l’ACC con stop&go, la frenata autonoma con riconoscimento pedoni, l’allerta per gli angoli ciechi e il sistema contro l’abbandono della corsia. Al 2,2 litri diesel da 195 cv si affianca il 2 litri a benzina da 270 cv che avrà sempre il cambio automatico a 9 rapporti e sarà l’unico disponibile sulla versione Trailhawk, dotata del sistema di trazione integrale Active Drive Lock con differenziale posteriore bloccabile e 5 modalità di guida. Le altre versioni hanno invece la trazione anteriore e integrale di due tipi (Active Drive I e II). Quattro gli allestimenti (Longitude, Business, Limited, Overland) con prezzi da 44.000 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Mercedes EQC la Stella elettrica La prima vera elettrica di Mercedes si chiama EQC ed è un Suv lungo 4,76 metri spinto da due motori per una potenza di 300 kW e una coppia di 760 Nm. La EQC ha una batteria agli ioni di litio da 80 kWh, un caricatore di bordo da 7,4 kW e la possibilità di ricaricarsi fino a 110 kW. Il consumo medio è di 20,8-19,7 kWh/100 km per un’autonomia di 445-471 km, la velocità massima è autolimitata a 180 km/h e l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 5,1 s. Il bagagliaio ha una capacità di circa 500 litri. Ancora più evoluto per l’utilizzo elettrico il sistema infotelematico MBUX ad intelligenza artificiale, mentre per l’ottimale utilizzo dell’energia e il suo recupero ci sono programmi di guida che interagiscono con la navigazione satellitare. Per la ricarica, il servizio Mercedes Me Charge permette il pagamento attraverso app, scheda o il riconoscimento della vettura da parte della rete presso oltre 300mila punti in tutto il mondo. Il prezzo parte da 76.839 euro negli allestimenti Sport, Premium e 1886 Edition. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Nissan Micra nuovi motori per la piccola La piccola di casa Nissan si rinnova con motori più potenti ed efficienti. Oltre al 3 cilindri mille aspirato da 71 cv, arrivano le unità turbo. Quella da 100 cv ha l’iniezione indiretta, è più potente (+10 cv), ha più coppia (+20 Nm) e migliora per consumi (0,6-107 l/100 km in meno) ed emissioni (13-15 g/km di CO2 in meno). Ha il cambio manuale a 5 rapporti o CVT. Il precedente 900 rimane invece per la versione GPL che ha un’autonomia combinata di oltre 1.000 km. Pari cilindrata, ma ancora più avanzato è il mille da 117 cv (180 km/h, 0-100 km/h in 9,9 s.), dotato di soluzioni più raffinate come l’iniezione diretta, il doppio variatore di fase e le canne dei cilindri rivestite al plasma. La coppia è di 180 Nm tra 1.750 e 4.000 giri/min e con l’overboost sale temporaneamente a 200 Nm. Si può avere solo con l’allestimento N-Sport con cambio a 6 rapporti e assetto ribassato di 11 mm, ma ci sono altri 4 allestimenti (Visia+, Acenta, N-Connecta e Tekna) con prezzi che partono da 14.150 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
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Opel Grandland X Hybrid4 ibrida, plug-in e integrale La Opel Grandland X Hybrid4 è la prima ibrida plug-in e l’unica versione a trazione integrale del Suv compatto del marchio del Fulmine. Così come la scocca e gli altri propulsori, anche il sistema ibrido da 300 cv totali deriva dalla Peugeot 3008 ed è composto da un 1.6 a benzina da 200 cv e due elettrici da 80 kW: uno integrato nel cambio automatico a 8 rapporti e l’altro collegato alle ruote posteriori. La batteria è agli ioni di litio da 13,2 kWh di capacità, ha un caricatore di bordo da 3,3 kW e assicura un’autonomia ad emissioni zero pari a 50 km secondo il ciclo WLTP per un consumo (NEDC) di 2,2 litri/100 km pari a 49 g/km di CO2. Con Free2Move Services è in preparazione un sistema di pagamento unico per la ricarica presso 85mila punti in tutta Europa. Arriva dopo l’estate a completare la gamma che prevede 4 allestimenti (Advance, Innovation, Ultimate e Business) a partire da 26.850 euro con motori a benzina e a gasolio con potenze da 130 cv a 180 cv, con cambio manuale o automatico a 8 rapporti. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Peugeot 208 la nuova è in batteria La nuova Peugeot 208 si rinnova completamente e avrà anche la versione elettrica. Lunga 4,05 metri (+5 cm) e più bassa di 3 cm, ha lo stile tipico delle sorelle più recenti, è basata sulla piattaforma CMP ed è più leggera di 30 kg. Il bagagliaio ha un volume di 311 litri e l’abitacolo è ricercato per design, materiali e tecnologia con l’adozione, per la prima volta, della strumentazione ad effetto tridimensionale applicandola al noto concetto i-Cockpit, introdotto anni fa proprio sulla 208 uscente. La dotazione di sicurezza assicura la guida autonoma di livello 2 mentre la gamma motori comprende il diesel 1.5 da 100 cv, il 3 cilindri a benzina Euro6D con potenze di 75 cv e 100 cv anche con cambio automatico a 8 rapporti che sarà di serie sulla versione da 130 cv. La elettrica avrà 100 kW e una batteria da 50 kWh, alloggiata sotto i sedili e il tunnel posteriore, per un’autonomia di 340 km e uno 0-100 km/h in 8,1 s. Prezzi ancora da stabilire. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Toyota Corolla due ibridi per la storia L’auto più venduta della storia (47 milioni dal 1968) torna in Europa dopo la parentesi dell’Auris dal 2007 ad oggi. Lunga 4,37 metri, è basata sulla piattaforma TNGA, è più rigida del 60%, ha le sospensioni multi-link per tutte le versioni e un bagagliaio di 361-1024 litri. La Touring Sports è lunga 4,65 m, ha il passo più disteso di 6 cm e un bagagliaio ai vertici della categoria (596-1-606 litri). Decisamente completa la dotazione di sicurezza che permette la guida assistita di livello 2 e una protezione a 5 stelle EuroNCAP. La gamma dei propulsori prevede solo ibrido, con il tipico schema Toyota, ma con due soluzioni: una da 122 cv con motore 1.8 e batteria agli ioni di litio e un’altra da 180 cv con il 2 litri che assicura prestazioni superiori (0-100 km/h in 8,9 s. invece di 10,9). Per la prima si dichiarano consumi (NEDC) di 3,3 litri/100 km, per la seconda di 3,7 con emissioni (WLTP) rispettivamente di 97 e 108 g/km di CO2. Tre allestimenti (Active, Style e Lounge), a partire da 27.300 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
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di Alessandro Palumbo
Economia
L’auto conta, eccome! Gli acquisti di autovetture hanno prodotto in Italia nel 2018 un valore pari a 39,6 miliardi di euro, lo 0,7% in meno del 2017. Stiamo parlando della cifra complessiva che gli italiani hanno destinato all’acquisto di auto nuove; importo che include i privati, le società e i noleggiatori, al netto degli sconti praticati da costruttori e distributori. La performance a volume delle vendite di auto nel 2018 è stata ancora più negativa. Il mercato ha subito, infatti, una contrazione del 3,3%, che si è tradotta in oltre 65.000 immatricolazioni in meno rispetto al 2017. La differenza tra volume e valore la fa il prezzo La differenza tra risultato a volume (3,3%) e a valore (-0,7%) è da rintracciare nell’aumento del valore medio unitario
al netto degli sconti delle autovetture che è passato da 20.039 euro del 2017 a 20.568 euro nel 2018, 529 euro in più, che equivale ad una crescita percentuale del 2,6%. Ma perché? Che cosa è successo? È successo che i privati e le aziende italiane hanno acquistato vetture di valore superiore rispetto al 2017. Se si guarda, infatti, al valore medio unitario a listino, il fenomeno è ancora più evidente. Nel 2018 tale valore è stato pari a 25.292 euro contro i 24.394 euro del 2017, quasi 900 euro in più (+3,7%). Se, da una parte, c’è stato un ricorso minore ai km 0 (335.000 unità nel 2018 contro le 359.000 del 2017), dall’altra parte i costruttori e i concessionari hanno messo mano al portafoglio in maniera più cospicua rispetto al 2017,
erodendo il listino di ben 19 punti percentuali, 0,8 punti percentuali in più. L’acquirente conta, specialmente se noleggia I privati e le società hanno comprato meno. Il noleggio ha di fatto sostenuto il mercato, essendo l’unico canale in crescita. Dal punto di vista statistico il canale noleggio è costituito dalle società di noleggio a lungo e a breve termine e dalla categoria “altri noleggi” che comprende le auto immatricolate ad uso noleggio dai concessionari e dalle case auto, vetture che non rientrano nelle disponibilità dei noleggiatori. Il canale noleggio ha immatricolato complessivamente oltre 435.000 vetture (di cui 41.000 sono le km 0 a uso noleggio) per un valore pari a 9,3 miliardi euro, in crescita del 6,1% rispetto al 2017.
