CarFleet Speciale Volvo

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SPECIALE VOLVO

SUPPLEMENTO AL N.40 GIUGNO 2011 PERIODICO TRIMESTRALE 6,00 EURO

VOLVO V60 UNA FAMILIARE TUTTA DA VIVERE E DA GUIDARE

UOMINI CHE ODIANO LE MACCHINE Chi è il cliente Volvo?

LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA La vision e i progetti di Volvo

VOLVO V60 PLUG-IN HYBRID Il gasolio prende la scossa

LE CANZONI NASCONO IN MACCHINA Le Emozioni di Mogol

IL LUSSO SECONDO MILITO Intervista a Diego Milito

DRIVe, IL FUTURO COMINCIA DALL’ULTIMA LETTERA Ecologia, Economia, Efficienza

VOLVO XC60 La Sicurezza a ruote alte

QUANDO VIAGGIO PENSO La parola a Beppe Severgnini



EDITORIALE

( TU CHIAMALE SE VUOI )

EMOZIONI Sono lieto di introdurre Volvo nel primo speciale di questo nuovo corso di CarFleet, che ha visto un rinnovamento nella grafica e nei contenuti che tutti i lettori stanno apprezzando. È nostro intendimento portare il nuovo spirito della rivista anche nei numeri monografici, quelli dedicati alle Case automobilistiche nostre partner. Vogliamo far emergere – unitamente all’offerta di prodotti e servizi – la filosofia che anima le aziende e le persone che la rappresentano. A questo riguardo, non posso non riconoscere che Volvo è una azienda che dedica una speciale attenzione e cura ai propri clienti, non solo nel servizio ma anche nell’ideazione dei prodotti e delle loro caratteristiche – mettendo la Sicurezza avanti ad ogni altra cosa. È la stessa filosofia che anima il rapporto di LeasePlan con i suoi clienti, ulteriormente affermata da quando abbiamo introdotto GreenPlan, l’unica soluzione di mobilità sostenibile globale per le flotte, confermando con entusiasmo di voler guidare insieme lo sviluppo futuro del nostro mercato. In questo “speciale Volvo” abbiamo voluto raccontare, oltre alle auto, la storia della Casa che proprio recentemente è stata premiata dai concessionari italiani, che hanno indicato Volvo come il mandato di maggior soddisfazione tra tutti i brand operanti nel nostro Paese. Buona lettura, e buon viaggio. Jaromír Hájek amministratore delegato di LeasePlan Italia

È un grande piacere per noi di Volvo presentare questo numero speciale di CarFleet, dedicato ai nostri clienti delle flotte. Volvo è stata tra le prime Case a interpretare il rapporto con il noleggio a lungo termine all’insegna della collaborazione. Quando negli anni ’90 molte Case ancora guardavano ai noleggiatori come un’alternativa alle proprie reti, già Volvo beneficiava dei risultati di una partnership consolidata, che per LeasePlan – sono orgoglioso di ricordarlo qui – è addirittura da primato europeo. Non voglio abusare dell’attenzione dei lettori per raccontare i contenuti innovativi delle nostre auto, specialmente in termini di Sicurezza, ma sono personalmente convinto che le nuove tecnologie siano importanti quando sono fruibili per i nostri clienti. Infatti, la caratteristica di Volvo – ciò per cui vogliamo distinguerci da tutti gli altri – è la convinzione che al centro delle attenzioni debba esserci l’uomo, non la macchina. Una flotta richiede tanta tecnologia non solo nel prodotto ma anche nei servizi, e questa riusciamo a garantirla ai nostri clienti nel modo migliore attraverso la collaborazione con i nostri partner, che aggiunge valore proprio dove termina il nostro. Buon viaggio, con Volvo. Michele Crisci amministratore delegato di Volvo Italia

CARFLEET SPECIALE VOLVO | GIUGNO 2011

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SOMMARIO

SPECIALE VOLVO EDITORE LEASEPLAN ITALIA Spa Viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707815 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it/press/carfleet.php DIRETTORE EDITORIALE Jaromír Hájek DIRETTORE RESPONSABILE Mauro Manzoni DIRETTORE SCIENTIFICO Pier Luigi del Viscovo ART DIRECTOR Indro Uttinacci HANNO COLLABORATO Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Gerardo Di Lecce Aldo Meccano Alessandro Palumbo Paolo Schembri Alessia Seri

GIUGNO 2011

PROVE SU STRADA a cura di Nicola Desiderio

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UOMINI CHE ODIANO LE MACCHINE Chi è il cliente Volvo?

PUBBLICITÀ GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it

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LE CANZONI NASCONO IN MACCHINA Le Emozioni di Mogol

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VOLVO V60 Una familiare tutta da vivere e da guidare

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LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA La vision e i progetti di Volvo

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IL LUSSO SECONDO MILITO Intervista a Diego Milito

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VOLVO XC60 La Sicurezza a ruote alte

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VOLVO V60 PLUG-IN HYBRID Il gasolio prende la scossa

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DRIVe, IL FUTURO COMINCIA DALL’ULTIMA LETTERA Ecologia, Economia, Efficienza

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QUANDO VIAGGIO PENSO La parola a Beppe Severgnini

STAMPA Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 TIRATURA: 15.000 COPIE

