DESIGN E NARRAZIONI

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Pubblicazione finanziata con Fondo di Finanziamento per la Ricerca di Ateneo 2018-2021 - D01

Collana Design e Contesti

Direzione e cura:

Viviana Trapani (Università degli Studi di Palermo)

Comitato scientifico

Santi Centineo (Politecnico di Bari)

Annalisa Di Roma (Politecnico di Bari)

Emilia Duarte (IADE. Universidade Europeia Lisboa)

Cinzia Ferrara (Università degli Studi di Palermo)

Sebastián García-Garrido (Universidad de Málaga)

Serena Del Puglia (Università degli Studi di Palermo)

Lorenzo Imbesi (Università La Sapienza di Roma)

Aysegul Izer (Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul)

Marco Navarra (Università di Catania)

Patrizia Ranzo (Università della Campania “L. Vanvitelli”)

Ferdinando Trapani (Università degli Studi di Palermo)

Book design concept: Cinzia Ferrara Book design: Serena Del Puglia

ISBN 978-88-6242-768-5

Prima edizione Giugno 2022

© LetteraVentidue Edizioni

© Viviana Trapani - Serena Del Puglia

È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.

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LetteraVentidue Edizioni S.r.l Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa www.letteraventidue.com

a cura di Viviana Trapani Serena Del Puglia

DESIGN E NARRAZIONI spazi fisici e concettuali per il progetto della conoscenza

con contributi di Michele Maria Cammarata Santi Centineo Serena Del Puglia Maria Concetta Di Natale Elisabetta Di Stefano Cinzia Ferrara Imma Forino Ayşegül Izer Giuseppe Marsala Viviana Trapani

Indice

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I molteplici spazi della narrazione Viviana Trapani

DESIGN E NARRAZIONI: SPAZI OGGETTI PROCESSI Design e narrazioni Viviana Trapani

Gli allestimenti di Anna Maria Fundarò per le arti decorative Maria Concetta Di Natale

Ecomusei e micromusei Serena Del Puglia

Un archivio digitale per raccontare Ustica Cinzia Ferrara

La cucina racconta: utopie, eterotopie e altre storie Imma Forino

Interior(s) Tales. Racconti di interni, racconti interiori Santi Centineo

Oggetti narrati, oggetti narranti. Le scarpe come simbolo, racconto e rappresentazione Elisabetta Di Stefano

Le community culturali al tempo della crisi. Nuovi spazi e nuove narrazioni Giuseppe Marsala

DESIGN E NARRAZIONI: IDEE E PROGETTI

Post-artigianato nella città storica. Progetti per un quotidiano straordinario Viviana Trapani

Arte e design. Fiore, ferramenta dal 1860 Michele Maria Cammarata

Otto villaggi dell'Egeo. Visualizzazione dell'invisibile Ayşegül Izer

BIOGRAFIE

I molteplici spazi della narrazione

1. Il Convegno Design e spazi narrativi si è tenuto nell’ambito della seconda edizione delle Giornate di Studio Internazionali dedicate ad Anna Maria Fundarò, 15 novembre 2019, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Palermo.

2. Anna Maria Fundarò, architetto. Ha diretto l’Istituto di Composizione della Facoltà di Architettura (1978 -81), l’Istituto di Disegno Industriale e Produzione Edilizia (1981-87), l’Istituto di Disegno Industriale (198798). Autrice di numerosi studi sull’architettura siciliana dell’800, sull’archeologia industriale, sulle produzioni proto-industriali e artigianali siciliane, sulla cultura del progetto contemporaneo dal design all’architettura, al progetto di interni e di allestimento museale. Le sue ricerche sul design sono state selezionate dal Compasso d’oro.

3. Nell’ambito della prima edizione delle Giornate di Studio Internazionali dedicate ad Anna Maria Fundarò si è tenuto il convegno Storie e geografie della cultura del design, Palermo, 27 ottobre 2018, Palazzo Ajutamicristo.

Viviana Trapani Università degli Studi di Palermo

Anna Maria Fundarò, professore ordinario di disegno industriale della Facoltà di Architettura dagli anni ‘70 alla fine degli anni ’90, è stata una figura scientifica complessa e ricca di intuizioni, determinata e rigorosa, con cui abbiamo ancora bisogno di confrontarci come docenti e studiosi della cultura del design. A lei si deve non solo l’introduzione dell’insegnamento del disegno industriale nell’Università di Palermo, ma la costruzione di una vera e propria scuola siciliana del design, originale e anticipatrice di tematiche che oggi sono riconosciute come centrali nella disciplina: l’impegno sociale, l’attenzione allo sviluppo territoriale, la valorizzazione dei beni e degli spazi culturali, il riconoscimento delle abilità e conoscenze tacite racchiuse nelle produzioni tradizionali.

