Domestica
Collana ideata e diretta da Francesco Cacciatore (Università Iuav di Venezia)
Comitato Scientifico
Fabio Capanni (Università di Firenze)
Carlo Moccia (Politecnico di Bari)
Giorgio Peghin (Università di Cagliari)
Antonio Tejedor Cabrera (Università di Siviglia)
ISBN 978-88-6242-807-1
Prima edizione dicembre 2022
© LetteraVentidue © Francesco Cacciatore
© Bruno Messina, Francesco Infantino È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.
Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyright delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa.
Book design: Francesco Trovato
LetteraVentidue Edizioni Srl via Luigi Spagna, 50P 96100 Siracusa
www.letteraventidue.com
Prefazione
Francesco Cacciatore
Il tema dello spazio domestico e dell’architettura della casa riveste, da sempre, un ruolo di primaria importanza all’interno della disciplina architettonica che, dagli albori della civiltà fino ai nostri giorni, ha posto al centro delle sue riflessioni la questione dell’abitazione. Tutti i grandi maestri, antichi e recenti, si sono cimentati nell’insidioso esercizio progettuale della casa ed è opinione diffusa che questa sfida possa essere considerata, allo stesso tempo, semplice e complessa. Semplice perché essa può essere affrontata a partire da un bagaglio di conoscenze tecniche e progettuali ancora limitate e, proprio per questo motivo, rappresenta uno degli esercizi più diffusi nei Laboratori di progetto del primo anno del Corso di studi in Architettura. Complessa perché dietro l’impressione di un programma apparentemente facile, che tutti conosciamo molto bene perché lo sperimentiamo da sempre in prima persona, si cela la difficoltà di manipolare una dimensione dell’abitare che tanta influenza esercita sulla vita più intima e quotidiana delle persone, con importanti implicazioni di carattere culturale e sociale. Nell’ambito delle attività didattiche del Laboratorio di progetto del primo anno del Corso di studi Triennale in Architettura, tenuto dal sottoscritto presso l’Università Iuav di Venezia a partire dall’A.A. 20142015, il tema del progetto dell’abitazione rappresenta un’occasione importante perché riguarda il principale esercizio che ogni studente compie durante l’anno di ingresso al suo percorso di studi. Per questo motivo, ogni anno, la didattica si concentra sul programma domestico secondo uno schema che prevede l’intreccio fra l’architettura della casa, uno specifico contesto insediativo e un architetto di riferimento. Tale sovrapposizione rappresenta il caso studio a partire dal quale si sviluppa la didattica del Laboratorio. La riflessione, da questo punto di vista, si configura come una esperienza di collegamento e raccordo tra
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Siracusa Fontane Bianche Noto Avola E45 E45 E45 E45 SS115 SS124 SS124 SP14 Canicattini Bagni Floridia Solarino 1 2 3 4 5 6 Palazzolo Acreide SS287 SP24 SP24 SP24 SS287 SS115
Mappa
1. Casa Furnari Gallo
2. Casa G
3. Casa Bonavolontà
4. Casa per un giornalista
5. Casa nella campagna iblea
6. Piccola casa per vacanze
Testo di: Annachiara Sartor
Il territorio dei Monti Iblei è caratterizzato dalla presenza di un vasto altopiano in pietra calcarea nella parte più interna e da una stretta striscia di pianura di natura alluvionale che costeggia il mare alla sua base. I principali centri abitati si distribuiscono sia sulla fascia costiera sia più a monte, verso la parte sommitale che raggiunge circa mille metri di quota in corrispondenza del Monte Lauro.
Le città sono tra loro interconnesse attraverso una rete infrastrutturale che si dipana longitudinalmente lungo la fascia costiera e risulta composta dal sistema della ferrovia, dell’autostrada A18 Catania-Gela e dalla strada statale SS115 Sud Occidentale Sicula. A questo sistema più scorrevole si aggiunge una rete di strade a percorrenza più lenta che si insinuano in senso trasversale, dal mare verso l’entroterra, assecondando la morfologia sinuosa del territorio. In particolare, le strade statali SS124, SS287 e la strada provinciale SP14 connettono le porzioni di territorio più interne alla città di Siracusa, disposta sulla costa, e alla città di Noto, insediata a mezzacosta. Attraversando, rispettivamente, i centri di Floridia, Solarino, Canicattini Bagni e Palazzolo Acreide, questi percorsi assicurano una connessione diretta tra i territori montani e quelli costieri. Di particolare rilevanza anche la strada provinciale SP24 che garantisce un collegamento alternativo tra Palazzolo e Noto e interconnette alcune case descritte in questo volume. Queste ultime sono insediate all’interno dei differenti ambiti che caratterizzano questo territorio, a partire dal contesto prettamente urbano della cittadina di Palazzolo Acreide (Casa Furnari Gallo e Casa G), passando per il paesaggio ibleo d’altopiano (Casa Bonavolontà, Casa per un giornalista e Casa nella campagna iblea), per arrivare, infine, alla fascia costiera con l’edificio situato nel centro balneare di Fontane Bianche (Piccola casa per vacanze).
