Barbagia, Arcipelago Italia

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Francesco Cocco Nicolò Fenu Matteo Lecis Cocco-Ortu Giorgio Peghin Simone Solinas

BA R BAG I A , A R C I P E L AG O I TA L I A

Un progetto per le aree interne della Sardegna


Si ringrazia la Fondazione di Sardegna e Sardegna Ricerche per il sostegno e il contributo; in particolare Sandra Ennas e Linda Di Pietro

ISBN 978-88-6242-376-2 Prima edizione maggio 2019 © LetteraVentidue Edizioni © Sardarch – Francesco Cocco, Nicolò Fenu, Matteo Lecis Cocco-Ortu (www.sardarch.it) © Simone Solinas (www.simonesolinas.com) © Giorgio Peghin © Davide Curatola Soprana: p. 19 (Gibellina e Camerino) © Alessandro Guida: p. 18 (Valle del Basento); pp. 4-5, 23, 24-25, 36, 37, 50, 51, 67, 68-69, 76, 77, 83, 91, 92-93, 110, 111, 126-127, 157, 158-159 (Barbagia); pp. 17, 75, 133, 151, 152, 153 (Padiglione Italia) © Isabella Sassi Farias: p. 18 (Appennino Tosco-Emiliano) È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Gli autori rimangono a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. Progetto grafico: Alessandro Congiu (mooggeene.com) – Stefano Asili (asi.li) Il carattere dei titoli è Cairoli AC, di Alessandro Congiu LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Via L. Spagna 50 P 96100 Siracusa, Italia


Francesco Cocco Nicolò Fenu Matteo Lecis Cocco-Ortu Giorgio Peghin Simone Solinas

BA R BAG I A , A R C I P E L AG O I TA L I A

Un progetto per le aree interne della Sardegna




INDICE

INTRODUZIONE 10.

A R C I P E L AG O I TA L I A Mario Cucinella

20.

L’ E S P E R I E N Z A D E L L A BA R BAG I A A L L’ I N T E R N O D I A R C I P E L AG O I TA L I A Francesco Cocco, Nicolò Fenu, Matteo Lecis Cocco-Ortu, Giorgio Peghin, Simone Solinas

CONTRIBUTI CRITICI AL PROGETTO 29.

DA L L A S T R AT E G I A N A Z I O N A L E DELLE AREE I NTERN E A L L’A R C I P E L AG O I TA L I A Nicolò Fenu

38.

C O M U N I TÀ AT T I V E N E L L E A R E E F R AG I L I : U N A P R O P O S TA O P E R AT I VA Francesco Cocco, Nicolò Fenu, Matteo Lecis Cocco-Ortu

52.

P R O G E T T I PA R T E C I PAT I V I E M I S S I O N D I C O M U N I TÀ F R A L A BA R BAG I A E L’ O M O D E O Marianella Sclavi

70.

PA R O L E D I L A N A Stefano Asili


78.

C O S T R U I R E N U OV I I M M AG I N A R I La fotografia per raccontare il paesaggio contemporaneo e riflettere sul futuro dei luoghi Viviana Rubbo / Urban Reports

84.

U N A CASA P E R L A SA L U T E D E I C I T TA D I N I A O T TA N A Un nuovo modello di salute per l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) del Centro Sardegna Pino Frau

IL PROGETTO DELLA CASA DEI CITTADINI 98.

LA NARRAZIONE E IL P E N S I E R O P R O G E T T UA L E Verso il progetto della Casa dei cittadini di Ottana Giorgio Peghin

112.

L E S CAT O L E M AG I C H E Processi di modellazione progettuale cangianti e instabili Simone Solinas

129.

ATLANTE DEL PROGETTO


Francesco Cocco, Nicolò Fenu, Matteo Lecis Cocco-Ortu, Giorgio Peghin, Simone Solinas

L’ E S P E R I E N Z A D E L L A BA R BAG I A A L L’ I N T E R N O D I A R C I P E L AG O I TA L I A

La progettazione è il mezzo principale con cui gli esseri umani hanno a lungo tentato di modificare il loro ambiente naturale, nei particolari e nel complesso. L’ambiente fisico andava reso più abitabile e più consono alle crescenti aspirazioni. Ogni progetto diviene l’antenato di gran numero d’altri progetti e ingenera nuova messe di aspirazione. Richard Neutra, Progettare per sopravvivere.


