2015 autunno

DUE ANTE S

LE Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa BRESCIA

A U T U N N O 2 0 15 - S P E C I A L E

arrivederci

GIACOMO

don

grazie

SUOR PIERMARIA

SOMMARIO

I NOSTRI SACERDOTI

DON PIERANTONIO

3 Pascere il gregge di Gesù

DON ANDREA

5 Sia benedetto il nome del Signore!

Don Pierantonio Don Andrea

Amministratore parrocchiale

030 2301793 andreadotti@yahoo.it

OPERANO NELLA COMUNITÀ IN RICORDO DI...

6 Arrivederci don Giacomo Da “La Voce del Popolo” Testamento spirituale di don Giacomo I tuoi parrocchiani Emergenza Freddo I bambini del catechismo Chiara Per Anna

IN RICORDO DI...

12 Grazie suor Pier Incontro allo Sposo Generosità Tenerezza Dolcezza: una suora in tre parole “Sì” L’ultima volontà di suor Pier

LE SUORE

16 C’è chi parte... e c’è chi arriva!

IN COMUNITÀ

17 “Non potevo non venire qui”

IN COMUNITÀ

18 Padre Gian Paolo si presenta

IN COMUNITÀ

19 Da “La Voce del Popolo”

IN COMUNITÀ

20 Padre Domenico ci presenta...

Padre Gian Paolo

I PIAMARTINI

21 Piamartini, Padre Caprini è il nuovo Superiore Generale

LA DIOCESI

21 Alessandro Savio ordinato diacono

IN RICORDO DI...

22 Padre Albino, servo buono e fedele Il ricordo di sua sorella

IN COMUNITÀ

23 Anagrafe parrocchiale

IN COMUNITÀ

24 La Comunità accoglie Padre Gian Paolo

DUE SANTE

LE Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa BRESCIA

A U T U N N O 2 0 15 - S P E C I A L E

Autunno 2015 SPECIALE

arrivederci

GIACOMO

don

grazie

SUOR PIERMARIA

In redazione

Laura Di Palma, Loredana Mantovani, Dino Matesich, Filippo Milia, Delia Richiedei, Davide Riccardi, Orietta Cavaleri

Segreteria Parrocchiale Suore Maria Bambina Comunità Sagrestia Franco Perna Cons. affari economici Natale Cosatto Cons. Pastor. Parrocch. Daniela Sandonà Commissione Liturgica Francesca Bottari Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema Commissione Oratorio Flavio Nicassio Commissione Cultura Laura Di Palma Biblioteca Franca Crescimbeni Gruppo Missionario Marida Canori e Commissione Carità Equipe Battesimi Salvatore e

Margherita Giuffrida Claudio e Elena Guarini ICFR Genitori Catechisti/Animatori Don Andrea Ministranti Don Andrea

Davide Riccardi Amiche del giovedì Etiene Bicelli Gruppo Pensionati Guido Masserdotti Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli Atelier Betania Maria Mottinelli Caritas Carla Ghidini Mamme del lunedì Monica Favalli Anche tu sei mio fratello Marilena Taini Coro adulti Antonio Idra Coro Voci dal cuore Alessandro Zanardi ASD calcio Daniele Di Meo

Armando Mombelli ASD pallavolo Alex Guizzo Gruppo Teatro Giamba Zambelli Redazione giornalino Laura Di Palma

030 2301955 030 2310020 340 3726777 030 2310214 030 2306717 030 2304064 030 2304541 030 2311412 030 2319767 030 2310173 030 2310253 030 2319777 030 2310923 030 2301793 030 2301793 030 2319767 030 2306347 030 2304297 030 2306347 030 2310206 030 2304526 335 7167675 339 1797419 030 2306229 030 2301535 349 4733618 334 6818632 340 5818707 030 3531228 030 2319767

ORARIO DELLE SANTE MESSE Feriale Invernale 08.30 18.30 da lunedì a giovedì

08.30 20.30 venerdì Estivo 08.30 - da lunedì a giovedì

08.30 20.30 venerdì Prefestivi 18.30 Festivo Invernale Estivo

08.00 10.00 11.15 08.00 10.30 -

18.30 18.30

Hanno collaborato a questo numero

Don Pierantonio Bodini, Don Andrea Dotti, Daniele Paola e Tommaso Fumagalli, Marina De Salvador, Giusi Lagattolla e il figlio Simone, Marco Mor, Mario Deretti con Patrizia, Severino Paola e famiglia Facchi, Antonio Idra, Emergenza Freddo, i bambini del catechismo, Chiara, suor Maria Zemira, Don Angelo Calorini, Laura Inglima, Enrico Zanardi, le suore di Maria Bambina, Marida Canori, suor Felicita Agostoni, Mara Franzosi, Padre Gian Paolo Bergamini fn, Padre Domenico Fidanza fn, Padre Giancarlo Caprini fn, suor Elisabetta Buffoli

“Le due Sante” trimestrale della Parrocchia Sante Capitanio e Gerosa - Brescia Dir. resp. Di Palma Laura (giornalista pubblicista) Aut. Trib. di Brescia - n. 46 del 23-11-2007 PRIVACY E CERTIFICATI. La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino parrocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’aggiornamento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

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DON PIERANTONIO

PASCERE IL GREGGE DI GESÙ Con la potenza dello Spirito Santo in nome di Dio e, soprattutto, con amore: ecco il mandato di Cristo ai suoi ministri.

P

apa Francesco, nell’udienza generale del 26 marzo 2014, parlando del Sacramento dell’Ordine, diceva: “L’Ordine è il Sacramento che abilita all’esercizio del ministero, affidato dal Signore Gesù agli Apostoli, di pascere il suo gregge, nella potenza del suo Spirito e secondo il suo cuore.

Pascere il gregge di Gesù non con la potenza della forza umana o con la propria potenza, ma quella dello Spirito e secondo il suo cuore, il cuore di Gesù che è un cuore di amore. Il sacerdote deve pascere il gregge del Signore con amore.

Se non lo fa con amore non serve. E in tal senso, i ministri che vengono scelti e consacrati per questo

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servizio prolungano nel tempo che il suo sacrificio, unito a quella presenza di Gesù, se lo fanno lo di Gesù, porterà per noi, che col potere dello Spirito Santo in lo abbiamo conosciuto e che gli nome di Dio e con amore”. abbiamo voluto bene, abbondanti Riflettevo su queste parole frutti di vita spirituale. del Papa pensando ai Domenica 25 ottobre fatti che recentemenho dato a tutte le LE DUE SANTE: te hanno caratterizMesse l’annuncio UNA COMUNITÀ zato la nostra codella nomina del VIVA, munità delle “Due nuovo parroco scelSPIRITUALMENTE Sante”: l’ultimo sato dal Vescovo per BEN FORMATA luto al carissimo don la nostra comunità: Giacomo Franceschini padre Gian Paolo, un e l’annuncio del dono di un sacerdote religioso della nuovo pastore nella persona di Congregazione di San Giovanni Padre Gian Paolo Bergamini.

Piamarta. Padre Gian Paolo ha Ricordo ancora quando, come accolto la nomina con il profondo Vicario Zonale, domenica 6 ot- desiderio di dedicarsi pienamentobre 2013, ho presieduto il rito te per il bene della nostra comudi ingresso del nostro caro don nità, nel solco pastorale tracciato Giacomo che subito si è messo dai suoi predecessori e mettenall’opera offrendo tutte le sue do a disposizione il frutto di tante energie con autentico spirito di esperienze pastorali vissute con servizio; abbiamo colto la sua di- dedizione in questi anni di sacersponibilità, la sua sensibilità e la dozio. sua preparazione teologica e pa- La prima cosa che ho detto al storale. Il Signore però aveva per nuovo parroco è questa: “Trovelui un’altra via per realizzare pie- rai alle Due Sante una comunità namente il suo sacerdozio: la via viva, spiritualmente ben formata, della Croce. Tutti abbiamo pre- dinamica nelle iniziative, ben disente il percorso di sofferenza di sposta a collaborare nei vari amdon Giacomo e di come lo abbia biti e in particolare in favore delle vissuto in totale abbandono alla famiglie, nella vita di preghiera e volontà di Dio e per il bene del della carità”. Gli ho chiesto anche gregge a lui affidato; siamo sicuri di operare nella Zona pastorale in 4 | A UTU N N O 2015 - S PE CI A L E

comunione con gli altri sacerdoti, dove troverà degli amici fraterni disponibili a camminare insieme in quel progetto che, sempre di più, vedrà unite le nostre comunità parrocchiali a testimoniare sul territorio la bellezza della vita cristiana e la gioia di accogliere il Vangelo.

Accogliamo con tanto affetto il nuovo parroco, soprattutto non facciamogli mai mancare il dono della nostra preghiera, affidandolo ogni giorno a Gesù Buon Pastore, a Maria Madre della Divina Misericordia e alle nostre patrone le Sante Bartolomea e Vincenza.

