L’Illa Diagonal di Moneo e Solà-Moralesn

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MATERIALI IUAV 10

Collana edita a cura dell’Università Iuav di Venezia

Comitato scientifico

Fernanda De Maio (coordinatrice)

Silvana Annicchiarico

Jean Lucien Bonillo

Luca Ortelli

Josep Parcerisa Bundò Francesco Trovato

ISBN 978-88-6242-806-4

Prima edizione dicembre 2022

© Iuav

© LetteraVentidue Edizioni

© Paola Virgioli

© Fernanda De Maio

Tutti i diritti riservati

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Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle immagini e alla traslitterazione, saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa.

Progetto grafico: Giulia Martimucci

Copertina: Giulia Martimucci, Francesco Trovato

Impaginazione: Stefano Perrotta

LetteraVentidue Edizioni Srl

Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa, Italia

www.letteraventidue.com

L’ILLA DIAGONAL DI MONEO E SOLÀ-MORALES

Un isolato urbano a Barcellona

Paola Virgioli

Elenco delle abbreviazioni

AMB: Àrea Metropolitana de Barcelona

AH.COAC: Arxiu Històric del COAC

COAC: Col·legi d’Arquitectes de Catalunya

DW: Derek Walker

GDC: Giancarlo De Carlo

IN.DI.CE.SA: Inmobiliaria Diagonal Centro Sociedad Anónima

MB: Mario Botta

MdSM: Manuel de Solà-Morales

PEOMD: Pla Especial de Ordinació de la Mansana Diagonal

PGM: Pla General Metropolità

RM: Rafael Moneo

RK: Rem Koolhaas

SW: Susanne Wettstein

WH: Wilem Holzbauer

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Indice

Illa Diagonal, Agosto 1997 – Illa Diagonal, Aprile 2022 Fernanda De Maio

Prefazione

L’Illa Diagonal come oggetto d’indagine La trama della città

Le città possibili: un antefatto Una supermanzana Davanti e dietro, dentro e fuori

Il suolo come progetto Misura e scala La costruzione di un luogo d’angolo

APPENDICE

José Rafael Moneo Vallés. Esercizi del Corso di Elementi di Composizione 1975-1976 Manuel de Solà-Morales. Città, angoli Bibliografia

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Illa Diagonal, Agosto 1997 –Illa Diagonal, Aprile 2022

«Adesso Barcellona, democratica e postolimpica, è diventata un bello scenario per una rappresentazione tutta da decidere, e si predispone quindi ad accogliere ogni evento universale, poiché non c’è angoscia più insostenibile di quella suscitata dai teatri vuoti». M. Vasquez Montalban.

Illa Diagonal, Agosto 1997

Questo luogo e la data che l’accompagna, segnano la prima volta a Barcellona, in auto, dall’Italia, quando scelsi di arrivare nella capitale catalana entrando direttamente dalla Diagonal. Questa scelta era dettata dal desiderio di misurarsi direttamente, attraverso una prova “lynchiana”, con le cose studiate nei corsi e nei seminari universitari intorno all’Ensanche (Exaimple) e all’inventore di quell’addizione, Ildefonso Cerdà; una scelta dettata dalla volontà di comprendere, dal vivo, percorrendo la strada in automobile, l’effetto particolarissimo di quella griglia di manzane quadre smussate a 45° agli spigoli e dotate di corti più o meno estensibili, tagliata in modo apparentemente casuale dalla Diagonal; si trattava, in altre parole, di vivere e attraversare la dimensione infrastrutturale, che Barcellona aveva adottato nel corso di 150 anni, dapprima per mettere in scena la propria aspirazione a metropoli del mondo del capitalismo industriale e poi la propria natura di città ospitale, inclusiva, sempre raggiungibile all’insegna dell’accoglienza turistica e sportiva, come ben racconta anche il creatore di Pepe Carvalho. «Quanto all’ambizione di riempire il teatro con spettacoli all’altezza dei

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Fernanda

1. Tratto di Avenida Diagonal tra Plaça de la Reina Maria Cristina e Plaça Francesc Macià su cui si allinea l’Illa Diagonal. Montaggio di ortofoto scattate nel 2020.

