Architettura delle Relazioni

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Contents

The value of relationships

House of Sound Birthplace of Toscanini

House of Music

Do things with / bear in mind that Dialogue on Museums between Dario Costi and Francesco Collotti

University student accommodation in San Pancrazio

Extension of the school complex and multipurpose gymnasium in Varano de Melegari

Petitot Pole and intelligent systems for the city

Four Social Housing projects for Parmabitare City of Science

Governor’s Palace

Architecture as a place for living Dialogue on the City between Dario Costi and Giovanni Leoni

Piazza delle Scuole in Barriera Bixio

Set-up of the ruins of San Quirino

MC2 house, gallery and studio

PSH Social Housing

Civic rooms and social housing in Borgotaro House in three landscapes in Numana

The house as a garment to wear

Dialogue on the House between Simona Melli and Daniela Bianchi Muggia

Small educational center in Compiano

Reclamation of an urban block in Piacenza

Lagoon Rooms at the Fondaco dei Tedeschi in Venice

Ukrainian Hotel Entryway Moscow Sound Gestalt Budapest

Liturgical adaptation for San Lorenzo in Moletolo

for an ice-breaking yacht

A leap in mid-air

Dialogue on Regeneration between Simona Melli and Giovanna Gregori

Eco District. Environmental regeneration of a manufacturing district

Panthers club house and service centre in the San Leonardo district Houses and villas side by side and overlapping on the Baganza

Searching for the relationship

Dialogue on Art between Dario Costi and Didi Bozzini

Calce bianca, Fossa verde, Murgia rossa. Installations on the Spinazzola landscapes

Urban objects with a poetic reaction

Interiors
House
in the Apennines in Baiso
16 22 34 40 57 62 72 90 96 114 118 133 138 154 160 170 182 200 227 230 242 248 256 264 270 276 284 299 304 308 314 337 342 350 356
Origami / spatial concept

Indice

Il valore delle relazioni Saggio di Antonello Alici

Casa del Suono

Casa Natale Toscanini

Casa della Musica

Fare le cose con / tieni ben presente che Dialogo sul Museo tra Dario Costi e Francesco Collotti

Residenze Universitarie a San Pancrazio

Ampliamento scolastico e palestra polifunzionale a Varano de Melegari

Palo Petitot e sistemi intelligenti per la città

Quattro progetti di housing sociale per Parmabitare

Città delle Scienze

Palazzo del Governatore

Architettura come luogo di vita

Dialogo sulla Città tra Dario Costi e Giovanni Leoni

Piazza delle scuole a Barriera Bixio

Allestimento della rovina di San Quirino

Casa galleria e studio MC2

Housing sociale PSH

Sale civiche e housing sociale per il quartiere San Rocco a Borgotaro

Casa nei tre paesaggi a Numana

La casa come un abito da indossare

Dialogo sulla Casa tra Simona Melli e Daniela Bianchi

Piccolo polo didattico a Compiano

Recupero di un isolato urbano a Piacenza

Sale della laguna nel Fondaco dei tedeschi a Venezia

Ukraina Hotel Entryway Moscow

Sound Gestalt Budapest

Adeguamento liturgico per San Lorenzo a Moletolo

Interni per uno yacht rompighiaccio

Casa negli appennini a Baiso

Fare il salto mentre siamo in volo

Dialogo sulla Rigenerazione tra Simona Melli e Giovanna Gregori

Ecodistrict. Rigenerazione ambientale di un quartiere produttivo

Club house Panthers e centro servizi al quartiere San Leonardo

Case affiancate e sovrapposte sul Baganza

Alla ricerca della relazione

Dialogo sull’Arte tra Dario Costi e Didi Bozzini

Calce bianca, Fossa verde, Murgia rossa. Installazioni sui paesaggi di Spinazzola

Oggetti urbani a reazione poetica

Origami / concetto spaziale 9 22 34 40 49 62 72 90 96 114 118 125 138 154 160 170 182 200 223 230 242 248 256 264 270 276 284 291 304 308 314 329 342 350 356

Il valore delle relazioni

Saggio di Antonello Alici

Antonello Alici, architetto, professore di Storia dell’architettura all’Università Politecnica delle Marche, Ancona, svolge attività di ricerca prevalentemente sulla città e l’architettura dell’Ottocento e Novecento in Italia, Paesi Nordici e Gran Bretagna. È impegnato sul tema degli archivi e dei musei di architettura all’interno di ICAM (International Confederation of Architectural Museums) e AAA Italia (Associazione nazionale archivi di architettura contemporanea) e nella didattica sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e del paesaggio. Ha promosso il progetto internazionale di ricerca GDC 100 sull’attualità dell’opera di Giancarlo De Carlo presso l’Accademia Nazionale di San Luca. Dal 2016 è direttore della Summer School Living with Earthquakes per la ricostruzione post sisma nelle Marche.

Relazióne s. f. [dal lat. relatio -onis, der. di referre «riferire», part. pass. relatus]. – 1. L’azione e il fatto di riferire, e il testo stesso, orale e scritto, con cui si riferisce, e la sua forma. Si usa in partic. per indicare l’esposizione individuale o collegiale, orale o scritta, con cui s’informa chi di ragione intorno allo stato di una questione, ai risultati di una perizia, ai lavori compiuti da una commissione, da un organo; nel caso in cui una commissione non abbia raggiunto l’unanimità circa la soluzione di un problema, possono essere presentate una r. di maggioranza e una r. di minoranza (detta anche controrelazione). 2. Connessione o corrispondenza che intercorre, in modo essenziale o accidentale, tra due o più enti (oggetti e fatti, situazioni e attività, persone e gruppi, istituzioni e categorie, fenomeni, grandezze, valori, ecc.). Con riferimento a persone o a gruppi, come rapporto, legame o vincolo reciproco.

