BIANCO
Architettura | Progetto Urbano | Città
Direzione Scientifica
Dario Costi
Comitato Scientifico
Matteo Agnoletto, Antonello Alici, Alessandro Armando, Michele Bonino, Nicola Braghieri, Giacomo Brenna, Marco Burrascano, Francesco Cacciatore, Matteo Cassani Simonetti, Federico De Matteis, Filippo De Pieri, Massimo Ferrari, Fabrizio Foti, Alfonso Giancotti, Spela Hudnik, Cristiana Lopes, Francesco Magnani, Mauro Marzo, Pasquale Mei, Edoardo Narne, Giorgio Peghin, Luca Reale, Cristina Renzoni, Paola Scala, Giuseppina Scavuzzo , Luca Skansi, Luigi Stendardo, Elena Svalduz, Franco Tagliabue Volontè, Annalisa Trentin, Pietro Valle, Andrea Volpe, Andrea Zamboni
Comitato Editoriale
Michela Barosio, Thomas Bisiani, Silvia Bodei, Alberto Bologna, Anna Braghini, Alberto Calderoni, Filippo De Dominicis, Luigi Di Dato, Luciana Macaluso, Eugenio Mangi, Eliana Martinelli, Lorenzo Mingardi, Claudia Tinazzi, Adriano Venudo
Coordinamento Editoriale
Andrea Fanfoni, Emanuele Ortolan
ISBN 978-88-6242-792-0
Prima edizione ottobre 2022
© LetteraVentidue Edizioni
© Dario Costi, Francesco Manfredi
È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.
Progetto grafico: Francesco Trovato
Impaginazione: Emanuele Ortolan, Andrea Fanfoni, Gloria Filograna
LetteraVentidue Edizioni Srl
via Luigi Spagna, 50 P 96100 Siracusa
www.letteraventidue.com
Dario Costi e Francesco ManfrediRigenerare le comunità urbane
Atlante europeo e Linee guida per le città italiane
Alla memoria degli amici Elvio Ubaldi e Claudio Bigliardi, Amministratori che hanno saputo costruire una città accogliente, sicura e sostenibile come quelle che abbiamo descritto.
Rigenerare le comunità urbane
Atlante europeo e Linee guida per le città italiane
PUBBLICAZIONE
Rigenerare le comunità urbane
Atlante europeo e Linee guida per le città italiane di Dario Costi e Francesco Manfredi Con saggi di: Dario Costi, Andrea Fanfoni, Emanuele Ortonalan, Simona Santamato e Nicola Raimo
Saggi non firmati: Gli scritti a pagina 9, 15 e gli Indirizzi per le città italiane sono di Dario Costi e Francesco Manfredi Gli scritti a pagina 54 e 250 sono di Francesco Manfredi Lo scritto a pagina 62 è di Andrea Fanfoni e Emanuele Ortolan
Gli scritti delle schede dell'Atlante europeo a pagina 77, 89, 95, 107, 113, 119, 137, 149, 155, 161, 191, 215, 227, 233 e 245 sono di Andrea Fanfoni Gli scritti delle schede dell'Atlante europeo a pagina 71, 83, 101, 125, 131, 143, 167, 173, 179, 185, 197, 203, 209, 221 e 239 sono di Emanuele Ortolan
Fotografie di © Pierangelo Laterza alle pagine 1, 8, 13, 14, 24, 52, 68, 264, 266, 268, 270, 272, 274, 276, 278, 280, 282, 284, 286, 288, 290, 292, 294, 296, 298, 300, 302, 304 e 306
RICERCA
Il progetto dal titolo Il Community Regeneration Masterplan. Strategie, linee guida e buone pratiche per la smart regeneration e la produzione di social innovation in comunità sostenibili e resilienti è stato realizzato nell’ambito del programma di ricerche Progetti per una nuova Pubblica Amministrazione. Raccolta di idee per orientare il cambiamento delle Amministrazioni Pubbliche promosso e co-finanziato dalla SNA - Scuola Nazionale dell’Amministrazione. La ricerca ha visto il coinvolgimento del laboratorio di ricerca di ambito regionale Smart City 4.0 Sustainable Lab dell'Emilia-Romagna
Responsabilità scientifica: Dario Costi e Francesco Manfredi Supervisione scientifica: Dott.ssa Pia Marconi Coordinatore Dipartimento per il benessere, la cultura e lo sviluppo sostenibile SNA - Presidenza del Consiglio dei Ministri
Gruppo di ricerca: Università LUM Alessandra Ricciardelli, Nicola Raimo e Simona Santamato Università degli Studi di Parma Andrea Fanfoni, Emanuele Ortolan, Giorgia Carpi e Gloria Filograna
VIAGGIO IN EUROPA
Questa pubblicazione è la versione in lingua italiana del testo originale pubblicato da Springer Nature Switzerland nel 2022 dal titolo: Community Regeneration Masterplan The five dimensions of sustainability: Guidelines for European cities by Dario Costi and Francesco Manfredi Copyright © [Copyright Notice as given in the Work]. All Rights Reserved. Springer Nature Switzerland AG 2022 detiene il diritto esclusivo sulla versione inglese e sulle traduzioni in lingue diverse dall’italiano
