Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della
PARTNER
Fondazione dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Catania
PATROCINI
SDS
Architettura e Patrimonio Culturale
Comune di Adrano Comune di Biancavilla
Comune di S. M. di Licodia
Regione Siciliana
Città Metropolitana di Catania
di Catania
Provincia di Catania
Ricucire lembi urbani
7° Workshop Internazionale di Architettura
Biancavilla, 8-11 Dicembre 2022
Comitato Organizzativo
Eleonora Bonanno, Sebastian Carlo Greco, Martina Arena, Cristina Caudullo, Giovanni Longhitano, Giovanni Lucifora, Anna Polisano, Igor Nastasi, Desiree Russo, Fabrizio Russo, Ivana Laura Sorge
Comitato Scientifico
Fernanda Cantone, Francesca Castagneto, Fabrizio Foti, Carlo Palazzolo, Luigi Pellegrino
Progetto Grafico
GdL Comunicazione e grafica FOAPPC_CT - Desiree Russo
Media Partner e Comunicazione
Ipress, Radio Flash
Book design
GdL Comunicazione e grafica FOAPPC_CT - Desiree Russo, Giulia Caruso
Ordine degli Architetti, Pianificatori e Conservatori della Provincia di Catania
Fondazione dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Catania
Si ringraziano:
Salvatore Fiore (Presidente FCE), Antonio Bonanno (Sindaco di Biancavilla), Giovanni Buttò (Sindaco di Santa Maria di Licodia), Fabio Mancuso (Sindaco di Adrano), Renato Schifani (Presidente della Regione Siciliana), Irene Donatella Aprile (Soprintendente BB.CC.AA. di Catania), Enzo Spartà (Commissario Ente Parco Etna), Vincenzo Infantino (Direttore Generale Arpa Sicilia), Piero Mattei (Commissario straordinario Città metropolitana di Catania), Francesco Priolo (Rettore dell’Università di Catania), Matteo Ignaccolo (Direttore DICAR), Fausto Carmelo Nigrelli (Presidente SDS Architettura di Siracusa), Mario D’Amico (Direttore Di3A), Francesco Miceli (Presidente CNAPPC), Alessandro Amaro (Coordinatore FAS), Mauro Scaccianoce (Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania), Filippo di Mauro (Presidente della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Catania), Rosario Fresta (Presidente ANCE di Catania), Antonella Bondì (Presidente AIAPP), Mariagrazia Leonardi (Presidente InArch Sicilia), Dario Antignano (Presidente INBAR), Giuseppe Trombino (Presidente INU), Marco Oddo (Presidente FIAB di Catania).
Siamo grati: ai relatori delle giornate propedeutiche al workshop Biagio Bisignani, Francesco Finocchiaro, Giuseppe Galizia, Gaetano Laudani, Laura Saija, Rossana Sampugnaro all’urbansketchers Claudio Patanè ai Visiting Francisco Leiva, Piero Bruno e Vincenzo Riso ai Resident Fernanda Cantone, Francesca Castagneto, Fabrizio Foti, Carlo Palazzolo, Luigi Pellegrino ai Tutor Andrea Allegra, Valeria Bruno, Marialaura Calogero, Eleonora Ingiulla, Salvatore Leanza, Cristina Elena Francesca Licciardello, Matteo Pennisi, Arianna Scalzo, Graziano Testa a tutti i partecipanti
17 23
00/
WORKSHOP: OCCASIONE PER UN PROCESSO CONDIVISO
Comitato organizzativo
39 89 15
01/
GRADO ZERO
Giulia Caruso
02/
TRASMISSIONE DI SAPERI PER UN PROGETTO ADERENTE
Fernanda Cantone
UN APPROCCIO OLISTICO
Biagio Bisignani
RELITTI INFRASTRUTTURALI. LA CITTÀ LINEARE, UN NUOVO
PAESAGGIO URBANO
Francesco Finocchiaro
DALLA PROGETTAZIONE ALLA REALIZZAZIONE
Giuseppe Galizia
LA CIRCUMETNEA COME RISORSA
Gaetano Laudani
BREVI NOTE SUL DIBATTITO PUBBLICO NELL’ORDINAMENTO
ITALIANO
Rossana Sampugnaro
UN TERRITORIO, TRE CITTÀ, UNA LINEA
Giulia Caruso
03/
PROGETTI
ADRANO
Francisco Leiva, Fernanda Cantone, Francesca Castagneto
BIANCAVILLA
Piero Bruno, Carlo Palazzolo, Fabrizio Foti
SANTA MARIA DI LICODIA
Vincenzo Riso, Luigi Pellegrino
04/
OFF-TOPIC
PASSEGGIATE
WORKSHOP
PRESENTAZIONE
WORKSHOP: OCCASIONE PER UN PROCESSO CONDIVISO
Comitato organizzativo
M nd IT_ricucire lembi urbani è il titolo della settima edizione del Workshop internazionale di progettazione organizzato, in formula biennale, da Ordine e Fondazione degli Architetti PPC di Catania.