Vocabolario Treccani

Cos’è l’architettura oggi e quale la missione dell’architetto nella società contemporanea?

Quali sfide, quale impegno e quali valori attendono le giovani generazioni che si avvicinano alla responsabilità del fare architettura? E quale spazio occupa l’architettura nelle comunità che la vivono quotidianamente, quale idea di città e di paesaggio guida le trasformazioni del contesto in cui viviamo? Il conflitto sempre più evidente nel governo della città e del territorio vede l’architettura e l’architetto confinati in un ruolo marginale. I luoghi della formazione hanno mostrato fragilità e scarsa capacità di invertire la rotta, gli ordini professionali sono ugualmente poco incisivi nel proporre un nuovo ruolo strategico della figura dell’architetto. Come riconquistare una centralità dell’architettura fondata sui valori di vivibilità e qualità degli spazi rispetto alle logiche del profitto e della tecnica, come tornare ad essere capaci di ascoltare il cuore della città e interpretare le sue potenzialità?

L’Italia è la patria della cultura urbana, per secoli méta privilegiata dei viaggiatori stranieri che ne hanno progressivamente fissato i valori e l’identità. Oltre gli itinerari della classicità il nostro Paese ha offerto la ricchezza dei suoi paesaggi gemmati di centri medi e piccoli, e suggerito la definizione di Italia minore, fonte inesauribile di nutrimento per gli artisti e gli architetti alla ricerca di nuove sfide e nuovi linguaggi.

Questa immagine, impressa nei resoconti di viaggio e nelle opere che ha ispirato, è una eredità che non possiamo dimenticare o ignorare, un lascito che auspichiamo possa tornare ad essere fonte di energie rigeneratrici. Nel secondo dopoguerra, la nostra cultura del progetto è ripartita da qui e ha sottolineato la continuità con le esperienze più avanzate del periodo precedente. L’orgoglio della modestia contenuto nella lezione di Giuseppe Pagano ha segnato una linea di confine tra filosofie opposte di progetto. Ascoltare i luoghi e riconoscere i valori della tradizione per guidare i processi di trasformazione è una prova di modernità, un atto rivoluzionario. In questo senso è seminale la mostra sull’architettura rurale di Giuseppe Pagano e Werner Daniel per la VI Triennale di Milano del 19361. Quella rassegna di architetture spontanee in piena sintonia con il paesaggio, ricche di sapienza costruttiva, ha ispirato l’indagine di George E. Kidder Smith, che nel libro Italy Builds ha sottolineato il forte legame con la tradizione nei linguaggi della Modernità

Testatina 9
Antonello Alici, Il valore delle relazioni

RESIDENZE UNIVERSITARIE A SAN PANCRAZIO

UNIVERSITY STUDENT ACCOMMODATION IN SAN PANCRAZIO

Il progetto di alloggi per gli studenti sviluppa l’idea di un luogo in cui la funzione ricettiva e l’ospitalità si coniuga con servizi comuni e spazi di socializzazione aperti verso l’esterno. Gli ingressi definiscono una doppia accessibilità (per chi viene in auto dal parcheggio del quartiere posto ad ovest e per chi viene con i mezzi pubblici dalla vicina via Emilia ad est) definendo un’asse di attraversamento diagonale dell’area intorno al quale si organizza l’impianto tipologico del progetto. Il complesso si sviluppa in tre corpi collegati: il centro servizi, il corpo degli alloggi paralleli (proiettati verso nord in direzione dell’area verde del giardino e sulla prospettiva del parco privato storico esistente) e il cuneo degli ingressi e delle risalite come elemento di collegamento e relazione tra i due accessi. Questo assetto consente la disposizione di gran parte degli ambienti con affacci est e ovest (oltre che nord) evitando l’esposizione a sud e le relative problematiche di surriscaldamento estivo. Il centro servizi, di colore rosso, cresce per far posto a una grande aula con balconate interne pensate come aree di lettura affacciate sulla sala e al tempo stesso sul giardino, una palestra fitness, i servizi necessari ed i locali accessori. È questa la parte utilizzabile separatamente dal quartiere e dalla città. Il corpo degli alloggi, di colore blu, è invece la struttura riservata ai residenti. Ospita 108 posti letto organizzati in cellule abitative composte da due camere ed un servizio condiviso, due cucine comuni sulle testate di ogni piano (8 in totale) e un luogo di culto al terzo piano pensato come spazio di preghiera aperto a tutte le religioni. Il cuneo degli ingressi e delle risalite, di colore bianco, oltre all’atrio passante al piano terra ospita ad ogni piano uno spazio affacciato ad ovest destinato ad attività comuni (sala computer e studio da 25 posti o spazi ricreativi) a fianco della scala principale.