La pubblicazione ospita una selezione di immagini offerte da Pierangelo Laterza tratte dalla sua campagna nelle città europee che assumiamo come saggio fotografico d’autore ovviamente collegato al contesto e ai temi della ricerca ma anche in qualche modo autonomo, da intendersi come una sequenza di corrispondenze e un discorso passante attraverso l’impaginato. Dentro ognuna delle fotografie abbiamo sempre voluto le persone, collegando la sua indagine sull’uso collettivo dello spazio urbano, nelle forme spontanee o per certi versi inaspettate, alla nostra ricerca sulla rigenerazione incentrata sulla qualità della vita e finalizzata alla messa in valore della dimensione comunitaria nell’abitare la città contemporanea.
Collaborazione editoriale: Andrea Fanfoni, Emanuele OrtolanRigenerare le comunità urbane
Indirizzi per le città italiane: le Linee guida
Governance Social Innovation e Progetto Urbano Strategico
Community
Lo stato dell'arte Il modello Atlante europeo Eskilstuna Mollet del Vallès Vaxjo Cornellà de Llobregat Galway Jönköping Limerick Mechelen Torres Vedras Umeå Aalborg Angers Cagliari Clermont-Ferrand Göttingen Grenoble Jyväskylä Lahti Leuven Luxembourg City Nancy Nijmegen Odense Salzburg Trento Aarhus Graz Ljubljana Tampere Vitoria Gasteiz
Una premessa Ridefinire il modello della governance comunitaria Ampliare gli strumenti e il livello di coesione sociale Aumentare la capacità di social innovation valorizzando l’associazionismo e le infrastrutture pubbliche e private Implementare strategie e azioni per cogliere l’obiettivo della resilient community Cogliere l’opportunità dell’economia dell’appartenenza per vincere la sfida dello sviluppo economico sostenibile Determinare le nuove centralità urbane ridisegnando i processi economici e i distretti produttivi e commerciali Orientare la rigenerazione: la città progetta sé stessa Elaborare autovalutazioni e affinare le progettualità Condividere una visione strategica Misurare l’impatto del progetto urbano Sviluppare una strategia integrata di messa a sistema dei vuoti urbani e di recupero delle aree dismesse Mettere a valore le eccellenze Esplorare gli assetti Progettare il territorio, la città e i luoghi in modo integrato Esplorare e condividere il progetto urbano attraverso l’architettura Trasformare la società civile in comunità urbana progettante: la partecipazione dall’alto Condividere la sfida collettiva e ascoltare la comunità: la partecipazione dal basso Strutturare la partecipazione Avviare un nuovo paradigma di mobilità sostenibile individuale e collettiva Intrecciare innovazione tecnologica e salvaguardia ambientale: verso la città intelligente e sostenibile
Rigenerare le comunità urbane
Il grande dibattito sul nuovo modello di Stato sociale e sulla necessità di “riprendere il controllo”1 delle comunità locali si è incentrato su principi, quale quello della governance, e su set di strumenti, quali quelli della Rigenerazione Urbana e della social innovation, che portano a riflettere in modo nuovo sull’efficacia delle politiche pubbliche e dei processi che esse riescono ad innescare anche in relazione al livello di sostenibilità e resilienza comunitaria e territoriale. La definizione di scelte e politiche pubbliche utilizzando l’approccio della governance stimola l’attivazione di processi collaborativi all’interno di comunità che ricercano nuovi strumenti di attuazione alla scala insediativa e nuovi modelli organizzativi e gestionali per uno sviluppo sostenibile e resiliente. Nella prospettiva della rigenerazione comunitaria, questo ha permesso in taluni contesti di ottenere una qualità e responsiveness delle politiche pubbliche e un miglioramento del rapporto costi/benefici, un maggior livello di razionalizzazione nell’uso delle risorse e di efficienza complessiva nella produzione, una più ampia condivisione dei valori pubblici e un maggior livello di valore pubblico prodotto, una produzione di capitale sociale e di social innovation ottenibili dalla ridefinizione dei processi di interazione tra Stato
e cittadini attraverso l’azione del privato, profit e non profit, e in particolare della cittadinanza2 attiva. Il coinvolgimento degli attori territoriali e della cittadinanza attiva permette difatti di perfezionare i processi di formazione delle politiche pubbliche e di adottare processi decisionali "informati" anche da logiche manageriali e non più solo basati su modelli politico-burocratici di gestione delle attività e di erogazione dei servizi.3