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CLIENTE VOLVO

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di Pier Luigi del Viscovo

CLIENTE VOLVO

UOMINI CHE ODIANO LE MACCHINE N

o, chi guida una Volvo non odia le macchine. Forse non le ama, ma le apprezza e da loro si fa accudire, accogliere, ospitare e proteggere, in tutte le condizioni di viaggio, anche le più difficili e impegnative: quelle con i bambini, per intenderci. Insomma, certamente non le odia. Non gli dedica un sentimento così forte, intenso, umano. Già, umano. Chi guida una Volvo ha ben chiara la linea di demarcazione: le donne e gli uomini sono una cosa, le macchine un’altra. Non è che le macchine non gli interessino o non gli piacciano, ma le persone sono ben altro. Le macchine ti servono, le persone sono la vita vera. Una Volvo non te la godi da solo, perché da solo sei solo, c’è poco da godere. Una Volvo è l’ideale per stare con un’altra persona. Per vivere un momento di vita umana, relazionale: uomini e donne con uomini e donne. La macchina ti porta, vi porta, insieme, mentre ve la spassate, insieme. Chi guida una Volvo ha una così alta concezione di sé da non immaginare nemmeno di mischiare i sentimenti con gli oggetti. In un certo senso, è un po’ snob. Si ritiene superiore, eticamente e civicamente superiore. Nel traffico tende a rispettare gli altri, non parcheggia nei posti riservati ai portatori di handicap, va più piano quando ha bimbi a bordo. Beh, mica solo chi guida una Volvo? Sì, ma a loro piace pensare che siano i soli. Soli o in compagnia, non è questo il punto. Il punto è che ogni macchina viene scelta anche per quello che rappresenta. La grande qualità riconosciuta alle tedesche, quando associata alla sportività, quando al comfort e al prestigio. Attributi importanti delle auto, che le posizionano a un prezzo esclusivo, che non tutti possono permettersi di pagare. Distinguersi per censo. Oggi più che mai sembra appagante. Per molti, tra i pochi che possono. Per molti, ma non per tutti. Un po’ volgare? In effetti. Come negarlo? E allora? Allora scegli una Volvo. Non per UNA sua qualità, bensì per LE sue qualità. Tra queste sai che c’è il più avanzato livello di protezione e Sicurezza possibile, ma quasi non ci pensi, lo dai per scontato. Volvo è “for life”. La tua Volvo è “for your life”. Sai anche che durerà nel tempo, grazie alla prima scelta dei suoi materiali. Eccome, se lo sai! Ma scegliere un’auto è sempre anche una fatto di emozioni, un po’ “friccicarella”. Quando scegli una Volvo l’emozione la trovi in te stesso, nel pensiero che tu, proprio tu, sarai alla guida di una Volvo. Perché lo sai (e sai che anche gli altri lo sanno – non tutti, magari, ma quelli che ti interessano sì). Sai che guidare una Volvo non significa avere qualcosa di più, quanto piuttosto essere in certo modo diversi. Distinguersi non per censo, ma per qualità umana. Molte auto sono diventate delle icone. Tra queste, senz’altro la Volvo station wagon, da un certo punto in poi detta Polar. All’inizio era la 245, non era un’icona, ma piaceva a persone speciali, che volevano lo spazio per muoversi in tanti, stando insieme. Poi quella SW si rinnovò e divenne la 940 SW. Ma quella gente speciale continuava a volere la 245, che nel frattempo era diventata sì un’icona. Un’icona di nome Polar, che continuava a vendere. Passarono gli anni, la 940 lasciò il posto alla 850 SW. E anche la 245 Polar fece un passo in avanti, prendendo le forme della 940, ma chiamandosi sempre Polar. Poi anche la 850 SW si rinnovò, divenendo la V70. Un successo senza precedenti, forse il culmine del periodo delle station wagon. Eppure c’erano sempre quelli lì, quelli un po’ diversi, che chiedevano il modello di prima, la 850 SW, che assunse il nome di Polar a sua volta. Insomma, usciva la macchina nuova, ma c’erano alcuni clienti che volevano la vecchia. Che gente! Di fronte al nuovo, alle forme più attuali, preferiscono il classico. Evidentemente quelle forme classiche, a cui si sono abituati, non gli dispiacciono. Non sempre tutto quello che abbiamo va sostituito. Come dicono gli americani, if it’s not broken, don’t fix it. Magari sono convinti che quello che hanno va bene. Sono così snob che forse ritengono che conservando la macchina di ciò che sono stati, essi stessi continuano ad essere. Si piacciono così tanto che non vogliono cambiare. Le macchine non le odiano. Ma loro si amano.

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di Alessandro Palumbo

INTERVISTA

E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me ma nella mente tua non c'è Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni… Emozioni (Battisti-Mogol)

LE CANZONI NASCONO IN MACCHINA Abbiamo intervistato Mogol proprio nel momento in cui ritirava la sua Volvo XC 60 bianca appena acquistata Mogol, quindi ha comprato una Volvo? Questa è la seconda Volvo che compro. La prima l’ho comprata diversi anni fa, era un’ottima macchina e mi ha lasciato un ottimo ricordo. Adesso ho visto questa XC60 che è molto bella, è comoda e so che è molto sicura. La Sicurezza peraltro è una caratteristica tipica di Volvo. Per una persona come me, che va in montagna, avere una macchina sicura é molto importante; poi il fatto che questa macchina sia un SUV, la rende piacevole e comoda. La cosa fondamentale per lei è che si faccia spiegare bene come funziona la radio per ascoltare la musica? Sì, anche se in generale non ascolto tantissima musica. Ah, lei non ascolta molta musica? No, non ascolto molta musica perché non ho tanto tempo. Quando ho tempo disponibile preferisco trascorrerlo con i miei hobby, costruendo e facendo sport. Quindi ascolto musica principalmente in macchina mentre guido metto dei bei CD.

Le è capitato di scrivere canzoni in macchina? Certo, mi è anche capitato di scrivere diverse canzoni in macchina. Per esempio quella che fa “…io lavoro e penso a te…” oppure Arcobaleno. E anche la seconda metà di Emozioni l’ho scritta in macchina; ero con i miei bambini e non potevo fermarmi per scriverla, così la canticchiavo a mente e non appena sono arrivato in casa sono andato

in camera dei miei bambini, mi sono buttato sul letto e mi sono messo a scriverla su di un pezzo di carta.

NOME: COGNOME: PSEUDONIMO: CLASSE: PROFESSIONE: MIGLIOR SUCCESSO: SEGNI PARTICOLARI:

Anche in questa macchina potrebbe nascere qualcosa? Speriamo che nasca qualcosa.

