Tensioni

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Compresse collana ideata e diretta da Francesco Trovato Comitato Scientifico Francesco Cacciatore Fabrizio Foti Paolo Giardiello Marta Magagnini Marella Santangelo

ISBN 978-88-6242-326-7 Prima edizione ottobre 2018 © LetteraVentidue Edizioni © Giovanni Rasetti Tutti i diritti riservati Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L'editore si augura, che avendo contenuto il costo del volume al minimo, i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per delle fotocopie. Anche perché il formato tascabile della collana è un invito a portare sempre con sé qualcosa da leggere, mentre ci si sposta durante la giornata. Cosa piuttosto scomoda se si pensa a un plico di fotocopie. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyright delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Francesco Trovato LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni


Giovanni Rasetti

Tensioni

Architetture nei paesaggi


a Paola,Gerardo, Katia


Indice 7

Introduzione

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Leggere il paesaggio e l'architettura

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Scrivere le tensioni nel paesaggio

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Verso un paesaggio totale

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Il Paesaggio come Testimone Nota di Fran Silvestre

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Bibliografia



Introduzione Fin dai primi giorni della sua vita sul pianeta, l'uomo ha cercato di abitare l'ambiente che gli si parava davanti, adattandosi prima e creando poi rifugi, dalle grotte alle tende, come descritto da Goffried Semper in The Four Elements of Architecture1. Tuttavia, questa visione positivista dello sviluppo umano e architettonico ha gradualmente modificato, con il raffinamento del pensiero e della società attraverso lo sviluppo della filosofia e dell'arte, la visione di quello che era l'ambiente naturale, arrivando alla definizione estetica di un nuovo ente: il paesaggio. Anche se la parola paesaggio è piuttosto nuova nella storia umana – e la parola inglese Landscape non esprime tutta la complessità di ciò che originariamente era nel termine francese Paysage – l'identificazione del suo significato più intimo e in generale degli elementi significanti che lo compongono sono tutt'oggi ancora in discussione; ma è innegabile che l'uomo, attraverso la sua evoluzione, ha iniziato a pensare all'ambiente e al territorio non semplicemente come spazio libero da 1. Quitzsch Heinz, La visione estetica di Semper. I quattro elementi dell'architettura, Jaca Book, Milano, 1990.

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controllare per la sua sicurezza o coltivare come risorsa, da possedere, ma come mezzo sensoriale per soddisfare il suo piacere estetico. Questa lettura della storia umana può facilmente condurre il lettore a pensare allo sviluppo dei giardini come spazio estetico, o non funzionale. Tuttavia questa è una visione parziale della costruzione del paesaggio, che si è rafforzata nel tempo dalla concezione europea dall'arte dei giardini e della pittura “paesaggista” sviluppata dal 1500 in poi. Un'altra lettura, ancora poco sviluppata della costruzione del paesaggio è quella che accoglie nella sua analisi l'architettura propriamente detta, ossia di come una costruzione fisica entri in risonanza, generi tensioni e, infine, modifichi o, in alcuni casi, crei il paesaggio. Tuttavia questa trattazione non si soffermerà su quello che è comunemente accettato come architettura del paesaggio nell'accezione contemporanea: l'arredo urbano, la composizione degli elementi naturali e la pianificazione territoriale, modificano e strutturano sì il paesaggio, ma fanno anche in modo che l'elemento architettonico primo, l'edificio, sia dimenticato, o oscurato, nella sua capacità di trasformare lo spazio e di intessere relazioni, sia alla piccola che alla grande scala. I primi esempi di questa interpretazione dell'Architettura del Paesaggio furono costruiti molto prima che la parola o il concetto di Paesaggio fossero inventati e tra essi i principali sono sicuramente il Partenone e l'Acropoli, nel mondo greco, e la Villa Adriana, in quello romano. Nel tempo, la cultura ha cambiato, raffinato e sviluppato diverse filosofie gnoseologiche ed estetiche

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riguardanti il paesaggio, influenzando e essendo influenzata vicendevolmente dalle arti, come la pittura in passato e l'arte ambientale, la Land Art e la fotografia nel presente, portando ad una nozione mutevole e multiforme di Paesaggio. Infatti, la ricerca contemporanea, si confronta ancora su ciò che può essere concepito come paesaggio, accostando all'ambiente naturale / rurale comunemente accettato, l'ambiente antropizzato, costruito, urbano, come le fotografie dell'esposizione New Topographics2 hanno suggerito nel 1975. In questo ambiente culturale contemporaneo, caleidoscopico, lo scopo di questo libro è esplorare le declinazioni taciute dell'Architettura del Paesaggio attraverso esempi di unità architettoniche minime, rappresentate della casa singola, descrivendole all'interno di categorie “morfogeniche” – Mimesi, Assimilazione, Astrazione e Trasgressione - che ne definiscono le tensioni generate con l'ambiente e il dialogo che si intesse nella composizione del paesaggio. Unendo ciò che è universalmente accettato come Architettura del Paesaggio e Architettura nel Paesaggio, l'attenzione si concentra sulla ricerca di approccio progettuale della relazione con i diversi ambienti e contesti, che non guarda solo a la forma e il materiale dell'edificio, lo spazio libero, o gli elementi naturali e l'ambiente circostante, ma che guardi all'intero sistema, da lontano, concepito come un unicum. 2. William Jenkins, New Topographics: Photographs of a Man-Altered Landscape", presso International Museum of Photography, George Eastman House, (Rochester, New York), 1975.

