Indice
CONTENTS
Cerchi cinesi
Chinese circles
Alberto Ferlenga
Le abitazioni difendibili del Fujian
Defensible Fujian Tulou
Xin Wu, Fuzhou University, Fujian Province, China
Premessa. Architetture topografiche
Introduction. Topographic architectures
Lo stato dell’arte
The state of art
La regione del Fujian: la costruzione del territorio
The Fujian region: the construction of the territory
Abitare il recinto: le case-fortezza del paesaggio
cinese
Living the enclosure: the fortress-houses of the
Chinese landscape
Architettura e Natura: il Recinto e l’Isola
Architecture and Nature: the Enclosure and the Island
La metamorfosi della forma: dal quadrato al cerchio
The metamorphosis of form: from the square to the circle
Un dialogo tra muro e telaio: il valore espressivo della costruzione
A dialogue between wall and frame: the expressive value of construction
Variazioni dell’identità: il tipo “a galleria” e il tipo “a unità di schiera”
Variations of identity: the “gallery” type and the “unit” type
Geometrie dello spazio: serie polari e serie lineari
Geometries of space: radial series and square series
Architetture di terra: la costruzione della forma
Architectures of compacted earth: the construction of the form
Note / Notes
Bibliografia / Bibliography
Sitografia / Sitography
Elenco delle tavole fuori testo / List of separate drawings
/ Drawings
/ Acknowledgements
Cerchi cinesi
Chinese circles
Alberto Ferlenga
Malgrado la figura circolare sia stata una delle forme primigenie dell’abitare umano, come attestano ritrovamenti archeologici avvenuti in molte e diverse parti del mondo, la sua diffusione raramente si è accompagnata al conseguimento di una condizione di normalità che forse appare solo nelle semplici aggregazioni insediative di alcune aree africane. Al contrario, la forma circolare tende ad assumere una eccezionalità che non si attenua con l’ordinarietà delle funzioni ospitate e cresce con il crescere delle sue dimensioni quando alla forma si lega una complessità costruttiva che solo la genialità di un architetto o la lenta maturazione dell’esperienza collettiva possono affrontare. Oltre a ciò, la forma circolare in architettura, forse proprio a causa della sua assolutezza primigenia, è più di altre vocata ad un rapporto diretto con le componenti di base della natura: con la terra, ad esempio, scavata nelle tombe a tholos micenee e nei tumuli etruschi, oppure con la pietra, sovrapposta in cerchi concentrici nei nuraghi sardi o nei pagliari pugliesi, con il cielo, circoscritto nelle sale termali di Baia o nei Tulou cinesi, con il fuoco sacralizzato nei templi dedicati a Vesta
Although the circular form was one of the primordial forms of human habitation, as is attested by archaeological finds in many different places, it has rarely become the normality except, perhaps, in simple aggregated settlements in some parts of Africa. Circular dwellings tend to exist, indeed, in a condition of exceptionalness that is not attenuated by the everyday nature of the functions they house; a condition that becomes all the more exceptional the larger they become, until they reach a point where the construction of their circular form becomes so complex that only the genius of an architect, or the slow maturation of a collective experience, is able to undertake it. Moreover, and perhaps precisely because of its primordial absoluteness, the circular form is more amenable than others to be in a direct relationship with the basic elements of nature (with earth, in Mycenaean tholos tombs or Etruscan burial mounds; with stone, in the concentric circular walls of the nuraghi of Sardinia or the round pagliari of Apulia; with the sky, in the thermal halls of Baiae or the Chinese Tulou; with the sacrament of fire, in temples dedicated to the goddess Vesta;
Premessa. Architetture topografiche
Introduction. Topographical architectures
Hekeng Tulou Cluster Hekeng, Shuyang, Nanjing, Fujian
Lo studio proposto nel presente volume riguarda i caratteri tipologici, morfologici e costruttivi delle case-fortezza del Fujian. Tale indagine si colloca nel solco di una ricerca di più ampio respiro, condotta dall’autrice1, nel quale l’architettura riesce a farsi carico della dimensione di un paesaggio “aperto” all’infinito e lo spazio vuoto viene assunto come spazio delle “relazioni”, generatore di forme che, a loro volta, si palesano nei caratteri della costruzione. Gli insediamenti, pietre miliari nella topografia dei luoghi, sono considerati parte di un sistema geografico nel quale i tracciati terrestri e le vie di attraversamento dell’acqua costituiscono l’ossatura portante principale. Si strutturano lungo precisi capisaldi geografici che raccontano la storia e la forma di un tipo territoriale e della civiltà che lo abita. Dunque, l’indagine condotta assume le condizioni geografiche e territoriali come fondative per l’Architettura. Il campo di interesse, che funge da filo conduttore, analizza le caratteristiche insediative attraverso il rapporto tra architettura, luogo e costruzione, inquadrate, alla grande scala, nel riconoscimento di tipi e figure territoriali. I casi studio, tra i quali si