The student accommodation project develops the idea of a place where the accommodation and hospitality functions are combined with shared services and socialising spaces open to the outside world. The entrances provide dual access (for those coming by car from the neighbourhood car park to the west and for those coming by public transport from the nearby Via Emilia to the east), defining a diagonal crossing axis of the area around which the typological layout of the project is organised. The complex is spread out over three connected sections: the service centre and the accommodation section, parallel and projecting northwards towards the green garden area and the view of the existing historic private park, and the wedge of the entrances and stairwells as a connecting element linking the two parts and between the two entrances. This layout allows most of the rooms to be arranged with east and west (as well as north) views, avoiding southern exposure and the related problems of overheating in summer. The red-coloured service centre expands to make way for a large auditorium with interior balconies – designed as reading areas overlooking the hall and at the same time the garden – a fitness gymnasium, the necessary facilities and ancillary rooms. This is the part that can be used separately by the neighbourhood and the city. The blue-coloured accommodation block, on the other hand, is a structure reserved for residents. It accommodates 108 beds organised into living cells consisting of two rooms and a shared bathroom, two communal kitchens at the ends of each floor (8 in total) and a place of worship on the third floor designed as a prayer space open to all religions. The wedge of entrances and stairwells, which is white in colour, in addition to the walk-through lobby on the ground floor, houses a west-facing space on each floor for communal activities (computer and study room with 25 seats or recreational spaces) next to the main staircase.

i tetti grigi, le altane aperte e giù, più giù, le strade, i borghi, le piazze, la piazza. E in mezzo c’è il torrente, la Parma, che divide le due città, i ricchi dai poveri.

“Come in sogno mi vengono incontro le porte della città, i bastioni, le barriere doganali, i campanili come minareti, le cupole come colline di pietra,

E ancora la piazza: così in mezzo alla città eppure così vicina ai campi che certe notti ti arriva l’odore del fieno. La piazza con noi dentro che ci sentiamo come in una grande arena murata”

Architettura come luogo di vita

Dialogo sulla Città tra Dario Costi e Giovanni Leoni Bologna, 13 Gennaio 2022

di Bologna, svolge

di ricerca sulla teoria e la pratica del progetto tra Otto e Novecento con particolare attenzione ai modelli di creatività, alla relazione tra Personalità e Anonimato e al ruolo del progetto di architettura nei processi sociali e politici. Ha di recente promosso ricerche sulla città

progetti H2020 sul patrimonio culturale e PNRR sul tema La città storica italiana come modello di sviluppo urbano sostenibile

Città. – Centro abitato di dimensioni demografiche non correttamente definibili a priori, comunque non troppo modeste, sede di attività economiche in assoluta prevalenza extra-agricole e soprattutto terziarie, e pertanto in grado di fornire servizi alla propria popolazione e a quella di un ambito più o meno vasto che ne costituisce il bacino d’utenza (o area d’influenza). La c. è uno degli elementi umani dello spazio geografico: in particolare un elemento insediativo e un elemento economico; è, o può essere, anche un elemento politico (perché sempre vi si concentrano almeno alcune attività di governo, da quelle locali a quelle nazionali o internazionali), e, ancora, un elemento culturale, sia in quanto luogo elettivo della produzione di cultura sia in quanto sede di beni culturali accumulatisi nel tempo. Da tale molteplicità di funzioni si evince l’importanza della c. e si comprende come essa risulti uno degli elementi-guida dell’organizzazione dello spazio.

Partirei dalla definizione di città che propone l’Enciclopedia Treccani. Cosa si può dire di più? Come si può descrivere la città oggi?

Il tema della città è davvero ampio, perciò inizierei con alcune delimitazioni. La prima riguarda la scala. Se osserviamo la ricerca accademica dominante il tema città, anche considerando che la nostra conversazione nasce in riferimento a un libro che si occupa di progettazione, in Italia, viene da dire che il modello metropoli ha dominato e domina la scena, ricercato anche dove quasi non esiste. Gli sviluppi delle metropoli costituiscono ovviamente un tema molto interessante, sicuramente decisivo in una prospettiva mondiale, ma direi che per chi opera in Italia questa scala è inesistente o quasi, tanto fisicamente quanto nella struttura geopolitica. La recente rinascita del modello Città Metropolitane è un tentativo che non esiterei a definire, a oggi, goffo e inefficace per rendere operativa una formula già nella sua matrice inadeguata alla geografia e alla storia dello spazio costruito italiano. Pensiamo a Bologna Città Metropolitana, certo tra le sperimentazioni più avanzate su questo fronte grazie a presupposti come l’Unione dei Comuni. Anche Bologna Città Metropolitana entra in conflitto inevitabile con altre strutture amministrative come Regione Emilia-Romagna e rischia di lasciare ai margini la rete delle altre città emiliane impoverendo una struttura più ampia di regione metropolitana che la storia ci ha consegnato intatta e funzionante e che contiene potenzialità ben maggiori della semplice idea di una Città Metropolitana capoluogo dominante. Uno sguardo liberato dalla vecchia logica pianificatoria, aperto a una visione geografica del progetto, informato dal potenziale di attualizzazione e implementazione della città storica italiana, potrebbe sicuramente produrre modelli di sviluppo più aggiornati ed efficaci. Portato al centro il tema della città storica, che nella logica ormai consolidata del minimo consumo di suolo non è certo un tema

Testatina 125
Enciclopedia Treccani on line Giovanni Leoni, architetto e professore ordinario di Storia dell’architettura all’Università attività attraverso Dialogo sulla Città tra Dario Costi e Giovanni Leoni

