Parma città d’oro
MOSTRA Scenari da condividere tra Storia e Progetto Parma, Palazzo Bossi Bocchi, Settembre/Dicembre 2021 a cura di Dario Costi, Francesca Magri, Carlo Mambriani
DIDATTICA Il Progetto Urbano Strategico ha visto collaborare molti studenti dei Corsi di Laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Parma, i frequentanti dei Laboratori di progettazione affidati al prof. Dario Costi dal 2014 al 2016 e una serie di laureandi dal 2014 al 2021: Alberto Anzoni, Matteo Facconi (il sistema dei viali Sud-Est), Carlos Menguè (il sistema dei viali Nord-Est), Enzo Razzano, Riccardo Righi (il sistema dei viali Nord Ovest e Sud-Ovest), Mattia Marezza, Martina Marmiroli (Bixio), Caterina Martini, Francesco Mussini (San Francesco), Andrea Fanfoni, Maria Chiara Magni, Antonio Villa, Giulia Voltolini (il sistema museale della Pilotta), Domenico Taliano (Reggia Ducale), Marco Malacarne, Francesco Nicolini (Ponte Romano e Piazza Garibaldi), Martina Gennari, King David Bazzoni (San Luca degli Eremitani), Emanuele Ortolan (Cittadella), Giuseppe Andrea Maggio, Serena Melegari, Giampaolo Salsi (Stadio Tardini). Relatore e responsabile progettuale: prof. Dario Costi Correlatori: prof. Carlo Mambriani per gli aspetti di Storia dell’Architettura e della città, prof.sa Eva Coïsson per gli aspetti di Restauro, prof. Michele Zazzi per gli aspetti di Urbanistica, prof. Felice Giuliani per gli aspetti di Infrastrutturazione e strade, prof. Andrea Segalini per gli aspetti di Geotecnica.
RICERCA La ricerca è stata svolta, sotto la supervisione di dottorandi, da un gruppo di borsisti e da ex allievi che hanno continuato a collaborare con il gruppo di Parma Città Futura dal 2017 al 2021. Responsabilità scientifica: Dario Costi Coordinamento: Andrea Fanfoni, Emanuele Ortolan Gruppo di lavoro: Neus Alemany Abrines, Alberto Anzoni, King David Bazzoni, Diletta Belli, Amanda Belloni, Giorgia Carpi, Martina Gennari, Maria Chiara Magni, Giuseppe Andrea Maggio, Marco Malacarne, Carlos Menguè, Francesco Nicolini, Lucia Palumbo, Riccardo Righi, Giampaolo Salsi, Domenico Taliano, Antonio Villa, Giulia Voltolini.
Le sperimentazioni didattiche coordinate sono state la base per un lavoro di ricerca che ha portato ad un affinamento e ad una precisazione della proposta attraverso la revisione dialettica del Progetto Urbano Strategico. I contenuti e le destinazioni possibili del patrimonio storico artistico censito nell’Atlante Civile dell’Architettura e la riflessione sull’idea di città sviluppate nella ricerca sono state discusse preliminarmente con Chiara Allegri, Davide Bollati, Didi Bozzini, Marco Capra, Andrea Chiesi, Guido Conti, Luca Farinotti, Giovanni Fracasso, Francesca Magri, Carlo Mambriani, Daniele Pezzali, Irene Rizzoli, Luca Sommi, Fabrizio Storti, Simone Verde. La rassegna di conferenze dal titolo “PARMA SOCIETÀ CIVILE, quello che il Covid-19 ci ha insegnato” coordinerà le riflessioni svolte in maniera pubblica. "La stanza della condivisione", prevista in mostra, nella forma virtuale e in quella fisica, consentirà ai visitatori di esprimersi sulle destinazioni possibili delle architetture individuate dall’Atlante Civile dell’Architettura, completando così il processo innescato dalla ricerca. Si ringrazia la professoressa Maria Evelina Melley e il gruppo docenti dei corsi di Disegno dell’Architettura dell’Università degli Studi di Parma per la collaborazione e la messa a disposizione dei materiali di rilievo di alcune architetture analizzate.
