La città è vostra

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Questo lavoro ha avuto inizio nel 2008, grazie a un finanziamento messo a disposizione dall’Università Iuav di Venezia per una ricerca sui temi del “museo della città” diretta da Donatella Calabi. La costruzione di un museo/laboratorio urbano è stato un tema ricorrente nel lavoro di Patrick Geddes; la sua Outlook Tower ne è stata una concreta interpretazione a partire dagli anni ’90 del XIX° secolo e per alcuni decenni a seguire. La prima esplorazione dell’immenso lascito di documenti dell’archivio Geddes, è stata condotta insieme ad Angelo Maggi, prima a Glasgow e successivamente ad Edimburgo; a lui va un sincero e riconoscente ringraziamento. Un ringraziamento particolare va al personale dell’archivio della Strathclyde University di Glasgow, per la cortesia e l’efficacia della loro collaborazione nella ricerca dei documenti. Grazie anche all’allora direttore dell’Outlook Tower che nel 2009 ha aperto per noi parti dell’edificio chiuse al pubblico e fornito informazioni sulla “torre” altrimenti difficilmente accessibili. Sono stato aiutato nella traduzione dei testi originali da alcuni degli assistenti ai miei corsi di Teorie e Progettazione Urbanistica e in particolare Giuseppe Caldarola e Milena De Matteis, che pur a distanza di anni, ringrazio sinceramente. Mara Memo ha letto la prima bozza del libro dandomi preziosi e puntuali suggerimenti per approfondimenti e precisazioni. Utili suggerimenti mi sono venuti anche dagli appunti che Gabriele Usberti ha fatto al testo. Adriano Varotti mi ha molto incoraggiato a pubblicare quanto a sua volta aveva letto del mio lavoro. Un grazie particolarmente sentito ad Alberto Ferlenga che non mi ha mai fatto mancare la sua stima, oltre ad accettare di scrivere una presentazione per questo saggio.


INDICE

PREMESSA 11 Il mondo che c’è, il mondo che verrà Alberto Ferlenga

INTRODUZIONE 17 La vicenda di un educatore anomalo PRIMA PARTE 31 Dall’esperienza all’azione 31 Un sorprendente vecchio edificio di Edimburgo nel giorno di una visita importante 37 Un professore altrettanto sorprendente 43 Nuova vita in una vecchia città 50 Gli studenti, i professori e la città

SECONDA PARTE 59 L’insegnamento di un educatore civico, alla ricerca di un metodo 59 62 74 76 83 91 96 108

La Edinburgh Summer School A Summer School of Science La funzione della Camera Obscura L’Out-world e l’In-world La Edinburgh Social Union L’organizzazione del Congrès International de l’Education Sociale A Parigi, per l’Exposition Universelle del 1900 Esperienza e apprendimento in un unico percorso


TERZA PARTE 123 La comunicazione di un metodo che vuole arrivare alla gente 127 Sei lezioni ai sociologi americani

139 1906-1915. Tre diversi strumenti per comunicare lo stesso metodo 139 L’Outlook Tower: uno strumento che trasforma la comunicazione in esperienza 152 La Cities and Town Planning Exhibition: una mostra itinerante 165 Cities in evolution: il libro

QUARTA PARTE 179 Una visita a Geddes rivela l’attualità del suo insegnamento 179 182 187 189 189

La tesi L’esempio di un maestro e della sua vita Il passato e il futuro In conclusione: ogni persona è protagonista Un ruolo nuovo per il tecnico esperto

194 Una nuova apertura: il cinema strumento d’azione 198 Un tentativo senza esito


LETTURE 209 Cooperazione versus Socialismo 209 Capitolo I. Il Co-Operatore e il Socialista versus il Capitalista 219 Capitolo II. La teoria economica passato e presente 229 Capitolo III. Il vero progresso economico come fonte per la teoria economica 237 Capitolo IV. Cooperazione contro socialismo in pratica 244 Conclusione. Immediate possibilità per la pratica

251 “The Evergreen” 267 Il mondo di fuori e il mondo dentro 282 L’insegnamento delle università e la residenza universitaria 300 L’educazione di due ragazzi

RITRATTI 333 Bertrand Faure Il professor Geddes e la sua Outlook Tower 347 A. D. Peacock Patrick Geddes, La sua sede a Montpellier 361 Rabindranath Tagore PS I have just written this about Dr. Patrick Geddes 364 Indice dei nomi


Leonardo Ciacci

PREMESSA

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Il mondo che c’è, il mondo che verrà Alberto Ferlenga Rettore Università Iuav di Venezia