CASA GALLERIA E STUDIO MC2

MC2 HOUSE, GALLERY AND STUDIO

Abbiamo trasformato negli anni una antico edificio rurale ottocentesco in uno spazio per vivere e lavorare. La costruzione storica si articola in almeno sei fasi successive che si sono aggiunte nel tempo intorno allo spazio per l’allevamento delle mucche da latte. Seguendo le vocazioni tipologiche e spaziali dell’architettura storica abbiamo disposto e collegato in un unico organismo la casa con un fondale espositivo e lo studio. La parte basilicale della stalla con le colonne circolari e gli spazi ad essa complementari sono diventati il luogo dove progettare. La cosiddetta Portamorta, il sistema degli archi riaperti che aprono sul grande portico contadino e i livelli superiori dell’antico fienile sono diventati i luoghi da abitare. Al mantenimento delle murature per come le abbiamo trovate con i segni del tempo e il sale dei mattoni abbiamo affiancato una pavimentazione in cemento naturale lisciato con trattamento antipolvere, una pavimentazione esterna con inerte bianco a vista e un inserto in legno nella proiezione della cucina sul giardino. Alcuni elementi in corten segnano le nuove presenze delle scale e le dotazioni impiantistiche con torrette di natura museale per le accensioni e le prese. Al piano superiore nelle camere nuove aperture di antichi tamponamenti e tagli orizzontali vetrati riportano alla luce i pilastri in mattoni dei primi portici poi rapidamente chiusi. Oltre la cucina a vista abbiamo aggiunto un volume nuovo bianco che diviene il fondale architettonico del portico per chi viene dal giardino e, viceversa, uno spazio di soggiorno contemplativo verso il verde attraverso il portico su cui si affaccia un asino, la grande fotografia urbana di Oliviero Toscani recuperata da un mostra allestita in Piazza Garibaldi alcuni anni prima. Sul lato passante tra la corte e la campagna abbiamo poi nel tempo realizzato una lunga parete espositiva bianca dove allestire mostre d’arte anche per solo un giorno. A terra un riquadro vetrato segna la presenza dell’antico pozzo.

Over the years, we have transformed an old 19th century rural building into a space for living and working. The historical construction is divided into at least six successive phases that were added over time around the dairy farm space. Following the typological and spatial vocations of historical architecture, we arranged and connected the house with an exhibition backdrop and the studio into a single body. The basilical part of the barn with its circular columns and its complementary spaces became the design location. The so-called portamorta, the system of reopened arches leading to the large farm portico and the upper levels of the old barn have become places to live. In addition to preserving the masonry as we found it, with the signs of time and brick salt, we added a natural cement floor smoothed with a dustproof treatment, an external floor with exposed white aggregate and a wooden insert in the projection of the kitchen onto the garden. Some Corten steel elements mark the new presence of the stairs and technical systems with museum-like turrets for switching and sockets. In the rooms on the upper floor, new openings of old curtain walls and horizontal glazed slits restore light to the brick pillars of the first porticos, which were quickly closed up. Beyond the open kitchen, we added a new white volume that becomes the architectural backdrop of the portico for anyone arriving from the garden and, vice versa, a contemplative living space facing the greenery through the portico, overlooked by a donkey – a large urban photograph by Oliviero Toscani recovered from an exhibition held in Piazza Garibaldi a few years earlier. On the side passing between the courtyard and the countryside, we have over time created a long white exhibition wall where art exhibitions can be set up even for just one day. On the ground, a glazed frame marks the presence of the old well.

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169 Casa galleria e studio MC2

SALE

CIVICHE E HOUSING

SOCIALE PER IL QUARTIERE SAN ROCCO A BORGOTARO

CIVIC ROOMS AND SOCIAL HOUSING IN BORGOTARO

Il progetto, risultato vincitore del bando regionale Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile PRUACS, realizza una nuova centralità pubblica nel quartiere San Rocco. L’intervento, oggetto di un Programma di Recupero Urbano, ha orientato il recupero del fabbricato delle ex scuole ad alloggi a canone sostenibile all’interno di un disegno complessivo di ricucitura dei rapporti con l’intorno con l’apertura di nuovi collegamenti veicolari e carrabili e l’ampliamento del giardino pubblico esistente. Il progetto sull’edificio mantiene inalterato il sistema strutturale a setti murari portanti adattando il nuovo assetto distributivo degli alloggi – che seguono le Linee guida per l’ERS di Parma – salvaguardando il sistema delle finestre originarie con l’aggiunta di piccole aperture chiaramente distinte mentre un livello in più viene realizzato facendo affiorare un nuovo volume orizzontale oltre la linea di gronda. Intorno a questo intervento il progetto urbano si concentra sulla messa a sistema di percorsi pedonali che attraversano l’intera area, differenziandoli tra quelli carrabili con i parcheggi disposti su un lato e quelli pedonali che vengono portati all’interno del parco. Lo strumento di questa distinzione sono le sale civiche che portano fuori dall’edificio storico gli spazi condominiali per offrirli ad un uso pubblico. Il nuovo corpo architettonico prende forma da questa assunzione di responsabilità diventando un diaframma sensibile agli affacci: da un lato si chiude per nascondere la vista delle auto e proteggere dal rumore dei transiti, dall’altro si apre come fondale attrezzato del parco pubblico ampliato. Attraverso questa scelta il progetto riordina e rafforza l’unica centralità pubblica del quartiere San Rocco. Le sale articolate in un grande ambiente per incontri e conferenze e due ambiti minori pensati per le associazioni culturali accompagna così il cammino verso il centro storico di Borgotaro dall’altra parte del fiume.