Fonte: Àrea Metropolitana de Barcelona (AMB)

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disciplinari tra architettura e urbanistica, ed è volto a sottolineare la coincidenza tra teorie della progettazione e manufatto costruito. Attribuisce un ruolo primario all’edificio affacciato all’Avenida Diagonal, ma si concentra sulla descrizione degli spazzi collettivi, sui modi di declinarsi dell’architettura in rapporto a essi, nella convinzione che il principale interesse di questo progetto risieda nella sua dimensione urbana, nella sua capacità di gestire la trasformazione di un pezzo strategico di città. Il lavoro trascura la dettagliata analisi di alcuni edifici e dei loro interni (uffici, alberghi, scuole, parcheggi), oltre alla presentazione di alcuni passaggi intermedi tra la genesi e la conclusione del progetto, essendo questi esaustivamente descritti all’interno di una tesi di dottorato seguita dagli stessi RM e MdSM2.

Note 1. «Nella lingua italiana il termine dispositivo è riferito con più consuetudine a un concetto tecnico, o meccanico. Nella lingua francese si riferisce invece all’idea di “trovata”, di invenzione. Tuttavia, è impossibile non riflettere sulla medesima radice etimologica che lega le parole dispositivo e disposizione. […] I dispositivi sono un principio di storicizzazione del progetto quando affrontano la differenza tra decoro e decorazione, il problema del superfluo e della ridondanza, quindi del gusto e della moda. Tuttavia, non è eludibile il problema della coerenza che anche questi aspetti giocano rispetto alle strategie spaziali messe in campo». Magnani Carlo e Cegan Carlo Alberto, Tecniche del progetto di architettura. Strategie sommesse del progetto contemporaneo, Il Cardo Editore, Venezia, 1995, pp. 13-14.

2. Tobella Lluis Ferran, L’Illa Diagonal de Barcelona. Anàlisi de qüestions del projecte, tesi di dottorato, Universitat Politecnica de Catalunya, Barcellona, 2002.

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6, 7. Tessuti urbani corrispondenti a vari momenti di crescita della zona. Si possono osservare: il tessuto minuto e compatto del piccolo ensanche del quartiere di Les Corts, a sinistra della Manzana Diagonal; i grandi isolati quadrati dell’Ensanche di Cerdà, che finiscono a Plaça Francesc Macià; l’edificazione frammentata del terzo tratto di Diagonal con i due superisolati della Escola Industrial e dell’Hospital Clinic. Dal confronto tra lo stato dei luoghi nel 1981 con quello del 2017 risultano evidenti alcuni cambiamenti avvenuti parallelamente o successivamente la costruzione della Illa: è stato demolito lo Stadio de Sarrià per lasciare spazio a edifici a uso terzierio e residenziale; sono aumentati gli edifici lungo la Diagonal e attorno all’isolato della Illa; è cambiato il fronte edificato lungo Carrer Tarragona per consentire un aumento della sua sezione

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1981 6
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24. “Finestra V1 – Dettagli. Scala 1/20 1/1. 9-10-1992”.

© Tobella Lluis Ferran, L’Illa Diagonal de Barcelona, p. 106

25. Pagina a fianco: “Vetrina del piano terra (E3) – Facciata nord. Definizione della carpenteria con profilo di bronzo fuso e tavola delle quote. Scala 1/1; 1/50. Revisione A 28-05-1992.