In ultima analisi, questo contribuisce alla creazione di comunità empowering, ossia in grado di garantire in modo permanente ai propri membri la possibilità di meglio esercitare il controllo, di sviluppare conoscenze e competenze di ordine superiore, di partecipare direttamente ai processi decisionali aumentandone l’efficacia. Per permettere l’attivazione dei descritti processi condivisi e co-agiti e per renderli duraturi, è tuttavia necessario definire una strumentazione pianificatoria flessibile e inclusiva come strumento di governance locale attraverso il modello del comunitarismo strategico.4
Tale strumentazione deve essere in grado di: • stimolare il coinvolgimento dei diversi stakeholder e diventare il fulcro dei processi di governance delle comunità locali; • favorire la definizione di strategie atte alla
L'evoluzione culturale e normativa
L’evoluzione del rinnovamento urbano nel nostro Paese è scandita in tre fasi.
La prima ha avuto inizio intorno agli anni Settanta del secolo scorso e presenta, quale elemento cardine, la riqualificazione dei centri storici come mezzo per riaffermare l’identità delle singole città. Nella seconda fase, dalla fine degli anni Ottanta al primo decennio del nuovo millennio, l'attenzione si è spostata sul recupero delle aree dismesse.
La crescita delle città e il conseguente spostamento verso la periferia di attività lavorative, industrie, stazioni ferroviarie ma anche aree demaniali e case avevano reso necessario il reimpiego di ampie zone al di fuori del centro abitato. A tale periodo storico devono anche essere ricondotti alcuni mutamenti radicali vissuti dalla Pubblica Amministrazione italiana. Fattori determinanti, quali il federalismo istituzionale e il progressivo rafforzarsi delle autonomie locali, hanno comportato un netto superamento delle forme di organizzazione monolitica e centralizzata, a favore di un modello organizzativo decentrato, in cui compiti che fino a quel momento erano appannaggio esclusivo dell’Amministrazione centrale sono stati progressivamente trasferiti agli Enti locali. Un siffatto fenomeno, definito da alcuni "pulviscolo amministrativo",1 assume i contorni della destrutturazione di uno Governo lontano dai bisogni dei cittadini, destrutturazione che Rhodes definisce come svuotamento (hallowing out) di uno
Stato-Nazione e decentramento (downsizing) dei poteri dello stesso.
L’ultimo ciclo evolutivo del rinnovamento urbano italiano è attualmente in fase di realizzazione e comprende non solo una maggiore attenzione al tema della qualità architettonica dei quartieri residenziali costruiti nella seconda metà del Novecento e lasciati nel degrado per molto tempo, ma anche una serie di piani di settore, come quelli per la mobilità sostenibile e il commercio di vicinato, finalizzati a garantire una maggiore integrazione e sostenibilità sociale, economica e ambientale del contesto urbano.
Illustrate brevemente le vicende che hanno animato le politiche pubbliche del nostro Paese in materia di pianificazione e riqualificazione urbana, è opportuno soffermarsi su alcuni aspetti che alimentano il dibattito sulla dimensione nazionale del fenomeno in oggetto. Sebbene la riflessione sul governo del territorio sembri essere distante dai temi della politica nazionale,2 la collettività locale avverte l’esigenza di un impegno serio e costante da parte del Legislatore statale al fine di superare le disuguaglianze, il divario tra diverse aree di una stessa città, la mancanza di identità e di senso di appartenenza, l’emergenza ambientale ed ecologica.3
Pertanto, oggi, i governi nazionali mostrano non solo la tendenza a superare il tradizionale favore per l’urbanistica dell’espansione, in una nuova ottica di recupero dell’esistente e di riqualificazione urbana,
L'inversione grafica nella lettura dei tessuti urbani per la valutazione delle potenzialità innescate dalla messa a sistema dei vuoti in quattro proposte di Progetto Urbano Strategico per le città emiliane: Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena.
Da sinistra a destra: Pieni e vuoti: la città costruita.