Giulio Rapetti Mogol ‘36 paroliere “Emozioni” scritta con Battisti ha una VOLVO XC60

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di Nicola Desiderio

GAMMA PRODOTTI

VOLVO V60 UNA FAMILIARE TUTTA DA VIVERE E DA GUIDARE La nuova station wagon svedese ribadisce i valori di razionalità e Sicurezza in uno stile più dinamico, motori efficienti dotati di grandi prestazioni e con contenuti tecnologici assoluti come il Pedestrian Detection, il primo dispositivo al mondo che evita l’impatto con i pedoni fino a 35 km/h

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na station wagon sicura, dinamica e soprattutto Volvo. È la carta d’identità della nuova V60, versione con il portellone della S60 che rinnova la tradizione della Casa di Goteborg per le vetture familiari aggiungendo uno spiccato accento sportivo. La V60 è lunga 4.628 mm, ha linee filanti e appare forte e atletica sommando motori prestanti ed efficienti a contenuti tecnologici assoluti in materia di protezione e prevenzione degli incidenti. La station wagon svedese è infatti la prima auto al mondo a essere equipaggiata del Pedestrian Detection, un sistema che, grazie a un sensore radar frontale e a una speciale telecamera, ri-

Con la V60 la tradizione Volvo per le station wagon diventa sportiva

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conosce la presenza di un pedone e frena al massimo la vettura riuscendo ad evitare l’impatto fino a 35 km/h o a ridurne almeno i danni a velocità superiori. Il sistema completa il già noto City Safety, introdotto per la prima volta sulla XC60, che evita i micro tamponamenti fino a 30 km/h, e rappresenta un ulteriore contributo di Volvo alla storia della Sicurezza in auto e alla lista di dispositivi presenti sulla V60 tra i quali c’è anche il Child Booster, grazie al quale la seduta del sedile posteriore può essere regolata su due altezze diverse per proteggere al meglio i bambini senza bisogno di montare i seggiolini da 15 fino a 36 kg.


La V60 se la cava al meglio anche nelle micromanovre fatte in città grazie alla telecamera posteriore e quella anteriore dotata di vista angolare a 180 gradi, uno dei tanti modi nei quali riesce a coniugare comfort, praticità e Sicurezza. E al sedile di guida tuttavia che rivela tutta la sua personalità. La plancia è più avvolgente, ma senza rinunciare a un briciolo della razionalità scandinava. Abbondanza di pulsanti e manopole dunque sul pannello centrale sospeso, leggermente orientato verso il guidatore, ma tutti facili e intuitivi per regolare sia l’impianto di climatizzazione bizona, dotato di IAQS (Interior Air Quality System) e Clean Zone Interior, sia quello audio, disponibile in quattro livelli tra cui il Premium Sound Multi Media con amplificatore di classe D da 5x130 Watt, 12 altoparlanti, Dolby Pro Logic II Surround, sistema di auto equalizzazione MultEQ

Eleganza ed ergonomia per l’abitacolo

della Audyssey e ogni forma di connettività con fonti esterne (USB, iPod, , Bluetooth) e formato (mp3, wma ma anche divX) oltre che completato dallo schermo a colori da 7 pollici. E poi c’è la possibilità di personalizzare a piacimento l’abitacolo scegliendo il colore e il materiale delle modanature oppure il tipo di tessuto e di pelle per i sedili e le portiere, ma anche per il pomello del cambio e il volante. Identico connubio tra praticità ed eleganza anche per il vano di carico la cui capacità varia da 430 a 692 litri. Il sedile posteriore è abbattibile 40/20/40 e sono disponibili vari tipi di tappetini di protezione, il sistema di ripartizione attraverso ganci scorrevoli su rotaie, reti fermacarico e persino il frigo portatile. Ampia la gamma motori, tutti turbocompressi e con cambi a 6 rapporti. Si va dall’1,6 litri da 150 CV della T3 a quello della T4 da 180 CV che può essere dotato

anche di cambio Powershift a doppia frizione, così come il 2 litri della 2.0T da 203 CV o quello da 240 CV della T5. La T6 con motore 6 cilindri in linea 3 litri da 304 CV ha invece l’automatico-sequenziale Geartronic e rappresenta il vertice in fatto di prestazioni raggiungendo i 250 km/h e bruciando lo 0-100 km/h in 6,2 secondi. La trazione è integrale AWD, come su altre Volvo, con giunto centrale Haldex a controllo elettronico ed è disponibile anche sulla D5 dotata del 5 cilindri 2,4 litri con doppio turbo da 205 CV. Equipaggiabile con l’automatico è anche l’altro 5 cilindri a gasolio, il 2 litri 5 cilindri da 163 CV della D3 mentre il 4 cilindri 1,6 litri della versione DRIVe è il campione di efficienza della gamma: consuma 4,5 litri/100 km e ha emissioni di CO2 pari a 119 g/km. Quattro gli allestimenti disponibili: Kinetic, Momentum e Summum al quale si è recentemente aggiunto l’R-Design che esalta l’anima sportiva di V60 per forma e sostanza. Frontale ridisegnato con prese d’aria supplementari e griglia anteriore in nero satinato, la R-Design ha cerchi Diamond Cut a 5 razze da 18 pollici con pneumatici 235/40 R18 e due terminali di scarico per tutte le motorizzazioni. All’interno poi ci sono sedili sportivi con rivestimento in pelle tessuto o accostamenti a contrasto, la pedaliera in metallo, lo sterzo a 3 razze, il pomello del cambio e i tappetini dedicati. Ma non basta. L’assetto è più basso di 15 mm con molle più rigide del 15%, le sospensioni anteriori presentano una barra paraduomi e per quelle posteriori multilink ci sono ammortizzatori monotubo, sempre che non preferiate il sistema FOUR-C a controllo elettronico. Il prezzo parte da 31.080 euro, ovvero 1.200 euro in più rispetto alla S60, ma con tutta la praticità di una station wagon di Volvo.