Il Mercato 2018 - Auto e Fuoristrada - Valori assoluti e quote Totale
Var.ne %
Privati
Società
Noleggio
1.924.461
-3,3
1.094.899
394.402
435.160
48.674.241
0,3
25.377.628
10.982.908
12.313.705
Valore medio unitario a listino
25.294
3,7
23.178
27.847
28.297
Sconto canale e Km.0 (€ x 000)
9.092.401
4,9
3.938.660
2.153.740
3.000.000
39.581.840
-0,7
21.428.968
8.829.168
9.313.705
20.568
2,6
19.581
22.386
21.403
Volume (unità) Valore (€ x 000)
Valore netto sconti (€ x 000) Val. medio unitario (€ netto sconti)
Nota: in relazione alle quote %, a causa dell'arrotondamento dei decimali, il totale potrebbe non essere uguale a 100. Fonte: Centro Studi Fleet & Mobility
Il Mercato auto 2018 a volume e per valore (quote%) Valore ‘18
Valore ‘17
Volume ‘18
Volume ‘17
Benzina
27
23
35
32
Diesel
61
67
52
57
GPL
5
5
7
7
Metano
2
1
2
2
Ibrido
6
4
5
3
Nota: in relazione alle quote %, a causa dell'arrotondamento dei decimali, il totale potrebbe non essere uguale a 100. Fonte: Centro Studi Fleet & Mobility
Il valore medio netto delle vetture acquistate da questo canale è più alto di 1.800 euro rispetto ai privati (€21.403 vs €19.581). Tuttavia, all’interno del canale complessivo del noleggio, è il lungo termine l’acquirente più importante a livello di volumi e di valore. I noleggiatori a
lungo termine hanno comprato nel 2018 266.000 vetture per un valore pari a 6,1 miliardi di euro, il che equivale a 23.120 euro a vettura. La penetrazione del noleggio a lungo termine sul totale delle immatricolazioni è in costante incremento ogni anno; nel 2018 è stata pari al 14%.
Tale fenomeno è dovuto allo straordinario ciclo di sviluppo del noleggio a lungo termine, che nell’arco di quattro anni ha prodotto un incremento di flotta vetture superiore al 50%, passando da meno di 458mila vetture gestite a fine 2015, alle quasi 707mila del dicembre scorso. ➔
Il Mercato auto 2018: top brand per valore e a volumi (quote %)
Il Mercato auto 2018: top brand per valore medio unitario (€)
Valore '18
Valore '17
Volume '18
Volume '17
Fiat
11,8
14,5
16.7
20,1
Volkswagen
8,5
7,4
8,4
Ford
6,0
6,1
Renault
5,7
Mercedes
Valore '18
Valore '17
Land Rover
61.001
57.027
7,2
BMW
45.814
43.973
6,6
6,7
Mercedes
44.855
44.700
6,1
6,7
6,9
Audi
39.607
39.046
5,5
5,9
3,1
3,2
Alfa Romeo
37.288
33.520
BMW
5,4
5,5
3,0
3,1
Jeep
30.780
30.785
Peugeot
5,4
4,9
5,7
5,4
Volkswagen
25.445
24.997
Jeep
5,3
3,1
4,4
2,5
Nissan
24.636
24.931
Audi
5,2
5,4
3,3
3,4
Toyota
24.024
23.267
Toyota
4,4
4,1
4,6
4,3
Peugeot
23.611
22.202
Opel
4,1
4,2
4,9
4,9
Ford
22.759
22.132
Citroen
3,6
3,1
4,4
4,0
Renault
21.519
21.688
Alfa Romeo
3,3
3,1
2,2
2,3
Opel
21.215
21.033
Nissan
2,8
3,3
2,9
3,2
Citroen
29.545
18.450
Land Rover
2,4
2,5
1,0
1,1
Fiat
17.921
17.541
Brand
Fonte: Centro Studi Fleet & Mobility
Il diesel incassa, ma non va al tappeto La demonizzazione mediatica sul diesel, unita alle decisioni di alcuni comuni di inserire anche le autovetture a gasolio di nuova generazione nella lista di quelle soggette ai blocchi della circolazione, ha ingenerato paura nel cliente tanto da avere un impatto forte sugli acquisti. Nel 2018, pur rimanendo il diesel di gran lunga l’alimentazione più venduta, ha perso 6 punti di quota a valore (dal 67% al 61%) e 5 punti di quota a volume (dal 57% al 52%). Il diesel nel canale del noleggio è campione di quota: 78% a valore e 70% a volume. Ma qualcosa ha ceduto anche in questo canale. Nel 2017 la quota a valore era l’81% (-3 pts). L’alimentazione a benzina è quella che più si è avvantaggiata della perdita di
quota del diesel, guadagnando 4 punti di quota a valore. Bel salto di due punti percentuali per le ibride che arrivano a pesare il 6% a valore e il 5% a volume. L’alimentazione elettrica inizia a ritagliarsi un suo spazio, anche se, per il momento, ancora ristretto: nel 2018 sono state immatricolate 5.000 vetture elettriche (lo 0,3% del mercato totale). Più della metà, 2700 unità, sono state acquistate dai noleggiatori. Il peso di queste sul totale degli acquisti dei noleggiatori è stato pari allo 0,7% a valore e 0,6% a volume. È corsa all’oro per i crossover Se il diesel è l’alimentazione più penalizzata nel 2018, il crossover è il body
Questi valori sono contenuti nella ricerca annuale “Il Mercato Auto a Valore”, giunta alla decima edizione e realizzata dal Centro Studi Fleet&Mobility in sinergia con Mapfre Warranty. Lo studio fornisce un approccio fondato non sul numero delle immatricolazioni, ma sul loro effettivo valore economico. La ricerca prende in analisi tutte le immatricolazioni, attribuendo a ciascuna il suo prezzo di listino, passando poi a quantificare l’impatto degli sconti, degli incentivi e dei km0.
vincente. Nel 2018 questa tipologia di carrozzeria ha prodotto un valore di quasi 11,8 miliardi di euro in crescita del 23% rispetto al 2017. Le oltre 558.000 immatricolazioni (ben oltre 113.000 in più rispetto al 2017) hanno fatto raggiungere ai crossover la quota a valore del 30%, addirittura 6 punti percentuali in più rispetto al 2017. Sembra proprio la corsa all’oro! I crossover sono presenti nell’offerta di quasi tutte le case automobilistiche. Questo perché piacciono e spingono il cliente a spendere qualcosa in più per avere un’auto accattivante dal punto di vista estetico: il prezzo medio unitario a listino nel 2018 è stato pari a 26.276 euro. Anche nel canale noleggio le crossover hanno performato bene. Le società di noleggio ne hanno infatti acquistato quasi 103.000, il 24% delle immatricolazioni. Dimostrazione che, anche nel segmento aziendale, queste vetture sono molto apprezzate non solo per il design, ma anche per l’abitabilità e si stanno affermando sempre di più anche perché i valori residui migliorano di anno in anno. Le berline, nonostante il cospicuo ridimensionamento (ne sono state immatricolate 110.000 in meno nel 2018), rimangono le autovetture più immatricolate con un peso a valore del 36% (-4 punti di quota rispetto al 2017) e a volume del 49%.
42 Carfleet n. 75 luglio 2019
di LeasePlan Consulting
Mobilità aziendale
La consulenza LP per i veicoli commerciali A chi guida spesso in città sarà certamente saltato all’occhio che il numero di Veicoli Commerciali Leggeri che circolano sta crescendo rapidamente. Complice di questo fenomeno è certamente il boom delle vendite on-line. Difatti, non esiste quasi più nulla sul mercato che non possa essere acquistato da remoto ed ottenuto a casa nel giro di pochi giorni, o addirittura di poche ore. La consegna a domicilio è diventato un fenomeno parte della nostra quotidianità, tant’è che ormai quasi tutti siamo fruitori con estrema agilità di servizi di delivery di ogni tipo. Secondo uno studio dell’Osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano, quando si parla di vendite on-line di beni si fa riferimento ad un giro di affari in Italia di 15,3 miliardi di euro nel 2018, con una crescita del 25% rispetto all’anno precedente. Le nuove generazioni di LCV si trasformano quindi in veri co-protagonisti della mobilità e assestano la loro presenza sul mercato in modo più deciso, espletando in alcuni casi anche il ruolo di starter verso altre trasformazioni. Nelle grandi città, i professionisti delle consegne a domicilio devono affrontare il crescente traffico e le limitazioni alla
circolazione con le nuove aree di esclusione dei veicoli inquinanti. Milano, ad esempio, in questa lotta all’inquinamento, dannoso non solo per il pianeta ma anche per la salute umana, è città esempio in Italia grazie alla nuova Area B che copre quasi tutto il territorio comunale, e non più solo il centro storico racchiuso nell’Area C. Ma moltissime altre città italiane hanno attive zone a basse emissioni o zone a traffico limitato più o meno severe, e nei prossimi anni il loro numero sarà sempre più ampio. In ottica di garantire la continuità del business e di salvaguardare l’ambiente, molte società di trasporto, soprattutto nel campo dell’ultimo miglio (in inglese last mile), si stanno dotando di veicoli a basse emissioni, o in sempre più casi elettrici. Una flotta moderna garantisce una notevole riduzione nei consumi di carburante, e di conseguenza del suo costo e impatto sull’ambiente. La crescente spinta verso organizzazioni più consapevoli del ruolo che hanno sull’inquinamento ambientale impone azioni decise in ottica di Corporate Social Responsibility. E uno dei campi nel quale si può intervenire maggiormente è proprio la gestione della propria flotta in ➔ modo ecosostenibile.