Vuoti e pieni: la città del suolo libero e le potenzialità degli spazi intermedi.
La nuova strategia di mobilità lenta e la trama di fruizione ciclo-pedonale diffusa.
L’integrazione possibile tra città, infrastruttura e campagna.
Eskilstuna
59°22'15''N 16°30'35''E
Fascia di popolazione 20.000 – 74.999
Posizionamento nei ranking e premi European Smart City Index 2014 (4°)
Adesione ad iniziative e patti europei Carta di Aalborg
Mälardalen District
Eskilstuna Central Station
Social Housing e asilo a Kapellbacken
Årby Norra District
Munktellstaden District
Rothoffsparken District
Skiftinge District
Slottskolan District
Passeggiata Bolinder-Munktellstråket
lungo la vecchia linea ferroviaria industriale Stadsparken
Väster District
Casa dei Congressi e della Cultura
Skogsängen Park
Ex area industriale Nätet Collegamento urbano Kunskapsstråket
Eskilstuna è una città della Svezia centro-orientale situata nella contea del Södermanland. Ha una popolazione urbana di 67.000 abitanti che aumenta fino a 100.000 nel circondario. La città è attraversata dal fiume Eskilstunaån che collega il lago Hjälmaren al lago Mälaren.
Un tempo città produttrice di acciaio, ha attraversato periodi di decrescita economica e demografica causati dal rapido declino dell’industria negli anni ‘70.
Eskilstuna rimane comunque un'importante città industriale con aziende conosciute a livello internazionale nel campo delle macchine per l'edilizia pesante e in quello di produzione di acciaio inossidabile.
La città è sede della Mälardalen University, di uno zoo e di un parco divertimenti oltre che dell'ospedale Mälarsjukhuset, uno dei più grandi della regione con circa 3000 persone.
Dal 2012, la città ha adottato una serie di iniziative rivolte alla promozione della sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda la mobilità è stato incentivato l'utilizzo di autobus e auto condivise a propulsione elettrica, mentre l'approvvigionamento energetico è garantito da centrali elettriche a basse emissioni di carbonio.
Come conseguenza della partecipazione del Comune al programma Sustainable Municipality, Eskilstuna ha sviluppato il Climate Action Plan 2012-2020, un piano che include gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas, l'aumento dell'uso di fonti energetiche rinnovabili, l'uso efficiente dell'energia, la riduzione dei combustibili fossili per il riscaldamento, il contenimento delle emissioni di CO2 da trasporto e cibo.
La città, che si è posizionata al quarto posto nello European Smart City Index nell'anno 2014, è stata presa in esame per i numerosi progetti di Rigenerazione Urbana che hanno interessato vaste aree industriali e perché le strategie urbane messe in atto dal Comune hanno l'obiettivo di densificare diversi comparti all'interno del tessuto urbano esistente.
Una strategia di grande interesse è il sistema continuo di spazi pubblici a vocazione ambientale realizzati recuperando i vecchi binari ferroviari al servizio delle acciaierie dismesse, i vuoti urbani e le aree inutilizzate.
Eskilstuna è inoltre da considerare un caso virtuoso per la sua particolare sensibilità nello sviluppo delle politiche di riciclaggio nell’ottica di un’economia circolare.
Come in altri casi in tutta Europa, l'insediamento urbano di Cornellà de Llobregat nel XIX secolo vide un processo di sviluppo come "colonia industriale" del settore tessile della vicina metropoli di Barcellona grazie alla sua prossimità geografica, alla presenza della rete ferroviaria e del fiume. Nel corso del secolo successivo i complessi che ospitavano i lavoratori e le loro famiglie vennero trasformati in nuclei più compatti e densi, che hanno progressivamente acquisito le caratteristiche e le dimensioni di quartieri dormitorio al servizio del comparto manifatturiero stesso e della vicina città. Lo sviluppo industriale degli anni '60 e '70 ha ulteriormente rafforzato una forma urbana disgregata, priva di un progetto fondativo, ma frutto di addizioni di nuclei insediativi, abitati da frange di popolazione per lo più popolari. Partendo da queste condizioni del contesto negli ultimi anni la Municipalità di Cornellà de Llobregat ha intrapreso un percorso di rigenerazione volto a diventare un modello esportabile come "nucleo satellitare metropolitano" capace di sfruttare a proprio favore le caratteristiche di densità mettendo in comunicazione i nuclei abitati con gli spazi aperti a vocazione ambientale che circondano il tessuto urbano.