This is a study of the typological, morphological and constructional characteristics of the fortress-houses of Fujian. Our investigation aligns with a more wide-ranging research project conducted by the Author1 in which architecture succeeds in taking on the dimension of a landscape that is “open” to infinity, and empty space is assumed as a space of “relations”, a generator of forms which, for their part, make themselves apparent in the characteristics of their construction. Settlements are considered as parts of a geographical system in which overland trails and watercourses constitute the main supporting backbone. They structure themselves along precise geographical reference points that narrate the history and form of a territorial type and of the civilisation that inhabits it. Thus, this investigation takes the geographical and territorial conditions as foundational for Architecture. That field of interest, which serves as our common thread, analyses the characteristics of settlement via the relationship between architecture, place, and construction; framed, at the large scale, in the recognition of territorial types and figures. Case studies are
Abitare il recinto: le case-fortezza del paesaggio cinese
Living in the enclosure: the fortress-houses of the Chinese landscape
Rusheng Lou, Fuyu Lou Hongkeng Tulou Cluster Hukeng, Yongding, Longyan, Fujian
Vecchio e nuovo, passato e futuro convivono, tra luci e ombre, nell’incanto dell’antica e mistica Cina. Nella terra dei contrasti, il grandioso passato di imperi millenari risplende ovunque, dalla Città Proibita al complesso tombale vegliato dall’Esercito di Terracotta. Tra pagode e templi, accanto ai villaggi rurali in terra cruda che costellano, con imponenti edifici-fortezza, distese di riso, tè e tabacco, si stagliano gli sfavillanti grattacieli della Pechino olimpionica che schiacciano i brandelli del tessuto minuto di hutong 1, dove si svolgeva la vita domestica e operosa delle famiglie cinesi d’un tempo, soppiantata, oramai, dalle abitudini frenetiche delle metropoli futuristiche. La Cina della primavera fallita, dei cuori ribelli massacrati a Tienanmen, in nome di una stabilità a tutti i costi, nell’era dei social network, vive in una modernità imbavagliata da uno stato di censura anacronistico, in assenza totale di contropoteri, affiancando alla politica autoritaria, un’economia di mercato che avanza come una locomotiva2.
Il paesaggio rurale cinese resta, invece, un arcipelago di recinti, di isole architettoniche,
Old and new, past and future, coexist between lights and shadows, in the enchantment of ancient and mystical China. In this land of contrasts, the grandiose past of millennial empires shines everywhere. Between pagodas and temples, next to the rural earthen villages that dot the rice, tea and tobacco fields with imposing fortress buildings, rise the glistening skyscrapers of Olympic Beijing, crushing whatever remains of the small-scale fabric of the hutong1, where until recently the industrious domestic life of Chinese families was carried on, but is now being supplanted by the frenetic habits of the futuristic metropolises. In today’s era of social networks the China of the failed spring, of the rebel hearts massacred in Tiananmen in the name of stability at all costs, lives in a modernity that is gagged by a state of anachronistic censorship in the total absence of any contrasting powers, alongside authoritarian politics and a market economy that is advancing like a locomotive2.
On the other hand the Chinese rural landscape remains an archipelago of enclosures, of architectural islands that are completed,
La metamorfosi della forma: dal quadrato al cerchio
The metamorphosis of form: from the square to the circle
Microcosmi abitati da comunità contadine, i Tulou hanno una matrice, innanzitutto, difensiva con un impianto prevalente a corte chiusa.
Il tipo iniziò a svilupparsi in seguito all’esodo delle popolazioni dalle pianure centrali del Fiume Giallo verso le zone montuose del Fujian meridionale: un fenomeno migratorio complesso – per cui si rimanda alla letteratura specialistica – avvenuto in più fasi, nel corso di circa 1600 anni, a partire dal regno della dinastia Jin (307-312), nel tentativo di fuggire alle persecuzioni del popolo giapponese1.
