DUE ANTE S
LE Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa BRESCIA
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IL NATALE È UN INCONTRO, L’INCONTRO CON IL SIGNORE (Papa Francesco)
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SOMMARIO
I NOSTRI SACERDOTI
DON GIACOMO
3 Carissimi parrocchiani
DON ANDREA
4 Lo straordinario
nel quotidiano
SUOR ANTONIETTA
5 Zaccheo presso la mangiatoia
IN COMUNITÀ
6 Adorazione Eucaristica:
il silenzio fa rumore
IN COMUNITÀ
7 La famiglia,
luogo di speranza ed amore
L’APPROFONDIMENTO 8 Babbo Natale
tra leggenda e storia
IN COMUNITÀ
9 Diario di un martedì qualsiasi
APPUNTI DI VIAGGIO 10 Itinerari baltici:
Vilnius - Riga - Tallin IN COMUNITÀ
12 Grazie don Tino
Benvenuto don Giacomo
IN COMUNITÀ
14 Un nuovo figlio nella famiglia
di Padre Piamarta
TESTIMONI DELLA FEDE 15 Giovanni,
il discepolo preferito
DALLE MISSIONI
16 Una nuova missione
IN COMUNITÀ
17 Ago, filo e... buona volontà
IN COMUNITÀ
18 Uscire una sera per incontrare
Dante e Franco Nembrini
IN COMUNITÀ
20 Emergenza freddo, quando un
tetto e un pasto valgono una vita
IN COMUNITÀ
21 Anagrafe parrocchiale
SPECIALE PENSIONATI 22 Appuntamenti
DUE SANTE
LE Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa BRESCIA
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In copertina: “Natività” di Giotto (dettaglio)
IL NATALE È UN INCONTRO, L’INCONTRO CON IL SIGNORE (Papa Francesco)
Natale 2013
”
Cappella degli Scrovegni, Padova
In redazione
Don Giacomo Don Andrea Padre Domenico
030 2301955 dongifrance@gmail.com 030 2301793 andreadotti@yahoo.it 030 2306876 fidanzad@yahoo.it
OPERANO NELLA COMUNITÀ Segreteria Parrocchiale Suor Antonietta Suore Maria Bambina Comunità Sagrestia Franco Perna Cons. affari economici Natale Cosatto Cons. Pastor. Parrocch. Daniela Sandonà Commissione Liturgica Francesca Bottari Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema Commissione Oratorio Flavio Nicassio Commissione Cultura Laura Di Palma Biblioteca Franca Crescimbeni Gruppo Missionario Marida Canori e Commissione Carità Equipe Battesimi Salvatore e Margherita Giuffrida Claudio e Elena Guarini ICFR Genitori Catechisti/Animatori Don Andrea Ministranti Don Andrea Davide Riccardi Amiche del giovedì Etiene Bicelli Gruppo Pensionati Guido Masserdotti Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli Atelier Betania Maria Mottinelli Caritas Carla Ghidini Mamme del lunedì Monica Favalli Anche tu sei mio fratello Marilena Taini Coro adulti Antonio Idra Coro Voci dal cuore Alessandro Zanardi ASD calcio Luca Papa ASD pallavolo Alex Guizzo Gruppo Teatro Giamba Zambelli Redazione giornalino Laura Di Palma Marcello Bonomi
030 2301955 030 2310020 340 3726777 030 2310214 030 2306717 030 2304064 030 2304541 030 2311412 030 2319767 030 2310173 030 2310253 030 2319777 030 2310923 030 2301793 030 2301793 030 2319767 030 2306347 030 2304297 030 2306347 030 2310206 030 2304526 335 7167675 339 1797419 030 2306229 030 2301535 345 9704166 340 5818707 030 3531228 030 2319767 030 2306317
ORARIO DELLE SANTE MESSE Feriale Invernale 08.30 18.30 da lunedì a giovedì 08.30 20.30 venerdì Estivo 08.30 - da lunedì a giovedì 08.30 20.30 venerdì Prefestivi 18.30 Festivo Invernale Estivo
Laura Di Palma, Marcello Bonomi, Loredana Mantovani, Dino Matesich, Delia Richiedei, Suor Antonietta Castelli, Davide Riccardi, Orietta Cavaleri
08.00 10.00 11.15 08.00 10.30 -
18.30 18.30
Hanno collaborato a questo numero Don Giacomo Franceschini, don Andrea Dotti, Commissione Famiglia, Marina De Salvador, Anna Sanzogni, Daniela e Giorgio Sandonà, Laura e Giamba Zambelli, Marco Mor, Gruppo Atelier Betania, Mamme del Lunedì, Gruppo Emergenza Freddo, Guido Masserdotti, dott.ssa Virginia Federico
“Le due Sante” trimestrale della Parrocchia Sante Capitanio e Gerosa - Brescia Dir. resp. Don Tino Decca (ODG elenco speciale) Aut. Trib. di Brescia - n. 46 del 23-11-2007
PRIVACY E CERTIFICATI. La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino parrocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’aggiornamento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.
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IL PARROCO
CARISSIMI
PARROCCHIANI
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arissimi parrocchiani, vi porgo il mio cordiale saluto con grande gioia, e per la prima volta, attraverso le pagine del giornalino parrocchiale. Voglio ringraziarvi per la bella, festosa e solenne accoglienza a me riservata il giorno del mio ingresso in parrocchia, per la vostra numerosa presenza, per le vostre preghiere, per il vostro affetto: è stato un incontro veramente commovente. Un grazie particolare a tutti coloro che in qualsiasi maniera l’hanno preparato, curato, proposto… Alle autorità presenti, ai sacerdoti, alle suore, ai ministranti, al coro e a tutti i fedeli: grazie anche per i doni del crocefisso e della stola. Desidero inoltre dirvi che mi trovo bene tra voi: la gente è buona, operosa, accogliente, aperta al dialogo, rispettosa del sacerdote. Ho incontrato il Consiglio Pastorale Parrocchiale, la Caritas, il gruppo missionario, i catechisti, le CFE, la commissione famiglia, la commissione liturgica, alcuni anziani, gli ammalati nelle loro case...Tutti mi hanno ben impressionato per la loro sensibilità, la carica umana, il desiderio di sentirsi utili alla comunità. Inoltre desidero ringraziare don Andrea per tutto ciò che ha fatto e per la sua preziosa presenza in oratorio: è il luogo in cui la parrocchia è più vicina ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani; luogo privilegiato per la formazione umana e cristiana, luogo dell’incontro e delle amicizie: adoperiamoci sempre più perché l’oratorio svolga il suo compito con gioia e serenità. Ritengo anche che, per conoscere la nostra comunità parrocchiale, ci sia bisogno di tempo, di pazienza e di grazia: per questo chiedo a tutti di continuare la collaborazione nella parrocchia perché sia sempre più una comunità che segue e annuncia Cristo. Ci stiamo preparando al Natale: quella notte del primo Natale c’era uno stuolo di angeli che cantavano la gloria di Dio e promettevano pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontà. Dio pronuncia la sua Parola, interamente personificata nel Bambino, figlio di Maria, che è Dio in persona.
Questo Bambino porterà al culmine la creazione di Cielo nuovo e terra nuova. Provo gioia nel sapere che il Verbo di Dio si è fatto uomo per riconciliare tutta l’umanità con il Padre. Oggi abbiamo tutti bisogno di essere riconciliati con noi stessi, con gli altri, con Dio. Questo Natale è una nuova occasione di scuoterci di dosso ogni indifferenza ed egoismo per andare “senza indugio” a vedere quell’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere, il Bambino posto in una mangiatoia. Dio con noi ci stupisce ogni volta, perché sceglie anche quest’anno di nascere nel nostro cuore. È Dio, nostra speranza e misericordia “fatto uno di noi”. Andiamo ad adorarlo in spirito e verità. Tanti auguri di un santo Natale a tutti. Don Giacomo
NATALE 2013 | 3
IL CURATO
LO STRAORDINARIO NEL QUOTIDIANO È Natale a partire dall’ordinario, questo è il metodo di Dio, prende l’ordinario di una fanciulla di Nazareth, l’ordinario di un artigiano del posto e ne fa un prodigio.