Per favorire il collegamento tra interno compatto ed esterno rarefatto a vocazione agricola è di grande rilevanza la figura del Consorzio del Parc Agrari del Baix Llobregat che si occupa della protezione e
del rafforzamento dell’attività agricola in tutta l'area situata nelle pianure alluvionali del delta e del bacino inferiore del Llobregat, con una superficie a parco di 3.489 ettari distribuiti su quattordici comuni. Gli obiettivi del Consorzio sono la promozione di programmi specifici che consentano una migliore comprensione dei valori produttivi dello spazio agricolo da parte della comunità promuovendo i prodotti locali di qualità. Per raggiungere questi scopi, il Consorzio ha creato anche un marchio che identifica i prodotti del territorio e organizza assieme ai comuni eventi, giornate e laboratori per la conoscenza delle risorse rurali.
Per dare continuità ai percorsi naturalistici del parco anche all'interno della città consolidata il Comune ha promosso e finanziato Cornellà Natura, un progetto strategico caratterizzato da cinque assi infrastrutturali verdi pensati come parchi urbani lineari. Nei cinque assi sono previsti interventi puntuali di riconversione di aree marginali e vuoti urbani in spazi verdi di collegamento che favoriscono la mobilità sostenibile. Ogni corridoio verde è stato definito per collegare il patrimonio naturale della città con spazi aperti di qualità, fornire servizi ambientali e sociali, mettere in valore il patrimonio culturale, stabilire una struttura civica che colleghi gli edifici pubblici, facilitare la mobilità a piedi e in bicicletta, aumentare la conoscenza del verde per la conservazione della biodiversità e promuovere le aree verdi come spazi per il tempo libero e la salute. La visione complessiva
A sinistra Parc agrari del Baix Llobregat Fotografia
© Pere López Brosa, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
A destra Parc Esportiu de la Ribera Sullo sfondo il complesso sportivo Ribera Serrallo progettato da Alvaro Siza.
Fotografia © Andrea Fanfoni
A sinistra
Carta urbana che raffigura la continuità degli spazi pubblici verdi proposti dal progetto Cornellà Natura.
A destra
Una delle prime realizzazioni dell'infrastruttura verde urbana Cornellà Natura.
di una rete di percorsi viene sostenuta da interventi puntuali di rigenerazione di ex strutture industriali, piazze e viali, privilegiando la mobilità lenta su quella veloce e separando i flussi di traffico veicolare da quelli destinati alle persone. Componente fondamentale del progetto, che comporterà un investimento di 35 milioni di euro, è la parte di sensibilizzazione ed educazione della popolazione, soprattutto di quella infantile, ai corretti stili di vita e al rispetto dei valori ambientali ed ecologici attraverso iniziative di partecipazione ma anche ascoltando e mettendo in pratica i loro suggerimenti. All'interno della strategia per la naturalizzazione degli spazi urbani è di grande rilevanza il vasto progetto di rigenerazione di un'area residuale a nord del parco che il Comune ha iniziato negli anni 2000 nei terreni situati tra il centro abitato, la sponda del fiume e le infrastrutture viarie e ferroviarie. In quest’area oggi si trova un grande complesso sportivo che comprende il Parc Esportiu del Llobregat, il nuovo stadio dell’Espanyol e il Parc de la Ribera, oltre ad altre istallazioni comunali e a una scuola. Il comparto include un padiglione adattato anche per usi civici e culturali e due nuove piscine, progettate dall’architetto Alvaro Siza. Il complesso Ribera Serallo, che si trova a sud del quartiere Riera, è costituito da un gruppo di grandi volumi intrecciati di cemento bianco che mettono in valore lo spazio pubblico tra la scuola e lo stadio proteggendolo dalla relazione percettiva con l'ostacolo infrastrutturale
Cornellà de Llobregat
dell'autostrada che viene bypassata in direzione del Parco Agricolo in alcuni punti grazie a sottopassi e passaggi in quota.
Oltre ai progetti per la mobilità e la qualità degli spazi pubblici l'attenzione del Comune di Cornellà de Llobregat è rivolta alla rigenerazione del patrimonio edilizio abitativo ad alta densità che ha caratterizzato la strategia insediativa pubblica degli ultimi cinquant'anni del secolo scorso. Il Plan Director Comunitario prevede infatti ingenti investimenti per la rigenerazione di alcuni quartieri con tali caratteristiche (Fontsanta, Sant Ildefons) attraverso nuovi modi di rafforzare la dimensione sociale, culturale ed educativa, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita e promuovere la coesione e l'uguaglianza. Questi importanti obiettivi, in contesti sociali difficili resi tali anche da spazi di vita inadatti al vivere collettivo, vengono perseguiti attraverso azioni di diversa natura come la trasformazione del paesaggio urbano, la creazione di nuovi spazi di collettività ma anche incorporando nuovi programmi di cura per persone in difficoltà, promuovendo incontri all'area aperta per incentivare l'attività fisica e il benessere mentale, rafforzando i programmi di prevenzione in materia di sicurezza e intervenendo nei casi di occupazioni illegali degli alloggi.