PUBBLICAZIONE Progetto Urbano Strategico e Atlante Civile dell’Architettura a cura di Dario Costi, Francesca Magri, Carlo Mambriani Con saggi di: Andrea Fanfoni e Emanuele Ortolan Saggi non firmati: Gli scritti a pagina 52 e 82 sono di Dario Costi Le presentazioni dei progetti alle pagine 60 e 70 sono di Giorgia Carpi Le presentazioni dei progetti alle pagine 112 e 142 sono di Antonio Villa Le presentazioni dei progetti alle pagine 114 e 115 sono di Amanda Belloni La presentazione dei progetti a pagina 160 è di Diletta Belli Fotografie di Carlo Gardini© alle pagine 4, 8, 10, 11, 13, 14, 33, 35, 44, 184, 196 Fotografie aeree da drone: Domenico Arancio, Giuseppe De Lorenzi Collaborazione editoriale: Andrea Fanfoni, Emanuele Ortolan
con il patrocinio di
in collaborazione con
social partner
8
La stanza della condivisione
14
Parma Attualità di una idea di città
Parma Città Futura 52
Il parco lineare delle mura farnesiane
60
I viali dell’Oltretorrente
70
La piazza lineare dietro il centro
Atlante Civile dell’Architettura 82
Per una strategia coordinata di rigenerazione urbana
112
Itinerari ducali
142
Aemilia
160
Il crocevia del Petitot
184
Abitare le tracce della città
196
Dove la città diventa campo aperto
La stanza della condivisione
P
arma città d’oro non è soltanto la mostra di un vasto ciclo di progetti architettonici coordinati per la città. È un invito e, al tempo stesso, un appello. Da una parte è uno stimolo a interessarsi del bene comune per cittadini che vogliano contribuire alla definizione della visione strategica del luogo dove vivono. Il Progetto Urbano, come reinvenzione contemporanea della matrice storica della città, offre loro un coinvolgimento nella sfida collettiva della rigenerazione urbana sui nuovi paradigmi della sostenibilità e della quarta rivoluzione industriale. Dall’altra è una chiamata, un’occasione per mettere in valore le molte energie riscoperte durante la tragica fase della pandemia. Nei mesi di apertura si svilupperà infatti una discussione pubblica sui temi salienti della città che mobiliterà la società civile a ritrovarsi sui problemi da risolvere e sulle qualità da sviluppare. La stanza della condivisione a chiusura della mostra è il simbolo di questo approccio, il punto in cui i visitatori, sia in presenza sia in remoto, potranno esprimersi sulle destinazioni future degli scenari presentati e degli edifici
La stanza della condivisione
censiti dall’Atlante Civile dell’Architettura, cioè del patrimonio storico artistico a vocazione collettiva. Così, solo così, il Progetto Urbano diventa Strategico. Attraverso il coinvolgimento di tutti, a ogni livello, finalizzato alla condivisione di proposte da realizzare. I due soggetti che lavorano da anni al concretizzarsi di questa opportunità sono accomunati da una sintonia di azione e da intenti comuni. La Fondazione Cariparma svolge, dalla costituzione, il suo ruolo di risorsa rivolta a sostenere le Istituzioni nel servire al meglio la propria comunità di riferimento e nel contempo a stimolare la comunità a farsi direttamente carico dei problemi. Connotata dalla sua natura privata e indipendente, la Fondazione si impegna in ambito filantropico come soggetto innovatore e facilitatore che cerca di ideare, sperimentare e valutare nuovi modelli di intervento necessari a soddisfare i bisogni che emergono sui piani sociale, culturale, educativo e sanitario. Il suo territorio di riferimento è ricco e avanzato, ma non è in grado di offrire a tutti le stesse opportunità. Accanto ad aree di eccellenza culturale, scientifica ed economica, permangono infatti ambiti di povertà materiale e relazionale, aggravati dal contesto pandemico.
