Per i contributi fotografici ringrazio: Lorenzo dall'Olio (pag. 16-17, 18, 55, 56-57, 92, 124) Maria Elena Perrotta (33, 34, 45, 46, 58)
Indice 07
Un ricordo e una motivazione
19
Immagine, Emblema, Manifesto
35
L’architettura ritrovata
47
Forme per un’agopuntura topografica
59
Città e conflitto
93
Paesaggio e contrappunto
125
Bibliografia
Un ricordo e una motivazione «A good design is the one that enhances the city and the value of the form lies on the way it helps understand the character of the city»1. L’interesse per l’esperienza professionale e didattica di Elia Zenghelis (Atene, 1937) è maturato a seguito della partecipazione ad una lectio magistralis, svolta dal maestro presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Patrasso in Grecia, il 5 aprile 2019. La lectio fu tenuta nell’ambito della “tappa” greca del Seminario Internazionale di Progettazione Itinerante Villrd:202 impegnato quell’anno a sperimentare soluzioni progettuali per la fragile isola di Ischia nel golfo di Napoli, colpita nell’estate del 2017, da un evento sismico inaspettato quanto prevedibile. 1. «Un buon progetto è quello che valorizza la città e il valore della forma risiede nella sua capacità di trasmettere il carattere della città», da Zenghelis in Holl S., Tsachrelia D., Interview with Elia Zenghelis. Educating architecture, 07/09/2015, Metalocus, Celia Rodríguez, Leonor Martin. www.metalocus.es. 2. «Dal 1999 Villard è un seminario itinerante di progettazione architettonica che vede coinvolte, in collaborazione con istituzioni culturali ed enti locali, una selezionata gamma di università, italiane ed estere. Il viaggio costituisce la struttura portante del seminario, quale strumento di conoscenza delle città ove il seminario sosta». Cfr. villard.blog.
7
Punti di un manifesto non scritto. 1.
2.
3.
4.
5.
L’architetto. La figura del progettista ha un ruolo di primo piano nella società in quanto interprete del presente e costruttore di futuro. La sua attività si radica in un’attitudine analitica e razionale di lettura del reale e procede attraverso una rielaborazione creativa dei materiali disponibili in grado di rafforzare o riscrivere il sistema gerarchico delle relazioni. Il progetto in quanto dichiarazione d’intenti ha valore in sé. A prescindere dalla sua costruzione. Interscolarità. Il progetto di architettura lavora contemporaneamente a diverse scale. Le mette in relazione attraverso concatenazioni spaziali. La sequenza di spazi architettonici o Promenades architetturales è, o diviene, espressione del carattere di un luogo. Parti. Mettere in tensione le differenze esalta i caratteri individuali. La complessità contemporanea non si risolve elidendo i conflitti ma comprendendo le differenze. Lo spazio vuoto esalta le parti che ne definiscono i limiti, consentendone il riconoscimento. Il progetto del vuoto è strumentale alla inclusività. Materiali. La costruzione deve essere gestita attraverso un uso sapiente dei materiali e delle tecniche costruttive. Non c’è differenza tra costruzione materica o vegetale: entrambe sono deputate alla “messa in scena” di spazialità qualitativamente definite. Immagine. Il progetto si comunica attraverso immagini che ne chiariscono le intenzionalità rispetto all’esistente. Le arti figurative sono capaci di raccontare con efficacia il paesaggio contemporaneo. È legittimo attingere al loro vocabolario per chiarire la personale interpretazione del contesto; allo stesso tempo è necessario ricorrere al disegno tecnico per misurare il riverbero dell’idea progettuale nella realtà. Non esistono “tipi” di disegni primari o “generatori”; a seconda dell’intenzionalità progettuale, l’architetto privilegerà lo studio della pianta; o della sezione; o l’assonometria; o lo spaccato assonometrico; o la prospettiva…
Città e conflitto «Contemporary city [is] the place where differences and oppositions can co-exist positively rarely than be absorbed into one another»1. Ricordando la propria fanciullezza, vissuta in Atene negli anni dell’occupazione tedesca e della guerra civile che seguì la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, Zenghelis restituisce, attraverso la narrazione, una immagine didascalica capace di legare indissolubilmente il tema del conflitto – inteso nelle sfaccettature sia storico-collettive che personali-intimistiche – al tema dello spazio urbano e delle sue parti. Più che la ricostruzione di una ragione psichica che motivi l’ambito di interesse che con diverse angolazioni attraverserà l’intera carriera del greco, la narrazione degli anni ateniesi mette in evidenza il tipo di paesaggio capace di rappresentare la condizione contingente del conflitto: lo spazio tra parti urbane omogenee. 1. «La città contemporanea è il luogo dove le differenze e gli opposti possono coesistere positivamente piuttosto che essere assorbiti l’uno nell’altro», da Zenghelis E., The immeuble cité, 2008, p. 4; arch.upatras.gr.