Alcuni percorsi della riflessione disciplinare sui luoghi in cui viviamo hanno andamenti discontinui. Contributi che sono stati oggetto di interesse in una determinata epoca, vengono dimenticati in un’altra, anche se i temi che hanno affrontato, spesso in anticipo, mantengono la loro attualità. È la storia del percorso di ricerca e di attivismo di Patrick Geddes che, sviluppatosi in molti campi, dalla biologia, alla geografia, all’urbanistica, si è poi inabissato come certi ruscelli descritti da uno dei suoi compagni di strada, Élisée Reclus, geografo e anarchico francese, per riemergere inaspettatamente e proseguire nel suo corso adattandosi ad una geografia e ad un tempo diverso da quello che l’aveva visto nascere, e scomparire, infine, di nuovo, malgrado la sua evidente importanza. Geddes ha avuto il vantaggio, padroneggiando molti campi del sapere umano e rimanendo sempre ai margini dei circoli accademici e politici – pur non smettendo mai di insegnare e pianificare – di non essere condizionato da convenzioni disciplinari e comportamentali; anche per questo, in un’epoca di grandi cambiamenti come quella in cui ha vissuto, è riuscito a produrre nuovi strumenti di comprensione e d’azione. La sua è stata 11


PRIMA PARTE


Dall’esperienza all’azione

Un vecchio, sorprendente edificio di Edimburgo nel giorno di una visita importante Nell’agosto del 1909 Bertrand Faure, politico francese in visita a Edimburgo, è atteso da Patrick Geddes sulla soglia dell’Outlook Tower, il suo museo-laboratorio cittadino: lo accompagnerà personalmente per una visita1. Faure descrive la persona che lo accoglie come un «professore di scienze naturali all’Università di Saint Andrews che, non contento di insegnare la botanica, accumula le qualità di storico, geografo, filosofo, sociologo, filantropo e anche d’artista». Al suo sguardo, monsieur Geddes appare come una persona dal «[…] corpo secco, quasi gracile, ma nervoso e ben piantato, una testa appena ingrigita e cespugliosa da apostolo, lo sguardo acuto, luminoso e profondo», la cui conversazione è un «flusso senza fine […] di idee larghe, tolleranti, sempre generose». Stanno per entrare in «un edificio quadrato, alto tra i 25 ed i 30 metri e che, su una base relativamente piccola si innalza, […] in forma di torre». All’interno sono racchiuse le idee di questo strano, sorprendente «educatore riformatore». 31


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giustifica la sua reinterpretazione dei principi dell’economia, essendo un biologo, sta nella sua convinzione che quello stesso schema lo si sarebbe potuto utilizzare sia dagli igienisti, dai medici, dai biologi, dagli psicologi, e da ogni altri scienziati per lo studio degli effetti dell’ambiente sugli organismi19. Da convinto evoluzionista cerca una strada per tenere insieme lo studio scientifico delle condizioni di natura con l’osservazione sociale degli uomini (the folk, considerati anch’essi organismi biologici) associati al loro ambiente. Nei mesi tra il 1878 e il 1879 Geddes è a Parigi, dove viene a contatto con il lavoro scientifico del sociologo Frédéric Le Play. Prima di diventare professore di sociologia, Le Play era stato ingegnere minerario, attento osservatore delle condizioni di vita degli operai delle miniere, da cui trarrà testi fondativi per la sociologia, la nuova disciplina allora ai primi passi20. La conoscenza degli studi di Le Play confermerà in Geddes le sue intuizioni spingendolo a legare definitivamente le sue ricerche di biologo e botanico allo studio delle organizzazioni sociali. Nello stesso periodo conosce Edmond Demolins21, un educatore suo coetaneo, allievo di Le Play, che stava sperimentando programmi pedagogici innovativi, rivolto tuttavia a classi sociali diverse da quelle che Geddes aveva preso a riferimento. Demolins troverà negli esperimenti fatti in Inghilterra e nella collaborazione con Geddes quanto gli serve per la creazione in Francia dell’École Des Roches, una innovativa istituzione pedagogica aperta nel 1899 nel nord del paese, in Normandia, a dieci chilometri da Verneuil-sur-Avre. La scuola è in realtà pensata per la formazione internazionale dei figli dell’alta borghesia, cui si propone l’apprendimento delle lingue con corsi trimestrali da seguire all’estero. La sede è il castello di Roches, una costruzione al centro di 23 ettari di terreno libero; è quanto serve per esercitare un insegnamento che leghi lo sport e l’esperienza pratica all’aperto allo studio delle discipline scientifiche e umanistiche. 42