11 Mappa
28 Gli Iblei nella casa
A fianco: vista della casa nella sua condizione acropolica
Prospetto nord-ovest Prospetto sud-ovest Sezione BB’
Casa Furnari Gallo
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0 1 2 5 m
0 5 10 25 50 m
Progettisti: Bruno Messina, Francesco Infantino
Luogo: Palazzolo Acreide (SR)
Progetto: 2006
Realizzazione: 2007-08
Foto di: Ezio Siciliano
Testo di: Marcello Galiotto
Il progetto di Casa G solleva riflessioni legate ai significati primi dell’architettura, sul ruolo della residenza inteso quale luogo di protezione nonché sul concetto fondativo dell’insediare una nuova costruzione in un paesaggio ambivalente, naturale e paesaggistico da un lato ovvero artificiale e urbano dall’altro.
Il lotto di progetto si costituisce di un tradizionale appezzamento di terreno ricavato ai margini del centro storico di Palazzolo Acreide, in una posizione elevata e senza significative interferenze con le proprietà confinanti. Questa particolare condizione ha costituito una risorsa per i progettisti tale da garantire un’ampia flessibilità nella collocazione degli affacci privilegiati, nonché nell’individuazione di ambiti più privati e di altri invece protesi verso il paesaggio.
La planarità pressoché omogenea del terrazzamento su cui sorge il terreno, peraltro in contrasto con l’andamento inclinato della piccola strada carrabile che costeggia il lotto e risale verso il centro storico, definisce naturalmente un maggiore grado di privatizzazione degli spazi, anche esterni, alla casa. Nonostante le ampiezze delle superfici date dalle specifiche richieste della committenza, i parametri urbanistici vigenti hanno permesso di sviluppare nell’estensione del lotto l’intera abitazione su di un unico livello: un basamento continuo si innesta qualche decina di centimetri al di sopra della quota del terreno del giardino di pertinenza e solleva omogeneamente il volume edificato. A partire da una tale matrice comune, le diverse componenti volumetriche dell’edificio lavorano sul rapporto tra pieno e vuoto, il cui esito sembra essere una complessa spazialità reattiva nei confronti delle peculiari condizioni climatiche e geografiche del luogo. Il progetto muove la sua ricerca dalla tipologia della casa a patio e valorizza gli ambienti partendo da spazi comuni di aggregazione. Il tipo a corte è qui però declinato in modo sperimentale a partire da una volumetria archetipa, poi scavata e modellata per
Casa G 31
Casa G
46 Gli Iblei nella casa
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1. Una poetica descrizione della casa che utilizza la metafora del blocco di pietra è quella fatta dall’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza e contenuta all’interno del volume Fabrizio Foti, Luigi Pellegrino (a cura di), Abitare il contado, La casa nella costruzione del paesaggio ibleo, op. cit, p. 104. Si tratta dal testo intitolato Descrubriendo la belleza en Siracusa, scritto da Campo Baeza dopo un viaggio in Sicilia effettuato nel 2014: «[…] Dopo aver visitato Noto, altro luogo sconosciuto di quell’eccesso di Bellezza che è la Sicilia, scopro una casa sulla parte alta di una collina. Una casa moderna. Una casa forte, chiara, rotonda, dominatrice del paesaggio che, come succede solo nella migliore architettura, valorizza la natura in cui si colloca. Una casa di Bruno Messina. Saliamo lentamente e la visitiamo. Uno spazio che abbraccia un patio aperto sul paesaggio dell’orizzonte lontano. Ben proporzionato e ben posizionato. Dal lato opposto una profonda finestra quadrata incornicia il vulcano che in lontananza,
In ogni caso, sia che si giunga dall’alto, procedendo in direzione sud, sia che si giunga lateralmente, camminando in direzione ovest, si può notare come la strada di arrivo compie una repentina rotazione per evitare lo strapiombo che si apre, all’improvviso, sul lato occidentale del sito. E proprio in questo punto di snodo si percepisce il sistema di accesso al terreno di pertinenza dell’edificio, che disegna una sorta di grande trapezio sghembo tagliato in due dal percorso di accesso alla casa. Quest’ultimo si arrampica, per un tratto iniziale, lungo la linea di massima pendenza del dislivello che porta al fabbricato per poi portarsi, verso la fine, lungo il piano di una delle linee di livello, arrestandosi, repentinamente, contro il volume costruito. La collinetta che accoglie l’edificio, sferzata dai venti