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Allegoria della "House on the Cliff "


Astrazione «Abstraction addresses the process of removal in order to reach the essential datum of things. In a design world increasingly dominated by organic and redundant forms, abstraction is likely to be one of the most unpopular concepts in the field of architectural theory. While it is a mistake to think abstraction opposes the complexities and contradictions of our world, we deny that it is the very outcome of larger historical and cultural forces.»5 Parafrasando le parole di Pier Vittorio Aureli, l'astrazione è quel processo di rimozione del riferimento, del contatto con il contesto - culturale o fisico - nel quale l'architettura si colloca. Questa accezione, che sottintende una lettura negativa di questa categoria architettonica, poggia le basi nei primi capitoli del manifesto postmoderno "Complessità e Contraddizione in Architettura"6, oscurando la rivoluzione architettonica che aveva cambiato il volto dell'architettura dall'inizio del secolo. L'astrazione paesaggistica riassume, quindi, in sé tutte le possibili accezioni di questo processo compositivo e le declina in un rapporto chiaro e perentorio con il paesaggio, generando tensioni nette che affondano le loro fondamenta nel platonismo e nella rinascimentale contrapposizione tra l'artefatto e il naturale. Il primo esempio di questo rapporto è la House on the 5. Aureli Pier Vittorio, A Brief History of Abstraction in Architecture: Design and the Administration of Life, Architectural Association Lecture, London, 2013. 6. Venturi Robert, Complessità e Contraddizione in Architettura, Edizioni Dedalo, Bari, 2014.

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Cliff di Fran Silvestre, dell'omonimo studio Valenciano. Questa casa incarna la declinazione architettonica più palese della categoria di astrazione. La casa si compone di un basamento su più livelli, che ospita l'accesso carrabile e una terrazza, con piscina ed i relativi spazi serventi; su questo poi, si erge un piano sospeso da terra, al cui interno si distribuiscono gli spazi principali dell'abitazione A partire dall'a-matericità delle superfici - bianche, lucide e lisce - fino alle forme plastiche e stereometriche, che si rincorrono nell'arrampicarsi nell'aria, la casa provoca un completo distacco materico e formale con il paesaggio, caratterizzato dalla macchia mediterranea e dalle pietrose scogliere vicino Alicante. Una tale realizzazione, forzatamente avulsa da ogni legame col contesto – e che ne nega persino l'andamento orografico – eredita, però, una lunga schiera di precedenti illustri, che hanno scritto, nel secolo scorso, altrettante pagine sul rapporto d'astrazione tra architetture e paesaggi, come la Douglas House di Richard Meier e Casa Malaparte di Adalberto Libera. La tensione paesaggistica, generata da questi progetti, non risiede nella composizione architettonica in sé, o nelle caratteristiche superficiali-materiche, ma nell'immagine complessiva che l'architettura genera col contesto: il divario tra l'artefatto e il naturale amplifica la potenza espressiva di entrambi, entrando in una continua spirale dialogica di contrasti. Ben più sottile si configura il processo d'astrazione per le cabine del Sacromonte Landscape Hotel in

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Uruguay, progettata da MAPA, uno studio UruguayanoBrasiliano, attivo nel campo della micro-architettura. Queste cabine, autosufficienti e prefabbricate, s composte da una struttura a telaio in acciaio, che configura lo spazio in una semplice forma parallelepipeda. Le quattro facciate sono, a loro volta, tamponate con una facciata vetrata continua e con una composizione di tronchi in legno - sulle superfici lunghe - e con degli scuri in lamelle di legno, a coprire delle logge sui lati corti; il volume, infine, si appoggia su un basamento basso, realizzato con un opus incertum di pietre locali. La specifica astrazione di queste cabine, immerse nel panorama idilliaco di un parco-vigneto di 250 acri, è nel semplice dettaglio della vetrata continua specchiata, che corre per tutta la superficie della facciata con minime fughe tra un pannello e l'altro. In maniera inversa rispetto a quello che succede nel mimetico Tree Hotel - circondato da quel paesaggio in cui vuole essere assimilato - la particolare disposizione delle cabine, sulla sommità delle colline del vigneto, fa sì che questi vetri specchiati riflettano sempre il cielo, interrompendo la continuità materica dell'ambiente naturale e smaterializzando il volume architettonico. Questa discontinuità allegorica col paesaggio, che eredita le moderne sperimentazioni della fotografia di David Nanni, Daniel Kukla o Sonka Bachmayer, provoca una sottile tensione di assenza, un'astrazione spaziale, piuttosto del contrasto materico-formale mediato dalla House on the Cliff di Fran Silvestre.

