Le Malaparte impossibili

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Copertina: Fedrigoni Sirio Pearl Aurum 300 gr

Interno: Fedrigoni XPer 120 gr

ISBN 978-88-6242-209-3

Prima edizione dicembre 2016 First edition december 2016

© 2016 LetteraVentidue Edizioni

© 2016 Cherubino Gambardella

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LE MALAPARTE IMPOSSIBILI

Una casa, mi l le architeture - One house, one thousand architectures

Cherubino Gambardel la Cherubino Gambardella, il sogno di Kurt da Lipari a Capri (tecnica mista su carta stampata, cm 90x90, Giugno 2014). Cherubino Gambardella, Kurt's dream from Lipari to Capri (mixed technique on printed paper, cm 90x90, June 2014).

* * *

7

Perché queso libro

Why this book

33

Cosa potrebbe essere successo a Capri tra il 1937 e il 1945

What may have happened in Capri between 1937 and 1945

41

L'ideatore e i suoi sodali

Te author and his associates

73

Dopo l'ideatore arrivano le interpretazioni

Afer the author, the interpretations

93

Al le interpretazioni seguono le immagini ispirate al la casa

Afer the interpretations, the images inspired by the house

141

Dal le immagini ispirate al la casa ai progeti impossibili sul la casa

From the images inspired by the house to impossible designs about the house

179

Al la fne tuto esplode

Everything blows up in the end

199

Note/Endnotes

Bibliograf a/Bibliography

INDICE CONTENTS

PERCHÉ QUESTO LIBRO

Tuto comincia con un funerale immenso come quel lo di un faraone. È l'ultimo saluto di comunisti, democristiani, fascisti, leterati e tanti altri che afol lano Roma il 19 luglio del 1957 per accomiatarsi dal l'«uomo che aveva afrontato i ditatori»1. Nel silenzio glorioso di un giorno senza tempo Giuseppe Ungareti frma, commosso, il libro dei saluti. La cità eterna si afaccia al la fnestra a farsi il segno del la croce. Tra le tante cose lasciate dal lo scomparso una sola diventa il suo simbolo indistrutibile, quel lo che lo fa «vivere a lungo anche dopo la sua morte»2, come il conio di una moneta per un imperatore. Ciò di cui vi sto parlando è una casa rossa sul l'isola di Capri e del suo padrone, Curzio Malaparte, uno dei più noti intel letuali del Novecento. La sua vita è complessa, avventurosa, densa come l'inviluppo di un geroglifco misterioso. La trama del la sua esistenza descrive bene un uomo nel quale abitano mi l le uomini. Forse non è mai stato coerente ma è proprio queso il trato fascinoso del la sua individualità. Malaparte è un genio del la polifonia che concepì l'adorata architetura caprese come un f lm per piegare al proprio volere ricordi, contributi, suggestioni, disegni e consigli raccolti durante lo

WHY THIS BOOK

Everything begins with a funeral as monumental as that of a pharaoh. It is the last tribute paid by Communists, Christian-Democrats, Fascists, men of leters and many others who crowd Rome on July 19, 1957 to pay homage "the man who had faced the dictators alone"1. In the glorious silence of a timeless day, an emotional Giuseppe Ungareti signs his name in the funeral g uest book. Te eternal city looks from the window and makes the sign of the cross. Among the many things lef by the departed only one becomes his indestructible symbol that makes him "live long a fer his death" 2 , like the image of an emperor portrayed on a coin. What I am ta l king about is a red house on the island of Capri and his owner, Curzio Malaparte, one of the most famous intel lectuals of the twentieth century. His life is complex, adventurous, as dense as the web of a mysterious hieroglyph. Te plot of his life efectively describes a man who encapsulated one thousand men. Perhaps Malaparte was never coherent but that is precisely the fascinating feature of his personality. He was a genius of polyphony who conceived his beloved architecture in Capri like a movie within which he wi l lfu l ly weaved memories, contributions, sug ges-

svolgersi del primo trato del la sua esistenza. Basta ascoltare le sue parole per capire quanto sia mi l limetrica la costruzione di una foto fssa nel posto più bel lo del mondo: «il giorno che mi son messo a costruire una casa, non credevo che avrei disegnato un ritratto di me stesso. Il migliore di quanti non abbia disegnati fnora in leteratura […] uno scritore dipinge sempre se stesso, in un certo senso, anche quando descrive un oggeto, un al bero, un animale, una pietra […] non m'era mai avvenuto di mostrare quale io sono, come quando mi sono provato a costruire una casa […]. Non matoni, non cemento, ma pietra, soltanto pietra, e di quel la del luogo, di cui è fata la roccia, il monte […] in quanto al la sua forma, essa m'era detata dal l'andamento del la roccia, dal la sua strutura, dal la sua pendenza […] dove la roccia si innesa al monte, la rupe s'incurva, si abbandona,

In questa pagina: Cherubino Gambardella, i funerali di Malaparte (tecnica mista su carta stampata, cm 60x40, Febbraio 2016).

L'ultimo saluto all'uomo “che aveva sfidato i dittatori”

Nella pagina precedente: il promontorio del Massullo prima della costruzione di casa Malaparte (collage digitale di Cherubino Gambardella da una immagine ricavata dal volume di Marida Talamona, casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).

This page: Cherubino Gambardella, Malaparte's funeral (mixed technique on printed paper, cm 60x40, February 2016).

The last tribute to the man the man who had faced the dictators alone”.

Previous page: the Massullo promontory before the construction of Casa Malaparte (digital collage by Cherubino Gambardella after an image featured in Marida Talamona's book, casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).

formando come un col lo esile, io qui getai una scalinata che dal l'orlo superiore del la terrazza scende a triangolo»3. La costruzione è la biograf a di una bel lezza persino spuria, secondaria e nascosta. Una bel lezza trasformata in un bene comune, un patrimonio che l'artista mete a disposizione di chi voglia leggere, atraverso la sua dimora, una sequenza di punti di vista scomodi ma sempre i l luminanti4.

Gli ingredienti per un racconto sembrano pronti.

Atenzione, però.

Credo che costruire un libro sul la vi l la di Malaparte a Capri oggi sia particolarmente utile a pato che vengano poste in essere alcune precauzioni.

Penso ad un racconto avvincente con un fnale a sorpresa.

Non considero di ricostruire, come uno storico, la genesi atributiva di quel lo che è stato giudicato il più bel l'edifcio del secolo scorso5. Già altri hanno ben svolto queso compito.

Vorrei inventare una trama verosimile atorno a quest'architetura usando Curzio Malaparte per raggruppare le tessere di un mosaico recuperate in giro per il mondo.

Sono intrecci che mi hanno parlato di un enigma accaduto a Capri tra il Natale del 1937 e il 1945.

Un mistero che non va svelato ma arricchito di trame e irruzioni inatese.

Immagino un gruppo di sodali, di consiglieri occulti oppure occultati dal lo scritore per non indebolire la sua riconoscibilità di ideatore architetonico.

tions, drawings and advice col lected during the f rst part of his life. His own words precisely describe a f xed image embed ded in the most beautiful place in the world: "the day I started to build myself a house, I did not think that I would be creating a portrait of myself. Te best self-portrait of any of those that I have atempted so far in my writings. […] writers are always depicting themselves even when they describe objects ‒ trees, animals, or stones. […] Yet before I atempted to build myself a house, I had never rea l ly shown myself as I truly am. […].Tere would not be bricks or cement, but stone, only stone, the sort that can be found in the area itself and from which the cli fs and mountains are made. […] As regards the shape of the house, this was dictated by the formation of the rock, by its structure, by its gradient […] where the rock is linked to the mountain, where the crag tails of into a curve, forming something of a slender neck of rock, I decided to have a triang ular stairway built there, which leads down from the upper edge of the roof ter race"3. Te construction is the biography of a somewhat spurious, secondary and hid den beauty. A beauty that becomes a common resource, an heritage ofered by the artist to whoever is wi l ling to discover, through the house, a sequence of uncomfortable but always i l luminating points of views 4 .

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Ne cerco ossessivamente i volti e mi piace credere che siano stati centrali nel l'immaginazione di parti del l'edifcio e nel percorso costrutivo del tuto. Poi, con la morte del grande intel letuale, ogni cosa sembra interrompersi in un tempo immobile come un solido. Per cinque anni tuto si sosende, gli invitati al tavolo del la progetazione architetonica vengono dimenticati come se, una volta scomparso il presidente del comitato scientifco, tuti i membri svaniscano. Resa solo il silenzio e la casa fnita come l'aveva voluta il suo padrone, con gli arredi, le suppel letili, divenute parti di un tuto congelato. È il destino dei siti archeologici: l'oblio tiene insieme le parti e le fonde in un unico elemento. Del Tempio di Apol lo Epicurio a Bassae ricordiamo a malapena il nome del l'artefce: Ictino. Del le case pompeiane resano i nomi dei padroni che diventano i veri e propri ideatori. Ometiamo apporti ed evoluzioni, decorazioni e colori. Sopravvivono i volumi raschiati dal tempo e il batere implacabile del sole. Q ueso succede a Capo Massul lo con la vi l la divenuta una domus pompeiana, fno al la riscoperta casuale. È come se una missione archeologica avesse cominciato a cercare da zero l'architetura che il proprietario aveva batezzato con afeto tormentoso Casa come me. D'altra parte, Curzio chiamava quasi tuto così, ogni cosa, persona o animale era come lui. Così, l'esercizio di riscoperta e interpretazione del la sua residenza isolana durerà almeno mezzo secolo. I tradutori, ovviamente, non sono archeologi. Sono architeti, artisti o registi che, visitando la casa, si sostituiscono al suo autore e al suo col legio di consulenti,

Cherubino Gambardella, il promontorio del Massullo dopo la costruzione di casa Malaparte (collage digitale, Febbraio 2016).

Cherubino Gambardella, the Massullo promontory after the construction of Casa Malaparte (digital collage, February 2016).

per trasportarla tra le proprie scoperte personali.

Visitare l'imponente costruzione sul promontorio caprese li faceva sentire un po' artefci anche senza sondare altre possibilità architetoniche che, da quel la punta, avrebbero potuto farsi largo.

Sosendono la vi l la in una dimensione risetosamente impressionista. Si tengono lontani da variazioni fgurali che non siano foto o schizzi, rilievi più o meno atendibili per dimostrare l'efcacia del la loro versione.

In questa pagina: la cavea di casa Malaparte (foto di C. Gambardella, 1991).

A destra: il rapporto tra la grande e la piccola scalinata (foto di C. Gambardella, 1991).

This page: the cavea of casa Malaparte (photo C. Gambardella, 1991).

Right: the relationship between the large and small staircase (photo C. Gambardella, 1991).

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Te ingredients for a nar ration seem to be a l l there.

But we should be careful.

Although building a book about Malaparte's vi l la in Capri may be particularly useful today, I think some precautions should be used.

What I have in mind is a compel ling tale with a surprise end.

My intention is not reconstructing, as an historian would do, the atributive genesis of what was def ned as the most beautiful building of the twentieth century5. Others have perfectly ad dressed this task. I would like to invent a plausible plot around this architecture by using Curzio Malaparte to assemble the pieces of a mosaic retrieved around the world.

Tese plots evoked for me a mystery that unfolded in Capri between Christmas 1937 and 1945.

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Sono traduzioni colte e mai banali però non spingono il solido rosso oltre le emozioni e le similitudini.

Solo Malaparte gioca con la sua creatura fno al l'orlo del paradosso. Nel suo più noto romanzo, mentre riceve il marescial lo Rommel che gli chiede se avesse scelto un edifcio esistente o lo avesse fato costruire, Malaparte gli dice di aver «comprato la casa già fata. E con un ampio geso del la mano, indicandogli la parete a picco di Matromania, i tre scogli giganteschi dei Faraglioni, la penisola di Sorrento, le isole del le Sirene, le lontananze azzurre del la costiera di Amalf , e il remoto bagliore dorato del la riva di Peso» aferma: «io ho disegnato il paesaggio»6.

Così dicendo Suckert (è queso il vero cognome del lo scritore), al la maniera di un prestigiatore, prepara al l'eternità la dimora, sbandierando ai quatro venti le mi l le immagini che sarebbero sgorgate da quel la piataforma7.

Un oggeto pronto a farsi, per i sortilegi del leterato, cornice di quadri viventi, pista ciclabile, focolare, studio solitario e alcova.

Mi piace pensare che quesa frase abbia mosso le acque: i tradutori, assieme ad altri architeti che irrompono in scena poco dopo, trovano il coraggio e iniziano una vera e propria perquisizione autoptica nel corpo del la casa.

L'immagine cambia, genera fnalmente altre architeture, miracoli non dimostrabili come le prove di un processo di beatifcazione.

A mystery that should not be revealed but augmented by unexpected plots and incursions. I picture a group of associates, of counselors, either hid den or concealed by the writer who wanted to appear as the sole recognizable author of this architecture. I obsessively look for their faces ‒ I like to believe they played a key role in imagining parts of the building and the entire building process. Ten, a fer the great intel lectual's death, everything seemingly comes to a stop in a time that becomes as immovable as a solid. Five years during which nothing happens, the g uests at the table of architectural design are forgoten as though the disappearance of the chairman of the scienti fc commitee entailed the disappearance of a l l the other members. What remains is the silence and the house completed as the writer from Prato had wanted it, with its furniture and accessories combined in a frozen ensemble. It is the same fate of archaeological sites: oblivion keeps the parts together and melts them into one element. We seldom remember the name of Iktinos, the man who built the Temple of Apol lo Epicurius at Bassae. Of the vi l las in Pompeii we only remember the names of owners, who become the real builders. We leave out other contributions and evolutions, decorations and colors. Te wind-scraped volumes and the implacable beat of the sun only survive. T is happens at Capo Massu l lo where the vi l la becomes a Pompeian domus until its casual rediscovery. It is as though an archaeological mission had started to look for the architecture that the owner had baptized with agonizing a fection A house like me. A fer a l l, for Curzio

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Il tabù è fnalmente sconfto ed ecco che la sfnge non è più intoccabile, diventa oggeto vivo di culto come una divinità.

Una pioggia di fgure la invade tesandone la tenuta. Molte altre architeture nascono sul crinale interessantissimo del fare a immagine e somiglianza, rendendo così inesauribile sia il model lo che la copia imprecisa.

E, dentro l'imperfezione del la replica, c'è lo spazio per l'eterno presente e la perenne gioventù dei capolavori.

Posso persino immaginare che al la fne esploda e scompaia lasciando che lo scoglio torni abitato da un'altra architetura, dopo il boato.

La casa Malaparte resa viva come un fantasma, resistendo in f ligrana anche al l'ultima violenta ablazione.

Solo così si libera dei “sali di sodio e del vino di palma” che mi sono sembrati accompagnarla dopo la morte del suo padrone e diventa materia ativa per l'immaginazione degli architeti che ci sono e che verranno.

Perfno scomparendo, casa Malaparte è in grado di distribuire ovunque la forza incommensurabile del le sue membra sopravvissute al le tempese di Grecale e di Scirocco e a quel le più impalpabili ma non meno violente del l'utopia.

almost anything, any object, person or animal, was like him.

Terefore, the exercise of rediscovery and interpretation of his house on the island would last at least ff y years. Obviously, translators are not archaeologists. Tey are architects, artists or directors who visit the house and end up replacing its author and his commitee of consultants in order to include it in their own personal discoveries.

Visiting the massive construction on Capri's promontory made them feel a litle like makers even without exploring other architectural options that could have emerged from that cli f.

Tey su send the vi l la in a resectfu l ly impressionist dimension. Tey keep themselves away from fg ural variations other than photos or sketches, more or less plausible surveys aimed at supporting the validity of their version.

Sti l l, these educated and never banal translations fail to push the red building beyond emotions and similarities.

Only Malaparte plays with his creature right to the brink of the abyss. In his best known novel, he describes the German general Erwin Rommel visiting him and asking him if he had bought an existing building or erected the house himself. Malaparte replies that he “had bought it, and then, with a sweeping gesture, indicating the sheer cli f of Matromania, the three gigantic rocks of the Faraglioni, the peninsula of Sor rento, the islands of the Sirens, the far-away blue coastline of Amal f, and the golden sands of Paestum, shimmer-

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ing in the distance, I said to him: 'I designed the scenery'”6 . By saying this, Suckert (the writer's real name) acts like an i l lusionist who prepares the house for eternity by faunting the thousand images that would emerge from that platform7.

An object that, due to the man of leters' magic, is ready to become the frame of tableaux vivants, a cycle track, a hearth, a solitary studio and an alcove.

I like to think that this sentence stir red the waters: along with other architects who break on the scene soon a ferwards, the translators f nd the courage and start an actual post-mortem search on the house's body.

Te image changes, f na l ly generates other architectures, miracles that are as non-provable as the evidence of a beati fcation process.

Te taboo is f na l ly broken and the sphinx is not untouchable anymore. It becomes a living object of cult, a god dess.

A rain of fg ures invades it and tests its stability. Many other architectures emerge from the extremely interesting process of remaking something exactly as it is, so that both the model and the imprecise copy become inexhaustible.

And, within the replica's imperfection, there is room for the eternal present and timeless youth of masterpieces.

I can even picture it exploding in the end and disappearing to leave another architecture inhabit the rock a fer the blast.

casa Malaparte remains as alive as a ghost, and resists in f ligree even the ultimate violent ablation.

Only in this way can it break free from the iodine salts and palm wine that seemed to accompany it a fer the death of its owner and become an ac ive material for present and future architects.

Even by disappearing, casa Malaparte can ir radiate the immeasurable power of its elements that survived gregale and scirocco storms as wel l as the more intangible but no less violent storms of utopia.

A sinistra: Alberto Savinio, Nudo nella stanza, 1926-27 (pastello su carta, collezione privata. Cfr. Renato Santoro, Il rito caprese dei 33 gradini, da “L'archipendolo”, archipendolo.wordpress. com, 2016).

Left: Alberto Savinio, Nudo nella stanza, 1926-27 (pastel on paper, private collection. See Renato Santoro, Il rito caprese dei 33 gradini, “L'archipendolo”, archipendolo.wordpress.com, 2016).

Nella pagina a fianco e nelle precedenti: casa Malaparte dal mare (foto di Cherubino Gambardella, 2006).

Right and previous pages: casa Malaparte seen from the sea (photo C. Gambardella, 2006).

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In questa pagina: Cherubino Gambardella, l'ingresso e la scala di casa Malaparte (collage digitale da una immagine di Andrea Jemolo pubblicata in “Casabella”, n. 648, 1999).

This page: Cherubino Gambardella, casa Malaparte. Entrance and staircase (digital collage after Andrea Jemolo's image featured in “Casabella”, n. 648, 1999).

Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Il camino del salone, le linee dell'architettura (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The fireplace in the salon, the architectural lines (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Il camino e la continuità di ceramica con il pavimento (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The fireplace and the seamless surface created by the ceramic tiles and the floor (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Il corridoio con la porta binata (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The corridor with the twin doors (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Evidenza della boiserie nella “stanza della favorita” (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The wooden paneling in the “room of the favorite” (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. La sala da bagno con un affresco di Raffaele Castello. L'analogia delle venature di marmo con i motivi striati del pittore caprese, possibile posatore per conto di Malaparte del rivestimento marmoreo (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The bathroom painted by Raffaele Castello. There is a clear analogy between the marble veins and the striped patterns created by the Capri-based painter, who probably also laid down the marble facing for Malaparte (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. La stanza da letto dello scrittore con la popolazione dei suoi arredi evidenziata dalla pressione del soffitto. (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The writer's bedroom with the furniture highlighted by the pressure of the ceiling. (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Il salone verso sud con il soffitto che ne evidenzia la natura di “atrio” così come lo definì Malaparte (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. View of the salon to the south with the ceiling that highlights its "hall-like" nature, as Malaparte defined it (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Il salone verso nord con la porta di ingresso disassata evidenziata dalla parete azzurra. Il rito dell'ingresso nell' “atrio” avviene senza simmetria per accentuare il senso di scoperta dello spazio. Malaparte dà prova di come sia sufficiente spostare la posizione di una porta per definire il senso di un vestibolo (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. View of the salon to the north with the offset entrance door made even more evident by the light blue wall. Entering the “hall” from such offset door results in an increased sense of discovery of the space. Malaparte demonstrates how just by offsetting the position of the door, one can define the sense of a vestibule (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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In questa pagina e nella seguente: Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Nello studiolo, la colorazione delle pareti, sottolinea l'importanza del pavimento, degli arredi e delle finestre (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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This page and previous page: Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. In the small study, the color of the walls highlights the importance of the floor, furniture and windows (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

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Cherubino Gambardella, il progetto attribuito ad Adalberto Libera con le correzioni che potrebbero essere state apportate da Malaparte o da Adolfo Amitrano su indicazione dello Scrittore. Manipolazione cromatica delle sagome ed evidenziazione del nome di Adalberto Libera sulla destra della sagoma in basso (collage digitale da documento fotografico pubblicato in M. Talamona, Nuovi documenti, “Casabella”, n. 648, 1999).

