Viaggio nel Mediterraneo

Page 1



Indice 6

Mediterraneo: da geografia a paesaggio Introduzione di Gilles Bertrand

14

Il viaggio nel Mediterraneo, metamorfosi di un mito Introduzione di Ignacio Represa

72

Topos e icone spaziali nel pensiero degli architetti che viaggiano nel Mediterraneo

Post-fazione di Francesco Cellini

124

130

Riflessi mediterranei nell’architettura contemporanea

Bibliografia


Mediterraneo: da geografia a paesaggio

6


Sidi Bou Said.

Sidi Bou Said è un paese fatto di sola calce bianca e infissi azzurri. Fu fonte di ispirazione per moltissimi artisti che viaggiarono attraverso il Mediterraneo (Chateaubriand, Flaubert, Foucault, Paul Klee, etc.) ed oggi è riferimento iconografico privilegiato per architetture e paesaggi tipici delle coste del Bacino. Eppure rileggendo la storia di questo luogo scopriamo che l’azzurro luminoso e il bianco accecante così caratteristico della cittadina sono il risultato di un’invenzione novecentesca attribuita a un barone francese, che decise di costruire lì la sua sontuosa residenza e restaurare contemporaneamente le antiche case circostanti. Nel 1915 il Barone Rodolphe d’Erlanger fece dipingere di bianco ogni muro e impose un unico colore ai rivestimenti lignei delle abitazioni, modificando definitivamente l’immagine di quel villaggio che risaliva al Tredicesimo secolo. Bianco, caldo, ventoso, sensuale, il nostro Mediterraneo è quindi solo un’invenzione del secolo scorso? Quel paesaggio fatto di linee precise, 7

di volumi astratti, di bucature profonde, di architettura arrampicata sulla roccia e di uomini che si arrampicano sull’architettura, di pergole e di luce tra le foglie, di vento e recinti che proteggono, di patii in cui sorseggiare ouzo e di balconi che decorano lo spazio del paseo o dello struscio, esiste veramente? Se sì, è possibile circoscriverlo ad un’area geografica precisa? Dove inizia? E dove finisce? Tentare di descrivere il Mediterraneo attraverso la geografia è un’operazione difficile: osservare fin dove fruttificano gli alberi di ulivo, le palme o constatare la presenza della poseidonia ... Quando si pone l’evidenza su un carattere che ci appare determinante, se ne dimenticano automaticamente molti altri. Dove la scienza descrive dei contorni, subito la realtà storica li contraddice. Spesso si definisce l’area mediterranea come l’insieme di tutte le coste bagnate dal Mare o dai bacini dei fiumi che si riversano nelle acque del Mediterraneo, compresi tra lo stretto di Gibilterra e il Bosforo.


Il viaggio nel Mediterraneo, metamorfosi di un mito

14


Il Mediterraneo rappresenta, fin dall’antichità, una sfida per la storia dei viaggi, tanto da aver suscitato una lunga serie di elaborazioni mitiche. Navigando su queste acque, i viaggiatori si sono per lungo tempo mossi in uno spazio dalle frontiere mobili verso Oriente, cosa che spiega la difficoltà nel conferire a quest’area una propria fisionomia e un’identità stabile. Verso la fine del Medioevo, i pellegrinaggi furono un modo per tenere viva l’idea delle crociate nate nel XI secolo e rispondere al tradizionale flusso degli Arabi giunti fino in Spagna, tra i quali emerge la figura dei grandi viaggiatori e geografi che hanno soggiornato in Sicilia tra il X e il XII secolo. Da quel momento in poi i cristiani d’Europa desiderarono ardentemente recarsi in Oriente, in particolare in Terra Santa, nel Basso Egitto e nel Sinai. Per farlo, attraversavano il Mediterraneo, ma fu solo in epoca romantica che si creò, per ragioni militari, scientifiche e letterarie, un interesse per lo spazio marittimo in quanto tale, con le sue rive, le sue isole e i suoi porti. Spazio di circolazione rituale e antichissimo, il Mediterraneo ha per lungo tempo attirato, sulla scia di Erodoto, i viaggiatori venuti dal Nord che si recavano in Egitto. Per tutto il Medioevo, e ancora fino all’epoca moderna, vi dimorò un universo rischioso, che suscitava stereotipi e psicosi. Da un lato gli uomini soffrivano naufragi, epidemie e mal di mare, dall’altro i pirati, corsari e filibustieri vi seminavano il panico. Gli stati cercarono di sfidare i pericoli del mare, col rischio di fallire, come Carlo Quinto contro Algeri nel 1541. Le guerre spesso rallentarono il movimento dei viaggiatori sebbene, al di fuori dei periodi di conflitto, la navigazione in mare e il cabotaggio garantirono, fino al XIX secolo, un transito delle merci più sicuro e agevole, rispetto alle rotte terrestri. Nel Mediterraneo, in età moderna, i Turchi e gli Arabi che viaggiavano verso l’Europa erano comunque in numero inferiore rispetto agli Europei che viaggiavano verso Oriente. La presenza dei musulmani in Occidente fu sporadica fino al XIX secolo e ispirò pochi racconti nonostante, dall’est ottomano o dalle reggenze barbaresche del Maghreb, arrivassero emissari di principi, domestici e segretari, mercanti greci, armeni o ebrei, soldati o 15


