gruppo dell’Adamello
Photo Š Diego Comensoli
È un progetto di:
con
In collaborazione con:
Club Alpino Italiano Regione Lombardia
Con il sostegno di:
Comunità Montana di Valle Camonica
Info:
www.vallecamonicacultura.it/aperto2012
ISBN 978-88-6242-080-8 Prima edizione Febbraio 2013 © 2013, LetteraVentidue Edizioni © 2013, Giorgio Azzoni, Paolo Mestriner © 2013, Distretto Culturale di Valle Camonica (Bs) È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Le immagini all’interno del testo appartengono ai rispettivi autori. L’editore rimane a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. Book design: Francesco Trovato, Sara Omassi, Paolo Mestriner LetteraVentidue Edizioni S.r.l. www.letteraventidue.com Via Luigi Spagna, 50 L 96100 Siracusa, Italia
INDICe 12 Presentazione Simona Ferrarini, Silvio Citroni 14 Il Concorso, il tema Giorgio Azzoni, Paolo Mestriner
18 i progetti vincitori 32 Il bivacco come esperienza interiore Renata Viviani 34 SostenibilitĂ alpina Dario Furlanetto
39 I progetti menzionati 50 Abitare minimo Paolo Mestriner 54 Terre, luoghi e vie. L’abitare minimo nelle Alpi Giorgio Azzoni 69 I progetti segnalati 78 Ricette d’alta quota Sami Rintala, Massimiliano Spadoni 84 Primo abitare. Antropologia delle terre alte Matteo Meschiari
91 I progetti presentati 128 I bivacchi dalle origini ad oggi Luca Gibello 138 La dimensione tecnica del bivacco alpino Enrico Villa 142 Credits
il concorso il tema Giorgio Azzoni, Paolo Mestriner 14
Il concorso “Abitare Minimo nelle Alpi” è frutto dell’incontro tra la rassegna di arte pubblica aperto_2012 art on the border progettata da Giorgio Azzoni per il Distretto Culturale di Valle Camonica ed il lavoro di ricerca che da qualche anno conducono i docenti incaricati Paolo Mestriner e Massimiliano Spadoni del Politecnico di Milano, culminato nella mostra allestita lo scorso maggio al Museo Maga di Gallarate. Le rispettive ricerche convergono nel riconoscere alle buone pratiche del fare un valore, fondato sulla correlazione tra esperienze e metodi artigiani con tecniche, saperi e necessità del contemporaneo, ed hanno trovato terreno comune nella pratica dell’abitare minimo. Cogliendo un’esigenza presente all’interno del Parco dell’Adamello, come nell’intero arco alpino, è stato organizzato un Concorso di idee per la progettazione di una cellula di ricovero temporaneo con lo scopo di contribuire al processo di riqualificazione dei bivacchi esistenti d’alta quota. La volontà di approfondire le potenzialità transvallive e di indagare nuovi scenari sostenibili, con un piede ancorato alle tradizioni e alla storia, ha permesso in tempi molto brevi il lancio del bando. Il Concorso si è fondato sulla scelta di affrontare il tema dell’abitare nelle terre alte, esplorando situazioni storiche, marginali, estreme del vivere nell’ambiente alpino, per ripensare i canoni del rapporto tra uomo e territorio sulla base di concetti come responsabilità, sostenibilità e sobrietà. Si è previsto perciò di utilizzare la modalità dell’architettura minima come strumento mentale e operativo adatto a svolgere il tema in termini architettonici, tecnici e ambientali, impiegando l’occasione progettuale per aprire il confronto in una dimensione