Cherubino Gambardella, the design attributed to Adalberto Libera with the corrections made either by Malaparte or by Adolfo Amitrano upon the writer's suggestion. See the chromatic manipulation of the outlines and Adalberto Libera's name appearing on the bottom right section of the outline (digital collage after a photographic document featured in M. Talamona, Nuovi documenti, “Casabella”, n. 648, 1999).

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COSA POTREBBE ESSERE SUCCESSO A CAPRI TRA IL 1937 E IL 1945

Una costruzione come ques a è un mistero troppo indagato.

Un caos di informazioni travolge l'architet ura con lo scopo prevalente di spiegare chi, come e perché l'abbia fata.

C'è, quindi, un'ossessione negli studi su l la paternità intel let uale del l'opera che of usca ogni altro a seto neutralizzandolo in un protocol lo statico e chiuso.

Da un lato è bel lo godersi queso quadro delineato da bravi critici di architet ura, da l l'altro però si sente il bisogno di tratare questi dati per ricomporli liberamente come parti di una favola sosesa a mezz'aria. A l la classica bibliogra f a di casa Malaparte, ironicamente riproposta di recente come una playlist8, si può a f ancare un'altra traietoria.

Ques a opzione deve anche cor rere il rischio di non seg uire i crismi del la f lologia per diventare da subito uno strumento di alterazione del la realtà, un'occasione di commento sur realista. Cominciamo da un Curzio Malaparte diplomatico che visita Atene intorno al 1933. Qui, con ambasciatori vicini a Galeazzo Ciano, il suo amico genero di Mussolini, capita nel lo studio di un architeto greco dove può ammirare il model lo in gesso

WHAT MIGHT HAVE HAPPENED IN CAPRI BETWEEN 1937 AND 1945

A building like this is a much too explored mystery. Te chaos of information swirling around this architecture is mainly focused on explaining who, how and why built it. Te main concern over its intel lectual paternity has ofen eclipsed and neutralized every other a sect in a static and closed protocol. If, on one side, one appreciates the precise frame def ned by ski l led architecture historians and critics, on the other side one feels the need to process these data in order to freely recompose them as parts of a fairy tale poised in mid-air. One can draw another trajectory alongside the classical bibliography of casa Malaparte, ironica l ly re-proposed recently as a playlist8 . T is option must also accept the risk of deviating from philological rules in order to instantly provide a reality-altering instrument, an opportunity for a sur realist commentary. Let's start from Curzio Malaparte's visit to Athens as a diplomat in 1933. Tere, with other ambassadors who were close to Galeazzo Ciano, also his friend and Mussolini's son-in-law, he visited the ofce of a Greek architect where he admired the gypsum model of a house that looks very much like the masterpiece he would build at Capo Massu l lo9.

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di una casa che ha del le incredibili somiglianze con il capolavoro che farà al Massu l lo9. La forma è protagonista già da quel momento. Poco dopo viene con f nato a Lipari in preda a l la tristezza10. A l le Eolie, l'esilio per le sue intemperanze contro il regime lo pone al coseto di alcune immagini di scale e poliedri pronti a ria forare su l l'isola azzur ra11. Il leterato non ha ancora la casa del suo sogno quindi si trata di una passione senza un luogo di esercizio, un posto cercato invano a Forte dei Marmi ed a Ischia, apparso a Capri nel Natale del 1937 dove, g uidato dal gra fco di “Prosetive”, l'amico pitore Orfeo Tamburi, compra, con l'ambasciatore Guglielmo Ru l li, due ter reni con f nanti. Uno, scelto da Ru l li, è meno interessante. Quel lo del lo scritore è, invece, incredibilmente bel lo e contiene al centro la punta Massu l lo dove i capresi stendevano le reti per imprigionare la selvag gina di passo.

Malaparte freme per costruire e chiede a Tamburi il nome di un architeto di grido cui a fdare il progeto. Sembra che ci sia stata una volata tra Luigi Moreti e Ada lberto Libera e che quest'ultimo l'abbia spuntata12 .

Grazie ai buoni u fci di Ciano e Botai, lo scritore otiene i permessi impossibili e inizia a dare forma, con l'aiuto del capomastro isolano Adolfo Amitrano, a una vi l la grande e ambiziosa di cui Marida Talamona ritrova dei disegni di Ada lberto Libera relativi a una seconda versione modi fcata in corso d'opera13. Si trata di un abbozzo che fonda la casa, la imposta e su ques a stesura Malaparte si

Cherubino Gambardella, le immagini graffite della casa durante il cantiere. Sono segni attribuiti a Curzio Malaparte da Marida Talamona che testimonierebbero le variazioni apportate al progetto di Adalberto Libera durante il cantiere (Cherubino Gambardella, collage digitale da documento fotografico pubblicato in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).

Cherubino Gambardella, the graffito images of the house during construction. Attributed to Curzio Malaparte by Marida Talamona, these signs would testify to the amendments contributed to Adalberto Libera's project during construction (Cherubino Gambardella, digital collage after a photographic document featured in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).

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innes a con la sua personalità e la perizia del suo artigiano caprese. Compare la scala, ma è così importante a l la f ne? C'è il Mediter raneo nel l'animo di Libera e nel bel lissimo secondo progeto (di gran lunga migliore del primo, piutosto modesto, forse presentato solo per otenere la licenza edilizia). La successiva rot ura tra i due porta a mescolare le autobiogra fe. Come su una bicicleta, lo scritore toscano esce a l la distanza e a Libera non res a che imprimere l'impronta fondativa a l la casa confermando a Sud un sopralzo voltato, che sarebbe scomparso nel cantiere f nale, assorbito da l le mi l le versioni.

Forse Curzio non avrebbe voluto cancel lare il sopralzo perché gli ricordava una tor reta solitaria d'esilio o forse semplicemente perché rendeva l'esecuzione meno di forme dal progeto del la licenza edilizia. Anche Franco Purini conferma la paternità di Libera nel fondare la prua del la casa e, al tempo stesso, adombra una fuga del l'architeto trentino al coseto del l'erotismo rag gelato del a vil a e dei suoi preoccupanti presagi14 . Di fato, con «il progeto per Vi l la Malaparte, Libera inter rompe la sua atività, che riprenderà dopo la g uer ra»15. È, però, la realizzazione del l'opera ad aprire una moltitudine di contenziosi tra intel let uali su l l'intricato rapporto tra la storia del l'edi fcio, la sua ideazione, la relazione tra conceto e esecuzione f no a trasformare tuto in un caso misterioso. A l la f ne la forma architetonica di Casa come me è un vangelo apocrifo: ogni frammento ha una nobile genealogia, una sua intensità autonoma sublimata solo nel la

Form was already a primary element. A fer some time, he would be sent to Lipari and fa l l into a gloomy mood10. Exiled on the island by the regime for his rebel lious atitude, the writer would be confronted with images of stairs and polyhedrons soon to be seen again on the blue island11. Malaparte had not come up with the house of his dreams yet, so it was a passion without a place of exercise, a place he had pursued in vain in Forte dei Marmi and Ischia, and that appeared in Capri on Christmas Day in 1937. Tere, g uided by his friend the painter Orfeo Tamburi, the graphic designer of “Prosetive”, he bought, with the ambassador Guglielmo Ru l li, two neighboring plots of land. Te plot chosen by Ru l li is less interesting, while the one bought by the writer is incredibly beautiful and includes at the center the Massu l lo promontory where the islanders laid down their traps in order to catch migratory game.

Eager to build, Malaparte asked Tamburi for advice about a famous architect he could commission with the project. Apparently it was a race between Luigi Moreti and Adalberto Libera, eventua l ly won by the later12 . With the mediation of Ciano and Botai, the writer obtained virtua l ly impossible authorizations and started to shape a large and ambitious vi l la with the help of Adolfo Amitrano, a master builder who lived on the island. Marida Talamona has retrieved Ada lberto Libera's drawings for a version of the project that, although amended during construction13, already fundamenta l ly refects the house as built. On this initial version Malaparte con-

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magica mescolanza dovuta al suo regista leterato e a l la perizia degli artisti che, pur g uardandosi in cagnesco, ri setano il palinseso di cose inspiegabili e meravigliose. Dentro troviamo un disimpegno a “T” e due porte gemel le di fog gia ecletica, il camino e le maioliche, la stube e le balaustre di legno.

Fuori c'è una ter razza assurda e magni fca come una piataforma per elicoteri, la scala a trapezio e la curva bianca.

La forma architetonica sug gerisce una trama lunghissima e tante reticenze.

Voglio pensare persino che Curzio l'abbia abitata quando era ancora un cantiere, quando la forma del volume non aveva nu l la al suo interno se non gli squarci meravigliosi sul panorama e doveva essere spazzata dai venti e squadrata dal sole.

Era lì come la stesura quasi def nitiva di un romanzo, fondata e nitida. Lui a setava.

Qualcosa sarebbe cambiato, la residenza sarebbe f nita con i suoi sotili slitamenti che conducevano ancora una volta l'ideazione da un punto def nito a un altro ignoto, ben sapendo che in queso presente immenso, sarebbero avvenute mi l le altre cor rezioni di tiro anche dopo la sua morte16.

Non abbiamo appreso e non sapremo f no in fondo.

Forse non è così importante sapere.

Il rustico della casa con la bozza di ingresso a vomitorio sulla scalinata che Malaparte farà chiudere dando al tutto l'immagine illogica di un capolavoro e distinguendo nettamente l'interno dall'esterno (immagine pubblicata in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).

The house's frame with the vomitorium-like access on the staircase that Malaparte would close thereby giving the entire building the illogic image of a masterpiece and clearly distinguishing interior from exterior (image featured in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).

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Il cantiere come rudere. L'impianto sembra quello di Libera, manca ancora la scala e la sua forma (immagine pubblicata in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).

The construction site as a ruin. The fundamental layout seems to be Libera's, the staircase and its shape is still missing (image featured in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).

tributes his personality and the ski l l of his Capri-based artisan. Te staircase is there but is it so important in the end? Tere is the Mediter ranean Sea in Libera's soul and in the magni fcent second project (so much beter than the f rst, rather modest, one, perhaps only dra fed to obtain the building permit). Te break-up that would intervene between the two men leads us to mingle the autobiographies. Like a cyclist, the Tuscan writer comes out to the distance and Libera can only author the fundamental layout of the house by con f rming a vaulted hutch to the south that would disappear in the f nal construction, obliterated by countless versions.

Perhaps Curzio would not have wanted to eliminate the hutch because it reminded him of a solitary exile tur ret or perhaps simply because it made the building less di ferent from the version submited for the building authorization. Franco Purini also con f rms Libera's hand in es ablishing the house's bow and, at the same time, sug gests that the architect from Trento fed when confronted with the chiling eroticism of the vil a and its troubling omens14 . Actua l ly, “the project for Vi l la Malaparte would mark the temporary end of Libera's career that would only resume a fer the war”15. However, it is the construction of the building that has trig gered many discussions among intel lectuals about the complicated relationship between the history and conception of the building, and the connection between concept and construction that f na l ly turned the entire process into a mysterious case. In the end, the architectural shape of A house like me is an apocryphal gosel: every

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In questa pagina: Mario Ferrari, due prospettive concettuali del primo progetto di Adalberto Libera (immagini pubblicate in M. Ferrari, Adalberto Libera Casa Malaparte a Capri 1938-1942, Ilios Editore, Bari, 2008).

Pagina precedente: Franco Purini, il ciclo delle variazioni di Casa Malaparte, (pubblicato in Architettura senza architetto, “Casabella” n. 582, 1991 e restaurato dall'autore nel 2015).

This page: Mario Ferrari, two conceptual perspectives from Adalberto Libera's first project (images featured in M. Ferrari, Adalberto Libera Casa Malaparte a Capri 1938-1942, Ilios Editore, Bari, 2008).

Previous page: Franco Purini, the cycle of variations of Casa Malaparte (published in Architettura senza architetto, “Casabella” n. 582, 1991 and restored by the author in 2015).

fragment has a noble genealogy, a particular intensity only sublimed in the magical mix resulting from its literate director and the ski l l of the artists who, while scowling at each other, resected a palimpsest made of unexplainable and wonderful things.

Inside we f nd a T-shaped access and two twin doors of eclectic shape, the f replace and the majolica tiles, the stube and the wooden balustrades.

Outside there is an amazing ter race as magni fcent as an helipad, the trapezoid staircase and the white curve.

From the architectural shape transpires an end less process and a lot of reticence. I am even inclined to imagine Curzio inhabiting the house during construction, when the shape of the polyhedron had nothing inside apart from the stunning views on the landscape, when it was windswept and scorched by the sun. It was there, as compact and neat as the almost f nal version of a novel. He was waiting. Something would change, the house would be completed with the subtle shi f s that once more led the conception from a def ned to an unknown point, wel l aware that in this immense present, countless other adjustments would intervene even a fer his death16 . We don't know and wi l l never fu l ly know what happened. Perhaps it is not even so important.

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Steps along the Arno river's embankments in Florence with washerwomen in the early twentieth century (web research / unidentified author).

Scala lungo gli argini dell'Arno con lavandaie a Firenze all'inizio del Novecento (ricerca web / autore non menzionato).

L'IDEATORE E I SUOI SODALI

Carteggi lunghissimi, meticolosamente costruiti, una vita messa in mostra come il romanzo di chi ha scrito tanti romanzi.

La casa di Capri è un esito sacro e per nul la domestico. Non è abbraccio, non è patria e neppure rifugio.

È fera, sacra come una tomba, emblematica e indecifrabile come una pietra d'altare.

Mi piace pensare che, atorno a lei, nel la prima metà del secolo scorso ci sia stata una consorteria di menti versate in materie diverse.

Non tuti si conoscono tra di loro o, almeno, non ne sono sicuro.

Sono, però, abbastanza sicuro che Curzio Malaparte li conosca di persona o di fama, per trati di vita sesi assieme o per simpatia.

Non è la purezza di Zarathustra, è il culto del l'autobiograf a come contributo a una bellezza mescolata e aperta.

Casa come me ricorda l'eco del potere, del la guerra, del la sfda e del ricordo.

Voci ascoltate dal leterato che, in una sala vuota, le dirigerà senza che si sentano direte

THE AUTHOR AND HIS ASSOCIATES

End less, painstakingly constructed correspondences, a life exhibited as a novel by the author of so many novels.

Te house in Capri is a sacred, al l but domestic, achievement. It is not an embrace, a homeland, not even a shelter.

Malaparte e i suoi amici intellettuali davanti all'ingresso della dimora caprese (pubblicata in M. Bonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Roma, 1982).

Malaparte with a group of intellectual friends before the entrance to his Capri house (photo featured in M. Bonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Rome, 1982).

con l'egocentrismo di chi – come ricorda Giordano Bruno Guerri – voleva essere, secondo le parole di Leo Longanesi, «la sposa a un matrimonio e a un funerale il morto»17.

It is proud, as sacred as a tomb, as emblematic and undecipherable as an altar stone. I like to think that, in the frst half of last century a host of minds who excel led in diferent areas congregated around this house.

Not everyone knew each other, or at least I am not sure they did.

I am prety sure, instead, that Curzio Malaparte knew al l of them personal ly or was aware of their fame, either because of common experiences or out of sympathy. Rather than the purity of Zarathustra, it is the cult of autobiography as a contribution to a mixed and open beauty.

A House like Me evokes the echo of power, war, chal lenge and memory. Voices captured by the writer who, in an empty room, would direct them even though they did not feel directed with the egocentrism of a man who – in Leo Longanesi's words quoted by Giordano Bruno Guerri – wanted to be the bride at a marriage and the deceased at a funeral17.

A fianco: Curzio Malaparte in biciletta su via di Pizzolungo a Capri (ricerca web / autore non menzionato). In basso: lo scrittore e “la favorita” in evoluzioni sportive sul tetto della casa con uno dei tanti cani avuti da Malaparte (immagine pubblicata in M. Bonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Roma, 1982).

Right: Curzio Malaparte cycling on via di Pizzolungo in Capri (web search / unidentified author).

Below: Malaparte and his girlfriend practicing on the roof of the house with one of the many dogs he had during his life (photo featured in M. Bonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Rome, 1982).

CURZIO MALAPARTE

Curzio Malaparte costruisce, dunque, la sua vita come un monumento pietrifcandola nel la casa di Capri, tra litigi, intuizioni geniali, momenti di malinconia, viaggi infniti, improvvisi ritorni, solitudini cercate e compagnie inatese. Più che essere un cliente che chiede a un architeto un progeto, è un autore impegnato a chiarirsi un'immagine che gal leggiava nel suo animo con trati sfocati. Non credo che la sognasse nitidissima, ne cercava, piutosto, il fondamento.

Aveva interpel lato tante persone, girato in lungo e in largo per capire meglio cosa volesse. Poi, costruendo, le difcoltà di fondare l'edifcio su uno scoglio impervio sono state le sue più forti al leate e ha piegato tute le sue energie creative al la roccia lotandovi contro e assecondandola al tempo stesso fno a vedere quesa casa delinearsi e fno a fermarsi nel momento in cui si sentiva soddisfato o esausto per la fatica.

Nel l'esate del 2015 un intel ligente cronista, con una punta di benevola ironia, ne incol la la personalità al bel lissimo promontorio. Accade in un articolo su “Il Foglio” intitolato Citofonare Malaparte. Si racconta di un soggiorno agostano in compagnia di un uomo ancora incredibilmente vivo: «a leto preso e con le ante aperte. Un giorno quesa noia mi sarà utile. L'anti Saviano c'è (in Francia). Le donne di quadri raccontano pudori e li-

Curzio Malaparte built his life like a monument and carved it into the stone of the Capri house, between arguments, bri l liant insights, moments of melancholy, end less trips, sudden returns, voluntary solitudes and unexpected company. A client who commissions an architect with a project is ofen an author who real ly wants to clarify a blurred image foating in his soul. I do not believe the house was very clear-cut in Malaparte's dreams ‒he rather looked for its foundation. He had consulted many people, and travel led far and wide to beter understand what he real ly wanted. Ten, during construction, the difculties of erecting the building on an impervious clif became his best al lies and he devoted al l of his creative energies to the rock by fghting it and at the same time by seconding it until he saw the house materialize and only stopped when he felt satisfed or worn out by fatigue. In the summer of 2015 a smart journalist, with a hint of indulgent irony, pasted his personality to the beautiful promontory. In Citofonare Malaparte [Buzz Malaparte], an article published by the newspaper “Il Foglio”, the author describes a visit he made in August in the company of a sti l l incredibly alive man: “I went to bed early and lef the shades open. One day this boredom wi l l be useful. Te anti-Saviano exists (in France). Te queens of diamonds evoke modesties and liberties. Sparkling in Procida. A short story. And then other changes during construction: the house that starts white only to become red [...] on the other side, the administrative process, sti l l enshrouded in mystery, was quite short:

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bertà. Luccicare a Procida. Racconto breve. E poi altri cambiamenti in corso d'opera: la casa che nasce bianca e poi diventa rossa [...] assai corte invece le pratiche amministrative, su cui permane il mistero: che fosse stato il vecchio senatore Agnel li ad agevolare i permessi per quel lo splendido abuso d'epoca, pur di levar di torno Malaparte al la nuora scalmanata Virginia al Forte dei Marmi; che fosse stato invece proprio Libera, architeto top di regime, ingaggiato per quese pratiche e poi dismesso (ci sono testimonianze di un celebre litigio in piazzeta; mentre Libera è provato che qui in cantiere non venne mai); che se ne fosse occupato Galeazzo Ciano ministro degli Esteri e amico (a cui pure non viene risparmiato nul la nel le pagine migliori e più romane di Kaput). Comunque, si disintermediò molto. Scartabel lando negli archivi di casa vien fuori poi un romanzo catastale: che il terreno fu comprato nel 1938 con rogito di un notaio locale che si chiamava Carlo Caracciolo; che fu pagato con un mutuo Inpgi (la cassa dei giornalisti), e che i permessi vennero dati per una “vi l leta in armonia con l'architetura caprese, non visibile dal mare”», la licenza edilizia fu assentita dal l'architeto Benedeto Civileti del la Soprintendenza di Napoli con quesa motivazione surreale per l'inconfutabile evidenza del l'edifco da ogni punto del versante caprese di Matromania e dei Faraglioni18.

perhaps the old Senator Agnel li expedited the authorization process for that wonderful vintage abuse in order to get Malaparte away from his hotheaded daughter-in-law Virginia in Forte dei Marmi; perhaps, instead, it was Libera, one of the top regime architects hired to hand le the process and then fred (some witnesses report of a famous argument in the piazzeta, while it is proved that Libera never visited the construction site); another option is that Galeazzo Ciano, then Foreign Minister and a friend of Malaparte's (who, in spite of that, treated him mercilessly in the best and most Roman pages of Kaput) took the mater in his hands. However things went, Malaparte made an extensive use of his connections. When one leafs through the house's archives, a true cadastral novel emerges: the land was bought in 1938 through a deed made by a local notary, Carlo Caracciolo; the land itself was paid with a loan obtained through Inpgi (the Journalists' social security fund). Te authorization was granted for a ‘smal l vi l la refecting Capri architecture, not visible from the sea’” and the planning permission was signed by Benedeto Civileti, an architect at the Superintendency in Naples, with this surreal explanation given how the building would be ful ly visible from any point of view of the Capri side of Matromania and the Faraglioni18.