The project, which won the PRUACS (Urban Redevelopment Programme for Sustainable Rental Housing) regional call for proposals, creates a new public centre in the San Rocco district. The project, which is the subject of an Urban Recovery Plan, directed the restoration of the former school building towards sustainable housing. It did so as part of an overall design to reconnect with the surroundings by opening up new road traffic and vehicular access connections and enlarging the existing public gardens. The project for the building maintains the structural system of load-bearing walls unaltered while adapting the new distribution layout of the accommodation units – which follow the Parma ERS (Social Residential Housing) Guidelines – by preserving the original window system with the addition of small, clearly distinguished openings. An extra level is created by raising a new horizontal volume beyond the eaves line. Around this intervention, the urban design focuses on the development of pedestrian paths that cross the entire area, differentiating between driveways with parking spaces on one side and pedestrian paths that lead into the park. The instrument for this distinction is the civic rooms, which bring condominium spaces out of the historic building and offer them for public use. The new architectural body is shaped by this assumption of responsibility, becoming a visually sensitive diaphragm: on one side it is closed to hide the view of cars and protect against the noise of traffic, and on the other it is opened up as a backdrop for the enlarged public park. With this choice, the project reorganises and strengthens the San Rocco district’s only public central space. In this way, the rooms, divided into a large space for meetings and conferences and two smaller areas designed for cultural associations, accompany the path towards the historic centre of Borgotaro on the other side of the river.

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189 Sale civiche e housing sociale per il quartiere San Rocco a Borgotaro

Fare il salto mentre siamo in volo

Dialogo sulla Rigenerazione tra Simona Melli e Giovanna Gregori Parma, 25 Febbraio 2023

è

Nel mondo dell’architettura si ragiona da alcuni anni di rigenerazione urbana. Le politiche per la riqualificazione urbana dei primi anni 2000 avevano dato risultati non sempre convincenti producendo fenomeni di allontanamento della popolazione insediata e dinamiche di gentrification. Il salto concettuale tra riqualificazione e rigenerazione sposta l’attenzione sulla comunità più che sulla città fisica. Invece di preoccuparsi delle strutture architettoniche e degli edifici costruiti ci si interessa della vita che viene ospitata e dalle attività presenti. Il concetto di rigenerazione viene però dalla biologia per poi diventare una questione filosofica e religiosa. Rigenerare significa...

Rigenerare v. tr. [dal lat. regenerare, comp. di re- e generare «generare»] (io rigènero, ecc.). – 1. Generare di nuovo. In partic., in biologia, ricostituire, riprodurre parti dell’organismo animale o vegetale, attuarne la rigenerazione: facoltà di r tessuti, visceri, arti amputati, ecc.; a ogni muta gli uccelli rigenerano le penne (e nell’uso com.: lozione per r. i capelli); nell’intr. pron., rigenerarsi, riprodursi, di un tessuto, di un organo, di tumori e altre formazioni neoplastiche, o anche di un intero individuo animale o vegetale: se a una lucertola si mozza la coda, questa si rigenera; gli si sono rigenerate le adenoidi; nell’uso strettamente scient., anche senza la particella pron.: tessuti che rigenerano facilmente; la facoltà di rigenerare è sviluppata più negli organismi giovani e meno complessi che in quelli adulti e più organizzati 2. fig. In senso religioso, far nascere a nuova vita nel segno della grazia: il sacramento del battesimo ci rigenera; Nacqui io pagan; ma poi ne le sant’acque Rigenerarmi a Dio per grazia piacque (T. Tasso); in senso sociale, ricondurre all’antica dignità, gloria, grandezza: r una nazione decaduta; il Mazzini mirò a r il popolo italiano Con l’uno e con l’altro senso, anche nell’intr. pron.: il cristiano si rigenera nel battesimo; nazione che, attraverso aspre lotte, si è rigenerata alla libertà. 3. estens. Ricostituire, rendere di nuovo efficiente: medicina, tonico che rigenera le forze esauste. Nella tecnica, rinnovare o riportare allo stato iniziale: r un catalizzatore, riportarlo nelle condizioni di attività iniziali quando queste si siano attenuate o annullate durante l’impiego; r un olio minerale lubrificante, un manufatto di gomma, una resina scambiatrice di ioni (v. rigenerazione).

Vocabolario Treccani online

Innanzitutto dobbiamo dire che non c’è un solo ambito in cui agisce la rigenerazione. Per noi tocca tutte le aree possibili. Non credo che possa esistere rigenerazione ambientale e quindi anche urbana – ambiente inteso non solo come naturale ma anche come spazio costruito – senza una rigenerazione economica e sociale. Non è possibile affrontare il tema con un approccio riduzionista che affronti un solo problema per volta. Se ci interessiamo della biosfera, quindi della rigenerazione biologica comprendiamo subito che anche lo stare insieme delle persone si configura come un sistema biologico. Ancora prima la vita è un insieme complesso in equilibrio, a partire dalla cellula più piccola per arrivare alle comunità più grandi. Se è inapplicabile l’approccio riduzionistico bisogna applicare invece un approccio sistemico. Rigenerare è molto vicino anche a ripristinare, restore in inglese, che in un’accezione più ampia significa sì ripristinare ma anche risanare, mettere in salute, far stare bene. Non esiste un solo aspetto ma ce ne sono molti e l’unico modo di affrontarli è con un pensiero che sia appunto sistemico, olistico e multidisciplinare. Serve un ragionamento che va toccare tutte le aree e tutti gli aspetti. Se oggi penso alla rigenerazione urbana, immagino un riavvicinamento tra la natura e la città ma anche un’azione forte sull’aspetto sociale, fondamentale per creare delle comunità che siano prospere e in uno stato di benessere.