interregionale, affiancando una funzione ricettiva ai sentieri storici. Ci si è rivolti principalmente al contesto professionale vicino all’architettura minuta, intesa come strumento di sostenibilità ambientale. I tempi che viviamo stanno infatti determinando un ripensamento degli standard progettuali e costruttivi che, rispetto a come sono stati interpretati negli ultimi quarant’anni, richiedono una svolta fondata su scelte meditate e misurate. L’idea è stata quella di approfondire una tipologia basata essenzialmente su di un “alloggiare temporaneo” che può diventare uno strumento ‘leggero’ per dare risposte concrete ai bisogni, anche in altre situazioni ambientali, convinti che un nuovo modo di vivere debba essere intimamente legato ad un nuovo modo di abitare, rappresentato principalmente da nuove soluzioni, architettoniche e progettuali, improntate alla minima invasività e all’utilizzo di soluzioni tecniche pensate solo in chiave di stretta utilità Il Concorso di idee, partendo dalla stringente necessità di rimodernare le strutture esistenti in alta quota, spesso obsolete o degradate, è nato con uno spirito ‘di servizio’ nei confronti del territorio, per affrontare il tema in un confronto allargato. Abbiamo infatti condiviso con i rappresentanti delle Associazioni escursionistiche le caratteristiche tecniche e prestazionali necessarie per un bivacco, la cui identità è stata discussa con coloro che abitualmente lo gestiscono e lo utilizzano per far emergere un panorama di idee utilizzabili. Dal dialogo è emerso che un bivacco deve rimanere tale: 15
1° classificato Alessandro Felici, Alessio Santamaria, Rocco Cammarota, Dario Rossi, Ermanno D’Amico, LAMA+ 2° classificato Riccardo Sanquerin 3° classificato Daniele Catizzone, Alessio Maiolino, Michele Nebuloni, Davide Falcetta, Stefano Corradi
i progetti vincitori 18
1° CLASSIFICATO
Alessandro Felici, Alessio Santamaria, Rocco Cammarota, Dario Rossi, Ermanno D’Amico (LAMA+)
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2° CLASSIFICATO Riccardo Sanquerin
Il progetto propone una rivisitazione della forma classica dei bivacchi d’alta quota costruiti nel secolo scorso, ormai fissata nell’immaginifico collettivo, rispettandone materiali e proporzioni, pur tuttavia proponendo funzioni nuove che completano l’edificio. Il tema nello specifico è la costruzione di un unico e compatto oggetto ligneo, che si presenta al suo interno come un mobile domestico dalle dimensioni sufficienti per ospitare attività di ristoro e di permanenza. Spesso il bivacco tradizionale, per la ridotta capacità, non è in grado di offrire molto più che un luogo dove dormire, in questo caso si è cercato di far convergere più ambienti comprimendoli assieme il più possibile, nella prospettiva di trovare l’essenza di un’abitazione ridotta ai minimi termini. Lo spazio della micro-architettura si suddivide sostanzialmente in tre parti. Una di ingresso minuta che funge da filtro tra interno ed esterno (1), nella quale si trova anche il vano di servizio; una parte centrale (2), cuore del bivacco, contenente la zona pranzo, diversi ripostigli ed uno spazio per preparare da mangiare, infine come ultima stanza la parte più chiusa destinata alla zona notte (3).