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In alto: piramide etrusca, Bomarzo, (immagine tratta da una ricerca nel web di autore non menzionato).

A destra: lo scrittore a Lipari durante il confino ritratto davanti alla Chiesa dell'Annunziata

In basso: la Chiesa dell'Annunziata a Lipari e alcune case a Salina in due incisioni ottocentesche (queste tre immagini sono pubblicate in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).

Above: Etruscan pyramid, Bomarzo (web search / unidentified author).

Right: the writer during his internment in Lipari before the Church of the Annunziata. Below: the Church of the Annunziata in Lipari and some houses in Salina, nineteenth century engravings (the three images are featured in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).

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In alto: Paul Poiret sulla scala della passerella galleggiante all'Esposizione Universale di Parigi del 1925. In basso: veduta dei battelli galleggianti di Poiret nella stessa occasione (ricerca web / autore non menzionato).

Above: Paul Poiret on the steps of the floating walkway at the 1925 Paris International Exposition. Below: view of the barges Poiret designed for the same Exposition (web search / unidentified author).

PAUL POIRET

Parigino, disegnatore di abiti, coutourier, sovrano di un mondo cosmopolita e ricco, rafgura il volto più spregiudicato di una ricerca ecletica sul mondo del l'abito.

Disegna e inventa capi memorabili, costruisce vi l le lussuose dove ambientare serate di moda tra fumi di netare frizzante.

È l'ambasciatore di una Europa che vuole sotrarsi agli orrori di un secolo durissimo e pieno di tristi presagi. Un uomo che prova a scacciare i fantasmi del futuro lontano dalle rive de La Senna con il suo sogno di bellezza espressiva e potente, orientale e mediterranea.

Maschere, drappi, turbanti sono le forme che ama, un amore senza tempo e senza passato che lo porta ad opporsi alle intemperanze moderniste della giovane e brillante Coco Chanel. Paul Poiret costruisce un batel lo gal leggiante per le sue sf late al l'Esposizione Internazionale di Parigi nel 192519.

Si trata di una passerel la simile a una ziggurat e, il lunghissimo sistema di scale che portano al teto piano, disegna un volume soseso sul l'acqua che in più punti somiglia al la dimora caprese del leterato. Mi piace pensare che l'onda del la pedana di Poiret abbia infuenzato lo scritore e voglio immaginare che, ventotenne, ne abbia calcato le gradinate con una coppa di champagne nel la mano.

Born in Paris, Paul Poiret was a couturier, a fashion designer who reigned over a cosmopolitan and wealthy realm, as wel l as the most daring exponent of an eclectic research on the world of fashion.

He designed and invented memorable garments, built luxurious vi l las where fashionable parties took place, awash in rivers of sparkling nectar.

He was the ambassador of a certain Europe that wanted to escape the hor rors of an implacable time and its dark omens. He tried to banish the ghosts of the future from the Seine embankments with his dream of an expressive and powerful Oriental and Mediterranean beauty.

His timeless passion for masks, draperies, turbans led him to oppose the modernist intemperance of the young and bri l liant Coco Chanel.

Paul Poiret designed a barge for his fashions shows at the 1925 Paris International Exposition19 – a zig gurat-like wa l kway with a long stepped system linked to a f at roof. Te volume su sended on water he designed has more than one similarity with Malaparte's house in Capri.

I like to think that the wave of Poiret's platform in fuenced the writer and I want to imagine the 28-yeard old Malaparte ascending those very steps with a glass of champagne in his hand.

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Georgios Kontoleon, modello in gesso di Casa Kryakides (rielaborazione digitale di Cherubino Gambardella di un'immagine tratta da A. Tzonis, A. P. Rodi, Greece. Modern Architectures in history, Reaktion, London, 2013).

Georgios Kontoleon, Kryakides house, gypsum model (digitally processed by Cherubino Gambardella after an image featured in A. Tzonis, A. P. Rodi, Greece. Modern Architectures in history, Reaktion, London, 2013).

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GEORGIOS KONTOLEON

Appartato interprete del l'architetura moderna greca, capace di fulminee contaminazioni linguistiche, forse per primo lasciò balenare, nel la mente di Malaparte, la sagoma che costruirà a Capri. Nel raccontare il frammento di storia relativo al legame tra lo scritore e il progetista greco, Alexander Tzonis e Alceses P. Rodi afermano che «Curzio Malaparte avrebbe visto il model lo in gesso del la casa Kyriakides nel lo studio di Kontoleon durante una del le sue visite a Atene avvenute nel 1930. Malaparte era un frequentatore abituale di Atene come corrispondente del Corriere, ma anche come l'amico di Galeazzo Ciano (ministro del la stampa e propaganda oltre che, poi, degli afari eseri) e, successivamente, inviato personale di Emmanuele Grazzi, l'ambasciatore italiano in Grecia»20. Il confno a Lipari viene dopo e l'interesse per la scalinata del la chiesa del l'Annunziata potrebbe essere solo la conferma di una atrazione maturata ad Atene. Inoltre, non mi sentirei di escludere che l'intel letuale, da ragazzo, non sia anche rimasto molto colpito dal le scale che fnivano nel l'Arno e che venivano utilizzate per il bucato dal le lavandaie forentine o che non abbia visto la scala scultura del giardino di Bomarzo. È lo scorrere del la memoria. Comunque l'analogia con il model lo per la casa in campagna – ideata e mai realizzata da Kontoleon – è semplicemente sorprendente.

A secluded interpreter of modern Greek architecture who achieved f ash-like linguistic contaminations, Kontoleon was perhaps the very frst inspiration for the shape Malaparte would build in Capri.

Alexander Tzonis and Alceses P. Rodi refer to the fragment of history concerning the connection between the writer and the Greek architect, and explain that “Curzio Malaparte saw the gypsum model of the Kyriakides house in Kontoleon's studio during one of his visits to Athens during the 1930s. Malaparte frequently visited Athens as the Coriere correspondent, but also as a friend of Galeazzo Ciano (Minister of Press and Propaganda and, subsequently, of Foreign Afairs) and, later, as the personal envoy of Emmanuele Grazzi, the Italian ambassador to Greece”20. Later on, Malaparte was interned in Lipari where he saw the steps of the church of the Annunziata, which probably only confrms the atracion he felt for that shape ever since he saw it in Athens. In addition, I would not exclude that, as a boy, the intel lectual might have been fascinated by the steps descending into the Arno river used by Florentine washerwomen, or that he might have seen the sculptural stair in the Bomarzo garden. It is the fow of memory. Be as it may, the analogy with the model of the country house – designed and never built by Kontoleon – is simply surprising.

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Foto dell'artista Orfeo Tamburi, dettaglio e riproduzione del quadro raffigurante una tempesta a capo Massullo. Si legge chiaramente la sagoma di casa Malaparte mentre un orologio sospende lo scorrere del tempo e i flutti si abbattono sugli scogli, Capri, 1938 (Collezione Gambardella).

Portrait of the artist Orfeo Tamburi, detail and reproduction of the painting with the storm at Capo Massullo. The shape of casa Malaparte is clearly visible while time is fixed on a clock and the waves crash on the rocks, Capri, 1938 (Gambardella Collection).

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ORFEO TAMBURI

Pitore, intel letuale, amico di Malaparte, ascoltato consigliere nel l'acquisto del lo scoglio, interloquisce con lui nel la scelta del l'architeto da incaricare per il progeto. È grafco artistico del la rivista “Prosetive”, il sofsticatissimo periodico di cultura direto dal leterato. Avevano in mente di fare un numero sul l'architetura e sui temi del razionalismo. Pensano a Luigi Moreti e ad Adal berto Libera. Nonostante a Capri non vada bene con nessuno dei due, ci sono impalpabili apporti e suggestioni cromatiche che, atraverso Tamburi, non limitano a Libera le linee del Massul lo ma aprono persino ai conf iti di forme di Luigi Moreti. Una tempera su tela racconterà, nel lo stesso periodo, il mistero del la casa rossa dal mare abbinata al la tempesa che si infrange sul lo scoglio. Sopratuto, la forma del prisma rosso e del la sua scala verrà fssata nel tempo di un misterioso orologio fermo per saldarla al l'eternità di un presente costante. Orfeo dichiara che è sua la vela bianca pietrifcata sul teto.

A painter and an intel lectual, Tamburi was a friend of Malaparte's who advised him about the purchase of the cli f, and discussed with him the selection of the architect who would design the house. He was the graphic designer of the magazine “Prosetive”, the highly sophisticated cultural periodical the writer edited. Te two men wanted to prepare an issue about architecture and rationalism. Te names of Luigi Moreti and Ada lberto Libera came up. Although neither would be successful in Capri, there are impalpable contributions and chromatic sug gestions in the Massu l lo's lines that, through Tamburi, refect both Libera's work and Luigi Moreti's con f ictual forms. During the same period, Tamburi would portray the mystery of the red house on the sea besieged by a stormy sea clashing on the rocks in a tempera on canvas. Te shape of the red prism and its staircase would be particularly f xed in the time of a mysterious sti l l clock and connected to the eternity of a constant present. Orfeo declared that the petri fed white sail on the roof was his idea.

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Ritratto di Adalberto Libera, (foto Ghitta Kassel).

Portrait of Adalberto Libera (photo Ghitta Kassel).

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ADALBERTO LIBERA

Trentino, enigmatico come nel la foto di Ghita Kassel, animatore del la fazione mediterranea e radicale del l'architetura italiana conosciuta come “Gruppo7”, razionalista classico studiatissimo, molto famoso durante il regime, altretanto famoso, osteggiato e ingiustamente sbefeggiato poi, mostra una carriera costel lata di capolavori senza sbavature. Da ragazzo è a Roma per contendersi, con Mario Ridolf , il ruolo di miglior studente di architetura. Da giovane progetista anima il dibatito culturale tra le due guerre immaginando straordinarie opere di regime e costruendo i più possenti al lestimenti fascisti. Vince, mentre viene contatato da Malaparte per Capri, il Concorso per il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi al l'E42 di Roma. È un opera che, assieme al la vi l la del Massul lo, stupirà il grande architeto americano John Hejduk per la sua natura enigmatica, il silenzio, i panorami aperti sul le rovine del potere fascista al l'Eur di Roma e sugli orizzonti infniti a Capri. La controversa commessa isolana è l'ultima opera di Libera prima della linea d'ombra: quel complicato discrimine del la guerra che tanti e forse inutili sensi di colpa gli aveva procurato. Non bastò una intensa confessione su “La casa” direta da Pio Montesi nel 1960 ad esorcizzare ombre e paure furtive che sembravano tornare – negli anni '50 – come in un romanzo noir di Giorgio Scerbanenco. Quando, da catedratico,

As Ghita Kassel's portrait clearly conveys, Adal berto Libera was an enigmatic man. Born in the County of Tyrol (now Trentino), he was the leader of the Mediterranean and radical facion of Italian architecture known as “Gruppo7”. A classical and very cultivated rationalist, he was very famous during the regime, and just as famous, although harshly criticized and unfairly derided, afer the war. Nonetheless, his career is studded with impeccable masterpieces.

In Rome, he vied for the title of best architecture student with Mario Ridolf . His extraordinary regime buildings and the powerful Fascist exhibitions he designed since a young age invigorated the cultural debate between the two world wars. At the time Malaparte consulted him about the Capri commission, he had just won the competition for the Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi (Palace of Congress) in Rome. Tis work, along with the vi l la at Capo Massul lo, would particularly strike the great American architect John Hejduk for its enigmatic nature, the silence, the open views on the ruins of the Fascist power at the EUR district in Rome and on the end less horizons in Capri. Te controversial commission for the house in Capri would be Libera's last work before the shadow-line – the complicated parenthesis of war that would cause him many, perhaps useless, feelings of guilt. An intense confession published by “La casa” edited by Pio Montesi in 1960 was not enough to exorcize the shadows and furtive fears that seemed to trouble him during the 1950s.

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In basso: la cupola e il teatro del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi di Adalberto Libera a Roma (foto di Cherubino Gambardella 2005).

Pagina seguente: Cherubino Gambardella, irrazionalismo mediterraneo (tecnica mista su carta stampata, cm. 40x30, Aprile 2016).

Below: the dome and theatre of Adalberto Libera's Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi in Rome (photo Cherubino Gambardella 2005).

Next page: Cherubino Gambardella, Mediterranean irrationalism (mixed technique on printed paper, cm 40x30, April 2016).

poco prima di una morte precoce, viene accolto a Roma con soseto per il suo passato fascista, prova a innovare la didatica promuovendo la progetazione in gruppo grazie al disegno dei “ragni”, i suoi tavoli col letivi di apprendimento. La fronda dei suoi assistenti lo contesa ferocemente. Poi, divenuti a loro volta professori, fanno a gara nel rivalutarlo per contendersi la sua eredità culturale. Libera continua ponendosi il problema del la casa per tuti e disegna un tratato mai completato per l'Ina, lavora con l'acciaio, il vetro, il cemento e l'intonaco continuando, implacabile, a impartire le sue inconfondibili lezioni di stile21.

His story somehow evokes Giorgio Scerbanenco's noir novels. Some time before his premature death, Libera was a professor in Rome. Although surrounded by suspicion due to his Fascist past, he tried to renew education by promoting group design with his collective educational tables, the famous "spiders". His assistants would rebel against him and criticize him fercely only to reappraise him and vie for his cultural heritage once they became professors themselves. Libera continued his work and particularly researched the issue of collective housing. He wrote but never completed a treatise, and worked with steel, glass, concrete and render all while relentlessly continuing to impart unmistakable lessons of style21.

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Cherubino Gambardella, lettera di Malaparte ad Adolfo Amitrano (collage digitale da documento fotografico pubblicato in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).

Cherubino Gambardella, Malaparte's letter to Adolfo Amitrano (digital collage by Cherubino Gambardella after a photographic document featured in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).

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ADOLFO AMITRANO

Bravissimo mastro muratore caprese. Eserto in cavi, trafori, sbalzi, perfeto conoscitore del magico mix isolano di sabbia e cemento. Con la sua squadra gira in lungo e in largo per lo scoglio impervio e trasferisce al fglio Ciro un sapere antico e inventivo al tempo stesso. Non teme lo sfdare la roccia come un costrutore tiberiano, un lapicida del la Roma imperiale.

Adolfo Amitrano sente, con strumenti arcaici, le forze e le difcoltà del suolo, sembra uno sciamano. Viaggia col suo commitente usando una road map labile che aggiusterà in corsa.

Il capomastro accontenta e intima, protegge e rende possibile, porge liste di prezzi e telefona, scrive, telegrafa, si reca a Roma per esigere i pagamenti, forse incontra Libera, forse non vuole tra i piedi altri incomodi.

Di sicuro vuol completare Casa come me, la vuole anche tappezzare, rifnire. Media su tuto e su tuto decide trasformandosi in una vera e propria protesi del lo scritore.

Sotile, bruno e tenace come gli isolani di quei tempi, è il nuovo Masgaba, l'artefce del l'Imperatore22.

A highly skilful master builder from Capri, Amitrano was an expert in excavations, dri l ling, overhangs, and a perfect connoisseur of the island's magical mix of sand and concrete.

With his try-square, he would go around the impervious rock far and wide and transfer his ancient and at the same time inventive knowledge to his son Ciro. Like a builder of Tiber's age, a lapicide of imperial Rome, he was not afraid of cha l lenging the rock.

With his archaic tools, Adolfo Amitrano was like a shaman who could feel the ground's power and obstacles and wa l ked alongside his client by using an ephemeral road map he would adjust during construction.

Te master builder satisfed and threatened, protected and facilitated, presented price lists and made phone ca l ls, sent cable wires, traveled to Rome to col lect his due, perhaps even met Libera, perhaps would rather not have any other nuisances in his hair.

Certainly he wanted to complete the House like Me, he even wanted to take care of the wa l lpaper, the trims.

He mediated over anything and decided about everything so much that he became an actual prosthesis of the writer.

T in, black-haired and tenacious like the islanders of the time, he was the new Masgaba, the architect of the Emperor22 .

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In questa pagina: Raffaele Castello a Capri

In basso: una sua composizione astratta del 1930 che presenta delle analogie concettuali con la disposizione striata dei rivestimenti nei bagni di casa Malaparte (immagini tratte dall'archivio ArteAs di Maurizio Siniscalco).

This page: Raffaele Castello in Capri

Below: his 1930 abstract composition showing a certain conceptual similarity with the striped patterns used for the bathrooms of casa Malaparte (images from Maurizio Siniscalco's ArteAs archive).

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RAFFAELE CASTELLO

Pitore caprese dal la traietoria obliqua e imperfeta. Personalità carismatica nata da lavori umili e artigiani, approdato al mondo del l'espressione, si nutre del la Capri cosmopolita di inizi Novecento. Conosce Oto Sohn-Rethel, Giuseppe Ungareti, A lberto Moravia, Roger Peyrefte, Jean Paul Sartre. Si nutre di tuti i manifesti artistici, le fervide idee politiche e culturali che da queso scoglio corrono a invadere l'Europa come lucertole azzurre. Gira in lungo e in largo conoscendo i più grandi artisti, perfeziona le sue ossessioni nel la parte orientale del vecchio continente spingendosi sino ai Carpazi. Astrazione e cromia intensa sono le prime cifre del suo lavoro. Parte e ritorna come in un gioco di calamite legate al l'isola dei Faraglioni che scompone al la f ne del la sua carriera in visioni felici e manieristiche. Malaparte apprezza ed è curioso di queso signore che ha tanto viag giato e conosce mezzo mondo. Castel lo accosta i colori con naturale talento, ha il senso innato del la forma. Si racconta che abbia disposto con sapiente g usto le venature dei bagni del la casa di Curzio al Massul lo. Una sua tela del 1930 sarebbe la prova di quesa abilità nel comporre colori come le tracce di mi l le screziature. Ha dipinto e fato tanti mestieri per poi tornare a dipingere in età matura. La sua pitura astrata ha aiutato il mondo del l'architetura di quel tempo a nutrirsi non solo del le forme geometriche ma anche di un sinuoso strabismo colorato.

Ra faele Castel lo was a painter born in Capri with an oblique and imperfect career. A charismatic man with a past of humble and artisan jobs, he came in touch with the cosmopolitan Capri of the early twentieth century. His acquaintances included O to SohnRethel, Giuseppe Ungareti, A lberto Moravia, Roger Peyrefte, Jean Paul Sartre. He was aware of a l l the artistic manifesos, the fervent political and cultural ideas that, like blue lizards, would soon dart from the island across Europe. He travel led far and wide and met the greatest artists. He pursued his obsessions until the old continent's eastern regions ‒ he even visited the Carpathians mountains. Te very f rst qualities to emerge in his work are abstrac ion and intense colors. He lef and returned again and again, as though constantly atraced by a powerful magnet in the Faraglioni island, a landscape he would portray in bri l liantly mannerist views towards the end of his career. Malaparte was drawn to and fascinated by this man who had travel led extensively and been a l l over the world. Castel lo had a natural talent for color combination and an innate sense of form. Te story has it that he tastefu l ly designed the striped paterns in the bathrooms of Curzio's house at the Massu l lo – one of his paintings from 1930 proves his ski l l in composing colors as the traces of countless variegations. He painted, and then prac iced a variety of jobs until he returned to painting during old age. His abstract painting inspired the mainly geometrical world of architecture of the time to dip into a colorful and wavy strabismus.