Testatina 291
Giovanna Gregori, laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo in Comunicazioni Sociali, è Consigliera Delegata di AIDAF - Italian Family Business. Già membro del Board of Directors della Audrey Hepburn Children’s Fund di Los Angeles stata manager di aziende internazionali. Dal 2020 dirige anche la Regenerative Society Foundation, fondata e promossa da un gruppo d’imprese europee. Dialogo sulla Rigenerazione tra Simona Melli e Giovanna Gregori

Nel progetto ragioniamo sempre sulle forme della vita, sui rapporti tra persone, luoghi e paesaggio, sulla possibilità di creare atmosfere stimolanti all’abitare poetico mettendo in valore i contesti in cui lavoriamo. Guardiamo alle case nel paesaggio o ai progetti urbani di ricucitura insediativa e di rinaturazione presentati nel libro. Guardiamo al modello di città che Dario sta portando avanti nel dialogo con tante Pubbliche Amministrazioni. Il tema di riportare la natura in città e di attraversarla con greenway per la mobilità lenta è una sfida che portiamo avanti su molti piani. Dalla casa alla città l’approccio è sempre lo stesso. Ragioniamo sugli effetti che l’architettura determina più che sulla sua espressione. Rigenerare per noi significa co-progettare insieme a chi vivrà l’architettura o l’insediamento ma anche insieme alle condizioni ambientali specifiche dove interveniamo. Come dare centralità alla vita e a quello che si trova è una questione centrale non solo dell’architettura.

L’approccio della nostra Fondazione (la Regenerative Society Foundation ndr) è proprio questo: lavorare a partire dal concetto di benessere, della salute, della ricerca della felicità, coniugando aspetto fisico e psichico/sociale. Quando nel mondo anglosassone si parla di public health si pensa a tutto questo. La rigenerazione riguarda sì la diminuzione dell’inquinamento e l’arricchimento della biodiversità, ma anche la possibilità di vivere in un ambiente benefico e di nutrirsi in maniera corretta. Tutte queste cose sono talmente inscindibilmente correlate che è impossibile pensare di affrontarne una senza affrontare l’altra. Questo è il nostro assunto principale ed è qualcosa che avviene anche a livello delle politiche internazionali e di policy making. Penso alle Direttive della Comunità Europea, al concetto di one health in cui si parla di un approccio sistemico che pensa alla salute dell’ambiente collegandolo alla salute degli esseri viventi.

La centralità delle persone è proprio la questione. Per il benessere di tutti il tema ambientale è una emergenza da affrontare con decisione. Sono assolutamente d’accordo con l’idea che portate avanti della natura che si integra nella città come antidoto ai cluster urbanistici e alle problematiche della gentrification che si attivano nei contesti chiusi. Dobbiamo trovare la via che permetta alla natura di integrarsi in maniera armonica con la città. Qui c’è anche il tema della bellezza. Per questo è così importante il punto di vista dell’estetica come filosofia del paesaggio. Mi sembra proprio improponibile la posizione dell’integralismo ambientalista e dei nostalgici difensori di un paesaggio che non c’è più. Rigenerazione oggi non significa tornare alla condizione precedente, sappiamo tutti che è impossibile. Significa andare oltre all’antropocene, che è la nostra era, durante la quale l’uomo ha dominato la natura con un approccio estrattivo, senza pensare di tornare all’era precedente (olocene). Bisogna stare molto attenti e non illudersi di poter tornare alle origini. Rigenerare l’ambiente non significa ricreare le condizioni precedenti l’azione dell’uomo; ma superare il modello in cui siamo nati. Alla nostra generazione siamo già arrivati a superare cinque delle nove barriere planetarie (The nine planetary boundaries dello Stockholm Resilience Centre ndr), nove limiti da non superare che stiamo invece attraversando. Dobbiamo fare moltissima attenzione a fermarci prima di superare le altre, prima che il processo sia impossibile da fermare. Ma al contempo il progresso non può fermarsi, la cosiddetta decrescita felice è inattuabile, è depressione economica. Quello che si può fare oggi è andare alla ricerca di un equilibrio nuovo, facendo tesoro delle tecnologie pulite (le cosiddette clean tech) combinandole con un certo ritorno alla naturalità che però può avvenire soltanto attraverso l’innovazione e sfuggendo all’idea affascinante ma sterile della visione bucolica. Bisogna utilizzare le tecnologie più pulite e più avanzate per fare in modo che la biosfera si rigeneri da sola. Del resto, ricordiamoci che senza l’attività antropica la biosfera si rigenererebbe da sola come ha fatto nell’olocene. L’abbiamo visto durante il covid: abbiamo fermato le cose e la natura immediatamente ha teso alla riconquista dei propri spazi.