Nel 1954 l’architetto americano Richard Neutra rifletteva, con queste parole, sulle possibilità che un’attività progettuale attenta alle problematiche sociali e ambientali potesse essere capace di generare un’aspirazione verso la costruzione di una prospettiva collettiva della nostra società. Un pensiero che ci consente di introdurre un progetto nato dalla partecipazione, come gruppo di ricerca scientifico e progettuale1, alla XVI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Il curatore del Padiglione Italia, l’architetto Mario Cucinella, ha raccolto intorno ad una ricerca sulle aree interne del territorio italiano, Arcipelago Italia, progettisti, ricercatori, docenti universitari, esperti di varie discipline, di varie regioni, soprattutto di quelle che subiscono il problema delle aree interne e dello spopolamento progressivo di questi territori “periferici”. La Sardegna, e in particolare la Barbagia di Ottana, è stata scelta come uno dei “casi” italiani da studiare, in una prospettiva di sperimentare, attraverso un progetto, la costruzione fisica e ideale di un luogo che possa “ingenerare nuove aspirazioni”, come sottolinea Richard Neutra. In questa cornice di opportunità e grandi stimoli culturali si è sviluppato un progetto1 complesso che ha lavorato su diverse scale e materiali eterogenei, evidenziando come l’attività progettuale nella nostra contemporaneità non possa più limitarsi alla semplice predisposizione di “forme”, pur adeguate, ma debba ricongiungere l’esperienza dell’architettura alla comunità e alla sua identità, al paesaggio come sistema articolato di relazioni e azioni fisiche e immateriali. Abbiamo, quindi, iniziato a descrivere il luogo, Ottana, come un territorio polisemico che, a seconda del punto di vista che si voleva esprimere, consentiva di leggere differenti caratteristiche. La storia ci è stata d’aiuto: non una storia lineare e progressiva, ma varie storie che, incontrandosi, hanno prodotto una narrazione di questo luogo ricca di possibilità e di eventi ancora possibili. Questa narrazione ci è servita, anche, per fissare alcune condizioni del progetto: il mondo arcaico, ancora riconoscibile e presente in questi luoghi, come modo di rappresentare una nuova e differente interpretazione del concetto di sostenibilità e come mondo di forme primarie; l’acqua come elemento determinante e sempre presente nell’immaginario geografico; il concetto di limite e di porta, interfaccia tra sistemi territoriali differenti. Il progetto ha cercato di esprimere questi concetti, declinandoli in un edificio per la salute, la Casa dei Cittadini. La salute, naturalmente, 21




Marianella Sclavi

P R O G ET T I PA R T E C I PAT I V I E M ISSI O N D I C O M U N I TÀ F R A L A BA R BAG I A E L' O M O D E O Amo la Sardegna e il carattere schivo e piantato nel presente del popolo sardo. Per questo motivo ho subito scelto Ottana, fra le cinque località italiane che l'architetto Mario Cucinella aveva deciso di portare alla Biennale di Venezia 2018 sotto il titolo "Arcipelago Italia", come esempi di progetti per il rilancio e la rivivificazione di aree interne in spopolamento. È così che ho conosciuto il collettivo di Sardarch, il gruppo di architetti che MCA (Mario Cucinella Architects) aveva individuato come partner in Sardegna e che è iniziata quella che si è rivelata una entusiasmante e continuativa collaborazione.


