Riqualificazione sostenibile e partecipata delle periferie residenziali

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INDICE

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PREFAZIONE di Alessandro Giangrande INTRODUZIONE

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Tema e motivazioni della ricerca Strutturazione del volume LA RICERCA DI CHRISTOPHER ALEXANDER Sintesi strutturata ed interpretazioni dei contenuti principali

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Introduzione a “A pattern language” ed al concetto di pattern “The nature of order” e le nuove teorie: centri, proprietà, unfolding Partecipazione con “pattern” e “centri” La sostenibilita’ per alexander: morfogenesi e processi adattivi “Building living neighborhoods” e la ricerca on-line QUARTACCIO, UN’ESPERIENZA ITALIANA Applicazione sperimentale delle procedure alexanderiane

93 104 138

Introduzione a Quartaccio, Roma Diagnosi e visione di un “positive neighborhood” Unfolding e progetto: la riqualificazione degli spazi aperti CONCLUSIONI

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Ricerca applicata e realtà contingente: opportunità e limiti Una procedura partecipata, morfogenetica ed incrementale Riflessioni conclusive


6 - Milena De Matteis

PREFAZIONE Alessandro Giangrande


Prefazione - 7

La tesi di dottorato di Milena de Matteis1, di cui questo volume è rielaborazione e sintesi, illustra le teorie progettuali sviluppate da Christopher Alexander nel corso degli ultimi quaranta anni2. Milena ha utilizzato queste teorie e le ha applicate in modo originale al processo di recupero e riqualificazione di Quartaccio, un quartiere della periferia romana3, rivolgendo principalmente la sua attenzione alla metodologia di lavoro e alla gestione del processo ideativo di interpretazione-progettazione, piuttosto che ai dettagli del progetto architettonico4. Nella ricerca sono privilegiate alcune tematiche che sono fondamentali ai fini di una pianificazione e progettazione sostenibile del contesto urbano. In primo luogo, il tema della riqualificazione dei quartieri residenziali esistenti, in opposizione alle nuove costruzioni, per limitare l’ulteriore consumo di territorio e per contenere il consumo di materiali ed energia. In particolare l’attenzione è rivolta ai quartieri cosidetti “dormitorio” delle periferie nate dallo zoning e dall’abusivismo. In quest’ambito la ricerca non si occupa nel dettaglio della riqualificazione dei corpi edilizi, ma approfondisce piuttosto gli aspetti che riguardano il recupero degli spazi aperti, pubblici e comuni, delle aree di pertinenza delle abitazioni, dei piccoli vuoti urbani e degli interstizi, degli spazi verdi naturali. Il lavoro è incentrato sul tema della sostenibilità, non come obiettivo di indagine e conoscenza specifica, quanto piuttosto come elemento cardine, “naturale” e imprescindibile per il recupero urbano nei suoi molteplici aspetti, dalla scala territoriale fino al dettaglio architettonico. Altro tema che emerge con forza è quello della partecipazione di tutti gli stakeholders locali nei processi di conoscenza e progettazione. L’esperienza condotta sul campo in questo lavoro ha dimostrato che il principio della partecipazione, sebbene ancora oggi di non semplice attuazione, è un elemento basilare ai fini della concretezza delle strategie e dei progetti, indirizzando verso un coinvolgimento che non si ferma al progetto ma si sedimenta in consapevolezza, relazioni durature, “comunità”. 1. Dottorato in "Progetto urbano sostenibile", XIX ciclo, svolto presso DiPSA, Università di Roma 3, e concluso nel 2007. 2. Dopo i suoi primi lavori - da Notes of the Syntesis of Form (1964) a A Pattern Language (1977) - Alexander ha sviluppato la sua ricerca progettuale nella direzione illustrata in dettaglio in The Nature of Order (CES, Berkeley, 2002-2005) e nel sito web www.livingneighborhoods.org. 3. Durante il dottorato l'autrice ha avuto l’opportunità di partecipare in prima persona alla vicenda del quartiere, iniziata con la proposta partecipata di un Contratto di Quartiere e proseguita poi con ulteriori incontri di partecipazione e l’elaborazione di alcuni progetti specifici. 4. La presente riedizione della tesi di dottorato, per opportunità editoriali e snellezza argomentativa si concentra solo su alcuni dei punti trattati nel lavoro originale del 2007.