Il punto è trovare l’equilibrio di un nuovo paradigma rigenerativo e circolare in contrapposizione con il paradigma estrattivo lineare che è stato adottato fino ad oggi. Questo vale per tutti i settori, a partire dalle attività industriali per arrivare al mondo delle

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OGGETTI URBANI A REAZIONE POETICA

URBAN OBJECTS WITH A POETIC REACTION

Alcune piccole sculture collegano le forme delle architetture della città alla ricerca progettuale che stiamo svolgendo. L’ottagono del Battistero, la pianta centrale leonardesca della Steccata, i contrafforti della Pilotta come i portici del Regio sono lo spunto per la rielaborazione concettuale di questi archetipi identitari. Sappiamo che i monumenti rappresentano l’idea di città di cui parla Joseph Rykwert, sono simboli in cui tutti si riconoscono, riferimenti condivisi nell’immaginario affettivo dei cittadini. Abbiamo provato a riportarli alla contemporaneità e a reinventarli spogliandoli di tutto quello che non è la plastica derivata della loro matrice tipologica. Li abbiamo disegnati come semplici volumi, distinguendo l’interno lasciato grezzo – forse da accendere – e l’esterno trattato con le foglie dei metalli. Con l’artista Paolo Mezzadri e Metalli filati li abbiamo coperti d’oro come la Crisopoli a cui appartengono, con una pelle rovinata dal tempo sulle geometrie chiuse, portate alla loro forma essenziale. Due altri oggetti urbani a reazione poetica li accompagnano. Il primo è Numana che porta a sintesi la ricerca sullo spazio orientato tra interno ed esterno sperimentata negli ultimi anni e vede l’architettura come dispositivo per abitare nel paesaggio. La forma è una cornice visiva che emerge da terra e sceglie dove guardare. Il secondo è Ambone, il volume triangolare che apre una porta verso l’interno, verso quella dimensione intima che chiamiamo il cuore luminoso delle cose parafrasando Ruggero Savinio. Li abbiamo pensati in rame ma potrebbero essere in argento o anche solo in ruggine. Tutti loro sono lì davanti a Parma città d’oro, la grande scultura urbana a cui appartengono che evidenzia il sistema degli spazi pubblici e degli edifici a vocazione collettiva individuati dall’Atlante Civile dell’Architettura, spazio fisico del Bene Comune e metafora costruita della Società Civile. Sono i piccoli protagonisti di una mostra voluta per condividere gli scenari architettonici per la rigenerazione urbana con la popolazione.

Some small sculptures connect the forms of the city’s architecture to the design research we are carrying out. The octagon of the Baptistery, the Leonardesque central plan of the Steccata, the buttresses of the Pilotta as well as the porticoes of the Regio are the starting point for the conceptual reworking of these identity archetypes. We know that monuments represent the idea of a city of which Joseph Rykwert speaks. They are symbols in which everyone recognises themselves, shared references in the sentimental imagination of citizens. We attempted to make them contemporary again and reinvent them by stripping them of everything but the plastic derivative of their typological matrix. We designed them as simple volumes, distinguishing the inside, which was left untreated – perhaps to be lit up – and the outside, which was treated with metal leaves. We covered them in gold like the Chrysopolis to which they belong, with a skin ravaged by time on the closed geometries, reduced to their essential form. They are accompanied by two other urban objects with a poetic reaction. The first is Numana, which synthesises the search for indoor-outdoor oriented space as experimented in recent years and sees architecture as a device for living in the landscape. The form is a visual frame that emerges from the ground and chooses where to look. The second is the Ambo, the triangular volume that opens a door inwards, towards that intimate dimension that we call the luminous heart of things, to paraphrase Ruggero Savinio. We designed them in copper, but they could be in silver or even just rust. They are all there in front of Parma città d’oro, the great urban sculpture to which they belong, which highlights the system of public spaces and buildings for collective use identified by the Atlante Civile dell’Architettura (Civil Atlas of Architecture), the physical space of the Common Good and a constructed metaphor for Civil Society. They are the small protagonists of an exhibition designed to share architectural scenarios for urban regeneration with the population.

MC2 2001-2021 354
355 Oggetti urbani a reazione poetica

MC2

DARIO COSTI E SIMONA MELLI ARCHITETTI

www. mc2aa.it

Since 2001 Dario Costi and Simona Melli have been working as project designers at the MC2 Studio, reflecting on the forms of life, drawing the space around the persons and focusing on the social dimension of architecture for small and large communities. MC2 works mainly on the themes of architecture and public space with a particular focus on the urban project (winning project for the International Competition The North-West Area of Parma and finalist project for Ukraina Hotel Entryway Moscow, Ecodistrict at SPIP), educational spaces (educational facilities for Varano, Isola di Compiano, Barriera Bixio in Parma), for the theme of collective housing (projects realized for Parmabitare and for Parma Social House, Civic Halls and Social Housing in Borgotaro, Houses and villas in the natural setting: on the Baganza river), for the design interpretation of sustainability (winning project for the international competition Città delle Scienze – City of Science – in Parma, University Residences in S. Pancrazio, Casa nei tre paesaggi – House in the Three Landscapes) in the field of the design of urban objects and art installations (Palo Petitot and lighting systems for Tecnopali, Urban objects with a poetic reaction for the exhibition Parma città d’oro and works of interpretation of landscapes in Spinazzola) and museum layouts with a focus on those concerning music (Casa Natale Toscanini, La Casa del Suono and Palazzo del Governatore in Parma, Casa della musica Ungheria in Budapest, Sale della Laguna at the Museum of Natural Sciences at the Fondaco dei Turchi in Venice).