‘‘
Parma, un viale e il riso di mia madre. Su questa breve apparizione...
‘‘
Parma Attualità di una idea di città
J
oseph Rykwert ci ha fatto capire che da sempre la vita in città è una malattia sociale da curare mettendosi idealmente in rapporto con il cosmo, in connessione con un livello superiore all’umano. Abbiamo poi capito che la guarigione viene dagli sforzi collettivi e che gli spazi dove vengono compiuti assumono un valore speciale. Per lungo tempo la fondazione della città è un atto simbolico a cui tutti si affidano, da cui dipende un impegno pratico di collaborazione e di difesa del bene comune. Il rapporto essenziale tra comunità, insediamento e luoghi dell’identità collettiva è l’assetto dialettico che ha guidato gran parte dello sviluppo degli aggregati insediativi occidentali, declinandone intorno agli stessi principi ma in maniera sempre differente la forma urbana, ad ogni latitudine e in ogni geografia. Ogni idea di città che si è sviluppata nei secoli è quindi unica e analoga.1 I monumenti, le porte, le architetture che tutti riconoscono come proprie sono stati fino a pochi anni fa i capisaldi emozionali che siglavano il patto sociale tra i cittadini, il riferimento fisico della comune appartenenza.
Oggi, nel momento in cui questo paradigma fondamentale sembra perdere profondità e consistenza, appare più che mai importante tornare a ragionarne. Lo possiamo fare di certo guardando indietro attraverso la riscoperta dei significati attribuiti e dei ruoli svolti, ma anche e soprattutto alzando lo sguardo e interrogandoci su come ripensare gli usi del patrimonio sulle esigenze della società contemporanea, mettendo in valore la straordinaria dote, materiale e immateriale, che ogni città conserva. I riti democratici delle nuove forme di condivisione, aumentate dalla rivoluzione comportamentale indotta dall’interattività e dall’interconnessione permanente, e i nuovi miti collettivi della sostenibilità, dell’interdipendenza, del bene comune e dei corretti stili di vita sono il contesto tecnologico, sociale e culturale che dobbiamo interpretare. Sono le straordinarie condizioni di intervento che ci offre il momento storico in cui viviamo. Sarà necessario allora un doppio livello di pensiero strategico: quello di messa in valore delle peculiarità locali e quello, che vale per tutti i contesti, di riordino della città contemporanea intorno alle esigenze dei suoi abitanti.
Pietro Mazza dis., Enrico Corty inc. Città di Parma, 1840 c., incisione su rame. Parma Fondazione Cariparma, F 2672. La planimetria è inserita al centro di scorci dei principali monumenti urbani Pietro Mazza del., Deroy Isidore-Laurent lit., Nuova scala costrutta nel Ducale Giardino in Parma, parte esterna verso la terrazza, litografia, in Ch R. de Bombelles, Monumenti e munificenze di Sua Maestà la Principessa Imperiale Maria Luigia, Parma 1845. Parma, Fondazione Cariparma
36
I rampari di San Michele in una foto di fine Ottocento Guido Carmignani Il Giardino Ducale alla metà del secolo XVIII, 1878-80, olio su tela, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma, F 2312
Parma. Attualità di una idea di città
37
Parma Città Futura
La piazza lineare dietro il Centro Il sistema dei percorsi e dei luoghi lungo viale Mentana dalla stazione al Tardini
Oggi i viali, nel tratto compreso tra la stazione ferroviaria e Barriera Repubblica, vedono una separazione dei flussi viabilistici che vengono mantenuti in senso antiorario nel sedime continuo esterno mentre quelli in senso orario vengono deviati in un controviale interno. Il Progetto Urbano Strategico prevede di tenere i transiti in entrambe le direzioni nel sedime esterno, lasciando quello interno per gli accessi dei residenti e la realizzazione di una piazza lineare lungo il bordo del tessuto storico. All’interno di questa strategia di riordino viabilistico il progetto immagina di riscoprire la parte basamentale delle mura, proseguendo un processo già avviato con la parziale emersione del bastione Trinità nella zona del complesso di Direzione degli Uffici Comunali. Il sedime delle fortificazioni verrà riportato alla luce anche in altri due punti: nella piazza antistante il Magistrato del Po, al posto dell’attuale fontana e in corrispondenza del bastione San Benedetto, in prossimità del parco Vero Pellegrini nell’area dell’ex macello. L’affaccio diretto del complesso di San Francesco su viale Mentana costituisce una straordinaria