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In questa pagina, dall'alto in basso: Enrico Prampolini a Capri, una sua aeropittura dell'isola e la tavola che stilizza le case a Marina Piccola (immagini tratte da una ricerca nel web di autore non menzionato).

This page, from top to bottom: Enrico Prampolini in Capri, the island in one of his aeropaintings and a stylization of the houses in Marina Piccola (web search / unidentified source).

ENRICO PRAMPOLINI

Era a Capri in quegli anni. Sembrerebbe di riconoscerlo tra gli amici di Malaparte in una fotograf a davanti al l'ingresso del la casa.

Futurista, cubista, amico di Curzio come di Cocteau, disegnava aeropiture e diedri puri. Capri per lui era un mondo potente dal le tinte forti.

Due tempere bel lissime raccontano del l'isola e di case a sud verso la Marina Piccola dove forme semplici si torcono movimentandosi con improvvise refole di Scirocco.

Anni prima aveva lavorato sul la densità concependo, con un altro caprese di adozione quale era il regista Anton Giulio Bragaglia, un interno denso ed avvolgente che forse ritorna con qualche segno nel le fte opposizioni di materia contenute nel salone del la casa sul promontorio.

Per quanto sia improbabile, amo pensarlo tra i sodali malapartiani mentre trasferisce la sua sotile passione per la delicatezza degli accostamenti cromatici nei segreti interni del la sfnge rossa.

Prampolini was in Capri during that period. He may be recognizable in the group of Malaparte's friends in a photo taken before the house's entrance.

A friend of Curzio's as wel l as of Cocteau's, Prampolini was a Futurist and Cubist artist who produced aeropaintings and pure dihedrals. He saw in Capri a powerfu l ly colored world.

Two beautiful tempera paintings portray the island and a group of houses towards the Marina Piccola at the south where simple shapes are dynamica l ly twisted by sud den g usts of scirocco wind.

Years before he had worked on density and, with f lm director Anton Giulio Bragaglia, another islander of adoption, had designed a dense and embracing interior some signs of which may perhaps be seen refected in the closely opposed materials of casa Malaparte's salon.

Although quite implausible, I like to imagine him as one of Malaparte's associates as he transfers his subtle passion for delicately combined colors in the red sphinx's secret interiors.

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ALBERTO SAVINIO

Incomparabile genio di mille visioni comincia la sua avventura isolana scrivendo di Capri. Ne coglie il senso profondo amando la natura scabra dei suoi spazi decisi e di quel li più articolati. Savinio conosce la forma del l'isola e quel la del le sue traietorie inesplorabili. Odia l'oleograf a mediterranea del pitore tardo romantico Lawrence Alma Tadema come scrive nel suo piccolo libro intitolato Capri del 1926 e padroneggia l'essenza del lo stile isolano. Ne coglie il grado surrealista mediterraneo, ama una grecità imperfeta e stabilisce una fta rete di dialoghi e contati con l'architetura.

È certo che in Casa come me ci fossero dei suoi quadri al le pareti.

Meno sicuro ma certamente fascinoso è pensare che da un suo disegno nasca la stilizzazione a lira classica del le ceramiche che pavimentavano lo studio del pratese.

Se così fosse bisognerebbe invitare Savinio al tavolo imbandito dei sognatori di dimore.

A matchless genius with countless visions, Savinio started his love a fair with the island by writing about Capri.

He captured its deep meaning and loved the scrag gy nature of its powerful and sometimes meandering spaces. Savinio was aware of the island's shape and inaccessible paths. As he wrote in a litle book entitled Capr i (1926), he loathed the late Romantic painter Lawrence Alma Tadema's Mediter ranean oleograph and deeply understood the essence of the island style. He perceived its Mediter rean sur realism, loved its imperfect Greek nature and es ablished a busy network of dialog ues and contacts with architecture. A number of his paintings were certainly hanging from A House like Me's wa l ls. Less certain, but certainly fascinating, is the possibility that one of his drawings was the source for the stylized classical lyre used for the ceramic foors of the writer's studio. If that were the case, Savinio should be invited at the table of dreamers of houses.

Pagina a fianco

In alto: Alberto Savinio (immagine tratta da una ricerca nel web di autore non menzionato).

In basso: il pavimento dello studio di casa Malaparte (immagine tratta da F. Venezia, Casa Malaparte, Colegio oficial Arquitectos de Cadiz, Cadiz, 2001).

Opposite page

Above: Alberto Savinio (web search / unidentified source).

Below: The studio's floor, casa Malaparte (source: F. Venezia, Casa Malaparte, Colegio oficial Arquitectos de Cadiz, Cadiz, 2001).

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LUIGI MORETTI

Talento visionario e costrutore abilissimo, atraversa il fascismo e tre quarti del Novecento con qualche incidente, costruendo architeture meravigliose in tuto il mondo con suprema e sprezzante nonchalance. Fascista duro e violento, responsabile del l'Opera Nazionale Bali l la, autore di opere memorabili durante il regime, amico e architeto personale del lo squadrista Etore Muti, solidifca nel la prosetiva interna del la Palestra del Duce al Foro Mussolini l'opposizione tra il rigore rosso del la scatola interna e la curva candida del la scala a vite. Non è difcile ravvisare una bataglia di fsionomie che vediamo paral lelamente in scena a Capri e per queso, a pieno titolo, andrebbe aggregato al la polis ideale di Curzio Malaparte.

In questa pagina: ritratto di Luigi Moretti nel suo studio (immagine tratta da una ricerca nel web di autore non menzionato).

Nella pagina precedente: Luigi Moretti, la palestra del duce, Roma, Lungotevere Maresciallo Cadorna, 1936-1937 (immagine tratta dall'archivio ArchiDiAP).

This page: portrait of Luigi Moretti in his studio (web search / unidentified source).

Previous page: Luigi Moretti, the Duce's gym, Rome Lungotevere Maresciallo Cadorna, 19361937 (ArchiDiAP archive).

A visionary talent and a highly ski l led builder, Luigi Moreti worked during the Fascist period and for the best part of the twentieth century with some accidents. Te wonderful architectures he built across the world refect his supreme and disdainful nonchalance. A hard-line and violent Fascist, he designed the Opera Nazionale Bali l la, along with other memorable works for the regime. He was close to and worked for Etore Muti, a notorious Fascist thug. Te interior persective of the Duce's gym at the Forum refects the cleancut opposition between the interior box's red rigor and the corkscrew staircase's white curve ‒ the same batle of shapes that can be recognized in Capri. For this reason, Moreti must be co-opted in Curzio Malaparte's ideal polis.

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Fototessera di Uberto Bonetti e lettera manoscritta per sollecitare il pagamento dei disegni effettuati su indicazione di Malaparte per la casa di Capri (immagini tratte da Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

Passport photo of Uberto Bonetti and a letter he wrote to demand payment for the drawings Malaparte had commissioned him for the house in Capri (source: Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori).

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UBERTO BONETTI

Architeto, pitore, grafco e designer. Malaparte gli afda un compito ingrato e difcile. Deve sistemare su carta idee e aggiustamenti di un cantiere in continuo cambiamento. Deve sostituirsi a Libera che abbandona tuto al l’inizio. Deve dare ascolto al le parole del lo scritore e, come una macchina di traduzione simultanea, selezionare e ordinare i suoi spunti e le intuizioni. Un autore costreto a disegnare soto detatura, implora più volte un compenso di poche lire per l’opera presata. Non si sa se sia mai riuscito ad otenerlo.

I suoi disegni erano bel li ma imprigionati nel la gabbia concetuale del leterato. Per questo penso che non siano stati utili se non al la fne di un lungo processo ideativo maturato altrove.

Boneti was an architect, painter, and graphic and industrial designer. Malaparte hired him for a di fcult and thankless job – transfer r ing the constant fow of ideas and adjustments on paper during construction. He replaced Libera who lef the job at the very beginning. He col lected the writer's words and, like a simultaneous translation machine, sorted through and ordered his thoughts and insights. As an author who designed under dictation, he had to implore again and again for the miserable fee agreed for his job. Whether he ever managed to obtain his due, nobody knows. Although trapped into the writer's conceptual cage, he produced beautiful drawings. For this reason, I think they were only used at the end of a long creative process developed elsewhere.

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In questa pagina: Cherubino Gambardella, interpretazione di un quadro di Uberto Bonetti che ritrae la loggia d'angolo di casa Malaparte a Capri. In questo caso appare una misteriosa pergola. (collage digitale su di un'immagine tratta da Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

Pagina seguente: Cherubino Gambardella, due reinterpretazioni del disegno trapezoidale della scala e della vela bianca sul tetto nella versione a matita di Uberto Bonetti. (collage digitali su di un'immagine tratta da Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

This page: Cherubino Gambardella, interpretation of Uberto Bonetti's painting portraying casa Malaparte's corner loggia in Capri Here, a mysterious pergola appears. (digital collage after an image featured in Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

Next page: Cherubino Gambardella, two interpretations of the trapezoid staircase and the white sail on the roof in Uberto Bonetti's pencil version. (digital collages after an image featured in Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

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Cherubino Gambardella, montaggio della copertura della casa con una caricatura ed un cappello di Malaparte eseguita da Uberto Bonetti. È suggestiva l'analogia tra volto, cappello e tetto (collage digitale su di un'immagine tratta da Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

Cherubino Gambardella, montage of the house's roof with Malaparte's caricature and hat made by Uberto Bonetti. Note the incredible similitude between face, hat and roof (digital collage after an image featured in Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

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Cherubino Gambardella, la scala con il vomitorio raffigurata da uno dei finestroni di casa Malaparte in un'opera di Uberto Bonetti. Il collage mette in luce l'assoluta similitudine tra il disegno dell'architetto toscano, le direttrici lineari della gradinata ricomposte da Cherubino Gambardella ed il rustico della scala realizzata montato in basso (collage digitale su di un'immagine tratta da Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

Cherubino Gambardella, the staircase with the vomitorium viewed from the large windows of casa Malaparte in a work by Uberto Bonetti. The collage highlights the clear similarity between the Tuscan architect's drawing, the linear axes of the staircase recomposed by Cherubino Gambardella and the structure of the staircase placed at the bottom (digital collage after an image featured in Claudio Giorgetti, Carlo Vanni Menichi, Alessandro Tomasi, Uberto Bonetti. Un futurista in Versilia, Bondecchi e Vivaldi Editori, Pontedera, 2009).

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Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte, prima iconografia, tecnica mista su carta stampata, 2012. Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte, first iconography, mixed technique on printed paper, 2012.

DOPO L'IDEATORE ARRIVANO LE INTERPRETAZIONI

Dopo la scomparsa del lo scritore, il tempo del la casa slita da quel lo autobiografco del la guerra a un interval lo sotilmente anarchico, casuale, assorbito dal sole dei primi anni sessanta quando non c'era voglia di stare appresso ai misteri. Totò, nel 1949, girò in lungo e in largo l'isola nel f lm l'“Imperatore di Capri” dove interpretava un cameriere d'al bergo napoletano scambiato per il principe di Bey Khan Agapur. Il grande atore guidava un maesoso motoscafo infuenzando con esilaranti gag le mode seguite da un jet set ridicolo di stanza sul l'isola in una sotile caricatura del l'atmosfera caprese.

Intanto la residenza rossa si caricava del suo mistero solitario e, mentre i muri si scrostavano, il mare lentamente provava a riappropriarsene.

L'icona surrealista si ammalava del demone meridiano, quel la tristezza unita al la fnta al legria del le esati durante il boom economico.

Resa un fossile, un baluardo precocemente decomposto, un corpo bruscamente interroto. Prima c'era Malaparte, ora ci si aggirano artisti cinesi e qualche tedesco. Tuto gal leggia in atesa di una soluzione. Fascismo, dandysmo, elitismo sono passati da qui.

AFTER THE AUTHOR, THE INTERPRETATIONS

Afer the writer's death, the house slides from the autobiographical time of war into a subtly anarchic, random interval, obliterated by the sunny early 1960s, when nobody was too keen on mysteries. In 1949, the Italian comedian Totò was on the island and visited it extensively while f lming Te Emperor of Capri, a movie he starred in as a Neapolitan hotel waiter mistaken for the Prince of Bey Khan Agapur. With the exhilarating gags he produced himself in at the wheel of an impressive motorboat, the great actor infuenced the fashionable lifestyle of the ridiculous jet-set then lounging on the island in a subtle parody of the Capri atmosphere.

Meanwhile, the red mansion was sti l l shrouded in its solitary mystery and, as the wal ls continued to peel of, the sea slowly tried to repossess it.

Te surrealist icon contraced the meridian demon i l lness, a kind of sadness combined to fake mirth typical of the economic boom summers.

It remains a fossil, a prematurely decomposing bulwark, an abruptly interrupted body. Where Malaparte used to be, there are now Chinese artists and some Germans.

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Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte come paesaggio dolomitico (fotomontaggio digitale da una pittura di James Wines pubblicata in, M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarksono Potter / Publishers, 1999).

Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte as a Dolomitic landscape (digital photomontage after a painting by James Wines featured in M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarkson Potter / Publishers, 1999).

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La casa non è più di nessuno.

C'è un tesamento contesato, un lascito al la Repubblica Popolare Cinese segnato dal la vicinanza del la morte.

È impensabile che il comunismo maoista possa atecchire su queso promontorio. Di Cinesi, al la fne, se ne sono visti pochi.

È la volta, al lora, di un cineasta che la vede solitaria, un po' délabré e decide di appropriarsene traducendola in una narrazione f lmica.

Le scene indimenticabili e ambigue rendono monumentale un f lm a trati cervel lotico e piutosto pretenzioso.

La casa rossa salva un copione debole riscatato solo dal rapporto tra il corpo di Brigite Bardot e un irripetibile Michel Piccoli vestito con un abito bianco ed un piccolo cappello. Il 1963 e “Le Mépris” di Jean-Luc Godard restituiscono la dimora a una seconda vita spingendola lontano da Curzio.

Una vita pubblica e immaginaria pronta a traduzioni di ogni genere. Dopo Godard architeti e artisti racconteranno, instancabili e ipnotizzati, il ciclo di una sua riscoperta venata di una enfasi fgurale e concetuale che ci riempie di foto, schizzi, disegni, ricostruzioni.

Nel 2011, a New York, Daniel le Wi l lems produce un racconto i l lustrato dove la sagoma del la vi l la è un preteso: la scomposizione dei suoi volumi genera una misteriosa linea rossa23.

Everything foats waiting for a solution. Fascism, dandyism, elitism were here.

Te house now belongs to nobody.

Tere is a contesed wi l l, a donation to the People's Republic of China decided by the writer when he was approaching death.

It is unthinkable that Maoist Communism might take root on this promontory. Final ly, a handful of Chinese come to visit.

At a certain point, it is the turn of a f lm director who sees the house as a solitary, slightly délabré building and decides to make it his own by incorporating it into a f lm narration. Unforgetable and ambiguous scenes give a monumental characer to a sometimes i l logical and quite pretentious f lm.

Te red house saves a weak script only redeemed by the connection between the body of Brigite Bardot and an unforgetable Michel Piccoli clad in white and wearing a small hat. 1963 and Jean-Luc Godard's “Contempt” give the house a second life removed from Curzio. A public and imaginary life ready for al l sorts of translations. Afer Godard, many tireless and mesmerized architects and artists would narrate the cycle of a rediscovery tinged with a fgural and conceptual emphasis conveyed in a food of pictures, sketches, drawings, reconstructions.

In 2011, in New York, Danielle Willems produced an illustrated short story that takes the villa's outline as its pretext: the decomposition of its volumes generates a mysterious red line23.

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Cherubino Gambardella, la scala rossa fino all'infinito (fotomontaggio digitale da una icona di Costantin Boyne, pubblicata in, M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarksono Potter / Publishers, 1999).

Cherubino Gambardella, the red staircase into infinity (digital photomontage after an Costantin Boyne's icon featured in M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarkson Potter / Publishers, 1999).

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I percorsi compiuti dagli atori nel f lm di Godard formano una nuova architetura disegnata dai movimenti efetuati durante le riprese. È un diagramma sinuoso. I fotogrammi diventano un quadro simultaneo dove non distinguiamo uomini e architeture nel lampo del Sud e nel l'azzurro malato del Mediterraneo. Tornando indietro nel tempo è nel 1972 che Francesco Venezia, per condizioni fortuite e una tenace volontà, visita la casa dopo che il silenzio era calato su di lei dal 1963. Nove anni più tardi di Godard, Venezia legge l'isola di Capri come una immensa architetura solida, costel lata di grote e di sopraelevazioni romane tese a misurare la distanza tra la giacitura del le rocce, i loro cigli impervi, i ruderi del le vi l le di Tiberio. Casa Malaparte è per lui una sopraelevazione geometrica, un celare tra due scale opposte il mondo interiore cavato come un interno archeologico, una tomba densa di suppel letili. La casa caprese diventa una condizione compositiva particolare che regolerà tuta la sua ricerca progetuale successiva, centrata tra il mondo scavato e le emersioni dense di misura che tuti i riti fondativi di architeture in luoghi impervi celano. L'interpretazione si spinge quasi al limite del progeto ritraendosene come davanti alla sfnge di Giza, alla roccia modellata, alla potente mescolanza manierista di natura e geometria fuse in un unico corpo24.

Te paths defned by the actors in Godard's f lm create a new architecture traced by the movements made during the shooting. It is a meandering diagram. Te frames become a simultaneous painting where men and architectures are indistinguishable in the lightning of the South and the sick blue of the Mediterranean Sea.

Going back again in time, in 1972, due to accidental circumstances and a resolute wi l l, Francesco Venezia visited the house plunged back into silence since 1963. Nine years afer Godard, Venezia sees the island of Capri as one immense architecture studded with caves and Roman superelevations that bridge the distance between the rocks, their impervious edges, and the ruins of Tiber's vi l las. He sees casa Malaparte as a geometrical superelevation that hides the interior world excavated like an archeological interior, a tomb ful l of furnishings, between two opposing scales. Te house in Capri becomes a peculiar compositional condition that would infuence his entire design research in the future, focused between the excavated world and the densely measured emergences that al l the foundational rites of architectures in impervious places hide. Te interpretation is pushed almost to the limit of design and steps right back in front of the sphinx of Giza, the shaped rock, the powerful mannerist mix of nature and geometry combined in one body24.

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Danielle Willems, ricostruzione dei percorsi degli attori ne “Le Mepris” di Jean Luc Godard, in The Funambulist Papers 01 /// Cinematic Catalysts: Contempt + Casa Malaparte, in http://thefunambulist. net/2011/06/28, 28 giugno 2016.

Danielle Willems, reconstruction of the actors' paths in Jean Luc Godard's “Contempt”, in The Funambulist Papers 01 /// Cinematic Catalysts: Contempt + Casa Malaparte, http://thefunambulist. net/2011/06/28, 28 June 2016.

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Passano alcuni anni e la scena cambia completamente: siamo a New York.

John Hejduk, incaricato dal la rivista “Domus” di interpretare casa Malaparte scrive un meraviglioso racconto autobiografco. Torna indietro a foto viste in un pomeriggio piovoso a Manhatan e da qui ricorda una visita nel 1953 al la Terza Roma. È l'Eur che lo seduce e lo inquieta con immagini singolari di edifci neti e metafsici, sculture sterminate in un paesaggio agrese.

Q uel giorno, con la sua giovane moglie, vede il colosseo quadrato ma ne resa deluso. Lo catura, invece, la purezza falsa di una rovina ideologica – il Palazzo dei Congressi di Libera non ancora fnito, con la sua copertura – fata da un teatro aperto sul nul la.

Quando da “Domus” gli dicono che l'architeto trentino era un sosetato del l'ideazione di casa Malaparte confessa di non saperlo ma di poterselo facilmente immaginare. C'è un mistero sia nel l'architeto che nel lo scritore che turba John Hejduk.

