INDICE
7 Introduzione Alberto Bassi 13 Presentazione 19 Lezione prima – Scolpire il vuoto 35 Lezione seconda – Profondità a tre dimensioni 59 Lezione terza – Funzione, tipo, rifunzionalizzazione 75 Lezione quarta – Allestimento, il progetto introverso dell’interno 89 Lezione quinta – L’interno dell’interno 103 Lezione sesta – Spazio vuoto come forma positiva 139 Lezione settima – Lo specifico della scenografia teatrale 149 Lezione ottava – Oltre lo spazio racchiuso 158 Riferimenti bibliografici
Introduzione Alberto Bassi
Scolpire lo spazio: una proposta didattica per l’interior design Alcuni anni fa, dentro il corso di laurea in design dell’Università IUAV di Venezia, abbiamo cominciato a pensare a un percorso dedicato all’interior design. Assieme al coinvolgimento di molti interlocutori – diversi dei quali divenuti presto compagni di strada e sodali, condividendo l’orientamento, fornendo contributi di discipline differenti e dialoganti –, è stato fin da subito prioritario il confronto con l’area dell’architettura, dell’architettura degli interni e con Giorgio Ricchelli. Per chiarire e definire intenzioni, possibilità, spazi utili ad avviare il rispettoso, ma anche deciso e preciso, muoversi in territori limitrofi, da lungo tempo ormai interagenti e complementari nella professione e nel dibattito culturale, scientifico e progettuale. Per chi si occupa di design è molto chiara la trasformazione in essere delle competenze e degli ambiti di intervento della disciplina, tesa alla sintesi, più o meno registica – e oggi sempre più legata alle nuove obbligate condizioni di senso – della progettazione formale-funzionale-esperienziale (sostenibile, etica, sociale e 7
Giorgio Ricchelli
18
Lezione prima
Scolpire il vuoto
Ci sono alcune cose fondamentali che stanno alla base di questo Laboratorio e ne costituiscono sia gli argomenti che gli obiettivi; cose che attraverso le lezioni e il vostro lavoro, fatto di pensieri ed esercitazioni, devono entrare nella vostra esperienza e sensibilità, nel vostro modo di pensare lo spazio soprattutto dopo e oltre il Laboratorio stesso. Laboratorio di design degli spazi, perché? Laboratorio come lavoro con e su voi stessi, “laboratoriando”, ovvero pensare, riflettere, provare, rifare; elaborare, verificare, controllare, decidere; costruire un risultato nello spazio e con lo spazio. Design come progetto attraverso il disegno, o le sue figure, di un’idea, la vostra idea, che diventa una soluzione al tema, regolando necessità pratico-funzionali e aspirazioni creative, e aggiungiamo una cosa molto sottile ma importante: ricercando la piacevolezza e l’armonia del vivere e agire in quella soluzione. Spazio, il vostro campo di azione, studio, lavoro, vita; la materia di cui “sono fatti i sogni”, la vostra materia di lavoro e sperimentazione quotidiana. Nello spazio, è proprio il caso di affermarlo, primario e vuoto che sta fra il contenitore architettonico, di nuova costruzione o di recupero funzionale, e il progetto concluso degli interni 19
Giorgio Ricchelli
ma nei buoni risultati che questi producono intorno a noi. Verificate sempre, e non è una cosa facile né immediata, il reale effetto delle vostre idee nel reale mondo delle relazioni. È una proiezione difficile valutare la ricaduta di una azione sulla realtà ma è necessario imparare a farlo; spesso un buon concetto teoricamente apprezzabile non produce l’esito voluto, non lo genera nello spazio né nella sua fruizione fisica e percettiva, resta criptico. E d’altra parte non possiamo costringere le persone a vivere ripercorrendo a ritroso il vostro iter per farle tornare alla giustezza del concetto originario non più leggibile. Le persone cui vi rivolgete abitano il loro presente fisico, si misurano e si relazionano in questo e con questo, ci stanno dentro con il loro peso e ingombro, non vivono in proiezione grafica né mentale. Per la prima esercitazione immaginate di avere l’interno di un cubo di 8 metri di lato, trasparente su tutti i lati. All’interno di questo inserite un sistema di scale molto articolato che giri, salga, scenda, si divida, si riunisca, si sviluppi nello spazio vuoto del cubo a disposizione. Non preoccupatevi degli aspetti tecnico-costruttivi, è un gioco nello spazio per ora senza finalità funzionali; costruite un giocattolo come fosse un’installazione a tre dimensioni dentro a una stanza dei giochi o dei sogni. Fatelo articolato, siate creativi, pensate a una scultura percorribile senza uno scopo di utilità; fatelo interessante, curioso, elaborato, al limite bizzarro, ma bello da vedere nella sua conformazione nello e con lo spazio.