La forma del Tulou si trasformò nel tempo, al variare delle esigenze del nascente popolo Hakka, originatosi dall’integrazione dei popoli migranti con gli indigeni autoctoni del Fujian. Tra gli esempi rettangolari, semicircolari ed ellittici, si affermarono i due impianti planimetrici del quadrato e del cerchio, con le relative varianti tipologiche.
La casa-fortezza denominata “Wufeng” (“cinque ali di fenice” che identificano i quattro punti cardinali e il centro) richiama l’architettura tradizionale in stile Han, propria della Cina
As microcosms inhabited by peasant communities, the Tulou have a matrix that is primarily defensive, in which the closed courtyard system is predominant. As a building type they began to develop following the exodus of peoples from the central plains of the Yellow River to the mountainous areas of southern Fujian: a complex migratory phenomenon that continued for about 1600 years in an attempt to escape the persecutions of the Japanese people and that occurred in several phases, beginning from the reign of the Jin dynasty (307-312)1.
The shape of the Tulou was transformed over time in response to the changing needs of the nascent Hakka people, who evolved when the migrating peoples integrated with the indigenous natives of Fujian. The two planimetric systems – the square and the circle and their typological variants – became established alongside the rectangular, semi-circular and elliptical versions.
The “Wufeng” Tulou (its name refers to five phoenix wings that identify the four points of the compass and the centre) recalls the traditional
Qingcheng Lou Hongkeng Cluster
Hukeng, Yongding, Fujian
In alto a sinistra, pianta piano terra
Top left, ground floor plan
In alto a destra, pianta piano primo
Top left, first floor plan
In basso a sinistra, pianta piano secondo
Bottom left, secondo floor plan
In basso a destra, pianta piano copertura
Bottom right, roof plan
centrale, e rappresenta il primo prototipo del Tulou rettangolare e circolare. Lungo l’asse longitudinale si allineano i tre edifici principali: quello più basso, in cui si apre l’ingresso; un edificio centrale, più alto, che funge da Sala ancestrale2 – tempio simbolo del legame con gli antenati – riservata agli ospiti, alle cerimonie del clan e all’educazione dei bambini; l’edificio posteriore, sul retro del lotto, più alto e rappresentativo, con un numero di piani che varia da tre a cinque, che accoglie le camere da letto dei membri più anziani. Questi tre blocchi sono collegati da corridoi che chiudono i due cortili. Le stanze contenute nei blocchi laterali sono riservate ai servizi accessori.
Un bacino d’acqua semicircolare, prospicente l’edificio, veniva utilizzato per l’allevamento dei pesci e il sostentamento del clan, fungendo anche da risorsa d’acqua in caso di incendi.
I limiti difensivi del modello furono subito evidenti: il corpo di ingresso e quello centrale, con l’altezza di un solo piano, rappresentavano delle criticità: dei punti facilmente attaccabili. Per questa ragione, nel processo evolutivo del tipo, che si conservò sempre simmetrico rispetto all’asse longitudinale, il corpo frontale venne alzato fino a raggiungere i due piani di altezza e il blocco centrale venne collegato, come l’edificio posteriore, ai corpi laterali costituenti il grande recinto. In seguito a queste operazioni di allungamento e di elevazione, il complesso, pur conservando i caratteri propri della casa Wufeng, riuscì a potenziare notevolmente le funzioni difensive.
Han style of architecture that is typical of central China, and was the first prototype for the rectangular and circular Tulou. In both, the three most important buildings are set out longitudinally along the main axis with the lowest building containing the entrance, a taller central building that contains an ancestral Hall2 – temple dedicated to deified ancestors and progenitors of surname lineages or families in the Chinese tradition – reserved for guests and for ceremonies of the clan, and a building at the back, which is taller and may consist of three to five internal floors: it contains the bedrooms of the elders. These three blocks are connected by corridors that enclose the two courtyards. The rooms in the side blocks are reserved for secondary purposes.
A semi-circular basin of water in front of the building was used to farm fish and for the sustenance of the clan; it also served as a source of water in the event of fire.
The defensive limitations of this model became immediately evident: the entrance block and the central block were only one floor high and being easy to attack, presented critical issues. For that reason, in the evolutionary process of the type, which remained symmetrically planned around its longitudinal axis, the front block with the entrance was made two floors high and the central block was connected, as the rear building already was, to the lateral bodies enclosing the complex.