Prima parte

Nuova vita in una vecchia città Il 1886 è l’anno decisivo di questo primo periodo di Geddes a Edimburgo: è l’anno del matrimonio con Anna Marton, una giovane di Liverpool, arrivata in città per ricongiungersi con la sorella minore Ester, trasferitasi a Edimburgo da Liverpool dopo il matrimonio con James Oliphant, un maestro di scuola di cui Geddes è amico. Geddes ha allora trentadue anni, e con James è già coinvolto in attività culturali pubbliche, come la serie di conferenze che lo impegnava sui temi dell’impegno sociale, con il titolo di: «Is the Present System of Distribution Satisfactory?». Il gruppo che insieme a loro partecipa a quel programma comprende un sindacalista, un manager di cooperativa, un professore londinese di economia, William Morris, artista e scrittore socialista e Alfred Russel Wallace, naturalista. Patrick Geddes indicato come biologo e botanico, contribuisce con: «Condition of Progress of the Capitalist and of the Labourer». È in questo clima, attraverso il cognato James, che Anna e Patrick si incontreranno e decideranno di sposarsi. L’incontro non è casuale: anche Anna è già coinvolta in attività sociali simili a quelle del suo futuro sposo. Dopo una prima esperienza fatta a Londra con Octavia Hill, è infatti diventata la responsabile di un club di giovani donne, fondato a Londra negli stessi anni in cui Geddes partecipa a Edimburgo alla fondazione della Social Union. Nel gruppo di Octavia Hill era presente anche la moglie del reverendo Barnett, Dame Henrietta Octavia Weston Barnett (1851-1936), impegnata negli interventi per il miglioramento delle condizioni abitative delle famiglie in povertà22. Visto come di questo parlano i biografi di Geddes e in particolare da Boardman, se accanto a Patrick non ci fosse stata sua moglie Anna, forse tutta questa storia avrebbe preso una piega del tutto diversa. Lei, musicista, porta in casa del giovane scienziato la dimensione dell’arte nella sua espressione più emotiva e meno 43


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razionale, la musica, ciò che più sembra servire a Geddes nel suo originale percorso di ricerca. Ma soprattutto quello che serve al suo vulcanico attivismo è una compagna che condivida le sue iniziative, ne sopporti le frenetiche attività e, senza contestarlo, piuttosto accompagnandolo con un sostegno critico e costruttivo, lo aiuti a realizzarle. La prima, la più importante delle iniziative che seguiranno, ad un anno dal matrimonio, sarà la decisione di andare a vivere nel cuore del «Vecchio Puzzone», nella parte più vecchia e degradata di Edimburgo: nei primi mesi del 1887, Patrick e Anna, sposati da meno di un anno, decidono infatti di trasferirsi in uno degli edifici di James Court al n. 6, in Lawnmarket, una corte interna giusto dietro il Royal Mile. La loro prima sistemazione era stata un piccolo alloggio in Princes Street, sull’altro versante della valle, rispetto al crinale della città vecchia, oltre la linea ferroviaria e all’inizio della New Town costruita il secolo precedente a est della città storica. Un bel salto indietro nel tempo per la giovane coppia. Ma c’è una ragione pratica a sostegno di quella decisione e una condizione di opportunità: la ragione pratica è che nella città vecchia le abitazioni costano poco; la condizione di opportunità suggerisce un avvicinamento alla sede della Summer School of Sciences, una scuola sperimentale che ha sede a Lawnmarket a pochi metri dalla nuova casa. Ciò che è più interessante è tuttavia ciò che segue al trasferimento nella nuova (vecchia) casa e che finirà col collegare una scelta apparentemente personale ad un innovativo programma di impegno sociale. L’alloggio ha bisogno di una radicale manutenzione, così come ne hanno bisogno l’intero edificio e la corte interna su cui esso affaccia. Geddes e Anna lavoreranno alla ristrutturazione della loro casa, unendo più stanze fino ad allora affittate singolarmente, facendola diventare l’esempio concreto di una ipotesi di programma che può essere estesa a gran parte 44


Prima parte

Princes Street e la Edimburg New Town del 1776, in una immagine tratta da The Civic Survey of Edinburgh, 1910 45


