11 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto Nicola Flora Antonella Greco Bruno Messina Stefano Munarin Giorgio Peghin I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review da parte di esperti anonimi del settore ICAR 18
La ricerca è stata in parte finanziata nell’ambito della convenzione tra Invitalia Partecipazioni S.p.A. e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” (responsabile scientifico prof. Francesca Castanò) ISBN 978-88-6242-248-2 Prima edizione Ottobre 2017 © LetteraVentidue Edizioni © Francesca Castanò Le riproduzioni fotografiche sono state gentilmente concesse dai seguenti enti proprietari: Archivio Storico del Comune di Marcianise, pp. 67 (in basso), 88. Archivio Studio Mangiarotti di Milano, pp. 10, 11, 14, 20- 21, 28-29, 39-40, 42-43, 46-49, 52-59, 66-67 (in alto), 68-70, 72-74, 76, 78-87, 92-99, 102-106, 108, 110, 116. Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, p. 62 Istituto Geografico Militare di Firenze, p. 64 È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l'autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico e impaginazione: Martina Distefano Finito di stampare nel mese di Ottobre 2017 LetteraVentidue Edizioni Srl Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italia Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni
Indice
9 17 61 101 118 Introduzione
Angelo Mangiarotti 1942-1962: la prima stagione
La fabbrica SIAG e la sua costruzione, 1962-1964
Mangiarotti e la sua opera «marcata dal segno dell’intelligenza»
Indice dei nomi
Introduzione
«
[…] Noi ci sentiamo figli del passato proprio perché ci troviamo nella realtà presente, senza falsificazioni nevrotiche o deliri di grandezza. Non si tratta di utilizzare il passato come feticcio, come modello, ma piuttosto come memoria e struttura. Quel che del passato interessa è la sua capacità di attualizzarsi nel presente. Quanto la memoria ci restituisce non è infatti mai una copia, ma il senso del rapporto con l’attuale; nel progetto non ritorna l’analogia tra passato e presente, ma la sua metafora»1.
Le pagine che seguono affrontano la storia di un’impresa compiuta a Marcianise a partire dagli anni sessanta del Novecento che vede protagonisti una fabbrica, la Siag e il suo progettista, Angelo Mangiarotti. Da un lato il vasto complesso della “Società italiana per la produzione di agglomerati di sostanze vegetali e minerali”, tra i primi esempi di industria d’autore in Terra di Lavoro, in cui la logica costruttiva di stampo ingegneristico dialoga con un’alta espressività formale; dall’altro «uno dei pionieri dell’architettura e del design italiani»2, nonché autentico interprete della contemporaneità in ambito nazionale e internazionale. Il tentativo è stato riconoscere attraverso un’unica opera i segni che sottendono un processo di trasformazione tangibile in territori integri che ne avrebbe mutato i caratteri ambientali, il volto, la tradizionale 1. Mangiarotti Angelo, Matter’s Tongue, conferenza tenuta a Chicago, giugno 1983, cit. in Mangiarotti Anna, Gli elementi tecnici del progetto. Trasformazioni e possibilità della materia in architettura, Franco Angeli, Milano, 1989, pp. 45-46. 2. Burkhardt François, Alla ricerca dei principi ordinatori per l’architettura, il design e l’arte / In search of regulating principles in architecture, design and art, in Burkhardt François (a cura di), Angelo Mangiarotti: opera completa / complete works, Motta, Milano, 2010, p. 7.
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Ritratto fotografico di Angelo Mangiarotti. (ASM, Milano).
vocazione. Convivono, dispiegate in un racconto unitario, tematiche diverse sia in relazione al contesto, investito in quegli anni da un vitale flusso da nord verso sud di nuove strategie di pianificazione, sia in connessione con la biografia dell’architetto, rivelatrice di una complessa sedimentazione di esperienze comuni a un’intera generazione di professionisti. L’incidenza mangiarottiana diventa da questo punto di vista significativa, segnando l’incominciamento della forte saldatura tra il Mezzogiorno con Milano e l’area lombarda, che avrebbe di lì a poco condotto altri architetti, strutturisti e imprese del nord Italia a insediare nelle campagne meridionali veri e propri modelli d’importazione. Nel caso specifico della piana casertana si sarebbe trattato di un vasto campionario architettonico d’autore generato da una sperimentazione di alta qualità in un ambito geografico relativamente ristretto e di cui la fabbrica Siag di Marcianise segna la fase aurorale, rappresentando una sintesi d’eccezione che condensa in un unicum spaziale il rapporto tra ideazione strutturale, processo tecnologico e inattesi sviluppi dell’espressività progettuale, consentendo alla prefabbricazione 10
Angelo Mangiarotti e la fabbrica SIAG
Il muro di cinta in corrispondenza dell’ingresso allo stabilimento Siag, Marcianise,1964. (Fotografia di Angelo Mangiarotti, ASM, Milano).