LA RICERCA DI CHRISTOPHER ALEXANDER Sintesi strutturata ed interpretazioni dei contenuti principali

La ricerca di Christopher Alexander svolta nell’arco di circa quarant’anni è vasta, complessa e molto affascinante. Pur rischiando di essere riduttivi e parziali nell’esporne sinteticamente solo i contenuti principali, in questa prima parte del volume si cerca di fornire un quadro generale anche se conciso di tale lungo lavoro. Ci si soffermerà in particolare sulle due pubblicazioni più importanti, A Pattern Language (1977), l’opera per cui l’autore è maggiormente conosciuto, e The Nature of Order (2002-2005), l’ultima importante opera a tratti di stampo “spirituale”; nonché sulle più recenti ricerche dell’autore e del Center for Environmental Structure, consultabili online nel sito “Building Living Neighborhoods”.


La ricerca di Christopher Alexander - 21

1 INTRODUZIONE A “A PATTERN LANGUAGE” ED AL CONCETTO DI PATTERN “A Pattern Language” è senza dubbio il più famoso lavoro di Christhoper Alexander. Più che come metodo progettuale a “misura d’uomo”, obiettivo con cui è stato scritto, ha avuto un grande successo come modello base nella definizione di numerosi strumenti soprattutto di tipo informatico, cioè software per lo sviluppo di sistemi basati sui legami tra i concetti di contesto-problema-soluzione. Viene qui presentato nelle sue linee principali, rimandando alla lettura del testo originario per una più corretta comprensione, e ne viene valutata la validità del metodo nell’ipotesi di un utilizzo attuale. 1.1 Cos’è un “pattern” Definizioni Definizione scientifica: un pattern è una regola o un insieme di istruzioni che governano solo una parte funzionante di un sistema più complesso. In “A Pattern Language” (APL) un pattern rappresenta un modello archetipo, una regola costruttiva primaria appartenente ad “una società vitale e responsabile”, e da essa utilizzabile per progettare e migliorare il proprio ambiente di vita. Per ogni luogo ed ogni situazione è possibile individuare uno specifico corretto linguaggio locale di pattern. «Pattern è un qualsiasi principio generale di pianificazione che enuclea un problema tipo che ricorre in un ambiente, che stabilisce in quali contesti si presenterà e che offre i lineamenti generali per la sua soluzione»1. I pattern rappresentano quindi delle soluzioni esemplari, dei modelli 1. Alexander, “The Oregon Experiment”.


28 - Milena De Matteis

Pattern concreti che definiscono l’opportunità d’uso di oggetti ed elementi specifici 103 – Small parking lots Enormi parcheggi distruggono il territorio per la gente. Perciò: Realizzate piccole aree di parcheggio, servendo non più di cinque o sette auto, ogni posto circondato da muri verdi, siepi, recinzioni, pendii ed alberi, così che da fuori le auto siano quasi invisibili. Intervallate queste piccole aree in modo che siano distanti tra loro almeno 33 metri. 175 – Greenhouse Molti sforzi si stanno facendo per utilizzare l’energia solare convertendola in acqua calda o energia elettrica. Ed ancora il modo più facile di utilizzare l’energia solare è il più ovvio ed il più antico; vale a dire, catturare il calore in una serra ed usarlo per la crescita dei fiori ed ortaggi. Perciò: Nei climi temperati, costruite una serra come parte della vostra casa o ufficio, cosicché esso sia insieme una “stanza” della casa che può essere raggiunta direttamente senza uscir fuori e contemporaneamente una parte del giardino che può essere raggiunta direttamente dal giardino.

building

fence

bushes

connected greenhouse

Pattern concreti che definiscono funzioni, attività particolari, servizi 88 – Street cafè Un caffè lungo la strada dà una sistemazione unica, speciale per le città: un posto dove le persone possono sedersi pigramente, legittimamente, stare in vista, e guardare il mondo che passa. Perciò: Incoraggiate i caffè locali a diffondersi in ogni vicinato. Rendeteli posti intimi, con diverse stanze, aperte verso un percorso trafficato, dove la gente possa sedere con un caffè o un drink e guardare il mondo che passa. Costruite il fronte del caffè così che un insieme di tavoli si allunghi verso la strada. 157 – Home workshop Dal momento che la decentralizzazione del lavoro diventa sempre più effettiva, il laboratorio in casa cresce sempre più d’importanza. Perciò: Create un posto nella casa, dove si possa fare del lavoro concreto; non solo un hobby, ma un lavoro. Cambiate le norme dello zoning per incoraggiare operazioni di quieto e modesto lavoro nei vicinati. Date al laboratorio poco meno di un centinaio di metri quadri; e localizzatele così che possa essere visto dalla strada ed il proprietario possa appendere fuori un’insegna.