Nel dedicarle le “giornate di studio”1 certamente si è voluto ricordare una studiosa e una docente di prim’ordine2 soprattutto agli studenti e ricercatori più giovani; ma anche riproporre la curiosità intellettuale “proattiva” e spesso anti-accademica di Fundarò, riportando alla contemporaneità le sue linee di pensiero e di ricerca.

Nella prima edizione dell'evento3 si sono delineati, in maniera necessariamente sintetica e non sistematica, alcuni aspetti salienti del suo lavoro, connessi soprattutto al suo ruolo di docente e ricercatrice nell’Università di Palermo; la sua è stata una ricerca centrata sul design, ma estesa anche ad altri campi della cultura del progetto, in quanto animata dall’idea di un’architettura inclusiva di tutti gli aspetti e di tutte le scale dei contesti di vita delle persone. Altrettanto intenso è stato l’impegno che ha espresso come storica dell’architettura, della città, della cultura materiale e del design in Sicilia; mentre è ancora ampiamente da indagare la sua multiforme attività progettuale, sempre di taglio innovativo e sperimentale.

Ma quella prima ricognizione, attraverso testimonianze dirette e indirette sul patrimonio ideale lasciato da Fundarò, è servita

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DESIGN

E NARRAZIONI: SPAZI PERCORSI PROCESSI

Il museo raccoglie ed espone, così, svariati documenti e strumenti per la lavorazione e la trasformazione della canapa (dalle fasi di coltivazione, macerazione ed essiccazione, fino a quelle della gramolatura e cardatura), per la tessitura (numerosi telai di varie epoche, fusi, cardi, arcolai) e per la tintura naturale delle fibre, insieme con libri di rimettaggi e libri didattici specialistici9 che affiancano la ricca collezione di manufatti tessili unici, donati dalle famiglie quale testimonianza materiale di un mondo intangibile di saperi10, connesso con i tanti paesaggi naturali della valle umbra. Fulcro del museo è il Laboratorio di tessitura che, tramite l'esposizione di tipologie di telai manuali moderni e la possibilità di loro utilizzazione da parte dei visitatori, fornisce l'opportunità di apprendere le tecniche manuali di lavorazione e tessitura antiche. Tale esperienza si rivolge alla volontà di promuovere un’opera di scambio di pratiche e trasmissione di competenze (tra istituzioni, nuove generazioni di professionisti museali, detentori della tradizione e apprendisti tessitori), tramite possibili percorsi di rielaborazione creativa del patrimonio storico riletto nella contemporaneità11. È evidente dunque la necessità di una condizione dialogica tra tradizione e innovazione, competenze originarie degli antichi mestieri e specificità professionali della contemporaneità, tecniche di lavorazione artigianali e nuove possibilità tecniche applicative offerte dall'avanzamento di nuove tecnologie nei processi produttivi. Il micromuseo delle lavorazioni metalliche Officine Calderai12 , situato nell'officina storica del maestro stagnino13 Nino Ciminna, all’interno del quartiere ebraico nell’omonima strada del centro storico di Palermo14, nasce nel 2015 nel tentativo di promuovere una riflessione su come, nella contemporaneità, una tradizione possa generare nuovi artefatti, innescando processi creativi estesi a professionisti con competenze specializzate. Il piccolo spazio interno della bottega, esponendo una serie di artefatti materiali, ispirati al passato ma progettati e realizzati nel presente da designer provenienti da diversi contesti è una piccola realtà in grado di attivare un dialogo significativo tra i saperi, con l'intento di favorire lo sviluppo di un processo innovativo che reinterpreti i canoni della tradizione ereditata tramite una lettura contemporanea. Gli oggetti esposti divengono, da soli, l'emblema di una narrazione di sapienza artigiana sottesa ed evocata, che rivive nelle potenzialità progettuali e tecnologiche odierne, “nella convinzione – come affermano gli ideatori - che per preservare tutte le conoscenze e le soluzioni tecniche che sottendono una realizzazione non sia sufficiente la pura conservazione dei suoi aspetti visibili e materiali, ma sia invece necessaria un’azione di

9. Contenenti schemi di infilatura dei licci del telaio e di tessitura e varie tipologie di armature tessili; campioni realizzati con strisce di carta.

10. In Valnerina, l’attività di tessitura, svolta soprattutto in ambito familiare per la realizzazione del corredo e della biancheria viene considerata un’integrazione delle altre occupazioni agricole ed artigianali.