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l Natale può essere per noi questa estrema provocazione. Non c’è nulla di normale, di consueto, nella nostra vita, perché nel quotidiano entra Dio stesso che si compromette con l’umanità e si fa portare in braccio, coccolare e nutrire da ciascuno di noi. Questa è la sfida del Natale, Dio entra nella storia con discrezione, indifeso e disarmato come un bimbo per fare della nostra vita una vita divina. Con questa novità niente può rimanere nella mediocrità. A molti sarà capitato di avere il privilegio di tenere tra le mani un neonato: tutti i movimenti cambiano, perché quella vita richiede atten-
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zione e tenerezza. Con un bimbo in braccio non riusciamo più a fare del male o a gridare e offendere, a recriminare o lamentarci; l’atteggiamento prende forma dall’Altro che è tra le mie mani. Questo è l’augurio per questo Natale, che noi agiamo con Gesù bambino in braccio, che quel Dio con la sua debolezza e tenerezza cambi i nostri cuori e il nostro agire perché diveniamo portatori di pace e di misericordia. Questo fu il particolare privilegio dei pastori e dei Magi a Betlemme. Giunti alla grotta trovarono Maria e Giuseppe con il Bambino. Nel vivere il Natale vogliamo assumere l’atteggiamen-
to dei personaggi di quella Notte; alziamo lo sguardo: i pastori guardano agli angeli in cielo e i Magi alla stella e anche noi vogliamo sollevare il nostro sguardo troppo spesso legato alle nostre piccole cose, alle nostre preoccupazioni terrene che ci distraggono dall’Amore che Dio ha per Noi. Solo con lo sguardo rivolto al Cielo troveremo come ogni momento ordinario della nostra vita è trasformato in straordinario dalla presenza di Dio e solo con una vita accompagnata da Dio noi potremo essere vicino ai tanti che ancora oggi, in questo Natale, vivono povertà e sofferenza, nostri fratelli lontani e vicini, affannati dall’ingiustizia causata dai cuori chiusi che tengono in mano denaro e armi e non si lasciano aprire i pugni per portare un Bambino che cambia ogni vita che sceglie di accoglierlo. Don Andrea
SUOR ANTONIETTA
ZACCHEO PRESSO LA MANGIATOIA Domenica 17 novembre, noi catechisti dei genitori dei gruppi Nazareth e Cafarnao, ci siamo con loro soffermati a considerare la figura di Zaccheo ed il suo incontro/rapporto con Gesù.
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ipensando a quanto emerso, mi sono ricordata che, tempo fa, mi capitò di leggere, su un libro del vescovo Klaus Hemmerle dal titolo ”Dio si è fatto bambino”, un’insolita, ma profonda interpretazione della figura di questo personaggio, in chiave natalizia. Le sue parole mi avevano profondamente colpito e proprio per questo sono andata a ripescare lo scritto, cedendo così al desiderio di condividerlo, almeno in parte, con voi: «Conosco un ragazzo simpatico – inizia Mons. Hemmerle – che tutti gli anni intaglia, per il grande presepe della sua parrocchia, una nuova figura. Intorno al Bambino, a Maria e a Giuseppe, sono ormai in molti ad essere radunati: pastori e re, il bue e l’asino, l’angelo e anche il seguito dei Magi d’oriente. Chi si potrà ancora aggiungere? Ho un suggerimento un po’ strano da dare: che ne direste se, la prossima volta, ci mettesse Zaccheo? (Un invito: provate a rileggere il breve brano di Luca 19,1-10, appunto in prospettiva natalizia). Ora vidi, con gli occhi dello spirito, questo Zaccheo sulla strada che conduce al vasto paesaggio di un presepe, là dove devono passare, prima di giungere al luogo dell’e-
vento, coloro che contempleranno la mangiatoia. E lì Zaccheo mi raccontò qualcosa di sé: “Quando, a quel tempo, Gesù si trovava a Gerico, ne fui in certo modo attratto. Per un altro verso, su quel sicomoro su cui mi ero arrampicato per via della mia bassa statura, mi sentivo al sicuro da Lui. Ero certo che mi sarebbe passato dinanzi e avrebbe proseguito. E questo non mi dispiaceva. Perché vederlo sì, volevo. Ma impegolarmi così direttamente con lui, e poi con tutti i precedenti della mia vita e i miei problemi, no, a quello non ero pronto. Ero uno spettatore, uno che osservava, volevo esserci, assistere, ma il mio cuore, la mia vita, volevo tenerli fuori. Ma questo Gesù si fermò, alzò lo sguardo verso di me e disse: “Vieni giù, oggi devo fermarmi a casa tua”. E d’un tratto questa richiesta non era più assolutamente spiacevole. Quello che sentii fu semplicemente: che richiesta enorme! Ma ancor di più: che amore enorme! Ecco qui uno che mi vuole bene, che vuole bene a me personalmente; ecco qui uno che è qui per me personalmente ed esclusivamente. E così, in quell’incontro, la mia vita è diventata un’altra cosa. Ora, io so che sono molti quelli che a Natale si soffermano volentieri a
guardare il presepe. Può diventare un hobby, e il più delle volte è anche accompagnato da pensieri devoti. Ma quello che non capisco è perché la gente non ascolti quello che il Bambino dice loro in modo del tutto personale. È esattamente quello che Gesù mi ha detto quella volta: “Scendi dal tuo osservatorio sicuro, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In verità, in ogni presepe Gesù si rivolge a colui che sta dinanzi alla mangiatoia e guarda, dicendogli: “Oggi voglio, oggi devo, fermarmi da te”. Penso che, avendomi la richiesta di Gesù fatto un bene enorme allora, io devo qualcosa ai molti che vengono alla mangiatoia, devo aprire loro le orecchie, così che sentano la voce del Bambino: “Oggi devo fermarmi da te!”» Riflettendoci, ho compreso che Zaccheo presso la mangiatoia siamo noi; ognuna, ognuno di noi si può ritrovare in Lui che a Betlemme ci offre questo messaggio: prestare ascolto alla voce di Gesù. Sì, Gesù ci ama personalmente, si lascia ospitare da noi e permette che gli facciamo dei doni. Ci fa dono di un nuovo inizio, fa nuove le nostre relazioni! Buon Natale! Suor Antonietta NATALE 2013 | 5
IN COMUNITÀ
ADORAZIONE EUCARISTICA: IL SILENZIO FA RUMORE Tre anni fa ha avuto inizio nella nostra parrocchia l’Adorazione Eucaristica Perpetua.
S
i chiedeva di dedicare un’ora alla settimana del proprio tempo per stare con Gesù Eucarestia. Ho pensato: “perché no?! Deve
essere bello poter stare con Lui per un’ora, avere la possibilità’ di fermarmi e mettermi in ascolto di me stessa e del silenzio, regalarmi del tempo per guardare indietro e trovare motivi per dire GRAZIE della Sua presenza, consapevole di non essere mai sola nei momenti difficili e di poter gioire con Qualcuno nei momenti importanti”. A me piace ricevere la visita di una persona che mi abbraccia, mi ascolta, mi parla... sicuramente an-
fissare quel pezzo di Pane e fare memoria di quante
che a Lui faranno piacere
volte Signore Tu ti sei spezzato per me ed il silenzio
queste visite. Le mie
comincia a fare rumore: quante domande nascono,
giornate sono così
quanta ricerca di risposta, quante persone per cui
cariche di situazioni
pregare... e Tu Signore non ti stanchi mai di regalar-
che scorrono velo-
mi sollievo, sostegno, speranza. Grazie Signore per
cemente,
il dono dell’Adorazione Eucaristica!
impor-
tanti perché co-
A te che stai leggendo vorrei dire: prova, concediti
stituiscono il sale
un regalo, costa solo un poco del tuo tempo, ma ne
del tempo dove
avrai un grande arricchimento.