Don Pierantonio Bodini Amministratore parrocchiale e Vicario Zonale

DON ANDREA

SIA BENEDETTO IL NOME DEL SIGNORE! In questo periodo, la nostra comunità ha conosciuto più profondamente cosa significhi fidarsi di Dio.

L

’esperienza della malattia e della morte di don Giacomo, così pure della morte improvvisa di Suor Piermaria, ha provocato in noi una risposta nella fede al Padre. La fede, infatti, in momenti come questi, si rafforza, mentre ci ritroviamo a domandarci le motivazioni del Signore e a intravvedere con più difficoltà i suoi progetti. Dio ha certamente uno sguardo più profondo del nostro e riesce a costruire la storia meglio di come ne saremmo capaci noi. È Lui il Signore e a Lui noi abbiamo scelto di dare la nostra fiducia.

Con uno sguardo illuminato dalla fede, ora, nella prova, come Giobbe possiamo dire: Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!

(Gb 1,21). Sì, anche in tempi come questi noi vogliamo lodare il Signore che ci ha dato don Giacomo con la sua vocazione, la sua vita sacerdotale, la sua intelligenza, la sua maturità e la sua esperienza. Ci ha dato un sacerdote che è stato capace di esercitare la sua paternità, fedele alla Chiesa e ministro efficace della Parola e dei Sacramenti. Ci ha dato un uomo capace di farsi vicino ai bisogni dei fratelli, capace di visitare e confortare gli ammalati e chi fosse nel dolore. Ci ha dato un uomo capace di stare nella malattia e nella debolezza, di vivere con Dio e morire con Lui. Il Signore

ci ha privilegiati con il dono della vita di don Giacomo e la nostra comunità ha mostrato la sua gratitudine con la partecipazione nella preghiera intensa. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore! Il Signore ha dato a noi anche suor Piermaria, che per dodici anni ha servito fedelmente e con profonda dedizione la nostra comunità nel solco della carità e della preghiera tracciato dalle nostre Sante Bartolomea e Vincenza. Il dono della sua vita lo aveva già fatto tanti anni fa, nella sua consacrazione religiosa e quel dono si è rinnovato ogni giorno nella fedeltà al servizio e al suo Sposo celeste. A Dio noi siamo grati del dono che ci ha fatto in Suor Piermaria, vogliamo con Lui raccogliere i frutti del suo sacrificio scegliendo di vivere anche noi tutti nel desiderio del servizio e nello stile dell’umiltà. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore! Ora, Egli non ci lascia soli. Per la nostra comunità, infatti, è pronto un nuovo tempo, durante il quale continuare a servire Lui e i fratelli nella costruzione della Chiesa. Con l’aiuto di padre Gian Paolo, il nostro nuovo parroco, raccogliendo l’eredità che ci è stata data, saremo comunità che sa cercare, accogliere e realizzare la Sua volontà.

Mi permetto qui di esprimere ancora una volta la vicinanza ad Anna ed ai familiari di don Giacomo, così come alla comunità delle nostre suore ed ai familiari di suor Piermaria. Sia benedetto il nome del Signore ora e sempre! (Sal 113,2) Don Andrea

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arrivederci don

GI

Riproponiamo qui lo scritto che Laura ha pubblicato su “La Voce del Popolo” del 1/10/2015.

M

“

entre la sua comunità delle Sante Capitanio e Gerosa, riunita in preghiera, recitava il rosario per lui, Maria, nostra Madre, ha preso per mano don Giacomo accompagnandolo al cospetto di Cristo”. Con queste parole, Mons. Vigilio Mario Olmi ha introdotto la sua omelia durante la veglia funebre per il parroco delle Due Sante, prematuramente scomparso lo scorso 15 settembre.

Don Giacomo Franceschini era nato a Travagliato nel 1952. Ordinato sacerdote il 10 giugno 1978, iniziò il suo ministero come vicario cooperatore del Villaggio Sereno I; tre anni più tardi, divenne vicario cooperatore della parrocchia di Orzinuovi e, a partire dal 1987, la prima esperienza come parroco, a Fenili Belasi. Nel 1997, don Giacomo venne nominato parroco di Villanuova sul Clisi e Prandaglio, comunità che guidò per ben sedici anni, dando “il meglio di sé nella testimonianza di Cristo Buon Pastore” prima di

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essere trasferito nella parrocchia cittadina dedicata alle Sante loveresi, dove aveva fatto il suo ingresso da circa due anni. “Assistito dalla Madonna e dai suoi cari, don Giacomo ha vissuto le sue ultime ore con l’animo pronto all’incontro con Cristo: ha ricevuto il Sacramento dell’unzione degli Ammalati, addormentandosi per sempre nella certezza che “tutto era compiuto”, ha proseguito Mons. Olmi. Soltanto sette mesi fa, poco dopo la scomparsa dell’anziano padre, si erano manifestati i primi segni della malattia: mesi di alterne speranze, questi, vissuti tra angosce, speranze, preghiere. Mesi difficili, vissuti tuttavia nella semplicità e nella fede. “Oggi il presbiterio bresciano sente la mancanza di qualcuno prezioso e importante, don Giacomo, uomo buono, discreto e dedito al suo sacerdozio” ha esordito Mons. Luciano Monari durante le esequie. “Nel corso della sua esperienza terrena, Cristo predicò, servì e raccolse discepoli: ma il cuore del suo ministero si trovava altrove, nella sofferenza e nella croce. Così dovrebbe avvenire per noi sacerdoti, che, donandoci al mondo, diamo la vita per Cristo e i fratelli. La morte per noi è ciò che da sostanza a quanto in vita abbiamo celebrato e anche per don Giacomo l’esperienza della sofferenza e della morte porta a compimento il suo ministero. La Pasqua di Gesù divenga per noi tutti fondamento solido di Speranza”. “Ringrazio con tutte le mie forze il Signore per la chiamata al sacerdozio, dono inestimabile… Amo Gesù, la sua Chiesa, amo la gente delle parrocchie in cui ho prestato il mio ministero… Ho conosciuto chi ero veramente quando ho imparato a diminuire perché Lui potesse crescere, attraverso me, nei fratelli. Adesso in piena lucidità chiedo perdono a coloro che avessi offeso…Sento di non avere nulla da perdonare a chicchessia, perché in quanti mi conobbero non riconosco che fratelli e benefattori a cui sono grato e pregherò per sempre. Pregate per la mia anima, arrivederci in paradiso” ha scritto don Giacomo nel suo testamento spirituale. E noi, suoi parrocchiani, lo affidiamo al Signore, nella certezza che Cristo, Buon Pastore, l’abbia già accolto tra le sue braccia amorose di Padre.

Laura

IACOMO “TESTAMENTO SPIRITUALE DI DON GIACOMO” Ringrazio con tutte le mie forze il Signore, perché, tra tutte le idee possibili, ha realizzato quelle di me, debole uomo, chiamandomi all’esistenza, forse perché è proprio di Lui fare simili scelte.

Lo ringrazio di avermi fatto nascere in una famiglia cristiana.

Lo ringrazio per la bontà e la tenerezza della mamma, della laboriosità del papà, delle innumerevoli premure e cure della mia sorella. Tutto è stato dono!

Grazie per la chiamata al sacerdozio, dono inestimabile: essere ministro di Cristo, compiere gli stessi gesti, agire in sua persona.

Lo ringrazio della vocazione all’insegnamento, mezzo utile per formare intelligenze e coscienze!

Vorrei poter dire che ho scelto, o meglio, che essendo stato scelto, non mi sono rifiutato. Quanto al percorso giudicherà Iddio.

Oggi ancora cammino perché vivere è amare. Amo Gesù, la sua chiesa, amo la gente delle parrocchie in cui ho prestato il mio ministero: Villaggio Sereno, Orzinuovi, Fenili Belasi, Villanuova S/C. e le Due Sante.

Ho conosciuto chi ero veramente quando ho imparato a diminuire perché Lui potesse crescere, attraverso me, nei fratelli.

Adesso in piena lucidità, resa più schietta dall’adorazione e dalla preghiera, chiedo perdono a coloro che avessi offeso, a quanti non avessi recato edificazione.

Sento di non avere nulla da perdonare a chicchessia, perché in quanti mi conobbero non riconosco che fratelli e dei benefattori a cui sono grato e pregherò per sempre.

Appressandomi alla sera, mi risuonano le sue parole: “servo inutile”. Il mio corpo sia affidato alla terra, non desidero che un funerale semplice, senza discorsi, ma che si preghi per la mia anima.

Non desidero monumenti. Chi dopo la mia morte si eleverà spiritualmente mostrerà di avermi amato davvero e di essermi amico.