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Allegoria della "Casa No Geres"


Trasgressione La trasgressione in architettura è stata ampiamente trattata da Carlos Martì Aris7 riguardo i metodi di composizione e ri-composizione del tipo; Aldo De Poli8 la definisce in maniera più ampia e operativa: «Penso che esistano due tipi di trasgressione; una individuale ed una collettiva. La trasgressione individuale è sempre esistita e si ha ogni volta che si interpretano nel concreto dei sistemi acquisiti di regole. Sulla spinta di un forte apporto soggettivo tali certezze vengono quotidianamente messe in discussione [...]». Identifichiamo, quindi, per la costituzione di una trasgressione la necessità di avere una regola, quale che sia – fisica, storica, ambientale, architettonica, naturalistica – e una sua reinterpretazione soggettiva per mezzo di scelte logico-espressive9. Nel paesaggio questo si traduce in un processo opposto a quello di Assimilazione: invece che modellare l'idea di architettura, attraverso un assorbimento delle caratteristiche contestuali, queste vengono analizzate per trarne delle regole, dei canoni estetici ripetuti, solo per poi sovvertirli nell'eccezione dell'artefatto architettonico. La Casa no Gerês dello studio Correia/Ragazzi (Graça Correia e Roberto Ragazzi) è un ampliamento di una 7. Martì Arìs Carlos, Le variazioni dell'identità, Città Studi Edizioni, Torino, 2010. 8. De Poli Aldo, Regola e Trasgressione in Architettura, in Architettura di rara bellezza. Documenti del Festival dell'architettura 2006, Festival d'Architettura Edizioni, Parma, 2006 . 9. Martì Arìs Carlos, Op. Cit.

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Nella stessa collana: 01. Fabrizio Foti, Il paesaggio nella casa. Una riflessione sul rapporto architettura-paesaggio. 02. Chiara Rizzica, L'inventario del costruito recente. Forme ed usi del quotidiano in Sicilia. 04. Fabrizio Foti, Architettura. Realtà del divenire. 05. Luigi Prestinenza Puglisi, Breve corso di scrittura critica. 06. Paolo Giardiello, iSpace. Oltre i non luoghi. 07. Marella Santangelo, Coderch e l'abitare collettivo. 08. Pietro Giorgio Zendrini, Resistente – Widerrstandsfähig. 09. Davide Vargas, Città della poesia. Una ricerca di [sopra]vivenza. 10. Gennaro Postiglione, Interni. Metodi, azioni, tattiche [della ricerca]. 11. Beniamino Servino, Architectura Simplex. 12. Giovanni Corbellini, Housing is back in town. 13. Luigi Spinelli, Gli spazi in sequenza di Luigi Moretti. 14. Paolo Giardiello, Lettera (e non solo)
ad uno studente di architettura. 15. Giuseppe Todaro, Muratore di opera grave. Conversazione con Álvaro Siza Vieira. 16. Lorenzo Consalez, Pierluigi Salvadeo, Navigare sulla carta bianca. 17. Alessandro Mauro, Tra virgolette2. 800 aforismi sull'architettura. 18. Michela De Poli, Guido Incerti, Trasformazioni. Storie di paesaggi contemporanei. 19. Fabio Guarrera, Insediarsi e costruire. Osservazioni sul progetto della piccola casa. 20. Pietro Giorgio Zendrini, Architracce. L'intuizione dello spazio nell'uomo di montagna. 21. Marella Santangelo, Lo spazio del corpo, I templi di Frida Kahlo. 22. Enrico Frigerio, Slow Architecture, istruzioni per l'uso. (eBook) 23. Pietro Giorgio Zendrini, Periplo. Circolo(i) nell'ordinaria natura delle cose. 24. José Ignacio Linazasoro, La memoria dell'ordine, Paradossi dell'architettura moderna. 25. P. Croset, G. Peghin, L. Snozzi, Dialogo sull'insegnamento dell'architettura. 26. Angelo Torricelli, Palermo interpretata. 27. Fabrizio Foti, Le Corbusier “La Clef ”. 28. Alessandro Mauro, Il realismo e l'architettura italiana. 29. Jacopo Leveratto, Dall'interno. 30. Alberto Ulisse, Il Peso del Vuoto. 31. Francesco Collotti, Idea Civile Di Architettura, Scritti Scelti 1990-2017. 32. Paola Misino, La Casa On/Off, Spazi dell'abitare produttivo. 33. Fabrizio Toppetti, Architettura al presente. Moderno contiene contemporaneo.



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