44 Carfleet n. 75 luglio 2019
Attenti osservatori di quanto sopra, i costruttori colgono l’opportunità e dotano le proprie linee di produzione di mezzi adeguati, nelle motorizzazioni più moderne ed ecologiche. Non più solo funzionalità nei nuovi veicoli commerciali leggeri ma anche comfort, estetica, tecnologia e innovazione. Sul fronte dei veicoli commerciali leggeri elettrici, in base all’utilizzo, gli eLCV sono competitivi e riescono a battersi con i corrispettivi a combustione interna anche per quanto riguarda i costi. Nella scelta quindi della propulsione elettrica è essenziale valutare la destinazione d’uso. La circolazione nei centri storici permette di avere una velocità massima di 80 km/h e di ridurre il consumo di energia ed incrementare quindi l’autonomia. Nei veicoli commerciali leggeri, l’esperienza per il conducente è inoltre stata notevolmente migliorata, introducendo le più moderne tecnologie di assistenza alla guida. Lo stress e la stanchezza vengono così ridotti, aumentando la sicurezza di guida. Tra le novità introdotte figurano ad esempio la frenata automatica d’emergenza con assistenza pre-collisione e riconoscimento dei pedoni, il monitoraggio della corsia di marcia, il controllo adattivo della velocità di crociera, la
stabilizzazione antivento laterale (molto utile per i veicoli a tetto alto) e il limitatore intelligente di velocità con riconoscimento dei segnali stradali. Se, grazie al boom dell’e-commerce, da una parte fatturato e utile del settore dei corrieri espressi aumentano, dall’altra è sempre più difficile gestire efficientemente le consegne. Conclusa l’epoca del giro pressoché identico di chi consegnava acqua, la dinamicità e complessità dei nuovi tipi di consegna devono essere gestite con strumenti chiari e precisi. Questo per garantire il rispetto delle tempistiche di consegna (non dimentichiamo che i pacchi sono facilmente tracciabili in ogni fase del loro viaggio semplicemente attraverso il nostro smartphone) e il contenimento dei costi di gestione. Ecco perché i costruttori stanno implementando sistemi che vanno ad aiutare i professionisti dell’ultimo miglio. Interessanti sviluppi si hanno con i nuovi sistemi di carico e scarico dei pacchi, i quali vengono tracciati al momento del carico attraverso telecamere con software di apprendimento automatico. I sensori riconoscono e registrano i pacchi attraverso codici a barre e simboli riportati su di essi, eliminando le lunghe attività di scansione e smistamento manuale. Con l’ausilio di led, il sistema
mostra quindi la posizione migliore dove stoccare i pacchi, in base ad esempio all’ordine di consegna. Monitorando continuamente la posizione di ogni pacco, il sistema indica al momento della consegna, tramite l’illuminazione dei led, il punto esatto all’interno del vano di carico in cui si trova il pacco. Tutto ciò si traduce in efficienza e minor tempo richiesto a consegna. Le società che cercano una flotta efficiente si dirigono sempre più verso il noleggio a lungo termine, che ha il vantaggio di avere un costo mensile certo per un veicolo che è pur sempre un bene strumentale e concorre ai costi di un’impresa. Rendere quindi il costo costante nel tempo e detraibile al 100% è un beneficio non da poco, con l’aggiunta di avere gli alti costi manutenzione coperti anche per gli allestimenti più complessi e costosi. Inoltre, la flessibilità data da un professionista del Car-as-a-Service permette di gestire un settore sempre più dinamico, soggetto anche ad intensi picchi stagionali. LeasePlan, forte della sua posizione di leader di mercato e della competenza dei suoi consulenti commerciali, può supportare qualsiasi azienda nella transizione ad una flotta di veicoli commerciali leggeri più efficienti e sostenibili, ed allestiti per ogni esigenza di business.
di Nicola Desiderio
Prodotto
Citroën C5 Aircross
La paziente La Citroën C5 Aircross segna il ritorno, in modo convinto, della marca francese nel segmento dei Suv compatti e si va a posizionare al di sopra della C3 Aircross (e della C4 Aircross che però non è commercializzata in Italia), in uno dei segmenti più combattuti e appetibili del mercato. Il listino parte da 25.700 euro e prevede due motori a benzina e a gasolio da 130 cv o 181 cv negli allestimenti Live, Feel, Business e Shine. Proviamo quest’ultimo con il diesel 1.5 da 130 cv con cambio automatico. Il Suv con la C cromata La nuova Citroën C5 Aircross è lunga 4,5 metri netti, larga 1,84 e alta 1,69 con i passamani che si trovano sul tetto. Il suo stile è quello tipico delle auto del Double Chevron, dalla C4 Cactus in poi: dunque fantasioso, quasi eccentrico, e caratterizzato da motivi grafici ricorrenti come il quadrato e il trapezio con i bordi arrotondati, che ritroviamo nelle protezioni laterali (i famosi Airbump), nelle luci posteriori e nei fari, sdoppiati su due livelli e separati dai listelli cromati che si dipanano dal logo sulla calandra. Caratteristici sono il bordo cromato che avvolge tutta la finestratura, formando una C nella parte posteriore, e la tinta bicolore per il tetto e i montanti fino alla linea di cintura. In tutto, tra 7 tinte per la carrozzeria e 3 pack color esterni, le combinazioni cromatiche sono 30, senza contare i 4 disegni di cerchi.