Pregate. Arrivederci in paradiso. Deo Gratias. don Giacomo Franceschini AUT UNNO 2015 - SPE C I ALE | 7

arrivederci don

...dai “TUOI PARROCCHIANI” Non è un caso che, una domenica sera di fine agosto, durante la messa il nostro piccolo Tommaso per la stanchezza si sia messo a piangere inconsolabile. Non è un caso che, nella speranza di farlo addormentare, abbiamo deciso di portarlo fuori, sulle scale antistanti la chiesa. E non è un caso che tu, insieme a tua sorella, sentendolo abbiate aperto la vostra porta e ci abbiate accolti in casa, dove tra coccole e parole gentili Tommaso è tornato a fare sorrisi. È stata l’occasione donataci dal Signore per farti conoscere il frutto del nostro amore, e per salutarti... Grazie per la tua testimonianza di coraggio, fede profonda e abbandono totale a Lui. Ti porteremo sempre nei nostri ricordi.

Daniele, Paola (e Tommaso) Ho saputo della morte di don Giacomo. Mi dispiace tantissimo...

Ricordavo che non stava bene e stava seguendo una cura. Credo, purtroppo, che le cose siano andate peggiorando. Sfortunatamente non ho potuto conoscerlo benissimo. Immagino che la comunità delle Due Sante sia rimasta scossa da questa notizia.

Lo ricordo e lo ricorderò nelle mie preghiere. Un abbraccio.

Marco Mor Non sono trascorsi nemmeno due anni da quando hai fatto il tuo ingresso tra noi... Non posso nascondere che, per alcuni versi, non ti ho capito e ti chiedo perdono se, guidata da spirito umano, ho fatto o detto cose di cui non vado fiera... Oggi il Signore ti ha chiamato a Sé, dopo la sofferenza di una breve malattia, una di quelle che non perdonano... La nostra parrocchia rimane “orfana” di parroco anche se sono certa che farà tesoro di quanto tu e i tuoi predecessori le hanno lasciato... Da Lassù guida e proteggi la “tua” comunità... Ora potrai finalmente riabbracciare i tuoi amati genitori... Sostenete Anna... Per lei ora non sarà facile il cammino... Buon riposo don Giacomo e grazie per tutte le volte che, nonostante tutto, hai avuto per me una parola di conforto e una carezza per Martina...

Laura

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GI

Il tempo vissuto con noi come Parroco è stato davvero poco, scrivere qualcosa su di Lui risulta oltremodo difficile.

Non faremo critiche, ammesso che ce ne siano, o una pseudo apologia, tuttavia vogliamo ricordare la sua amichevole disponibilità nei nostri confronti durante le sue visite fatte nel corso dell’estate del 2014, facendo riferimento a ciò che ci rivelò come uomo di Dio in quelle occasioni.

Potrete così fare voi, come lettori, un riconoscimento del suo valore. Venne in casa nostra con la cara signora Marida. Fu una graditissima sorpresa: volle sapere qualcosa di noi e, in quell’occasione, si limitò a parole di circostanza, sorridendoci col suo sorriso gentile e cordiale. Nel commiato ci benedisse recitando un’Ave Maria.

Nella visita successiva, che si verificò dopo poco tempo, portando un libro a Patrizia, volle conoscere il suo stato di salute.

Nel terzo incontro ci parlò di un fatto che lo aveva turbato: due giovani, che probabilmente lui stesso aveva sposato in Parrocchia, dopo soli tre mesi si erano separati. Ciò mi ha fatto pensare al mio Matrimonio che dura da quasi 50 anni.

Don Giacomo era d’accordo con me, quando gli ho detto che, come cristiano, disapprovavo ciò che quei ragazzi avevano fatto, sciogliendo il vincolo del matrimonio, firmato davanti a Dio, e insieme ricordammo le parole di Gesù: “Ciò che unirete in Terra sarà scritto nei Cieli”.

Nell’ultima visita ci fece il regalo più grande portandoci GESÙ CRISTO. Nell’atto di porci l’Ostia benedetta ci disse: “Facciamo la comunione senza problemi, perché voi di peccati non potete farne”. Rimasi molto commosso e sorpreso. Forse avrà pensato che ”il dolore monda dal peccato”. Rimane in noi il ricordo della grazia tutta sua con cui ci ha porto l’Ostia benedetta.

Riconosciamo in lui l’uomo non comune, di fede autentica, un vero pastore di anime.

Abbiamo la certezza che dove è ora continua a guardarci con amore. Preghiamo per lui e lui pregherà per noi sicuramente.

Mario con Patrizia

IACOMO Caro don Giacomo, ero una pecorella smarrita. Da quando ti ho incontrato e conosciuto meglio, in occasione di una gita con la parrocchia, con il tuo sorriso e la tua simpatia, hai fatto ritrovare la strada per la casa del Signore, sia a me che al mio piccolo. Di questo ti ringraziamo.

Giusi e Simone Caro don Giacomo, rileggiamo il tuo testamento spirituale; siamo sorpresi per quanto somiglia al “Padre Nostro”!

Riconosci il Padre nel Suo progetto di averti generato alla vita e alla vita consacrata. Hai scelto che si facesse la Sua volontà rispondendo alla chiamata, hai santificato il Suo nome riconoscendo la Sua presenza nella tua vita e dichiarando il tuo amore per Lui, per Gesù e la Chiesa. Hai desiderato il Suo regno con la tua opera pastorale.

Hai goduto del pane quotidiano nell’affetto dei tuoi cari e dei fratelli in Cristo e del pane frutto del lavoro quotidiano di pastore. Hai rimesso i debiti ai tuoi debitori affermando di “non aver nulla da perdonare”, confidando nella Sua misericordia; e nell’umano timore dell’approssimarsi della “sera”, ancora la preghiera di essere riconosciuto Suo servo, di non essere abbandonato.

Grazie don Giacomo per la tua presenza nella nostra comunità e anche per questa stupenda preghiera, la stessa che Gesù ci ha insegnato.

Con affetto, Severino, Paola e famiglia Ciao Don Giacomo, sei stato una presenza semplice, discreta e troppo breve; ma in questo breve tempo sei comunque riuscito a trasmettere un valore spesso dimenticato: CERCATE LA FELICITÀ NELLE COSE SEMPLICI. Questo mi hai donato e nel mio cuore cercherò sempre di conservarlo e viverlo. L’abbraccio eterno di nostro Signore sia la tua meritata gioia.

Marina

LE METAFORE DI DON GIACOMO Forse non tutti i parrocchiani hanno avuto il piacere di ascoltare le omelie di don Giacomo durante le cerimonie funebri da lui celebrate nel breve tempo in cui è stato nostro parroco. A me, in quanto organista, è toccata questa fortuna, e per questo mi sento in dovere di scrivere queste poche righe sul bollettino parrocchiale a lui dedicato.

Ebbene, mi è rimasto impresso fin dall’inizio il suo modo semplice e pacato di mettersi in comunicazione con i parenti del defunto, partendo da semplici metafore adatte a rappresentare l’indissolubile legame tra la vita e la morte. Ne ricordo in particolare alcune: quella delle stagioni dell’anno, dove la primavera stava a significare l’infanzia dell’uomo, quella della vita di un fiore prematuramente reciso o quella dell’albero secolare abbattuto dal vento, ed altre ancora, che non ricordo. Don Giacomo sapeva elaborarle ed esporle con linguaggio semplice, ma ricco di significati e di saggi insegnamenti. Poi terminava l’omelia rivolgendosi direttamente ai parenti in modo fraterno e partecipe del loro dolore.

Durante l’offertorio era facile per me lasciarmi ispirare dalle immagini e sensazioni da lui suscitate, quando, al posto del canto, per suo desiderio, sommessamente suonavo qualche motivo adatto alla cerimonia. Stessa cosa mi accadeva al momento dell’incensazione, quando intonavo il canto funebre da lui preferito “Io credo risorgerò”, che nella prima strofa contiene un’altra bellissima metafora: “... ricordati Signore che l’uomo è come l’erba, come il fiore del campo...”

Purtroppo le sue omelie con il trascorrere dei mesi sono diventate sempre più brevi, ma non prive di saggezza e umanità, fino a quando la malattia lo costrinse a rivolgersi ai presenti con un semplice, accorato saluto. Grazie, don Giacomo.

Antonio

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arrivederci don

GI

...da “EMERGENZA FREDDO”

...dai “BAMBINI DEL CATECHISMO”

“AVEVO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE”

“Grazie Don Giacomo per tutto quello che hai fatto.”

Mattia

Tutto è iniziato con una cena...

Grazie Don Giacomo, perché, dalla prima “bagossata”, ci hai sempre spronati a dedicare il nostro tempo e le nostre capacità per aiutare le persone bisognose con gesti concreti di carità.

In questo tuo breve periodo tra noi sei stato un testimone umile e caritatevole del messaggio del Vangelo... “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25, 40).