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SICUREZZA

LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA Vivere l’automobile vuol dire essere protetti e non provocare incidenti. Così la pensa da sempre Volvo, il cui nome è diventato sinonimo di Sicurezza e innovazione stabilendo capitoli fondamentali. E la Casa svedese ha per il 2020 un traguardo ambizioso: costruire auto che non provochino né morti né feriti

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di Nicola Desiderio


SICUREZZA

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ici Volvo e dici Sicurezza. Nessuna Casa automobilistica al mondo infatti ha legato più di quella di Goteborg la propria immagine e i propri prodotti a tutto quello che può prevenire gli incidenti stradali o ne riduce le conseguenze per i passeggeri. Una fama conquistata attraverso primati tecnologici arrivati grazie alla ricerca e alla filosofia che da sempre guida Volvo e trova le proprie radici in una semplice verità, stabilita con chiarezza nel 1927 dai fondatori, Assar Gabrielsson e Gustaf Larson: le auto sono guidate da persone e sono loro che devono essere protette, sia quelle che viaggiano all’interno dell’automobili sia quelle che vivono nel mondo circostante. Un’armonia cercata costantemente e che ha un obiettivo preciso per Volvo: costruire entro il 2020 vetture capaci di non provocare né morti né feriti. Un traguardo alla fine di un lungo tragitto che parte dagli anni ’40 quando Volvo applica sulle proprie auto il concetto di scocca come gabbia di protezione.

Colori diversi evidenziano tipi di acciaio diversi per la scocca

Nel 1959 è proprio un ingegnere della Casa svedese, Nils Bohlin, a brevettare le cinture di Sicurezza a 3 punti diventate avvolgibili con blocco inerziale 10 anni dopo. Si tratta ancora oggi del dispositivo di Sicurezza più importante e si calcola che abbia salvato la vita a oltre un milione di persone. Nel 1964 intanto Volvo sperimenta il primo seggiolino per bambino e due anni dopo inizia a progettare scocche dotate di zone di assorbimento. Tra il 1973 e il 1974 vengono introdotti la colonna di sterzo collassabile e i paraurti ad assorbimento d’energia. Nel 1991 è la volta invece del SIPS, il sistema che aumenta la protezione contro gli urti laterali, completato nel 1994 dagli airbag laterali e nel 1998 da quelli a tendina. Nel 2000 arrivano gli attacchi ISOFIX per i seggiolini dei bambini e il sistema On Call, che chiama automaticamente i soccorsi in

caso di incidente. Nel 2002 sull’XC90 debutta il sistema contro il ribaltamento e nel 2004 il BLIS, il sistema che monitora l’angolo cieco degli specchietti retrovisori esterni. Si arriva così agli ultimi dispositivi introdotti da Volvo: il City Safety nel 2008 e il Pedestrian Detection nel 2009. Come si vede, l’attenzione si è spostata gradualmente dalla Sicurezza passiva a una visione olistica del problema che privilegia sempre di più i modi per prevenire gli incidenti. Le ricerche vengono portate avanti nel modernissimo laboratorio di Torslanda dove sono stati compiuti oltre 3mila crash test sin dall’inaugurazione avvenuta nell’anno 2000 e dove i tecnici stanno già lavorando alle vetture con la tecnologia del futuro come la C30 BEV elettrica e la V60 Plugin Hybrid con l’obiettivo di offrire livelli di Sicurezza senza compromessi. Il miglior laboratorio di Volvo è tuttavia la strada sin dal 1970, quando a Goteborg viene costituito il Traffic Accident Research Team che nel corso di 35 anni raccoglie i dati provenienti da oltre 36mila incidenti veri. La ricerca

sul campo oggi prosegue con il progetto europeo euroFOT (Field Operational Tests) all’interno del quale sono impiegate 100 tra V70 e XC70 provviste di telecamera che registra tutti i comportamenti di guida dando modo poi ai tecnici di analizzarli identificando in ogni evento 5 fasi: dalla situazione di normalità che precede l’evento fino alla chiamata dei soccorsi. Che lo si creda o no infatti, il 90% degli incidenti sono frutto di errori da parte del guidatore. Capendo come prevenirli e migliorando l’interazione tra uomo e macchina, si può fare moltissimo per ridurre gli incidenti e le vittime sulle strade fino ad annullarli. Nella filosofia di Volvo la Sicurezza non riguarda solo l’incolumità del guidatore né tantomeno quella degli altri passeggeri, adulti o bambini che siano, ma anche i soggetti che subiscono la mobilità ovvero i pedoni e per questo Volvo ha creato Bob, un manichino che non siede nelle vetture, ma passeggia dove vuole e con la sua imprevedibilità crea situazioni reali facendo emergere il comportamento del guidatore di fronte agli imprevisti. ➔

1964: Volvo inventa il primo seggiolino

Prove d’urto al centro Volvo di Torslanda

City Safety contro i microtamponamenti

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SICUREZZA

Da questa metodologia nascono il City Safety e il Pedestrian Detection. Entrambi sono sistemi di frenata automatica che intervengono se il guidatore è distratto o le sue reazioni non sono abbastanza veloci. Il primo previene i tamponamenti fino a 30 km/h perché l’esperienza dimostra che il 75% di questo tipo di incidente avviene al di sotto di questa soglia e nel 50% dei casi il guidatore non tenta neppure di frenare prima della collisione. Facile capire quanto questo dispositivo contribuirebbe a ridurre la microincidentalità in città e le sue conseguenze come, ad esempio, il colpo di frusta. Il Pedestrian Detection è un’estensione del City Safety ed è il primo dispositivo al mondo capace di evitare l’investimento di un pedone fino a 35 km/h o di ridurne le conseguenze. Attraverso il sensore radar bimodale, il sistema avverte la presenza di un oggetto alto almeno 80 cm di fronte alla vettura e una telecamera riconosce se si tratta o meno di una persona. La centralina misura la distanza che separa la vettura dal pedone e frena al massimo la vettura riuscendo ad evitare l’investimento entro i 35 km/ o almeno a ridurre l’energia dell’impatto se si viaggia a velocità superiori. La riduzione di velocità rappresenta infatti un fattore fondamentale: basta infatti che l’urto avvenga a 25 km/h invece che a 50 km/h perché le probabilità di sopravvivenza del pedone crescano fino all’85% e le statistiche dicono che la metà degli investimenti avviene proprio a 25 km/h. Le stesse statistiche dicono inoltre che in Europa il 14% degli incidenti riguarda i pedoni, l’11% negli USA e addirittura il 26% in Cina. Facile anche in questo caso immaginare quali potrebbero essere i benefici per la Sicurezza se tutte le auto fossero dotate di Pedestrian Detection. Per diminuire gli incidenti occorre tuttavia anche concentrarsi sul traffico extraurbano