As a consequence of these operations of extending the buildings and making them higher
Tavole DRAWINGS
Conoscere l’architettura in termini compositivi, come scrive Franco Purini, significa abitarla, percorrerla per cogliere il dipanarsi delle sue trame spaziali nel loro dilatarsi o comprimersi, per apprezzare i valori visivo/ tattili dei suoi materiali, per constatare come la luce la costruisca, per valutare in che modo essa affronti la prova del contesto 1 Le tavole che seguono, insieme a quelle che accompagno il testo, rappresentano delle elaborazioni originali redatte insieme al gruppo di lavoro2, rese possibili dall’esperienza diretta del rilievo, durante la missione scientifica svoltasi in Cina, tra novembre 2018 e febbraio 2019. Considerata la oggettiva difficoltà riscontrata nel reperire ed avere accesso al materiale cartografico e documentario, la ricostruzione del contesto geografico è stata possibile grazie ai software GIS e i Digital Terrain Model della NASA. L’osservazione diretta, le campagne di rilevo fotografico e metrico, insieme ai rilevamenti aerei tramite drone, il ri-disegno critico di architetture e orografie sono stati strumenti imprescindibili per la conoscenza profonda del senso delle forme, nella loro sostanza costruttiva e nel loro rapporto con il contesto territoriale.
L’atto del misurare, in un rapporto dialettico costantemente teso tra unità e parte, ha rappresentato un momento complesso di sintesi e al contempo di razionalizzazione: non solo uno strumento di verifica del manufatto quale elemento centrale del paesaggio, ma un processo compositivo e creativo di un’architettura che è arte della ripetizione, in grado di rappresentare il campo di applicazione di una riflessione teoretica. Le letture critiche, basate sugli strumenti propri dell’analisi tipo-morfologica, hanno consentito di individuare la grammatica di un principio compositivo e costruttivo, quale espressione della dimensione poetica ed estetica dell’acqua che costruisce “luoghi”.
To know architecture in compositional terms, as Franco Purini writes, means to inhabit it, to walk through it to grasp the unravelling of its spatial textures as they expand or compress, to appreciate the visual/tactile values of its materials, to note how light constructs it, to evaluate how it faces the test of the context.1 The following plates, with those accompanying the text, represent original elaborations drawn up along with the working group2, made possible by the direct survey experience during the scientific mission in China, taking place between November 2018 and February 2019. Given the objective difficulty in finding and consulting cartographic and documentary material, the reconstruction of the geographical context was possible thanks to GIS software and NASA Digital Terrain Models. Direct observation, photographic and metric survey campaigns, in concert with aerial drone surveys, and the critical re-drawing of architecture and orography have been indispensable tools for a profound understanding of the meaning of forms, in their constructive substance and their relationship with the territorial context.
The act of measuring, in a dialectical relationship constantly stretched between unity and part, represented a complex moment of synthesis and, at the same time, of rationalisation: not only a tool for verifying the artefact as a central element of the landscape but a compositional and creative process of an architecture that is the art of repetition, capable of representing the field of application of a theoretical reflection. The critical interpretations based on the tools of type-morphological analysis have made it possible to identify the grammar of a compositional and constructive principle as an expression of the poetic and aesthetic dimension of water that builds “places”.
1. Purini F., Comporre l’architettua, Roma-Bari, Edizioni Laterza, 2023, p. 33.
2. Eleonora Capobianco, Antonella Lovero, Martoro Giovanni, Marco Masciopinto, Stefano Nichilo, Nuzzo Claudio, Bartolomeo Pavone, Politecnico di Bari, 2019/2020.
1. Purini F., Comporre l’architettua, Roma-Bari, Edizioni Laterza, 2023, p. 33.
2. Eleonora Capobianco, Antonella Lovero, Martoro Giovanni, Marco Masciopinto, Stefano Nichilo, Nuzzo Claudio, Bartolomeo Pavone, Politecnico di Bari, 2019/2020.
Geometrie dello spazio: serie polari e serie lineari
Geometries of space: polar series and linear series
Il Tulou a impianto radiale
Radial implant Tulou
Analisi temporale
Temporal analysis
Geometrie dello spazio: serie polari e serie lineari
Geometries of space: polar series and linear series
Il Tulou a impianto quadrato Square structure Tulou
Analisi temporale Temporal analysis
Architettura e Natura
Architecture and Nature
Rural archipelagos
Architecture and Nature