Lui sempre c’è ma
Anna e Marina
potermi fermare e dire, ecco ora sono solo per TE, è stata
PAR ROC CHI
una grande e fantastica decisione. Ho ricevuto e ricevo ancora oggi più in quell’ora che in tutto il mio correre ed affannarmi (Marta! Marta!). Il poter stare in silenzio ascoltando dalla Parola che Lui vuole dirmi è sempre un grande aiuto al mio cammino. Non è facile mettersi in ascolto del silenzio,
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A DEL LE SAN TE CAP ITAN IO
E GER OSA - BRE SCI A
ADORA ZIONEdei
FANCIULLI 2012
PICCOLO PA
NE BIA
NCO Quella sera Sign ore già pensavi a me, follia dell’amo re di un Dio che si fa pane; Quella sera Sign ore ero insieme a Te, dovevi morire, ma Tu pensavi a me... Credo e ado ro te Signore, io credo che tu sei lì pres ente in quel PICC OLO PANE BIAN Ed eccomi Sign CO per me! ore a contemp larti, Tu Dio in ques to pane, frammen to d’infinito! Ed eccomi Sign ore ad adorarti, Tu Dio che sei l’immenso ti fai Credo a te che piccolo per me... ti nascondi nel mio cuore, a te che sei presente in quel PICC OLO PANE BIAN E’ bello stare CO per me! qui per me Sign ore, presenza che sai di me silenziosa, ogni Io dono a Te Sign cosa! ore la mia vita, le mani, gli occh per Te è il mio amore, i e il cuore… Credo a te che vivi in me, Sign credo a te che ore sei presente in quel PICC OLO PANE BIAN Ed anche nella CO per me! notte del mio cuore, quando la mia mente non ti sa più pensare, quando io non sent a Te io grido anco o che ci sei, ra con la forza dell’amore... Credo che oltre la mia notte tu ci sei e sem pre sei presente in quel PICC OLO Credo che oltre PANE BIANCO per me! la mia notte tu ci sei e sem pre sei presente in quel PICC OLO PANE BIAN CO per me! …Nel mondo io c
IN COMUNITÀ
LA FAMIGLIA, LUOGO DI SPERANZA ED AMORE Anche quest’anno siamo alle porte del Natale e festeggeremo la nascita di Gesù generato da Maria e Giuseppe che si sono fatti strumento del disegno di Dio.
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io incarna suo figlio in una famiglia umana. E noi nella nostra famiglia siamo pronti ad accoglierlo? Sì perché Gesù viene e chiede di entrare anche nella nostra famiglia. Vorremmo proporvi questa riflessione sulla famiglia di Chiara Lubich perché anche nella nostra casa Gesù sia atteso, cercato, accolto: “Natale è la festa della famiglia. Ma dov’è nata la più straordinaria famiglia se non nella grotta di Betlemme? È lì, con la nascita del Bambino, che essa ha avuto origine. È lì che si è sprigionato per la prima volta nel cuore di Maria e di Giuseppe l’amore per un terzo membro: il Dio fatto bambino. La famiglia: ecco una parola che contiene un immenso significato, ricco, profondo, sublime e semplice, soprattutto reale. La famiglia o c’è o non c’è. Atmosfera di famiglia è atmosfera di comprensione, di distensione serena; atmosfera di sicurezza, di unità, di amore reciproco, di pace che prende i suoi membri in tutto il loro essere. Vorrei che questo Natale incidesse a caratteri di fuoco nei nostri animi questa parola: famiglia. Una famiglia i cui membri, partendo dalla visione soprannaturale, e cioè vedendo Gesù gli uni negli altri, arrivano fino alle espressioni più concrete e semplici, caratteristiche di una famiglia. Una famiglia i cui fratelli non hanno un cuore di pietra ma di carne, come Gesù, come Maria, come Giuseppe. Vi sono fra
essi coloro che soffrono per prove spirituali? Occorre comprenderli come e più di una madre. Illuminarli con la parola o con l’esempio. Non lasciar mancare, anzi accrescere attorno a loro il calore della famiglia. Vi sono tra essi coloro che soffrono fisicamente? Siano i fratelli prediletti. Bisogna patire con loro. Cercare di comprendere fino in fondo i loro dolori. Vi sono coloro che muoiono? Immaginate di essere al loro posto e fate quanto desiderereste fosse fatto a voi fino all’ultimo istante. C’è qualcuno che gode per una conquista o per un qualsiasi motivo? Godete con lui, perché la sua consolazione non sia contristata e l’animo non si chiuda, ma la gioia sia di tutti. C’è qualcuno che parte? Non lasciarlo andare senza avergli riempito il cuore di una sola eredità: il senso della famiglia, perché lo porti con sé. E dove si va per portare Cristo, nulla si potrà fare di meglio che cercare di creare con discrezione, con prudenza, ma con decisione, lo spirito di famiglia. Esso è uno spirito umile, vuole il bene degli altri, non si gonfia….è la carità vera, completa.” Affidiamo a Gesù tutte le famiglie, perché non si scoraggino di fronte alle prove e alle difficoltà, ma sull’esempio della Sacra Famiglia sappiano coltivare l’amore coniugale, si dedichino al servizio della vita e dell’educazione e sappiano trasformare la loro casa in luogo dove ognuno è amato di un amore unico, irripetibile. È questo il nostro augurio di Natale. La Commissione Famiglia NATALE 2013 | 7
L’APPROFONDIMENTO
BABBO NATALE TRA LEGGENDA E STORIA Una delle figure più amate dai bambini di tutto il mondo è certamente Babbo Natale che in questo periodo riempie i loro sogni di gioiosa aspettativa per i regali che porterà la sera della vigilia.