O T TA N A : L’A P P R O C C I O PA R T E C I PAT I VO

Abbiamo chiesto al sindaco: «Quali sono i punti di forza di questo territorio e quali gli aspetti critici, quali le opportunità e le minacce?» Abbiamo rivolto le stesse domande a una ventina di altri esponenti della “leadership locale”: ex operai, insegnanti, medici, baristi, allenatori sportivi, casalinghe, esponenti della giunta e del consiglio comunale. Ne abbiamo ricavato una “narrazione polifonica”: un ritratto a più voci della situazione attuale a Ottana, comuni limitrofi, la Barbagia. Il 25 gennaio 2018 c’è stato un incontro pubblico dal titolo: “Dal passato industriale al futuro di Ottana”. A partire dalla proiezione della narrazione polifonica i presenti in piccoli gruppi hanno discusso sui legami antichi con la propria terra (Terra, Acqua, Fuoco e Aria) e con la tecnica del brainstorming hanno elaborato una diagnosi sui Futuri Probabili se niente di nuovo accade, e quelli Desiderabili. L’insediamento petrolchimico ha portato benessere finché è durato, ma anche malattie e inquinamento. Riporto qui i Trend Probabili “se non si cambia” e quelli Desiderabili che devono “guidare il cambiamento”, come sono scaturiti da questo incontro. Trend Probabili: Gente che va via, aumento disoccupazione, meno verde, avvio bonifiche, aumento piccola imprenditoria che valorizza risorse locali, ritorno alla terra, aumento persone/famiglie sotto la soglia di povertà, fine del non finito (abitazioni). Futuro Desiderabile: Cambio radicale di mentalità, conclusione bonifiche, un vivace centro di formazione professionale funzionale al territorio, incroci di accesso al paese sistemati, capacità imprenditoriale diffusa specialmente fra i giovani, aumentata percentuale dei giovani che possono valorizzare in paese la loro alta professionalità, Ottana è vista come “città della salute”, “vita sana e invecchiamento attivo” filo conduttore in tutti i campi, installato un polo universitario, installato un polo geotermico, museo dell'industria/archeologia industriale, un paio di strepitose discoteche. Da questi trend, frutto di emersione di una “intelligenza collettiva”, sono ricavabili le linee guida di una “Mission”, di un solenne impegno dei cittadini attivi di Ottana a operare collettivamente per fare di questa “porta della Barbagia”, una “città della vita sana”, un centro altamente specializzato nel “risanamento umano e territoriale a 360 gradi”, capace di scuotersi definitivamente 53




Schizzo di progetto: il rapporto con il luogo.


Ottana e la valle dal luogo del progetto.


Planimetria: Livello -1.


Planimetria: Livello 0.


Prospettiva della (h)all principale coperta.



Esploso assonometrico.


Modello architettonico. Sezione dell'edificio.


SEZIONE

Una possibile approssimazione al progetto, sia come racconto, sia come reale percorso di un ipotetico utente, prevede la sua descrizione e scoperta attraverso la sezione. L’asse in analisi, che evidenzia questo taglio astratto dell’edificio e della sua configurazione spaziale su un piano verticale, trova un punto di origine nell’incontro con una seconda retta, questa volta territoriale, che infila in sequenza Cattedrale, Ciminiere e per finire il Tirso e la piana, lasciandosi alle spalle i Monti del Gennargentu. Su questo crocevia s’innesta una piazza quadrata, tagliata diagonalmente da uno dei percorsi che conducono al paese. Su un lato si attesta il progetto della Casa dei Cittadini. La leggera pendenza di questo suolo, che ci accompagna su tutto il percorso, conduce in ascesa verso uno dei molteplici varchi all’edificio. Guadagnato il livello orizzontale uno spazio aperto ma coperto funge da primo filtro tra esterno e interno. Otrepassata una soglia vetrata, composta da una successione di porte appaiate, ci troviamo all’interno della (h)all principale la quale è circondata, su entrambi i due piani, da una serie di ambiti disposti sul suo perimetro e disponibili per molteplici usi. La copertura di questo spazio, organizzato in un’alternanza di setti opachi e piani di vetro, fa immediatamente dubitare sul fatto che questa porzione di edificio si realmente uno spazio interno o voglia raffigurarne invece uno esterno. Seguendo il filo di attraversamento di questo complesso spaziale lo sguardo si dirige verso un grande portale allungato che, assieme ad una scalinata, inquadra un’area apparentemente esterna. È certamente questa un’area esteriore in quanto potentemente illuminata dalla luce naturale rispetto a quella in cui ancora ci troviamo, e dotata della presenza di una certa vegetazione, ma interna rispetto al complesso dell’edifico. Si tratta pertanto di un secondo recinto, questa volta sì a cielo aperto, che risulta poroso sul suo perimetro. Osservando ancora la sezione possiamo apprezzare come la nostra posizione si dispone all’incirca nel punto d’intersezione tra il livello di calpestio di questa seconda corte aperta e il piano naturale dato dalla pendenza della collina circostante. Questo fatto esemplifica come l’edificio s’incastri parzialmente all’interno del rilievo scelto come area di progetto ed in questo punto scelga di spingersi verso il basso scavando in maniera decisiva 154