24
Schema esercitazione 1
25
Giorgio Ricchelli
Emma Vincenti
30
Scolpire il vuoto
Arianna Mason
31
Giorgio Ricchelli
34
Lezione seconda
Profondità a tre dimensioni
Continuiamo il nostro approfondimento sulla condizione spaziale di un soggetto posto in un interno determinato e a lui dedicato. Proprio dal termine approfondimento traiamo una delle parole chiave di questa settimana, profondità, nel nostro caso nella materia-spazio-luce, così come abbiamo iniziato a considerarla sia nella scorsa lezione che nella vostra nuova sensibilità nei confronti dell’aria che vi avvolge. Aria frammentata dai pieni e dagli ostacoli che nello spazio determinano i vostri percorsi e le vostre stazioni libere: una sorta di labirinto ondivago ove svolgete le vostre attività correlate alle attrezzature fisse atte a determinate specifiche azioni: vivere, leggere, dormire, lavorare, usufruire di beni e servizi. La profondità per un interior designer è la progressione dello spazio intorno a lui e – non dimentichiamo mai – sopra di lui, è la tridimensionalità nella quale è avvolto e alla quale deve dare, in sede di progetto, senso, scopo e atmosfera psico-positiva per se stesso e per gli altri. Il cubo con le vostre scale immaginatelo ora vuoto: vi attende con voi al centro. Sentitene l’estensione da riempire, e se avvertite anche un po’ di ansia di fronte a tanti metri cubi di cui occuparvi siete sulla strada giusta. La comunicazione e l’esercitazione 35
Giorgio Ricchelli
Vassily Kandinsky, Curva dominante, 1936
50
Profondità a tre dimensioni
Lara Migliori
Annalisa Balta 51
Giorgio Ricchelli
88
Lezione quinta
L’interno dell’interno
Ritorniamo oggi su alcuni concetti che abbiamo imparato e cerchiamo di metterli insieme per applicarli al tema fondamentale del Laboratorio, il design degli spazi, ovvero la loro progettazione e predisposizione per lo svolgimento di una o più azioni del vivere umano. Abbiamo visto come l’operazione sia tutta all’interno di ambienti, dentro spazi o edifici che consideriamo dati e acquisiamo nella loro consistenza, struttura, aspetto, metratura; ambienti chiusi e coperti come volumi di spazio, masse di aria, estensione di metri cubi, vuoti occupati dal pieno di aria che avvolge il nostro fare, muoverci, agire, sostare. Luoghi ove in-scrivere destinazioni d’uso, percorsi, attrezzature, luce e tempo dell’abitare o del convivere utilizzando servizi; tutto dentro al guscio perimetrale che isolando ogni interno lo fa esistere come pezzo unico. Si viene a creare un sistema di scatole cinesi progressive in cui ogni contenuto diventa il contenitore del soggetto o dell’argomento successivo, uno dentro l’altro come le bamboline delle matrioske. L’edificio e al suo interno le suddivisioni, quindi i locali dedicati, e dentro a questi diverse zone di utilizzo che ospitano a loro volta le loro attività; in relazione ad esse gli arredi, 89
Giorgio Ricchelli
mano ciò che si sta dicendo nel confronto diretto con altri, durante il lavoro da farsi, mentre si spiega una soluzione. Abbiamo già parlato di progettazione densa: di un’idea chiara e precisa sviluppata fino in fondo, che connoti fortemente il vostro lavoro con coerenza ed equilibrio ma con una presenza forte, chiaramente leggibile, densa appunto. Imparate ad essere complessivi, al limite insistenti; soprattutto quando si inizia, e si è studenti, è meglio dimostrare per eccesso che per difetto; meglio intervenire ovunque, essere puntuali che diventare laconici. Non fatevi sedurre dal minimalismo di maniera, non fatene un’adesione stilistica, tanto meno ideologica. Vi arriverete, se vorrete, attraverso un’operazione di affinamento nel tempo lungo delle vostre future esperienze che vi insegneranno a selezionare progressivamente. Ad avere la certezza della ricaduta progettuale del valore e del senso di quel poco e semplice che avrete selezionato. Il vostro spazio ora deve essere un pieno “denso”, pieno di cose pensate, studiate, spiegate in tutto lo spazio, senza scadere di tensione, senza zone morte; e se il parallelepipedo con sei stanze tutte inscritte non arriverà ad essere come il Castello di Franz Kafka sia per tutti un gioco complesso e divertente.
94
Schema esercitazione 5
95
Giorgio Ricchelli
102
Lezione sesta
Spazio vuoto come forma positiva
Proseguiamo i nostri ragionamenti sullo spazio interno con tre riflessioni su temi specifici che possiamo così individuare: il modulo abitativo aperto, il labirinto, il percorso. Tre situazioni spaziali particolari che affrontiamo progettualmente ponendo il punto di vista nel loro interno spaziale, sapendoli monoblocchi centripeti autodeterminati e alieni a tutto ciò che succede al loro esterno. Vivono solo nella spazialità conformata e attrezzata che appartiene loro, non hanno un esterno che gli corrisponda; in termini architettonici possiamo dire che non hanno neanche una facciata ad essi relativa. Li prendiamo in esame uno per uno dedicando loro l’esercitazione attinente a partire dal primo: uno spazio monoblocco per l’abitare, articolato e aperto. Monoblocco perché racchiuso in un prisma regolare, cubo o parallelepipedo, che si comporta come una cellula a se stante omnicomprensiva della propria funzionalità. Teniamo però aperta e reale la possibilità che ogni cellula possa eventualmente essere accostabile e impilabile liberamente per formare sistemi flessibili e diversamente organizzati. Articolato e aperto perché gli spazi interni devono essere giustapposti nelle tre direzioni come in una scacchiera 103
Schema esercitazione 6b
122
Spazio vuoto come forma positiva
Veronica Rizzi
123