Attraverso questo impianto strategico Cornellà de Llobragat si propone quindi come un modello da seguire per i piccoli contesti urbani periferici ai grandi centri metropolitani.
Progetto di rigenerazione di Colbert Station Quarter Rigenerazione urbana Opera Site Riqualificazione di O’Connell Street Area di sviluppo urbano meridionale Piano di Rigenerazione Urbana di Limerick: Southill Ballinacurra Weston St. Mary’s Park Moyross Campus University of Limerick
Limerick
52.6653°N 8.6238°W
Fascia di popolazione 75.000 - 99.999
Posizionamento nei ranking e premi European Green Leaf Award 2020 (Winner)
Adesione ad iniziative e patti europei Patto dei sindaci per il Clima e l’Energia, URBACT
Limerick (in irlandese Luimneach, letteralmente palude deserta) è una città della Repubblica d’Irlanda di 90.000 abitanti, situata nella parte sud-occidentale del paese, a ridosso della foce del fiume Shannon che la attraversa. Grazie ad un ricco passato medievale che ha lasciato in eredità un patrimonio monumentale ancora ben conservato la città è stata nominata come prima città della cultura irlandese nel 2014 e due anni dopo è stata selezionata per il titolo di Capitale Europea della Cultura 2020. Divenuta un importante porto della corona britannica nel XVIII secolo che ha facilitato l'espansione urbana, oggi Limerick è una delle capitali economiche d'Irlanda e un importante centro universitario.
Il caso studio di Limerick è stato preso in analisi per la vittoria del premio European Green Leaf Award nel 2020 grazie suo impegno nella preservazione dell’ambiente in ambito urbano e per i progetti di conservazione della biodiversità territoriale attraverso la salvaguardia dell'ecosistema fluviale del fiume Shannon.
La città si distingue inoltre per un’alta qualità della vita, per una elevata offerta di alloggi sociali, per gli alti standard educativi e le eccellenti strutture primarie, secondarie
e di terzo livello, così come per le elevate opportunità di lavoro soprattutto per i giovani. Attualmente, anche grazie al piano strategico Limerick 2030, è sottoposta ad un processo di trasformazione fisica ed economica che la rende una delle destinazioni principali d’Irlanda per gli investimenti interni. Dal punto di vista della pianificazione urbana l'Amministrazione ha avviato un processo di rigenerazione di alcuni punti strategici della città, che mettono in comunicazione le aree centrali, dei servizi e delle attività economiche, con le aree più periferiche a destinazione abitativa munite di strutture ambientali e per il tempo libero. Limerick si sta anche trasformando nella prima città digitale del paese, con l'integrazione di una serie di servizi pubblici informatizzati, la creazione di case ed edifici intelligenti e distretti ad alta efficienza energetica. Il piano di sviluppo Limerick Development Plan 2022-2028, che guiderà la Rigenerazione Urbana della città nel prossimo futuro, è stato ispirato dagli obiettivi dell'Agenda 2030 per una città resiliente, connessa ed inclusiva. Si tratta di un piano aperto alla partecipazione, interamente consultabile su una piattaforma interattiva online.
La strategia di crescita di Limerick individua tre assi di sviluppo futuro espressi in tre documenti programmatici.
Il primo documento, il Limerick Development Plan 2022-2028, affronta il tema di una crescita sostenibile complessiva della città richiamando la necessità della formazione di una comunità coesa attraverso un approccio integrato di tutte le componenti. Il piano è suddiviso in sei volumi che definiscono le linee guida di sviluppo, non solo urbano ma anche territoriale, richiamando l'attenzione su 10 obiettivi: la salvaguardia dei beni ecosistemici, la transizione verso un'economia ecologicamente sostenibile, l'aumento delle possibilità di accesso alla casa per tutti, la promozione del carattere identitario attraverso iniziative pubbliche di placemaking, la formazione di un ambito economico adatto ai
giovani imprenditori, la creazione delle condizioni necessarie per l'implementazione della mobilità sostenibile individuale e collettiva, il miglioramento delle infrastrutture energetiche e la conservazione dei patrimoni paesaggistici e antropici. Il piano, che fa chiaro riferimento ai Sustainability Development Goals dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è quindi un documento strategico integrato, un contenitore di norme e di indicazioni di grande utilità per la pianificazione di interventi specifici. All'interno della regia complessiva si inseriscono gli altri due assi di sviluppo riguardanti ambiti più circoscritti: il centro storico e la periferia urbanizzata.