la terra fino a definire un ambito completamente ipogeo, illuminato dall’alto. In alternativa sempre in questo posto preciso, mediante un sistema di leggere rampe sospese, è possibile optare per avventurarsi verso l’alto, raggiungere il livello superiore che pone nuovamente in contato l’edificio con la quota naturale del crinale e da qui procedere verso la campagna circostante attraversando un frutteto preesistente.

P I A N TA

Una seconda presa di coscienza dell’edifico può essere condotta attraverso l’analisi della pianta e degli elementi che la compongono. I principali ambiti/funzioni possono essere facilmente individuati in una serie complessiva di cinque quadrati che, legati tra loro da una serie armonica, costruiscono un unico organismo. Ogni singolo quadrato è autonomo per quanto riguarda gli aspetti legati agli usi che accolgono, la distribuzione degli spazi, l’organizzazione dei percorsi e gli accessi. Contemporaneamente si cercano delle relazioni tra gli uni e gli altri tanto in senso orizzontale come nelle connessioni verticali. L’immagine complessiva che si persegue, in combinazione con quella descritta nella sezione, utilizza la casa pompeiana come riferimento, dove la successione fauces/atrium/tabilinium/peristilium è un principio base di aggregazione degli spazi che, se tenuto in mente, è di grande utilità per la comprensione degli ambiti proposti. In questa composizione gli archetipi che fanno da padroni sono sicuramente l’idea di patio e quella del padiglione nonostante nessuno dei due compaia in maniera “pura” ed il risultato finale, come possibile soluzione proposta sia dato piuttosto dalla presenza di situazione meticcie che mescolano e combinano i due riferimenti elementari. Ecco quindi che uno dei quadrati, quello forse con la tendenza ad essere il più pubblico tra tutti quanti, quello che accoglie chiunque si avvicini a questo edificio, è costruito come un grande atrium che, dotato di fauces, lo pone in contatto con la città. La dimensione spaziale principale inseguita è quella della verticalità. Gli usi sono principalmente pubblici al piano terra e vincolati alla ricerca quelli del primo. La dimensione d’introspezione di questo livello è data anche dall’organizzazione planimetrica dove la circolazione si accaparra dello spazio che affaccia 155


Il progetto presentato in questo libro è frutto di un lavoro realizzato da un “collettivo” di architetti, progettisti, ricercatori e docenti universitari della Sardegna ed esposto nel 2018 nel Padiglione Italia della XVI Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, nell’ambito della mostra-ricerca dal titolo Arcipelago Italia. Il risultato raggiunto dal “collettivo” è stato capace di far nascere una densa tessitura di relazioni tra sguardi disciplinari e figure professionali eterogenee, delineando una maniera di “fare” architettura che non si è limitata alla sola configurazione formale ma ha racchiuso riflessioni articolate su diversi livelli del progetto, da quello territoriale e paesaggistico a quello strategico e orientato alla comprensione delle dinamiche e dei processi, tutti confluiti nella proposta di un edificio, la Casa dei Cittadini, un luogo per la “cura” della Barbagia.

E 20,00


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