I temi trattati in precedenza hanno sempre guardato al territorio metropolitano della Città di Catania, con particolare attenzione alla riqualificazione dello spazio, adottando approcci adeguati di volta in volta ai risultati ottenuti dall’analisi territoriale specifica. Nell’edizione 2022, dopo il fermo causato dalla pandemia, inclusione, interazione e riconnessione diventano le parole chiave. Il tema del workshop avrebbe dovuto, dunque, affrontare queste esigenze con l’intento di esplorare le potenzialità di alcune aree che, a causa delle proprie criticità, ci concedessero di mettere sul tavolo di lavoro della comunità scientifica, la progettazione quale metodo di risarcitura, operazione che mira a ristabilire la continuità di una superficie compromessa dal degrado e/o da fattori esterni. Pertanto, l’approccio a tale tematica è avvenuta tramite lo studio delle aree dismesse del vecchio tracciato della Ferrovia CircumEtnea (FCE) liberate a seguito dell’interramento del tratto che attraversa i centri abitati dei Comuni di Adrano, Biancavilla e S. Maria di Licodia nei quali, a seguito dell’analisi del Piano Territoriale Provinciale, si riscontra un basso indice di occupazione e livelli insufficienti di potenzialità turistica.
Il centro abitato di questi Comuni, dal 1889 interessato e condizionato dall’attraversamento della storica ferrovia CircumEtnea, ha subito, nel biennio 2010-2011, una nuova trasformazione dovuta a tale interramento con la realizzazione di gallerie (le più lunghe di tutto il tracciato) e stazioni sotterranee. Tale azione ha provocato, di fatto, una ferita aperta che causa nuove situazioni di degrado e abbandono,ma al contempo, la straordinaria opportunità di ripensare questi spazi urbani lineari recentemente “liberati”.
Il titolo scelto vuole infatti esplicitare l’intento di riparare, rammendare (to mend) ricucendo
i due lembi di questo evidente taglio urbano - e quello di attivare un processo di progettazione sperimentale evocando la mente (mind) attraverso un ragionamento costruttivo di scambio e confronto. L’approccio laboratoriale della progettazione collettiva che si mette in atto con i gruppi di lavoro di un workshop internazionale di progettazione, consente il mutuo accrescimento culturale e metodologico di tutti gli attori protagonisti. In qualità di incubatori e disseminatori della cultura progettuale nel e dal nostro territorio, abbiamo sempre ritenuto fondamentale conoscere e divulgare le peculiarità dello spazio urbano che costituisce l’aria vasta della nostra Provincia. Concentrare le attenzioni di studiosi del campo internazionale e le analisi di chi vive il territorio e le sue criticità è una azione che mira all’abbattimento delle barriere culturali del territorio stesso offrendo soluzioni che possono tradursi in opportunità di sviluppo. Il gruppo di lavoro, di concerto con Ordine e Fondazione, ha cercato di traguardare i seguenti obiettivi: esplorare e sperimentare una visione strategica della mobilità sostenibile, come metodo riproducibile in altri centri per la realizzazione di nodi intermodali con elevati standard di qualità e design; favorire pianificazioni future nei territori pedemontan per avviare processi di sviluppo sostenibile a livello urbano, paesaggistico ed ambientale con una marcata attenzione alla green-economy; consolidare e promuovere l’identità dei paesi pedemontani; mettere al centro del dibattito progettuale l’architettura contemporanea di qualità, per migliorare la qualità della vita della popolazione residente e realizzare circuiti turistici ad alta attrattività; sviluppare e realizzare processi permanenti di contaminazioni culturali e interdisciplinari attraverso il coinvolgimento di progettisti e associazioni del territorio insieme a colleghi provenienti da altre parti d’Italia e d’Europa; coinvolgere nel processo programmatico e progettuale, le autorità, i professionisti, ma soprattutto i giovani progettisti.
