Delinking

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Indice — Como no puedo ir al bosque lo dibujo

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Román Flórez

Dichiarazione di dipendenza

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Antonio di Campli, Alessandro Gabbianelli

Delinking. Divergenze, intrecci, relazioni fuggitive

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Antonio di Campli

Il progetto della Relazione. Coesistenza di differenze nel Tiergarten di Berlino

051

Davide Broggio

Evadere e ripararsi: abitare nella foresta

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Alessandro Gabbianelli

Qui, fuori. Fare foreste e città

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Annalisa Metta

Chiari del bosco

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Dichiarazione di dipendenza — Antonio di Campli Alessandro Gabbianelli

In

questo volume si avanzano un insieme di ipotesi interpretative e progettuali su alcuni caratteri e problemi della città occidentale, su alcune parti del suo sistema degli spazi aperti e verdi e sul carattere dei progetti che dovrebbero investirlo. Due sono le traiettorie di ricerca che si intrecciano in queste riflessioni. La prima è legata alla costruzione di un ragionamento attorno a strategie utili a configurare condizioni migliori di coesistenza tra differenze, tra diverse ecologie, pratiche di produzione spaziale, immaginari, forme dell’abitare. Le possibilità e i limiti di un ‘progetto della coesistenza’ sono esplorate rendendo operative alcune categorie proprie del pensiero decoloniale quali quelle di border thinking, di disconnessione, di divergenza e di presa di distanza. Entro tale quadro, il termine delinking, concetto coniato all’interno degli studi economico-sociali e poi ridefinito come dispositivo epistemologico da alcuni esponenti latinoamericani del pensiero sociopolitico decoloniale, è qui utilizzato per indicare una forma ed un discorso progettuale utile ad identificare composizioni e assemblaggi tra differenze spaziali, sociali, ecologiche.

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Dichiarazione di dipendenza



Il progetto della relazione Coesistenza di differenze nel Tiergarten di Berlino

Davide Broggio

Q

uesto testo propone un ragionamento attorno al cosiddetto ‘progetto della relazione’. Nel campo disciplinare degli studi urbani e dell’architettura tale questione occupa una posizione centrale. Le relazioni sono considerate base degli scambi sociali nonché indicatori di qualità spaziale. Nell’ambito delle pratiche progettuali la costruzione di forme di relazione è considerata strategia utile a connettere ecologie, favorire processi produttivi o a rafforzate scambi di tipo economico o sociale. Il concetto di relazione implica il concetto di rapporto, di interazione, di molteplici contatti: • la relazione è un legame che congiunge; • la relazione accade in un tempo; • ciò che accade in un tempo ha una durata, occupa uno spazio ed ha una storia; • la relazione trasporta, in virtù di questa sua dimensione storica e temporale, emozioni, desideri, aspettative, interpretazioni dei fatti, valori, significati, richieste, comportamenti ed è aperta contemporaneamente verso l’evoluzione o l’involuzione; • non è mai neutra, quindi, è fortemente condizionata da caratteri spaziali, ambientali ed ecologici così come da soggettività individuali e di gruppo.

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Il progetto della relazione


Dopo una serie di sopralluoghi e indagini è stato possibile osservare alcuni situazioni spaziali (rappresentate nelle otto assonometrie) emblematiche del Tiergarten e dei suoi luoghi della relazione. Viali, canali, strade, chiari di bosco, sentieri, foresta: ognuno caratterizzato da un differente grado di privacy, permeabilità, visibilità.

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Delinking


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Il progetto della relazione


Bolla ramificata [a]

Bolla intrecciata [b]

Bolla XL [c]

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Delinking


in gruppi ridotti nelle nicchie più piccole o utilizzare uno spazio centrale più ampio [b]; un ultimo padiglione definisce solamente un unico grande spazio centrale, completamente aperto ed inclusivo [c]. Di conseguenza, l’inserimento dei nuovi dispositivi spaziali di relazione permette di intensificare qualsiasi forma di relazione: dalla più segreta ed introversa fino a quelle più coinvolgenti e numerose. A questo punto anche la percezione dell’interno rispetto all’esterno viene stravolta dalla barriera col suo andamento a meandri, generando nuovi spazi di relazione anche all’esterno. Ogni nicchia è effettivamente un nuovo alveolo, circoscritto rispetto alla nuova barriera che alcune volte racchiude anche alcuni micro-ecosistemi nella loro interezza, altre volte li attraversa e li divide, generando infinite nuove situazioni spaziali differenti le une dalle altre. Allo stesso tempo, mentre nuove pratiche sono libere di potersi sviluppare entro i nuovi alveoli, altre ne resteranno escluse, come del resto è inevitabile in ogni forma di scambio relazionale. L’idea del progetto muove i suoi primi passi a partire dall’osservazione dei diversi pensieri spaziali locali che popolano il Tiergarten e mira a riprodurre le condizioni che permettono di innescare questi processi. Di conseguenza, la presenza o meno di una determinata specie vegetale14 all’interno di una nicchia attirerà o meno i biologi e botanici che vorranno osservarla e monitorare la crescita; ad ogni grado di permeabilità della vegetazione corrispondono differenti pratiche; allo stesso modo la presenza di docce rinforzerà l’utilizzo degli spazi da parte delle comunità di nudisti, e così per molte altre categorie.