Limerick 2030 è un piano strategico ventennale che mira a trasformare il centro attraverso un processo di rigenerazione economica, sociale e fisica. Pubblicato nel 2013 per la consultazione pubblica
Prefigurazione architettonica del progetto di Rigenerazione Urbana Opera site.
© COADY Architects
che ha preceduto un dibattito partecipato di tutta la città, oggi è alla base delle scelte operative per lo sviluppo urbano di una vasta area compresa tra il corso del fiume Shannon e la ferrovia. Dal punto di vista economico l’obiettivo è quello di creare un mercato occupazionale basato sulle attività che generano conoscenza, diversificare le competenze della popolazione e garantire una maggiore competitività commerciale della città, massimizzando la possibilità di investimenti esteri e sostenendo l’innovazione, le imprese e le start-up. Dal punto di vista della pianificazione urbana l’obiettivo è dotare quest'area delle strutture necessarie per lo sviluppo dei progetti commerciali ed economici attraverso la fornitura di spazi flessibili, di nuovi alloggi e di contenitori adatti al supporto delle imprese. In questo ambito emergono tre progetti di trasformazione urbana. Il primo è un vasto programma di rigenerazione del quartiere della Stazione Colbert dove un'area di 50 ettari verrà completamente ripensata come un insediamento compatto, un quartiere urbano pedonale a uso misto progettato intorno a piccoli isolati completati da un settore commerciale e da ampie superfici destinate a verde.
Il secondo intervento riguarda l'Opera Site, un quartiere georgiano risalente alla seconda metà del XVIII secolo formato dai tipici blocchi a schiera in mattoni rossi a vista che ospitavano i magazzini per lo stoccaggio delle merci nei pressi del porto fluviale. Il progetto oltre a recuperare il patrimonio edilizio storico innesta nuove strutture sensibili al contesto garantendo la permeabilità della parcella e nuovi usi collettivi.
L'ultimo intervento riguarda la riqualificazione di O’Connell Street attraverso il cambio di paradigma del viale urbano da infrastruttura che divide a luogo di attraversamento della città. Grazie a corsie ciclabili dedicate per facilitare gli spostamenti attivi, all’introduzione di carreggiate separate per il trasporto pubblico, alla riduzione della larghezza delle corsie di traffico, a piazze attraversanti con incroci rialzati e allo spostamento dei parcheggi e degli spazi di carico e scarico da O’Connell Street alle strade laterali adiacenti, il progetto prevede di restituire questo importante asse urbano alla persone, per una fruizione sicura e piacevole dando continuità al sistema degli spazi pubblici urbani. Il terzo asse di sviluppo futuro di Limerick riguarda la periferia e definisce le linee guida per la rigenerazione degli spazi pubblici dei quartieri di Moyross, St. Mary’s Park, Ballinacurra Weston e Southill. Il Limerick Regeneration Framework Implementation Plan fornisce un approccio flessibile e trasferibile ad altri contesti che in futuro potranno presentare le stesse esigenze di trasformazione. Tutti e quattro i quartieri oggetto delle sperimentazioni pilota si trovano in condizioni simili; sono infatti quartieri a maggioranza residenziale a bassa densità abitativa ed edilizia, che vertono in condizioni di degrado fisico e soprattutto sociale. Per questa ragione l'Amministrazione Comunale ha deciso di intervenire prevalentemente negli spazi di relazione pubblica, in quei luoghi che accrescono il valore identitario dei cittadini, favorendo le occasioni di incontro, la qualità degli spazi aperti e dei servizi di vicinato, creando le condizioni tali da favorire la coesione del tessuto sociale.