occasione di collegamento tra la prima periferia e i luoghi centrali della città. Lo spostamento dei volumi esistenti, oggi collocati di fronte al carcere ottocentesco, potrà lasciare spazio ad una nuova piazza giardino sui viali, tramite cui sarà possibile accedere al centro storico. L’intervento renderà questa parte della città permeabile, creando una nuova connessione con il Centro attraverso il convento trecentesco, la Casa della Musica per giungere al Duomo e al Battistero. Se per il complesso del convento e del carcere si propone una conferma della destinazione universitaria (rispettivamente dotati di spazi per la didattica il primo e residenziali il secondo) proprio questa caratterizzazione suggerisce una logica complementare per un nuovo intervento. L’edificio immaginato potrà allora ospitare una serie di funzioni collegate al destino universitario dell’area che potranno essere precisate grazie al dibattito pubblico e al dialogo con i soggetti interessati. L’apertura di una passeggiata monumentale tra il quartiere San Leonardo e la piazza del Duomo ha una ovvia importanza strategica che ricuce il rapporto tra centro e periferia con riflessi positivi dal punto di vista culturale, turistico ed economico.
70
Parma Città Futura
Giacomo Giacopelli Chiesa di S. Francesco del Prato a Parma, sec. XIX, metà, china e acquerellato su carta Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma 16086 Pietro Mazza Veduta della “Casa di Forza in Parma”, 1838-1839 matita e china su carta Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma F 1810 La piazza lineare dietro il Centro
71
Atlante Civile dell’Architettura
anni dal gruppo di ricerca, anch’essi in gran parte da discutere per le attività che potranno ospitare, descritti puntualmente nelle pagine successive (in rosso). Questo censimento del patrimonio storico artistico di interesse pubblico rinnova allora alcune intenzioni a cui il titolo rimanda. Il termine Atlante intende collegarsi a questa tradizione di analisi e rappresentazione che si è sempre soffermata non tanto sui singoli elementi quanto piuttosto sul dato complessivo, sul sistema insediativo (in molti altri casi anche geografico) delle relazioni. Ciò che interessa di questo studio non è infatti l’analisi circostanziata del singolo manufatto quanto piuttosto la sua configurazione in rapporto al ruolo urbano che svolge. Il centro di interesse combina quindi due questioni intrecciate: da una parte l’assetto spaziale che offre per i nuovi usi potenziali e, dall’altra, l’estensione che occupa nella città, per la dialettica che attiva con le altre architetture. L’aggettivo Civile rimanda alla definizione settecentesca che identifica le strutture al servizio dell’uomo. Come noto, negli anni successivi alle prime definizioni di matrice illuminista di società civile ed economia civile, anche in ambito architettonico viene utilizzato questo termine che oggi può assumere un nuovo significato più consapevolmente militante. Nella nostra intenzione questo termine si collega, rinnovando quella distinzione di strumento per le persone, al concetto attuale del bene comune, come nuova Crisopoli e Città d’oro contemporanea per Parma. La città come tutta Architettura è l’ultima questione che il titolo precisa. La definizione tipologica di ogni componente suggerisce destinazioni contemporanee coerenti con il proprio impianto, consentendo una verifica preliminare delle funzioni da attribuire. Questo modo di pensare l’insediamento riconsegna agli architetti la possibilità ma anche la responsabilità di delinearne una modificazione, come interpreti di un pensiero collettivo. Il Progetto Urbano nella sua dimensione strategica è allora lo strumento per condividere le scelte su cosa, dove e come rigenerare la città storica, come nucleo centrale di una comunità sociale ampia, strettamente collegata alle sue periferie.
