Il progetto come prodotto di ricerca

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04 Collana Alleli / TXT Comitato scientifico Edoardo Dotto Nicola Flora Bruno Messina Stefano Munarin Giorgio Peghin I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review

ISBN 978-88-6242-283-3 Prima edizione italiana febbraio 2018 © LetteraVentidue Edizioni © Roberta Amirante Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L’editore si augura che avendo contenuto il costo del volume al minimo i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per fare delle fotocopie. Anche perché il formato tascabile della collana è un invito a portare sempre con sé qualcosa da leggere, mentre ci si sposta durante la giornata. Cosa piuttosto scomoda se si pensa a un plico di fotocopie. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Francesco Trovato Impaginazione: Martina Distefano LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italia Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni


Roberta Amirante

Il progetto come prodotto di ricerca un’ipotesi


Indice


8. Premessa 11. Progetto e ricerca 40. Abduzione e valutazione Punto e a capo

102. Che fare?

(che ne dite se facciamo una rivista?)


Premessa


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Premessa

Questo piccolo volume è frutto di una serie di riflessioni che hanno origini piuttosto lontane nel tempo e hanno cominciato a materializzarsi cinque anni fa, sollecitate dal bisogno di affrontare la spinosa questione della valutazione del progetto come prodotto di ricerca. Nel 2011 sono stata parte del GEV (Gruppo Esperti Valutatori) per l’area ingegneria civile-architettura, nell’ambito del primo esercizio della VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) e mi sono trovata a corto di “parametri”. La stranezza di quella situazione, che metteva il valutatore in una condizione di responsabilità solitaria e di profonda incertezza, era anche il segno di una conquista: il progetto (in una definizione che si fermava lì, che non metteva limiti all’interpretazione di questa parola) era riconosciuto dalla comunità scientifica nazionale come un possibile prodotto di ricerca. Personalmente l’ho interpretata come una sorta di messa alla prova … vediamo se ce la fanno! E da allora ho avuto la sensazione che, avuta la bicicletta, avessimo molta difficoltà a pedalare. E questo benché, in teoria, le nostre capacità di


Progetto e ricerca


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Progetto e ricerca

All’inizio volevo cominciare così: “Questo piccolo volume è destinato a tutti quelli che nel campo dell’architettura si interrogano sul rapporto tra progetto e ricerca”. Ma poi ho provato a immaginare cosa i destinatari si sarebbero aspettati: probabilmente un mini-trattato che ricostruisse per sommi capi in quanti e quali modi il progetto, in tutte le sue diverse forme, è stato avvicinato alla ricerca (più o meno scientifica, di base, sperimentale, applicata, interdisciplinare, transdisciplinare, industriale …). E non era di questo che volevo scrivere. E allora ho cominciato a correggere il tiro: “Questo libretto è destinato a tutti quelli che, nell’ambito dell’Università, si trovano a maneggiare il progetto di architettura”. Ma neanche così potevo cavarmela facilmente. Stavolta i destinatari, in teoria abituati a trattare il progetto in forma di ricerca, avrebbero immaginato di trovarsi di fronte a una piccola enciclopedia, che trattasse di classi, di metodi, di catalogazioni, e magari di protagonisti, con un centinaio di voci molto selezionate: la prima probabilmente sarebbe stata abaco, l’ultima quasi certamente Zumthor… Ma neanche di questo volevo scrivere.


Abduzione e valutazione Punto e a capo


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Abduzione e valutazione

Quando, subito dopo averlo scritto, ho fatto leggere questo capitolo introduttivo ai miei primi interlocutori “scientifici” (alcuni li tengo in famiglia) la reazione è stata, più o meno: “Bene, si capisce a chi può servire … ma adesso devi scrivere il libro!”. Ho avuto un attimo di sconforto, anche perché avevo già impegnato non poche delle pagine pattuite con l’editore solo per spiegare un “cambio di punto di vista”, per giustificare come escamotage metodologico una centralità (la mia), altrimenti improponibile. Ma poi mi sono ricordata che con questa mossa, mi ero preparata il campo per usare l’asso che avevo nella manica. Ho scritto che l’origine di questa storia è al centro, ma non vi ho detto che questa figura centrale non è un cerchio ma un’ellisse. Uno dei fuochi è l’Erlebnis della VQR, l’altro è un articolo dal titolo Abduzione e valutazione che ho scritto per la rivista Op.cit. proprio a valle di quella (tremenda ma illuminante) esperienza. Op.cit. è un altro pezzo di autobiografia, la frequento come indocile (a dire del suo Direttore) redattrice da trent’anni … questo articolo ha avuto una singolare e gratificante



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