Indice 7 Unabomber 17 Rewind 79 Forward 107 Stop
Unabomber La capanna di Ted Kaczynski, meglio conosciuto come Unabomber, è un oggetto paradossale: costruita e abitata dal suo artefice per vivere in disparte, lontano dal mondo, non soltanto non ha mai cessato, dal 1996 ad oggi, di essere riprodotta, ma è stata anche spostata, esposta, ricostruita, copiata e contraffatta. L'oggetto, un tempo situato nel cuore delle foreste del Montana nei pressi della cittadina di Lincoln, si è trasformato in un segno polivalente, che continua ad attirare l'attenzione degli artisti, mentre Kaczynski, che ha scambiato la sua capanna extra-territoriale con la reclusione nel carcere di massima sicurezza a Florence, nel Colorado – dove sta scontando l'ergastolo – è sparito dall'attenzione dell'opinione pubblica. La capanna, separata dal suo artefice, rappresenta ben più di un residuo: è un elemento che insieme attira e disturba, è una strana reliquia, ed è, soprattutto, sul piano semiologico, un segno che non smette di interrogarci. D'altronde, il suo statuto attuale non è semplice da definire, ed è questo uno dei punti di partenza della nostra indagine. Che significa, infatti, la persistente presenza culturale e politica di questo oggetto, piuttosto banale di per sé? Perché riappare incessantemente?
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6. Piero di Cosimo, Vulcano e Eolo, ca. 1490, MusĂŠe des Beaux-Arts, Ottawa
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Il rifugio costruito a metà del XX secolo in un luogo sperduto degli Stati Uniti rimanda così (insieme ad altri riferimenti, poiché, come vedremo, la catena di citazioni è quasi illimitata) a un cronotopo che allude sia ai tempi mitici menzionati da Vitruvio (la nascita dell'umanità), sia alla sacralità primordiale del luogo di nascita di Cristo (la rinascita dell'umanità grazie al Salvatore). Ciò che è più prezioso, a quanto pare, non può esistere che negli “altrove” assoluti della storia o della geografia mitica, oppure, una volta completato il processo di civilizzazione (fino alla fase della sua decadenza “tecnologica”, secondo Kaczynski), al di fuori della società. Possiamo illustrare il quadro mitico di questa visione di un ritorno alle origini soffermandoci su un enigmatico quadro di Piero di Cosimo [6]. Dipinto intorno al 1490, Vulcano ed Eolo (Museo di Ottawa) sembra trattare dell'avvento della civiltà più che di un semplice tema mitologico. La scoperta del fuoco, l'addomesticamento degli animali, i primi segni visibili di atti comunicativi, di atteggiamenti differenziati (tenerezza, curiosità, concentrazione), tutto richiama l'atmosfera suggerita da Vitruvio nel De Architectura. La capanna appare più volte nella composizione: a destra come struttura perpetuis planis dextra ac sinistra in terra positis, spatio inter eas relicto quanto arborum longitudines patiuntur, conlocantur in extremis partibus earum supra alterae transversae, quae circumcludunt medium spatium habitationis. Tum insuper alternis trabibus ex quattuor partibus angulos iugumentantes et ita parietes arboribus statuentes ad perpendiculum imarum educunt ad altitudinem turres, intervallaque, quae relinquuntur propter crassitudinem materiae, schidiis et luto obstruunt. Item tecta, recidentes ad extremos transtra, traiciunt gradatim contrahentes, et ita ex quattuor partibus ad altitudinem educunt medio metas, quas fronde et luto tegentes efficiunt barbarico more testudinata turrium tecta», Vitruvio, De Architectura, II, 1.4
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17. Copertina Time Magazine, 15 aprile 1996
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Il professore di criminologia neozelandese James Clinton Oleson ha avuto il merito di spingere all'estremo il confronto fra Thoreau e Kaczynski e di dimostrare sia la sorprendente vicinanza dei loro percorsi sia – il che ci interessa in primo luogo – la logica degli scritti e delle azioni dello scienziato e genio precoce divenuto recluso e criminale seriale [17]. Secondo Oleson, Thoreau e Kaczynski «non sono così antitetici come al pubblico potrebbe piacer credere»14. Esiste un Thoreau molto più radicale e, in Kaczynski vi sono motivazioni da tener presenti malgrado le sue attività estreme, cosicché «per molti versi gli atti criminali di Theodor Kaczynski sono coerenti con gli ideali di Henry Thoreau»15. Oleson distingue giustamente un Kaczynski antisociale, cinico e vendicativo (quello che diceva: “I believe in nothing”) da un Kaczynski socialmente rivoluzionario che dispone di argomenti per quello che ha deciso di fare (ritirarsi dalla società), compresi i suoi atti estremi. L'uso della violenza strumentale da parte di Kaczynski può essere spiegato – ovviamente non giustificato – a partire dalle finalità argomentate nel suo saggio Industrial Society and its Future. Certo, uccidere tre persone e ferirne più di venti per far conoscere la propria teoria è un prezzo esorbitante da pagare, se lo scopo è la ricezione di un
14. «are not as antithetical as the public might like to believe», Oleson James Clinton, «“Evil the Natural Way”: The chimerical utopias of Henry David Thoreau and Theodor Kaczynski », in Contemporary Justice Review, n°8, 2005, pp. 221-228 : 212. 15. «in many ways the criminal acts of Theodor Kaczynski are consistent with the ideals of Henry Thoreau», Ibid., p. 213.
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26. Bugs Bunny e Duffy Duck, Warner Bros
La “violenza grafica” dei cartoons tipo Bugs Bunny, o di una parte rilevante dei personaggi dell'universo Disney, ha ovviamente un'altra portata rispetto a quella che terrorizza, opprime o uccide [26]. In una società postmoderna che mescola facilmente realtà e finzione, tuttavia, queste distinzioni diventano difficili. L'onnipresenza della violenza nei media e negli eventi culturali (fumetti, film, serie TV, prosa, musica) può essere interpretata come una reazione e una forma di rappresentazione critica. La violenza rappresentata – o addirittura sovrarappresentata – è comunque anche fonte di piacere e di brutali atti mimetici. La violenza alimenta la violenza. La capanna isolata alla Thoreau o alla Kaczynski può apparire in questo contesto come il luogo, il mezzo e il simbolo, nell'immenso corpo dell'intero paese, dove
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una società particolarmente violenta pensa sé stessa. La capanna è, in altre parole, il sintomo di una società che richiama l'attenzione su un fenomeno generale; serve da indicatore. Quindi la domanda fondamentale suggerita dal suo successo sorprendente durante il XIX e il XX secolo riguarderebbe molto meno l'origine dell'architettura che non l'origine della violenza26.
26. Anche gli idilli di Thomas Cole – i suoi dipinti che mettono in guardia sul prezzo da pagare a causa dell'avanzata della civiltà, con la capanna come simbolo di addomesticamento e di pace, di violenza contro la natura e di rispetto per la natura – esprimono questo pericolo.
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30. Richard Barnes, Unabomber Site, Lincoln, MT, 1998
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31. Richard Barnes, Unabomber Cabin, Sacramento, CA, 1998
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36. Daniel Joseph Martinez, The House America Built, 2004
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