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omunemente si crede sia legato alla tradizione nordica in particolare a quella anglosassone, ma la vera storia di Babbo Natale ha origini cristiane ed è curiosamente legata ad uno dei santi più popolari in Italia: S. Nicola di Bari. La sua storia tuttavia non ha inizio in Italia ma in Turchia, dove intorno all’anno mille la tomba di S. Nicola era profondamente venerata, perché il Santo aveva la fama di proteggere da ogni pericolo i viaggiatori. Specialmente la gente
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di mare prima di ogni navigazione lo pregava intensamente, portava fiori e segni di venerazione nel luogo dove si pensava fosse stato sepolto il suo corpo. Avvenne che una nave con equipaggio barese facesse naufragio sulle coste turche. I marinai vennero salvati e accolti dalla popolazione locale. Venuti a conoscenza, durante il periodo dedicato al ripristino della nave, della fama del Santo, decisero di rubarne le ossa e di portarle in segreto in patria. Così fecero e giunti nella loro città, Bari, si diedero subito da fare per trovare i fondi necessari alla costruzione di una chiesa che ospitasse le sacre ossa e dove ogni marinaio potesse pregare S. Nicola e riceverne protezione. Fu eretta così la grande basilica che ancora oggi è possibile ammirare a Bari. La devozione per il Santo aumentò talmente che da allora venne considerato il Patrono della città. Tra le molte leggende, quella che unisce S. Nicola a Babbo Natale, racconta la storia di tre fanciulle baresi molto devote al Santo. Lo pregavano da quando il padre era caduto in disgra-
zia e non era più stato ingaggiato come marinaio da nessuna nave. Vivevano in grande povertà, perciò il Santo accolse le loro suppliche e decise di aiutarle. Per due notti consecutive scese dal cielo e gettò dentro la finestra della loro camera tre sacchi pieni di monete d’oro. Al mattino le fanciulle svegliandosi trovarono ai piedi del loro letto un sacco pieno d’oro. Consegnarono quella fortuna al padre ma non furono in grado di spiegarne la provenienza. La terza notte il padre, troppo curioso, voleva conoscere il misterioso benefattore. Decise così di chiudere tutte le finestre e le porte della casa e di restare sveglio tutta la notte per cogliere il misterioso visitatore. Nessuno però entrò forzando una finestra o la porta perché S. Nicola vedendo tutto chiuso si arrampicò sul tetto e calò le monete d’oro attraverso il camino. L’oro cadendo andò a finire proprio dentro le calze che le fanciulle avevano lavato e appeso ad asciugare vicino al camino. Da allora a Bari è rimasta la tradizione, cara ai bambini, di appendere le calze la sera del 5 dicembre, la vigilia della festa di S. Nicola, per trovarle piene di dolci e regali la mattina dopo. La fama del Santo come protettore dei naviganti e portatore di fortuna in oro, si diffuse a tal punto in tutti i porti toccati da imbarcazioni con equipaggio barese, che iniziò la moda di porre sulle navi statue o immagini di S. Nicola per pregarlo durante la navigazione o nei momenti di pericolo. Così accadde che una di queste
statue, che era stata scolpita sulla prua di una nave olandese arrivata fino in America, fosse ammirata dagli Americani perché diversa da quelle che normalmente si vedevano sulle navi che rappresentavano sirene o belle fanciulle. Ogni equipaggio infatti rappresentava secondo la sua fantasia e il suo mondo le immagini più care. Gli Olandesi avevano scolpito la statua del Santo protettore come un vecchio marinaio addirittura con la pipa in bocca e lo pregavano storpiando il
nome originale “Sinter Klaus”. In America la figura di questo buffo vecchietto, ma soprattutto la storia delle monete d’oro calate attraverso il camino, ebbe molto successo. Gli Americani lo fecero diventare portatore di regali e ne elaborarono ulteriormente il nome fino a farlo diventare “Santa Claus” cioè il nostro Babbo Natale. Con questo appellativo S. Nicola, dall’America è ritornato in Europa e i bambini lo conoscono come Babbo Natale. Loredana
IN COMUNITÀ
DIARIO DI UN MARTEDÌ QUALSIASI
È
martedì mattina, ci alziamo in fretta, un segno di croce, una preghiera veloce e poi via…. Inizia la giornata che sicuramente sarà frenetica, ricca d’imprevisti, di corse, di affanni. Ogni tanto comunque il pensiero va alla Comunità Familiare di Evangelizzazione che stasera si incontrerà qui nella nostra casa, come ogni martedì, dalle 21.00 alle 22.30. E questo pensiero porta pace e un’attesa che si fa gioia. Così dopo la giornata, che come previsto è stata piuttosto movimentata (molte volte la sera c’è ancora qualcosa di urgente da fare), poco prima delle 21.00, come per miracolo, tutto si acquieta.
Figli, nonni, nipoti tutti sanno che quella è l’ora dell’incontro, è l’ora in cui la nostra cucina diventa il luogo di preghiera. La Comunità Familiare di Evangelizzazione è momento di preghiera per l’evangelizzazione, è per dire a tutti quanto è bello stare con Gesù e quindi con gioia prepariamo posto nella nostra casa e nel nostro cuore per altre persone che vogliono condividere questa esperienza. Pian piano arrivano tutti, un saluto affettuoso, una “chiacchiera” intanto che si aspettano gli altri e poi si inizia, molto semplicemente, come una vera famiglia. Nella preghiera, sia di lode che di intercessione, ricordiamo sempre i fratelli non presenti; quelli che hanno partecipato alcune volte e poi per vari motivi non sono più venuti, ma in particolare quelli che abbiamo nel cuore, quelli che abbiamo invitato magari più volte, ma non hanno ancora trovato il coraggio di dire sì. Questo non ci porta allo scoraggiamento, ma ancora di più a cercare Lui, il Signore, nella sua Parola, nell’Adora-
zione, ma soprattutto nell’Eucaristia, vera e insostituibile fonte di gioia, di forza, di vita e di possibilità di cambiamento e conversione. La cosa bella poi è che la Comunità Familiare di Evangelizzazione ancora di più ci fa sentire parte viva di una comunità, la nostra comunità e in comunione profonda con i nostri preti, Don Giacomo, (che, nonostante sia tra noi solo da pochi mesi, ha già vissuto l’esperienza con alcune Comunità) e Don Andrea, ai quali va il nostro grazie. Con gioia poi abbiamo accolto, dal primo martedì di Avvento, le catechesi preparate e meditate dal nostro parroco. E per finire la cosa più importante è dire grazie al Signore perché ci ha regalato questo ulteriore e nuovo modo di incontrarLo, lì, nella nostra casa, dove abbiamo giorno dopo giorno costruito la nostra vita, dove viviamo quotidianamente gli affetti più cari e dove Gesù da sempre occupa un posto d’onore, dando un senso ad ogni situazione, ad ogni cosa, ad ogni avvenimento, insomma alla nostra vita. Daniela e Giorgio NATALE 2013 | 9
APPUNTI di VIAGGIO ITINERARI BALTICI: VILNIUS - RIGA - TALLIN “È l’ultima volta che salgo in un pullman con voi!” Queste parole, pronunciate da Don Tino, hanno velato di malinconia un viaggio che proprio perché si avviava alla fine, si poteva dire fosse risultato interessante oltre ogni aspettativa; questo almeno per me che l’avevo intrapreso con minor entusiasmo rispetto a quello che avevo provato partendo per l’Irlanda. Non a caso ho parlato di malinconia, perché questo sentimento suscitato in quel momento particolare era stato tangibile sempre: l’avevamo respirato nell’aria, percepito nello sguardo della gente baltica, riconosciuto nei resti dei castelli medievali, nel fasto dei palazzi dalle facciate ricche di stucchi e nell’oro delle chiese barocche. In Vilnius, Riga e Tallin, le tre capitali baltiche meta del nostro tour, ci ha colpito la ricchezza dei monumenti e la raffinatezza dell’arte con un’ elegante mescolanza di elementi architettonici gotici, rinascimentali e barocchi. L’abbiamo intesa come dimostrazione delle glorie trascorse di un popolo e di un passato sempre vivo, per il quale si prova non solo un malinconico rimpianto, ma anche il giusto orgoglio di averne riconquistata la grandezza con la tenace e comune resistenza sfociata nella dichiarazione di indipendenza dell’agosto 1991. Ancora oggi a Vilnius, la vecchia signora del Baltico, come viene definita la capitale della Lituania per la compostezza e la signorilità che ricordano Praga, sul lastricato della piazza tra la Cattedrale e il campanile, una pietra chiamata pietra del miracolo ricorda che proprio da qui fino a Tallin passando per Riga partì una catena umana lunga 650 chilometri. Era un cordone formato da persone che pacificamente si tenevano per mano in
