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Carolina Scimiterna Perché Sanremo è Sanremo di
from N.29 FEBBRAIO 2020
by Scomodo
PERCHÉ SANREMO È SANREMO *tarattattatta tarà*
Elodie: amo, sei pazzesca, cos’altro vuoi che ti dica? Tutto di te è pura poesia: l’infanzia da cubista di Quartaccio, la penna di Mahmood unita alla tua voce, la base da discoteca che Dua Lipa torna in Kosovo. Bo nus: Versace ogni sera. Peccato non si sia posizionata in alto, avremmo fatto i pezzi all’Eurovision. La giuria demoscopica non è pronta per te tanto quanto i giornalisti di Libero sono pronti per le tue scollature.
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Levante: per ogni Elodie su questo pianeta c’è una Levante che è pronta a rubarle il giro di amicizie, il ragazzo e anche il pin della carta di credito. Non mi sono mai piaciute le gatte morte, a maggior ragione se hanno pure una voce fastidiosa. La canzone era totalmente incomprensibile: all’inizio ho dato la colpa all’audio pessimo del mio televisore, ma sentendola suc cessivamente con le cuffie in una sala insonorizzata con un allineamento favorevole dei pianeti e la luna piena, è risultata ancora più criptica. Si capivano due parole ogni cinque, e quelle due non erano manco belle. Outfit carini, ma se la tua canzone si chiama Tikibombom avrei osato un po’ di più rispetto al vestito per la funzione domenicale a Piazza Ungheria.
Diodato: detta veloce potrebbe sembrare una bestemmia, come quella che ho tirato io quando si è posizionato primo. La cosa che più mi di strugge, oltre al suo aspetto da studente di lettere fuori sede sfigato (nonostante abbia 50 anni) e la sua voce da eunuco, è il fatto che la sua canzone abbia avuto bisogno dello scandalo sentimentale scaturito dalla liaison del buon vecchio Antonio con la summenzionata suorina Levante per fare rumore. E il tutto assume contorni sempre più para dossali considerando che la canzone si chiama proprio “Fai Rumore”. Nota dell’autrice: ho dovuto controllare come si chiamasse, perché è talmente inutile che nemmeno mamma Diodato si ricordava il nome della canzone del figlio.
Le Vibrazioni: ritorno in pompa magna con tanto di scandalo mediatico. In tutta la travagliata e burrascosa faccenda del divorzio di Francesco Sarcina (originatosi per via di un presunto tradimento della moglie Clizia Incorvaia con Riccardo Scamarcio, migliore amico di lui), io sono sempre stata #te amClizia: stiamo pur sempre parlando di Riccardo Scamarcio, chiamala scema. Non ho molto gradito il fatto che, come per Diodato, le operazioni di marketing relative alle loro partecipazioni sono state quasi totalmen te incentrate sulle figure di queste due virago mangiauomini (Levante e la Incorvaia) che fanno soffrire questi poveri martiri. Finitela, che siete ri dicoli. Bonus: oh ma quanto faceva ridere l’interprete in lingua dei segni?
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