several rooms

terrace

tables

newspapers busy path

workshop

opening to the street


La ricerca di Christopher Alexander - 29

Pattern concreti per oggetti specifici in/con particolari configurazioni geometriche off center

focal point

1 to 4 feet thick

hand-carveable

126 – Something roughly in the middle Uno spazio pubblico senza un centro è probabile che rimanga vuoto. Perciò: Tra i percorsi naturali che attraversano una piazza pubblica, una corte o una parte d’area comune, scegliete qualcosa che stia più o meno nel mezzo: una fontana, un albero, una statua, una torre con l’orologio e sedute, un mulino a vento, un palco per la musica. Fatene qualcosa che dia un forte e saldo impulso alla piazza, attirando le persone verso il centro. Lasciatela esattamente dove cade tra i percorsi; resistete alla tentazione di porla esattamente nel centro. 197 – Thick walls Le case con le pareti dagli spigoli duri fatte di pannelli prefabbricati, cemento, gesso, acciaio, alluminio, o vetro, rimangono sempre impersonali ed inanimate. Perciò: Aprite la mente alla possibilità che le pareti del vostro edificio possano essere spesse, possano occupare un certo volume – anche spazio usabile – e non é necessario che siano semplicemente membrane sottili che non hanno profondità. Decidete dove queste pareti spesse debbano stare. Pattern immateriali che rappresentano regole formali, di qualità spaziale, distributive

convex shape

partial enclosure views

public

entrance

private

semi-public

106 – Positive outdoor space Gli spazi esterni che sono semplicemente “sparsi” tra gli edifici non saranno, in genere, usati. Perciò: Rendete tutti gli spazi esterni che circondano e si trovano tra gli edifici degli spazi positivi. Date ad ognuno un grado di spazio raccolto; circondate ogni spazio con i corpi di fabbrica degli edifici, alberi recinzioni, siepi, portici, e camminamenti pergolati, finché non diventi un’entità con una qualità positiva. 127 – Gradient of intimacy A meno che gli spazi in un edificio siano organizzati in una sequenza che corrisponda al loro grado di riservatezza, le visite fatte da estranei, amici, ospiti, clienti, familiari, saranno sempre un po’ scomode. Perciò: Disponete gli spazi di un edificio così che creino una sequenza che inizia con l’entrata nella parte più pubblica, che porta nelle aree meno private, ed infine agli spazi più privati.


44 - Milena De Matteis

Duomo di Orvieto L’architettura in marmo policromo esprime bene la proprietà del contrasto, qui ottenuto attraverso la giustapposizione di marmi di differenti colori. Sono inoltre osservabili nelle forme e nei volumi le proprietà dei gradienti e di eco. Foto Alessandro Mangione.

Broccolo L’interessante geometria frattale del cavolaceo presenta moltissime proprietà: livelli di scala, gradienti, centro forte, ripetizione alternata... Foto Giampaolo De Matteis.


La ricerca di Christopher Alexander - 45

Planimetria dell’Alhambra, Granada La composizione dell’edificio è basata sulla proprietà di simmetria locale, e non generale, il che la rende molto più vitale di edifici realizzati a pianta completamente simmetrica, che risultano innaturali e forzati. Inoltre sono presenti altre proprietà quali: irregolarità, centro forte, buona forma.

Aula Paolo VI in Vaticano (Sala Nervi) Nella recente architettura sono rintracciabili le proprietà di contrasto e di gradienti, attribuibili questa volta al gioco luce-ombra ed all’effetto prospettico molto forte della copertura. Foto Luigi Bertocchi.


46 - Milena De Matteis

Bassano del Grappa Il paese è armoniosamente inserito nel contesto circostante, grazie al rispetto della proprietà di eco (le forme dei tetti e le coperture hanno le stesse angolazioni delle montagne retrostanti, richiamandole in modo naturale ed inconscio) ed alla presenza del “vuoto” rappresentato dal fiume. Foto Luigi Bertocchi.