Non appena gli arrivano le foto per scrivere il suo saggio, fnalmente le tessere del racconto tornano insieme. La forma del remo funerario egizio è come un codice, si appoggia nel la tomba del faraone e racconta tuto.

La casa, il percorso interno, l'ingresso secondario e nascosto lo impressionano come nel testo di Francesco Venezia e nelle sue prosetive che aveva sicuramente visto. Accade qualcosa di singolare. L'intérieur è lo stesso condensatore emotivo immaginato per il Palazzo dei Congressi romano visitato nel 1953, la scala è presagio di luce e di sacrifcio ma è anche te-

Markus Winterberger, la scala genera un vortice, (immagine tratta da una ricerca nel web).

Nelle due pagine seguenti: Le tre immagini dell'architettura di regime che avevano ispirato John Hejduk per il suo articolo su “Domus” del 1980 intitolato, “Casa come me”. Cable from Milan (immagini tratte da John Hejduk, “Casa come me”. Cable from Milan, “Domus”, n.605, aprile 1980).

Markus Winterberger, the staircase generates a vortex (web search). In the two next pages: The three images of regime architecture that inspired John Hejduk's article for “Domus” (1980), “Casa come me”. Cable from Milan (source: John Hejduk, “Casa come me”. Cable from Milan, “Domus”, n.605, April 1980)

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atro rivolto a un nulla denso di vegetazione da cui siamo venuti al mondo e dove andremo dopo la morte. Hejduk legge l'architetura senza la distanza di Francesco Venezia. Entra dentro rituali incompiuti: porte che scricchiolano, angoscia, eco di una guerra celebrata vicino. La forma lo sedurrà. Dimentica Libera e Malaparte, plana da solo costruendo un rafronto tra cose senza autore di cui per un momento si sente l'incontrastato inventore25. Al la letura tuta autobiografca di Hejduk seguono rafnate interpretazioni intel letualistiche e leterarie e così, l’anno seguente Manfredo Tafuri opta per una strategia di crisi e di emersione.

Interrompe i racconti malapartiani non dimenticando di citarli, non cade nel la atribuzione ad Adal berto Libera, si apre al lo strumento del la sezione astrata. Il grande storico usa mescolare la sezione tecnica come strumento di studio con un conceto di spaccato metaforico.

Irrompe nel l'edifcio, fa emergere le sue crisi, i suoi misteri dentro il teso architetonico racchiudendovi anche e sopratuto rimandi esplosivi, continui sabotaggi dove ogni sentiero fnisce nel suo contrario.

Afer a few years the scene changes completely: we are in New York.

Invited by “Domus” to interpret casa Malaparte, John Hejduk writes a wonderful autobiographical story. Going back to the pictures seen in a rainy afernoon in Manhatan, he remembers a visit made to the Tird Rome in 1953. Te peculiar images of clean-cut and metaphysical buildings at the EUR district, majestic sculptures in a rural landscape, seduce and trouble him.

Tat day, with his young wife, he sees the square Coliseum but is disappointed.

What captures him, instead, with the fake purity of an ideological ruin, is Libera's Palace of Congress, then sti l l incomplete and featuring a roof as a theatre open onto the void.

When the “Domus” editors tel l him that the Italian architect was susected of being responsible for the design of casa Malaparte, he confesses he is not aware of that possibility but can easily imagine it as true.

Tere is a mystery about both architect and writer that troubles John Hejduk.

As soon as he receives the photos he needs to write his article, the pieces of his story fnally ft together. Te shape of the Egyptian funerary oar is like a code laid on the pharaoh's

C'è spazio per tuto, tuto viene lasciato emergere con una passione per il teatro anatomico che lascia aperta la porta ad ogni futura autopsia. “L'ascesi e il gioco”, “il disprezzo” e “il conformista” coabitano in una arena impossibile dove ogni azione si sosende in un limbo senza tempo. “Teatri del nul la” sono sezioni poco sesse.

A Tafuri importa la costruzione del l'atimo prima di una bataglia dove le armate sono pronte a fronteggiarsi. Un lungo minueto intorno a una forma muta.

Come sempre, tra “ascesi e gioco”, c'è ancora lo spazio per declinare una sezione, un “labirinto e una sfera”, o meglio, una dissezione. Per il sangue ci sarà tempo26. Tuto, in quese traduzioni è segnato dal l'enigma del la similitudine.

Gli interpreti si avvicinano al teso come se fosse un instancabile deposito di vertigini. Sono ipnotizzati e, come dice Jorge Luis Borges ne “La biblioteca di Babele”, vedono una “camera circolare con un gran libro circolare dal la costola continua che fa il giro completo del le pareti ma la loro testimonianza è soseta; le loro parole, oscure. Q ueso libro ciclico è Dio”27.

Diverso è, invece il modo di agire di Franco Purini che, nel 1990, compie un lungo giro nel corpo del la composizione architetonica e utilizza la ricerca di Marida Talamona per costruire una traduzione simultanea del l'edifcio. Non ignora i presagi e la logica

Franco Purini, interpretazione del primo progetto di casa Malaparte, 2002 (collezione Gambardella).

Franco Purini, interpretation of the first Casa Malaparte project, 2002 (Gambardella Collection).

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tomb that reveals everything.

Te house, the interior path, the secondary and hidden entrance make an impression on him as deep as that of Venezia and the persectives he had certainly seen. Something peculiar happens. Te interior is the same emotional condenser imagined for the Palace of Congress he visited in Rome in 1953, the staircase foreshadows light and sacrifce but is at the same time a theatre open on the void made of greenery from which we came into the world and into which we wi l l return afer our death. Hejduk reads the architecture without the distance perceived by Venezia. He penetrates into incomplete rituals: creaky doors, anguish, the echo of a war celebrated nearby.

Te form would seduce him. He forgets about Libera and Malaparte, and foats alone by building a comparison between authorless things he feels for a moment as undispute d ly invented by himself25.

Hejduk's ful ly autobiographical reading is fol lowed by sophisticated intel lectualistic and literary interpretations such as the one proposed by Manfredo Tafuri who, the fol lowing year, opts for a strategy of crisis and emergence.

He interrupts Malaparte's stories without forgeting to quote them, avoids the atribution to Adal berto Libera, opens his mind to the instrument of the abstract section. Te great historian likes to mix the technical section as an instrument of study with a concept of metaphorical cross-section.

Franco Purini, teorema Caprese, 2002 (collezione Gambardella).

Franco Purini, teorema Caprese, 2002 (Gambardella Collection).

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He breaks into the building, conjures its crises and mysteries into the architectural text, also and particularly by including dangerous cross-references, continuous sabotages where each path ends up into its contrary.

Tere is room for everything, everything is made to emerge with a passion for the anatomical theatre that leaves the door open for every future autopsy.

“Ascesis and play”, “the contempt” and “the conformist” coexist in an impossible arena where every acion foats in a timeless limbo. Teatres of nothingness are shal low sections.

Tafuri is interesed in the construction of the moment before a batle when the armies are ready to clash. A long minuet around a dumb shape.

As always, between ascesis and play there is sti l l room to decline a section, a labyrinth and

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inquietante del la casa, ricorda la similitudine con la peniche di Paul Poiret e, usando la geometria, costruisce un ponte simbolico tra storia e immaginazione. Indaga la proporzionalità esistente nel la stesura del primo progeto atribuito ad Adal berto Libera e la confronta con la forma fnale del la casa, non esita a lanciare una relazione tra la strutura fondativa del la caseta col sopralzo fondendo le stesure. Ecco una sequenza di mutazioni che stabiliscono la permanenza del la prua rivolta verso il mare come ato primario. Lo spazio del mistero tra l'idea e la realizzazione viene colmato da cinque proseti possibili, potenti e decisivi.

Le architeture di Purini sono solo false ricostruzioni: ogni stesura è un bel lissimo edifcio28.

Le fonti e i dati sono ancora presenti ma lentamente si al lontanano.

Michael Graves disegna la vi l la come un poliedro con pochissime aperture, la scala è appena accennata, diviene un trapezio retangolo solo in parte traforato su una velina gial la. Uno stemma nitido ed elementare. James Wines la rappresenta come una appa-

A sinistra: l'incipit del saggio di Manfredo Tafuri su casa Malaparte (immagini tratte da Manfredo Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

In basso: fotogramma del film “Il conformista” di Bernardo Bertolucci (fonte: ricerca web).

Left page: the incipit of Manfredo Tafuri's essay about casa Malaparte (from Manfredo Tafuri, L’ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).

Below: frame from Bernardo Bertolucci's “The Conformist” (source: web search).

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rizione rupestre neutralizzando ogni prevalenza tra la natura scultorea e la costruzione, quasi come se ci trovassimo al coseto di un quadro romantico. Bart Lootsma aferma giustamente che la vi l la gli sembra una precisa traduzione del le piture di Kaspar David Friedrich e di Arnold Böklin29. Steven Hol l si lascia prendere dal la sosensione volumetrica in una serie di al lungamenti continui del corpo, Arata Isozaki limita la forma al solido rosso senza fnestre e al la reazione decorativa del la vela bianca.

Solo due cose si oppongono.

Costantyn Boyne traduce l'essenza del la casa in un elementarismo sconvolgente, riportandola al la dimensione scalaria di una antica icona orientale. Per Markus Winterberger tuto si chiude in un vortice, un uragano circolare generato dal la scala.

Ecco, siamo quasi liberi.

La traduzione si confonde con l'invenzione ma ancora prevale la forza del la fonte. Il teso è magnetico, siamo lontani dai misteri del la costruzione e dagli anni de “La pelle” e di “Kaput”, ma l'ombra del la prima stesura non è ancora scomparsa. La bataglia è ancora in ato e, nonostante tuto appaia pronto per una nuova serie di irruzioni veramente immemori, dobbiamo ancora asetare.

Un'altra storia si sta preparando e il quinto ato si delinea come cornice impetuosa.

a sphere, or even beter, a dissection. Tere would be time for blood26. In these translations, everything is marked by the enigma of similarity.

Te interpreters approach the text as a tireless container of vertigoes.

Tey are mesmerized and, as Jorge Luis Borges writes in “Te Library of Babel”, they see “a circular chamber containing an enormous circular book with a continuous spine that goes completely around the wal ls. But their testimony is susect, their words obscure. Tat cyclical book is God”27

A diferent approach is proposed by Franco Purini, who in 1990 extensively visits the body of the architectural composition and uses Marida Talamona's research to build a simultaneous translation on the building's composition. He does not ignore the house's omens and troubling logic and, recal ling the similarity with Paul Poiret's peniche, he uses geometry to build a symbolic bridge between history and imagination. He explores the proportionality in the frst draf atributed to Adal berto Libera and compares it with the house's fnal form, and does not refrain from esablishing a relation between the house's foundational structure with the superelevation by combining the versions. Tis is a sequence of mutations that esablish the permanence of the bow aimed at the sea as a primary act. Te space of mystery between idea and construction is bridged by fve possible, powerful and decisive, elevations.

Purini's architectures are anything but reconstructions: each design is a beautiful building28.

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In alto: Francesco Venezia, “l'esterno non svela l'interno”. Pagina a fianco: Francesco Venezia, “la sagoma dell'isola e la sagoma della sfinge”.

Above: Francesco Venezia, “the exterior does not reveal the interior”.

Right page: Francesco Venezia, “the outline of the island and the outline of the sphinx”.

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Sources and data, while sti l l there, slowly recede.

Michael Graves designs the vi l la as a polyhedron with very few openings, the barely hinted staircase becomes a rectangular trapezium only partial ly pierced on yel low tissue-paper. A clear-cut and elementary coat of arms. James Wines represents it as a rupestrian apparition by neutralizing any dominance between the sculptural nature and the construction that almost results in a romantic painting. Bart Lootsma rightful ly argues that the vi l la seems a precise translation of Kaspar David Friedrich's and Arnold Böklin's paintings (29).

Steven Hol l abandons himself to volumetric susension in a sequence of continuously stretched bodies, Arata Isozaki confnes the form to the red windowless solid and the decorative reacion of the white sail.

Only two things are opposed.

Costantyn Boyne translates the essence of the house into an overwhelming elementarism reduced to the scale dimension of an old Oriental icon. For Markus Winterberger the entire building is closed in a vortex, a circular hurricane generated by the staircase.

In basso: Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte come sagoma e vela (fotomontaggio digitale da un disegno di Arata Isozaki, pubblicato in M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarksono Potter / Publishers, 1999).

Pagina a fianco: Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte come sezione allungabile (fotomontaggio digitale da un disegno di Steven Holl, pubblicato in M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarksono Potter / Publishers, 1999).

Below: Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte as an outline and a sail (digital photomontage after Arata Isozaki's drawing featured in M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarkson Potter / Publishers, 1999).

Right page: Cherubino Gambardella, Capri, casa Malaparte as an extendable section (digital photomontage after Steven Holl's drawing featured in M. McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions / Clarkson Potter / Publishers, 1999).

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Cherubino Gambardella, il salone di casa Malaparte come scavo con una piattaforma emersa (tecnica mista su carta stampata, cm. 30x40, Luglio 2013).

Cherubino Gambardella, the salon in casa Malaparte as an excavation with an emerged platform (mixed technique on printed paper, cm. 30x40, July 2013).

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ALLE INTERPRETAZIONI SEGUONO LE IMMAGINI ISPIRATE ALLA CASA

Sul la Punta Massul lo e sul le sue aserità dolomitiche abita un solido fsso, un prof lo dal la geometria nitida che sorge come una forza tel lurica, una improvvisa eforescenza, da quesa selonca caprese30. È al lora necessario lavorare sul la sovversione dei suoi fondamenti perché non rimanga uno secchio ipnotico e inanimato. Per evitare che la sua energia si senga nel la totale autonomia del la sagoma, non è giusto lasciarla – direbbe Hans Se d lmayr – nel la «tendenza al la elementarità del le forme, un ritorno cioè al le nobili forme originarie che costituiscono il mondo»31. L’edifcio non deve poter dire: io sono così e non ti devo nul l’altro.

Casa come me va alterata con irruzioni potenti, fash incisivi che ne spostino le focali immobili per costruire un atlante di immagini e di edifci in una continua partita di amplifcazione segnica e simbolica.

Quando, ispirata dal l’oggeto del lo scritore, sorge un’altra architetura, il progeto diventa una sola immagine, non ha bisogno di disegni tecnici per essere capito: analogie e diferenze si dichiarano in una singola fgura trasportando il ricordo e l’innovazione.

AFTER THE INTERPRETATIONS, THE IMAGES INSPIRED BY THE HOUSE

Punta Massu l lo and its Dolomitic cli fs are inhabited by a f xed solid, an outline with a clear-cut geometry that emerges from this Capri cavern like a tel luric power, a sud den eforescence30. To prevent it from remaining an hypnotic and lifeless mir ror, and its energy from dying in the total independence of the shape, it is necessary to subvert its foundations. It would be unfair to leave it – as Hans Sed lmayr would say – prey of the “tendency toward the elemental forms, or a return to the noble primal forms on which the world is built”31. Te building should not be expressing: T is is what I am, I owe nothing else to you.

A house like me should be altered by powerful incursions, sharp f ashes that shi f its motionless foci and build an atlas of images and buildings in a constant process of sign and symbolic expansion.

When, inspired by the writer's object, the project becomes one image, it needs no technical drawings to be understood: analogies and di ferences become clear in one fg ure and car r y memory and innovation.

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In alto: Sergio Fermariello, la casa incisa, 2016 (schizzo e coloritura digitale su carta). Open architecture, ocean building, 2016.

Pagina a fianco: Cherubino Gambardella, fascismo, antifascismo, casa come me, libro come me, prigione come me, confino come me. La forza dell’autobiografia e la rivendicazione di libertà dalle dittature in una lettera inedita di Curzio Malaparte allo scrittore caprese Ettore Settanni, 2016 (roller su carta stampata, cm. 42 x 29,7 circa).

Above: Sergio Fermariello, la casa incisa, 2016 (sketch and digital colouring onpaper). Open architecture, ocean building, 2016. Next page: Cherubino Gambardella, fascism, anti-fascism, house like me, book like me, jail like me, internment like me. The power of autobiography and the claim for freedom from dictatorships in a previously unpublished letter Curzio Malaparte sent to Ettore Settanni, a writer based in Capri, 2016 (roller on printed paper, abt cm. 42 x 29.7).

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A sinistra: John Hejduk, la maschera de la Medusa, Barrio de la Boca, Ciudad Autònoma de Buenos Aires, Argentina 1995

In basso: John Hejduk, schizzi per architetture nomadiche

Left: John Hejduk, the Medusa mask, Barrio de la Boca, Ciudad Autònoma de Buenos Aires, Argentina 1995

Below: John Hejduk, sketches for nomadic architectures.

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Così, disegni, fotomontaggi, i l lustrazioni che non sono e non saranno mai edifci, svolgono un compito equivalente: ricordano il model lo prefgurando altro, descrivono altre Case Malaparte.

Sopratuto, irrompendo nel corpo del l’originale, ne enfatizzano la forza e il successo planetario.

Tuto queso è molto di più di una traduzione, supera la banalità del citare, scansa la piaggeria del l’omaggio, si assume la responsabilità di violare solo accennando, interceta l’imprecisione come strumento di apertura e conoscenza.

Non sono progeti, al lora, sono fash iconografci. Partenze e arrivi al tempo stesso. E sono inesauribili.

Nasce, così, una antologia di irruzioni ipnotiche per indicare cosa può produrre l’osservazione ossessiva di casa Malaparte: un corpus di architeture potenziali in cui risuona l’eco del bel lissimo stampo originale.

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A sinistra: John Hejduk, disegni de la condizione nomadica.

In alto: John Hejduk, la condizione nomadica alla XVII Triennale di Milano (foto di Matteo Piazza, Milano, 1986).

Left: John Hejduk, drawings of the nomadic condition.

Above: John Hejduk, installation of the nomadic condition at the XVII Triennale of Milan (photo Matteo Piazza, Milan, 1986).

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Carmelo Baglivo, la Malaparte ingabbiata (collage digitale, Roma, 2015). Carmelo Baglivo, Malaparte caged (digital collage, Rome, 2015).

Uso le parole di Massimo Bocchiola quando dice che «riscrivere di mia mano un passo mi è sembrato quasi da subito un adempimento necessario al l’invito del l’autore a rendere quel lo spazio, se non meno vasto, più ameno»32. È queso il ruolo di un catalogo di derivazioni, il suo fne è disegnare un «nuovo tessuto, una fta rete di rimandi»33. Una azione i l limitata per sotrarre l’oggeto al la banalità cronologica che serve come premessa, come cornice, ma non può essere il cuore del problema. La successione dei fati – da sola – al lontana, diserde, nasconde in una trama logica dove la logica è solo un inutile appesantimento. Abbiamo bisogno di una contemporaneità vasta che appiatisca storia e futuro, che studi i segreti di una architetura come una tavola unica, un palinseso aperto, fuori dai pericoli e dagli oblii del tempo, dentro i suoi muri, le sue giaciture e le potenzialità di lavoro che il loro essere cose inanimate ci ofrono. Bisogna concentrare l’atenzione su «un’evoluzione che parla del presente», mandare «un messaggio di ribel lione» contro il culto del passato perché «sebbene ogni evento sia il risultato di accadimenti precedenti, l’atimo atuale subisce un salto ontologico e guadagna lo status del l’inedito, del nuovo»34. Ogni tracciato è un inizio. Il passato è utile come reperto vivo in grado di trasmetere «il miglior sapore del presente»35.

Tante immagini: macchine a scala su ruote, gabbie, volti scolpiti, ammassi di ferraglia come cieli di piataforme sul mare, funghi di cemento e scalinate distorte, teatri di cità e sopralzi, solidi al lungati sino al l’abisso, mostri rapaci che emergono setacolarizzando

Tus, drawings, photomontages, i l lustrations that are not and wi l l never be buildings play a similar role: they evoke the model by prefg uring something else, and describe other Malaparte houses.

In particular, by breaking into the body of the model, they emphasize its power and planetary success.

More than a translation, this process overcomes the triviality of quotation, avoids the f atery of the homage, takes on the responsibility of violating by just hinting, accepts imprecision as an instrument of openness and knowledge.

As a result, these are iconographic f ashes rather than projects. Departures and at the same time ar r ivals. And they are inexhaustible.

Te result is a col lection of hypnotic incursions that point at what the obsessive observation of casa Malaparte may produce: a body of potential architectures that refect the echo of the beautiful original model.

