ISBN 978-88-6242-742-5 Finito di stampare nel mese di Giugno 2022 presso Priulla Print s.r.l., Palermo © LetteraVentidue Edizioni © Orografie È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. LetteraVentidue Edizioni s.r.l. Via Luigi Spagna, 50 P 96100 Siracusa www.letteraventidue.com
Mi hai lasciato senza fiato Racconto illustrato tra design e scenari anfibi
Testi di Anna Maconi Illustrazioni di Chiara Frascà
Indice
Prefazione ............................ 7 Racconto ............................ 9 Contributi ............................ 35 Manifesto Orografie
............................
39
Prodotti ............................ 41 Orografie ............................ 47
Prefazione
7
Luogo di sperimentazione ed innovazione rivolto ai giovani laureati. Emersivi è il terreno di Orografie dove seminare e raccogliere la visione dei designers e dei narratori che si affacciano al mondo del lavoro. La cultura della formazione come coltura d’impresa. Nati già anfibi, le nuove generazioni di progettisti vengono accompagnate e coinvolte in questa piattaforma attraverso workshop, tesi e master. All’interno di questo incipit si colloca il racconto illustrato di Chiara Frascà e Anna Maconi, che in particolare hanno partecipato alla seconda edizione del workshop Emersivi tenutosi ad Edit Napoli nell’ottobre del 2021. Gli esiti del laboratorio di storytelling, che ha visto le due giovanissime arrivare al podio della pubblicazione, sono stati accompagnati da due tutor d’eccezione. Paolo Casicci, nel suo ruolo di giornalista e copywriter che opera nel mondo del design, ed
Angelo Ruta illustratore editoriale che, tra le altre collaborazioni vanta quella con il Corriere della Sera. Mi hai lasciato senza fiato è un racconto illustrato che non parla di una storia d’amore tra due persone ma di quella tra noi ed il mondo che abitiamo. Fibio soffia le candeline … la nonna rimane senza fiato … Abbiamo tolto fiato al mondo?! Inoltrandosi nella lettura magicamente il titolo diventa un manifesto politico di protesta per le nuove generazioni che ci rimproverano di averli lasciati senza fiato. Nel Racconto illustrato tra design e scenari anfibi è necessario innescare nuovi riti da abitare. Perché chi è stato lasciato senza fiato deve imparare a respirare in altro modo, diventare anfibio. Vincenzo Castellana
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Un palloncino giallo, col suo nodino. Se ne sta lì tutto sgonfio, è diverso da Elio, il palloncino che nonna Lucia gli ha regalato qualche giorno fa. Di sicuro è più sporco. Tira e tira il nodino come gli ha insegnato il papà, ma non si scioglie. Improvvisamente gli occhi di Fibio si fanno grandi come la pancia: figuriamoci se Pulce non sa come si apre questo nodino.
Pulce, vuoi avere un segreto con me? Mi dici come si gonfia? E glielo fa scodinzolare davanti. Pulce calcola parole e istruzioni, due segreti incompatibili, zero gerarchie e una domanda. Sceglie di agire per vanità. La richiesta di Fibio le permette di sfoggiare la sua ultima
evoluzione: l’abilità di conciliare notizie d’archivio con confidenze domestiche.
Palloncino vecchio modello, di produzione in serie estinta. Raccolto da mamma Giuliana che lo ha visto cadere davanti ai suoi piedi nel campo di pomodori, un giorno che aveva deciso di scappare di casa, età otto anni. Giuliana tornata indietro per raccontare la storia del palloncino a Rosalba, migliore amica. Non ha mai concluso la fuga. Palloncino giallo annodato una volta sola per sempre, liberato per sbaglio da bambino sconosciuto, probabilmente a duecento chilometri di distanza dal campo di pomodori. Durata volo del palloncino circa tre giorni prima di sofisticata caduta. Fuori discussione che abbia scambiato i pomodori per palloncini in fase di sgonfiamento. Probabile però che cercasse compagnia. Rumore di porta che si apre, la voce del papà che parla al telefono si
fa più vicina. Sempre sul più bello. Fibio se ne accorge per un pelo.
Zitta pulce! Io non ti ho mai chiesto niente di niente. Cosa ti ho chiesto? Niente di niente, risponde pulce. Appena in tempo per rimettere il palloncino giallo al suo posto e chiudersi il cassetto dietro la schiena. Per fortuna il papà non rivolge nemmeno uno sguardo in direzione di Minuti.