Sappiamo che le opere di bene devono sempre essere sostenute dalla preghiera, la nostra promessa è quella di continuare sulla strada che ci hai indicato, con l’attenzione e il servizio ai poveri e con l’appuntamento della preghiera “anche tu sei mio fratello”, sicuri che tu intercederai per noi presso il Padre.

“Sei stato importante per tutti noi.” Lorenzo “Eri un parroco speciale e ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me e per la parrocchia.”

“Grazie per quello che hai fatto per noi, ti chiedo di custodirci e proteggerci.”

“Caro Don Giacomo da quando è arrivato qua le ho sempre voluto molto bene ed oggi sono molto triste perché se ne è andato.” Beatrice “Caro Don Giacomo ti prometto che ti penserò sempre e pregherò per te.” Carolina “Grazie Don Giacomo per la tua bontà e per averci guidati in questi pochi anni insieme.”

“Grazie per quello che hai fatto per la parrocchia e per le persone che hai aiutato.”

“Grazie Don Giacomo per avermi accompagnato in quest’anno e per avermi dato conforto quando dovevo liberarmi.”

Matteo “Eri sempre lì ad aspettarmi prima della messa e ad aspettarmi alla fine della messa. Ora so che mi aspetti nel regno dei cieli.” Agnese

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IACOMO ...da CHIARA

...per ANNA

“Santa Chiara ti protegga e ti benedica di anno in anno perché tu possa crescere in età, sapienza e grazia”; questa frase è riportata su uno dei primi biglietti d’auguri che tu, Don Giacomo, ogni anno puntualmente per il giorno del mio compleanno mi facevi trovare. Quei biglietti che mi strappavano sempre un sorriso, quelle parole che allora non capivo, ma che, riflettendoci, in questi anni ho compreso. Caro Don, te ne sei andato da poco e già mi manchi un sacco: devo ammettere che all’inizio ero arrabbiata con te, ci hai lasciati soli, te ne sei andato, non volevo crederci! Pensavo veramente che saresti rimasto con noi. La rabbia piano piano è passata, ma ha lasciato dietro di sé tanto dolore, ma anche tanti ricordi che rimarranno sempre impressi nel mio cuore.

Devo ringraziarti perché mi hai aiutata molto durante questi anni: mi hai sempre confortata e ho sempre trovato un rifugio nelle tue parole, mi hai insegnato a credere nelle mie potenzialità e a non lasciarmi abbattere; mi hai insegnato cosa sia la speranza. Hai aiutato molto anche mamma, papà e Irene; non dimenticherò mai l’immenso sorriso e la felicità che provavi quando giocavi con Mario. Non dimenticherò mai nulla di te, i tuoi insegnamenti, il tuo comportamento...

Spero che in Paradiso tu stia bene e spero tanto che tu vinca qualche partita a carte contro il nonno Mario e lo zio Bepi!

Proteggimi da lassù! Con affetto.

Mia carissima Anna, ti confesso che mi è molto difficile scrivere in questo momento, ma mi sembra giusto. Nell’ultimo biglietto ricevuto dieci giorni fa, il caro don Giacomo mi diceva: “le raccomando di pregare per la mia Anna”; il suo pensiero eri tu, però, mi diceva “sono sereno”. Anna carissima, ora il tuo don Giacomo ti contraccambierà tutto quello che hai fatto per lui. Lui stesso sarà la tua forza, ora è in una dimensione divina, è con il Signore, per il quale ha vissuto la sua vita. Tutti i giorni all’altare ha offerto, con Cristo, se stesso; ora è in Lui e con te.

Ora è con papà Giuseppe… Insieme pregheranno per te, non ti lasceranno sola. Per me è stato un padre…

Sentivo in lui la paternità… Con la comunità abbiamo pregato molto, anche ora lo stiamo continuando per te Anna. Oggi la Madre ha proprio detto alle Sorelle: “Preghiamo per il caro don Giacomo, ma in particolare preghiamo per Anna”. Quando potrai, se ti sarà possibile, vieni a trovarmi… Ti vedrei tanto volentieri! Sentimi tanto vicina, come una sorella che ti vuole bene.

Ti abbraccio forte nel Signore.

Suor Maria Zemira Monastero della Visitazione

Chiara figlia di Domenica Franceschini, cugina di don Giacomo

AUT UNNO 2015 - SP E C I ALE | 11

IN RICORDO DI...

INCONTRO ALLO SPOSO (Mt 25,1-13)

grazie

SUOR

PIER “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo”.

M

i pare di vederti, carissima suor Piermaria, quando per la prima volta hai messo piede in oratorio e in parrocchia. Sei arrivata con la tua lampada traboccante di olio: olio della semplicità, della pazienza, olio della preghiera e della mansuetudine, della misericordia e della consolazione.

Il tuo venire qui, nella nostra parrocchia, aveva una caratteristica: tu venivi incontro allo Sposo e questo Sposo lo percepivi nei ragazzi, lo vedevi nei più piccoli e nei giovani, lo avevi negli occhi quando parlavi con i genitori, spendendo sempre con loro una parola buona. Ed eri vicina al tuo Sposo anche quando incontravi noi sacerdoti, in modo particolare me, prete dell’oratorio, incoraggiandomi a essere di Gesù.

Quanti piccoli vasi hai portato nella tua vita, cara suor Piermaria, vasi in cui custodivi l’olio che ti ha permesso di ardere dell’Amore di Cristo; con quest’amore hai riscaldato i cuori di tanti parrocchiani.

Sei stata piccola nel fisico, ma grandissima nell’animo, un gigante di spiritualità, di vita contemplativa e attiva allo stesso tempo. Non hai mai fatto tante prediche, la tua vera omelia è stata mostrarci Gesù, indi1 2 | A U T U N N O 2015 - S PE CI A L E

candoci nei piccoli la Sua presenza. Tu stessa sei stata presenza viva di Gesù fra noi.

Potremmo riassumere la tua vita un po’ come è stato fatto per il santo papa Giovanni Paolo II, proprio ieri celebrato nel ricordo: lui era tutto di Maria per arrivare a Cristo, tu eri tutta di Gesù per arrivare a noi, dandoti tutta a tutti, portandoci nel cuore ogni giorno, quel cuore che due giorni fa si è “spaccato” proprio perché era pieno, gonfio di noi.

Il consacrato è questo, in ultima analisi, un uomo traboccante di Gesù che arde di un fuoco sacro; tu, come le vergini sagge del Vangelo, hai sempre avuto dentro di te questa lampada, pronta a rispondere al grido dello sposo, una voce che ti sorprende e che non sai quando può arrivare. È proprio così, cara suor Piermaria, la tua lampada era pronta al grido “Ecco lo sposo, andategli incontro!”; no, non hai esitato a rispondere “Eccomi!” e oggi gioisci con lui per le nozze eterne.

Cara suor Piermaria, ti chiediamo di tenerci svegli, di non farci addormentare spiritualmente o, peggio ancora, di rimanere senza olio; aiutaci per l’intercessione delle sante Bartolomea e Vincenza a mantenere viva la fiamma della lampada della nostra fede. Amen.

Don Angelo Calorini Omelia della cerimonia funebre

GENEROSITÀ TENEREZZA DOLCEZZA: UNA SUORA IN TRE PAROLE

A

poco più di un mese dalla scomparsa del nostro amato Don Giacomo, la nostra comunità parrocchiale il 21 ottobre è tornata nuovamente a sollevare alto lo sguardo verso il Cielo, proprio come gli apostoli il giorno dell’Ascensione del Signore, per la perdita della nostra dolcissima e preziosa suor Piermaria.

Come descriverla in poche righe?

Attraverso questa tua “piccola” ancella ci hai fatto dono della tua Presenza, Signore, una presenza discreta ma attenta verso tutti i bisogni; sempre pronta a correre laddove ce ne fosse bisogno, a spendersi per gli altri.

Come dimenticare il suo esempio in oratorio: giovane in mezzo ai giovani, infaticabile durante le calde giornate del grest o negli incontri con le ragazze.

Come dimenticare la sua dedizione al servizio dei più piccoli: nella catechesi dei bambini, quando il sabato passando per le varie stanze riusciva a farsi ascoltare anche dai più irrequieti; o ancora il servizio a Villa Elisa, dove ha avuto un sorriso per tutti i suoi anziani ed è riuscita a trasmettere l’amore per questo servizio a tanti ragazzi che ogni giovedì portano un po’ di compagnia ed allegria nelle solitudini di quelle stanze e che si sono impegnati a continuare questo servizio portando nel cuore l’esempio di suor Piermaria.

Come dimenticare l’amore per il suo Sposo Gesù, che sapeva riconoscere ed amare in ogni persona, e I’amore per la Mamma Celeste a cui sempre affidava ogni richiesta di preghiera.

Per coloro che credono la vita non è tolta ma trasformata.