As Massimo Bocchiola arg ues, “rewriting a passage with my hand has almost immediately felt like a necessary response to the author's invitation to make that space, if not less vast, at least more charming”32 .

T is is the role of a catalog ue of derivations. Its goal is designing a “new fabric, a close network of cross-references”33. An end less ac ion aimed at saving the object from chronological triviality that acts as a premise, a frame, but cannot be the core of the problem.

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la distruzione, templi arcaici e futuri, al beri, gratacieli incastonati nel dirupo, case che nascondono scale come teatri domestici, geroglifci sezionati in sequenza dal mare e poi, al la fne, sempre lei.

Le irruzioni resano nel l'epidermide, sono tracce di una scritura leggera e veloce, istantanea e cangiante come i colori di una scotatura, «ora è in bal lo la pel le […] separa l’epitelio […] col suo f auto ci sof a dentro non so più quale musica o liquido o siero»36.

“La pel le” , appunto: le immagini sono ustioni veloci che si staccano senza soggezione dal Massul lo e costruiscono un piccolo al bum di impressioni istantanee e di architeture abbaglianti37.

In questa pagine: Francesco Venezia, cinque volte casa come me, schizzi di studio per il centro storico di Alcoy, 1988-89.

These pages: Francesco Venezia, five times a house like me, study sketches for the old centre of Alcoy, 1988-89.

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Te very sequence of facts removes, dissipates, hides in a logical plot where logic is nothing but a useless burden. We need an embracing contemporaneity that f atens history and future, and studies the secrets of an architecture as one plate, an open palimpsest free from the dangers and oblivion of time, within its wa l ls, its positions and the working potentials that their being lifeless things ofer to us. We need to focus on “an evolution that seaks of the present”, to send “a message of rebel lion” “against the cult of the past” because “although any event is the result of previous events, the present moment makes an ontological leap and earns the status of the original, the new”34. Every tracing is a beginning.

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In alto: Valter Scelsi, Malaparte a Trento (fotomontaggio digitale 2015), in basso San Rocco Magazine, Casa Malaparte 2013. Pagina a fianco: Raffaele Cutillo, casa Malaparte e la Sirena (collage 2015).

Above: Valter Scelsi, Malaparte in Trento (digital photomontage 2015), bottom San Rocco Magazine, casa Malaparte 2013. Next page: Raffaele Cutillo, casa Malaparte and the Siren (collage 2015).

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Te past can be used as a living trace in order to convey “the best f avor of the present”35. Many images: stepped machines on wheels, cages, sculpted faces, heaps of scrap metal as skies of platforms on the sea, concrete mushrooms and distorted staircases, urban theaters and superelevations, solids stretched into the abyss, rapacious monsters that emerge and wreak sectacular destruction, archaic and future temples, trees, skyscrapers embedded in the cli f, houses that hide staircases as domestic theatres, sequences of hieroglyphs cross-cut from the sea and then, in the end, always the house. Te incursions stay in the skin. Tey are traces of a light and fast writing, as instantaneous and changing as a burning, “now it's the skin's turn […] it separates the epithelium […] and blows within with its fute I don't know what music or liquid or serum”36 . “Te Skin”, precisely: the images are sud den burnings that peel away from the Massu l lo with no subservience and build a sma l l a lbum of instant impressions and dazzling architectures37.

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Vincenzo Duminuco, Ugo Rosa, Davide Cammarata, Giovanni Gruttadauria per Itaca architetti associati, osservatorio astronomico a Montedoro, 1999.

Vincenzo Duminuco, Ugo Rosa, Davide Cammarata, Giovanni Gruttadauria for Itaca architetti associati, astronomical Observatory in Montedoro, 1999.

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A sinistra: Paolo Giordano, dal basso all'alto fino alla Malaparte, 2015. In questa pagina: Maria Gelvi, Museo dell'uomo a Capo Massullo, 2015.

Left: Paolo Giordano, reaching casa Malaparte from below, 2015. This page: Maria Gelvi, museum of Man at Capo Massullo, 2015.

In alto: Michele Capobianco, metti un giorno un divo in piazzetta, collage 1978. A sinistra: Concetta Tavoletta, camino e terrazze a Capo Massullo, 2015.

Nelle pagine seguenti

In alto: Han Tümertekin, sequenza di sezioni trasversali di casa Malaparte come un tracciato elettrocardiografico, 2016.

In basso: Luca Silenzi, la casa sbiancata

A fianco: Pippo Ciorra, casa Malaparte come base di un albero domestico immaginario, 2015.

Above: Michele Capobianco, imagine one day a movie star in the piazzetta, collage 1978.

Left: Concetta Tavoletta, fireplace and terraces at Capo Massullo, 2015.

Next pages

Above: Han Tümertekin, sequence of casa Malaparte's cross-sections as an electrocardiogram, 2016.

Below: Luca Silenzi, the bleached house

Right: Pippo Ciorra, casa Malaparte as the foundation of an imaginary domestic tree, 2015.

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In questa pagina:

Domenico Pastore, casa Malaparte come scala marina e scala celeste, 2015. Nella pagina successiva:

Beniamino Servino, incidenti a Casa Malaparte, 2015.

This page:

Domenico Pastore, casa Malaparte as a sea staircase and an heavenly staircase, 2015. Next page:

Beniamino Servino, accidents at Casa Malaparte, 2015.

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In alto: Giancarlo Mazzanti, Malaparte tuffatore: evoluzione di una casa, 2016. A fianco: Alberto Ferlenga, case e scale, Ottobre 2016.

Above: Giancarlo Mazzanti, Malaparte diver: evolution of a house, 2016. Next page: Alberto Ferlenga, houses and stairs, October 2016.

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Efisio

Efisio

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Pitzalis, Savinio, Dali e Malaparte, 2015. Pitzalis, Savinio, Dali and Malaparte, 2015.

Franco Purini, Capri capogiro suprematista su scala a Punta Massullo e schizzo di doppio enigma verso Matromania (fotomontaggio digitale e disegno, 2015).

Franco Purini, Capri Suprematist vertigo on the staircase at Punta Massullo and sketch of double enigma towards Matromania (digital photomontage and drawing, 2015).

Corrado Di Domenico, Petricor. Prima e dopo Malaparte. Archeologia d'oggi sul promontorio caprese, ovvero Punta Massullo 25.000 e 50.000 anni fa, 2015.

Corrado Di Domenico, Petricor. Before and after Malaparte. Today's archaeology on Capri's promontory, or Punta Massullo 25,000 and 50,000 years ago, 2015.

In queste pagine e nelle due successive: Cherubino Gambardella, inversioni costiere da Capri ad Amalfi, 1987.

These and next pages: Cherubino Gambardella, coastline inversions from Capri to Amalfi, 1987.

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In questa pagina: Cherubino Gambardella, mostri di carta e di pietra accovacciati su speroni costieri, 1987- 2015. Pagina a fianco: Federico Calabrese, palazzo rosso alla deriva, 2015.

This page: Cherubino Gambardella, paper and stone monsters crouching on coastline crags, 1987- 2015.

Next page: Federico Calabrese, palazzo rosso alla deriva, 2015.

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In queste pagine: Aristide Antonas, disegni e immagini della casa anfiteatro a Hydra. Malaparte come interno segreto, 2015.

These pages: Aristide Antonas, drawings and images of the amphitheater house in Hydra. Malaparte as a secret interior, 2015.

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In queste pagine: Bernard Khoury, Malaparte metamorfico, 2016. Nelle pagine successive: Franz Prati, Malaparte sul Monte Rushmore: autoritratto di pietra, 2015.
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These pages: Bernard Khoury, metamorphic Malaparte, 2016. Next pages: Franz Prati, Malaparte on Mount Rushmore: stone self-portrait, 2015

In alto: Cherubino Gambardella, rielaborazione digitale di un disegno di Livio Dimitriu. Il tema è la Malaparte a piramide, 2016.

In basso: Stefano Boeri Architetti, Malaparte su un tetto d'Oriente, 2015.

A destra: Orazio Carpenzano, Malaparte in cima alla torre, 1991.

Above: Cherubino Gambardella, digital redesign of Livio Dimitriu's drawing. The theme is a pyramid-like casa Malaparte, 2016.

Below: Stefano Boeri Architetti, Malaparte on an Oriental roof, 2015.

Right: Orazio Carpenzano, Malaparte on top of a tower, 1991.

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In questa pagina: carmenandriani, CASACOME(me). Segno solarizzato su lucido, modello di base per altimetria plastica. Dalle rocce al mare sottili onde diverse unite da una linea spezzata come la sagoma rossa (2015). Nella pagina successiva: Luca Molinari con Gianluca Ferriero, la Malaparte infinita, 2016.

This page: carmenandriani, CASACOME (me). Solarized sign on tracing paper, basic model for plastic altimetry. From the rocks to the sea several thin waves united by a broken line as the red outline (2015).

Next page: Luca Molinari with Gianluca Ferriero, endless casa Malaparte, 2016.

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Cherubino Gambardella, schizzo della “Malaparte reinventata”, XIV Biennale di Architettura - Fundamentals, Venezia 2014.

Cherubino Gambardella, sketch for a “reinvented casa Malaparte”, XIV Architecture Biennale - Fundamentals, Venice 2014.

DALLE IMMAGINI ISPIRATE ALLA CASA AI PROGETTI IMPOSSIBILI SULLA CASA

Proprio non me l'a setavo.

Dopo le ir r uzioni è come se casa Malaparte avesse ativato il suo sistema nervoso con un ritmo sincopato, quel lo di un alieno di alabastro che, spinto giù dal suo piedista l lo, fosse stato costreto a prendere vita, ad adatarsi, a fare appel lo ad una antica eserienza per calarsi nel la molteplicità del mondo e del le sue insidie.

La statua intoccabile, accovacciata sul promontorio, s'impossessa di una singolare vitalità, abbandona il congelamento dei capolavori e si spinge oltre le precedenti ir r uzioni autoriali che avevano prodoto immagini potenti su di lei o che da lei avevano generato altrove altre architet ure. Ora che il vaso è def nitivamente roto, è pronta ad essere realmente strati fcata38 in loco come og geto di «eserienza personale», di lavorio artigiano basato su di una «paziente e continua applicazione», insomma, diventa «una pit ura su l la pit ura»39 tut 'altro che astrata e fata per essere condivisa da tuti.

Una casa compata, di colpo, può sfrangiarsi, simile a l la sua origine, quando era ancora un cantiere, colpita da una fotiglia di meteoriti caduti da l l'alto «vicino a Capri. Su l la

AFTER THE INTERPRETATIONS, THE IMAGES INSPIRED BY THE HOUSE

It was real ly a surprise.

It felt like the incursions had acivated a syncopated rhythm in casa Malaparte's nervous system, the rhythm of an alabaster alien that, pushed down from its pedesal, is forced to come alive, adapt, recal l an old experience to become part of the world's multiplicity and dangers.

Crouched on the clif, the untouchable statue acquires an unusual liveliness. It sheds the frozen quality of masterpieces and sprints past previous authorial incursions that portrayed it in powerful images or used it to generate further architectures elsewhere. Now that the vase is defnitely broken, it is ready to be real ly layered38 on site as an object of real “personal experience”, of artisan toiling based on a “patient and constant endeavor”. In other words, it becomes “a painting over a painting”39, al l but abstract and made to be shared by al l.

A solid house may suddenly unravel, and revert to its origin, when it was sti l l a construction site, hit by a feet of meteors fal len from above “near Capri. On the southern

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costa meridionale, là dove il deserto ha invaso il ter reno o è a fondato in mare, rocce di strana composizione emergono ina setatamente da l la sabbia»40. Su l le rupi, l'architettura si colora di un rosso violento e screziato come le razze umane che «più ti avvicini a l l'Equatore e al sole più sono colorate e scure»41. Il vero ato di riappropriazione di casa Malaparte consiste nel la sua trascrizione nel lo stesso posto, nel considerare che sono possibili altre case impossibili42 .

Non si trata, in queso caso, del la scotatura istantanea de “La pel le”, del l'ir r uzione in un corpo dove l'ustione è un marchio fulmineo, un incidente repentino. C'è, piutosto, un meticoloso lavoro su l le sue piante, le sezioni, i proseti. È un lavoro logico e, contemporaneamente, per le f sionomie che propone, indecifrabile. Sfrontato, simbolico e commemorativo come un tatuag gio del la malavita napoletana43. Così, nei nuovi progeti incisi nel la sua carne, casa Malaparte ha il suo lato riconoscibile fuso con l'altro composto da nuovi segni.

Siamo obbligati a decritare possibilità ulteriori, generate, ad esempio, da una scala allungata, dal ter razzo scavato, da l l'ag giunta di una cupola, da l la sezione nel la roccia, dal contato con una grande voliera oppure con uno serone o, ancora, da l la forma di uno “squalo martel lo” piutosto che da l la def nizione di un vi l lag gio.

Solo dopo avere esplorato quese precisissime e assurde ambientazioni ci si potrà ad dentrare nel l'interva l lo racchiuso atorno a l le reliquie dei santi a ciò «che il corpo manifes a,

coast, where the desert invaded the ground or sank in the sea, strange rocks unexpecte d ly emerge from the sand”40. Over the clifs, the architecture becomes a violent and dappled red, just like the human races that “the closer they are to the Equator and the sun, the darker and more intensely colored they get”41. Only a transcription in the same location, and imagining that other impossible houses are actual ly possible, can ensure a true appropriation of casa Malaparte42.

In this case, it is not the sudden burning of “Te Skin”, the incursion in a body where the burning is a lightning mark, an abrupt accident. Tere is rather a painstaking work on its plans, sections, elevations. It is a logic and, at the same time, undecipherable work for the physiognomies it proposes. As brash, symbolic and evocative as a tatoo of criminal gangs from Naples43. So, with the new designs embe dded in its fesh, the recognizable side of casa Malaparte melts into its other side made of new signs.

We must decrypt further possibilities generated, for example, by an elongated staircase, an excavated terrace, the addition of a dome, the section in the rock, the contact with an aviary or a crag, or even by the shape of an hammerhead shark or by the defnition of a vi l lage.

Only through the exploration of these very precise and absurd setings, can we penetrate the space around the relics of saints and get to what “the body manifests, what is visible, sometimes profusely, what it lets come to the surface”44.

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ciò che è visibile, talvolta con profusione, ciò che esso lascia vedere in super fcie»44.

Sono grumi coag ulati, capel li, ossa, pezzi di tunica o altro. Vediamo, a l lora, entro nuove cornici, contenitori di varie fog ge, concet ualmente simili tra di loro ma in risonanza formale con ogni tipo di reliquia.

Una volta determinato il tema del progeto, individuato il luogo dove applicare il tatuaggio, si apre una nuova cornice che contiene il corpo originale e la sua ag giunta fondendole in una fg ura sola, unica e inatesa. Una fg ura detagliata come se dovesse essere costruita, con le parti ag giunte e quel le sot rate in un nuovo equilibrio alterato e provocatorio come se fossimo in una casa orientale che può «fregiarsi del la stanza del la cupola, la stanza del l'oppio, la stanza dei racconti, la stanza dei tappeti»45.

Come aveva intuito Jaques Atali, non abbiamo altro futuro se non quel lo del la manipolazione, «una pratica cor rente, un'esigenza assoluta»46. Solo manipolando riusciamo ad essere veramente autori. È stato sempre così. Le fonti esistono per essere alterate e non sempre ques a alterazione si lega a una contingenza reale, anzi tanto più è interessante quanto più si nasconde tra le pagine di un libro, quando non abita la realtà e te la devi cercare come una cosa preziosa.

È il fruto di un lavoro che accompagna i testi amati rileg gendoli e cor reg gendoli senza rassegnarsi come fa Er r i de Luca quando dice che og gi «nessuno inventa niente, tuto è stato scrito e a chi scrive res a il margine di una variazione. Si è redatori di varianti, mai

Tese are congealed clots, hair, bones, pieces of tunic, or other things.

As a result, we see within new frames, containers of various shapes, conceptual ly similar to one another but in formal resonance with any kind of relic.

Once the design theme is defned, and the location of the tatoo located, a new frame opens that contains the digital body and its addition combined in one, undivided, unexpected fgure. A fgure that is as detailed as if ready to be built, with both the added and removed parts combined in a new altered and provocative balance as an Oriental house that “boasts the domed room, the opium room, the tale room, the rug room”45

As noted by Jacques Atali, the only future we have is a future of manipulation, “a current pracice, an absolute need”46

Only by manipulating can we real ly be authors. It has always been like that. Sources exist to be altered and such alteration is not always the result of a real contingency. On the contrary, the more it hides in the pages of a book, far from reality so that you have to fnd it like a precious thing, the more interesting it gets. It is the result of a process of rereading and correction of beloved texts without resignation. Te same process Erri De Luca describes when he says that today “nobody invents anything, everything is already writen. Today writers can only work on variation. We are editors of variants, we wi l l never be authors again”47. Te surprises that alter casa Malaparte's body clearly explain that the exercise of style is a very powerful machine for the pro-

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più autori»47. Le sorprese che alterano il corpo di casa Malaparte ci spiegano proprio che l'esercizio di stile è una potentissima macchina produt rice di nuove forme, un registro per sancire, ogni volta, un rapporto decisivo tra tempo presente e invenzione possibile.

duction of new forms, a register that every time may esablish a key connection between present time and possible invention.

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Pagina precedente: Cherubino Gambardella, Malaparte Oriente e Occidente, 2016. In questa pagina: Cherubino Gambardella, schizzi di studio per alcune soluzioni sviluppate dagli allievi del Laboratorio di Progettazione Architettonica IV del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, S.U.N.

Previous page: Cherubino Gambardella, Malaparte East and West, 2016. This page: Cherubino Gambardella, study sketches for the solutions developed by students of the Architectural Design Workshop IV, Department of Architecture and Industrial Design, S.U.N.

In queste pagine e nelle due successive: laboratorio di progettazione della Seconda Università di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, studente Luigi Arcopinto, casa Malaparte a Capri, museo scavato nella roccia con collegamento e attracco da mare. Disegni, foto del plastico e fotomontaggi, 2014.

These and next two pages: Design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, student Luigi Arcopinto, casa Malaparte in Capri, museum dug into the rock with connection and sea docking Drawings, model photo and photomontages, 2014.

In queste pagine: laboratorio di progettazione della Seconda Università di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, studentessa Federica Curiale, casa Malaparte a Capri, domus a sbalzo. Disegni, foto del plastico e fotomontaggio dalla conca dei Faraglioni, 2014.

These pages: design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, student Federica Curiale, casa Malaparte in Capri, overhanging domus. Drawings, model photo and photomontages from the Faraglioni bowl, 2014.

In queste pagine: laboratorio di progettazione della Seconda Università di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, studente Giovanni Canoro, casa Malaparte a Capri, hotel per artiglieri in pensione. Disegni, foto del plastico e fotomontaggio dall' ingresso e dal mare, 2014.

These pages: design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, student Giovanni Canoro, casa Malaparte in Capri, hotel for retired artillerymen. Drawings, model photo and photomontages from the entrance and the sea, 2014.

In queste pagine e nelle due successive: laboratorio di progettazione della Seconda Università di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, studente Raffaele Cassese, casa Malaparte a Capri, Pinacoteca di paesaggi costieri dell'Italia Meridionale. Disegni, foto del plastico e fotomontaggi, 2014.

These and next two pages: design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, student Raffaele Cassese, casa Malaparte in Capri, Painting gallery for Southern Italy coastline landscape paintings. Drawings, model photo and photomontages, 2014.

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In queste pagine: laboratorio di progettazione della Seconda Università di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, studente Roberto Di Fonzo, casa Malaparte a Capri, ostello come squalo martello. Disegni, foto del plastico e fotomontaggio, 2014.

These pages: design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, student Roberto Di Fonzo, casa Malaparte in Capri, a hostel shaped like a hammerhead shark. Drawings, model photo and photomontage, 2014.

In queste pagine: laboratorio di progettazione della Seconda Università di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, studente Vincenzo Mangiacapra, casa Malaparte a Capri, il villaggio e la piazza sul mare. Disegni, foto del plastico e fotomontaggio, 2014.

These pages: design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, student Vincenzo Mangiacapra, casa Malaparte in Capri, the village and the square on the sea. Drawings, model photo and photomontage, 2014.

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Nella pagine a fianco: workshop PHD

Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, dottorando Alessandro Brunelli, “mostro” alla Hejduk, fotomontaggi, 2015.