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segno di protesta contro il regime sovietico. Miracolo certamente è stata questa manifestazione del desiderio comune di democrazia, libertà religiosa e indipendenza nazionale, come miracolo di fede in Cristo è la cosiddetta Collina delle Croci. Si tratta di una modesta altura tra Vilnius e Riga, sulla quale si affastellano milioni di croci, diverse per materiale, grandezza e preziosità, infisse sul terreno, appoggiate oppure appese una sull’altra, sulle quali spicca l’enorme croce in legno, regalo del Papa Giovanni Paolo II. Il Cristo bronzeo sembra accogliere i pellegrini che salgono pregando come se ripercorressero il Calvario. C’è uno strano silenzio perché i rumori del mondo e il dolore umano di cui ogni croce è simbolo si annullano e trovano pace nella figura del Gesù morente. La tradizione di porre croci in questo sito risale al periodo del risorgimento nazionale, però in epoca sovietica la croce divenne il simbolo della resistenza lituana; per questo la Collina spianata più volte dalle autorità risorse regolarmente ancora più alta e più ricca di croci come testimonianza della lotta pacifica per il raggiungimento della libertà politica e religiosa. Riflettendo proprio sul numero enorme di lotte sostenute per questi nobili ideali nel corso della storia, mi viene spontaneo un abbinamento. Il rosso è il colore normalmente usato per esprimere l’amore che spinge a
lottare per cause importanti e nei paesi baltici il rosso non manca, anzi è il colore dominante nel paesaggio, nell’arte e nei simboli. I tetti rossi spioventi danno risalto al bianco delle case; le rosse cupole a cipolla dei campanili spiccano sulle bianche facciate delle chiese barocche. Il patrimonio boschivo è arricchito dalla bellezza degli abeti rossi che, in prossimità del mar Baltico, si specchiano nell’acque e le colorano di calde tonalità. Siamo rimasti incantati dai bagliori rossastri, quasi frutto di magia, provenienti dal castello lacustre di Trakai, possente costruzione in mattoni che occupa quasi tutta l’area verde emergente dall’acqua. A Riga, l’elegante capitale della Lettonia, il rosso unito all’azzurro colora le facciate degli alti palazzi e dà risalto agli stucchi bianchi con figure di mostri, uccelli rapaci, chimere, eroi mitici ed elementi floreali dello stile liberty. Il colore inoltre della Passione, alla base della religiosità baltica è sempre il rosso e rosso è lo sfondo della grande icona miracolosa in cui rifulge tra l’oro e l’argento la figura dolcissima della Vergine, che la devozione a Vilnius vuole allontani con lo sguardo la sfortuna da chi la prega. Anche a Tallin nel Duomo, dove un concerto d’organo e tromba ci ha stupito per la novità dell’abbinamento strumentale e la raffinatezza della musica, nella grande pala d’altare la famosa danza macabra, nei rossi abiti sontuosi dei personaggi laici e religiosi, dipinti fra gli scheletri danzanti, ricorda che il rosso è uno dei legami visibili delle “Tre sorelle baltiche”. Così viene indicato questo mondo geograficamente lontano dal nostro, ma più vicino di quanto si possa immaginare. Lo confermano ragioni storiche e commerciali, culturali e letterarie. Questi popoli infatti erano già
conosciuti dai Romani, tanto che Tacito nella sua opera Germania li cita come raccoglitori d’ambra. Le vicende storiche successive hanno portato poi a definire queste zone l’ultimo bastione d’Europa. È evidente ovunque il sentimento di appartenenza al mondo occidentale, che si è sviluppato e rafforzato specialmente durante l’epoca sovietica, al termine della quale, la nuova vita politica, dopo la restaurazione dell’indipendenza, ha perseguito un obiettivo comune ai tre paesi baltici: il ricongiungimento all‘Europa, con l’entrata a far parte della Nato e dell’Unione Europea. Il loro legame poi con l’Italia è molto stretto. Lo troviamo nei miti delle origini, in particolare quelle di Vilnius, la capitale lituana che sorge come Roma su sette colli e ha come Roma la leggenda della lupa che ha indicato il colle sul quale la città doveva essere fondata. Al di là della leggenda, la realtà presenta forti contatti con noi attraverso l’opera di architetti e artisti italiani: Bartolomeo Rastrelli che progettò il bellissimo Castello di Rundale che era il palazzo di inverno dei duchi di Curlandia; il bergamasco Giacomo Quarenghi che disegnò il castello di Eleya. Tutti questi elementi del passato, uniti alla cordialità della gente, alla bellezza europea delle chiese e dei palazzi, al fascino senza tempo dei castelli e delle città medioevali, immerse in una natura quasi incontaminata tra boschi e laghi, hanno reso indimenticabile questo viaggio goduto in ogni momento. Abbiamo concluso il tour incontrando il parroco italiano della cattedrale cattolica dei Santi Pietro e Paolo, nel centro storico di Tallin, che ci ha fatto capire ancora una volta l’universalità della chiesa. Loredana
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grazie
Tino
don
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benvenuto
don
Giacomo
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IN COMUNITÀ
UN NUOVO FIGLIO NELLA FAMIGLIA DI PADRE PIAMARTA Lo scorso 8 settembre, nella chiesa dell’Istituto Artigianelli, in città, Davide Boldini, il seminarista piamartino che per alcuni anni è stato in servizio presso la nostra parrocchia, ha compiuto un altro importante passo verso il sacerdozio.
D
opo il ministero del lettorato (ricevuto nella nostra parrocchia il 15 maggio 2011) e il ministero dell’accolitato (ricevuto nella parrocchia di Santa Maria della Vittoria il 18 marzo 2012), Davide ha pronunciato solennemente i suoi voti di povertà, castità e obbedienza, ribadendo a gran voce di voler entrare a tutti gli effetti, e per sempre, nella famiglia dei “Figli di Padre Piamarta”. “Dio Padre, che mi hai donato la vita, che per mezzo dello Spirito Santo mi hai riversato in cuore il tuo amore, e mi hai chiamato a seguire più da vicino Gesù Cristo tuo figlio e mio Signore, io Davide Boldini, in piena libertà, mi consacro totalmente a Te, per vivere nella Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth di San Giovanni Battista Piamarta, con i miei fratelli e per offrire tutte le mie forze a servizio di quanti mi affiderai, specialmente dei giovani più poveri, collaborando in tal modo alla missione della tua Chiesa. Per questo, con piena fiducia in Te, nell’intercessione della Vergine Maria e di San Giuseppe, nelle mani del superiore generale, faccio voto per sempre di vivere casto, povero e obbediente secondo la via evangelica tracciata nelle costituzioni della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth. I miei fratelli mi assistano ogni giorno e mi aiutino ad essere fedele”.
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A Davide le nostre congratulazioni. Gli assicuriamo preghiere costanti perché sorretto dal Signore percorra ogni giorno e con fede la strada a cui Lui l’ha chiamato. Laura
TESTIMONI della FEDE GIOVANNI, IL DISCEPOLO PREFERITO Dal 22 al 24 novembre si è tenuto a Fantecolo il seminario “Giovanni”preceduto da una serata in parrocchia.