Allora Suor Piermaria e Don Giacomo non li abbiamo persi, ma li abbiamo guadagnati in Cielo e adesso pregano per ognuno di noi, per le nostre famiglie, per la loro parrocchia … per la Chiesa. Sembra quasi di vedere ancora la loro presenza discreta negli ambienti dell’oratorio, con il loro sorriso e la loro semplicità che hanno saputo “catturare” i cuori di grandi e bambini.

Custodiamo ogni cosa nel nostro cuore e lasciamoci condurre dallo Spirito Santo alla scoperta di quanto il Signore vorrà ancora donare alla nostra famiglia parrocchiale, perché dalla sofferenza di suor Piermaria e Don Giacomo, dalla loro vita offerta fino alla fine, scaturiscano fiumi abbondanti di grazia per la Chiesa, per tutti noi ai quali il Signore ha concesso di fare un breve tratto di strada con loro, umili servi del Signore.

“

Esile donna, forte nell’anima.

Esile donna dal passo veloce il cui cuore correva sempre incontro al suo Sposo.

Occhi vigili sulle necessità dei fratelli, famiglie, giovani, bambini, anziani … nessuno era da te trascurato!

Cuore sempre aperto all’ascolto attento, parole dolci come favo di miele, che danno gioia all’anima, da custodire nel cuore come perle di inestimabile valore.

Da lassù, accanto al tuo Sposo, che hai atteso con la lampada ben accesa, prega per ognuno di noi, tuoi figli nello Spirito.

Prega per noi il tuo amato Gesù!

Prega per i tuoi bambini, per i tuoi giovani, per le tue famiglie, per i tuoi anziani!

Il tuo cuore negli ultimi giorni non riusciva più a “starti dietro”, i tuoi passi erano troppo veloci per lui e tu eri costretta a fermarti, a rallentare, anche se il tuo desiderio era quello di continuare a correre per il tuo Sposo.

Adesso non hai più un corpo che ti ostacola, che ti impedisce di librarti verso le alte vette dell’Amore Infinito.

”

“TI BASTA UN GRAZIE?”, eri solita dire a chi ti offriva il suo aiuto.

Noi, suor Piermaria, abbiamo bisogno delle tue preghiere! NON TI DIMENTICHEREMO MAI! Laura I.

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grazie

SUOR

PIER

“SÌ”

Quando un angelo torna in cielo.

S

i svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e li strizzò per bene, come se fossero intrisi di acqua, alzò il petto, si sollevò un poco e mosse infine le braccia; stranamente non aveva più dolori, quei dolori che erano diventati i compagni delle sue giornate, insieme alle preghiere e ai rosari.

Come un bambino guarda un negozio di giocattoli con aria sognante, così anche lei guardava quel luogo: si ricordava semplicemente di essere caduta e di essersi svegliata subito dopo, ma non era più in una stanza di ospedale. Tutto intorno a sé era diventato bianco, un bianco opaco che si trova di solito sulle pareti di un’aula di scuola, un bianco che mette tristezza all’inizio, ma di cui, dopo poco, non riesci a fare a meno. Sembrava di essere in un’immensa stanza, ma non si vedeva la fine e non si riusciva neanche ad immaginarla, una fine: non vi era soffitto, non c’erano pareti, né porte o finestre. Il nulla la circondava.

Una mano, all’improvviso, le toccò la spalla e lei, senza rendersene conto, urlò e si girò di colpo con un saltello, indietreggiando velocemente. Tutto ciò a cui pensò in quel momento non fu la mano misteriosa, ma con quale velocità fosse riuscita a svolgere quelle azioni. Si guardò le gambe e, per la seconda volta in pochissimo tempo, rimase meravigliata: quei bastoncini magri, che l’avevano aiutata, sin da quando era una bambina vivace e curiosa, a scoprire il mondo, ma che ultimamente erano così stanchi e doloranti, erano tornati quelli di una volta, leggiadri e veloci. Incredula, si portò la mano alla bocca, come fan tutte le donne meravigliate o spaventate e, al leggero tocco delle sue dita, di nuovo morbide e forti, sulla sua pelle liscia, capì: il suo corpo non era più quello degli ultimi giorni, in quel letto d’ospedale.

“Ti ricordi come eri, vero?”.

La donnina sollevò pian piano il volto verso quella voce calda: di fronte a lei si trovava un uomo di trent’anni, accovacciato per poterla guardare dritta negli occhi. Aveva un viso rassicurante, anche se coperto dai suoi lunghi capelli e da una barba tagliata con cura; portava un lungo vestito bianco, stretto un po’ in vita. Le sue mani perdevano gocce di sangue.

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Molti, a questo punto, la immagineranno chinarsi a disinfettare quelle ferite… ma non lo fece. Era troppo concentrata su quel viso: non aveva bisogno di guardare il resto del corpo per riconoscerlo, sapeva di averlo già visto. Non era un ricordo vago, lontano e disperso nella mente, ma vivo, vicino, come se fosse sempre stato accanto a lei.

“Sono proprio delle belle mani e hanno lavorato tanto!”, continuò il signore, sorridendole e cercando di non farla sentire troppo a disagio; lei provò a parlare, ma lui riprese: “Tu sai dove ci troviamo, lo sai da sempre. Ne hai sempre parlato senza averlo mai visto e l’hai raccontato ai mille bambini che hai accudito e cresciuto. Non dirmi che non sai chi sono, tu mi ha sempre nominato, senza avermi mai visto; tu mi hai sempre cercato dove potevi trovarmi; tu mi hai sempre pensato e chiamato, quando eri felice e quando non lo eri”.

Istintivamente la piccola donna si toccò il petto, alla ricerca del suo crocifisso appeso al collo. Quel piccolo oggetto di metallo freddo, ora, emanava un grande calore. Dio c’era sempre per lei e con lei… anche in quel momento Dio era lì, per sostenerla ancora una volta.

Fiduciosa, decise di rialzare lo sguardo verso quel viso, ma l’uomo era svanito, lasciando il posto ad una bambina, una piccola figura bionda con gli occhi verdi, che la donna ricordava in lacrime nei corridoi della piccola scuola di Bergamo, nella quale aveva lavorato dopo aver detto Sì alla chiamata di Gesù. Quella piccola bambina ora non piangeva più. La donnina ne aveva visti di sorrisi in tutta la sua vita, ma la bambina le sorrideva con tale purezza e profondità che sentì nel suo corpo una nuova energia.

Si sentì leggera, libera, come quando aveva vent’anni, e cercò ancora, in quei grandi occhi verdi, altra forza. Ma la bambina non c’era più. Ora la gioia aveva lasciato il posto alla sofferenza: una nonna, una di quelle che amava andare a trovare a Villa Elisa, la guardava disperata, come in cerca di una soluzione al suo dolore. La donnina abbassò gli occhi e iniziò a pregare, ma subito si rese conto che Colui di cui aveva bisogno, ormai non lo doveva più cercare. Così, di nuovo piena di quella strana energia, avvicinò la vecchina a sé e la abbracciò teneramente. Quando aprì gli occhi non si stupì di trovarsi tra le braccia dell’uomo con i capelli lunghi e con lo sguardo rassicurante. Aveva compreso tutto: Dio era lì davanti a lei con un nuovo mandato, questa volta eterno.

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è questo regno”, le disse, guardandola in viso e sorridendole nuovamente. Poi le indicò tre bambini, non troppo distanti da loro, che la salutavano, come se la conoscessero da sempre. “Quei birbanti vorrebbero dei fogli per disegnare e in infermeria c’è una bambina che si è sbucciata un ginocchio. Sei pronta?”.

Quella piccola donna si voltò di nuovo verso l’uomo, ma aspettò un attimo a dare la risposta. Quella domanda l’aveva

già sentita da ragazza, ma ora racchiudeva qualcosa di più grande: diventare una persona “beata per l’eternità”. Ma lei, come suo solito, non riuscì a immaginare la grandezza della proposta, poiché lei era convinta che la vera felicità fosse

nelle piccole cose. Perciò, con la stessa sicurezza con la quale rispose anni addietro, con la voce ferma e con lo sguardo aperto verso Dio, disse: “Sì”.

Enrico

L’ULTIMA VOLONTÀ DI SUOR PIER

S

uor Piermaria, piccola di statura, ma grande nel cuore e profonda nello spirito” così la ricordava Don Angelo durante l’omelia nel giorno del suo funerale.

Era una Suora molto timida e discreta, ma sempre attenta a tutti i bambini e ragazzi che vedeva all’oratorio durante il catechismo o nel periodo del grest.

Quando la incontravo, alla fine della Messa o al termine di momenti comunitari, non mancava mai di chiedermi dei miei figli, della loro salute, dei loro studi, ma soprattutto di come vivevano la loro fede, se qualche seme gettato portasse i primi timidi frutti. Io le confidavo alcuni miei timori o preoccupazioni e lei mi invitava a raccontare a Dio dei miei figli, nella preghiera.