Il marchio della Double Chevron arricchisce la propria gamma con il secondo dei modelli a ruote alte andando a caccia di una clientela per lei nuova. Le sue carte migliori sono lo stile personale, la vivacità degli allestimenti, la ricca dotazione di sicurezza e infine motori efficienti, un abitacolo ampio e modulare e il comfort proverbiale delle auto transalpine. Ha dunque tutte le carte in regola anche per entrare nel mondo delle flotte. Spazio, telecamere e fantasia Colore e fantasia uniti a spazio e tecnologia sono le caratteristiche fondamentali dell’abitacolo della C5 Aircross che mette a disposizione 5 diversi ambienti sormontati dal tetto panoramico apribile. Sull’esemplare in prova, i rivestimenti sono in pelle bianca, tessuto con disegno e anche scamosciato mentre i pannelli porta, la plancia e il volante alternano il nero al chiaro con modanature metalliche che replicano i motivi grafici presenti anche all’esterno e danno forma anche alle bocchette di aerazione. Ci sono anche maniglie in pelle che si ispirano al mondo della valigeria e che, insieme ad altri particolari, danno un tocco di raffinatezza. I sedili sono dotati di una speciale imbottitura spessa 15 mm, che riproduce l’effetto “matelassé” per le quali le Citroen erano famose, hanno la regolazione elettrica con memorie e, volendo, anche la fun-
zione massaggio. Il divano posteriore invece ricorda quello di un monovolume, con 3 sedili uguali indipendenti che possono scorrere per 150 mm modulando così lo spazio tra l’abitacolo e il bagaglio: tra 580 e 720 litri viaggiando in 5 e poi fino a 1.630 litri abbattendo gli schienali (regolabili anche in inclinazione), con la comodità del portellone elettrico con apertura a piede e del fondo regolabile su due livelli. L’abitabilità è ottima e sono presenti numerosi vani, tra cui quelli per le bottiglie e i bicchieri, per ricaricare lo smartphone (anche senza filo) e anche uno refrigeratore sotto il bracciolo, mentre la strumentazione è completamente digitale e al centro c’è lo schermo del sistema infotelematico sotto il quale c’è una striscia in nero lucido dove attivare, con un tocco, le funzioni fondamentali, compresa la climatizzazione con filtro per particelle fino a 2,5 μm. ➔
Careet n. 75 luglio 2019
francese
47
48 Carfleet n. 75 luglio 2019
Per la regolazione della temperatura occorre agire con tocchi delle dita sul display capacitivo da 8 pollici che ospita anche il sistema di visione perimetrico a 4 telecamere, l’hotspot wi-fi e ha tutte e tre le forme di specchiamento per gli smartphone (Android Auto, CarPlay e MirrorLink). Di livello elevato la sicurezza, a 5 stelle EuroNCAP con il pack Safety di serie sulla Shine e che comprende tutti i più moderni dispositivi di assistenza, con la guida assistita di livello 2 che accompagna la vettura in autostrada, ma anche nella marcia in colonna grazie alla funzione stop&go. I fari sono full led e, a richiesta, c’è anche la Connected Cam che registra in loop tutto quello che avviene di fronte alla vettura: uno strumento utile in caso di contenzioso assicurativo. I tamponi della Dakar La C5 Aircross è basata sulla piattaforma EMP2, la stessa delle Peugeot 308, 508 e 3008/5008 della Opel Grandland X e della DS7 Crossback. Questa architettura non prevede la trazione integrale classica, con l’albero di trasmissione, ma nel 2020 l’avrà “elettrificata” con la versione ibrida plug-in che prevede un motore elettrico dedicato per le ruote posteriori da 80 kW, identico a quello
anteriore che si trova all’interno del cambio automatico a 8 rapporti accoppiato con il motore 1.6 a benzina da 200 cv per un totale di 300 cv e un’autonomia in elettrico di circa 50 km. La gamma attuale prevede il pluripremiato 3 cilindri 1.2 da 130 cv e l’1.6 da 181 cv, i diesel sono il 2 litri da 177 cv e l’1.5 da 130 cv della nostra prova, con cambio automatico a 8 rapporti fornito dalla giapponese Aisin. Tutti i motori sono turbo e ad iniezione diretta, hanno il filtro antiparticolato e quelli a gasolio anche l’SCR per i NOx. A richiesta, si può avere il Grip Control, che facilita la mobilità sui fondi scivolosi con diverse strategie selezionabili per il controllo di trazione, l’assistenza per affrontare le discese più pericolose a 3 km/h e gli pneumatici M+S. Notevole l’altezza da terra di 230 mm. Le sospensioni sono dotate di speciali tamponi idraulici di fine corsa derivati dalle competizioni che, in questo caso, migliorano il comfort secondo la migliore tradizione Citroën. Il comfort francese La Citroën C5 Aircross è un’auto paciosa e sicura, nata per viaggiare. Il motore offre prestazioni giuste (189 km/h, 0100 km/h in 11,9 s.) e dichiara consumi contenuti (4,3 litri/100 km pari 108 g/km
di CO2), ma il suo pregio migliore è la progressività, esaltata da un eccellente cambio automatico, pronto nella risposta e che consente di mantenere medie elevate a regimi ridotti. Il comfort è ulteriormente favorito dalla presenza dei cristalli laterali stratificati, da sospensioni capaci di isolare a dovere gli occupanti e da sedili che, oltre a facilitare l’accesso e l’uscita dalla vettura, risultano davvero comodi anche per i lunghi trasferimenti. Nonostante la sua morbidezza, la C5 Aircross ha però una tenuta di strada a tutta prova e anche i freni convincono per potenza e risposta. Aggiungi due posti Un Suv compatto e moderno è indispensabile per qualsiasi marchio e la nuova C5 Aircross può sicuramente giocare un ruolo importante perché ha la personalità tipica del brand e tante ragioni per farsi scegliere, prime fra tutte lo spazio, la sicurezza, la connettività e il comfort insieme a fattori economici fondamentali quali i costi di esercizio ridotti e la buona rivendibilità. Per questo è ideale per qualsiasi tipo di flotta: dai rent-a-car fino a parchi aziendali, anche quelli dove i dipendenti, per motivi di servizio, percorrono molti chilometri e nei fine settimana vogliono una vettura ideale anche per godersi la famiglia.
Citroën C5 Aircross 1.5 BlueHDi 130 cv EAT8 Shine DATI TECNICI
DATI PER IL FLEET MANAGER
DATI PER IL DRIVER
cilindrata 1.499 cc potenza 130 CV (96 kW) lungh./largh./alt. 4,50 x 1,84 x 1,67 m peso 1.430 kg accelerazione 0-100 km/h 11,8 s. velocità massima 189 km/h trazione anteriore cambio automatico 8 marce
CO2 108 g/km costo di esercizio al km (*) 0,35 euro consumo medio 4,3 l/100 km (NEDC) motori più flottabili: 1.2 130 cv diesel 1.5 130 cv con cambio manuale
sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2018) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 580-720-1.630 litri
(*) percorrenza annua 30.000 km
50 Carfleet n. 75 luglio 2019
di Gianpiero Bottino
Mercato
Il Rapporto Aniasa 2018 Come tutto lo scenario automobilistico, anche il mondo delle flotte attraversa una fase di quasi frenetica evoluzione in cui le classificazioni tradizionali assumono contorni sempre più sfumati per l'emergere di nuove formule come il car sharing e per l'accavallarsi di competenze un tempo nettamente separate. Gli operatori del noleggio a breve termine tendono a offrire soluzioni di più lungo respiro, il «rent to rent», cioè l'affitto di vetture dai «cugini» specializzati nel lungo termine (nato per soddisfare esigenze di carattere temporaneo come l'alta stagione turistica) sta diventando una prassi costante, e aumentano le
aziende che si attrezzano per offrire al cliente qualsiasi tipologia di noleggio, a prescindere dalla durata. Un «mare magnum» che risente – adeguandosi – della rivoluzione che sta ridisegnando il mondo automotive e che, al di là delle grandi sfide tecnologiche come la guida autonoma e la propulsione elettrica, deve affrontare anche il cambiamento culturale che vede i consumatori guardare all'automobile con un approccio diverso, sempre più spesso sensibile alla disponibilità piuttosto che alla proprietà del veicolo. Un trend che giustifica l'attenzione che il noleggio a lungo termine sta prestando alla clien-
tela privata, una fetta di mercato finora trascurata ma oggi accreditata di grandi potenzialità, con il conforto di numeri ancora limitati, ma in promettente e rapida crescita. È un'evoluzione che in prospettiva potrebbe mettere in discussione la rappresentatività della tradizionale suddivisione del mercato automobilistico nelle grandi macro-aree costituite dai privati, dal noleggio a breve termine, dalle flotte (comprensivi di acquisti diretti, leasing e noleggio a lungo temine) e dalla non trascurabile voce “case e concessionari” sotto la quale si celano i famigerati “chilometri zero” che qualcuno considera
Carfleet n. 75 luglio 2019
un'esecrabile forzatura, mentre per altri sono semplicemente un canale di vendita alternativo. Sono queste le voci, ulteriormente arricchite e affinate, che forniscono la base statistica al Rapporto Aniasa, la cartina di tornasole sullo stato di salute delle flotte con cui l'Associazione Nazionale dell'Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici, aderente a Confindustria, illustra annualmente la situazione e le prospettive del comparto. Nel quadro disegnato dalla 18a edizione del Rapporto presentata a Milano si nota l'alternanza di luci e ombre in un 2018 partito a passo di carica, con risultati del noleggio che nel primo semestre hanno toccato punte di crescita fino al 20% rispetto all'anno precedente, e una seconda parte dell'anno più problematica che ha influito negativamente sul dato finale di un mercato complessivo che dopo quattro anni di crescita ininterrotta ha chiuso in calo del 2,9% rispetto al 2017, soprattutto a causa del forte arretramento delle immatricolazioni a “case e concessionari” mentre i privati, pur con numeri diminuiti del 2%, hanno visto lievitare la loro quota di mercato dal 56,6 al 57,1%. In questo contesto che il presidente dell'Aniasa Massimiliano Archiapiatti ha definito “difficile da interpretare per l'in-