Il City Safety avvisa il guidatore quando entra in azione

e autostradale. Una delle strade più interessanti è il cosiddetto “platooning” portato avanti con il progetto SARTRE (SAfe Road TRains for the Environment) finanziato dall’Unione Europea e che vede Volvo unico costruttore a parteciparvi. Il platooning consiste nell’incolonnamento di più auto in un “trenino” alla cui testa c’è un mezzo condotto da un pilota pro-

Frenare in anticipo è un fattore di Sicurezza fondamentale

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fessionista. Tutte le auto sono unite da una specie di gancio elettronico che le mantiene a distanza di Sicurezza, frenando, accelerando e persino sterzando automaticamente. Ogni vettura può entrare nel “trenino” quando vuole e, una volta agganciata al gruppo, il guidatore può togliere le mani dal volante e gli occhi dalla strada liberandosi completamente dallo stress e dai pericoli della guida. Per realizzare l’aggancio, le vetture della sperimentazione utilizzano il navigatore satellitare e un collegamento radio. In questo modo viene eliminato il rischio dovuto al fattore umano e diminuiscono i consumi e le emissioni del 20% perché l’incolonnamento di più veicoli offre meno resistenza all’avanzamento , così come quando in bicicletta si pedala in gruppo, inoltre rende il traffico più fluido. Si somma così un vantaggio economico soggettivo ad altri benefici collettivi. Si pensa che il platooning possa diventare realtà entro 10 anni perché non obbliga a modificare l’infrastruttura stradale, ma solo a completare parzialmente la dotazione tecnica delle vetture. Se così fosse, sarebbe un’altra innovazione targata Volvo.

Volvo inventa la cintura di Sicurezza


di Alessandro Palumbo

INTERVISTA

IL LUSSO SECONDO MILITO

In genere si pensa che i giocatori viaggino sempre a bordo di supersportive o auto lussuose. Come ci si sente da idolo delle folle al volante di una "normale" Volvo? Sinceramente, se la normalità di Volvo è la qualità dell'autovettura, la sua Sicurezza, la sua comodità e la sua eleganza, beh, viva la... normalità. A volte, anche nei giudizi sulle autovetture, come in quelli per i calciatori, i luoghi comuni si sprecano. Forse capita anche a Volvo che, in realtà, è una vera auto di lusso, perlomeno come intendo io il lusso. Un’auto comoda per me e per la mia famiglia, un’auto moderna, capace di rappresentarti in tutte le occasioni: lavoro, rappresentanza, vacanze. Credo che il mio giudizio sia lo stesso di molti miei compagni, visto che tutti utilizzano la loro Volvo con piacere e, nello spogliatoio, dove si parla e si sparla sempre di tutto, non ho mai ascoltato un giudizio negativo. Essere idolo delle folle non vuol dire, per forza, essere diverso da milioni di altre persone. Sei diverso magari per quello che

www.inter.it

Abbiamo ascoltato Diego Milito, centravanti dell’Inter e della nazionale argentina, che ci racconta il suo rapporto con Volvo

fai, perché giochi nell’Inter e hai vinto tutti i più importanti titoli calcistici, ma nella vita quotidiana sono molto... normale, sono un marito e un papà e forse per questo mio stile di vita Volvo è perfetta. Quando ti hanno detto che avresti guidato una Volvo cosa hai pensato? Che ne vedevo tante per le strade di Milano e questo voleva dire che stavo per guidare un’autovettura affidabile. Questo è stato il primo pensiero e quest’impressione è stata confermata dopo pochi chilometri. Qual è stata la più bella scoperta al volante di una Volvo? La sensazione di avere sempre tutto sotto controllo, di poter controllare facilmente qualsiasi situazione, da quelle legate alla guida, alla musica. Senza

NOME: COGNOME: SOPRANNOME: CLASSE: PROFESSIONE: MIGLIOR SUCCESSO: SEGNI PARTICOLARI:

Diego Milito El Principe ‘79 attaccante Coppa del mondo per club ha una VOLVO XC90

dimenticare lo spazio, al quale un papà è sempre attento. Si dice che una volta conosciuta, una Volvo diventa una compagna fedele. È vero? Sì, anche perché ho conosciuto molte persone, anche fuor dal calcio, che utilizzano Volvo da una vita. E proprio questo mi hanno detto: Diego, vedrai che non avrai più la voglia di cambiare auto. Da quando Inter viaggia in Volvo avete vinto tutto. Non è che Volvo è diventata un po'

anche il vostro portafortuna? Mi hanno spiegato che Volvo e l’Inter sono insieme dall’anno del centenario nerazzurro, hanno costruito una storia vincente insieme. Però non limiterei il rapporto al ruolo di portafortuna. Evidentemente l’Inter e Volvo hanno dei valori comuni che li uniscono, che li spingono alla ricerca di continue vittorie. Questa è la sensazione che si respira, Volvo è un marchio della famiglia Inter e viceversa. Evidentemente, come si dice in amore, era destino.

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GAMMA PRODOTTI

di Nicola Desiderio

VOLVO XC60 LA SICUREZZA A RUOTE ALTE

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GAMMA PRODOTTI

Il primo SUV compatto di Volvo è stato anche la prima auto al mondo dotata di City Safety che frena automaticamente per evitare i micro tamponamenti fino a 30 km/h. Stile, comfort, razionalità ora ancora più efficiente con i nuovi motori e ancora più sicura con il Pedestrian Detection

