Indice
Table of contents
6 Collana Milano Urban Center, Simona Collarini 8 Prefazione, Lorenza Baroncelli
7 Milano Urban Center Series, Simona Collarini 9 Preface, Lorenza Baroncelli
12
13
Un dialogo con Stefano Boeri
A dialogue with Stefano Boeri
27 Introduzione
27 Introduction
116 178 256 304 350 402
116 178 256 304 350 402
Piazze Verde Acque Parterre Piste ciclabili Strade
496 Ringraziamenti 498 Crediti 506 Bibliografia
Squares Green spaces Blue spaces Parterres Cycle lanes Streets
497 Acknowledgements 499 Credits 506 Bibliogaphy
12
Un dialogo con Stefano Boeri
I Milano, Palazzo dell’Arte, Triennale, 14.09.2021, ore 17:00 Ci incontriamo con Stefano Boeri, presidente di Triennale, studioso ed esperto di realtà urbane a scala internazionale, promotore di progetti e strategie a scala dell’intera città, autore di libri su Milano, milanese e tifoso dell’Inter (caratteristica la cui importanza si capirà nel corso della conversazione) e, soprattutto, architetto/mentore con il quale abbiamo costruito la fase iniziale della nostra professione. Vogliamo proporre un dialogo, attraverso alcune domande che si muovano dal personale al generale, da argomenti di natura micro, fino a visioni macro, ruotando sempre attorno al concetto di spazio pubblico, alla sua storia, alla sua essenza, come una sorta di commento ex-post ai contenuti racchiusi in questo libro. QTA
Abbiamo iniziato la nostra ricerca chiedendoci cosa fosse lo spazio pubblico, interrogandoci su una sua possibile definizione, che ci aiutasse a costruire le ragioni stesse che hanno portato a proporre questo tema di investigazione. Sentiamo che nella sua definizione si trovano le caratteristiche fondamentali dei luoghi, che evidenziano problematiche e potenzialità. Crediamo che lo spazio pubblico sia lo “spazio di tutti” e in quanto tale ogni cittadino abbia la responsabilità di curarlo, di mantenerlo, di migliorarlo: in questo senso iniziare il dialogo con una domanda personale, ma anche universale ci sembra un punto di partenza progettuale. Stefano, cos’è, per te, lo spazio pubblico?
SB
Il termine “spazio pubblico” si è prestato ad assumere, nel corso del tempo, diverse declinazioni ed è stato, in un certo senso, continuamente decostruito: per un lungo periodo si è posta una forte attenzione all’emergere di una sempre maggiore presenza di spazi di proprietà privata a carattere collettivo nelle città e ciò ha portato, nella sua definizione, a osservare con attenzione alla differenza tra statuto giuridico e condizione d’uso dello spazio; negli anni Ottanta, e, in particolar modo alla fine del decennio, con il crollo dei regimi, c’è stato un lungo momento di riflessione sullo spazio pubblico delle città socialiste, letto come alternativa, o, comunque, come paragone importante rispetto allo spazio pubblico tradizionale dei paesi Occidentali (a confronto con quelli dei Paesi dell’Est); all’inizio degli anni Novanta, poi, abbiamo lavorato su una serie di riflessioni legate al concetto di terrain vague, ossia sul fatto che lo spazio pubblico non sia solamente uno spazio di natura collettiva, ma che sia, anche, uno spazio, magari inutilizzato, che però è pubblico nella misura in cui, non avendo un codice chiuso e predefinito, si presta a ospitare la molteplicità delle interpretazioni che i soggetti proiettano su questo spazio disponibile e aperto a ogni possibile interpretazione (Ignasi de Solà-Morales, Jean-François Chevrier, io stesso abbiamo scritto su questo tema). Infine, ci sono state una serie di interpretazioni più specificamente legate alle modalità d’uso dello spazio pubblico dal punto di vista delle tipologie di utenti: nei testi di Erving Goffman, per esempio, si
A dialogue with Stefano Boeri
E Milano, Palazzo dell’Arte, Triennale, 14.09.2021, 5:00 PM We are meeting with Stefano Boeri, President of Triennale. Scholar and expert of urban realities on an international scale, he has promoted projects and strategies on the scale of the entire city. He is author of books on Milan, a Milanese, an Inter Milan supporter (a characteristic whose importance will be disclosed throughout the dialogue) and above all, the architect/mentor with whom we have initiated our profession. We would like to engage in a dialogue through questions moving from a personal to a general level, spanning from micro-arguments to macro-visions, but always revolving around the concept of public space, its history and essence, as a sort of ex-post commentary to the contents contained in this book. QTA
We began our research by asking ourselves what public space is, wondering about a possible definition that could help us structure the very reasons that had led us to propose such a topic of investigation. We feel that its definition carries the fundamental characteristic of places, highlighting problems and potentials. We believe that public space is “everyone’s space” and as such every citizen is responsible for taking care of it, preserving it, and improving it. In light of this, starting the dialogue with a personal yet universal question seems to us a design-oriented starting point. Stefano, what is public space for you?
