106 Collana Alleli / Research
ISBN 978-88-6242-575-9 Prima edizione ottobre 2021 © Carlo Malerba © LetteraVentidue Edizioni È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: CARMADESIGN LetteraVentidue Edizioni Srl Via Luigi Spagna, 50P 96100 Siracusa, Italy www.letteraventidue.com
Carlo Malerba
Archisculture durante il lockdown Storie di creazione e reazione
Indice
6
Prefazione
12
Le origini
24
Wunderkammer
26
Becchi
28
Torre di pietre
30
Sospeso
32
Casa, casa, natura, casa, arte
34
Casa spezzata
36
Mito
38
Il bacio
40
Schizzi preparatori in libertà
Noi non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo Anaïs Nin
L’origine
Da bambino il mio idolo era Robinson Crusoe. Lo avevo conosciuto in una rara edizione del libro di Daniel Defoe, illustrata da Walter Paget; ero affascinato dalle sue capacità di costruire tutte le cose di cui aveva bisogno per vivere, ricorrendo solo alle sue mani e a ciò che la natura dell’isola che lo ospitava gli offriva: oggi lo chiameremmo “design sostenibile”. Ho trascorso la mia adolescenza nell’hinterland torinese al confine con l’aeroporto di Caselle: allora era piccolo, con una sola pista e tutto intorno campi coltivati, boschi, prati. Non mancava nemmeno l’acqua per fare il bagno nudi nella bella stagione, o per pescare con le mani quando il torrente si ritirava. Era il Banna e scorre ancora oggi. Dopo la scuola quella era la mia isola e lì potevo liberare la mia passione: costruire capanne – dovunque, anche sugli alberi – o zattere con cui scendere il torrente, archi, fucili e spade rudimentali, attrezzi vari. Era importante per me, sull’esempio del mio idolo, costruire, costruire sempre e comunque qualcosa. Solo molto dopo ho scoperto che le capanne sono state un’esperienza importante anche per altri due illustri personaggi: il filosofo David Thoreau e l’architetto Le Corbusier. Le capanne erano fatte con rami di varie dimensioni che – ahimè, devo confessare, scelta poco sostenibile – tagliavo con la mia attrezzatura, la quale non faceva certo invidia a un boscaiolo. Finita la struttura, fatta di grossi rami legati tra di loro che formavano le pareti e il tetto, la ricoprivo con arbusti e fogliame; ma l’entusiasmo
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Le Archisculture
Sospeso Uno dei miei più piacevoli passatempo – e nel lockdown mi è stato ancor più possibile – è mettermi davanti a un foglio bianco e tracciare linee senza alcuna idea. Un movimento nel quale l’occhio e la mano interagiscono, suggerendosi vicendevolmente sensazioni e deviandosi reciprocamente sino a quando un disegno nasce: basta avere la pazienza di aspettare e qualcosa magicamente emerge e tutto diviene sorprendentemente chiaro. Tra tanti pensieri sospesi ha prevalso quello di fare qualcosa che galleggiasse nel vuoto – come noi, parte di una Terra che ruota nel vuoto Universo – qualcosa che si muovesse e interagisse con l’osservatore rompendo il divieto del “Non toccare, grazie”. Qui bisogna toccare per spingere e dare energia. Appesa, c’è una massa informe, spontanea, senza regola, senza geometria euclidea, che racchiude un artificio, una forma geometrica complessa fatta di volumi che si intersecano tra loro suggerendo percorsi utopici che lasciano senza riposta alla domanda: “Cosa ci sarà dentro?” Per cercare di ottenere una risposta occorrerà dare altra energia. 30
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