LA CIRCUMETNEA COME RISORSA
Gaetano Laudani
Il tema circumetnea è stato e sarà molto dibattuto per l’importanza che quest’opera rappresenta per tutta l’area pedemontana della provincia di Catania. In un momento storico nel quale la mobilità sostenibile e l’inquinamento dei centri urbani sono temi dominanti, quest’opera completa per l’intero percorso costituirebbe un punto cruciale per il futuro del nostro territorio.
Un anello intorno al vulcano che collega piccoli e grandi centri urbani da riposto a Catania e dalla stazione, mediante metropolitana, fino all’aeroporto di Fontanarossa. Straordinario. Detto questo porrei la nostra attenzione alle tratte dismesse. A queste bisogna dare dignità per evitare diventino luoghi di abbandono di abusivismo, di degrado. Sarebbe stato opportuno in corso d’opera definire il loro destino, ma non è mai troppo tardi. Proporre come ben sta facendo l’Ordine degli Architetti soluzioni da condividere con il territorio attraverso dibattiti, workshop mostre, da sottoporre all’attenzione della classe dirigente perché diventino occasioni di riqualificazione sviluppo del territorio.
ADRANO
VISITING
Francisco Leiva
RESIDENTS
Fernanda Cantone
Francesca Castagneto
TUTORS
Eleonora Ingiulla
Salvatore Leanza
STUDENTS
Sabrina Anna Argirò
Antonino D’Agate
Elisa Falcone
Corinne La Rocca
Dario Mirabella
Simone Procaccianti
Fabiana Raciti
Miriam Severino
Alessia Tomaselli
PROGETTO GEOMORFICO E PREESISTENZA
Francisco Leiva, Fernanda Cantone, Francesca Castagneto
Un nuovo ecosistema per Adrano
Il tema delle Ferrovie dimenticate, intese come patrimonio culturale, economico, sociale, oltre che tecnologico e paesaggistico, è già da alcuni anni al centro di un importante dibattito culturale e scientifico che vede amministratori, ricercatori e addetti ai lavori impegnati a trovare soluzioni per recuperare queste infrastrutture esistenti dal grande potenziale.
A differenza del passato, nella cultura contemporanea il termine infrastruttura si è ampliato verso modelli che travalicano l’ambito dei trasporti che rappresentavano le forme di un legame fra cose, edifici e ambiente per accogliere altre denominazioni: in particolare, si parla di infrastrutture verdi come esempio di quanto l’approccio multidisciplinare e le implicazioni ecologiche abbiano ricadute sui temi della progettazione ambientale
attraverso i concetti chiave della connettività, della relazione equilibrata fra conservazione e sviluppo. Allo stesso tempo si sono amplificate le infrastrutture “immateriali”, le cui parole chiave sono conoscenza, collaborazione, inclusione, digitalizzazione, finalizzate alla creazione di reti organizzative tra soggetti istituzionali e privati, volte a favorire ad esempio l’accessibilità alla dimensione digitale. Nel corso del ‘900, le vicende della rete ferroviaria italiana sono state legate alla storia del Paese, con le distruzioni belliche, la ricostruzione degli anni ’50 e la crisi demografica delle aree interne, alimentata dallo sviluppo industriale nelle principali aree urbane. Quest’ultimo fenomeno, in particolare, ha condotto alla dismissione di numerose tratte originariamente per la realizzazione
BIANCAVILLA
VISITING
Piero Bruno
RESIDENTS
Fabrizio Foti
Carlo Palazzolo
TUTORS
Andrea Allegra
Marialaura Calogero
Matteo Pennisi
Arianna Scalzo
STUDENTS
Gabriele Ascia
Roberta Cerruto
Saverio Cristaldi
Sara Jerbi
Alessia Navarria
Simone Palermo
Anna Petralia
Chiara Rinaldi
Santi Manuel Scalia
Hushmand Toluian
Giuseppe Tomasello
Federica Ursino
FERROVILLA
Piero Bruno, Carlo Palazzolo, Fabrizio Foti
Da strada ferrata a oasi urbana
La dismissione parziale della linea ferroviaria Circumetnea, nei comuni di Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia, impone di interrogarci sul destino di una infrastruttura in condizione di scarto, ma anche di interessante mutazione del suo rapporto con il territorio e con le città che attraversa.