SB
The term “public space” has lent itself to take on different connotations over time and has been, in a certain way, constantly deconstructed. For a long time there has been a strong focus on the emergence of an increasing presence of privately owned communal spaces in cities; this has led, in its definition, to a careful observation of the difference between a space’s legal status and condition of use. In the Eighties, and particularly at the end of such decade, following the collapse of regimes there has been a long moment of reflection on public space in socialist cities, read as an alternative or, at least, as a significant comparison with the traditional conception of public space in western countries (in contrast to the eastern ones). At the beginning of the Nineties, we then worked on a series of reflections linked to the concept of terrain vague, i.e. a public space conceived not just as a collective space, but that is also a space, perhaps unused, that is public insofar it doesn’t have a closed and predefined code, but it lends itself to embrace the multiple interpretations of the subjects that inhabit it: a space that is available and open to all possible interpretations (Ignasi de Solà-Morales, Jean-François Chevrier and myself have written on this theme). Finally, there have been a series of interpretations more specifically linked to modes of using public space from the point of view of the diverse typologies of users: in the texts of Erving Goffman, for instance, public space is discussed as focused or unfocused interaction. With the first term the author refers to a stadium or a square where an event or a concert is taking place. With the second one, in-
32
Introduzione Senso e urgenza della ricerca
«Io non ho mai avuto un territorio in cui riconoscermi e riconoscere il mio passato, sono nato in un paesino del meridione e ho sempre vissuto in città. La città è quindi il luogo in cui ho cercato di espandere la mia personalità, è il luogo che ho cercato di amare che ho cercato di coinvolgere nei miei itinerari di vita e di lavoro, nel quale mi sono mosso spesso come l’esploratore si muove su di un territorio da conquistare». Ugo La Pietra, Abitare è essere ovunque a casa propria, 1968-1980 L’urbanistica degli spazi privati Milano è spesso conosciuta, da chi si interessa di studi urbani, come una città di spazi privati, frequentemente nascosti, gioielli incastonati in un tessuto urbano più anonimo. È una narrazione che non riguarda solo gli studiosi, ma anche i visitatori e i suoi stessi cittadini, e che viene comunicata al mondo come una sorta di caratteristica della città e dei suoi abitanti: sobria esteriormente, ricca e raffinata nei suoi interni. Una città introversa, capace di stupire in alcuni peculiari luoghi, molto spesso privati. Cino Zucchi nel 1989 ne racconta una possibile storia nel libro L’architettura dei cortili milanesi, mostrando un tessuto urbano innervato dalle corti dei palazzi storici più importanti, capaci di costruire una urbanità parallela rispetto all’intorno che li circonda. Ma è spesso la soglia stessa, fra esterno e interno, a costruire un rapporto con la strada, una urbanistica di passaggio fra il privato e il pubblico, come visualizzato nella ricerca fotografica curata da Karl Kolbitz, nel libro Ingressi di Milano, del 2017. Milano ha, insomma, un forte imprinting relazionato al lavoro dei privati, soprattutto di fronte al “bene pubblico Città”, una caratteristica che è diventata tanto più chiara quando questa attitudine ha ampliato la propria influenza a grandi tessuti urbani, alla scala della città stessa. È un meccanismo che si è reso evidente a cavallo del 2000, a conclusione della grande stagione delle dismissioni industriali, durante la quale enormi spazi della produzione sono rimasti abbandonati per decenni, come luoghi di possibilità dormienti e inesplorate: solo il tempo, lento, ne ha permesso uno sviluppo e questo è arrivato con il fardello dell’attesa, come una evoluzione dell’abitudine e della consuetudine a vedere gli spazi abbandonati e poi, lentamente, riconquistati. Il meccanismo del recupero delle grandi aree industriali è stato scalzato, agli inizi del secolo, da un meccanismo di sostituzione rapida, esemplificato da quanto avvenuto nell’area della ex Fiera: con la funzione ancora operante, si è decisa la dismissione e la conseguente riqualificazione, in maniera che il periodo di abbandono fosse quasi nullo, o ridotto al minimo. Milano è diventata così territorio di conquista di grandi interventi urbani, attraverso fondi internazionali privati, che scommettono sulla crescita immobiliare, per mezzo di un meccanismo auto-stimolativo, nel quale l’evoluzione del mercato accelera ancor più il suo stesso sviluppo: l’ex Fiera ora City Life, Porta Nuova, il Campus dell’Università Bocconi, Fondazione Prada, il quartiere Symbiosis e il futuro Scalo di Porta Romana sono interventi capaci di modificare un intorno urbano enorme, alla scala dell’intera città. Anzi, si potrebbe dire che essi stessi si facciano città, cercando di costruire complessità metropolitane, occupandosi del masterplan, degli edifici, degli spazi fra gli edifici. Spazi che, perlopiù, rimangono privati, assestandosi nel solco di una consuetudine
Introduction Sense and urgency of the research