N
ell’iconografia classica e nei tanti dipinti, l’evangelista Giovanni spesso è stato ritratto con il capo adagiato sul petto di Gesù (Gv 13,25 …ed egli chinandosi sul petto di Gesù gli disse: Signore, chi è?), lui il più giovane dei discepoli, l’unico dei dodici presente sotto la croce, il prediletto di Gesù con questo atteggiamento sembra suggerirci che per essere veri discepoli del Maestro è lì che dobbiamo riporre anche noi il nostro capo. Nei tre giorni del seminario di “Giovanni” questa visione ci ha accompagnato in tutte le catechesi e in tutti i momenti forti nei quali ci veniva indicata la strada per “essere come il Maestro“, ci siamo sentiti “coccolati” non solo dai ragazzi dell’equipe, meravigliosi testimoni, ma soprattutto dalla presenza di Gesù vivo in mezzo a noi. Tra le tante condizioni che il Signore richiede per poterlo seguire, tre sono quelle che più ci hanno fatto riflettere: non avere nidi, essere vivi, staccarsi dal passato. Non avere nidi, come gli uccelli (Lc 9,58). Il rischio di fare della propria fede una tana, è enorme. Stiamo talmente bene io e il mio Gesù, con le mie piccole certezze, i miei ritmi, le mie preghiere, che non ho più occhi attenti ai bisogni dell’altro. La seconda condizione per essere discepolo è lasciare che i morti seppelliscano i morti (Mt 8,22). Che significa? Significa che il Signore non ha bisogno di cadaveri, ma di persone vive. Il Vangelo ha bisogno di uomini e donne che siano vivi, vivaci. La terza riflessione riguarda il guardarsi indietro. Nessuno che, messo mano all’aratro, si volge indietro, è degno del Regno (Lc 9,26). Che significa? Significa che dobbiamo dimenticare il passato che ingombra il presente, Gesù ha bisogno di gente rivolta al futuro, non ripiegata sul passato. Il Signore non vuole che siamo inchiodati alla miseria del nostro passato, alle fatiche della nostra infanzia, alle ferite
del vissuto. Il Signore guarda solo avanti. Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della nostra vita. Essere discepoli vuol dire amarlo e fondare su di lui, e solo su di lui, il nostro progetto di vita. Vivremo, nonostante tutto, infedeltà ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce che ogni giorno ci è chiesto di portare. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma è proprio l’adesione alla “nostra” croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli. Chiunque può essere discepolo, non importa com’è stato il nostro ieri, quali sono i problemi, il Signore ci dice che noi non siamo un problema. Abbiamo dei problemi, ma non siamo un problema. Questo è “vangelo”, questa è la buona notizia. Laura e Giamba
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DALLE MISSIONI
UNA NUOVA MISSIONE
Riparto, anzi: ripartiamo.
C
osì mi sono espresso domenica 24 novembre in occasione del mandato per la mia missione di tre mesi in terra ugandese, ad Alìto, nella Diocesi di Lira, con l’associazione di Calcinato “L’Ovo de l’Asino”, celebrato da don Andrea e dal diacono Antonio Corsini, presidente dell’associazione, nella nostra parrocchia. Parlo al plurale perché ci tengo a portare con me la mia comunità parrocchiale, molto attiva e intraprendente, e il mio gruppo missionario, che mi hanno seguito quando ero in Uganda con lo Svi per un’esperienza a tempi lunghi, che però si era bloccata per motivi di salute. Ricomincio quindi ancora da quella stessa nazione dove si era interrotto un discorso a cui tenevo moltissimo, aspettando un anno e mezzo, il tempo per lasciarmi alle spalle una parentesi un po’ amara con lo Svi, che ha avuto un risvolto poco piacevole in fatto di salute, per errati consigli in fatto di profilassi antimalarica e di una diagnosi sbagliata in ospedale. Pochi giorni e quel volo aereo mi porterà, dopo essere passato da Kampala, nella Diocesi di Lira che è amministrata da un vescovo bresciano, Monsignor Giuseppe Franzelli. Da Lira si andrà poi ad Alìto, un paesino ad una mezz’ora a nord, sede del progetto. Lì ritroverò, con il presidente e un altro volontario, tre volontari partiti prima di me e Michele Filippini, il missionario laico che sta gestendo il progetto. Il sito è un ex lebbrosario attivo dagli anni ’60 agli anni
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’80 dove, nel 2011, sono stati ricavati gli alloggi per i volontari e la dimora per i macchinari che furono spediti tramite due container, tra cui due trattori, una terna, una betoniera, un aratro, un’erpicatrice, una trinciasarmenti, una macchina per fabbricare mattoni, una macchina da cucire, una macina meccanica… Laggiù si vorrebbero allestire dei locali per realizzare laboratori per formare dei piccoli imprenditori e dei locali da adibire ad alloggio per chi frequenta la struttura. Un esempio per capire la strategia della missione è l’utilizzo del trattore munito di aratro che raggiunge la proprietà terriera del contadino e, tra profondi solchi, abbattimento di enormi termitai, rimozione tramite la terna di massi di grandi dimensioni e frantumazione delle zolle, alla fine il fondo è sì pronto per essere coltivato. Sarà successivamente l’agricoltore a fare in modo di mantenere la proprietà nelle condizioni per essere coltivata. Il progetto punta alla continuità grazie alla sinergia tra la Diocesi di Lira e il Centro missionario diocesano di Brescia, di cui è direttore don Carlo Tartari. Non manca la possibilità di aiutare il progetto diventando socio e venendo informato sulle attività sviluppate e sulle iniziative in terra bresciana, devolvendo il 5 per mille e visitando il progetto di Alìto, anche facendo parte di squadre di volontari che vengono inviate durante l’anno. Cito sinergia e aiuti per la continuità di Ioa ma so e sappiamo che il più grande aiuto che abbiamo è la fede e la preghiera verso il nostro Signore. Passerò il periodo natalizio lontano da casa (mi è già capitato in terra africana per volontariato) ma già da ora colgo l’occasione per augurarvi un sereno Natale. Marco
IN COMUNITÀ
AGO, FILO E... BUONA VOLONTÀ! La primavera scorsa, il gruppo “Betania”, ha pensato ad un nuovo servizio da offrire alla comunità parrocchiale: dar vita ad un laboratorio di cucito.
I
n realtà, l’idea non è una cosa nuova, infatti esiste in molte parrocchie, funziona bene ed è gradito a molte persone. Don Tino prima e Don Giacomo poi, hanno condiviso l’iniziativa e così, passo dopo passo, tra incertezze e paure, il laboratorio è partito. È importante sapere che il nostro laboratorio, non è una scuola, bensì un momento comunitario, dove con semplicità e un pizzico di impegno, si imparano alcune cose di cucito e ricamo (come, ad esempio, imparare ad usare il ditale, imparare alcune piccole tecniche che ti permettono di lavorare con precisione per ottenere un buon risultato… insomma, poter dire: son capace di tener in mano l’ago e il filo!); tutto questo, pensando a quanto sia prezioso in famiglia. Ci hanno regalato due ferri da stiro e l’asse per stirare; ci manca la macchina da cucire, alla quale stiamo pensando……e gli sgabelli poggia-piedi per favorire
una corretta postura. Chi avesse in casa cose che non utilizza più, come forbici, aghi, filo, cerniere, fettucce… ce le può portare e noi ne faremo buon uso. Il giorno scelto per il laboratorio è il martedì, due volte al mese, dalle 15 alle 18. Terminato il lavoro, alle 17.30 circa, si riordina la stanza e poi, chi vuole, può unirsi al gruppo Betania per la recita della preghiera di vespro. Attenzione: per motivi tecnico-organizzativi, il laboratorio sarà sospeso per un po’ di tempo, ma aspettiamo comunque coloro che sono interessati in attesa di riprendere al più presto il lavoro iniziato! Gruppo Atelier Betania
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IN COMUNITÀ
USCIRE UNA SERA PER INCONTRARE DANTE E FRANCO NEMBRINI Venerdì 6 dicembre alle 21.00 il nostro teatro era gremito di ragazzi, erano in tanti e ascoltavano con attenzione una persona che parlava della Divina Commedia.
