![](https://assets.isu.pub/document-structure/200331163906-fa4c1b717c1efee9a959fdec4e5d2db4/v1/3112182593601120c32946542a259e0a.jpg?width=720&quality=85%2C50)
4 minute read
e Lorenzo Cirino
from N.29 FEBBRAIO 2020
by Scomodo
OCEANO INDIANO il racconto a puntate di una nuova convivenza OCEANO INDIANO
Cinque compagnie romane- DOM-, Industria Indipendente, Muta Imago, mk e Fabio Condemi - sono state chiamate a dar vita a febbraio ad un nuovo progetto teatrale presso il Teatro India. Un processo iniziato già lo scorso settembre con la festa in oc casione del ventennale del teatro - da sempre espressione di ricerca e sperimentazione artistica –, quando la nuova direzione ha chiesto a queste cinque compagnie di immaginarla reinventando completamente la funzione degli spazi dell’India. Oceano Indiano nasce proprio da questa volontà: porre una particolare attenzione sulla fun zione sociale degli spazi del teatro e sul loro legame con la città, trasformando così l’India in un luogo di residenza e contestualmente di accoglienza del pubblico attraverso una programmazione dalla natura più varia, che offra una pluralità di visioni artisti che grazie a proposte provenienti da compagnie di generazioni e discipline diverse.
Advertisement
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200331163906-fa4c1b717c1efee9a959fdec4e5d2db4/v1/03bd7d6b32b72577f4b466b59b8bcfa0.jpg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200331163906-fa4c1b717c1efee9a959fdec4e5d2db4/v1/03bd7d6b32b72577f4b466b59b8bcfa0.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Noi di Scomodo siamo stati chiamati, per i prossimi quattro mesi, a raccontare questo progetto in co stante evoluzione, con l’intento di avvicinare il lettore ad una nuova prospettiva di teatro, che moltiplichi i momenti di apertura alla città. “Oceano Indiano - ci scrivono Lorenza e Giulia, della redazione di Teatro di Roma, che produce il progetto - si apre allo sco nosciuto. Galleggiando in superficie o nuotando in profondità, si incontrano imprevedibili ecosiste mi, attività artistiche e momenti di condivisione”. Per questo Claudia, Leonardo, Martina ed Erika, al cuni artisti delle suddette compagnie, hanno sottolineato che ciò che si apprestano a fare è teatro, nonostante nel progetto ci sia ben poco di ricondu cibile agli spettacoli frontali tradizionali. Se in uno spettacolo tradizionale c’è infatti la fase della let tura della sceneggiatura, durante la quale l’attore cerca di comprendere il personaggio e il contesto nel quale esso si muove, gli artisti di Oceano Indiano costruiranno, partendo da dei filoni generali e at traverso varie esperienze vissute in prima persona, una programmazione di varia natura e articolazione. Le cinque realtà romane, infatti, abiteranno per i prossimi mesi il Teatro India condividendo spazi e abitudini, giungendo ad una coabitazione dello spa zio. La scelta del teatro India poi non è certamente casuale, un teatro un po’ isolato dalla città, una sorta di cava scollegata dal quartiere, ciò che più si contrappone alle regole della “geografia del tea tro”, un modo di organizzare il territorio rispondente al sistema economico che ha a lungo regolato il commercio degli spettacoli. <<Uno degli obiettivi principali – spiegano entusiasti Leonardo e Martina, rispettivamente di DOM- e Industria Indipendente- è il far percepire questo posto come abitato; c’è quin di stato tutto un lavoro riguardo la struttura… ma poi l’anima del posto, quella che, quando entri, ti fa sen tire il calore diverso da quei luoghi che tu riconosci come “aperti solo perché c’è uno spettacolo”, siamo noi. Importante è cambiare la dimensione percettiva di questo posto, che vuole essere casa e porto, sem pre aperto>>. Vivere quindi lo spazio nella sua totalità e provare esperienze che inevitabilmente si manife steranno nelle attività da condividere con le compagnie: da Prima_piscina mirabilis - a cura di Michele di Stefano di mk e Silvia Rampelli -, laboratorio di ricer ca volto a dare la possibilità a chiunque lo desideri di immergersi nell’ accadimento puro, nell’esplorazione dell’articolazione fisica di sé, senza costruzione; a Nascita di un giardino ,progetto proposto da DOM- e dedicato allo spazio aperto del Teatro India, alla re lazione tra questo e il tessuto urbano circostante, composto di camminate, pratiche somatiche e per cettive, esercizi di osservazione e science fiction, che approderà ad una progettazione partecipata dello
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200331163906-fa4c1b717c1efee9a959fdec4e5d2db4/v1/b9a7f99d486f52595fb112e8d7f633e6.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Scomodo Febbraio 2020 spazio e ad una festa/rito di inaugurazione; passando per The Indian Transmissions - di Muta Imago e a cura di Chiara Colli, una stazione radiofonica clan destina che si accende e trasmette in streaming ciò che accade, trasformando la biglietteria di India in una cantina romana. Questi e altri progetti dei singoli collettivi si andranno a tessere tra loro in una indefi nita dimensione spazio temporale, lasciando piena libertà alla curiosità e alla creatività. Un percorso ibrido e multimediale che attraversa le compagnie sia nella loro singola essenza, sia in rapporto le une con le altre e anche con eventuali professionisti o appassionati singoli che, se desiderosi, prenderanno parte, in occasione di workshop e laboratori, al pro getto. Questo si finalizzerà in una serie di spettacoli - alcuni dei quali verranno rappresentati in festival e rassegne, per poi arrivare al Teatro India nella pros sima stagione - e continue ricerche concentrate sul dato umano, e il dialogo tra compagnie e pubblico. Un processo di co-creazione e formazione in fieri, di accorciamento delle distanze, che affianca in una dimensione reticolare la stagione dell’India, una spe rimentazione estremamente positiva per la produzione culturale della capitale, che rimette al centro il legame tra l’artista e lo spazio con una progettazione trasversale e di lungo termine. Un’esperienza che, or gogliosamente, Scomodo seguirà nei prossimi mesi molto da vicino.
di Gaia Del Bosco e Lorenzo Cirino