11. Il progetto Fabric Action, promosso dalla Regione Umbria e dalla Fondazione Politecnico di Milano, sviluppato da Polifactory con il Museo della Canapa di Sant'Anatolia di Narco, ha riunito designer e giovani progettisti nello studio della canapa per la progettazione e prototipazione di alcuni oggetti innovativi. Realizzati tramite l'utilizzo di nuove tecniche digitali e processi di fabbricazione contemporanei., gli 11 progetti sono stati esposti alla Milano Design Week 2017, nell’ambito di Interni Material Immaterial

12. Nasce dall'idea di Studio Martinelli Venezia, uno studio di progettazione con sede a Milano e Palermo.

13. Specializzati nella produzione di bracieri, tegami, pentole e utensili domestici in rame, alluminio o acciaio, i calderai sono gli artigiani che in questa via hanno ancora oggi le loro botteghe.

14. A differenza di altre “strade di mestiere” che popolano la città, via Calderai è una delle poche a conservare la sua antica vocazione.

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Infografica della storia di Ustica dal 1700 a oggi

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Arte e design. Fiore, ferramenta dal1860

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1. a.a. 2021-22, docente Michele Maria Cammarata, Corso di Laurea in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo dell’Università di Palermo, Dipartimento di Scienze Umanistiche, coordinatore Salvatore Tedesco. Studenti: Roberta Amaro, Riccardo Angileri, Chiara Bellotta, Emanuela Brancato, Alessia Cipolla, Aurora Corraro, Walter D’Amico, Giulia De Gregorio, Cristina Drago, Giulia Dragotto, Rosanna Giudice, Yara Greco, Irene Ingrassia, Gabriele Lipari, Martina Lo Presti, Roberta Messina, Andrea Scebba.

2. Emanuela Barilozzi Caruso ha iniziato la sua carriera come attrice professionista, per impegnarsi, dopo i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, nell’ambito delle arti visive. Il suo interesse si concentra su processi relazionali vissuti in prima persona con un tempo sempre molto ampio e diversificato, i cui risultati si rivelano in opere su carta, fotografie e azioni performative (sito web: emanuelabarilozzicaruso. com)

3. Il Mondo è un progetto artistico, di Emanuela

Michele Maria Cammarata Università degli Studi di Palermo

Alcuni ambiti del design della comunicazione - il graphic tra i primi e da sempre - hanno instaurato in modalità diverse e variamente articolate un rapporto con l’arte - a partire da quello storico con le avanguardie - abbastanza intenso e sempre orientato ad una sperimentazione innovativa.

Oggi accade spesso che i processi di elaborazione dei progetti sconfinano dalla sfera del design verso un ambito più artistico, rinunciando al valore dialettico del confronto tra le due discipline e approdando a risultati che lavorano su un piano quasi esclusivamente formale.

Queste modalità di sconfinamento si allontanano da una metodologia che è ricerca, processo interrelato e orientato all’innovazione piuttosto che a risultati di fragile creatività.

Il progetto Fiore nasce da una collaborazione tra gli studenti di Visual design1 di Palermo e un’artista visiva, Emanuela Barilozzi Caruso2. Durante la fase di elaborazione di una sua ricerca artistica – dal titolo Il Mondo3- chiede loro di entrare dentro

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valore dello scambio tra le discipline del design e dell’arte, tra le persone coinvolte e che lo hanno sostenuto. Per questo valore didattico e umano, è una storia che andava raccontata, perché come scriveva Ettore Sottsass (2021): “C’è, per quello che so io, la curiosità e forse qualche volta ci sono anche casi d’amore tra i vecchi che sanno e i giovani che non sanno, tra vecchi curiosi e giovani curiosi, dove entrambi si fanno domande per scoprire insieme, viaggiatori tra passato e futuro, viaggiatori nel silenzio oscuro dei boschi a cercare tutto, assolutamente tutto. Questo mi immagino che sia la scuola: un evento d’amore, tra uomini e donne che sanno molto e giovani che sanno poco, entrambi uniti d’amore per la curiosità e per l’esistenza, sia che ci si chieda che cosa è stata, sia che ci si chieda che cosa sarà“ (p.218).

Riferimenti bibliografici

• Branzi, A., Linke, A., Rabottini, A. (2013), Gli strumenti non esistono. La dimensione antropologica del design. Monza: Johan & Levi.

• Caliandro, C. (2022), L’arte Rotta. Roma: Castelvecchi

• Fagioli, M. (1972), Istinto di morte e conoscenza. Roma: Asino d’Oro

• Maldonado, T. (1997), Critica della ragione informatica. Milano: Feltrinelli

• Rand, P. (1994), Design, Form, and Chaos New Haven: Yale University Press

• Sottsass E. (2021), Di chi sono le case vuote? Milano: Adelphi

• Trapani, V. (2013), Design per i beni e le produzioni culturali nello scenario della crisi. In Daverio, P., Trapani, V., (a cura di). Il design dei Beni Culturali. Crisi, territorio, identità. Milano: Rizzoli

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