dominanti d’altopiano, è spoglia e brulla, ad eccezione di una piccola quercia che, sopravvissuta nella parte più sommitale del terreno, sembra aver suggerito la posizione e la giacitura della casa, in alto e sul lato esterno del lotto, sull’orlo del precipizio, ruotata di quarantacinque gradi rispetto ai punti cardinali. Soprattutto sui lati nord-est e nord-ovest, quelli visibili dalla strada, la casa appare chiusa e compatta come un massiccio blocco di calcare che sia stato estratto dalla roccia sottostante1, sensazione che si conferma, in linea di massima, avvicinandosi all’edificio e completando il suo sviluppo sui lati sud-est e sud-ovest. Dal punto di vista tipologico si tratta sicuramente di una casa a patio, con quest’ultimo dispositivo aperto non solo in verticale, verso il cielo, ma anche in orizzontale, verso il lato occidentale del terreno. Da qui si osserva un eroico paesaggio che precipita nel gigantesco vuoto del Tellaro per poi risalire in lontananza dall’altro lato, sul versante ragusano della vallata che si perde, via via, verso l’orizzonte.
Ma non è solo il patio a rappresentare un dispositivo di selezione e contemplazione del paesaggio circostante poiché l’intera geometria dell’edifico è immaginata come un raffinato apparato di osservazione e interpretazione delle caratteristiche morfologiche e geografiche del sito in cui si trova, a breve e a lunga distanza, una sorta di “macchina per guardare”2.
L’ingresso all’abitazione viene concepito come un volume autonomo per geometria e altezza che si addossa sull’angolo nord del quadrilatero di base e consente di gestire il passaggio dall’esterno all’interno della casa attraverso uno spazio di transizione con
Casa nella campagna Iblea
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Piccola casa per vacanze
Cinque domande a Bruno Messina
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Francesco Cacciatore. Alvaro Siza ha scritto: «Non sono mai stato capace di costruire una casa, una autentica casa. Non mi riferisco al progettare e costruire case, cosa minore che ancora riesco a fare, non so se correttamente. […] Vivere una casa, una casa autentica, è occupazione a tempo pieno.»1 Che ruolo riveste il tema dello spazio domestico e dell’architettura della casa all’interno della disciplina architettonica?
Bruno Messina. Quando Alvaro Siza ci ricorda la distanza tra costruire una casa e vivere una casa, penso intenda riferirsi alla difficoltà di immaginare uno spazio che possa rispondere all’essenza dell’esistenza umana, a quell’abitare poetico di cui parla Hölderlin. Nella trattatistica, da Vitruvio in poi, la casa è stata assunta come archetipo dell’architettura. Non è un caso quindi che nei primi decenni del Novecento, tutto il rinnovamento dell’architettura dei maestri del Movimento Moderno parta proprio dalle sperimentazioni sullo spazio domestico. Al di là di ogni cifra linguistica, l’attualità della loro lezione sta nei princìpi spaziali da loro teorizzati. La disposizione delle case di Mies è definita da due atti insediativi – delimitare e coprire –che trovano espressione attraverso forme nuove del recinto, dell’involucro e del tetto. Loos ha indagato i caratteri degli ambienti della casa, contrapponendo la dimensione articolata e intima degli spazi interni alla stereometria esterna. Una ricerca, quella del Raumplan loosiano, che ha costituito un riferimento significativo per la promenade architecturale di Le Corbusier. Interrogarsi oggi sul senso dello spazio domestico, dopo la lunga esperienza della pandemia, significa tornare a riflettere sul carattere ontologico dell’abitare, e ciò comporta necessariamente un ripensamento del ruolo dell’architettura nel nostro tempo, della sua concreta sostanza, assai distante, io credo, da quella deriva mediatica che caratterizza l’architettura dello star system.
FC. Alvar Aalto ha scritto: «Qual è il rapporto dell’automobile con la natura? Per dirla in breve mi sembra che sia uguale per ogni automobile. […] Diverso è il problema della casa. Contrariamente all’auto, il suo rapporto con l’ambiente è costante e statico: essa fa irriducibilmente parte di una determinata zona, e per tale ragione è appunto soggetta alle specifiche
Cinque domande a Bruno Messina
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1. Alvaro Siza, Vivere una casa, in: Alvaro Siza, Scritti di architettura, Skira Edizioni, Milano, 1997, pp.