“I’ve never had a territory where I could identify myself and recognize my past. I was born in a small village in the South and I have always lived in the city. The city is therefore where I have tried to expand my personality, it is the place that I have tried to love and to involve in my life and work itineraries, in which I have often moved as the explorer moves, a territory to be conquered”. Ugo La Pietra, Abitare è essere ovunque a casa propria, 1968-1980 (translation by authors) Urban planning of private spaces Milan is often known, by those interested in urban studies, as a city of private spaces, frequently hidden, jewels set in a more anonymous urban fabric. It is a narrative that concerns not only scholars, but also visitors and citizens, and which is communicated to the world as a sort of characteristic of the city and its inhabitants: sober on the outside, rich and refined in its interiors. An introverted city, able to amaze in some peculiar places, very often private. Cino Zucchi in 1989 tells a possible story in the book The architecture of the Milanese courtyards, showing a urban fabric innervated by the courtyards of the most important historic buildings, capable of constructing a parallel urbanity to their surroundings. But it is often the threshold itself, between outside and inside, that builds a relationship with the street, a “passage urbanism” between the private and the public, as shown in the photographic research curated by Karl Kolbitz, in the book Entryways of Milan, 2017. In short, Milan has a strong imprinting in relation to the work of private individuals, especially in the face of the “public good City”, a characteristic that became much more clear when this attitude expanded its influence to large urban fabrics, at the scale of the city itself. It is a mechanism that was evident at the turn of 2000, at the conclusion of the great era of industrial disposals, during which huge production areas were abandoned for decades, as places of dormant and unexplored possibility: only the long and slow time has allowed their developments and this has come with the burden of waiting, as an evolution of the routine and of the habit of seeing abandoned spaces and then, slowly, regained. The recovery mechanism of large industrial areas has been undermined, at the beginning of the century, by a quick-change mechanism, exemplified by what happened in the area of the former Fair: with the function still operating, it is has been decided the disposal and the consequent requalification, so that the period of abandonment was almost nil, or reduced to a minimum. So Milan has become the territory of conquest by large urban projects, through private international funds, betting on real estate growth, by means of a self-stimulating mechanism, in which the evolution of the market speeds up even more its own development: the former Fair, now City Life, Porta Nuova, the Bocconi University Campus, Prada Foundation, the Symbiosis district and the future Porta Romana Railway area are interventions capable of modifying an enormous urban territory, at the scale of the entire city. Indeed, it could be said that they themselves become cities, trying to build metropolitan complexities, dealing with the masterplan, the buildings, the spaces between the buildings. Spaces that, for the most part, remain private, settling in the wake of a Milanese habit, expanding the boundaries of the interventions that now no longer
40
Studenti che manifestano contro la didattica a distanza in piazza Città di Lombardia, Milano, 28 Ottobre 2020 Students demonstration against distance learning in Piazza Città di Lombardia, 28th of October 2020
pubblici, poi dei parchi e degli spazi verdi, trovando infine il limite in un cerchio di raggio pari a 200 m dalla propria abitazione. Nei Paesi del Centro e Nord Europa le restrizioni sono state più lievi, hanno cercato di fare leva, più che sulla paura, sul rispetto delle regole, su un concetto più legato al buon senso, chiedendo ai cittadini di rimanere distanziati, ma cercando di rendere il più temporanee possibili le limitazioni di uso dello spazio pubblico. A testimoniare ancora di più la diversa prossemica che caratterizza le culture, in alcuni Paesi la distanza minima interpersonale da tenere per ridurre il rischio di contagio è stata fissata a 1 m, in altri a 1,5 m, in altri ancora a 2 m, ovviamente senza che sia stato dimostrato finora un diverso funzionamento del virus a seconda del Paese. Nonostante questa attitudine diversamente restrittiva, abbiamo negli occhi, un po’ in tutto il mondo, le immagini delle città vuote, dei silenzi assordanti, della natura che si riprende spazio in un contesto urbano che sembrava l’avesse definitivamente espulsa. È stato il momento nel quale abbiamo preso ulteriormente coscienza della qualità dello spazio pubblico, delle sue dimensioni, della sua rappresentatività, del suo essere scena e sfondo di qualità per le azioni umane. E per questo, per questa mancanza di azioni umane, ci siamo resi conto che le città vivono attraverso le vicende delle persone stesse; il paesaggio urbano è fatto, perlopiù, da un palinsesto di gesti, di movimenti, di atti in continua
Filippo Romano, Piazza Duomo, Milano, Domenica 19 Aprile 2020, ore 14:14:00 Filippo Romano, Piazza Duomo, Sunday 19th of April 2020, 14:14:00
“I also have many memories of ‘39, but the most extravagant one is of how we walked in Milan: how we strolled, how we discussed in the streets, how we stayed up late at night. How we appreciated the measure that Milan had; a measure corresponding to the expectations of those who experienced it. Being in the street meant meeting friends, forming conversation groups, living together with others in the city”. Giancarlo De Carlo, L’incontro con lo zio eccentrico a Milano, in Milano Lombardia: prospettiva qualità, 1987 (translation by authors) The public space, stripped of its actors, seemed fascinating to us. Perhaps we learned to appreciate it more in its being emptied of the crowd, but, on the other hand, it showed us an incredible melancholy. It built an image of full detachment from humanity, like the Renaissance ideal cities, built by geometries, by structural canons, by abstract characters arranged like some of the scenic elements in the view. Our cities have been temporarily dead, just as the Renaissance representations were sinister after all. We were trying to save people from the virus: we have, only for a moment, killed the space where people live. “If there can be a portrait of something, a portrait that is representation, offering, enveloping, involving, presentation, moment, presence, allusion, apparition, disappearance, surprise, effort, participation, flourish, this portrait is the City.