e all’edilizia industrializzata di esordire anche in questi territori. Mangiarotti, classe 1921, aveva già dato prova delle sue particolari abilità progettuali in particolare nell’ambito delle architetture industriali avendo realizzato in anni precedenti i depositi per materiali ferrosi a Padova, il magazzino e gli uffici Splügen Bräu a Mestre, oltre a numerose altre opere poi non eseguite come il serbatoio idrico nella campagna romana o una galleria del vento per le prove di automobili ad Arese. Ma la sua carriera, riletta retrospettivamente fino al momento dell’incarico per la Siag, bene chiarisce l’incessante e sicuro procedere nella direzione dei progetti per l’industria, consentendo di dimostrare, attraverso l’ideale ponte tra Milano e Marcianise, come dall’incontro tra due culture così diverse sarebbe nato un tipo nuovo di fabbrica capace di convertire, senza traumi, la statica ruralità di luoghi estranei all’innovazione in dinamico e progressivo processo di modernizzazione, diventando un riferimento per analoghi interventi futuri. Qui egli avrebbe ritrovato una comunità remota dal volto integro e incontaminato, come ricercata nelle altre sue esperienze passate, in cui gli sarebbe risultato naturale coordinare il ritmo del lavoro con quello dell’ambiente. Introduzione
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Angelo Mangiarotti 1942-1962: la prima stagione
La vita e le opere di Mangiarotti si snodano lungo un terreno solcato da molti altri progettisti nati intorno agli anni venti del Novecento, attraversando in gioventù quella parte di secolo che condizionerà profondamente il mestiere dell’architettura, con inevitabili contraccolpi sul senso della storia, il valore della tradizione, l’eredità dei modelli. La sua formazione, erratica e discontinua, avviene nel clima traumatico della guerra e delle grandi tensioni morali e intellettuali che a essa sarebbero seguite, passando nel volgere di pochi anni da una condizione di disagio e incertezza a un’altra, di segno opposto, di attese e ritrovata speranza. Terminati gli studi per geometra e conseguita anche la maturità artistica all’Accademia di Brera approda ventenne al Politecnico di Milano e dopo «due o tre esami»1 sarà chiamato alle armi per il servizio di leva militare; poi nel settembre del 1943 alla costituzione del Partito Fascista Repubblicano per sfuggire al richiamo di Mussolini, che ordina di riprendere i combattimenti al fianco della Germania, attraversa clandestinamente il confine svizzero insieme alle tante reclute in cerca di rifugio2. A partire da questo momento la biografia di Mangiarotti è esemplare per la crucialità degli eventi che lo portano a vivere insieme ad altri giovani esuli un’esperienza drammatica ma al tempo stesso utile a infondergli gli stimoli generatori di una nuova poetica architettonica. Durante l’esilio, infatti, per i militari e civili estranei al fascismo fuggiti dall’Italia, l’istituzione nel 1944 dei campi universitari consente di riprendere il lavoro intellettuale brutalmente interrotto dalla guerra, in un Tra guerra e formazione. Ritratto di un giovane studente
1. Angelo Mangiarotti: il disegno della materia, in Duva Deborah et al. (a cura di), Maestri del design: Castiglioni, Magistretti, Mangiarotti, Mendini, Sottsass, postfazione di Lisa Ponti, Bruno Mondadori, Milano, 2005, pp. 70-114, in particolare p. 72. 2. Broggini Renata, Terra d'asilo: i rifugiati italiani in Svizzera, 1943-1945, Bologna, Società editrice il Mulino, 1993, p. 80.
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Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini (calcolo delle strutture), edificio per abitazioni in via Gavirate, il volume di collegamento con i sistemi di risalita, Milano, 1959. (Fotografia di Giorgio Casali, ASM, Milano).