Con molta ritrosia aveva parlato a Maria di un suo caro fratello, Padre Gerardo, missionario Passionista, da quarant’anni in Kenya, che le aveva raccontato di un bambino di nome Manuel, perché lo si potesse aiutare a riprendere a camminare in seguito ad un’operazione alle anche.

Aveva consegnato a Maria alcune sue lettere perché potessero essere condivise con il gruppo missionario, senza nessuna insistenza, ma sapendo bene che la Provvidenza avrebbe trovato il modo e gli strumenti per agire.

Suor Piermaria non godeva di buona salute, ma non mi sarei mai aspettata che il Signore la chiamasse così presto… avevo sperato che lei stessa mi presentasse suo fratello.

Invece l’ho conosciuto il giorno del suo funerale, quando dall’ambone parlava di lei e confidava che, nonostante la distanza, la sentiva sempre vicina, pronta a dialogare con lui durante lunghe telefonate, a ricevere i suoi consigli in merito ad alcune situazioni di sofferenza da lui vissute.

L’aveva strapazzata un po’ ultimamente e anche obbligata a promettere che tre giorni all’anno li avrebbe passati a casa insieme ai suoi fratelli e sorelle.

Bonariamente le aveva predetto un lungo periodo di Purgatorio perché difficilmente diceva la verità sulla sua salute.

“

Al termine della celebrazione io e Tiziana siamo andate a salutare Padre Gerardo, molto commosso, perché aveva capito che tutta la nostra comunità voleva veramente bene a sua sorella.

Gli abbiamo espresso le condoglianze a nome del gruppo missionario e spiegato l’iniziativa che stavamo preparando, con qualche titubanza gli abbiamo chiesto di essere presente la sera successiva e lui ci ha guardato dritto negli occhi affermando: “Si! Devo proprio venire, perché questa la considero l’ultima volontà di mia sorella…”

Sono sicura che Suor Piermaria ci stava guardando e ha sorriso.

Marida

La Comunità delle Suore di Maria Bambina è riconoscente per la corale e sentita partecipazione per l’improvvisa morte di suor Piermaria. Sappiamo quanto suor Pier ha voluto bene a tutta la comunità parrocchiale delle Due Sante e siamo certe che continua a camminare con noi e ci affida al Signore. Con gratitudine, La Comunità delle Suore

AUT UNNO 2015 - SP EC I ALE | 15

LE SUORE

C’È CHI PARTE...

E C’È CHI ARRIVA! Suor Felicita ha lasciato la Casa di Maria Bambina per iniziare una nuova missione a Milano.

Domenica 27 settembre ha salutato la nostra Comunità con queste parole.

V

oglio rivolgere un saluto a tutta la Comunità Parrocchiale. Ringrazio ciascuno per l’accoglienza, le relazioni, l’affetto dimostratomi e la collaborazione che mi ha permesso di inserirmi nella vostra comunità e offrire quanto mi era possibile. Forse la mia presenza in Parrocchia non è stata molto visibile, a causa delle responsabilità svolte nel servizio affidato alla comunità delle suore, ma vi assicuro che ho sempre partecipato e vissuto, attraverso le suore direttamente impegnate in parrocchia, a tutti gli eventi, sofferenze, fatiche vissute, che a volte possono essere state anche occasione di contrasto e incomprensioni. Sentimenti comprensibili quando si opera con passione apostolica e si cerca il bene della comunità parrocchiale, ma anche occasioni per conoscersi e crescere insieme. Ringrazio i sacerdoti passati e presenti, operanti in questa parrocchia, ogni persona conosciuta e incontrata… Porto nel cuore il ricordo di don Giacomo. Auguro ogni bene a tutti. Grazie perché mi sono sentita amata e rispettata.

Suor Felicita

La nuova superiora della nostra Comunità di Suore di Maria Bambina è suor Giancarla Bianchi, che ha quindi sostituito suor Felicita. Originaria di Melegnano (MI), dopo la prima professione religiosa, nel 1968, il postulato e il noviziato, suor Giancarla ha emesso la sua professione perpetua nel 1975. Nel corso degli anni ha prestato il proprio servizio presso alcuni istituti assistenziali per minori, è stata economa in alcune case, responsabile dell’anno di volontariato sociale e ha operato con i malati di Aids, nei quartieri del Rione Sanità a Napoli, a Bozzolo (MN) e, infine, a Gratosoglio, un quartiere di Milano posto nella periferia meridionale della città.

La comunità delle suore si è inoltre arricchita di una nuova presenza: suor Anna Cagnoni, originaria di Milano e proveniente da Bossico (BG).

La nostra preghiera va per suor Giancarla e suor Anna, alle quali auguriamo buon cammino tra noi!

di

Piante e Fiori

Casa d’Este

Via Giorgione, 7 - Tel. 030 2304185 Centro Comm.le Margherita d’Este BRESCIA FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

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PADRE IN COMUNITÀ DOMENICO

“NON POTEVO NON VENIRE QUI!” Con queste parole don Angelo ha voluto iniziare la celebrazione eucaristica per i suoi 15 anni di sacerdozio.

C

on grande gioia domenica 4 Ottobre abbiamo accolto nella nostra Chiesa don Angelo Calorini, nostro curato dal 2000 al 2008, per celebrare con lui l’Eucarestia e per ricordare i suoi 15 anni di vita vissuta per il Signore, spesi nel servizio alla chiesa e ai fratelli. È sempre festa quando don Angelo torna nella nostra comunità... la sua emozione è la nostra emozione, perché in lui ritroviamo la stessa energia e lo stesso fuoco che ardeva quando camminava con noi.

In questa occasione è stato consegnato il mandato agli adoratori: tante persone, tanti volti diversi, ciascuno in profonda relazione con Dio vivo e presente nell’Eucarestia. È proprio così, adorare significa “mettersi ai suoi piedi” per ascoltarlo, lodarlo, accoglierlo.

Ogni volta che il sacerdote pro-

nuncia le parole della consacrazione rende presente il suo corpo e il suo sangue, la sua Persona Divina, perché Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.

Adorare è un DONO. Adorare è entrare in relazione intima con il Signore presente nel Santissimo Sacramento.

Mara

L’ Adorazione attende anche te. Riportiamo qui sotto il modulo con il quale puoi dare la tua disponibilità.

Compilalo e consegnalo a don Andrea.

ADORAZIONE GIORNO E NOTTE “Il Padre cerca adoratori che possano adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,23) Desidero impegnarmi personalmente con Gesù, realmente presente nel SS. Sacramento dell’Eucarestia, esposto nella nostra chiesa parrocchiale, per adorarlo con fedeltà, un’ora la settimana: Cognome e Nome Telefono

Cell.

Giorno e orario

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IN COMUNITÀ

PADRE GIAN PAOLO SI PRESENTA!

C arissimi

Con gioia e speranza vengo a voi, per vivere insieme con voi un’esperienza di fede e di fraternità.

Non vengo solo, mi accompagna la comunità religiosa dei figli di S. Giovanni Battista Piamarta che da più di vent’anni è presente nella nostra parrocchia, con la casa generalizia, la scuola paritaria S. Maria di Nazareth, l’editrice Queriniana. Ora il nostro vescovo Luciano ci affida la cura pastorale di questa comunità parrocchiale. È un dono reciproco che il Signore, che guida la storia, ci fa. È un dono per la nostra Congregazione, perché ci permette di essere in maniera più “visibile” presenti in questo territorio, offrendo a tutti il “carisma”, (dono per la chiesa), che lo Spirito Santo ci ha affidato, dell’“evangelizzare educando.” È un dono per tutti voi perché come dice Papa Francesco, «La vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa». Per questo, in quanto dono alla Chiesa, la vita consacrata non è una realtà isolata o marginale, ma appartiene intimamente ad essa, sta al cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo della sua missione, in quanto esprime l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa Sposa verso l’unione con l’unico Sposo; dunque «appartiene ... irremovibilmente alla sua vita e alla sua santità».

Arrivo alle “Due Sante”, dopo esperienze pastorali che mi hanno fatto incontrare persone e situazioni molto diverse in Italia e in Africa. Il Signore, attraverso la sua chiesa, mi chiama ora a condividere la mia vita con voi. Cammineremo insieme, vivendo da

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fratelli che insieme si lasciano illuminare e guidare dalla Parola di Dio. Insieme celebreremo l’eucarestia per sperimentare sempre più la presenza di Gesù vivo e operante in mezzo agli uomini. Insieme ci spenderemo per costruire una comunità parrocchiale che sia “segno” del “Regno di Dio,” dove dimora l’amore, la giustizia e la pace.

Condivido con voi un desiderio, quello di sentirci coinvolti, come comunità, nell’annunciare una parola del Vangelo: “Coraggio alzati Il Signore ti chiama.”