D
i per sé è già stupefacente questo e sarebbe interessante indagare. La
persona che “LE MAMME DEL LUNEDI’” hanno invitato, per parlare di Dante, si chiama FRANCO NEMBRINI e chi viaggia un poco con Internet scoprirà cose interessanti su di lui. È stato insegnante tanti anni, è il rettore di una bellissima scuola a Calcinate (Bg), è un educatore, è un appassionato di Dante ed un “esperto” della sua poesia, con il significato etimologico della parola esperto, cioè è una persona che ha fatto esperienza insieme a Dante. Franco ha presentato i suoi libri in tutto il
ed è stato un percorso serio e a
più grande, che Dante ha identi-
mondo e alcuni sono stati tradotti
tratti difficoltoso; abbiamo im-
ficato con Dio. Abbiamo compre-
perfino in russo. Solo a novem-
parato che, per vivere all’altezza
so che il cuore di Dante Alighieri
bre è stato invitato a Khar’kov in
dei nostri desideri, occorre an-
è uguale al nostro e che anche a
Ucraina per tenere un’assemblea
che riconoscere il nostro male e
lui il Signore ha chiesto di fare un
e aveva di fronte ragazzi e adulti
lavorare, mai da soli, per affron-
cammino attraverso il male per
che, per ascoltarlo, hanno fatto
tarlo. In quest’anno di incontri, di
arrivare al perdono (purgatorio) e
decine di chilometri. Noi “mam-
discussioni e di confronto, abbia-
quindi alla VERITÀ della vita che
me del lunedì” abbiamo lavorato
mo capito, come ci ha suggerito
è CRISTO (Paradiso). Abbiamo
su uno dei suoi libri “DANTE POE-
Franco, che l’uomo è fatto per la
compreso che il desiderio è quella
TA DEL DESIDERIO” con incontri
felicità e che basta solo che inizi
parte di noi che ci differenzia dagli
settimanali che si svolgevano al
a desiderarla, perché anche se il
altri esseri, è quella attrattiva che
bar della nostra parrocchia. Abbia-
desiderio è limitato “dietro” di lui
fa sì che tutta la realtà sia un mez-
mo letto alcuni canti dell’Inferno
possiamo scorgere un desiderio
zo per arrivare a Dio. Sicuramente
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per noi mamme l’incontro del 6 di-
tenerlo e promette che già questo
cembre è stata l’occasione di ritor-
sia la felicità che cerchiamo. Come
nare a vedere le stelle come scrive
ha detto Franco: “Il diavolo mette
Dante e abbiamo scoperto che le
uno STOP e censura il richiamo ad
stelle c’entrano con i desideri. An-
Altro che sta dentro l’oggetto del
che etimologicamente la parola
desiderio“. Oggi noi, come Dante,
“desiderio” deriva da “de - sidera”
abbiamo intrapreso quel cammino
che significa “ha a che fare con le
e sulla nostra strada sappiamo che
stelle”. Franco Nembrini ci ha rac-
incontreremo: “la lonza, il leone ed
contato Dante e di come, nel suo
il lupo”, ma abbiamo la consapevo-
cammino attraverso l’Inferno, il
lezza che tutto ciò che potrà acca-
Purgatorio e il Paradiso impara che
dere, anche ciò che abitualmente
non si deve avere paura del deside-
consideriamo male, è un modo di
rio, non si deve annullare o ridurre
riconoscere la nostra debolezza e
quello che abbiamo tutti nel cuore.
la nostra condizione di uomini che
Il Signore ci ha dato questo cuore speciale pieno di
hanno bisogno di Dio.
DESIDERI che dobbiamo ascoltare. La questione è
Nel ringraziare Don Giacomo e Don Andrea che han-
che se tutta la realtà e la bellezza ci attrae e ci colpi-
no aderito a questa iniziativa, le mamme che hanno
sce noi abbiamo anche la consapevolezza che dentro
lavorato e i ragazzi che hanno accettato l’invito noi
quell’attrazione c’è il richiamo di un Altro. Anche il
speriamo in un prossimo appuntamento...chissà se il
demonio usa gli stessi desideri per attirarci a sé, ma
buon Dio vorrà!
ci chiede di “prendere” ciò che desideriamo di trat-
LE CORALI
DELLA PARROCCHIA DELLE SANTE CAPITANIO E GEROSA
presentano
T di NOTE
SPERANZA canti e riflessioni in attesa del Santo Natale
Le mamme del Lunedì
PARROCCHIA DELLE SANTE CAPITANIO E GEROSA - BRESCIA
Giornata di convivenza per le famiglie Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? (Lc. 6,32)
30 APRILE - 1 MAGGIO 2014
22 DICEMBRE 2013
alle ore 20.45 nella Sala della Comunità
EREMO DEI SANTI PIETRO E PAOLO - BIENNO
Iscrizioni presso la segreteria parrocchiale o Italo Crema 339 8279282 NATAL E 2013 | 19
IL VOLONTARIATO
EMERGENZA FREDDO, QUANDO UN TETTO E UN PASTO VALGONO UNA VITA Il fenomeno si verifica ogni anno con l’approssimarsi dell’inverno, ma nonostante sia ormai una situazione ricorrente, continua ad essere chiamata “emergenza freddo”.
N
umerose le iniziative sociali presenti nelle principali città ed anche nella nostra con il medesimo richiamo, «Emergenza Freddo». Il progetto è partito qualche anno fa con la collaborazione del Comune di Brescia ed il supporto di numerose associazioni di volontariato con l’obiettivo di garantire un pasto caldo e un luogo sicuro dove passare le fredde notti invernali alle persone di difficoltà. Lo scorso anno alcune persone della nostra comunità hanno partecipato all’iniziativa garantendo, occasionalmente, la preparazione e la distribuzione del pasto serale. L’esperienza vissuta è stata molto positiva e coinvolgente; per questo motivo, durante il periodo estivo è emersa la volontà di voler dedicare al ”Progetto” più tempo, con più persone. A metà novembre è partita l’iniziativa “Emergenza Freddo” ed il nostro gruppo si è reso subito disponibile per garantire la copertura del servizio dei lunedì sera presso due dormitori della città dove usufruiscono del servizio circa 60 ospiti. Ad oggi stanno collaborando nell’attività di supporto più di cinquanta persone, suddivise in 5 gruppi di lavoro che garantiscono il turno settimanale. La cena viene preparata nei locali dell’oratorio e poi viene 2 0 | N ATA LE 2013
portata nei dormitori di via Villa Glori e via Marchetti. La disponibilità dei generi alimentari necessari per la preparazione delle cena sono garantite da iniziative interne (vendita torte) o da persone, famiglie e associazioni che si sentono vicine ai valori che porta avanti il Progetto. Parte della raccolta è stata consegnata al nostro amico Marco Mor per le necessità del progetto Missionario che si svolge in Uganda. Ringraziamo tutte le persone che collaborano e che mettono tutte le loro energie per offrire ai nostri fratelli in difficoltà, oltre al momento di ristoro anche dei momenti “di letizia”, per dare quel sapore diverso di accoglienza, di calore, di umanità. Invitiamo chi vuole a rendersi disponibile per dedicare un po’ di tempo a questi nostri fratelli meno fortunati. “La gente oggi ha bisogno certamente di parole, ma soprattutto ha bisogno che venga testimoniata la misericordia, la tenerezza del Signore, che scalda il cuore, che risveglia la speranza, che attira verso il bene” (Papa Francesco, 6 luglio 2013) Il Gruppo Emergenza Freddo Per informazioni rivolgiti a: Marco 3475450029 Marilena 3391797419
IN COMUNITÀ
A N AG R A F E
PARROCCHIALE >>> RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO “Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”. Nicolò Giovanni Sciarresi (di Francesca) Marta Pagano (di Silvio e Maria)
