Indice
7
Introduzione Prima Parte
11 43
Linguaggi dell’architettura del ferro: breve storia Architetture in acciaio contemporanee. Linee tematiche per la costruzione formale dell’involucro Seconda Parte
91
Il progetto AcCa Building, un’esperienza di ricerca progettuale con l’acciaio (e la canapa)
152
Conclusioni
159
Appendice 161 Note tecniche sull'acciaio. Applicazioni nel sistema AcCa Building Francesco Spada
167 Note tecniche sulla canapa. Applicazioni nel sistema AcCa Building Giuseppe Canestrino
172
Bibliografia
Introduzione
6
L’
esercizio del progetto presuppone sempre un’occasione che lo solleciti. Pur prevedendo in maniera più o meno esplicita o sotterranea il ricorso a un metodo, a un patrimonio di conoscenze, a una cultura, esso è sempre legato a una circostanza che lo determini, a una domanda specifica. La quale, tuttavia, potrebbe a sua volta essere anche sconnessa da una “situazione” puntuale, e chiedere una risposta progettuale da riferire piuttosto a logiche di respiro maggiore, di sistema. Ma quand'anche ne fosse questo l’obiettivo, l’esercizio progettuale si tradurrebbe comunque in un’azione di prefigurazione specifica, che se ricondotta a obiettivi di tipo scientifico continuerebbe infatti a essere ascritta fra le ricerche “applicate” più che teoriche, e a sottintendere una modalità di speculazione tipicamente induttiva. Nelle ambizioni di scientificità che periodicamente rivela, il progetto di architettura tuttavia aspira al contempo a concorrere a descrivere principi e regole generali oltre che a darne dimostrazione. Esso si conferma dunque depositario e insieme protagonista di compresenze e interazioni antinomiche. Come nel caso del rapporto che lo vede contemporaneamente proteso verso dimensioni sia di realtà sia di idealità, condizione del progetto, questa, immanente e feconda1. Ogni esperienza di ricerca che preveda al suo centro il progetto di architettura eredita dunque questa duplice capacità: di procedere muovendo implicitamente da metodiche induttive e da occasioni puntuali, per poi recuperare quella esclusiva capacità di visione generale (raccomandata ad esempio da Gropius2) che consente al progetto stesso di risalire a visioni più ampie e complesse del suo specifico, alle quali infine contribuire. È quanto è accaduto nell’esperienza che costituisce lo spunto e insieme l’oggetto di questa pubblicazione, che documenta, nella seconda parte, alcuni esiti di un lavoro di ricerca applicata inquadrabile nella cosiddetta “terza missione” dell’università, quella riferita al suo rapporto con il territorio, nel perseguimento del sempre invocato “trasferimento tecnologico”. La circostanza dell’incontro con aziende produttrici di manufatti in acciaio e in canapa e più in generale impegnate sul fronte della sostenibilità ambientale, ha permesso di circoscrivere un campo di azione progettuale e un tema di studio, che ha quindi incrociato la realtà di un segmento produttivo (la prefabbricazione a ciclo aperto), di uno specifico profilo tecnologico 7
Sainsbury Centre, Norfolk, Norman Foster (1978)
La struttura come tema formale dell’involucro. Varianti italiane del secondo Novecento e icone internazionali contemporanee Dopo le architetture utopistiche delle seconde avanguardie, che hanno trovato limitate applicazioni concrete e per di più appunto sostenute dalle tecnologie dell’acciaio, l’affermazione dell’High Tech a partire dai primi anni ’70 ha indubbiamente rinnovato l’interesse per le opportunità espressive offerte dalle diverse varianti dell’impiego dei metalli – e più nello specifico delle leghe ferrose – nelle costruzioni, a partire da quelle più spettacolari e spinte. 44