14. In questo caso la scelta dei biotopi da installare nei padiglioni non è casuale, ma è finalizzata a ripristinare quelle specie erbacee cresciute spontaneamente nel parco ma estintesi in seguito alle ricostruzioni partire dal 2006. In particolare, la botanica Marie Sophie Rohner ha effettuato diversi indagini e rilievi delle specie presenti in diverse aree del parco: nell’ultimo report stilato nel 2011 e basato principalmente sull’area del Großer Hein, anche oggetto di ripristino degli assi militari, è stata registrata la scomparsa di 9 specie spontanee. Per approfondire cfr. Rohner, 2011.

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Il progetto della relazione


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Delinking. Divergenze, intrecci, relazioni fuggitive


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Evadere e ripararsi: abitare nella foresta — Alessandro Gabbianelli

Lo spazio della foresta chiuso e allo stesso tempo aperto da ogni lato, a causa delle migliaia di tronchi, delle decine o centinaia di migliaia a volte, che ti ritrovi intorno piantati come pali per tenerti prigioniero, e delle fessure che, in mezzo a tutti quei pali, si moltiplicano vertiginosamente, e attraverso le quali un malintenzionato potrebbe facilmente insinuarsi, ma che allo stesso modo formano un dedalo dal quale sarebbe impossibile fuggire. Mandiargues, 2000: 28

Da

sempre lo spazio della foresta rimanda a una grande antinomia: protezione per uomini reietti, creature mostruose, banditi, streghe, ma anche rifugio per santi, predicatori, ecc. (Harrison Pogue, 1992). Oggi la ricerca della ‘foresta’ innesca alcuni processi di trasformazione del paesaggio che potremmo definire paradossali. Da una parte essa si formalizza come spazio vegetale all’interno della città1 — la cosiddetta foresta urbana (Konijnendijk, 2010, 2008) — caratterizzato da una vegetazione densa, spesso selvatica, alla quale viene data una forte valenza ecologica e sociale; dall’altra è sempre più ‘urbanizzata’ per dinamiche riconducibili al turismo esperienziale. In entrambi i casi sembra che ci sia, da parte del cittadino, spinto forse dal desiderio di avventura oppure dalla necessità di vivere

1. Si veda il saggio di Annalisa Metta in questo libro.

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Evadere e ripararsi: abitare nella foresta


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PLANERGRUPPE OBERHAUSEN e B.A.S. Kopperschmidt & Moczalla, Landscape Therapeutic Park, Brilon, Germania, 2012-2015 (Foto Claudia Dreyße).

con la natura. All’interno del bosco gli elementi architettonici sapientemente posizionati permettono di vivere la tranquillità e l’isolamento che la vegetazione densa può offrire. Dalla ‘finestra sul paesaggio’, un portale rettangolare che inquadra la vista del parco e segna l’inizio del percorso, si passa al ‘ponte Grotto’, una scalinata metallica che permette di superare il suolo scosceso per condurci all’ingresso di una grotta misteriosa situata ai piedi di un grande albero. Da qui è poi possibile proseguire guidati dal suono delle campanelle appese a dei fili fissati tra un albero e un altro e raggiungere delle torrette belvedere poste ai margini della foresta, dalle quali è possibile ammirare l’ampia prateria. Il percorso prosegue attraverso l’ombra delle chiome per guidarci fino al punto più elevato del parco, dove un belvedere si affaccia sull’intera valle offrendo una vista panoramica che permette di recuperare l’orientamento. Cerchi rossi sospesi a mezz’aria sopra il

harmony, confusion, mindfulness, contemplation, transparency and sublimity»; dalla relazione di progetto disponibile in: https://www.planergruppe-oberhausen.de/waldreich-brilon/ ultimo accesso 01/09/2021.

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Evadere e ripararsi: abitare nella foresta


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Robin Falck, Il nido, Sipoo, Finlandia, 2010-2011 (Foto Robin Falck).

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Delinking. Divergenze, intrecci, relazioni fuggitive


Inshriach Bothy, Cairngorms National Park, Scotland, courtesy of Bothy Project. (Foto Andrew Ridley. A destra: Foto Allan Pollok-Morris).

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Evadere e ripararsi: abitare nella foresta



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