Nel testo che segue si sostiene una tesi ‘inattuale’: concepire la forma architettonica come una ‘rovina contemporanea’, slegata dal fluire cronologico del tempo, può acquistare oggi il valore di una riappropriazione estetica capace di rinnovarla. La tesi implica una constatazione quasi di ordine metafisico: la riappropriazione estetica è attivata da una figurazione tipica della cultura occidentale, la rovina, che grazie al suo rapporto con il tempo, impone una diversa concezione dello stesso.
In italiano il termine tempo deriva dal latino tempus, che rifletteva una ricchezza semantica capace di condensare al suo interno una condizione meteorologica e una stratificazione temporale: il-tempo-che-fa e il tempo-che-passa. La duplicità è preziosa: il tempo non può che essere in continua evoluzione, come se fosse una tempesta atmosferica perenne.