(Mc 10,49). È questa la bella notizia che desidero risuoni nel nostro cuore e nel cuore di tutte le persone della nostra parrocchia, attraverso la mia e la vostra parola, ma soprattutto attraverso la nostra testimonianza comunitaria.

Vorrei con queste poche righe far giungere a tutti, famiglie, ragazzi, adolescenti, giovani ma soprattutto a chi è malato, anziano, solo, in difficoltà, il mio saluto e la mia vicinanza. Con il tempo ci conosceremo.

Ringrazio Don Andrea per la sua presenza e il suo impegno, le suore di Maria Bambina da sempre a servizio della comunità, tutti i collaboratori che, a vario titolo permettono a questa parrocchia di portare avanti la sua missione.

Facciamo grata memoria di Don Giacomo e Suor Piermaria che dal cielo sicuramente pregano per noi.

Ci affidiamo alla intercessione della Vergine, delle nostre Sante Patrone Bartolomea e Vincenza del nostro Santo Fondatore Giovanni Battista Piamarta.

Pregate per me.

Che il Signore ci accompagni.

P. Gian Paolo f.n.

da “LA VOCE DEL POPOLO” Riproponiamo qui lo scritto che Laura ha pubblicato su “La Voce del Popolo” del 5 novembre 2015.

I

l prossimo 22 novembre, nel primo pomeriggio, la parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa, accoglierà il suo nuovo parroco, Padre Gian Paolo Bergamini. Religioso piamartino, Padre Gian Paolo, nato a Gavardo nel 1959, è stato ordinato sacerdote nel dicembre del 1986 e da allora ha ricoperto vari ruoli all’interno della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth. Dal 1987 al 1992 è stato, dapprima vicedirettore e poi, direttore, al CFP Bonsignori di Remedello; dal 1992 al 1998, vicario parrocchiale a Santa Maria della Vittoria, in città. Dal 1998 al 2004, vicario parrocchiale a Roseto degli Abruzzi, e, dal 2001, direttore del locale CFP. Dal 2004, poi, vicario parrocchiale e successivamente parroco della parrocchia di Sant’Anna a Pontinia, e, infine, formatore e superiore nella Missione Luanda, in Angola, dove si è occupato del seminario piamartino. La scelta del Vescovo di affidare una parrocchia diocesana alla cura di una comunità religiosa, proprio nell’anno in cui si celebra la vita religiosa, denota la

volontà di valorizzare il carisma del Santo sacerdote bresciano e di farne conoscere la vita e le opere. “Essere sacerdote religioso significa esser consapevole di vivere all’interno di una comunità che da sempre porta avanti il carisma di Padre Piamarta” ci ha detto Padre Bergamini. “Un sacerdote dovrebbe saper testimoniare con la propria vita che il Signore è vivo e si trova accanto ad ognuno di noi, senza dimenticare, come insegna Piamarta, che una persona non è importante per quello che fa, ma per come lo fa e per la sua capacità di testimoniare con la vita ciò in cui crede” ha poi proseguito.

“La nostra Congregazione ha accettato con gioia di guidare la parrocchia delle Due Sante; questo le permetterà di rendere ancor più forte e viva la propria

presenza sul territorio, laddove si trova già la Casa Generalizia e la scuola paritaria Santa Maria di Nazareth. Come parroco giungo in parrocchia con semplicità; vorrei porre grande attenzione alla famiglia, a 360°, così come insegna Papa Francesco: dagli sposi, ai figli, agli anziani e agli ammalati; valorizzare l’importante presenza delle Suore di Carità e, ancora, secondo il carisma del nostro santo fondatore, curare particolarmente l’educazione dei giovani. Mi piacerebbe che i miei nuovi parrocchiani cercassero da me Gesù Cristo: vorrei poter essere per loro segno della presenza del Signore e aiutarli a camminare verso la certezza che solo Gesù dà senso alla vita, perché è Lui che ci cerca, ci aspetta, ci ama”.

Laura

AUT UNNO 2015 - SP E C I ALE | 19

IN COMUNITÀ

PADRE DOMENICO CI PRESENTA ...

PADRE GIAN PAOLO!

Q

ualche giorno fa in oratorio si sentiva dire: “Perché arriva Padre Gian Paolo e non don Gian Paolo?” Semplice! Perché il nuovo parroco delle Due Sante è un religioso della Congregazione “Sacra Famiglia di Nazareth” fondata da San Giovanni Piamarta e si stringe ancora di più il legame tra la diocesi e il carisma di un suo figlio bresciano di fine ottocento; se fino ad oggi i Padri Piamartini hanno collaborato con la parrocchia, d’ora in poi anche la guida della comunità è affidata ad una comunità religiosa piamartina che propone uno dei suoi componenti come parroco; dal 3 dicembre 1886 don Giovanni Piamarta, inaugurando l’Istituto Artigianelli, fu chiamato “Padre” dai suoi primi quattro ragazzi mentre cenavano insieme dopo aver celebrato l’eucarestia in San Cristo; oggi anche noi, suoi figli, veniamo “chiamati” così!

Ma veniamo a noi! Chi è Padre Gian Paolo Bergamini?

Ho conosciuto Padre Gian Paolo nel lontano 1998 quando è arrivato a Roseto degli Abruzzi nella Parrocchia del Sacro Cuore come curato, avevo solo 14 anni!

Era stato inviato dalla Congregazione per seguire la pastorale giovanile e in noi c’era grande attesa perché finalmente avevamo un prete per noi adolescenti e giovani; ho dei bellissimi ricordi, sei anni davvero belli di crescita e di collaborazione feconda; noi adolescenti del Centro Italia (qualcuno direbbe meridionali) non sapevamo cosa fosse un Grest … e con lui, e grazie a lui, abbiamo scoperto e tentato di realizzare il gruppo ricreativo estivo anche in una località dove d’estate corrono tutti al mare! Come non ricordare “Il segreto della felicità” e il “Volere volare”. Lo conosco, quindi, molto bene e come potete ben comprendere, sono

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davvero felice di questa nomina!

Da confratelli non ci siamo mai persi di vista anche se l’obbedienza ci ha portato in luoghi e situazioni diverse e dopo varie esperienze in parrocchia ed in missione arriva tra noi, per inserirsi come pastore nel cammino parrocchiale delle Due Sante; ha un bel curriculum con tante esperienze dal mondo della formazione professionale alla parrocchia e alla missione: vivremo con lui una forte esperienza di Chiesa e di comunione con una attenzione particolare per i bambini, ragazzi, e giovani e alle famiglie tanto care al nostro Fondatore, San Giovanni Battista Piamarta. È un uomo umile, sobrio, preciso e spirituale con un carattere deciso; potremo continuare insieme il nostro cammino di sequela mettendoci sulle orme del Signore Gesù affinché tutta la comunità possa crescere nell’ascolto dell’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. (At 2,42).

San Giovanni Piamarta ricordava spesso ai suoi artigianelli: “La gratitudine sia la massima virtù del nostro Istituto”; anche noi ringraziamo il Signore per il dono di Padre Gian Paolo e ci impegniamo a pregare per lui così che lo Spirito Santo illumini il suo ministero, per il dono della testimonianza di don Giacomo e per la scia luminosa di carità che ci ha lasciato suor Piermaria, e per tutta la nostra comunità fatta di volti, storie, relazioni che si incontrano affinché ognuno possa fare la sua parte e costruire la porzione del Regno di Dio che ci è affidato.

Buon cammino Padre Gian Paolo e Buon cammino comunità delle Due Sante!

Padre Domenico

I PIAMARTINI

PIAMARTINI, PADRE CAPRINI È IL NUOVO SUPERIORE GENERALE

P

adre Giancarlo Caprini, nato 69 anni fa a Remedello, religioso piamartino, è il nuovo superiore generale della Congregazione Santa Maria di Nazareth fondata da san Giovanni Piamarta.

Guiderà “felicemente e consapevolmente”, ha detto, la Congregazione, composta da duecento tra padri consacrati e religiosi in Italia, ma anche in terra di missione (Brasile, Cile, Angola e Mozambico), un buon numero di seminaristi in cammino, decine di aderenti al

Movimento Secolare, e tanti volontari che sostengono l’opera piamartina.

Dal carattere gioioso e sempre positivo, incapace di arrendersi anche di fronte alle difficoltà più grandi, Padre Giancarlo, tra i numerosi impegni vocazionali e pastorali, ha fondato «Operazione Lieta», movimento impegnato a sostenere le opere brasiliane a favore dei bambini di strada.

A lui l’augurio e la preghiera dalla comunità delle Due Sante.