flusso sul business di cause esterne come le nuove procedure di omologazione Wltp, più realistiche delle precedenti Nedc, e la campagna anti-diesel che hanno imposto alle case un pesante rinnovo degli stock”, il mondo del noleggio ha confermato il tradizionale ruolo anticiclico nei momenti di difficoltà: su base annua, il fatturato nel 2018 è cresciuto del 10% a 6,858 miliardi di euro, la flotta circolante è passata da 977.000 a 1.092.000 veicoli (+11,8%) e le immatricolazioni del comparto hanno chiuso in positivo, seppure nella più contenuta
51
misura dello 0,4%. Se si passa dall'analisi cumulativa a quella specifica delle due grandi categorie del noleggio, che insieme rappresentano circa un quarto del mercato totale, si nota come il breve termine, con la sua flotta media di 130.000 veicoli, abbia consuntivato un fatturato di 1,2 miliardi di euro, in crescita dell'1,8% rispetto al risultato del 2017, imputabile soprattutto alla consistente impennata dei servizi accessori (+ 14,6%) che ha consentito di compensare ampiamente il calo del 2,5% del fatturato di base, ➔
penalizzato dalla riduzione dei prezzi, poiché il costo medio giornaliero del noleggio si è attestato nel 2018 a 33,8 euro contro i 34,8 dell'anno precedente. Ben diversi i numeri che quantificano il noleggio a lungo termine, la cui flotta di oltre 900.000 veicoli ha generato un fatturato di 5,5 miliardi di euro (+12% rispetto ai 4,9 del 2017) grazie a un parco clienti che per gli operatori associati ad Aniasa è rappresentato da 77.000 aziende e da 2.900 enti e istituzioni riferibili alla pubblica amministrazione. La principale novità – e la grande promessa – del settore è però rappresentata dalla progressiva apertura ai privati alla quale accennavamo all'inizio: il numero di coloro che – sprovvisti di partita Iva – hanno preferito il noleggio a medio-lungo termine, rinunciando alla classica proprietà dell'auto, è passato dai 25.000 contratti sottoscritti nel 2017 (quando questa pratica ha mosso i primi passi) ai 40.000 dell'anno successivo, con la prospettiva di chiudere il 2019 superando quota 50.000. A proposito del 2019, le prime rilevazioni parlano di una partenza positiva per quanto riguarda il giro d'affari complessivo, cresciuto nel corso del primo trimestre del 9% a 1,679 miliardi, ai quali fa riscontro un'evidente contrazione (14%) delle immatricolazioni scese nei tre mesi a 138.000 unità, con un calo più evidente (-19,7%) tra gli operatori del
breve termine, mentre nel caso del lungo termine la frenata è stata “solo” del 10,7%. Sono due facce della stessa medaglia che alla sensazione di un mercato sostanzialmente in salute (anche se tre mesi sono ovviamente pochi per trarne delle valutazioni definitive) affianca qualche motivo di preoccupazione legato soprattutto all'incertezza economica e politica che spinge la clientela del Nlt a rinviare le decisioni o a orientarsi verso la proroga dei contratti in essere in attesa che la situazione si chiarisca. Tra gli altri temi “caldi” affrontati dal presidente Archiapiatti c'è quello riguardante le tipologie di alimentazione coinvolte in uno scontro ideologico in cui i pregiudizi prevalgono su qualsiasi considerazione tecnica, un confronto che ripropone in chiave automobistica quella voglia di contrapposizione frontale che sembra pervadere – non solo in Italia – tutti gli aspetti della vita politica, economica e sociale. Una situazione che nei primi quattro mesi del 2019 ha visto le immatricolazioni italiane di vetture a gasolio scendere al 43,1% del totale perdendo – sia pure per soli due decimi di punto – una leadership durata quindici anni. Un trend quale il noleggio sembra astenersi, visto che nel 2018 ha immatricolato il 70% di veicoli a gasolio, un calo leggero rispetto a quello ben più consistente dei modelli a benzina. Del «vuoto» che
così si è creato hanno approfittato le alimentazioni alternative che con 33.000 acquisizioni hanno raggiunto nello specifico mercato il 7,5% di quota, raddoppiando il dato dell'anno precedente. Percentualmente spettacolare (+150%), ma numericamente ancora poco significativo il boom delle 2.800 auto elettriche immatricolate dalle società di noleggio vale il 60% delle nuove vetture a batteria consegnate in Italia lo scorso anno. Una velocità del tutto opposta è quella tenuta da un'altra formula di mobilità che, assieme alla “Digital automotive” dedicata alle problematiche dell'auto connessa, è appena entrata nelle «competenze» Aniasa: il car sharing. Con i suoi 33.000 utilizzatori quotidiani è una goccia nel mare della mobilità condivisa che ogni giorno fa viaggiare un milione di italiani, ma vanta consistenti tassi di crescita soprattutto nei grandi centri urbani. Lo evidenzia il Rapporto, rilevando che gli 11.870.000 noleggi effettuati nel 2018 equivalgono a un aumento del 26,5% rispetto all'anno precedente. Si tratta, come detto, di un'alternativa valida soprattutto nei maggiori centri urbani. Non a caso sono Milano e Roma a fare la parte del leone: nelle due metropoli si concentrano infatti 5.200 delle 6.600 vetture che compongono la flotta oggi in attività e l'81% degli oltre 1,8 milioni di italiani che si sono iscritti al servizio.
54 Carfleet n. 75 luglio 2019
di Nicola Desiderio
Prodotto
Jaguar I-Pace
Il silenzio del felino La I-Pace è la terza auto a ruote alte di Jaguar e la prima ad emissioni zero. Basata su una piattaforma specifica, è offerta con una sola variante di propulsione e di batteria: bimotore da 294 kW e accumulatore da 90 kWh. La IPace ha vinto i titoli di Auto dell’Anno e il World Car Awards, ovvero i più prestigiosi e autorevoli a livello mondiale. È costruita presso lo stabilimento Magna di Graz, in Austria, ed è offerta in tre allestimenti (S, SE e HSE) con prezzi che oscillano tra 82.460 e 96.760 euro. Lo stile elettrico La Jaguar I-Pace è un’auto innovativa, a cominciare dallo stile, caratterizzato da soluzioni e proporzioni che esprimono la diversa tecnologia di propulsione che ospita. In mancanza di un grosso motore a scoppio, il cofano è molto corto e il passo è molto lungo – 2,99 metri con una lunghezza di 4,68 metri – per dare spazio alla batteria alloggiata sul fondo della vettura. Enormi gli archi ruota, per ospitare pneumatici montati su cerchi da ben 22 pollici di diametro, e forte il
La prima elettrica del costruttore inglese è un crossover dallo stile avanzato e dalle grandi prestazioni che porta verso il futuro i valori tipici del Giaguaro, ovvero sportività ed eleganza, unendoli a quelli della sicurezza e soprattutto del rispetto ambientale. Il tutto vestito con uno stile che esprime appieno tutte le innovazioni contenute in uno tra i prodotti più interessanti del momento, destinato a rivolgersi ad un segmento molto piccolo, ma estremamente qualificato, del mercato flotte. contrasto creato tra il corpo sinuoso e la parte posteriore, caratterizzata viceversa dalla coda alta e squadrata e dal lunotto fortemente inclinato, come una coupé. Evidente la cura aerodinamica (cx di 0,29), attraverso l’altezza ridotta (1,56 metri), il condotto che convoglia l’aria dalla parte frontale sino alla base del parabrezza e soprattutto con le maniglie a scomparsa che rientrano automaticamente non appena la vettura supera i 10 km/h rendendo i fianchi perfettamente lisci.
Nuova eleganza La I-Pace ha un abitacolo davvero spazioso che mette a frutto le proporzioni del corpo vettura. Solo per la testa di chi sta dietro si vorrebbe qualche centimetro in più, ma per le gambe non c’è neppure il tunnel ad intralciare. Ampio il bagaglio, che va da 505 a 1.453 litri, abbattendo lo schienale 60/40, e c’è anche un piccolo vano sotto il cofano anteriore da 27 litri, utile per ospitare uno dei due cavi in dotazione: uno
per la presa domestica e l’altro con presa Scame per le wallbox e le colonnine pubbliche. Ottimale anche lo sfruttamento degli altri spazi: sotto il bracciolo anteriore è stato ricavato infatti un gavone da 10,5 litri mentre sotto la consolle a ponte c’è un vassoio piatto e uno scosceso per lo smartphone. Per la ricarica ci sono ben 3 prese da 12 Volt e 4 USB. Moderna, ma con un’impostazione classica, è la plancia con strumentazione digitale e un doppio schermo al centro: uno multifunzionale in basso, nascosto nel pannello nero lucido e affiancato da due manopole, e un altro formato cinema in alto per il sistema infotelematico che specchia dispositivi Android e iOs, provvisto di connessione permanente e aggiornabile over-theair. Ci si può collegare alla vettura anche in remoto attraverso lo smartphone per diverse funzioni come controllarne la posizione e programmare il processo di ricarica e la climatizzazione oppure, viceversa, interagire dalla vettura con la domotica della propria abitazione. Sportivo il posto di guida con volante a
calice, tre razze e andamento piuttosto verticale, e la visibilità posteriore condizionata dalla forma del lunotto, privo di tergi. Per fortuna ci sono retrocamera e sensori. Raffinata la scelta dei materiali con pelle, alluminio stampato, plastiche morbide e anche Alcantara che riveste tetto, montanti e alette parasole.