La strategia di sviluppo della città si basa su tre principi cardine: la valorizzazione identitaria e culturale, la connessione tra centro e territorio e la rigenerazione dei quartieri popolari periferici. Il centro storico di Göttingen, come quelli di molte altre città europee, ha subito un processo di gentrificazione con un conseguente cambiamento della composizione sociale e dei problemi che questo comporta. Il comune ha deciso di affrontare la sfida per la Rigenerazione Urbana dividendo gli sforzi in due progetti, uno per il centro settentrionale e uno per quello meridionale. Il progetto per il Centro Città Nord è iniziato con un ampio processo partecipativo che ha coinvolto la popolazione interessata per individuare temi e luoghi del progetto. Dalla consultazione sono emerse problematiche diffuse nella fruizione dello spazio pubblico, nell’ambito della sicurezza e nella gestione del traffico veicolare. Dopo la fase partecipativa il progetto è stato incluso nel 2018 nel programma di sviluppo urbano federale Coesione sociale ed è stato formalmente istituito nell’aprile 2020. Oltre a ridisegnare gli spazi pubblici e rafforzare le strutture sociali, saranno promosse misure di edilizia privata sostenute anche attraverso fondi di sviluppo urbano. Il progetto per il Centro Città Sud è iniziato nel 2015 quando il Ministero degli Affari Sociali, della Salute e delle Pari Opportunità della Bassa Sassonia ha incluso il distretto nel programma di finanziamento Città e Centri Distrettuali Attivi. Questa opportunità ha dato vita ad una sequenza di interventi puntuali, sia sullo spazio pubblico sia sugli edifici, che messi a sistema stanno rigenerando il quartiere dal punto di vista fisico, sociale, economico e identitario. È infatti nata l’idea di creare un distretto artistico in questa porzione del centro storico con il nome di KuQua che grazie alla riscoperta delle attività artigianali, ai nuovi spazi espositivi, alla riqualificazione della piazza del mercato, all’insediamento di case editrici internazionali e di atelier di artisti, ai caffè e ai negozi d’arte sta diventando un luogo di richiamo turistico e culturale di livello europeo. All’interno del programma di Rigenerazione Urbana KuQua è stata costruita la Kunsthaus Göttingen sul progetto dell'Atelier ST: una nuova casa espositiva per l’arte contemporanea che ha aperto nel giugno 2021. La progettazione della nuova Casa delle Arti ha visto collaborare artisti e architetti per dare impulso al progetto comunale identitario del quartiere.
L’aspetto esterno dell’edificio utilizza dettagli e geometrie tipiche della regione e si inserisce naturalmente nel centro storico, ma è allo stesso tempo chiaramente riconoscibile come intervento contemporaneo. L’area del foyer al piano terra, utilizzabile in modo flessibile, è progettata per formare un collegamento tra lo spazio pubblico della strada, la Kunsthause e il cortile interno del nuovo quartiere artistico. Nonostante le dimensioni ridotte e anguste del lotto, la solida struttura in cemento armato si traduce in aree espositive spaziose, con una massima flessibilità su tutti i piani. Sempre nel centro storico meridionale è in fase di attuazione un grande progetto di riqualificazione urbana della Groner-Tor-Straße, il viale di ingresso al quartiere che si trovava in una condizione tale da non favorire l’accessibilità pedonale e ciclabile. L’obiettivo del progetto è stato quello di restituire centralità ai pedoni lasciando lo spazio adeguato alle automobili riducendo le corsie veicolari, razionalizzando i parcheggi e ampliando i marciapiedi e gli attraversamenti. Interessante è anche il processo di presentazione del progetto nella consultazione pubblica online che ha proposto più varianti tra le quali i cittadini potevano scegliere. Questo è un esempio di una prefigurazione progettuale che facilita il processo di comprensione dell’architettura e avvicina i cittadini alla partecipazione e alla condivisione delle scelte. Sul limite della città fortificata, Göttingen ha sviluppato un anello verde di circonvallazione spostando le automobili sui viali esterni e lasciando lo spazio a vocazione collettiva verso l'interno. Questo ha permesso l'utilizzo di una vasta porzione di spazio pubblico da parte di pedoni e ciclisti in totale sicurezza e ha consentito la comunicazione da e verso la periferia urbanizzata. Con il progetto Wally inoltre si sta dotando questa cintura pedonale di lampioni intelligenti, di attraversamenti più sicuri e di condizioni migliori per coloro che praticano sport. Göttingen si è dimostrata attenta anche alla rivitalizzazione delle aree più marginali e periferiche della città. Sono appunto in atto progetti per i quartieri West Town, Göttingen-Grone e Mitte Ebertal che soffrono di condizioni di degrado a causa delle caratteristiche dello spazio costruito. Gli aspetti fondamentali risiedono nella doppia natura sociale e fisica della trasformazione in atto che rispetta a pieno i principi di intervento di Rigenerazione Urbana.
Kunsthaus Göttingen Atelier ST
Fotografia © KOLLEKTIV B, Dominik Keul