Al di là delle architetture iconiche di cui si è detto nel primo capitolo, questo tipo di ricerca ha favorito dunque primariamente la diffusione (e l’esibizione) di soluzioni strutturali ardite, che costituiscono la prima frontiera di questa sperimentazione linguistica, come appunto negli edifici già citati del Centro Pompidou di Piano & Rogers1 e della sede della Hong Kong Bank, di Norman Foster2. Gli stessi cultori di questo primo genere hanno successivamente proseguito nella produzione di opere del medesimo segno, e talvolta anche con uguale chiave materica. Il loro lavoro apre dunque alla prima delle varianti figurative che è possibile individuare nella gamma delle caratterizzazioni formali dell’involucro delle architetture dell’acciaio: quella che usa l’evidenza strutturale per inneggiare alla tecnologia e al mondo espressivo implicitamente a essa connesso, declinandola come elemento di connotazione dell’involucro (nella sua definizione tecnica più precisa e perciò talvolta comprensivo anche delle chiusure di copertura), e in chiave sia tridimensionale che bidimensionale. L’alternanza di soluzioni strutturali spaziali, costruite nella terza dimensione, e planari, con una prevalenza dello sviluppo a due dimensioni, caratterizza e circoscrive dunque questo genere di esperienze, che trovano in alcune opere emblematiche le sintesi più rappresentative. Un’opera che si è imposta come modello nell’uso della struttura reticolare spaziale con capacità di connotazione dell’involucro è certamente il Sainsbury Centre di Norman Foster a Norfolk del 1978. L’uso di portali reticolari tridimensionali non solo ritaglia una spazialità interna totalmente libera, ma diventa anche tema formale dei due prospetti di testata, dove è infine rivelato, restando a vista al di sotto del guscio metallico che invece lo nasconde lungo i due lati lunghi e in copertura. È interessante rilevare come sia possibile individuare anche in Italia una rassegna di architetture realizzate tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’90 che ne ripropongono alcune varianti, nel quadro delle interpretazioni dell’High Tech fornite, nel periodo della sua affermazione, dal nostro paese3. Gli stessi Piano & Rogers prima ancora del Beaubourg progettano il padiglione di fronte allo stabilimento della B&B, a Novedrate, nel 1971-19734, con una medesima struttura a portali con travi e pilastri reticolari spaziali (in grado di garantire luci libere di 30 metri), ai quali è appeso il volume 45
50
Hearst Tower, New York, Norman Foster (2006) Uffici della Esso italiana, Roma, Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini (1977-1980), a seguire 51
Auditorium, Cartagena, Selgas – Cano arquitectos (2011) Formosa 1140 building, west Hollywood, Lorcan O’herlihy architects (2011) 78
79
Il progetto AcCa Building: un’esperienza di ricerca progettuale con l’acciaio (e la canapa)
90
I
n questa parte del volume sono presentati alcuni degli esiti di una ricerca progettuale che è in corso di svolgimento presso il Laboratorio di Progettazione Architettonica e Tecnologica dell’Università della Calabria1, sulla base di un finanziamento ottenuto a seguito della partecipazione a un bando competitivo emanato dalla regione Calabria sui fondi FESR-FSE 2014-2020, Asse I – Promozione della ricerca e dell’innovazione”2. Il titolo del progetto, “AcCa Building. Progettare e costruire in sicurezza con l’acciaio e la canapa. Tecnologie innovative per edifici ecosostenibili”, sottintende materiali e obiettivi della ricerca. Si allude infatti al Progetto e insieme alla Costruzione, dichiarando la stretta interrelazione prefigurata nello specifico del sistema progettato tra l’esercizio del progetto architettonico, nelle sue componenti estetico-formali e tipologico-funzionali, e quello del progetto tecnologico, che del progetto architettonico sviluppa ed esalta le componenti tettoniche e costruttive, riconoscendo talvolta loro, come nella particolare applicazione proposta, un ambito privilegiato. Esito della ricerca è stata infatti la progettazione di un sistema costruttivo in Acciaio e Canapa, per applicazioni da riferire alle tipologie residenziali ma anche alle tipologie di alcuni spazi per il lavoro. Gli obiettivi di sicurezza ed ecosostenibilità, oggi imprescindibili, sono annunciati nel titolo e altrettanto esplicitamente affidati alla scelta dei due materiali coinvolti nella sperimentazione: l’acciaio e la canapa. Entrambi, portatori di virtù in linea con gli invocati criteri di sostenibilità ambientale, sono declinati nel progetto in maniera da poter pienamente estrinsecare anche le proprie altrettanto promettenti virtù espressive; ed è tale specifico aspetto che sarà oggetto di un’attenzione più mirata in questa seconda parte del libro, coerentemente con i ragionamenti proposti nella prima parte. L’acciaio gioca inevitabilmente un ruolo da protagonista, non solo perché depositario degli obiettivi di sicurezza e di molti altri tra quelli perseguiti dal progetto (di cui si dirà) ma anche per la storia architettonica che ha contribuito a scrivere, e per la ricchezza degli scenari espressivi a cui apre. La canapa a sua volta riveste un ruolo significativo, ma da comprimario. La sua presenza si ripropone in molti dettagli costruttivi, sebbene il più delle volte in forme maggiormente 91
SUB-SISTEMI SUB-SISTEMI PRIMARI PRIMARI VARIABILI VARIABILI A LUNGO A LUNGO TERMINE TERMINE
SUB-SISTEMI SUB-SISTEMIPRIMARI PRIMARI VARIABILI VARIABILIAA MEDIO MEDIO TERMINE TERMINE
108
SUB-SISTEMI SUB-SISTEMISECONDARI SECONDARI
SUB-SISTEMI SUB-SISTEMI PRIMARI PRIMARI VARIABILI VARIABILI A MEDIO A MEDIO TERMINE TERMINE
SISTEMA SISTEMAAC.CA. AC.CA.
SUB-SISTEMI SUB-SISTEMI SECONDARI SECONDARI
per certi versi comparabile a un esoscheletro come quello di cui sono stati pionieri Lacaton & Vassal20 e per altri a una corona di quelli che nella terminologia degli edifici passivi si definiscono “spazi tampone” – con riferimento a una tradizione remota, risalente al periodo preindustriale21 – che diviene fattore di adattamento ai vari contesti climatici e identitari. Una siffatta astrattezza modulare, tipica delle cosiddette “soluzioni a catalogo”, si scontra infatti con la natura comunque anisotropa di ogni singolo edificio realizzabile, relativamente a quello che potrebbe essere il suo orientamento e anche alle diverse situazioni, ambientali, culturali e identitarie, con le quali potrebbe confrontarsi. A questo fine, i due ordini dell’involucro, quello di chiusura vera e propria dell’edificio e quello del perimetro esterno e permeabile descritto dalla fascia tampone, sono aperti a diverse combinazioni di opzioni formali, pur a partire da un repertorio limitato di elementi, come è sempre consigliabile che sia, appunto, in un sistema a catalogo, stanti i suoi obiettivi economici. Le variabili legate al rapporto con i luoghi passano anche attraverso la garanzia dei necessari profili di sostenibilità ambientale, che nella costruzione a secco in acciaio si registrano nel bilancio complessivo dell’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla manutenzione alla dismissione. L’impiego della canapa, che interviene nei pannelli di tamponamento a vista e in molti altri componenti tecnologici interni, incide quindi significativamente su tale bilancio, trattandosi di un materiale totalmente carbon-free, dalla lavorazione allo smaltimento. Altri aspetti di sostenibilità ambientale sono delegati alla stessa fascia tampone, concepita anche per garantire un significativo contributo d’ombra attraverso l’aggetto e per mitigare l’effetto pervasivo dei raggi solari d’estate con l’ausilio di un repertorio di schermature, da selezionare in relazione all’orientamento e perciò diversificate per densità e direzione degli elementi che le compongono. La possibilità di declinare così il sistema costruttivo progettato per pervenire a risultati differenti e personalizzabili, con una garanzia di qualificazione architettonica incondizionata di ogni versione possibile dei manufatti realizzabili, rappresenta senza dubbio uno degli obiettivi più ambiziosi del progetto di ricerca, e più sbilanciati verso la dimensione della creatività: sia di quella sottesa alla definizione della
Definizione della gamma dei compon enti del sistema AcCa building. Sub-sistemi primari variabili a lungo e medio termine e sub sistemi secondari 109
Abaco riassuntivo della genesi dei moduli tipologici elementari 128
129