In questa pagina: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, dottoranda Enrica Corvino, attraverso Malaparte, fotomontaggi, 2015.

Left: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, graduate student Alessandro Brunelli, “monster” à la Hejduk, photomontages, 2015.

This page: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella,tutor Maria Gelvi, graduate student Enrica Corvino, through Malaparte, photomontages, 2015.

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In queste pagine: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, dottoranda

Jiang Zhiqiao, albergo Malaparte, fotomontaggi, 2015.

These pages: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, graduate student Jiang Zhiqiao, Malaparte Hotel, photomontages, 2015.

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In queste pagine: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, dottorando Pasquale Lojudice, l'insegnamento di casa Malaparte, fotomontaggi, 2015.

These pages: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, graduate student Pasquale Lojudice, the teaching of casa Malaparte, photomontages, 2015.

In queste pagine: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, dottorando Mickeal Milocco, Birdcage, fotomontaggi, 2015.

Next pages: PhD workshop

University of Rome “La Sapienza”, supervisor

Cherubino Gambardella, tutor

Concetta Tavoletta, graduate student Mickeal Milocco, Birdcage, photomontages, 2015.

In questa pagina: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, dottorando Giada Domenici, un marziano a Capri, fotomontaggio, 2015.

Nella pagina a fianco: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, dottorando Lelio di Loreto, Malaparte ripetuta, fotomontaggio, 2015.

This page: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, graduate student Giada Domenici, a Martian in Capri, photomontage, 2015.

Next page: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, graduate student Lelio di Loreto, Malaparte repeated, photomontage, 2015.

In queste pagine: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, dottoranda Teodora Maria Matilda Piccinno, “mala add arte”, fotomontaggi, 2015.

These pages: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, graduate student Teodora Maria Matilda Piccinno, “mala add arte”, photomontages, 2015.

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In queste pagine: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, dottorando Andrea Valeriani, mezza Malaparte, fotomontaggi, 2015. Nelle pagine seguenti: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, dottorando Pietro Zampetti, “spaccamassullo”, fotomontaggi e schizzo di Cherubino Gambardella, 2015.

These pages: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, graduate student Andrea Valeriani, half Malaparte, photomontages, 2015.

Next pages: PhD workshop University of Rome “La Sapienza”, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, graduate student Pietro Zampetti, “spaccamassullo” , photomontages and sketch by Cherubino Gambardella, 2015.

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ALLA FINE TUTTO ESPLODE

In un pomerig gio di un inverno qualsiasi, un aliscafo comandato da forze avverse e simile ad un aereo, esplode a Capri vicino a casa Malaparte, propagando le f amme f no a l l'ultima bombola superstite lasciata da l lo scritore. In un atimo salta tuto in aria e il mito del l'architet ura del Novecento scompare ir r imediabilmente. L'autoritrato di pietra di un grande costrutore di idee fug ge via nel l'abisso dei ricordi perduti come nel f lm “Inside out”.

Malaparte ha costruito pazientemente casa e autobiogra f a, è un indimenticabile e intel ligentissimo snob, ogni cosa che da lui si propaga come un alone è ir r imediabilmente architetata. Forse f n troppo architetata. Prima di lui anche Bernard Rudofsky era stato a Capri e l'aveva immaginata.

Il geniale architeto apolide l'aveva disegnata come un paradosso per ricchi nu l latenenti, i veri ricchi, quel li che non hanno bisogno del denaro, degli abiti, del le case e degli amici altolocati.

A Positano, poco distante da Capri, Rudofsky, con Luigi Cosenza, aveva pensato una vi l la

EVERYTHING BLOWS UP IN THE END

On an ordinary winter afernoon, an airplane-like hydroplane boat control led by adverse powers exploded in Capri close to casa Malaparte, seting fre to al l the gas cylinders lef by the writer. In a moment the entire building blew up and the myth of twentieth century architecture irretrievably disappeared. Te stone self-portrait of a great builder of ideas sank down in the abyss of lost memories just like in the movie “Inside out”.

Malaparte patiently built his house and autobiography. Being an unforgetable and impossibly smart snob, anything coming from him could only be careful ly designed. Perhaps even too careful ly designed. Before him, Bernard Rudofsky had visited Capri and imagined the house.

Pagina precedente: Cherubino Gambardella, “Massullo 2.0” schizzi di studio, Workshop internazionale di progettazione 2015, Seconda Università di Napoli, direttore Cherubino Gambardella. Previous page: Cherubino Gambardella, “Massullo 2.0” study sketches, International Design Workshop 2015, Second University of Naples, supervisor Cherubino Gambardella.

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Workshop internazionale di progettazione “Massullo 2.0”, Seconda Università di Napoli, direttore Cherubino Gambardella. Tutor: Antonio Balsamo, Lorenzo de Rosa, Marco Pignetti, Salvatore Scandurra.

Studenti: Armando Arena, Giovanni Canoro, Paolo De Cristofaro, Gianluca Delle Rose, Brigida Di Costanzo, Roberto Di Fonzo, Vincenzo Mangiacapra. Storyboard dell'esplosione e della nuova colonizzazione di capo Massullo, 2016.

International design workshop “Massullo 2.0”, SUN, supervisor Cherubino Gambardella. Tutor, Antonio Balsamo, Lorenzo de Rosa, Marco Pignetti, Salvatore Scandurra.

Students: Armando Arena, Giovanni Canoro, Paolo De Cristofaro, Gianluca Delle Rose, Brigida Di Costanzo, Roberto Di Fonzo, Vincenzo Mangiacapra.

Storyboard of the explosion and new colonization of Capo Massullo, 2016.

per un sicuro ricco, pescatore pres ante non bisognoso di nu l la se non di procacciarsi il cibo sot 'acqua e a mani nude; un nuovo Ulisse, certamente meno sporco, ben più curato nel f sico e vagamente decorativo.

Ques a residenza positanese è una prefg urazione di quel lo che succederà a Capri dopo l'evento imprevisto e imprevedibile che farà scomparire – anche se non del tuto - la casa rossa di Curzio Malaparte.

Su l l'isola azzur ra, dopo la sventura del l'esplosione succedono strane cose: Capo Massullo è come uno scoglio post atomico, tuti i racconti depositati su di esso virano improvvisamente verso un destino acido.

La roccia diventa lentamente il luogo dove nasce uno strano ag glomerato.

Un posto per ricchi nu l latenenti.

Chi sono questi giovani facoltosi da l l'a seto malconcio?

Capri l'isola del lusso, del vestito bianco a l la sera e del l'aperitivo in voga al tramonto, dovrà prepararsi a l l'ar r ivo di uno scaltro gruppo di individui fatiscenti.

Prima c'era una dimora nata da un con f ito interiore: la rot ura con il fascismo portò Curzio ad essere a fascinato da l l'ingegneria sociale Cinese e pensò di lasciare ai posteri un'architet ura ospitale per incontrare gli artisti d'Oriente.

Non aveva fato, però, i conti con l'esplosione.

Gli scoppi favoriscono sempre nuove colonizzazioni.

Te bri l liant stateless architect had designed it as a paradox for rich paupers, real ly rich people who needed no money, clothes, houses and high-ranking friends.

In Positano, not far from Capri, Rudofsky, along with Luigi Cosenza, had imagined a vi l la for a certainly rich man, an athletic fsherman who only needed to procure food by fshing with his own hands; a new Ulysses, certainly less dirty, way beter groomed with his wel lbuilt and vaguely decorative body frame.

Te house in Positano is an anticipation of what would happen in Capri afer the unforeseen and unforeseeable event that would annihilate – although not completely – Curzio Malaparte's red house.

On the blue island, strange things happen afer the accident of the explosion: Capo Massul lo is a sort of post-atomic rock, al l the narrations lodged on it suddenly veer toward an acid fate.

On the rock a strange agglomeration slowly emerges.

A place for rich paupers.

Who are these young beat-up wealthy people?

Capri the island of luxury, of white atire for the evening and drinks at sunset, wi l l have to prepare for the arrival of a smart group of derelict individuals.

Tere used to be a house born from an interior confict: the breakup with Fascism would push Curzio towards a fascination for Chinese social engineering and make him decide

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In queste pagine: piante e assonometria per il nuovo villaggio dei “punkabbestia”.

Nelle due pagine seguenti: dettaglio prospettico delle unità abitative e prospetto sud dell'insediamento

These pages: Plans and axonometry of the new “punkabbestia” gutter punk village. Next two pages: perspective detail of the living units and south elevation of the settlement

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Immaginiamo a l lora Capo Massu l lo come l'ultimo habitat per chi non ha nu l la da a fermare al mondo se non il proprio nichilismo da benessere. Ater rano sul promontorio malapartiano i lerci del mi l lennio.

I vi l leg gianti abituali del l'Isola li osservano sbigotiti.

La loro non è una ventata di freschezza, è un tanfo paradossale.

Si posizionano nei moduli in cemento e cominciano a bere bir ra soto un sole cocente.

Al tramonto, su l la piataforma per elicoteri al coseto dei Faraglioni, si celebra la cerimonia del burning man.

Di note, solo un piccolo leto al coperto, il reso degli abitacoli in duro cemento sono decorati come in postume Grote di Lascaux dai gra fti di Rudofsky.

Tuto quel lo che res a è esposto a l le intemperie senza alcuna pretesa o posata d'argento.

to leave an architecture designed to host Oriental artists as his heritage for posterity. But he did not calculate the explosion. Explosions always promote new forms of colonization. Let's imagine Capo Massul lo as the ultimate habitat for people who have nothing to ofer the world other than their afuent nihilism.

Mi l lennial f lthy individuals land on Malaparte's promontory. Te Island's customary vacationers are mystifed by them.

Tey carry a paradoxical stench rather than a whif of fresh air.

Tey ensconce themselves in the concrete modules and drink beer under a scorching sun. At sunset, a Burning Man rite is celebrated on the helipad in front of the Faraglioni.

At night, with only a smal l bed indoors, the rest of stark concrete dwel lings are decorated ‒ like modern-day Lascaux Caves ‒ by Rudofsky's grafti. Al l that remains is at the mercy of the elements, with no pretence or silver cutlery.

In queste pagine: workshop internazionale di progettazione Massullo 2.0, prospetto a est del nuovo insediamento, 2016.

These pages: international design workshop Massullo 2.0, eastern elevation of the new settlement, 2016.

In queste pagine: workshop internazionale di progettazione Massullo 2.0, prospetto ad ovest del nuovo insediamento, 2016. These pages: international design workshop Massullo 2.0, western elevation of the new settlement, 2016.

In queste pagine: workshop internazionale di Progettazione Massullo 2.0.

In alto: una veduta interna

In basso: sezione a Ovest del nuovo insediamento.

These pages: international design workshop Massullo 2.0.

Above: an interior view.

Below: section west of the new settlement.

In queste pagine: workshop internazionale di progettazione Massullo 2.0.

In alto: Cherubino Gambardella, schizzi di studio, 2016.

In basso: veduta zenitale delle cellule abitative.

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These pages: international design workshop Massullo 2.0.

Above: Cherubino Gambardella, study scketches, 2016.

Below: overhead view of the living units.

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In queste pagine: workshop internazionale di Progettazione Massullo 2.0. Vista prospettica del nuovo insediamento da terra, 2016.

These pages: international design workshop Massullo 2.0. Perspective view of the new settlement from the land, 2016.

In questa pagina: workshop internazionale di Progettazione Massullo 2.0 Seconda Università di Napoli, direttore Cherubino Gambardella, tutor, Antonio Balsamo, Lorenzo de Rosa, Marco Pignetti, Salvatore Scandurra. Studenti, Armando Arena, Giovanni Canoro, Paolo De Cristofaro, Gianluca Delle Rose, Brigida Di Costanzo, Roberto Di Fonzo, Vincenzo Mangiacapra. Vista prospettica del nuovo insediamento da mare, 2016.

This page: international design workshop Massullo 2.0 Second University of Naples, supervisor Cherubino Gambardella, tutors, Antonio Balsamo, Lorenzo de Rosa, Marco Pignetti, Salvatore Scandurra. Students, Armando Arena, Giovanni Canoro, Paolo De Cristofaro, Gianluca Delle Rose, Brigida Di Costanzo, Roberto Di Fonzo, Vincenzo Mangiacapra. Perspective view of the new settlement from the sea, 2016.

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1) Bruce Chatwin, Casa Malaparte. Tra le rovine, in “Casabella” n° 648, 1997, p. 9

2) Neil Mac Gregor, La storia del mondo in 100 oggeti, (Tr.It.di Marco Sartori), Adelphi Edizioni, Milano, 2012, p. XIX

3) Marida Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990, pp. 82-83

4) Michael McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions/Clarkson Poter /Publishers, 1999, p. 10

5) Nel 1979 una famosa rivista internazionale di architetura e design direta da Sandro Mendini indisse un referendum per stabilire una classifca dei cento edifci più famosi del movimento moderno. Casa Malaparte risultò vincitrice, in tal senso si veda, AA.VV. Cento progeti da ricordare, in “Modo” 25, dicembre 1979, pp. 47- 54

6) Marida Talamona, op. cit., pp. 29-30

7) Cfr. Michel Houellebecq, Piataforma. Nel centro del mondo, Bompiani, Milano, 2009

8) Valter Scelsi, Libera and Malaparte: I have nothing to say, only to show, “San Rocco”, n°6, Spring, 2013, pp. 132136

9) Alexander Tzonis, Alcestis P. Rodi, Greece. Modern Architectures in history, Reaktion Books Ltd, London 2013, pp. 133-134

10) Cfr. Osvaldo Guerrieri, Curzio, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2014

11) Cfr. Cherubino Gambardella, L’architetura dele scale. Disegno teoria e tecnica, Sagep Editrice, Genova, 1993, pp. 150-156; si veda anche Cherubino Gambardella, Casa Malaparte. Breve anatomia di un enigma, in “Arq” n°4, 1991 pp. 129-131, Cherubino Gambardella, Codice policromo. Architetura e tecniche di invenzione, Alinea, Firenze 2008, pp. 121-125

12) Cfr. Marida Talamona, op. cit., Milano 1990, p. 28; Cfr. inoltre, per alcune considerazioni sull’unitarietà del progeto, sulla scelta di Adalberto Libera, sul caratere inconfondibile del segno del maestro trentino nelle due versioni note del progeto riportate e sopratuto ricomposte con pazienza grafca pari a quella di un flologo, si veda il libro di Mario Ferrari, Adalberto Libera, Casa Malaparte a Capri 1938-1942, Ilios Editore, Bari, 2010, pp. 12-13. Sembra, infne, determinante il tema della stratifcazione, della capacità dell’edifcio di atingere alla dimensione del rudere che una foto del cantiere ci restituisce nella sua seconda versione liberiana coma una dura imposizione allo scoglio. Poi, esauritosi il rapporto con il maestro trentino, Malaparte non indugia a chiedere, tra gli altri, consigli a Luigi Moreti del cui talento e genialità non era all’oscuro; Cfr. Marida Talamona, op. cit. p. 38.

13) Marida Talamona, Nuovi documenti, “Casabella” n° 648, 1997, p. 24. Molto interessante e densa di aperture ed enigmi è la versione dei nuovi documenti con cui la storica contemporanea sembra a distanza di sete anni completare il percorso atorno allo scoglio del Massullo iniziato con il già più volte citato libro del 1990. 14) Cfr. Franco Purini, Architetura senza architeto, in “Casabella” n° 582, 1991, p. 40-42 15) Sergio Atanasio, Curzio Malaparte “Casa come me” Punta del Massulo, Tel 160 Capri, Napoli arte tipografca 1990, p. 33. Sergio Atanasio considera la casa come un epilogo, una interruzione. Alessandro Libera non nasconde la complessità dei rapporti tra architeto e commitente ricordando come suo «padre e Malaparte si ritrovavano sesso in una tratoria al centro di Roma, una di quelle tratorie con i tavoli apparecchiati con tovaglie di carta, come usava una volta, a ragionare sul progeto della villa di Capri. Parlavano a lungo e poi facevano degli schizzi sulla tovaglia di carta. Mia madre», aferma il fglio dell’architeto, «avrebbe poi conservato per un certo periodo tre di quelle tovaglie disegnate. Purtroppo, dopo la guerra, tra un trasloco e l’altro, sono andate perdute. Evidentemente, quindi, c’è stato un incontro molto signifcativo tra due pensieri forti, un incontro importante» poi rincara la dose dicendo «vi invito a immaginare una possibile scena: Curzio Malaparte dice ad Adalberto Libera che gli piacerebbe avere nella sua villa una scalinata verso l’infnito. Bene, un conto è dirlo, un conto è poi disegnare e progetare quella scalinata triangolare che davvero si spalanca verso l’infnito […] A ognuno il suo, direi»; Cfr. www.italianways.com/adalberto-libera-mio-padre. Cesare de Seta mi dice di essere convinto che quella scala sia il fruto dell’ideazione di un architeto tardo costrutivista che si trovava a Capri in quel periodo e che

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sicuramente conosceva Malaparte. La sua afermazione rientra negli accostamenti immaginifci che mi afascinano e che si mescolano con ricordi e dati di fato. Un messaggio eletronico inviatomi da Paola Libera, la fglia di Adalberto, dice “mio padre me ne parlò. Rapporti difcili col commitente. Idee generosamente schizzate e appropriate. Nessuna prova materiale ma solo verbale. Saluti Paola”. La faccenda si complica acquisendo maggior fascino, queso potrebbe essere solo un lato di una storia, poi ce ne sono tanti altri. Ci sono delle reticenze di Libera che non cita mai il progeto nel suo curriculum. Forse perché non ne sente fno in fondo la paternità o forse perché è il suo ultimo lavoro di regime e, sopratuto, sarebbe persino imbarazzante legare il suo nome alla fgura controversa di Malaparte visto che stava compiendo o aveva compiuto la sua meravigliosa opera bianca all’ E42 (il Palazzo dei Congressi) che tanti problemi gli ha creato nell’Italia successiva al fascismo. Ci stiamo avvicinando a queso montaggio di parti che gli eredi dello scritore si batono per purifcare da scorie estranee al pensiero di Malaparte. Egli, indubbio regista, non ha bisogno di essere esclusivo riseto ad altri apporti. La paternità intelletuale diviene così una gabbia che cela il fascino degli contributi molteplici. Per completare l’indagine preliminare sul ruolo di Malaparte, Boneti, Libera si veda la pagina web del social network Facebook “Casa Malaparte Ofcial” dove la posizione degli eredi dello scritore e atuali proprietari della casa è illustrata in modo esauriente. Per completezza è assolutamente necessario consultare due resoconti giornalistici. Stefano Bucci, Malaparte: quesa vila è solo mia, in “Corriere della sera”, 10 Luglio 2009, p. 41. Solo di qualche anno successiva e precisamente del 10 Dicembre 2013 è la ricostruzione di un altro giornalista. A tal proposito si veda Pietro Treccagnoli, La prigione più bela del mondo si trova a Capri, htps://www.facebook.com/casamalaparteofcial/ posts/246965872135279. Sul tema della casa in genere ho di recente leto un libro avvincente. Consiglio, per arginare di ogni fssità monumentale e farne libera materia d’invenzione architetonica, Luca Molinari, Le case che siamo, Notetempo, Roma 2016.