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volta che l’ho visto mi è sembrato straordinariamente magico e affascinante per essere un tavolino. Quando tutti gli oggetti sono finalmente in posizione sul tappeto, Fibio va in cucina a recuperare Elio, rimasto pazientemente ad aspettare sulla sedia.
Ritorna con Elio sotto il braccio. Adesso ti faccio vedere il tramonto. La nonna resta ferma come un sasso. Ha capito. Sembra le sia venuta di colpo l’influenza, qualche lacrima le traballa negli occhi, una luce che tremola viva come quella delle candeline.
Aspetta Fibio, manca qualcosa. La nonna avvicina Allodola. Per rincarare la dose di nostalgia, Lucia non può fare a meno di pensare all’uccello omonimo, che
Shakespeare chiamava Messaggera dell’alba, per via del suo canto inconfondibile, puntuale al sorgere del Sole, dalle cime dei rami. Nell’ormai lontano 2022, BirdLife Svizzera designò l’allodola come uccello dell’anno, per sollevare una certa consapevolezza sulle condizioni a rischio di quella specie. Le allodole, abitanti dei terreni agricoli, si cibavano di insetti, ma la terra veniva concimata troppo. Facevano il nido tra i campi, ma le falciatrici non si davano tregua. Non a molto valsero gli sforzi di alcuni agricoltori che destinarono una porzione delle proprie terre alla flora spontanea, per garantire alle allodole una finestra sui campi in cui poter creare il nido. Nell’arco di trent’anni, le allodole, simbolo
del bene in leggende, favole e poemi antichi, diventarono una specie rara.
Prodotti
Allodola
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Francesco Faccin Allodola, progettato da Francesco Faccin, è un oggetto nuovo che dieci anni fa non sarebbe potuto esistere. Nuovi rituali domestici stanno trasformando le nostre abitudini e quasi sempre il telefono ne fa parte: leggere le notizie, fare una call dal divano, guardare una ricetta in cucina, vedere un film a letto, ascoltare musica sotto la doccia ... tutto passa attraverso i nostri cellulari. Allodola è uno strumento che entra in relazione con questo oggetto fatto di funzioni virtuali, cercando di renderlo fisico. È una presenza che dà corpo attraverso materiali antichi ad un cervello realizzato con le sofisticatissime tecnologie del nostro presente.
Efesto
Elena Salmistraro Se Efesto oggi disegnasse dei tavoli bassi, lo farebbe certamente alla sua maniera: rude, brutale, celebrando la materia, evidenziandone i volumi, probabilmente aiutandosi con software e moderne tecnologie, unendo digitale ed analogico sotto un’unica impresa. Lo farebbe con un linguaggio austero, fatto di macchine e lavoro, di forza ed energia, utilizzando forme e strutture dal gusto brutalista, costruttivista. Così Elena Salmistraro, immagina il suo tavolino progettato da Efesto: l’ingegnere, l’artigiano, il designer; rude ma creativo, escluso ma generoso.
Orografie
Giorgia Bartolini Founder Vincenzo Castellana Art director Domitilla Dardi Copywriter Irene Tranchina Project manager & visual language Erika Motta Art director assistant & communication Salvatore Coppola Product development Daniele Gorgone Product development Giorgia Gangemi Direction assistant & communication Carlotta Zanti Social media manager Lucia Franco Sales & marketing Giorgia Giunta Public relations & events Nicoletta Murialdo - Federica Brigliano Press office
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Giorgia Bartolini
Vincenzo Castellana
Imprenditrice e Interior stylist, nel 2008 apre la sua prima attività a Catania, lo Spazio Raffineria, uno store aperto all’arredo e alla progettazione su misura. Nel 2012 l’attività si evolve con l’apertura di un nuovo showroom Spazio Design, oggi Giba design & project. Qui la consulenza alla progettazione di interni e la collaborazione con le maestranze locali acquistano sempre più un ruolo di rilievo, fino ad evolversi nel 2020 nella creazione del brand Orografie, di cui Bartolini è fondatrice.
Architetto, Art director di Orografie, opera nell’ambito del progetto, delle strategie di prodotto e nella comunicazione. Dopo una nomination al Compasso d’Oro in ricerca e formazione nel design, nel 2008 fonda con Vanni Pasca, l’ADI in Sicilia. Visiting professor al Politecnico di Milano, docente di Design Strategico in Abadir e IULM. Nel ruolo di Art Director ha ricevuto nel 2020 la menzione d’onore al Compasso d’oro nella sezione “Ricerca per le imprese”.
Founder
Art director