59
1. Exodus, or the Voluntary Prisoners of Architecture, London, 1972.
6. Lützowstrasse Housing, Berlin,1980.
86
meridionale di Tiergarten (1980), poi ricostruito su progetto del gruppo Gregotti; la seconda competizione invece prevedeva la riconfigurazione della parte orientale del “lotto 4”, situata nella parte centrale della Friedrichstrasse, in prossimità del celebre Checkpoint Charlie, varco di accesso a Berlino Ovest; in questo caso la ricostruzione fu affidata a diversi studi di architettura, tra cui oma, che ne curarono singoli “pezzi”34. Il progetto su Lutzowstrasse35 [6] riguardava il completamento di un isolato storico di forma trapezoidale, attraverso la realizzazione di nuove residenze. L’area di intervento risultava vincolata nella sua parte centrale dalla presenza di quattro file di case a schiera alte due piani, perpendicolari alla strada principale e volte in direzione del canale, realizzate dopo la guerra in difformità rispetto alle regole non scritte dei blocchi berlinesi. In antitesi alle raccomandazioni dell’iba, che prevedevano la realizzazione di un blocco lineare fronte strada, che avrebbe di fatto comportato la chiusura delle case esistenti rispetto alla città, le nuove residenze furono collocate da oma in edifici alti otto piani, disposti secondo uno schema planimetrico “a libro” che si apriva in corrispondenza delle strade private tra le case a schiera. L’intenzionalità del progetto era quella 34. Le vicende circa le assegnazioni dei premi e la ripartizione degli incarichi nell’ambito di iba 87 sono ripercorse da Zenghelis nell’intervista a cura di Davidson C. Cfr. Zenghelis E. in Davidson C., op. cit., pp. 91-92. 35. Descrizioni e immagini del progetto Lützowstrasse Housing sono riportate nel sito ufficiale di oma: oma.com.
87
9. Houses in Antiparos, 1981.
106
‘sovrapposta’ al paesaggio; serviti da reti di percorsi disomogenei, costituì la chiave di volta del progetto. La ricorrenza di un’urbanizzazione dolce, nelle isole Cicladi, spontaneamente capace di stabilire un equilibrio con il contesto naturalistico, e tuttavia autonoma e chiaramente riconoscibile, provocò la scelta di testare diverse soluzioni di disposizione dei boungalows attraverso disegni ad olio, ideati con Zoe Zenghelis16, privi dei riferimenti contestuali. L’architetto greco dispose nel piano astratto della tela sedici oggetti, tutti diversi tra loro che rispondevano ad una logica compositiva interna, relazionata ad astratte figure geometriche. Ri-posizionati nel modello di sughero, i corpi risultavano agglutinati in piccoli gruppi cui facevano da contrappunto masse arboree, precise in pianta come volumi stereometrici ed organizzate su terrazzamenti nel senso della maggiore pendenza del lotto. I boungalows, isolati e riconoscibili, erano messi in relazione da una struttura connettiva geometricamente autonoma e gerarchicamente eterogenea, dominata da un asse principale di penetrazione, che attraversando il lotto, consentiva la connessione delle piccole abitazioni con la strada carrabile principale di accesso. Una rete di percorsi minori, con sezione ridotta ed andamento sinuoso, lentamente giungeva sulla linea di costa, “violata”, in un unico punto, da un molo proteso sull’acqua. 16. Uno dei dipinti fa oggi parte della collezione del MoMA di New York: Elia Zenghelis, Zoe Zenghelis, Sixteen Villas on the Island of Antiparos, Antiparos, Greece, Conceptual plan1981. moma.org.
107