24
500
200
100
50
prospetto longitudinale scala 1:50 560 80
195
210
2
3
90
C
80
260
D 1
B
A
90
D
pianta scala 1:50
25
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i progetti menzionati Simone Rogora
Andrea Di Marino, Gaspare Oliva, Paolo De Michele
Irene Bonente, Mattia Arcaro, Andrea Benedet Stefano Marcinkiewicz, Giulio Masotti, Andrea Romano
Tomas Meghi 39
menzione
Simone Rogora
LaLapianta piantadel delbivacco bivaccoè èquadrata quadratae erisponde rispondeagli agliobiettivi obiettividel delbando. bando.SiSiaccede accededada una unaporta portadidiingresso ingressoche chepuò puòessere essereaperta apertainteramente interamenteoppure oppuredivisa divisainindue due nel nelcaso casosisivoglia vogliagenerare generareun’areazione un’areazionedel dellocale localeinterno internooppure oppureper peraccedere accedere alalbivacco bivacconel nelcaso casodidiforti fortinevicate nevicateesterne. esterne.Superata Superatalalaporta portadidiingresso ingressosisiacaccede cedeadadun unpiccolo piccolodisimpegno disimpegnoche chedistribuisce distribuiscel’ingresso l’ingressoalalbagno bagnoe el’ingresso l’ingresso alalbivacco bivaccovero veroe eproprio. proprio.InInquesto questospazio spaziosisitrova trovauna unascaffalatura scaffalaturaper perriporre riporre gligliscarponi scarponie eli lizaini. zaini.Dal Daldisimpegno disimpegnocompresso, compresso,con conun’altezza un’altezzadidi215 215cm, cm,sisi accede accedealla allasala salacon coni letti i lettie econ conlalazona zonaliving livingche cheavendo avendouna unagrande grandealtezza altezza 380 380cm cmdadaun ungrande grandesenso sensodidiapertura aperturae ediditensione tensioneverso versolalafinestra finestrazenitale zenitale che cheè èfulcro fulcrodiditutta tuttal’organizzazione l’organizzazionedell’interno. dell’interno.
Abitare Minimo nelle Alpi La montagna è sempre stata un perno della mia gioventù. Con la mia famiglia ha trascorso numerose estati sulle alpi. Le escursioni sui sentieri e sui principali collegamenti intervallivi sono un ricordo che difficilmente verrà cancellato. I bivacchi li ho sempre vissuti come meta o come tappa da raggiungere dopo ore di cammino e la loro forma, il colore e la posizione mi hanno sempre incuriosito. Il tema del bivacco e dell’abitare minimo è sempre stato fondamentale per la sperimentazione architettonica. I grandi maestri come Le Corbusier (cabanon) e Charlotte Perriand (refuge Tonneau) ci hanno lasciato grandi esempi di abitare minimo nel territorio montano. Oggi questi temi ritornano contemporanei e si arricchiscono grazie a nuove contaminazioni. Il rapporto uomo – ambiente – territorio deve essere ripensato anche in funzione della sostenibilità, responsabilità e sobrietà.
Sono Sonostati statidisegnati disegnati7/8 7/8posti postiletto lettoorganizzati organizzatisul sullati latiinterni internidell’edificio dell’edificioe euna una piccola piccolazona zonaliving livinga ascomparsa scomparsache chesisiottiene ottienedadagrandi grandipannelli pannellinascosti nascostia afilo filo nel nelmuro. muro. GliGliinterni internidel delbivacco bivaccosono sonocostruiti costruitiinteramente interamenteininlegno legnonaturale naturalechiaro chiaroche che danno dannoun’immagine un’immaginecompletamente completamenteopposta oppostaall’involucro all’involucrometallico metallicoesterno. esterno. L’unica L’unicaeccezione eccezioneè èdata datadal dalpiccolo piccolobagno bagnoche cheè èstato statoinserito inseritonel nelprogetto. progetto.Il Il rivestimento rivestimentoè èstato statopensato pensatoininmetallo metalloininmodo mododadagarantire garantireuna unamaggiore maggiore igienicità igienicitàdel dellocale. locale.Il Ilbagno bagnopresenta presentaun ununico unicosanitario sanitarioininmetallo metallonascosto nascostodada un uncoperchio coperchioininlegno legnoa aribalta. ribalta.
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Il progetto abitare minimo nelle alpi si fonda sui due principi cardine: interazione con l’ambiente circostante ed identità con il luogo. Questi due principi li ho voluti sintetizzare con la la frase SITE SPECIFIC. Il progetto non è fatto per un luogo determinato ma per un contesto specifico.