112
Introduzione Istruzioni per l’uso
La ricerca svolta, di cui questo libro raccoglie i principali risultati, è costituita da tre apparati, che, come negli atlanti classici, “pesano” in proporzioni simili: testi, grafiche, iconografia. Non esiste una gerarchia precisa: i testi, a parte le introduzioni, corrono paralleli a grafiche e immagini, come delle lunghe didascalie; le grafiche, vero cuore dello studio, sono state da noi prodotte ed editate da Fabiano Cocozza e sono, nella loro totalità, inedite; la ricerca iconografica vuole riportare questo studio al di fuori, a un confronto continuo con altre ricerche, strategie, progetti. In questo senso potremmo osservare che il libro si è trasformato in una sorta di grande lavoro collettivo, costruito grazie all’esperienza di enti, associazioni, amministrazioni, biblioteche, archivi, fondi, professionisti, amatori, che lavorano, in maniera più o meno continua, sullo spazio pubblico. Questo grande (eppure parziale, vista la vastità del tema) atlante visuale, ci racconta il passato, il presente e il futuro dello spazio di tutti e ci mostra ancor più quanto sia necessario l’impegno di ogni persona che vive la città per pensare di migliorare questo spazio. Oltre all’introduzione, il libro si divide nei sei capitoli corrispondenti ai layer presi in esame, ognuno dei quali si sviluppa con un andamento simile: un parte introduttiva; un regesto e un estratto dei cataloghi (che si possono trovare, nella loro totalità, online in forma digitale); la mappa generale che raccoglie tutti gli elementi presi in esame; cenni storici dello spazio pubblico a Milano e in altre città; analisi dimensionali e tipologiche; un focus sullo spazio pubblico di prossimità; una raccolta/confronto di strategie in atto su Milano e in altre realtà internazionali; alcune idee/visioni/proposte che immaginiamo per il futuro dello spazio pubblico di Milano. L’approccio della ricerca, e della pubblicazione, è sempre progettuale: in questo senso i testi, soprattutto quelli a commento di grafiche e immagini, sono da intendersi come spunti, riflessioni aperte, che non pretendono di esaurire tutti i temi proposti ma provano a costruire un campo di referenze e analisi per sviluppare delle proposte spaziali.
Piazze / Squares Acque / Blue spaces Parterre / Parterres Piste ciclabili / Cycle lanes Verde / Green spaces Strade / Streets
Lo spazio pubblico della città di Milano The public space of the city of Milan
0
1
2 km
116
40 64 74 80
Dimensione e caratteristiche Strategie Milano Altre città Idee per Milano
Piazze Squares 118 122 130
Introduzione Regesto Catalogo (estratto)
119 122 130
Introduction Regest Catalogue (excerpt)
132 134 136
La mappa I municipi Lo spazio fruibile
132 134 136
The map The districts The usable space
138 140
Cenni storici Milano
138 140
Historical outline Milan
142
Milano e altre città
142
Milan and other cities
146
Caratteristiche Dimensioni Tipi
146
Features Dimensions Types
154
Le scale dello spazio pubblico Spazio pubblico di prossimità
154
The scales of public spaces Proximity public space
160 162 166
Strategie Urbanistica tattica Da altre città
160 162 166
Strategies Tactical urbanism Other cities
172
Idee per Milano
172
Ideas for Milan
148
148
122
Piazze Squares Regesto Regest
Legenda / Legend Dimensione / Dimensions
XL
L
M
Piazzale
Piazzetta
S
Denominazione / Denomination
Piazza
Tipologia / Typology
Tipo / Type
Piazze veicolari Vehicular squares
Incroci Intersections
Parcheggi Parkings
Piazze per antonomasia Squares par excellence
Sagrati chiese Churchyards
Classiche Classic
Piazze parziali Partial squares
Slarghi Widenings
Angoli Corners
Piazze verdi Green squares
Commons Commons
Giardini Gardens
Piazze diverse Different squares
Altre Others
Altre specifiche / Other attributes
Dedicate alle donne Dedicated to women
Rotonde Roundabouts
Municipio
Den. Nome della Piazza
Area (m2) Dim.
Tipologia
Tipo Ded.
District
Den. Name of the Square
Area (m2) Size
Typology
Type Ded.