Ricca la dotazione di sicurezza che comprende tutti i più moderni dispositivi di assistenza alla guida i quali aiutano la I-Pace ad ottenere le 5 stelle EuroNCAP. In più, la britannica ha l’All Surface Progress Control, una sorta di cruise control che permette di partire e avanzare anche sui fondi più scivolosi.➔
56 Carfleet n. 75 luglio 2019
Catapulta ad emissioni zero La I-Pace si avvia con un pulsante sulla plancia e con un altro sulla console si innesta la marcia. Sfiorando l’acceleratore avanza a passo di una formica, ma appena si schiaccia, i due motori la catapultano in avanti. Il tempo di 4,8 secondi nello 0-100 è di per sé già impressionante, lo è molto di più l’esperienza diretta: gli occupanti sono letteralmente schiacciati sui sedili nei primi metri di accelerazione. Nella guida di tutti i giorni è meglio selezionare la modalità di guida Eco, in modo da rendere più umana la risposta all’acceleratore e aumentare l’autonomia effettiva che dipende molto dallo stile di guida e dal tipo di percorso. In media si fanno oltre 300 km, ma se si inserisce la modalità Dinamico e in autostrada si forza il ritmo, le percorrenze calano di molto. Il terreno migliore è ovviamente la città dove si può guidare con un solo pedale e utilizzare quello del freno solo per arrestare la vettura, oppure lasciare fare tutto al sistema di guida assistita. Il recupero di energia può essere regolato su due livelli e tiene conto dei dati che provengono dalla navigazione. La IPace ha un buon equilibrio dinamico, grazie anche alle raffinate sospensioni a controllo elettronico, ma è meglio guidarla in modo pulito per sentirla scorrere efficacemente tra una curva e l’altra. La
sua silenziosità assicura un comfort di ottimo livello e la sua ripresa fulminea è garanzia pressoché totale per operare sorpassi immediati e in sicurezza.
DATI TECNICI
DATI PER IL FLEET MANAGER
DATI PER IL DRIVER
cilindrata potenza 400 CV (294 kW) lungh./largh./alt. 4,68 x 2,00 x 1,56 m peso 2.208 kg accelerazione 0-100 km/h 4,8 s. velocità massima 200 km/h trazione integrale cambio automatico a rapporto singolo
CO2 0 g/km costo di esercizio al km (*) 0,65 euro consumo medio 22 kWh/100 km autonomia 470 km (WLTP) motori più flottabili: -
sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2018) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 505-1.453 litri
Nata con la batteria La I-Pace nasce su una piattaforma specifica e ha una scocca quasi interamente in alluminio dotata di una resistenza torsionale pari a 36.000 kN per grado, la migliore per una Jaguar grazie anche all’integrazione con la scatola che contiene la batteria sotto il pavimento della vettura e i cui 600 kg permettono di avere un baricentro particolarmente basso oltre che una perfetta ripartizione delle masse sui due assali. La batteria ha una capacità di 90 kWh, è composta da 432 celle agli ioni di litio del tipo a sacchetto (pouch) suddivise in 36 moduli e pesa oltre 600 kg. È raffreddata dalla stessa pompa di calore che provvede alla climatizzazione dell’abitacolo e la ricarica avviene attraverso la presa CCS combo che si trova dietro lo sportellino posizionato tra la portiera e il parafango anteriore sinistro. Con il caricatore di bordo da 7 kW, dalla rete domestica ci vogliono 13 ore per il pieno, 40 minuti per mettere dentro l’80% a 100 kW dalle colonnine a ricarica rapida. I motori sono due, uno per assale e perfettamente identici, e sono sincroni a magnete permanente per un totale di 294 kW e 696 Nm di coppia già allo spunto.
Elettrificazione premium L’auto elettrica può avere successo se, almeno per il momento, appartiene al segmento premium e ha le ruote alte. Lo dimostrano le mosse dei concorrenti di Jaguar, tutti intenzionati a iniziare la loro avventura nel terreno delle emissioni zero con un Suv per conquistare clienti e riguadagnare uno spazio per troppo tempo lasciato a Tesla. C’è inoltre l’esigenza di agire sulle emissioni proprio sui veicoli costituzionalmente meno efficienti e che possono essere proposti a prezzi elevati, dunque con la speranza di renderli profittevoli prima che in altri segmenti. Ad ogni modo, la I-Pace è un progetto coraggioso, a cominciare dallo stile, e si offre sul mercato delle flotte come l’auto per i dirigenti di grandi multinazionali, attente per policy ed immagine all’ambiente, o per coloro che, forti di un buon reddito e della possibilità di poter operare la ricarica a casa, possono compiere una scelta di campo chiara, preferibilmente attraverso una formula di approvvigionamento come il noleggio che riduce al massimo ogni rischio finanziario.
Jaguar I-Pace EV400 S
(*) percorrenza annua 30.000 km
Tempo libero
Auto storiche:
Asta Bolaffi di auto storiche
valanga di passione e affari L’immagine della vecchia Fiat Balilla che arranca in coda a una fila di auto storiche è archiviata da decenni: oggi l’auto storica non è più confinata all’oggetto del desiderio di pochi e raffinati cultori del passato. È una passione che coinvolge piccoli e grandi accumulatori seriali, con ampie possibilità di sfogo che vanno dalle più importanti gare di regolarità come la Mille Miglia (un evento che a maggio fa scendere lungo le strade d’Italia milioni di appassionati tifosi) e i concorsi d’eleganza internazionali (il più prestigioso è il Villa d’Este sul lago di Como) ai raduni di marca e modello che affollano i weekend durante la bella stagione. Potenzialmente il mercato è immenso: un’auto è storica al compimento del trentesimo anno d’età, ma già dopo 20 anni alcuni modelli (e non soltanto le supercar di grande valore: sono le cosiddette “youngtimer”) entrano nel mirino dei collezionisti. In Italia sono 10 milioni le auto che, dal punto di vista anagrafico, possono aspirare allo status di storica. E i collezionisti censiti dall’ASI, Automotoclub Storico Italiano, il massimo organo preposto alla certificazione e alla tutela dei veicoli da collezione) sono oltre 150.000, cui si ag-
L’auto non è soltanto uno strumento di lavoro: è anche un bene da investimento e divertimento. Un settore che muove ogni anno 2 miliardi di euro in Italia. giungono almeno altrettanti appassionati che rimangono ai margini dell’associazionismo ufficiale, ma spesso fanno vita di club inseriti in sodalizi dedicati a modelli particolari. Tutt’attorno ruota un volume d’affari che, secondo le analisi più recenti, muove un indotto di un paio di miliardi all’anno, comprendendo le transazioni, il restauro fai da te, l’attività delle officine e delle carrozzerie specializzate, i mercatini di vendita dei ricambi e le aste. Affari per tutti Il mondo delle auto storiche offre opportunità di business per tutte le tasche: a partire dalle Ferrari d’epoca, la punta di diamante del collezionismo internazionale (il modello più prestigioso, la 250 GTO del 1962-64, 36 esemplari costruiti
e il palmarès di auto imbattibile in gara è l’auto più cara del mondo, con una valutazione certificata di oltre 40 milioni di euro), ma anche una più modesta Volkswagen Golf GTI prima serie (197678) con cambio a 4 marce spunta quotazioni di tutto rispetto, oltre i 20.000 euro, ed è pressoché introvabile. Il fenomeno del collezionismo di auto nasce alla fine degli anni Sessanta, ma ingrossa le fila a partire dagli anni Ottanta. Da allora, è un crescendo senza limiti, un fiume carsico che nemmeno leggi fiscali e ambientali restrittive riescono ad arginare. Nonostante il superbollo sulle auto con potenza superiore ai 185 kW, la cancellazione dell’esenzione dal pagamento del bollo per le ultraventenni (poi ripristinata al 50%, a patto che il veicolo sia iscritto ai registri storici e dotato di certificazione di storicità riportata sulla carta di circolazione), i limiti di circolazione per le auto Euro 0, la passione non arretra di un millimetro, e i valori di mercato sono in costante crescita, in tutti i segmenti di mercato. Anzi: l’auto storica è diventata in assoluto il bene rifugio che consente, nel medio e lungo periodo, di guadagnare di più. A patto di scegliere con oculatezza, naturalmente. ➔