86
Ricomposizione georeferenziata dell’Atlante Sardi (1767) eseguita nel 2012 a cura di Andrea Zerbi, Giorgia Bianchi, Riccardo Roncella (DICATeA – Università degli Studi di Parma) per Fondazione Cariparma.
47 Edificio: Ospedale Vecchio Uso attuale: sede dell’Archivio di Stato/Biblioteca Comunale, Oratorio di Sant’Ilario, multifunzione Vocazione: archivi, biblioteca, ricreativa, mostre, da definire Estensione urbana:10935 m2
21 Edificio: Palazzo Pigorini Uso attuale: spazio espositivo Vocazione: sede di funzione culturale, da definire Estensione urbana: 441 m2 104
Atlante Civile dell’Architettura
37 Edificio: Chiesa/Monastero di San Paolo Uso attuale: chiesa: trsformata in spazio espositivo, Monastero: Musei civici di San Paolo, Pinacoteca Stuard e Castello dei Burattini, Museo, biblioteca, Istituto storico della resistenza e dell’Età contemporanea di Parma Vocazione: da definire Estensione urbana: 8555 m2
9 Edificio: Oratorio di San Quirino Uso attuale: spazio espositivo e conferenze (ex sede di Parma Urban Center) Vocazione: spazio espositivo e conferenze, da definire Estensione urbana: 286 m2 Per una strategia coordinata di rigenerazione urbana
105
‘‘
‘‘
Dove sono oggi le pietre corrose?
Abitare le tracce della città
«Più spesso la mutazione non avviene per questa illuminazione di scatto, ma è il risultato di un lento lavoro dovuto a una somma di individui, a un popolo, a una società che insieme si evolve: così spuntano i fiori in un prato in primavera, sorgendo dalla coltre dell’inverno, e così diventano frutti e daranno sementi nel ciclo vitale delle stagioni».1 Ernesto Nathan Rogers
G
uardare al lavoro che da molti anni è stato svolto dal gruppo di ricerca è l’occasione per precisare una serie di questioni metodologiche e portare alcune osservazioni a valle dell’esperienza collettiva, inquadrandola nel dibattito culturale europeo e nel clima di riflessione progettuale nel rapporto tra architettura, archeologia e memoria. La sperimentazione di Parma Città Futura, sin dallo stato embrionale, è stata animata dall’urgenza di ripensare i più significativi spazi urbani della città, e in questo scenario, la volontà di mettere in valore l’identità dei luoghi dotandoli di una funzione adatta alle esigenze contemporanee ha ispirato la matrice del progetto complessivo e le ragioni delle singole proposte architettoniche. In una prima fase la razionalizzazione della viabilità e la conseguente riscoperta delle mura farnesiane ha rappresentato una doppia occasione: fare fronte al cambiamento necessario per la sostenibilità del
sistema urbano e portare alla luce la testimonianza delle tracce del passato. In una seconda fase l’individuazione delle chiavi di rigenerazione urbana attraverso la “sonda del progetto"2 architettonico ha definito l’opportunità di valorizzare l’ingente patrimonio museale esistente per la promozione di “un’idea di città” attraverso la sua caratterizzazione culturale con evidenti benefici commerciali, turistici e sociali. I progetti di Parma Città Futura che si sono confrontati con il tema dei luoghi della cultura hanno attraversato delle sfide comuni e hanno dialogato sempre con i concetti di preesistenza ambientale e di permanenza. Ernesto Nathan Rogers definisce le preesistenze ambientali come il luogo, o più in generale il contesto, dove l’architetto si confronta con i «valori culturali nei quali le nuove forme s’inseriscono storicamente».3 Il progetto risente della continuità con il passato e impara da essa applicando i dettami attuali tramite