1
1
Affari (degli)
2
1
Agostino (Sant')
2.850
3
1
Alessandro (Sant')
4
1
Ambrogio (Sant')
5
1
Angelo (Sant')
6
1
Aquileia
7
1
Babila (San)
8
1
Baiamonti Antonio
9
1
Baracca Francesco
10
1
Beccaria Cesare
3.545
11
1
Belgioioso
1.675
12
1
Beria d'Argentine Adolfo
13
1
Bertarelli Luigi Vittorio
14
1
Biancamano
15
1
Borromeo
16
1
Bossi Maurilio
940
17
1
Brera (di)
900
18
1
Cadorna Luigi
19.520
19
1
Cantore Antonio
16.650
20
1
Carlo (San)
1.675
21
1
Carmine (del)
1.780
22
1
Castello
34.348
23
1
Cavour
10.340
24
1
Cinque Giornate
1.275
25
1
Conciliazione (della)
5.170
26
1
Cordusio
4.175
27
1
Cuccia Enrico
260
28
1
Dell'Amore Giordano
560
29
1
Diaz Armando
30
1
Duomo
31
1
Duse Eleonora
32
1
Edison Tommaso
33
1
Erasmo (Sant')
34
1
Erculea
35
1
Escrivà Josemaria (San)
36
1
Eufemia (Sant')
3.215
37
1
Eustorgio (Sant')
5.235
38
1
Fedele (San)
2.235
39
1
Ferrari Andrea Cardinale
2.580
40
1
Ferrari Paolo
41
1
Filangieri Gaetano
4.620
42
1
Fontana
8.569
43
1
Giordano Umberto
1.810
44
1
Giorgio (San)
45
1
Giovanni XXIII
8.606
46
1
Giovine Italia
6.085
47
1
Ho Feng Shan
48
1
Lega Lombarda
9.410
49
1
Liberty (del)
2.185
50
1
Marco (San)
1.275
51
1
Marengo
52
1
Maria Beltrade (Santa)
1.430
53
1
Maria Delle Grazie (Santa)
2.415
12.620 1.516 21.060 2.630 15.289 7.350 4.161 12.490
860 1.790 10.080 2.810
6.030 39.030 1.880 1.275 2.030 2.135 980
740
585
75
1.122
130
Piazza Duomo
Area: 39.030 m2
0 50
200 m
Piazza San Fedele
Area: 2.235 m2
Vi
a
Ho
Galleria Vittorio Emanuele II
ep li
Piazza San Fedele
0 25
100 m
Como
Piazza Gae Aulenti
Corso
Piazza Gae Aulenti
Area: 6.847 m2
0 50
200 m
Vi
a
Ti
to
Li
vio
Piazza Insubria
Via Sebino
L'intero catalogo si può trovare su issuu.com/milanospaziopubblico
The entire catalog is on issuu.com/milanospaziopubblico
Piazza Duomo
Piazza Insubria
Area: 27.108 m2
0 50
200 m
Via Morigi
a Marta
Via Sant
Piazza Massaia
Area: 370 m2
0 25
100 m
Via
Sp
ezia
Piazza Guglielmo Massaia
Piazza Maggi
Piazza Gian Antonio Maggi
Area: 12.219 m2
0 50
Cavalcavia Schiavoni
200 m
olo
lio
tti aA
Vi
Via Zama
Piazza Cartagine
Area: 3.528 m2
0 25
100 m
Viale Lucania
Piazza Cartagine
Co
rso
Lo d
i
Piazzale Corevtto
Piazza Corvetto
Area: 8.487 m2
0 50
200 m
g Re
178
Verde Green spaces 180 184 194
Introduzione Regesto Catalogo (estratto)
181 184 194
Introduction Regest Catalogue (excerpt)
196 198 202
La mappa I municipi Lo spazio fruibile
196 198 202
The map The districts The usable space
208 210
Cenni storici Milano
208 210
Historical outline Milan
212
Milano e altre città
212
Milan and other cities
218
Caratteristiche Dimensioni Tipi
218
Features Dimensions Types
226
Le scale dello spazio pubblico Spazio pubblico di prossimità
226
The scales of public spaces Proximity public space
238 244
Strategie Da altre città
238 244
Strategies Other cities
246
Idee per Milano
246
Ideas for Milan
220
220
184
Verde Green spaces Regesto Regest
Legenda / Legend Denominazione / Denomination Parco Park
Cimitero Cemetery
Giardino Garden
Orto botanico Botanical garden
S
Dimensione / Dimension
XL
L
M
Tipo di parchi e cimiteri / Type of parks and cemeteries Romantici Romantic
Attivi Active
Ecologici Ecological
Naturali Natural
Tipo di giardini e orti botanici / Type of gardens and botanical gardens Beruto Beruto
Racchiusi Enclosed
Altre specifiche / Other attributes
Dedicati alle donne Dedicated to women
Ritagli urbani Leftover
Pianificati Planned
Municipio Den. Nome
Area (m2) Dimensione
Tipo Ded.
District
Area (m2)
Type Ded.