PARTENZA : BERLINO PRAGA

VIENNA LA CHAUX - DE - FONDS

BUDAPEST

BAJA

BUCAREST

BELGRADO FIRENZE KASANLIK

TIVOLI ROMA POMPEI

ISTANBUL BRINDISI

ITEA

R M A

TARNOVO GABROVO

DELFI

MONTE ATHOS

ATENE PATRASSO NASSO

M E

D

I T E R R A N E O

N W

E S

500 km

Il viaggio d’Oriente di Le Corbusier • 1911


discussione i canoni classici mentre vi è una grande attenzione al mondo antico, come a volere stabilire una base più oggettiva su cui operare. Al ritorno dal suo primo viaggio in Italia del 1907 Le Corbusier è turbato dall’indifferenza generalizzata per il problema architettonico moderno nelle Accademia e pone le basi per il suo Voyage d’Orient. Nel 1908 scrive a Charles L’Eplattenier:

Le Corbusier Anno: 1910-1911 Durata: 6 mesi Età: 24 anni Le Corbusier parte da Berlino il 20 maggio 1911 in compagnia dell’amico Auguste Klipstein, studente di Storia dell’Arte. L’itinerario tocca Dresda, Praga, Vienna, Vacz, Budapest, Baja, Giorgavo, Belgrado, Jnajevaz, Naitscha, Bucarest, Tirnovo, Galvoro, Schipka, Kasanlic, Adrianopoli, Rodosto. Arrivano a Istanbul il 5 luglio. Il 21 agosto si rimettono in viaggio e giungono il 24 sul monte Athos, dove si fermano per 8 giorni. Il 7 settembre sbarcano a Dafne, percorrono a dorso di mulo la strada per Karie’s e arrivano presso il convento di Agiou Pavlou Xeropotamou. Raggiungono Atene attraverso l’Egeo, passando per l’isola di San Giorgio, dove sono costretti a sostare per una quarantena dovuta a un’epidemia di colera. Sono ad Atene dal 14 al 27 settembre. Proseguono il viaggio passando per Itea, Delfi, Patrasso e giungono in barca a Brindisi. Da qui risalgono la penisola italica passando per Pompei, Napoli, Roma, Tivoli, Firenze, Lucerna, La Chaux-de-Fonds.

Charles-Édouard Jeanneret e Auguste Klipstein durante il Viaggio d’Oriente, 1911. © FLC

Questi otto mesi di Parigi mi gridano: logica, verità, onestà, bando al ritorno verso le arti del passato. Lo sguardo in alto, in avanti. Testualmente in tutto il significato delle parole. Parigi mi dice: “Brucia ciò che hai amato, e adora ciò che hai bruciato”. Voi, Grasset, Sauvage, Jourdain, Paquet e altri, siete degli impostori; Grasset, modello di verità, un bugiardo; perché non sapete che cosa sia l’architettura – voi architetti siete tutti bugiardi, sì, e anche fessi. Le Corbusier, 22 novembre 190811 11. Gresleri Giuliano, Il viaggio d’Oriente, Faenza Editrice, Faenza, 1974. Trad. it. di Tobia Bassanelli.

41


GENOVA TOLOSA

LA CORUÑA

NIZZA MARSIGLIA

BIARRITZ

PISA

ROMA SALAMANCA

ATESSA

BARCELLONA

NAPOLI CAPRI

CORDOBA SIVIGLIA

R M A

POMPEI PAESTUM

PALERMO SEGESTA AGRIGENTO

ATENE

RAGUSA

MICENE

MÌKONOS

NOTO

M E

D

I T E R R A N E O

N W

CAIRO

E S

500 km

Il viaggio di Robert Venturi • 1954-1956


Robert Venturi Anno: 1948 Durata: 2 mesi Età: 23 anni Venturi viaggia per la prima volta in Europa nel 1948. Arriva in nave a Liverpool, attraversa l’Inghilterra e la Francia, giungendo a Roma l’8 agosto (anche Venturi celebrò per lungo tempo l’anniversario del giorno del suo primo arrivo a Roma, come avevano già fatto Goethe e Asplund). In Italia visita Perugia, Assisi, Firenze, Siena, Bologna, Ravenna, Venezia, Padova, Vicenza, Milano. Anno: 1954-1956 Durata: 2 anni Età: 29 anni Venturi soggiorna presso l’Accademia Americana in Roma dal 1954 al 1956. Poco dopo il suo arrivo acquista una macchina. Viaggia verso Parigi nel gennaio 1955, al suo ritorno visita Atessa, paese d’origine della famiglia del padre. In aprile raggiunge Egitto, Grecia e Turchia in compagnia dell’architetto James Gresham e sua moglie. Visitano certamente il Peloponneso, alcune delle Isole dell’Egeo e Istanbul. A fine maggio viaggia con due residenti dell’accademia (il pittore Alan Gussow e l’archeologa Virginia Calahan)