Esploso assonometrico CELLULA INTERNI
Abitare Minimo nelle Alpi 004
Esploso assonometrico CELLULA INVOLUCRO _
8*
7/8* posti letto su 3 livelli rivestimento in metallo colore grigio scuro _
7
locale servizio igienico
1 2
3
ingresso con vano per zaini e scarponi
4
struttura telaio in legno _
5 6
zona living (tavolo e panca) a scomparsa
solaio in XLAM _
C Muro di Trombe A _ vetro B _ massa di accumulo termico C _ struttura in metallo
basamento in pietra costruito in loco _
B A
41
56
58
1974 Bivacco dello Stockhorn (2598 m).
2003-2004 Giorgio Rossi e Enrico Cornaglia, bivacco Boarelli al Monviso (2825 m).
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2010-2011 Luca Gentilcore e Stefano Testa, nuova capanna Giusto Gervasutti alle Grandes Jorasses (2835 m). Photo © Francesco Mattuzzi.
quattro anelli modulari prefabbricati, poggiata su «zampe» e proiettata con uno sbalzo pari alla metà della lunghezza verso il paesaggio attraverso una vetrata a cannocchiale che chiude la sezione ellittica del guscio. In copertura, 24 moduli fotovoltaici con celle cristalline ad alta efficienza alimentano l’impianto d’illuminazione, le prese elettriche, la piastra da cucina e un computer connesso al web: dotazioni decisamente inusuali per un bivacco. I moduli, in composito di vetroresina infusa, con isolamento termoriflettente e rivestimento interno in sandwich di semilavorati di legno, sono completamente rifiniti a valle per essere poi assemblati in loco su una trave metallica di basamento tramite elitrasporto. Nessun tentativo di mimesi, bensì una voluta estraneità rispetto al contesto per un progetto che ambisce a porsi come modello replicabile7. 1. 2. 3.
4. 5. 6.
7.
Per un resoconto dettagliato cfr. Silvio Saglio, Rifugi e bivacchi, in Coll., 1863-1963. I cento anni del Club Alpino Italiano, Milano 1964. Per un resoconto dettagliato cfr. Silvio Saglio, Rifugi e bivacchi, in Coll., 1863-1963. I cento anni del Club Alpino Italiano, Milano 1964. Cortina d’Ampezzo 1896 - Trento 1981. Membro della Sat (di cui è presidente nel 1942-44 e nel 1949-50, oltre che consigliere del Cai), dedica l’intera carriera professionale alle costruzioni in quota, dimostrando particolare competenza tecnica. Firma numerosi progetti di costruzione ex novo, di ricostruzione, di trasformazione o ampliamento di rifugi distribuiti sull’intero arco alpino italiano. È responsabile del «Piano quadriennale dei lavori nelle Alpi Occidentali» (1937-41): un’iniziativa di ampio respiro, varata dai ministeri della Guerra e della Cultura popolare in accordo con il Genio militare e il Cai, finalizzata a migliorare l’offerta ricettiva dei rifugi, giudicata carente rispetto al settore orientale delle Alpi e, in particolare, rispetto all’estero. 2,29 metri di altezza interna al centro, 2,10 di larghezza interna e 2,63 di profondità, per un volume esterno totale di 15,15 metri cubi. Pietro Falchetti, I bivacchi fissi delle Alpi Occidentali¸ in «Scàndere» (annuario del Cai di Torino), 1952. A scopo dimostrativo, nel 2010 l’associazione Art Contemporain Thônes et vallées de Thônes Expositions ne costruisce un esemplare a Alex (Alta Savoia). Nel febbraio 2011, una trentina di studenti di design smontano il tonneau e lo trasportano a piedi ad Annecy (17 chilometri), rimontandolo davanti alla Scuola d’Arte. Nella primavera-estate 2011, il tonneau segnala l’ingresso della mostra su Perriand designer e fotografa, allestita al Petit Palais di Parigi. Con l’obiettivo di far conoscere il progetto, è stata costituita l’associazione «Le refuge tonneau Perriand-Jeanneret», con sede a Alex. www.leapfactory.it.
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