Il parziale interramento della strada ferrata, in corrispondenza dei tratti urbani della Circumetnea, e la realizzazione di nuovi tratti suburbani che bypassano la sede dismessa, hanno consegnato al territorio etneo un relitto scomodo, capace però di aprire il campo a possibili contesti d’uso alternativi.
Della ferrovia, una volta rimosse rotaie, traversine, recinzioni, ecc. è rimasto solo un modellato di suolo artificiale che tuttavia persiste come il rilievo ruvido di una discontinuità: una massicciata.
La massicciata della ferrovia, nella sua attuale sospensione di statuto, mostra la tara della conseguenza della dismissione, ossia uno spazio a sviluppo lineare continuo e di sezione variabile che mette in evidenza una singolarità morfologica. Una discontinuità, questa, che in tempo passato costituiva il limite artificiale di contenimento dello sviluppo insediativo della città a monte, verso est. A quel limite artificiale corrisponde tuttora, come contrappunto, il limite naturale della scarpata verso ovest, a valle, tra balze laviche, pendici dell’Etna, valle del Simeto e Parco dei Nebrodi. In epoca recente la città di Biancavilla, così come gli altri centri pedemontani etnei disposti ad anello intorno al vulcano e serviti dalla Circumetnea, è riuscita a distendere il suo sviluppo edilizio e urbanistico oltrepassando la bassiera della massicciata e servendosi di un nuovo
SANTA MARIA DI LICODIA
VISITING
Vincenzo Riso
RESIDENTS
Luigi Pellegrino
TUTORS
Valeria Bruno
Cristina Elena Francesca Licciardello
Graziano Testa
STUDENTS
Marina Calì
Giulia Caruso
Lorena Caruso
Federica Maria Dell’Elba
Melania Gentile
Francesca Nicotra
Roberta Pinazzo
Rachele Raciti
Costanza Scarcipino Pattarello
Giada Ullari
Carola Percolla
UN LAVORO DI “MESSA IN SICUREZZA”
Vincenzo Riso, Luigi Pellegrino
Uno spazio residuale
Repentinamente lo spazio della ferrovia non c’è stato più. Non da dentro, non da fuori. Non è stato più percorso – da dentro –, non è più apparso epifanicamente in città, ogniqualvolta il treno l’attraversava – da fuori –. Quello che per più di cento anni è stato uno spazio dell’immaginario collettivo di Santa Maria di Licodia (di Biancavilla, di Adrano) è divenuto, a tutti gli effetti, uno spazio residuale, uno scarto, un retro assoluto. Il tracciato va perdendosi, eroso frazionato indistinto; ben presto sarà difficile riconoscerlo, scomparirà dalle mappe, e dalla testa delle persone.
La questione è tutta qui: Santa Maria di Licodia (Biancavilla, Adrano), a dispetto dell’acquisizione di terreni, da quando non passa più la littorina, è una città più povera, se n’è compromessa l’immagine. Di contro a un’idea risolutiva e sbrigativa di ri-uso (pista ciclabile e via!), occorre tornare a
pensare quello spazio come centrale, ricostruirne l’immagine perché torni ad alimentare l’immaginario collettivo. Un processo lungo questo, che non si improvvisa, almeno per due ragioni: la prima è che probabilmente come azione collettiva (risultante dai contributi dei tecnici, degli amministratori e della popolazione) in questo momento storico non ne saremmo capaci, almeno nei termini di una visione che viene hic et nunc definita e pronta per essere appaltata; la seconda deriva dall’ipotesi che queste aree vadano considerate come una riserva a cui attingere, da utilizzare quando ce ne sarà bisogno, nel senso di quando la collettività (tecnici/amministratori/popolazione) avrà fatto qualche esperienza del loro potenziale, per ora tutto da indagare e sperimentare, per assegnargli anche un ruolo funzionale.