Den. Name
1
1
Archeologico dell’Anfiteatro Romano
2
1
Giardini Pubblici Montanelli Indro
18.778
3
1
Papa Giovanni Paolo II
4
1
Sempione
498.251
5
2
Adriano
186.691
6
2
Cimitero di Greco
37.293
7
2
Di Francesco Cataldo
32.572
8
2
Giardino Rame Franca
42.080
9
2
Martiri della Libertà Iracheni Vittime del Terrorismo (In Memoria dei)
126.243
10
2
Panza
186.691
11
2
Trotter
129.680
12
2
Via Tognazzi
13
2
Villa Finzi (Di)
14
3
Cimitero di Lambrate
15
3
Dell’Acqua / Della Lambretta
118.170
16
3
Lambro
722.515
17
4
Alberello (Dell’)
10.396
18
4
Alessandrini Emilio
73.900
19
4
Bosco di Monlue
20
4
Cassinis Gino
21
4
Forlanini
22
4
Formentano Vittorio
23
4
Galli Guido
24
4
Monlue
25
4
Trapezio
26
4
Trapezio Santa Giulia
27
4
Vittorini Elio
28
5
Agricolo del Ticinello
1.028.640
29
4, 5, 6, 7
Agricolo Sud
1.131.558
30
5
Cascina Caimera
47.208
31
5
Chiesa Rossa
33.544
32
5
Ex Om / Parco Ripamonti
39.092
33
5
Ex Om / Parco delle Memorie Industriali
49.074
34
5
Guareschi Giovannino
18.581
35
5
Ravizza Alessandrina
57.742
36
5
Resistenza (Della)
42.410
37
5
Vettabbia (Della)
38
5
Via dei Missiglia - De Ruggero
88.140
39
6
Baden-Powell Robert
50.655
40
6
Campagna Andrea
143.127
41
6
Crocerossine (Delle)
50.979
42
6
Don Giussani
47.568
43
6
Fontanili (Dei)
373.735
44
6
La Spezia
48.617
45
6
Moravia Alberto
56.144
46
6
Segantini
47
7
Aniasi Aldo
48
7
Annarumma Antonio
49
7
Baggio (Di)
50
7
Boscoincittà
515.512
51
7
Capitani (Dei)
59.905
190.267 25.773
64.812 64.812 190.816
15.724 262.141 1.131.558 78.876 37.501 121.481 2.368 51.010 26.030
985.495
113.298 634.359 38.126 28.182
Size
198
Verde La mappa I municipi
Green spaces The map The Districts
Parchi e cimiteri (15,6 km2) Parks and cemeteries (15,6 km2)
Municipio / District
Quantità / Quantity
I II III IV V VI VII VIII IX
4 9 3 11 11 8 10 16 10
Totale / Total
82
IX
II
VIII
III VII
I IV
VI V
Giardini e orti botanici (3,5 km2) Gardens and botanical gardens (3,5 km2)
Municipio / District
Quantità / Quantity
I II III IV V VI VII VIII IX
26 25 26 36 30 40 28 44 68
Totale / Total
323
IX
II
VIII
III VII
I IV
VI V
256
Acque Blue spaces 258 262 264
Introduzione Regesto Catalogo (estratto)
259 262 264
Introduction Regest Catalogue (excerpt)
266 268 270
La mappa I municipi Lo spazio fruibile
266 268 270
The map The districts The usable space
272
Cenni storici Milano
272
Historical outline Milan
284
Milano e altre città
284
Milan and other cities
286
Caratteristiche Dimensioni Tipi
286
Features Dimensions Types
292
Le scale dello spazio pubblico Spazio pubblico di prossimità
292
The scales of public spaces Proximity public space
294 298
Strategie Da altre città
294 298
Strategies Other cities
300
Idee per Milano
300
Ideas for Milan
288
288
272
Milano romana M. Mirabella Roberti, Forma Urbis Mediolani, estratto da Milano Romana, 1984 Roman Milan M. Mirabella Roberti, Forma Urbis Mediolani, Milano Romana (extract), 1984
Milano tardo medievale C. Naymiller, Milano nei secoli bassi, 1878 Late Medieval Milan C. Naymiller, Milan in the lower centuries, 1878
Milano medievale P. del Massajo, Mediolanus, estratto da Ptolomaei Claudii cosmographia, 1472 Medieval Milan P. del Massajo, Mediolanus, Ptolomaei Claudii cosmographia (excerpt), 1472
Acque Blue spaces Cenni storici Historical outline Milano Milan
I Nirone, Pudiga, Sevese sono alcuni dei nomi che oggi non conosciamo più; ogni tanto sentiamo parlare, soprattutto in autunno e in primavera con le sempre più frequenti alluvioni, di Seveso, Olona e Lambro. Alcuni studiosi propongono come spiegazione del nome della città di Milano, Mediolanum, come medio amnium, in mezzo ai fiumi, e in effetti essa sorge al centro di un territorio ricchissimo di piccoli fiumi, torrenti, rogge, tra i due più grandi fiumi Ticino a occidente e Adda a oriente. Ma Milano sorge anche sulla linea delle risorgive, una fascia a ridosso delle prealpi dove, per un particolare meccanismo geologico e idraulico, le acque fresche e pure provenienti dalle montagne alpine, tendono a risalire in superficie durante tutto l’anno a una temperature costante. Questa immensa presenza d’acqua, abilmente sfruttata dai monaci delle abbazie medievali intorno alla città, attraverso l’invenzione della marcita (il prato irriguo che poteva produrre quasi il doppio del raccolto di un normale prato stabile) divenne enorme fonte di ricchezza. Napoleone, per spronare i suoi soldati all’ultimo attacco verso Milano, raccontò di questa incredibile abbondanza di cibo e di acqua, che gli avrebbe anche permesso di muovere guerra in inverno, avendo a disposizione foraggio per i cavalli anche nel periodo di normale riposo. La città fu tra le ultime in Europa a dotarsi di un depuratore e questo, forse, è dovuto al suo incredibile sistema di depurazione delle acque: i terreni della abbazie competevano per accaparrarsi le acque reflue della città e restituirle, infine, depurate attraverso il terreno, al Lambro e quindi al Po. E Nirone, Pudiga, Sevese are some of the names that we no longer know today; every now and then we hear about Seveso, Olona and Lambro, especially in autumn and spring with the increasingly frequent floods. Some scholars propose as an explanation for the name of the city of Milan, Mediolanum, as medio amnium, in the middle of rivers, and in fact it rises in the center of a territory rich in small rivers, streams, canals, between the two largest rivers, the Ticino to the West and the Adda to the East. But Milan also rises on the resurgence line, a strip close to the pre-Alps where, due to a particular geological and hydraulic mechanism, the fresh and pure waters from the Alpine mountains tend to rise to the surface throughout the year at a constant temperature. This immense presence of water, skilfully exploited by the monks of the medieval abbeys around the city, through the invention of the marcita (the irrigated meadow that could produce almost double the harvest of a normal lawn) became an enormous source of wealth. Napoleon, in order to spur his soldiers on the last attack on Milan, told of this incredible abundance of food and water, which would also have allowed him to wage war in winter, having available forage for horses even during the normal rest period. The city was among the last in Europe to equip itself with a purifier and this, perhaps, is due to its incredible water purification system: the abbeys competed for the city’s wastewater and returned it, eventually, purified through the land to the Fiume Lambro and then to the Fiume Po.