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Angelo Mangiarotti e la fabbrica SIAG
Dettaglio dell’attacco a terra delle solette circolari a sbalzo, Milano, 1959. (Fotografia di Giorgio Casali, ASM, Milano).
fissando con opere come appunto la chiesa della Mater Misericordiae di Baranzate (1957), l’edificio in via Quadronno (1960) o il deposito per materiali ferrosi di Padova (1958) in forme intenzionalmente materiche il rapporto tra l’architettura e il progredire tecnico, rivelatorio di una nuova espressione strutturale. In una prima significativa rassegna della loro intensa produzione Pier Carlo Santini ne rimarca gli aspetti specificamente tecnologici, sottolineando come, in opposizione alla maggior parte dei progettisti coevi, «le deux architectes n’ont pas hésité, avec une indépendance totale à l’égard de tout idéal “classique”, à employer les moyens de construction les plus modernes, en mettant au contraire en relief leur importance et leur nature particulière. On pourrait même ajouter que leur object le plus évident a été de donner un sens insolite à des éléments et à des solutions réservés normalment à d’autres emplois; et, plus généralment, que leur aspiration (habituelle d’ailleurs) est celle d’utiliser des moyens, des procédés, des matériaux et des arrangements conçus sur des bases technologiques et industrielles, sans renoncer pour autant à aucune valeur d’expression»61. 61. Santini Pier Carlo, Angelo Mangiarotti Bruno Morassutti, in “Zodiac”, 15, maggio 1959, pp. 170179, in specie pp . 175, 178.
1942-1962: la prima stagione
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Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini (calcolo delle strutture), chiesa della Mater Misericordiae, vista del dispositivo costruttivo terminato, Baranzate, Milano, 1957. (Fotografia di Angelo Mangiarotti, ASM, Milano). Vista della facciata esterna da nord-ovest, Baranzate, Milano, 1958. (Fotografia di Angelo Mangiarotti, ASM, Milano).
Il fronte principale del complesso di Baranzate, Milano, 1958. (Fotografia di Giorgio Casali, ASM, Milano). Vista della facciata esterna da nord-ovest, Baranzate, Milano, 1958. (Fotografia di Angelo Mangiarotti, ASM, Milano). Veduta interna dell’aula liturgica, Baranzate, Milano, 1958 (pagina seguente). (Fotografia di Giorgio Casali, ASM, Milano).
La fabbrica SIAG e la sua costruzione, 1962-1964
La costituzione del gruppo Siag, Società italiana per la produzione di agglomerati di sostanze vegetali o minerali, avviene a Napoli il primo settembre del 1961, grazie all'operato di diversi animatori tra i quali il piemontese Riccardo Ottolenghi (1885-1971), specializzato nelle tecniche di lavorazione del legno, la cui storia industriale affonda le radici nella stagione pre-bellica. Ottolenghi, infatti, già fondatore nel 1920 dell’azienda Cassin, trasformata poi in Incisa_Industria nazionale compensati impiallacciature segati e affini, realizza nel successivo ventennio quattro stabilimenti, tre a Lissone, nel cuore della Brianza, e uno nell’allora Stato libero di Fiume, oggi città della Croazia, che raggiungeranno gli oltre duemila dipendenti. Nominato nel 1934 Cavaliere del Lavoro1, guiderà l’Incisa con la carica di consigliere delegato e direttore generale2 dedicandosi con impegno nel percorso di trasformazione di uno dei maggiori complessi industriali di legni tranciati e compensati in Europa e giungendo ad aprire nel corso del tempo dieci filiali, quattro società controllate, e una propria agenzia di acquisto di legname del Gabon, particolarmente indicato per la produzione di sfogliati e segati, di provenienza africana. Nel 1938 il diffondersi delle leggi razziali costringe l'industriale, di origine israelitica, a cedere le sue azioni della Incisa e a espatriare in Argentina dove, tuttavia, continua a mostrare profondo interesse per questo settore impegnandosi in analoghe iniziative industriali e commerciali. Animato dallo stesso entusiasmo, una volta rientrato in Italia La Società Italiana Agglomerati di Riccardo Ottolenghi
1. Archivio Storico della Federazione Italiana dei Cavalieri del Lavoro, Roma, (d’ora in poi ASFNCL), Busta CXXXVI, Posizione 9. 2. Ribera Adriano, La lunga strada del legno. Uomini e fatti dal 1922 al 1978, Lampi di stampa, Vignati, 2013, p. 52.
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Dettaglio del nodo pilastro cruciforme e travi principali, Marcianise, 1962. (Fotografia di Giorgio Casali, ASM, Milano) Due vedute degli attraversamenti esterni del corpo delle abitazioni e dei servizi, Marcianise, 1964. (Fotografie di Giorgio Casali, ASM, Milano). Veduta dall’alto del corpo delle abitazioni, dei servizi e dei garages, Marcianise, 1964 (pagina seguente). (Fotografia di Angelo Mangiarotti, ASM, Milano)