16) Sul tema del cantiere abitato e dell’infnito protrarsi di ogni trasformazione come interpretazione feconda e presente, è bello ascoltare le parole immaginarie di Curzio Malaparte raccontate da Rita Monaldi e Francesco Sorti nel romanzo/fction, Malaparte. Morte come me, Baldini e Castoldi, Milano, 2016, p. 133-134

17) Cfr. Giordano Bruno Guerri, L'Arcitaliano. Vita di Curzio Malaparte, Bompiani, Milano, 1980. Dello stesso autore si veda anche Giordano Bruno Guerri, Il Malaparte ilustrato, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1988

18) Michele Masneri, Citofonare Malaparte, “Il Foglio”, 23 Agosto 2010

19) Cfr. Franco Purini, op. cit. in “Casabella “n° 582, 1991, p. 41

20) Alexander Tzonis, Alcestis P. Rodi, op. cit. Londra, Reaktion 2013, p. 134

21) Cfr. Adalberto Libera, La mia eserienza di architeto, in “La Casa” n.6, s.d.(1960), pp. 171-175

22) Cfr. Amedeo Maiuri, Letere di Tiberio da Capri, Fausto Fiorentino editore, Napoli, 1961, pp. 12-13

23) Cfr. Danielle Willems, Te Funambulist Papers 01 /// Cinematic Catalysts: Contempt + Casa Malaparte, in htp://thefunambulist.net/2011/06/28, 28 giugno 2016

24) Cfr. Francesco Venezia, Gabriele Petrusch, Casa Malaparte a Capri, “Psicon”, n.5, otobre-dicembre 1972, pp 139-144; Cento progeti da ricordare: i risultati del referendum di Modo, “Modo “, n. 25, dicembre 1979, pp. 47-53; Francesco Venezia, Casa Malaparte in “A+U-Architecture and Urbanism”, n.48, 72:12, Tokyo; Francesco Venezia, Il luogo dela mente: l’isola dela sfnge, Scriti brevi 1975-1989, Edizioni Clean, Napoli, 1990, p. 37; Francesco Venezia, Casa Malaparte, Arquitectos de Cadiz, Cadiz, 2001

25) Cfr. John Hejduk, “Casa come me”. Cable from Milan, “Domus”, n.605, aprile 1980, pp. 8-13

26) Cfr. Manfredo Tafuri, L’ascesi e il gioco, “Gran Bazar”, n.15, luglio9-agosto 1981, pp. 92-99

27) Cfr. Jorge Luis Borges, “La biblioteca di Babele” in Jorge Luis Borges, Finzioni, Einaudi, Torino, 1955, pp. 69-78

28) Cfr. Franco Purini, op. cit. in “Casabella”, n.582, setembre 1991, pp. 40-42

29) Cfr. Bart Lootsma, Adalberto Libera and Te Vila Malaparte, in “Forum” n°30, Gennaio 1985, pp. 22-26

30) Sulla apparente fssità dell’edifcio in un paesaggio lo scritore americano Bill Bryson in Breve storia dela vita privata, Ugo Guanda Editore, Parma, 2011, p. 472, portandoci a zonzo dentro casa sua, ci dice che “quest’impressione di permanenza è naturalmente un inganno. Non è che il paesaggio non stia cambiando, è semplicemente che sta cambiando troppo lentamente perché ce ne accorgiamo”. Dovremo abituarci a qualcosa di fulmineo,

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dobbiamo avere fducia nelle apparizioni per non essere condannati ad una faticosa fnezza, per non divenire lentissimi interpreti di un nulla che tuto lascia identico. E’ un nulla simile a quello che ci racconta Gaston Bachelard ne La poetica delo spazio, Edizioni Dedalo, Bari, 1975, p. 134, dove “i verbi stessi si congelano come se fossero sostantivi. Soltanto le immagini possono rimetere i verbi in movimento”. Viva le immagini, quindi.

31) Hans Sedlmayr, Perdita del centro, Rusconi Editore, Milano, 1974, pp. 32-33

32) Massimo Bocchiola, Mai più come ti ho visto. Gli occhi del tradutore e il tempo, Einaudi, Torino, 2015, p. 22

33) Orhan Pamuk, L’innocenza degli oggeti. Il museo del’innocenza Istambul, Einaudi, Torino, 2012, p. 51

34) Giovanni Allevi, Classico ribele, Rizzoli, Milano, 2011, pp. 74-81

35) Domenico Rea, Gesù fate luce, Isbn Edizioni, Milano, 2010, p. 205

36) Valerio Magrelli, Nel condominio di carne, Einaudi, Torino, 2003, p. 22

37) Cfr. Rafaele La Capria, Esercizi superfciali. Nuotando in superfcie, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2012, p. 13

38) Cfr. Bruno Munari, Codice ovvio, Giulio Einaudi editore, Torino, 1994

39) John Berger, Sul guardare, Paravia Bruno Mondadori Editori, Milano, 2003, pp. 71-74

40) Predag Matvejevic, Breviario mediteraneo, Garzanti, Milano 1991, p. 51

41) Michele Serra, Ognuno potrebbe, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2015, p. 17

42) Cfr. Roberto Esposito, Le persone e le cose, Einaudi, Torino, 2014, p. 10

43) Penso sempre alla incredibile vitalità fgurativa dei tatuaggi criminali di Napoli e al tempo stesso mi fa sorridere Nicolai Lilin quando, in Educazione siberiana, Einaudi, Torino, 2009, pp. 73-74, ricorda la dimensione quasi gentile insita nei tatuaggi della “casta criminale più potente in Russia, chiamata Seme nero […] le immagini possono essere uguali, ma solo una persona capace di leggere un corpo può raccontare con precisione quello che nascondono e perché sono diverse”.

44) Jean Clair, De immundo, Abscondita Srl, Milano, 2005, p. 61

45) Kader Abdolah, La casa dela moschea, Iperborea srl, Milano, 2008, p. 15

46) Jaques Atali, Breve storia del futuro, Fazi Editore, Roma, 2007, p. 158

47) Erri De Luca, Alzaia, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 1977, p. 35

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Endnotes

1) Bruce Chatwin, Casa Malaparte. Tra le rovine, “Casabella” n° 648, 1997, p. 9

2) Neil Mac Gregor, La storia del mondo in 100 oggeti, (It.Transl. by Marco Sartori), Adelphi Edizioni, Milan, 2012, p. XIX

3) Marida Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990, pp. 82-83

4) Michael McDonough, Malaparte a house like me, Verve editions/Clarkson Poter /Publishers, 1999, p. 10

5) In 1979 a famous international architecture and design magazine edited by Sandro Mendini called a referendum to rank the one hundred most famous Modern Movement buildings. Casa Malaparte ranked frst. See AA.VV. Cento progeti da ricordare, in “Modo” 25, December 1979, pp. 47- 54

6) Marida Talamona, op. cit., pp. 29-30

7) See Michel Houellebecq, Piataforma. Nel centro del mondo, Bompiani, Milan, 2009

8) Valter Scelsi, Libera and Malaparte: I have nothing to say, only to show, “San Rocco”, n°6, Spring, 2013, pp. 132136

9) Alexander Tzonis, Alcestis P. Rodi, Greece. Modern Architectures in history, Reaktion Books Ltd, London 2013, pp. 133-134

10) See Osvaldo Guerrieri, Curzio, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2014

11) See Cherubino Gambardella, L’architetura dele scale. Disegno teoria e tecnica, Sagep Editrice, Genoa, 1993, pp. 150-156; see also Cherubino Gambardella, Casa Malaparte. Breve anatomia di un enigma, in “Arq” n°4, 1991 pp. 129-131, Cherubino Gambardella, Codice policromo. Architetura e tecniche di invenzione, Alinea, Florence 2008, pp. 121-125

12) See Marida Talamona, op. cit., Milan 1990, p. 28; for other considerations about the project's unitary characer, Adalberto Libera's decision, the unmistakable characer of the Italian master's hand in the project's two known versions reproduced and particularly recomposed with an almost philological graphic skill, see Mario Ferrari, Adalberto Libera, Casa Malaparte a Capri 1938-1942, Ilios Editore, Bari, 2010, pp. 12-13. Finally, what seems crucial is the theme of layering, the building's power to project a ruin dimension, as conveyed by a photo of the construction site in Libera's second version as a brutal imposition on the rock. Once the relationship with Libera ended, Malaparte felt free to consult many other professionals including Luigi Moreti whose talent and genius he appreciated; see Marida Talamona, op. cit. p. 38

13) Marida Talamona, Nuovi documenti, “Casabella” n° 648, 1997, p. 24. Te version of the new documents used by the contemporary historian to complete her tour around the Massullo rock seven years afer the above mentioned 1990 book is very interesting and full of openings and enigmas.

14) See Franco Purini, Architetura senza architeto, “Casabella” n° 582, 1991, p. 40-42

15) Sergio Atanasio, Curzio Malaparte“Casa come me” Punta del Massulo, Tel 160 Capri, Napoli arte tipografca 1990, p. 33. Sergio Atanasio sees the house as an epilogue, an interruption. Speaking openly about the complex relationship between architect and client, Alessandro Libera recalls how his “father and Malaparte ofen met in a litle resaurant at the center of Rome, one of those resaurants with old-style paper table-clothes, to discuss the project for the villa in Capri. Tey talked extensively and then drew sketches on the paper table-cloth. My mother”, the architect's son explains, “kept three of those table-clothes covered in sketches for some time. Unfortunately, afer the war, we moved many times and they got lost. Clearly, it was a very meaningful encounter between two powerful minds, an important encounter”. Ten, elaborating further on the mater, he says “Just picture this possible scene: Curzio Malaparte tells Adalberto Libera that he would like a staircase pointing at the infnity for his villa. Well, one thing is describing it, another thing is actually designing that triangular staircase that really points at the infnity […] Each one his own, I would say”; see www.italianways.com/adalberto-libera-mio-padre. Cesare de Seta told me he believes the staircase was designed by a late Constructivist architect who was in Capri at the time and certainly was an acquaintance of Malaparte's. His suggestion qualifes as one

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of those imaginary combinations I fnd fascinating because they mix memories and actual facts. Paola Libera, Adalberto's daughter, sent me an email message stating that “my father told me about it. Difcult relationship with the client. Generously sketched and appropriate ideas. No material evidence, only words. Best regards Paola”. Te question gets even more complicated and therefore fascinating. Tis could only be one side among the many of this story, such as Libera's reticence, the fact that he kept the project out in his curriculum. Either because he did not completely feel its author or because it was his last job during the Fascist period. Most of all, having his name tied up with Malaparte's controversial fgure would have been quite embarrassing given that at the time he was completing or had just completed his wonderful white building (the Palace of Congress) at the E42 district that would cause so many problems for him in post-Fascist Italy.

We are geting close to the montage of parts that the writer's heirs would want to purify whatever elements have nothing to do with Malaparte's thought. As the indubitable director, he feels no need to avoid other contributions. Terefore intellectual paternity becomes a cage that hides the fascination of the multiple contributions. To complete the preliminary survey on the role of Malaparte, Boneti, Libera, see the “Casa Malaparte Ofcial” Facebook page where the position of the writer and of the house's current owners is fully illustrated. Two newspaper articles complete the list of must-read documents that provide a complete view of the mater. Stefano Bucci, Malaparte: quesa vila è solo mia, “Corriere della Sera”, July 10, 2009, p. 41. Pietro Treccagnoli, La prigione più bela del mondo si trova a Capri, December 10, 2013 htps://www.facebook.com/casamalaparteofcial/ posts/246965872135279. About the house in general, I recently read a beautiful and compelling book. In order to overcome any monumental fxedness and use the house as a free source of architectural invention, I advise to read Luca Molinari, Le case che siamo, Notetempo, Rome 2016.

16) About the issue of the inhabited building site and the endless process of transformation as a fruitful and present interpretation, it is interesting to listen to Curzio Malaparte's imaginary words narrated by Rita Monaldi and Francesco Storti in the fctional novel, Malaparte. Morte come me, Baldini e Castoldi, Milan. 2016, pp. 133-134.

17) See Giordano Bruno Guerri, L’Arcitaliano. Vita di Curzio Malaparte, Bompiani, Milan, 1980. From the same author, see also Giordano Bruno Guerri, Il Malaparte ilustrato, Arnoldo Mondadori Editore, Milan, 1988

18) Michele Masneri, Citofonare Malaparte, “Il Foglio”, August 23, 2015.

19) See Franco Purini, op. cit. in “Casabella “n° 582, 1991, p. 41.

20) Alexander Tzonis, Alcestis P. Rodi, op. cit. London, Reaktion 2013, p. 134

21) See Adalberto Libera, La mia eserienza di architeto, “La Casa” n.6, s.d.(1960), pp. 171-175

22) See Amedeo Maiuri, Letere di Tiberio da Capri, Fausto Fiorentino editore, Naples, 1961, pp. 12-13

23) See Danielle Willems, Te Funambulist Papers 01 /// Cinematic Catalysts: Contempt + Casa Malaparte, in htp://thefunambulist.net/2011/06/28, June 28, 2016

24) See Francesco Venezia, Gabriele Petrusch, Casa Malaparte a Capri, “Psicon”, n.5, October-December 1972, pp. 139-144; Cento progeti da ricordare: i risultati del referendum di Modo, “Modo “, n. 25, December 1979, pp 47-53; Francesco Venezia, Casa Malaparte in “A+U-Architecture and Urbanism”, n.48, 72:12, Tokyo; Francesco Venezia, Il luogo dela mente: l’isola dela sfnge, Scriti brevi 1975-1989, Edizioni Clean, Naples, 1990, p. 37; Francesco Venezia, Casa Malaparte, Arquitectos de Cadiz, Cadiz, 2001

25) See John Hejduk, “Casa come me”. Cable from Milan, “Domus”, n.605, April 1980, pp. 8-13

26) See Manfredo Tafuri, L’ascesi e il gioco, “Gran Bazar”, n.15, July-August 1981, pp. 92-99

27) See Jorge Luis Borges, “La biblioteca di Babele” in Jorge Luis Borges, Finzioni, Einaudi, Turin, 1955, pp. 69-78

28) See Franco Purini, op. cit., “Casabella”, n.582, September 1991, pp. 40-42

29) See Bart Lootsma, Adalberto Libera and Te Vila Malaparte, in “Forum” n°30, January 1985, pp. 22-26

30) About the seeming fxedness of the building in a landscape, in Breve storia dela vita privata, Ugo Guanda Editore, Parma, 2011, p. 472, the American writer Bill Bryson leads us around his own house, explaining that “this impression of permanence is obviously misleading. It is not that the landscape is not changing, its change is too slowly for us to see it”. We should get used to something that is sudden, we should trust the apparitions in order not to be condemned to a tiresome fnesse, in order not to become very slow interpreters of a nothingness

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that leaves everything identical. It is a nothingness that evokes Gaston Bachelard's description in La poetica delo spazio, Edizioni Dedalo, Bari, 1975, p. 134, where “the verbs themselves are frozen into nouns. Only images can make the verbs move again”. Long live images, then.

31) Hans Sedlmayr, Perdita del centro, Rusconi Editore, Milan, 1974, pp. 32-33

32) Massimo Bocchiola, Mai più come ti ho visto. Gli occhi del tradutore e il tempo, Einaudi, Turin, 2015, p. 22

33) Orhan Pamuk, L’innocenza degli oggeti. Il museo del’innocenza Istanbul, Einaudi, Turin, 2012, p. 51

34) Giovanni Allevi, Classico ribele, Rizzoli, Milan, 2011, pp. 74-81

35) Domenico Rea, Gesù fate luce, Isbn Edizioni, Milan, 2010, p. 205

36) Valerio Magrelli, Nel condominio di carne, Einaudi, Turin, 2003, p. 22

37) See Rafaele La Capria, Esercizi superfciali. Nuotando in superfcie, Arnoldo Mondadori Editore, Milan, 2012, p. 13

38) See Bruno Munari, Codice ovvio, Giulio Einaudi editore, Turin, 1994

39) John Berger, Sul guardare, Paravia Bruno Mondadori Editori, Milan, 2003, pp. 71-74

40) Predag Matvejevic, Breviario mediteraneo, Garzanti, Milan 1991, p. 51

41) Michele Serra, Ognuno potrebbe, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milan, 2015, p. 17

42) See Roberto Esposito, Le persone e le cose, Giulio Einaudi editore, Turin, 2014, p. 10

43) I ofen think about the unbelievable fgurative liveliness of gang tatoos in Naples and at the same time, I smile when I read Nicolai Lilin's words in Educazione siberiana, Einaudi, Turin, 2009, pp. 73-74, when he recalls the almost gentle dimension of the tatoos of the “most powerful criminal gang in Russia, the Black Seed […] the images may be the same but only someone who can read a body can precisely interpret what they hide and why they are diferent”.

44) Jean Clair, De immundo, Abscondita Srl, Milan, 2005, p. 61

45) Kader Abdolah, La casa dela moschea, Iperborea srl, Milan, 2008, p. 15

46) Jacques Atali, Breve storia del futuro, Fazi Editore, Rome, 2007, p. 158

47) Erri De Luca, Alzaia, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milan, 1977, p. 35

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Un'avvertenza.

È impossibile tra testi, articoli pubblicati su riviste, giornali e web riportare la grande eco che casa Malaparte ha avuto dagli anni '30 ad oggi. Quesa non è neanche una scelta qualitativa di titoli, sicuramente vi sono altri contributi molto interessanti. È per me importante, però, elencare quei materiali che hanno ispirato la composizione di queso lavoro.

Note to the reader.

It was simply impossible to report here the entire list of reacions and commentaries – essays, articles for magazines, daily newspapers and web sites – casa Malaparte has elicited ever since the 1930s. While the folowing bibliography is not even intended to ofer a quality selection of the bibliographical resources about casa Malaparte, I decided, instead, to fuly list al the documents that inspired the development of this work.

• K. Abdolah, La casa dela moschea, Iperborea srl, Milano, 2008

• G. Allevi, Classico ribele, Rizzoli, Milano, 2011

• G. C. Argan, Libera, Editalia, Roma, 1975

• J. Atali, Breve storia del futuro, Fazi Editore, Roma, 2007

• S. Atanasio, Curzio Malaparte.“Casa come me” Punta del Massulo, Tel 160 Capri, Napoli Arte Tipografca 1990

• S. Atanasio, Le facciate di casa Malaparte, “XY. Le dimensioni del disegno “, Orricina edizioni, Roma, Gennaio-Aprile 1994, pp.63-66

• AA.VV. Cento progeti da ricordare, in “Modo” 25, dicembre 1979, pp. 47- 54

• G. Bachelard, La poetica delo spazio, Edizioni Dedalo, Bari, 1975

• J. Berger, Sul guardare, Paravia Bruno Mondadori Editori, Milano, 2003

• M. Bocchiola, Mai più come ti ho visto. Gli occhi del tradutore e il tempo, Giulio Einaudi editore, Torino, 2015

• J. L. Borges, Finzioni, Giulio Einaudi editore, Torino, 1955

• B. Bryson, Breve storia dela vita privata, Ugo Guanda Editore, Parma, 2011

• E. Brunner, Auch ich auf Capri, in “Merian”, 9 september 1993, pp. 75-93

• A. Brunelli, “Mostro alla Hejduk”, in Antemalaparte (a cura di) Ch. Gambardella, Altralinea Edizioni, Firenze, 2015, pp. 24-25

• S. Bucci, Malaparte: quesa vila è solo mia, in “Corriere della sera “, 10 Luglio 2009, p.41

• M. Buonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Roma 1982

• O. Carpenzano, “L'autoritrato architetonico”, in Antemalaparte (a cura di) Ch. Gambardella, Altralinea Edizioni, Firenze, 2015, pp. 16-17

• B. Chatwin, Casa Malaparte. Tra le rovine, “Casabella “, n. 648, 1999, pp. 6-10

• J. Clair, De immundo, Abscondita Srl, Milano, 2005

• E. Corvino, “Atraverso Malaparte”, in Antemalaparte (a cura di) Ch. Gambardella, Altralinea Edizioni, Firenze, 2015, pp. 26-27

• E. De Luca, Alzaia, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 1977

• L. Di Loreto, “Malaparte ripetuta”, in Antemalaparte (a cura di) Ch. Gambardella, Altralinea Edizioni, Firenze, 2015, pp. 20-21

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Bibliografa

• G. Domenici, “Un marziano a Capri”, in Antemalaparte (a cura di) Ch. Gambardella, Altralinea Edizioni, Firenze, 2015, pp. 30-31

• R. Esposito, Le persone e le cose, Giulio Einaudi editore, Torino, 2014

• M. Ferrari, Adalberto Libera Casa Malaparte a Capri 1938-1942, Ilios Editore, Bari, 2008

• M. Gelvi, “Il punto zero”, in Antemalaparte (a cura di) Ch. Gambardella, Altralinea Edizioni, Firenze, 2015, pp. 20-21

• Ch. Gambardella, Il sogno bianco. Architetura e “mito mediteraneo” nel 'Italia degli anni '30, Clean, Napoli,1989, pp. 107-119

• Ch. Gambardella, Casa Malaparte. Breve anatomia di un enigma, in “ARQ “, n. 4, Dicembre 1990, pp. 129-131

• Ch. Gambardella, Case sul Golfo. Abitare lungo la costa napoletana 1930-1945, Electa Napoli, Napoli, dicembre 1993

• Ch. Gambardella, L'architetura dele scale, Sagep, Genova, 1993, pp. 150-156

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• Ch. Gambardella, Codice policromo, Alinea, Firenze, 2008, pp. 120-125

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