304
Parterre Parterres 306 310 314
Introduzione Regesto Catalogo (estratto)
307 310 314
Introduction Regest Catalogue (excerpt)
316 318
La mappa I municipi
316 318
The map The districts
320
Cenni storici Milano
320
Historical outline Milan
324
Milano e altre città
324
Milan and other cities
326
Caratteristiche Tipi
326
Features Types
330
Le scale dello spazio pubblico Spazio pubblico di prossimità
330
The scales of public spaces Proximity public space
334 340
Strategie Da altre città
334 340
Strategies Other cities
342
Idee per Milano
342
Ideas for Milan
342
Stato di fatto / Existing situation
Progetto / Project
PARTERRE alla scala di QUARTIERE / NEIGHBOURHOOD scale
Stato di fatto / Existing situation
Progetto / Project
PARTERRE alla scala della CITTÀ / CITY scale
Stato di fatto / Existing situation
Progetto / Project
PARTERRE alla scala della CITTÀ METROPOLITANA / METROPOLITAN scale I parterre dalla scala metropolitana alla scala del quartiere Parterres from the metropolitan scale to the neighbourhood scale
Parterre Parterres Idee per Milano Ideas for Milan
I Se immaginiamo di potenziare e dare continuità anche a questo sistema di direttrici, la città potrebbe essere connessa alla sua area metropolitana in una maniera inedita, offrendo la possibilità di entrare e uscire da Milano con una passeggiata nel verde continua. Così, mentre il sistema anulare lavora alla scala della città entro i confini comunali, quello delle direttrici, a raggiera, lavora alla scala della città metropolitana. Ma sovrapponendo le due strategie si ottiene un sistema a rete che, sostanzialmente, irradierebbe la sua influenza anche alla scala dei quartieri. Come abbiamo visto in precedenza, infatti, i parterre sono, a questa scala, essenzialmente dei giardini di prossimità, che accolgono aree attrezzate per il gioco e lo sport e piccoli servizi pubblici. Potenziare questo sistema potrebbe essere, quindi, un modo di incrementare il verde pubblico in città e gli spazi di socializzazione nei quartieri. L’elemento interessante è proprio la loro posizione storica, nel tessuto più denso della città, una opportunità che non tutte le città hanno, uno spazio dalle grandi possibilità. E If we imagine to enhance and give continuity also to this system of routes, the city could be connected to its metropolitan area in an unprecedented way, offering the possibility of entering and leaving Milan with a continuous walk in the green. Thus, while the ring system works on the scale of the city within the municipal boundaries, the one of directrixes in a radial pattern works on the scale of the metropolitan city. And by superimposing the two strategies a network system is obtained which, substantially, would have an impact also on the scale of the neighbourhoods. As we have seen previously, in fact, the parterres are, at this scale, essentially proximity gardens, which host areas equipped for play and sport, as well as small public services. Strengthening this system could therefore be a way of increasing public green spaces in the city and spaces for socialising in the neighbourhoods. The interesting element is their historical position, right in the densest fabric of the city, an opportunity that not all cities have, a space of great opportunities.