per dieci giorni in Sicilia: Palermo, Monreale, i templi di Segesta, Agrigento, Ragusa, Modica e Noto. Nel gennaio 1956 Venturi visita Napoli e molti piccoli centri della costiera amalfitana. A febbraio parte per un altro viaggio verso la penisola iberica. Sempre in auto, passa per Pisa, Genova, Nizza, visita l’Unità d’abitazione di Marsiglia di Le Corbusier e raggiunge Barcellona. Dopo aver studiato l’opera di Antoni Gaudì, il viaggio prosegue verso Murcia e l’Andalusia, dove si sofferma particolarmente sulle Cattedrali di Cordoba e Siviglia. Visita La Coruna, Salamanca, Biarritz e Toulouse. Tornato a Roma, intraprende presto un nuovo viaggio verso Torino, visita la cappella di Ronchamp e infine raggiunge Venezia. Un ultimo viaggio nel Golfo di Napoli definisce la fine della sua esperienza europea e la conclusione del suo personale Grand Tour.

flessibilità della struttura è evidente negli insediamenti-casbah delle coste africane. Ancora oggi esiste, in un paese arabo, una ‘flessibilità’, per la quale la semplice e neutrale struttura cubica contiene al suo interno cellule che possono cambiare, da casa a officina, da alimentari a negozio di paraffina; uno stretto vicolo di case e al centro di esso un panificio, ricavato nel tessuto urbano usando il semplice espediente di aggiungere pezzi di struttura sulla strada pubblica secondo le necessità ... Alison Smithson, 197427 L’esperienza del Team X dimostra come, tra il 1950 e il 1960, l’interesse per il Sud nella cultura architettonica supera la visione romantica delle esperienze passate e diventa ricerca, di nuove forme che corrispondano a 27. Smithson Alison, How to recognize and read Matbuiding. Mainstream Architecture as it Developed towards the Mat-Building, in «Architectural Design» 9, 1974, pp. 573-590. Trad. it dell’autore.

67


La luce, la mezzaluce, l’ombra


Le Corbusier, appunti del Viaggio d’Oriente, Terme di Caracalla, Roma, 1911; estratti dal V Carnet del Viaggio d’Oriente. © FLC

Nel corso degli anni, sono diventato cittadino del mondo. Ho viaggiato attraverso i continenti. Ho solo un legame profondo: il Mediterraneo. Sono un Mediterraneo, fortissimamente. Mediterraneo, re di forme e di luce. La luce e lo spazio. Il fatto, e per me il contatto nel 1910 ad Atene. Luce decisiva. Volume decisivo: l'Acropoli. Il mio primo quadro dipinto nel 1918, “Il Caminetto” (La cheminee), e l'Acropoli. La mia Unita di Abitazione di Marsiglia? E il prolungamento. In tutto mi sento mediterraneo. Le mie distensioni, le mie sorgenti, bisogna trovarle anche nel mare che non ho mai cessato di amare. La montagna, ne sono stato senz'altro disgustato in gioventù. Mio padre l'amava troppo. Era sempre presente. Pesante, soffocante. E poi e monotonia. Il mare e movimento, orizzonte senza fine. Le Corbusier, 196530

30. Casali Valerio, Le Corbusier. Scritti e Pensieri, Mancosu Editore, Roma, 2014.

83

Nel Mediterraneo la luce diviene strumento capace di rivelare l’essenza delle forme. Sotto la luce si esprime l’unità del paesaggio greco per Dimitris Pikionis, la massa del Partenone per Louis I. Kahn, la spazialità di Santa Sofia per Le Corbusier. L’architettura, massa per l’appunto, assume un ruolo passivo, mentre è l’inclinazione di ogni raggio e la sua intensità a descrivere lo spazio. Gli schizzi durante il Viaggio d’Oriente di Le Corbusier riprendono continuamente ciò che più tardi sarà definito dallo stesso architetto quel gioco sapiente di volumi sotto la luce. Non attraverso la luce, ma sotto. Le Terme di Caracalla sono descritte da una massa muraria pesante mentre una luce calda, evidenziata nello schizzo originale da un pastello giallo, rende vivo lo spazio tra i muri, scandendo il ritmo della giornata. Si intuisce nel disegno la precarietà di quel vuoto che cambia in proporzioni e visuali con il passare del tempo, con l’inclinazione dei raggi, con la progressiva attenuazione del contrasto tra le ombre e la luce del giorno.


Bernard Rudofsky, Casa all’Isola di Procida; da: «Domus» XVI, 1938. © The Bernard Rudofsky Estate Vienna

114


Gio Ponti, Bernard Rudofsky, Albergo di San Michele, Capri, 1938. Sezioni varie della zona centrale “a paese”. Il progetto dell’albergo nel bosco accelera il tema della stanza all’aperto caro a Rudofsky e lo integra con l’idea di Ponti, che aveva pensato all’albergo come «un insieme di stanze o celle isolate sparse nel parco»; da: «Architettura», giugno 1940. © The Bernard Rudofsky Estate Vienna

115



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.