di Marco Di Pietro
Careet n. 75 luglio 2019
Stand Lamborghini alla Fiera di Padova
Mille Miglia 2019
59
Concorso eleganza Villa d’Este
Valori indicizzati Lo provano gli analisti specializzati in questo mercato, che basano le proprie indagini sul monitoraggio dei risultati delle vendite all’incanto. K500, per esempio, è l’indice di riferimento del mercato, una vera e propria borsa ufficiale dell’auto storica che analizza l’andamento del mercato dei 500 modelli storici da collezione più importanti. Accanto alle più prestigiose Ferrari, Lamborghini, Alfa Romeo, Porsche, Mercedes, Bentley, Aston Martin e Bugatti, al top del mercato, prende in considerazione anche modelli più popolari come l’Alfa Romeo Spider “Duetto”, la microvettura BMW Isetta, la Citroen DS, la Fiat Panda 4x4 e la Lancia Fulvia HF. L’indice, su una scala da 0 a 100, illustra quanto si è rivalutato ogni modello e, mettendo sullo stesso piano modelli di maggior prestigio e popolari, indica
quali sono gli investimenti migliori e peggiori. Se una Fiat 500 ha, per esempio, un indice 15, una Ferrari 250 GT Lusso del 1963 raggiunge i 73 punti, una Alpine A110 degli anni Settanta i 50 punti. In cima alla graduatoria, naturalmente, la Ferrari 250 GTO, che raggiunge i 97 punti. Accanto all’indice, altre analisi statistiche calcolano l’apprezzamento di ogni singolo modello e di ciascun segmento di mercato, partendo da una base 100 stabilita nell’anno 1994. Il segmento di maggior rivalutazione, per esempio, è quello delle Ferrari prodotte tra il 1958 e il 1973: il suo attuale punteggio è di 758,93, il che significa che il loro valore medio è cresciuto di oltre 7,5 volte in 25 anni. Appena al di sotto le Ferrari ante1958: 749,29 punti. Non molto distanti le Porsche: 708,92. Ultime in graduatoria le cosiddette “affordable classics”:
242,41 punti. Comunque un investimento adeguato. Attenzione: in questo caso di parla di medie di mercato. Se poi si analizza l’andamento del singolo modello, le sorprese (positive) sono numerose, anche in ambito “starter classic” (le auto da collezione con cui iniziare). Mercato anche popolare Del resto che le auto da collezione siano un investimento di soddisfazione, lo si vede anche spulciando gli annunci sul web: la già citata Golf GTI prima serie fino a pochi anni fa si acquistava, se perfetta, attorno ai 5.000 euro. Oggi non basta 4 volte tanto. Identico destino per le popolari, tra gli Alfisti (una delle schiere più numerose tra gli appassionati, veri e propri “integralisti” del collezionismo), spopolano le Alfa Romeo 75: se fino a poco tempo fa si acquistavano a peso, strappandole letteralmente dalla rottamazione, oggi spuntano cifre apprezzabili: le rare 1.8 Turbo e, più ancora, le 3.0 V6 America veleggiano a tutto spiano verso i 15.000 euro. Quali sono gli elementi che concorrono a innalzare il valore di mercato? Al primo posto, naturalmente, la rarità (quindi i volumi di produzione limitati); al secondo la storia del modello, in particolare se ha avuto un successo commerciale importante o ha avuto trascorsi sportivi di rilievo. Seguono la tipologia di carrozzeria (se sportiva, vale di più, quindi la scala dei valori è: cabriolet/spider, coupé/berlinetta, e poi tutte le altre), la motorizzazione (la potenza è un fattore determinante, in genere). Ovviamente anche il brand ha una sua importanza, così come avviene se l’auto è stata disegnata o costruita da un carrozziere di chiara fama.
62 Carfleet n. 75 luglio 2019
di Mauro Manzoni
La corsa dei numeri La struttura del Mercato Italia Nel mese di maggio le immatricolazioni di autovetture hanno fatto registrare una diminuzione dell’1,5% (circa 3.000 unità in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Nei primi cinque mesi dell’anno le vetture immatricolate hanno raggiunto le 913.120 unità, quasi 40.000 in meno rispetto a maggio 2018, con una flessione del 4,1 per cento. In termini di utilizzatore la flessione ha interessato il settore delle società (-15,4%) e quello privato (-7,6%) mentre si è avuta una performance positiva nel settore del noleggio, che con un incremento di più di 10.000 vetture rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ha evidenziato un incremento del 22,1%.
Nota: in relazione alle quote %, a causa dell'arrotondamento dei decimali, il totale potrebbe non essere uguale a 100. Mercato Italia
elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE MAGGIO
GENNAIO-MAGGIO
QUOTE % MAGGIO
VAR. %
UTILIZZATORE
QUOTE % GEN-MAG
VAR. %
2019
2018
2019
2018
2019
2018
2019
2018
Privati
104.661
113.219
-7,6
516.190
508.590
1,5
52,9
56,4
56,5
53,4
Noleggio
62.289
51.020
22,1
255.434
258.325
-1,1
31,5
25,4
28,0
27,1
Società
30.926
36.576
-15,4
141.496
185.651
-23,8
15,6
18,2
15,5
19,5
Totale
197.876
200.815
-1,5
913.120
952.566
-4,1
100,0
100,0
100,0
100,0
Mercato per alimentazione Sul fronte delle alimentazioni maggio conferma la forte discesa del diesel (quasi un quinto dei volumi totali), la cui quota scende al 41,8%, perdendo dieci punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A livello cumulato le immatricolazioni di questa tipologia di alimentazione flettono del 24%. Della flessione del diesel continua a beneficiarne la benzina, che nel mese di maggio cresce del 22,5% e sale a una quota del 43,7%, analogo valore a quello del cumulato gennaio-maggio (43,4%). Proseguono il trend in forte crescita anche le ibride (+34,7%), raggiungendo una quota del 5,4% di quota e una rappresentatività del 5,3% nel cumulato gennaio-maggio. Buona performance anche delle vetture elettriche, che quasi raddoppiano i volumi immatricolati, salendo allo 0,6% sul mercato totale mentre evidenzia un forte calo il metano che si ferma all’1,9% nel mese e all’1,5% nel cumulato. Mercato Italia Alimentazione
Nota: in relazione alle quote %, a causa dell'arrotondamento dei decimali, il totale potrebbe non essere uguale a 100. elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE
MAGGIO
GENNAIO-MAGGIO
ALIMENTAZIONE
VAR. %
QUOTE % MAGGIO
QUOTE % GEN-MAG
VAR. %
2019
2018
2019
2018
2019
2018
2019
2018
Diesel
82.810
103.802
-20,2
391.073
515.515
-24,1
41,8
51,7
42,8
54,1
Benzina
86.487
70.626
22,5
396.167
319.627
23,9
43,7
35,2
43,4
33,6
Gpl
13.016
12.383
5,1
60.583
57.337
5,7
6,6
6,2
6,6
6,0
Ibride
10.597
7.867
34,7
48.465
36.565
32,5
5,4
3,9
5,3
3,8
ibride elettriche
10.177
7.555
34,7
46.497
35.140
32,3
5,1
3,8
5,1
3,7
420
312
34,6
1.968
1.425
38,1
0,2
0,2
0,2
0,1
Metano
3.798
5.528
-31,3
13.307
21.711
-38,7
1,9
2,8
1,5
2,3
Elettriche
1.167
609
91,6
3.518
1.811
94,3
0,6
0,3
0,4
0,2
Idrogeno
1
0
-
7
0
-
0,0
0,0
0,0
0,0
197.876
200.815
-1,5
913.120
952.566
-4,1
100,0
100,0
100,0
100,0
ibride elettriche plug-in
Totale
Emissioni Si registra a maggio un ulteriore incremento del dato relativo alle emissioni di CO2: la media ponderata del mese fa registrare, nei confronti dello stesso periodo del 2018, un aumento del 5,4 per cento, attestandosi a 118,9 g/km. Su base annuale l’incremento risulta pari al 6,5 per cento.
Mercato Italia Emissioni
elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE MAGGIO
GENNAIO-MAGGIO
EMISSIONI CO2 (G/KM)
Media ponderata
VAR. % 2019
2018
118,9
112,8
5,4
VAR. % 2019
2018
120,2
112,9
6,5
Carfleet n. 75 luglio 2019
63
Le quote del noleggio Per le immatricolazioni a noleggio il mese di maggio ha visto un incremento del 22,1% (circa 11.000 vetture in più), con risultati molto positivi sia del breve termine (+35,6%) che del lungo termine (+18,1%); al contrario si assiste a significativa contrazione delle altre tipologie di noleggio (ossia quello effettuato da concessionari e dalle case costruttrici). Sul totale mercato, nel mese di maggio, questo canale di vendita fa registrare un incremento importante, andando a costituite una quota del mercato totale di quasi un terzo (era di circa un quarto a maggio del 2018) mentre, a livello cumulato, si mantiene abbastanza stabile, intorno al 28%.