350
Piste ciclabili Cycle lanes 352 356 360
Introduzione Regesto Catalogo (estratto)
353 356 360
Introduction Regest Catalogue (excerpt)
362 364 366
La mappa I municipi Lo spazio fruibile
362 364 366
The map The districts The usable space
368 370
Cenni storici Milano
368 370
Historical outline Milan
374
Milano e altre città
374
Milan and other cities
376
Caratteristiche Tipi Materiali
376
Features Types Materials
382
Le scale dello spazio pubblico Spazio pubblico di prossimità
382
The scales of public spaces Proximity public space
384 388 390
Strategie Strategia post-Covid Da altre città
384 388 390
Strategies Post-Covid strategy Other cities
396
Idee per Milano
396
Ideas for Milan
380
380
386
Piste ciclabili Strategie
Cycle lanes Strategies
Percorso 12/03/2015 Route 12/03/2015
Percorso 04/10/2012 Route 04/10/2012
CRITICAL MASS MILANO
Itinerario 01 Giro da ragazzi Route 01 Kids route
Itinerario 07 Paesaggi agricoli alle porte della città Route 07 Countryside landscapes at the gates of the city
Itinerario 02 Dalla periferia alla campagna Route 02 From periphery to countryside
Itinerario 10 Grand tour dei Navigli Route 10 Navigli Grand tour
A RITMO D’ACQUA Progetto ARDA
Percorsi ciclabili “dal basso” Fonti: Milanocittàstato, aritmodacque, iosonosuper, Milano Bicycle Coalition, City rumors.(Rielaborazione QTA)
Ricognizione #2 Pace lap #2
Percorso totale General route
Ricognizione #1 Pace lap #1
SUPER MI 100 a cura di / edited by Michele Acquila (Festival Super)
Variante AbbracciaMI Est AbbracciaMIEast Variant Percorso totale General route
ABBRACCIAMI Milano Bicycle Coalition – Lacittàintorno
CINTURA VERDE Milano.cityrumors.it
“Bottom-up” cycle lanes Fonti: Milanocittàstato, aritmodacque, iosonosuper, Milano Bicycle Coalition, City rumors. (Rielaboration by QTA)
402
Strade Streets 404 408 428
Introduzione Regesto Catalogo (estratto)
405 408 428
Introduction Regest Catalogue (excerpt)
430 432
La mappa I municipi
430 432
The map The districts
434 438
Cenni storici Milano
434 438
Historical outline Milan
444
Milano e altre città
444
Milan and other cities
446
Caratteristiche Dimensioni Tipi Dettagli
446
Features Dimensions Types Details
470
Le scale dello spazio pubblico Spazio pubblico di prossimità
470
The scales of public spaces Proximity public space
472 478 480 482
Strategie Urbanistica tattica Strategia post-Covid Da altre città
472 478 480 482
Strategies Tactical urbanism Post-Covid strategy Other cities
490
Idee per Milano
490
Ideas for Milan
450 464
450 464
434
Via Appia, Roma IV-III sec a. C Roma – Via Appia Antica – eretta nel 312 a.C – avanzi di Tombe Romane, 1870-1890 Via Appia, Rome IV-III century B.C Roma – Via Appia Antica – built in 312 a.C remains of roman tombs, 1870-1890
Via della Seta, II secolo a.C A. Cresques, Carovana sulla via della seta, estratto da Atlante Catalano, 1370-1380 Silk road, II century B.C A. Cresques, Caravan on the Silk Road, Catalan Atlas (extract), 1370-1380
Parigi Haussmanniana, 1852-1870 C. Marville, Rue de Constantine, ca. 1865 Haussmann’s renovation of Paris, 1852-1870 C. Marville, Rue de Constantine, ca. 1865
Città di Palmanova, 1593 Palmanova, pianta del 1809 realizzata dal Genio Francese City of Palmanova, 1593 Palmanova, plan of 1809 realised by French Military Engineering
Strade Cenni storici
Streets Historical outline
I Mentre la piazza rappresenta il luogo simbolo dello spazio pubblico, inteso come luogo di aggregazione comunitaria della società, la strada è forse il territorio collettivo per eccellenza, depositario di tutte le funzioni e azioni che permettono alle persone di muoversi per incontrarsi, lavorare, creare dei contatti sociali. La strada rappresenta il bisogno primario dell’uomo di incontrare altre persone, attraverso il movimento. Il più importante impero dell’antichità, Roma, fonda la sua espansione, e capacità di mantenere unito un territorio immenso, attraverso un sistema di vie di comunicazione, che formano una rete stradale usata ancora oggi. Ogni epoca costruisce la propria strada, il proprio modello spaziale di via di comunicazione, traducendo in spazio una idea della società stessa; lo si intende soprattutto in quei frangenti in cui la strada diventa un prototipo di architettura: nel Rinascimento, dove per la prima volta dopo secoli dalla caduta di Roma, si cerca di costruire il mondo attraverso un ordine geometrico astratto, o nell’epoca dell’Illuminismo, che culmina con gli sventramenti di Hausmann a Parigi. E While the square is the symbolic place of public space, intended as a place where society meets as a community, the street is perhaps the collective territory par excellence, the repository of all the functions and actions that allow people to move to meet, work, and create social contacts. The street represents the human primary need to meet other people, through movement. The most important empire of antiquity, Rome, founds its expansion, and the ability to keep an immense territory united, through a system of communication routes, which form a road network still used today. Each epoch builds its own road, its own spatial model of a communication route, translating an idea of society itself into space; this is especially true at those times when the road becomes a prototype of architecture: in the Renaissance, where for the first time after centuries since the fall of Rome, people tried to build the world through an abstract geometric order, or in the era of Enlightenment, which culminated with Hausmann’s demolitions in Paris.