SECONDA PARTE


L’insegnamento di un educatore civico, alla ricerca di un metodo

La Edinburgh Summer School Il professor Peacock dell’università di Dundee è in vacanza in Francia nell’estate del 1927, quando decide di visitare Montpellier e incontrare un collega, di molti anni più anziano, che lì si era ritirato per fondare il Collège des Écossais, la sua nuova, ultima scuola. Gli argomenti che i due scozzesi affronteranno nella lunga giornata e nella sera, fino a tarda notte sono molti, come sempre capita agli interlocutori del “professore”. Geddes ha ormai settantatré anni e tra le altre cose parla al suo ospite anche del rapporto conflittuale da sempre avuto con l’accademia: «Per la maggior parte del suo tempo P.G. è stato al di fuori dal mondo accademico, e il suo incarico di ruolo della Cattedra di Botanica nella University of Dundee è stato definito semplicemente come un incidente. Lui, infatti, per citare sé stesso diceva di essere “uno che suonava ai campanelli accademici – e correva via”»1. Sin dal suo arrivo ad Edimburgo Geddes partecipa al particolare clima culturale che anima quella città2, che ha visto raddoppiare in pochi decenni la sua popolazione, trasformare il suo impianto urbano con la costruzione della New Town e 59


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l’insegnamento diventa la sua principale fonte di reddito. I suoi studenti non sono tuttavia solo quelli a cui a Edimburgo fa esercitazioni di botanica o gli studenti di medicina che seguono il corso di botanica che tiene a Dundee per l’University of Saint Andrews. Dal 1888 inizierà ad insegnare in città anche nei corsi estivi, aperti a tutte le età, frequentati da studenti spesso adulti, non sempre inseriti in percorsi di formazione universitaria, e soprattutto non secondo percorsi accademici. Al di là delle caratterizzazioni disciplinari che gli sono attribuite (sociologo e urbanista, le principali), Patrick Geddes deve quindi essere considerato soprattutto un educatore e un attivista; un educatore convinto cioè dell’importanza che ha rendere autonomi e attivi studenti di ogni età, la cui prima esigenza dovrà essere quella di riconoscersi come persone consapevoli, responsabili e dotate degli strumenti necessari per la trasformazione costante (evoluzione) dei luoghi (l’ambiente) e dei loro abitatori (vita biologica e sociale)8. Ricollocare nel giusto ruolo la funzione della Edinburgh Summer School e della sua nuova sede nell’Outlook Tower è quanto serve per ricomporre un percorso che smette così di apparire erratico.

A Summer School of Science Attiva dal 1887, la Summer School of Science è ormai giunta al suo 4° ciclo nel 1890, quando sarà il «Professor Geddes» a scriverne il programma. L’impegno didattico si svolge in quattro settimane nel periodo che va dal 4 al 30 agosto, con un programma che prevede lezioni dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio; il modello adottato è quello dei corsi estivi per l’aggiornamento degli insegnanti che si tenevano allora sia negli Stati Uniti che in Inghilterra9. I corsi della Summer School of Science sono infatti frequentati da insegnanti delle scuole, da studenti universitari 62


Seconda parte

Patrick Geddes nel 1886 63


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realizzare risulterà essere non immediatamente assimilabile dai diretti destinatari di quelle iniziative, che pur attivi e costruttivi sotto la sua guida, lasciati soli, tornano ai vecchi parametri di giudizio e d’azione. Rendere consapevolmente attivi e responsabili i protagonisti diretti di una situazione in trasformazione risulterà meno immediato di quanto egli stesso potesse sperare. Geddes esce dall’impresa di Cipro con nuovo materiale per l’Outlook Tower e due nuovi obbiettivi: costruire strumenti adeguati alla trasmissione del suo linguaggio pratico e scientifico e allagare la sua rete internazionale di relazioni. Due obbiettivi che si concreteranno prima a Parigi, durante l’esposizione del 1900; poi, negli anni successivi, nell’allestimento definitivo dell’Outlook Tower a Edimburgo: un laboratorio didattico aperto a tutti, in particolare agli abitanti della città.

A Parigi, per l’Exposition Universelle del 1900 Negli anni che precedono la grande esposizione universale del 1900 a Parigi, Geddes fa suo il progetto di Élisée Reclus, che intende costruire per quell'occasione un enorme globo terrestre: una ricostruzione a scala 1:100.000 della superficie terrestre, che i visitatori avrebbero potuto osservare da vicino percorrendola in ogni sua parte. La spesa che lo stesso Reclus stima come necessaria per la sua realizzazione è di 200.000 sterline53. Geddes si attiverà personalmente in una raccolta internazionale di fondi certo dell’importanza di quella realizzazione che tuttavia non sarà possibile portare a compimento. Ciò che convince Geddes a sostenere il progetto di Reclus è l’idea adottata per la definizione della superficie del globo; la rappresentazione non avrebbe riproposto la cartografia delle mappe allora in uso nell’insegnamento, piuttosto l’intera superficie sarebbe stata ricoperta da un rilievo in scala dei singoli luoghi geografici, nella 96