1155”. © Tobella Lluis Ferran, L’illa Diagonal de Barcelona, p. 109

che affacciano anche verso la piazza interna alla Illa e quelli che non vi affacciano. La seconda eccezione consiste nella comparsa di “piccole” finestre di 140x180 cm, dietro le quali si trovano i negozi al primo piano del centro commerciale [26]. Ricordiamo che nel prospetto lungo la Diagonal il primo piano è scandito da grandi fori rettangolari di 590x240 cm. Alcune misure cominciano quindi a diminuire, inclusa l’altezza del basamento, che si riduce a 4 corsi in prossimità dell’accesso all’edificio da Carrer Anglesola9. Gli architetti, attraverso questo passaggio in angolo, portano all’interno del manufatto gli stessi elementi che ne compongono l’esterno. Si ottiene così, lungo questo percorso che nasce come prolungamento della strada diagonale che taglia il piccolo ensanche di Les Corts, una piazza coperta che ci parla della città che sta fuori e da cui parte, come si trova definita nel verbale della giuria a conclusione della Consulta, la «strada coperta» parallela alla Diagonal che struttura la galleria commerciale10. È questo un punto nevralgico del progetto dove si concentrano le relazioni con gli spazi circostanti. Da qui infatti sono facilmente raggiungibili, attraverso passaggi o scale mobili, oltre che visibili, Diagonal, Numància, il centro di Les Corts, la

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43. A sinistra: Eaton Centre, Toronto. © Fons Manuel de Solà-Morales Rubió. Arxiu Històric del Col·legi d’Arquitectes de Catalunya

44. A destra: the Gallery at Market East, Philadelphia.

© Fons Manuel de SolàMorales Rubió. Arxiu Històric del Col·legi d’Arquitectes de Catalunya

città e che affaccia su una delle sue strade più importanti. Market Street è infatti l’asse est-ovest che, assieme a Broad Street, orientata nord-sud, struttura la griglia settecentesca di fondazione della città. Sviluppato su quattro piani, lo spazio della galleria è continuo per 530 mt solo al piano interrato, a cui si accede direttamente dalla metropolitana che passa sotto Market Street. Lungo la strada il centro commerciale occupa tre edifici indipendenti, separati tra loro dalla maglia rettangolare di strade del tessuto urbano del centro di Philadelphia. All’interno di questi edifici le attività commerciali, principalmente grandi magazzini, si sviluppano verticalmente attorno a uno spazio centrale, illuminato dall’alto. Attualmente The Gallery è chiuso per ristrutturazione, avendo forse sofferto un precoce invecchiamento anche per mancanza di mix funzionale. Terza tappa del viaggio fu Atlanta, dove visitarono il Peachtree Center Shopping Mall e il Lenox Square [45]. È questo un centro commerciale di periferia costruito nel 1959. Ha più di 140.000 mq di spazio di vendita con 250 negozi distribuiti su quattro livelli. Al suo interno sono presenti,

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45. A sinistra: Lenox Square, Atlanta. © Fons Manuel de Solà-Morales Rubió. Arxiu Històric del Col·legi d’Arquitectes de Catalunya

46. A destra: Georgetown Park, Washington D.C. © Fons Manuel de Solà-Morales Rubió. Arxiu Històric del Col·legi d’Arquitectes de Catalunya

tra le altre cose, una pista da bowling, un golf driving range e un cinema. Caratteristica è la grande piazza dei ristoranti che ha sostituito l’iniziale mercato. Concepita come spazio circolare su più livelli, chiude un percorso lineare che parte dall’ingresso principale lungo circa 350 mt, con negozi su entrambi i lati. Dalla piazza è possibile accedere a due torri: una adibita a hotel, l’altra a uffici. In prossimità del Lenox Square fermano una metropolitana di superficie – costruita quando l’edificio era già in uso – e una stazione degli autobus per facilitarne il raggiungimento con i mezzi pubblici. Lenox Square è infatti il terzo più grande centro commerciale dello stato, così come uno dei più grandi nella sud-est americano. Quarta tappa fu Washington D.C. dove visitarono il cantiere della Union Station, il Georgetown Park mall e la Banca al 1300 di New York Avenue. Georgetown Park si trova in un quartiere costruito a partire dal 1750 a nord ovest di Washington [46]. Il quartiere cresce attorno alla casa d’ispezione doganale del tabacco, eretta qui perché in prossimità del fiume Potomac e di alcune rotte commerciali formate da canali fluviali e strade

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Grazie a Carlo Magani, Patrizia Montini Zimolo, Andrea Iorio per la loro guida durante gli anni di dottorato. Grazie a famiglia, amici e maestri architetti.

A Giulio

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