Chiesa del Santo Sepolcro, Pisa Le proprietà maggiormente evidenti sono semplicità e calma interiore, buona forma. Foto Luigi Bertocchi.


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Pianta grassa comune La struttura sviluppandosi si preserva e rafforza nella sua configurazione, le cui proprietà più evidenti sono centro forte e gradienti. Foto Giampaolo De Matteis.

Ca’ d’oro, Venezia Nella pregiata architettura possono ritrovarsi numerose tra le proprietà Alexanderiane, tra cui molto evidenti sono: ripetizione alternata, livelli di scala, buona forma. Foto Luigi Bertocchi.


48 - Milena De Matteis

Pavimentazione in sampietrini L’irregolarità naturalmente presente nella composizione della pavimentazione la rende più vitale rispetto a composizioni con elementi tutti uguali e monotonamente ripetuti.

Tower of the Wild Goose, Xian City, Cina La bellezza dell’edificio e la sua leggiadra nell’inserirsi nel contesto circostante ne fanno un ottimo esempio dell’ultima proprietà, che racchiude tutte le altre nel concetto di non-separatezza. Immagine tratta da The Nature of Order, vol. 1, p. 11.


La ricerca di Christopher Alexander - 49

2.4 Concetti di unfolding, processo fondamentale e sequenze generative Unfolding: lo sviluppo organico Dopo aver introdotto i concetti di centro, wholeness, le quindici proprietà ed aver descritto il mondo come una struttura, un campo con i centri organizzati in modo sistematico ed interagenti con la wholeness in una visione fondamentalmente statica, Alexander nel secondo volume di The Nature of Order, intitolato The Process of Creating Life, comincia a descrivere l’ordine come qualcosa di dinamico. L’attenzione si concentra sulla natura di quei processi di sviluppo capaci di creare la vita, come i processi evolutivi naturali, basati sull’unfolding19 che è sviluppo organico. Secondo il concetto di unfolding la forma che ha caratteristiche di vitalità si sviluppa gradualmente, step by step, secondo una precisa sequenza generativa: è quanto accade ad esempio negli embrioni viventi, che crescono sempre rafforzando la struttura esistente in un dato momento. L’unfolding nel mondo costruito Questo processo di tipo generativo dovrebbe governare tutto il mondo reale, non solo quindi lo sviluppo degli esseri viventi e degli elementi naturali, ma anche il mondo del costruito. La gradualità di crescita ed il continuo rinnovamento che avveniva, ad esempio, nelle città del passato seguiva questo genere di logica, basata più su un processo incrementale e sulle azioni giuste da compiere che non, come oggi accade, su dei dettagliati disegni che definiscono solo il prodotto finale, senza curarsi di come ed in quale tempo lo si possa raggiungere. Infatti Alexander afferma che nelle costruzioni moderne in generale non manca la presenza delle quindici proprietà e quindi di una certa qualità oggettiva, bensì che il problema risiede nel processo che le ha create, che non ha il carattere di unfolding. «Tutti i processi di pianificazione, di progettazione, di nuova costruzione e di recupero che sono parte di un processo vivente possiedono la medesima struttura generale. L’idea che esista un’unica categoria di processi viventi può essere traumatica per la mentalità moderna. I progettisti contemporanei, in particolare, considerano l’architettura come un insieme di attività disparate che riguardano la forma, le funzioni, i flussi di persone, le strutture, i materiali da costruzione, i colori, il traffico, il clima, i finanziamenti, i desiderata del committente, ecc. Nell’attività professionale tradizionale tutti questi aspetti sono visti come cose sostanzialmente diverse, che occorre trattare con differenti procedure: gli 19. La parola unfolding, come già per wholeness, non verrà tradotta in questa sede, poiché la traduzione non esprime adeguatamente il significato alexanderiano. Letteralmente to unfold significa dispiegarsi, schiudersi, rivelarsi, un concetto molto simile a quello di sviluppo organico.