Seconda parte

Il «colossale Globe Terrestre» disegnato da Paul Albert Galeron, astronomo e architetto, per l’Esposizione di Parigi del 1900 97


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In altro: Cartone preparatorio per la realizzazione della vetrata della “sezione di valle” Strathclyde University of Glasgow, Archive Special Collections T-Ged 22/2/11

La sua versione nelle pubblicazioni a stampa, pubblicata in The Interpreter, nel 1927, p. 73 110


Seconda parte

L’Arbor Saeculorum, Il Lapis Philosophorum, due disegni di Patrick Geddes pubblicati in The Ever Green, The Spring 1895, p. 143 e The Winter, 1896-97, p. 157 111


TERZA PARTE


La comunicazione di un metodo che vuole arrivare alla gente

È tempo che questo racconto del pensiero e dell’azione di Patrick Geddes dimostri con evidenza la tesi che segue nell’interpretarne il senso e l’attualità. Una sola ambizione sembra aver motivato l’immenso lavoro di questo scienziato scozzese: comunicare alla gente, a tutti, la capacità di creare e usare “strumenti d’azione”. Geddes è stato un biologo e un botanico importante e col tempo sarebbe stato unanimemente riconosciuto dall’accademia in questa sua comprovata specializzazione, se solo lo avesse voluto. Ma non lo ha voluto. Avrebbe potuto continuare ad essere un attivista e un organizzatore civico capace, un rinnovatore di città efficiente, un animatore culturale ascoltato e seguito, persino un editore innovativo, ma non gli è bastato. Avrebbe potuto scegliere di essere un intellettuale tra i più ascoltati del suo tempo, ma questa prospettiva non lo ha mai interessato. Avrebbe potuto continuare ad essere un urbanista come tanti, ripetitivo e attento ai poteri, ma non è mai stato il suo scopo. Forse quello che è stato veramente si può capire se lo si guarda come una sorta di missionario, di prete laico, come un attivista politico e sociale di grande cultura e capacità d’azione, troppo intelligente per non sapere che l’azione di un singolo si esaurisce in fretta 123


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[nostro figlio] è stato addestrato in più scienze e più arti del solito; ma tutte collegate insieme nella vita. A ispirare questo modo di formazione c’era quella che abbiamo definito indagine sociale e il problema affrontato sperimentalmente». Geddes finisce la sua riflessione riconoscendo di aver parlato a lungo (e per la verità per la prima volta) della sua personale esperienza familiare, soprattutto perché anche altri – John Dewey, Stanley Hall, Thompson Seton, Baden Powell32 – in quello stesso periodo hanno iniziato a sperimentare percorsi innovativi per la formazione dei giovani contrapponendo il coraggio morale al coraggio fisico, impedendo così che la «sex-morbility» che la scuola diffonde faccia danni. Si può insegnare la sessualità consapevole attraverso l’osservazione della natura e preparare così il terreno per la società democratica, attraverso l’educazione alla pace. «So, after the War, and in our present breathing space, I venture to recall them [le sue esperienze personali]; and now leave them to such consideration as they may win»33.

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Terza parte

1906-1915. Tre diversi strumenti per comunicare lo stesso metodo Un museo/laboratorio, una mostra, un libro

L’Outlook Tower: uno strumento che trasforma la comunicazione in esperienza Alla fine dell’estate del 1925 Lewis Mumford è a Edimburgo . Dormirà in un letto di fortuna nella biblioteca dell’Outlook Tower, «a castellated turret in baronial style […] whose content at once typified in conceptions all Geddes stood for: the regional outlook, the urban focus, the unification of all the dispersed and dissociated aspects of our jumbled technocratic culture»35. L’Outlook Tower, dopo dieci anni di assenza, il periodo cioè nel quale Geddes ha trascorso la maggior parte dell’anno in India, appare a Mumford deserta; un ammasso di materiali di ogni tipo. Cosa quell’edificio sia stato nel momento del suo massimo sviluppo è stato l’argomento iniziale di questo scritto. Resta da capire cosa il suo inventore volesse che fosse. Che quello più che un edificio fosse un’idea, è certamente vero36, come è vero che Geddes non abbia mai smesso di far crescere questa idea nel corso di tutta la sua vita, come sostiene il più attento tra gli studiosi recenti37. La destinazione dell’edificio ha infatti seguito le stesse variazioni di percorso del suo animatore. Dal dicembre 34

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Terza parte

L’edificio dell’Outlook Tower nel 1950 e oggi (2009) 143



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