>>> UNITI NEL MATRIMONIO CRISTIANO SONO DIVENTATI CHIESA DOMESTICA “Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Sì, con la grazia di Dio, lo voglio” Andrea Giovanni Bonera & Chiara Tameni (19 ottobre 2013) Alex Guizzo & Sara Venturini (8 dicembre 2013)
>>> MORTI IN CRISTO GESÙ “Io credo: il Signore è risorto e vive e un giorno anch’io risorgerò con Lui” Paolo Pasquali Giovanni Panigalli Francesca Copetta
Amoako John Ag’Akum Luigina Micheli Renato Colenghi
di
Giuseppe Grezzani Elda Cochetti Rosa Tortelli
Piante e Fiori
Casa d’Este
Via Giorgione, 7 - Tel. 030 2304185 Centro Comm.le Margherita d’Este BRESCIA FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA
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SPECIALE PENSIONATI
ATTIVITÀ E APPUNTAMENTI 19 dicembre 2013
23 gennaio 2014
AUGURI NATALIZI CON LE “AMICHE DEL GIOVEDÌ”
PRANZO CON LE “AMICHE DEL GIOVEDÌ”
13 dicembre 2013
COMPLEANNI DI GENNAIO
SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DEI NOSTRI ASSOCIATI DEFUNTI
11 febbraio 2014
21 dicembre 2013
13 febbraio 2014
COMPLEANNI DI DICEMBRE E SCAMBIO DEGLI AUGURI NATALIZI
GIORNATA DELL’AMMALATO A VILLA ELISA
31 dicembre 2013
CENONE DI FINE ANNO
COMPLEANNI FEBBRAIO E FESTA DI S. VALENTINO
05 gennaio 2014
01 marzo 2014
VISITA AI PRESEPI DI 1/2 GIORNATA
FESTA DI CARNEVALE
01 febbraio 2014
SANTA MESSA “DELL’AMMALATO”
22 febbraio 2014
“CONOSCI BRESCIA PER UN CAFFÈ” ANTE NOTA IMPORT stre coperienza e le vo Con la vostra es sere di mo crescere e es ia ss po ze en sc no o che non dimentichiam aiuto agli altri, ra Assopale della nost lo scopo princi della a chi ha bisogno ciazione è rivolto perare per aiutarlo a su nostra presenza persone difficili. Tutte le alcuni momenti utilità scienti della loro devono essere co forza da dare. La vera e di aver tanto espedelle doti e delle sta nella pluralità isi nella nei valori condiv rienze personali, l fine da e nell’unicità de nostra comunità conseguire. semoccasione dell’As Ad aprile 2014 in Elezioni svolgeranno le blea annuale si rettivo, il Consiglio Di dei componenti pertanto dallo Statuto, to is ev pr e m co atura. ioni per la candid aspettiamo ades
otti
Guido Masserd
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Cari Associati quest’anno abbiamo programmato delle visite alla nostra città di Brescia; saremo accompagnati da una guida e alla fine potremo prendere un caffè con quattro chiacchiere. Pensando di fare cosa gradita, le visite sono state tutte fissate nel giorno di sabato, il pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00. Ritrovo nei pressi del luogo della visita. Costo di ogni visita e 3,00 ad eccezione della visita al Museo Diocesano e 8,00 (maggiori di 60 anni), e 9,00 (minori di 60 anni). Numero partecipanti: 25 per visita.
16 novembre 2013 CHIESA SAN CLEMENTE
FORO ROMANO - Via Musei 14 dicembre 2013 CHIESA DELLE GRAZIE E SANTUARIO Via delle Grazie 11 gennaio 2014 MUSEO DIOCESANO E CHIESA SAN GIORGIO - Via Santa Chiara 08 febbraio 2014 CHIESA SAN FAUSTINO - Via S. Faustino 15 marzo 2014 CHIESA DI SAN NAZZARO E CHIESA DEI MIRACOLI 12 aprile 2014 CHIESA DEL CARMINE - Via del Carmine 10 maggio 2014 CHIESA DI SAN GIUSEPPE Vicolo S. Giuseppe
SOGNO O SON DESTO. IMPARO A CONOSCERMI TRA FANTASIA E REALTÀ Laboratorio per “le amiche del giovedì” presso la Parrocchia.
Il laboratorio giunge quest’anno alla sua terza edizione, rivolgendosi a un gruppo di utenti che nel tempo si è consolidato. Il taglio che anche questa volta si vuole dare è sempre ludico ricreativo ma allo stesso tempo finalizzato a comprendere i processi psicologici, emotivi e comportamentali alla base del proprio modo di essere. Solo in questo modo, infatti, si può creare una base sicura per tessere le relazioni sociali e promuovere la cultura del reciproco scambio e della buona convivenza. I sei incontri previsti, che si svolgeranno nel corso di circa 5 mesi, avranno sempre la durata di due ore ciascuno e si focalizzeranno su varie tematiche, mettendo sempre in primo piano i reali bisogni dei partecipanti. Seguendo, comunque, le linee teoriche della psicologia positiva, si vuole rendere centrale la partecipazione di ciascuno per alimentarne il benessere, scoprirne
le risorse e smorzare le zone d’ombra, che potrebbero lasciare spazio a situazioni di disagio emotivo o isolamento sociale. Sarà utile a tal proposito creare momenti di confronto e di informazione sulle condizioni psicologiche ed emotive che possono alimentare sindromi ansioso depressive lievi o importanti, per far si che ciascuno possa da sè sviluppare una capacità di lettura autocritica del proprio stato, al fine di intervenire sul proprio benessere in maniera tempestiva, ai primi eventuali segnali di sofferenza. Dott.ssa Virginia Federico Gli incontri sono fissati per: 21 novembre - 12 dicembre - 9 gennaio - 30 gennaio 20 febbraio - 13 marzo
PERCORSO SALUTE Appuntamenti del giovedì con personale qualificato in collaborazione con la Cooperativa “ECODENTAL” di Via Allegri, 37 Brescia
16 gennaio 2014 COSA MANGIAMO. Evitiamo gli eccessi, impariamo a leggere le etichette
Dr.ssa Marisa Vasile - biologa nutrizionista
06 febbraio 2014 ANSIA, STRESS, SOLITUDINE E INSONNIA.
Impariamo a rilassarci
Dott.ssa Rosanna Maiolo - psicologa
27 febbraio 2014 OCCHI E OCCHIALI. Anche l’occhio vuole la sua parte
Dimitri Micalif - ottico
20 marzo 2014
CHI SENTE BENE VIVE MEGLIO. Test dell’udito
03 aprile 2014
SORRISI SMAGLIANTI CON DENTI PRESTANTI. Quando la bocca diventa un cantiere.
A cura del Centro Audium di Brescia Mauro Mantelli - Ecodental
PREMIO LETTERARIO Ricordi di Infanzia e Giovinezza In collaborazione con il Comune di Brescia e Biblioteca SAN POLO
La scrittura, da sempre, è veicolo di cultura, di comunicazione tra persone e di trasmissione di valori e tradizioni. La narrazione è l’elemento centrale nella vita dell’uomo: il racconto delle storie di vita contribuisce infatti a donare un senso alle proprie esperienze ed alla propria esistenza. Per tutti questi aspetti la scrittura diviene strumento di coesione sociale poiché in grado di veicolare idee e aggregare le persone. È da questi presuppo-
sti che nasce l’idea di un premio letterario che possa coinvolge gli anziani del territorio di San Polo e donare così ai cittadini testi che possano contribuire ad alimentare l’appartenenza alla comunità territoriale. Gli elaborati possono essere consegnati a mano presso la nostra sede di Via Botticelli, 5 a Brescia.
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PERCHÈ SONO NATO Sono nato nudo, dice Dio, affinché tu sappia spogliarti di te stesso. Sono nato povero, affinché tu possa considerarmi l’unica ricchezza. Sono nato in una stalla, affinché tu impari a santificare ogni ambiente. Sono nato debole, dice Dio, affinché tu non abbia mai paura di me. Sono nato per amore, affinché tu non dubiti mai del mio amore. Sono nato di notte, affinché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà. Sono nato persona, dice Dio, affinché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso. Sono nato uomo, affinché tu possa essere “dio”. Sono nato perseguitato, affinché tu sappia accettare le difficoltà. Sono nato nella semplicità, affinché tu smetta di essere complicato. Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre. Lambert Noben