Il saggio racconta la storia del villaggio arabo di Ein Hod, a sud di Haifa, i cui abitanti sono costretti a fuggire nel 1948, a seguito della proclamazione dello Stato d’Israele. A differenza di altri insediamenti analoghi, Ein Hod non è distrutto ma trasformato in una colonia per artisti attraverso un restauro sapiente nel rispetto delle tradizioni architettoniche e urbanistiche della comunità originaria. Il merito va alla lungimiranza dell’architetto e artista rumeno Marcel Janco, membro attivo del Cabaret Voltaire dadaista, emigrato in Israele nel 1941 con un bagaglio artistico e architettonico d’avanguardia che gli guadagna stima e credibilità presso l’establishment politico, culturale e professionale.