50 - Milena De Matteis

Sviluppo naturale e processo fondamentale d’unfolding in un embrione La forma vitale si sviluppa gradualmente secondo una precisa sequenza generativa: è quanto accade ad esempio negli embrioni viventi, che crescono rafforzando la struttura preesistente. Fonte “The Nature of Order”, book 2, p. 34 C. Alexander.

architetti e gli ingegneri sono chiamati a gestirli combinando tali procedure in modo da conseguire un risultato finale valido ed efficace»20. Anche le architetture e gli interventi di trasformazione del territorio, come ogni cosa in natura, dovrebbero cioè scaturire da una graduale intensificazione dei centri presenti nello spazio, in un processo adattivo e “structure preserving” in cui la struttura emerga gradualmente per differenziazione e sviluppo della wholeness preesistente. Il processo fondamentale Alexander definisce quindi un processo fondamentale di differenziazione e sviluppo, che se applicato alle attività di pianificazione e progettazione, darà vita a strutture vitali, più simili a strutture generate, quasi biologiche, che non fabbricate. Il processo fondamentale è ciclico e si basa sul riconoscimento della wholeness locale, sull’individuazione dei centri vitali e quelli latenti (problematici ma potenziali di sviluppo e rafforzamento) e sull’applicazione di trasformazioni basate sulle quindici proprietà per preservare la struttura esistente e migliorare gli ambiti problematici e meno vitali21. «I passi di questo processo sono i seguenti. 1. Ad ogni istante del processo corrisponde uno specifico stadio evolutivo della struttura, della wholeness: cioè del sistema dei centri, delle loro connessioni e dei loro gradi di vita. 20. Giangrande, “The Nature of Order di C. Alexander: nuovi strumenti per una progettazione sostenibile”, p. 6. 21. Una sperimentazione applicativa del processo fondamentale e di un possibile unfolding verrà trattata nella parte seconda della presente ricerca, sulla riqualificazione degli spazi aperti del quartiere Quartaccio.


La ricerca di Christopher Alexander - 51

Paesaggio naturale con terrazzamenti, provincia di Guizhou, Cina Il processo di trasformazione del territorio ad opera umana ha preservato e rafforzato la wholeness esistente, in cui possono individuarsi molte proprietà. Fonte “The Nature of Order”, book 2, p. 169 C. Alexander.

2. Innanzitutto occorre considerare la wholeness totale, cioè alla grande scala, sia attuale che latente. 3. È importante individuare dove la struttura spaziale appare più debole, soprattutto in termini di completezza, di coerenza e in relazione alla sua capacità di suscitare sentimenti ed emozioni. 4. Si individuano i centri latenti nel ‘tutto’. Non si tratta dei centri ben stabili che sono già presenti nella struttura; si tratta piuttosto dei centri che sono presenti in forma attenuata, che sembrano essere all’origine dell’attuale assenza di vita, di wholeness (o quantomeno, che sembrano concorrere a tale assenza). 5. Si procede ad operare su uno di questi centri. Il centro può essere


QUARTACCIO UN’ESPERIENZA ITALIANA Applicazione sperimentale delle procedure alexanderiane

Il quartiere di edilizia pubblica Quartaccio a Roma ha rappresentato un’occasione concreta per verificare quanto delle procedure alexanderiane, con alcuni dovuti adattamenti e semplificazioni, sia riproponibile anche nella realtà italiana. Un quartiere difficile, scomodo, eppur ricco di potenzialità sia a livello urbano che sociale, che viene riletto secondo le nuove interpretazioni alexanderiane ed attraverso gli occhi partecipanti dei cittadini, per dar vita ad una ipotesi metaprogettuale di riqualificazione e ricucitura dei suoi spazi aperti pubblici, in collaborazione con il Comune di Roma.


Sperimentazione applicativa di un metodo - 93

1 INTRODUZIONE A QUARTACCIO, ROMA 1.1 Inquadramento generale del quartiere Localizzato nel settore nord-occidentale più esterno di Roma, all’interno del GRA, Quartaccio è un quartiere di edilizia residenziale pubblica del comune di Roma sorto nella seconda metà degli anni ’80 ed è situato su una collina nettamente separata dal territorio circostante. L’area è caratterizzata da un pianoro di forma allungata delimitato da due valli ricoperte di vegetazione, al fondo delle quali scorrono le acque di due fossi, secondo una morfologia tipica dell’Agro romano. L’insediamento occupa la sommità di questo pianoro e lascia le scarpate delle valli libere da costruzioni. Vista a volo d’uccello del quartiere, da sud (fonte http://maps.live.com).


158 - Milena De Matteis

Layout generale del progetto sugli spazi aperti.


Sperimentazione applicativa di un metodo - 159



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