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n SUV compatto con tutta la grande tecnologia di Volvo. È grazie a questo connubio che la XC60 sin dal 2008 ha saputo imporsi rinnovando lo stile della Casa di Goteborg e entrando nel 2008 in un segmento prima d’allora inesplorato portandovi per intero i valori tipici del marchio: comfort, personalità, praticità insieme al rispetto dell’ambiente e soprattutto contenuti di Sicurezza al vertice. La XC60 è stata infatti la prima auto al mondo a far debuttare il City Safety, il dispositivo che arresta automaticamente la vettura se sta marciando al di sotto dei 30 km/h prevenendo così i micro tamponamenti accidentali che avvengono per distrazione in città. In più recentemente il SUV di Volvo ha completato la propria dotazione prendendo in prestito dalle S60/V60 il Pedestrian Detection, che previene l’urto con i pedoni al di sotto dei 35 km/h e completa i sistemi di frenata automatica del quale la XC60 è dotata tra cui il Collision Warning e il Queue Assist. La prima funzione è di Sicurezza e applica fino al 50% della forza frenante in caso di rischio di incidente, la seconda riguarda il comfort e, in presenza di cambio automatico, permette di arrestare e far ripartire automaticamente la vettura quando è impostato il cruise control adattativo. La XC60 si è messa al passo con i tempi anche per quanto riguarda l’efficienza adottando motori inediti o rivisti, tutti Euro 5 e con trasmissione a 6 rapporti. Del tutto nuovo il 2 litri turbo ad iniezione diretta proposto nelle declinazioni 2.0T

da 203 CV e T5 da 240 CV, entrambi dotati di una coppia generosa sin dai bassi regimi e accoppiati al cambio Powershift a doppia frizione, capace di assecondare ogni stile di guida, dal più rilassato al più dinamico attraverso la selezione sequenziale dei rapporti, con consumi e livelli di emissione davvero interessanti in rapporto alle prestazioni. Il meglio in questo caso è offerto dalla T6 con il 6 cilindri in linea 3 litri da 304 CV, dotato di trazione integrale con giunto Haldex a controllo elettronico e cambio automatico-sequenziale Geartronic, che ha un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi. Tutti a 5 cilindri i motori a gasolio e con cambio automatico, ma si può scegliere il tipo di trazione. Si parte dal nuovo D3 2 litri da 163 CV e si arriva al D5 di 2,4 litri con doppio turbo da 205 CV. Votata all’efficienza è invece la versione DRIVe da 163 CV con cambio manuale e trazione anteriore che consuma 5,9 litri/100 km e ha emissioni di 154 g/km di CO2. Ce n’è dunque per tutti i gusti, fermo restando che da un SUV Volvo ci si aspetta comfort di viaggio e Sicurezza in ogni condizione, anche nel fuoristrada dove, oltre alla trazione integrale, viene in aiuto l’HDC che in discesa controlla automaticamente la velocità consentendo di mantenere meglio il governo della vettura. Il controllo elettronico di stabilità DSTC inoltre è fornito del Trailer Stability Assist, una funzione specifica per il traino, e di sensore antiribaltamento, per prevenire qualsiasi situazione di pericolo. E per chi ama la luce e l’aria pulita, ci sono il tetto pano-

ramico in vetro e il sofisticato impianto di climatizzazione bizona, equipaggiabile persino di un riscaldatore attivabile attraverso sms. La XC60 non può deludere chi da una Volvo si aspetta la praticità offrendo grande abitabilità e un bagagliaio che varia da 490 a 1.455 litri abbattendo uno dopo l’altro le porzioni 40/20/40 dello schienale posteriore. Sotto il piano c’è anche un vano di 33 litri e, volendo, ci sono il portellone ad apertura elettrica comandabile anche attraverso la chiave, un comodo sistema portaborse, reti ferma carico e tappetini di rivestimento addizionali perché su una Volvo la razionalità è d’obbligo. Comodo il sistema Child Booster che, sollevando le parti esterne del sedile posteriore, le trasforma in seggiolini per bambini su due livelli: il primo per quelli con altezza tra 115 e 140 cm e peso tra 22 e 36 kg, il secondo per quelli alti tra 95 e 120 cm che pesano tra 15 e 25 kg. L’abitacolo offre personalità nelle forme, ma senza compromessi con l’ergonomia e dando la possibilità di scegliere colori e materiali per i rivestimenti e le modanature. Numerose anche le opzioni per i sistemi audio e multimediali tra cui il Premium Sound Multi Media con amplificatore Dolby Pro Logic II da 5x130 Watt e 12 altoparlanti. Per chi invece cerca una caratterizzazione sportiva, agli allestimenti classici (Kinetic, Momentum e Summum) si aggiunge anche l’R-Design dotato di assetto e veste specifici, in grado di appagare l’occhio e il “manico”. Chi invece vuole una XC60 capace di adattarsi all’istante alle condizioni del fondo, ci sono le sospensioni Four-C a controllo elettronico. Il listino parte dai 37.200 euro della DRIVe mentre per la D3 a trazione integrale occorrono 39.700 euro. Due modi diversi di essere Volvo insieme a molti altri, ma tutti siglati XC60.

Razionalità in plancia per la XC60

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di Nicola Desiderio

VOLVO V60 PLUG-IN HYBRID C

hi fa da sé, fa per tre. Non bisogna certo dirlo a Volvo che ha fatto della sua indipendenza e della singolarità delle sue scelte tecniche sempre un vanto fissando primati assoluti nell’industria automobilistica. Il prossimo sarà quello della V60 Plug-in Hybrid che all’inizio del 2012 sarà la prima auto al mondo con sistema ibrido dotato di motore Diesel, elettrico e batteria ricaricabile. La Casa svedese è pronta a varare questa nuova tecnologia – sviluppata dal 2007 insieme alla società di energia svedese Vattenfall all’interno del progetto V2 Plugin-Hybrid Vehicle Partnership – che promette di mettere insieme il meglio di tre mondi: i consumi e le prestazioni del Diesel, la versatilità dell’ibrido e le emissioni zero dell’elettrico. Tre modi di vivere l’auto che hanno un minimo comun denominatore: conciliare al meglio il piacere di guida con il rispetto dell’ambiente testimoniato dai consumi di 1,9 litri/100 km e dalle emissioni di CO2 pari a 49 g/km, senza dimenticare la libertà di poter viaggiare per 1.200 km senza fare rifornimento. Il tutto circondati dallo stesso comfort che caratterizza le V60 dotate di motorizzazione tradizionale. Le uniche differenze riguardano la speciale pelle Elmo per la selleria e ovviamente la strumentazione, per tenere sotto controllo anche i componenti elettrici della vettura. All’esterno spiccano gli speciali cerchi aerodinamici calzati da pneumatici Pirelli a bassa resistenza di rotolamento e la particolare tinta bianca per la carrozzeria fornita dalla Dupont. Tuttavia i principali protagonisti sono sotto la pelle. II primo è il 5 cilindri a gasolio di 2,4 litri biturbo, che eroga 215 CV e 440 Nm di coppia, collegato alle ruote anteriori attraverso un cambio automatico a 6 rapporti. Il secondo è il motore elettrico ERAD (Electric Rear Axle Drive), al-

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IL GASOLIO PRENDE LA SCOSSA Un 5 cilindri a gasolio da 215 CV per le ruote anteriori, un elettrico da 70 CV per le ruote posteriori, che lavorano da soli o in tandem, e una batteria ricaricabile agli ioni di litio per avere grandi prestazioni, 50 km a emissioni zero e un consumo di 1,9 litri/100 km pari a 49 g/km di CO2.