LA DIOCESI

ALESSANDRO SAVIO ORDINATO DIACONO

S

abato 19 settembre, il Vescovo di Brescia ha ordinato nove nuovi diaconi, otto dei quali diocesani: tra loro, don Alessandro Savio, seminarista con vocazione adulta che ben conosciamo, in parrocchia. Circa tre anni fa, infatti, Alessandro, che è di Manerbio, si trasferiva da noi ogni fine settimana, offrendo il suo servizio alla parrocchia e all’oratorio. “Nel donare c’è la realizzazione più piena, più vera, della felicità…Bisogna quindi cercare quello che è davvero Bene e servirlo con tutto il cuore.

Questo è quello che i nostri nove fratelli diaconi sono chiamati a vivere” ha detto Mons. Monari nel corso della sua omelia. “Sono entrato in seminario a 32 anni, dopo aver studiato e lavorato. È un cammino che è iniziato accompagnato da diversi sacerdoti e alla fine ho deciso di entrare in seminario.

Sono trascorsi sei anni, ho fatto il

discernimento della mia vocazione e l’obiettivo che mi pongo è quello di servire la Chiesa e servire Cristo” ha invece affermato don Alessandro. I nove studenti del Seminario, accanto all’ultimo anno di studi prima dell’ordinazione presbiterale, prevista per il mese di giugno 2016, faranno un’esperienza di servizio in parrocchia: don Alessandro è destinato alla parrocchia di Marone.

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IN RICORDO DI...

PADRE ALBINO, SERVO BUONO E FEDELE Padre Albino Buffoli, fratello di suor Elisabetta, sacerdote e religioso Piamartino, è tornato alla casa del Padre lo scorso 19 settembre.

P

adre Albino ha amato e servito la Congregazione di Padre Piamarta spendendosi per le vocazioni. Quando, nel 1977, viene fatto responsabile vocazionale in Brasile, fonda a Fortaleza “Mundo Jovem”, il primo seminario piamartino in Brasile… Ha pregato per le vocazioni, si è lasciato consumare dall’attenzione e disponibilità per i seminaristi, ha

sempre offerto le sue sofferenze, specialmente quelle più dolorose di questi ultimi anni, perché il Signore concedesse alla nostra Congregazione molte e sante vocazioni. Ha sempre avuto una particolare devozione per la Madonna che vedeva come patrona e regina delle vocazioni. “Chi resta sotto il suo manto materno – diceva a noi giovani seminaristi - è certo di ri-

cevere la grazia della fedeltà”…

Padre Albino è stato uno dei fondatori del Movimento Secolare Piamartino… Un’associazione a cui ha dedicato le ultime energie della sua vita. Voleva che lo spirito di Padre Piamarta alimentasse la vita spirituale di molte persone e delle loro famiglie. Era certo che seguire Padre Piamarta ci avrebbe portati sulla via della santità…

IL RICORDO DI SUA SORELLA

A

lbino Buffoli nasce a Villa Carcina il 31 luglio 1933 e dopo pochi anni si trasferisce con la famiglia a Sarezzo. Frequenta la scuola apostolica dei padri di Piamarta a Maderno. La prima Messa di Padre Albino (15 giugno 1958) viene celebrata nella Parrocchia dei Ss. Faustino e Giovita di Sarezzo. Ha vissuto 57 anni di sacerdozio, di cui ben 28 nelle case di formazione in Italia e in Brasile. Posso ricordare i luoghi nei quali ha vissuto il suo ministero: Brescia, Maderno, Cecchina, ma dopo gli anni ‘70 il Brasile è stata la sua casa, vivendo a FortalezaMontese, Matelandia, Ponta Grossa. L’azione pastorale che più ha coinvolto Padre Albino è stata la formazione delle vocazioni piamartine. Nel 1977 è il responsabile vocazionale e

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fonda a Fortaleza la “Comunidade Mundo Jovem”, il primo seminario piamartino in Brasile. È stato uno dei fondatori del Movimento Secolare Piamartino. Gli ultimi anni della sua vita sono stati segnati dalla sofferenza, che lui definiva “il segno dell’amore di Dio”. Muore il 19 settembre 2015 a Fortaleza; della sua liturgia funebre, una festa di fede e riconoscenza, ricordiamo le parole della comunità brasiliana: “Solo per Te, tutto per Te, momento per momento, dare tutto sorridendo, Dio è Amore”.

Ora Padre Albino riposa nel “Cimitero della Pace” in Fortaleza, ma la sua missione continua nel renderci presenti al Signore, nell’intercedere per noi, che gli abbiamo voluto bene, e per quanti lo hanno amato e stimato. Ci auguriamo che la

sua nascita al cielo doni nuove vocazioni di vita cristiana e consacrata.

Suor Elisabetta

Servire è per eccellenza il verbo del cristiano. Gesù stesso dice che è venuto per servire e non per essere servito… Il servizio vero è cura, attenzione, delicatezza d’animo; è un decentrarsi per l’altro cercando di capire bene di cosa ha bisogno…

In Padre Albino ho visto incarnarsi molti di questi aspetti… Con tutti voi voglio ringraziare il Signore di quanto ha operato attraverso di lui, servo buono e fedele e pregare insieme a voi Dio perché gli conceda il premio promesso a tutti coloro che lo servono con dedizione. Che il Signore pronunci su Padre Albino le parole della salvezza: “bene servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo Signore.

Padre Giancarlo Caprini fn Superiore Generale

IN COMUNITÀ

A N AG R A F E

PARROCCHIALE >>> RINATI DALL’ACQUA

E DALLO SPIRITO SANTO “Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”.

Francesco Scelsi (di Salvatore e Roberta) Tommaso Fumagalli (di Daniele e Paola) Mario Consolandi (di Silvio e Alma) Camilla Gazzoli (di Dorian e Debora)

Vittoria Contini (di Marco e Roberta) Mattia Angoli (di Roberto e Silvia) Samuele Roberto Rossini (di Franco e Bruna)

>>> UNITI NEL MATRIMONIO CRISTIANO

SONO DIVENTATI CHIESA DOMESTICA “Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Sì, con la grazia di Dio, lo voglio” Flavio Molinari e Susanna De Colle (18 aprile 2015) Raffaele Iannelli e Elena Scevola (9 maggio 2015)

Nicola Marmaglio e Corinna Spina (21 giugno 2015) Fabio Colenghi e Laura Fonda (5 settembre 2015)

>>> MORTI

IN CRISTO GESÙ “Io credo: il Signore è risorto e vive e un giorno anch’io risorgerò con Lui” Gabriella D’Andrea Jolanda Feremi Orsolina Zanotti Elisa Minessi Raffaele Cuomo Corrado Tedoldi

Guido Micheletti Maria Tonizzo Maria Teresa Sandrini Pierina Pedretti Francesco Romano Maria Vivenzi

Lidia Facchetti Don Giacomo Carlo Franceschini Maria Giulia Balestrieri Giulio Bruschi Lucia Cinelli Suor Piermaria Bottarelli AUT UNNO 2015 - SP E C I ALE | 23

LA COMUNITÀ ACCOGLIE

BENVENUTO TRA NOI, PADRE GIAN PAOLO!

PADRE GIAN PAOLO Il nostro nuovo parroco si chiama Padre Gian Paolo Bergamini Fn

DOMENICA 22 NOVEMBRE ORE 15.30

PREGHIERA PER IL PARROCO Il nostro nuovo parroco si chiama Padre Gian Paolo Bergamini Fn Padre Piamartino, nato il 18/09/1959 a Gavardo (BS) e ordinato sacerdote a Brescia il 7 dicembre 1986.

Questo il suo cammino sinora: • Vicedirettore a Remedello (1987-1991) • Direttore CFP (1991-1992) • Vicario Parrocchiale in Santa Maria della Vittoria - Brescia (1992-1998) • Vicario Parrocchiale a Roseto (1998-2004) • Direttore CFP di Roseto (2001-2004) • Vicario Parrocchiale a Pontinia (2004-2005) • Parroco di Pontinia (2005-2012) Angola Superiore e Formatore (2013-2014) • Vicario parrocchiale in S. Gerolamo Emiliani (2014-2015) • E ora, la nomina a Parroco delle Sante B.Capitanio e V. Gerosa!

Signore, ti ringrazio di averci dato un uomo, non un angelo, come pastore delle nostre anime; illuminalo con la tua luce, assistilo con la tua grazia, sostienilo con la tua forza.

Fa’ che l’insuccesso non lo avvilisca e il successo non lo renda superbo.

Rendici docili alla sua voce.

Fa’ che sia per noi, amico, maestro, medico, padre.

Dagli idee chiare, concrete, possibili; a lui la forza per attuarle, a noi la generosità nella collaborazione.

Fa’ che ci guidi con l’amore, con l’esempio; con la parola, con le opere.

Fa’ che in lui vediamo, stimiamo ed amiamo Te. Che non si perda nessuna, delle anime che gli hai affidato.

Salvaci insieme con lui.

PAOLO VI