(*) autoimmatricolazioni uso noleggio effettuate da Concessionari e Case auto Mercato Italia quote noleggio
elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE
MAGGIO
GENNAIO-MAGGIO
QUOTE % MAGGIO
VAR. %
UTILIZZATORE 2019
2018
Noleggio
62.289
51.020
breve termine
25.446
18.766
lungo termine
33.300
altri noleggi*
3.543
QUOTE % GEN-MAG
VAR. % 2019
2018
2019
2018
22,1
255.434
258.325
2019
-1,1
31,5
25,4
28,0
35,6
103.087
101.240
28.193
18,1
135.776
4.061
-12,8
16.571
2018
27,1
1,8
12,9
9,3
11,3
10,6
139.404
-2,6
16,8
14,0
14,9
14,6
17.681
-6,3
1,8
2,0
1,8
1,9
Immatricolazioni di vetture a noleggio per alimentazione La distribuzione delle auto a noleggio per tipologia di alimentazione vede la conferma del diesel come la tipologia più apprezzata, anche se continua a perdere punti percentuali significativi, passando da quasi il 70 per cento del 2018 al 58 per cento dell’anno in corso. Di conseguenza si riscontra un ulteriore un aumento dei veicoli a benzina la cui quota passa dal 25,0 per cento al 35,5 per cento e dei veicoli ad alimentazione ibrida (4.683 unità) che vedono la propria quota guadagnare un punto percentuale rispetto al periodo gennaiomaggio dell’anno precedente. Dall’incrocio dei dati emerge come siano presi a noleggio circa il 38 per cento dei veicoli alimentati a diesel, poco meno di un quarto delle vetture alimentate a benzina e circa il 35 per cento di quelle elettriche. Immatricolazioni di vetture a noleggio per alimentazione ALIMENTAZIONE
GEN-MAG 2019
%
elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE
SHARE SUL MERCATO TOTALE PER ALIMENTAZIONE
GEN-MAG 2018
%
VAR. % 2019-2018
Diesel
147.451
57,7
37,7
179.712
69,6
-18,0
Benzina
90.767
35,5
22,9
64.508
25,0
40,7
Ibride
9.615
3,8
19,8
7.389
2,9
30,1
Gpl
4.683
1,8
7,7
4.116
1,6
13,8
Metano
1.698
0,7
12,8
1.720
0,7
-1,3
Elettriche
1.219
0,5
34,7
879
0,3
38,7
255.433
100,0
258.324
100,0
-1,1
Totale
Immatricolazioni di vetture a noleggio Top 10 Nonostante si confermino ai primi due posti della ranking Top 10 due vetture del gruppo FCA, con in testa sempre la PANDA, con una quota del 7,5 per cento (in aumento di un punto percentuale) e in seconda posizione la FIAT 500, la terza posizione diviene appannaggio della Renault Clio (era in nona posizione nello stesso periodo del 2018), a scapito della FIAT Tipo che dalla seconda posizione scende alla settima. Escono dalla Top 10 la Ford Fiesta e la Citroen C3, sostituite dalla Lancia Ypsilon (quarta posizione) e dalla Jeep Renegade (ottava posizione). Immatricolazioni di vetture a noleggio - TOP 10 N.
MARCA
MODELLO
elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE
GEN-MAG 2019
PESO %
N.
MARCA
MODELLO
GEN-MAG 2018
PESO %
16.944
6,56
1
FIAT
PANDA
19.201
7,52
1
FIAT
PANDA
2
FIAT
500
10.278
4,02
2
FIAT
TIPO
10.241
3,96
3
RENAULT
CLIO
9.959
3,90
3
FIAT
500
10.029
3,88
4
LANCIA
YPSILON
9.892
3,87
4
FIAT
500X
8.662
3,35
5
FIAT
500L
9.804
3,84
5
FIAT
500L
7.380
2,86
6
FIAT
500X
9.064
3,55
6
FORD
FIESTA
6.937
2,69
7
FIAT
TIPO
8.070
3,16
7
CITROEN
C3
6.401
2,48
8
JEEP
RENEGADE
7.746
3,03
8
VOLKSWAGEN GOLF
6.287
2,43
9
NISSAN
QASHQAI
6.245
2,44
9
RENAULT
CLIO
6.232
2,41
10
VOLKSWAGEN GOLF
5.649
2,21
10
NISSAN
QASHQAI
5.726
2,22
255.433
100,00
258.324
100,00
TOTALE
64 Carfleet n. 75 luglio 2019
di Valentina Carrabino
What’s next? CANCRO 22 giu - 22 lug
IL FAVORITO
E’ arrivato per te il momento in cui dimostrare ciò di cui sei capace e prendere in mano le redini della tua vita. Lascia le delusioni e le amarezze ai tempi andati e apri gli occhi e i sensi per percepire la tua forza: ti sentirai meno esposto e più sicuro and I'll see you on the dark side of the moon
Oroscopo luglio-settembre 2019
ARIETE 21 mar - 20 apr
TORO 21 apr - 20 mag
GEMELLI 21 mag - 21 giu
Grazie ai benefici influssi di Marte l’anno è iniziato a tutta velocità. Dopo i primi 6 mesi in corsa, il periodo estivo ti vedrà più riflessivo: immagina di fluttuare nello spazio e mentre osservi il cielo scoprirai con stupore quanto sono peculiari certe stelle. Ground Control to Major Tom, Commencing countdown, engines on
La vita sul pianeta rosso non è così facile: tra violente tempeste di sabbia e fortissimi venti, ti risulta difficile mantenere una direzione e fare fede ai tuoi propositi. Piuttosto che rimettere tutto in discussione, ti suggeriamo di trovare riparo e mettere radici, to the seat with the clearest view
Spingendoci oltre Marte, prima di arrivare a Giove, troviamo la fascia degli asteroidi, una regione di Spazio piena di piccoli oggetti rocciosi di forma irregolare. E allo stesso modo, proprio a certi dettagli rivolgerai la tua attenzione per scoprire che la mancanza di regolarità sa offrire opportunità e soddisfazioni che non ti aspettavi.
CANCRO 22 giu - 22 lug
LEONE 23 lug - 23 ago
VERGINE 24 ago - 22 set
Sei percepito come una splendente cometa che brilla con una lunga "coda" luminosa, ma, alla minima distanza dal Sole, le comete perdono una quantità d'acqua pari a quella contenuta in una piscina olimpionica ogni mezz’ora. Attenzione dunque a non avvicinarti troppo alle fonti di calore, nonostante la forte attrazione che provi.
Urano, tra i pianeti gassosi, si trova a una tale distanza dal Sole che per completare un'orbita intorno a esso impiega 84 anni. Allo stesso modo, anche tu in questi mesi di vacanza, potrai concentrarti sul rafforzamento delle relazioni esistenti, dedicandogli il giusto tempo. You know the night time, darling, it’s the right time
BILANCIA 23 set - 22 ott
SCORPIONE 23 ott - 22 nov
SAGITTARIO 23 nov - 21 dic
Pur essendo oltre 700 volte più grande della Terra, Saturno è un colosso di gas e pesa appena 95 volte più del nostro pianeta. È talmente poco denso che, buttato in acqua, galleggerebbe. Anche il tuo quadro astrale riserva simili sorprese: senti il peso di stress e scadenze mentre tutto procede bene e sono anche previsti successi e miglioramenti. Non ti resta che lasciarti andare floating in a most peculiar way
Procediamo nell'esplorazione dei luoghi più remoti del sistema planetario e incontriamo Nettuno e i suoi 13 satelliti, il più grande dei quali è Tritone che prende il nome dalle divinità marine minori della mitologia greca, ma a differenza degli altri è l’unico irregolare. Proprio come il tuo umore in questa fase di ascolto interiore che devi assecondare senza preoccuparti di nulla.
Quando il Polo Nord è diretto verso il Sole, è estate nei paesi dell'emisfero nord, e viceversa. La propensione a questa tipologia di approccio sarà la tua carta vincente per questo trimestre. Nulla è in un modo solo e ti basterà cambiare la prospettiva per esplorare nuovi punti di vista. Buona scoperta! I need perspective 'cause I'm facing the wall
CAPRICORNO 22 dic - 20 gen
ACQUARIO 21 gen - 19 feb
PESCI 20 feb - 20 mar
Sei in una magnifica fase di grande energia che porta forza e rinnovamento, così potente da trascinare anche chi ti sta intorno. Peccato però che, come la luce delle galassie più remote e antiche dell'Universo impiega milioni di anni a raggiungerci, nessuno ti sarà riconoscente nel presente per questo incredibile dono energetico. Flying through the galaxy with supernova energy
Se fai bene attenzione, la vedrai brillare come la prima stella della sera, poco dopo il tramonto. È l'oggetto più luminoso nel cielo notturno dopo la Luna. Stiamo parlando di Venere che riflette la luce solare. E tu che sei ricco di luce interiore, sai riconoscere chi irradia luce naturale da chi semplicemente la riflette. The lunatic is on the grass
Plutone, chiamato dagli esperti "pianeta nano" perché è addirittura più piccolo della nostra Luna, è stato classificato anche come satellite. In questo periodo anche tu affronterai una crisi di identità simile, che solo dopo alcune difficoltà, ti vedrà riconosciuto il giusto status. Excuse me but I just have to explode
il favorito della stagione