La V60 sarà la prima ibrida plug-in Diesel al mondo

loggiato al retrotreno, che eroga 70 CV e 200 Nm ed è alimentato da una batteria agli ioni di litio da 12 kWh di capacità, ricaricabile in 4,5 ore dalla presa domestica a 10 Ampere attraverso lo sportellino che si trova nei pressi del passaruota anteriore lato guida. Con 16 Ampere il tempo cala a 3 ore, sale a 7,5 ore con 6 ampere. Tutto il processo di ricarica può essere controllato e pianificato a distanza attraverso lo smartphone o il computer. Il sistema consente anche di attivare il climatizzatore a distanza programmando la temperatura voluta e il tempo di accensione, in modo da trovare la temperatura desiderata al momento di partire.

La strumentazione della V60 ibrida


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Tre sono le modalità di guida selezionabili dal guidatore. “Pure”, con la quale la V60 marcia con il solo motore elettrico ad emissioni zero per i 50 km concessi dall’autonomia degli accumulatori. Nella modalità “Hybrid” i due motori collaborano in modo ottimale rispondendo a turno o insieme alle richieste del guidatore mentre in quella “Power” offrono il meglio di sé trasformando la station wagon svedese in una gran turismo a trazione integrale capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi. Se si desidera avere invece le 4 ruote sempre in presa senza chiedere il massimo delle prestazioni, basta premere il tasto AWD lasciando all’elettronica la gestione dei due motori per avere il massimo della Sicurezza. In questo campo Volvo ha adottato, senza alcun

compromesso, gli stessi standard che hanno fatto di tutte le proprie auto un punto di riferimento. La V60 Plug-in Hybrid dunque è dotata degli stessi dispositivi che la rendono unica nel panorama mondiale come il Collision Warning con sistema di frenata d’emergenza, il City Safety che ha debuttato per la prima volta sulla XC60 e il Pedestrian Detection, tutt’ora esclusiva mondiale della Serie S60/V60. In più, sono state messe in campo attenzioni particolari che riguardano la presenza della batteria. L’impianto frenante e il sistema di controllo di stabilità DTSC tengono conto dell’aumento del peso e l’accumulatore agli ioni di litio è posizionato all’interno della cellula indeformabile, lontano sia dalle zone di assorbimento sia dall’abitacolo e rac-

chiuso in una struttura di acciaio rinforzata. In caso di urto violento i contatti vengono disabilitati e, qualora dovesse esserci fuoriuscita di gas, sono stati previsti condotti inferiori specifici. Volvo ha portato avanti queste ricerche in parallelo con lo sviluppo di C30 Electric, altro capitolo della strategia “DRIVe Towards Zero" che a breve sarà completata da una nuova generazione di propulsori concepiti per l’integrazione all’interno di sistemi ibridi. E se ogni Volvo sarà in grado di emettere sempre meno CO2 fino allo zero, lo stesso obiettivo è assegnato a Volvo impegnata nel dimezzare l’anidride carbonica prodotta entro il 2030 e di compensarla interamente nel 2050. Dal 2012 invece è il turno di Volvo V60 Plug-in Hybrid, per far fare a chi sceglie Volvo la propria parte.

La ricarica della batteria agli ioni di litio avviene in tempi compresi tra 3 e 7,5 ore

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di Nicola Desiderio

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IL FUTURO COMINCIA DALL’ULTIMA LETTERA E

come ecologia, economia ed efficienza. Da un po’ di tempo questa lettera si trova sulle Volvo alla fine della parola DRIVe, la denominazione con la quale vengono identificate le vetture più amiche dell’ambiente della Casa svedese. Ormai è una vera e propria linea di prodotti che abbraccia praticamente tutti i modelli e ognuno di essi è dotato di particolari accorgimenti che consentono di consumare meno carburante ed emettere meno anidride carbonica. Il primo è avere sotto il cofano il motore più efficiente delle rispettive gamme rendendolo più virtuoso adottando una diversa cinghia di distribuzione o il sistema stop&start che da solo può dare un contributo del 45% nel ciclo combinato e dell’8% in quello urbano. Anche per ricaricare la batteria, ad esempio, non è necessario scomodare il motore, ma basta fare in modo che l’alternatore funzioni solo in rilascio recuperando l’energia che altrimenti andrebbe sprecata. Per ridurre la resistenza aerodinamica, l’assetto delle DRIVe è ribassato e la griglia anteriore è dotata di un pannello deflettore che ottimizza i flussi d’aria all’interno del vano motore, di carenature al fondo vettura e deflettori an-

La presa per la ricarica della C30

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Nata per le versioni a basso consumo, la denominazione DRIVe indica oggi l’orizzonte di efficienza per tutti i prodotti Volvo, a cominciare da quelli alimentati con biocarburante, proseguendo con la Volvo V60 Plug-in Hybrid, la prima ibrida Diesel plug-in del mondo, per finire con la C30 Electric a emissioni zero che di fronte alle ruote che montano pneumatici a bassa resistenza di rotolamento. Anche il cambio riceve cure particolari come l’adozione di un olio particolarmente fluido che ne aumenta la scorrevolezza. Le DRIVe però non possono fare tutto da sole e chiedono anche al guidatore di fare la loro parte dicendogli quando cambiare con una spia sulla strumentazione. Grazie a tutto questo, oggi Volvo può offrire già una C30 DRIVe che con il Diesel 1,6 litri da 115 CV è capace di consumare solo 3,8 litri/100 km e di avere emissioni di 99 g/km di CO2, ovvero oltre l’11% in meno dispetto alla versione D2 dotata dello stesso motore e con le stesse prestazioni. Con un serbatoio di 52 litri significa che la C30 DRIVe può percorrere 1.268 km. Stesso motore anche per la S40 che, sebbene più grande e pesante, può