The House in the Three Landscapes was invited by the Milan Triennial to participate in the Gold Medal for Architecture and selected for the Ministry of Culture’s National Survey on the Trends of Italian Architecture in the 21st Century in the Marche Region, while for Emilia Romagna, numerous works were selected and published in Architettura e Impegno Sociale – Architecture and Social Commitment – edited by G. Leoni in 2021: the museum spaces for the different venues of La Casa della Musica, the social housing projects, the architectures for training and education, and the Ecodistrict. The Civic Rooms in Borgotaro were presented, by invitation, in the International Comparison of Ideas Exhibition organized for the 60th anniversary of the last CIAM and published in OCiam, fragile landscapes, International Exhibition The design research will be presented in the travelling exhibition entitled Italian Contemporary Architecture. Project and thought. The test of works and the time of theory scheduled for 2023. Projects, papers and contributions by the authors on architectural topics have been published in the leading architecture magazines such as Area, Casabella, d’Architettura, Domus, L’industria delle Costruzioni. The Social Housing project for PSH was published among the international examples in the Handbook promoted by the Social Housing Foundation of Milan entitled Realising Social Housing. Promemoria per chi progetta –Memorandum for

Designers

In 2018 the publication Spazio e Formazione – Space and Education – for the Quaderni di ANCE dedicates in-depth studies to the Piazza delle scuole projects and the Piccolo polo didattico in Isola di Compiano. Monographic books document the intervention on urban regeneration for the Parmesan electric tramway complex in Barriera Bixio for Officina, Collana Arte e architettura, in 2012 and that of The House in the Three Landscapes published in 2017 for LetteraVentidue.

Dal 2001 Dario Costi e Simona Melli svolgono attività progettuale nello Studio MC2 ragionando sulle forme della vita, disegnando lo spazio intorno alle persone e mettendo al centro del lavoro la dimensione sociale dell’architettura per le piccole e grandi comunità. MC2 lavora prevalentemente sui temi dell’architettura e dello spazio pubblico con particolare interesse per il progetto urbano (progetto vincitore per il Concorso internazionale L’area nord-ovest di Parma e progetto finalista per Ukraina Hotel Entyway Moscow, Ecodistrict alla SPIP), per gli spazi della formazione (Strutture didattiche per Varano, Isola di Compiano, Barriera Bixio a Parma) per il tema della casa collettiva (progetti realizzati per Parmabitare e per Parma Social House, Sale civiche e Housing sociale a Borgotaro, Case e ville affiancate e sovrapposte sul Baganza), per l’interpretazione progettuale della sostenibilità (progetto vincitore per il concorso internazionale Città delle Scienze a Parma, Residenze universitarie a S. Pancrazio, Casa nei tre paesaggi) nel campo del disegno di oggetti urbani e delle installazioni artistiche (Palo Petitot e sistemi di illuminazione per Tecnopali, Oggetti urbani a reazione poetica per la mostra Parma città d’oro e opere di interpretazione dei paesaggi a Spinazzola) e degli allestimenti museografici con particolare attenzione a quelli riguardanti la musica (Casa Natale Toscanini, La Casa del Suono e Palazzo del Governatore a Parma, Casa della musica ungherese di Budapest, Sale della Laguna al Museo di Scienze naturali al Fondaco dei Turchi a Venezia).

La Casa nei tre paesaggi è stata invitata dalla Triennale di Milano a partecipare alla Medaglia d’oro dell’architettura e selezionata per l’Indagine nazionale del Ministero della Cultura sulle Tendenze dell’architettura Italiana del XXI Secolo nella Regione Marche, mentre per l’Emilia Romagna numerose opere sono state indicate e pubblicate in Architettura e impegno sociale a cura di G. Leoni nel 2021: gli spazi museali per le varie sedi de La Casa della Musica, gli interventi di Housing sociale, le architetture per la formazione e la didattica, l’Ecodistrict. Le Sale civiche a Borgotaro sono state presentate, su invito, nella Mostra International Comparison of Ideas organizzata in occasione dei 60 anni dell’ultimo CIAM e pubblicata in OCiam, fragile landscapes, International Exhibition. La ricerca progettuale verrà presentata nella mostra itinerante dal titolo Architettura Italiana Contemporanea. Progetto e pensiero. La prova delle opere e il tempo della teoria in programma per il 2023.

Progetti, scritti e contributi degli autori su temi di architettura sono apparsi sulle principali riviste del settore come, tra le altre, Area, Casabella, d’Architettura, Domus, L’industria delle Costruzioni. Il progetto di Edilizia Residenziale Sociale per PSH è stato pubblicato tra gli esempi internazionali nel Manuale promosso dalla Fondazione Housing sociale di Milano dal titolo Realizzare Housing sociale. Promemoria per chi progetta nel 2015. Nel 2018 la pubblicazione Spazio e formazione per i Quaderni di ANCE dedica approfondimenti ai progetti di Piazza delle scuole e al Piccolo polo didattico a Isola di Compiano. Libri monografici documentano l’intervento sulla rigenerazione urbana per il complesso delle tramvie elettriche parmensi a Barriera Bixio per Officina, Collana Arte e architettura, nel 2012 e quello della Casa nei tre paesaggi pubblicato nel 2017 per LetteraVentidue.

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Dario Costi e Simona Melli architetti

MC2 ragiona sulle forme della vita, disegnando lo spazio intorno alle persone e mettendo al centro del lavoro la dimensione sociale dell’architettura

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