vantare dati identici mentre la V50 denuncia comunque un eccezionale 3,9 litri/100 km con 104 g/km di CO2. La S60 sale a 4,1 litri/100 km e 114 g/km mentre la V60 fa segnare rispettivamente 4,5 litri/100 km e 119 g/km, dati in ogni caso di assoluto rilievo per una vettura lunga oltre 4,6 metri e che raggiunge 195 km/h. C’è una versione DRIVe anche per la XC 70 e la XC60, entrambe dotate di motore 5 cilindri 2 litri da 163 CV e trazione anteriore con emissioni di 154 g/km, ma Volvo promette entro il 2011 una XC60 ancora più virtuosa da meno di 140 g/km e una S80 da meno di 130 g/km grazie a un nuovo sistema microibrido. DRIVe vuol dire anche di più in termini di prodotto e strategia. Proprio l’ammiraglia infatti, con questa denominazione offre già due versioni con alimentazione flexfuel, ovvero con biocarburante E85 (15% benzina e 85% di etanolo):


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una con motore 4 cilindri 2 litri da 145 CV e una con il 5 cilindri turbo 2,5 litri da ben 231 CV. Sotto l’ombrello di DRIVe sono ben accette tutte le Volvo che fanno dell’efficienza la loro priorità, ma questo nome identifica anche lo sforzo della Casa svedese su questo terreno abbracciando le nuove tecnologie come l’ibrido e l’elettrico che rappresenta il traguardo finale delle emissioni zero. La V60 Plug-in Hybrid, recentemente presentata al Salone di Ginevra, sarà prodotta entro la fine dell’anno ed è la prima vettura Diesel ibrida plug-in al mondo. Le ruote anteriori sono spinte da un 5 cilindri D5 biturbo da 215 CV e 440 Nm con cambio automatico a 6 rapporti mentre quelle posteriori hanno un

motore elettrico da 70 CV e 200 Nm alimentato da una batteria agli ioni di litio da 12 kWh di capacità che si ricarica dalla presa domestica. Un mix capace di fornire prestazioni formidabili (0-100 km/h in 6,9 secondi) con consumi di 1,9 litri/100 km ed emissioni pari a 49 g/km di CO2. Il guidatore potrà scegliere tre modalità di guida: Pure in solo elettrico per 50 km di autonomia ad emissioni zero, Hybrid per far usare al meglio la combinazione tra i due motori e infine Power, per avere il massimo delle prestazioni. Il prossimo passo è la C30 Electric la cui sperimentazione con 250 esemplari inizierà nel corso della seconda metà dell’anno in Svezia, Norvegia, Belgio, Olanda, Francia, Ger-

mania, Stati Uniti e Cina. La C30 ha un motore da 82 kW (pari a 111 CV) e 220 Nm di coppia, alimentato da due batterie agli ioni di litio che pesano ciascuna 140 kg dalla capacità complessiva di 24 kWh, sufficiente per un’autonomia di 150 km. La C30 Electric raggiunge 130 km/h e accelera da 0 a 70 km/h in 7,5 secondi inoltre ha una strumentazione specifica, cerchi ultraleggeri con pneumatici a bassa resistenza e ben tre sistemi di climatizzazione: uno per i passeggeri e uno per la batteria, entrambi elettrici, ma quando il freddo può compromettere l’autonomia, entra in azione il terzo alimentato con biocarburante. Una Volvo senza un tocco di genio davvero non esiste.

Il controllo della ricarica sul display

La leva della selezione di marcia

La C30 Electric raggiunge 130 km/h e accelera da 0 a 70 km/h in 7,5 secondi

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di Alessandro Palumbo

INTERVISTA

QUANDO VIAGGIO

PENSO Beppe Severgnini, cliente affezionato Volvo, ci spega i motivi della sua scelta per XC60 A chi le chiede perché Volvo cosa risponde? Perché è solida, sicura, potente e non urla. È un’auto, non un antidoto alle frustrazioni. Ecco perché la pubblicità della V60 - con la pantera e le giravolte è sbagliata. E perché una XC60? È comoda, ha una bella linea, si vede che è stata pensata di fresco. Sembra un’auto degli anni Dieci, non un modello degli anni Duemila. È grande, ma non è un SUV. E poi il bagagliaio piace a Romeo (labrador) e Luna (dalmata): anche se quest’ultima vorrebbe sedersi davanti e, per farlo, sarebbe disposta anche a mettersi la cintura. Lei è uno che carica tante cose in auto? Famiglia. Amici. Figlio, amici e ragazza del figlio (prima che lui prendesse la patente). E poi cani (vedi sopra), sci, borse, casse di libri, lampade, sedie, legna da ardere. Basta? Si è sempre detto che Volvo è una scelta razionale. Ma non c'è anche un pò di emozione nel volerla? Certo. Le buone auto in giro sono molte, a certi livelli. Ma

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la mia XC60 è pure sexy. A scanso di equivoci: l’ho pagata! Sono un cliente affezionato, non un testimone. C’è una Volvo in tantissimi film. Perché è fotogenica o perché è simbolo di valori forti e quindi costituisce un messaggio efficace? Perché il vostro ufficio sponsorizzazioni lavora bene, evidentemente. Se la Skoda offrisse condizioni migliori, nei film vedremmo quella: scommettiamo?

C’è chi compone musica a bordo di una Volvo, perché è come essere al riparo, immersi nel proprio ambiente. A lei è mai capitato utilizzarla per altri scopi che non siano

NOME: COGNOME: DETTO: CLASSE: PROFESSIONE: MIGLIOR SUCCESSO: SEGNI PARTICOLARI:

il solo trasporto? Quando viaggio penso: quando arrivo l’articolo è già scritto. Anche queste risposte, in fondo, le ho scritte tra Milano e Crema (SS415 Paullese).

Giuseppe Severgnini Beppe ‘56 giornalista e scrittore il libro “La testa degli Italiani” ha una VOLVO XC60




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