ISBN 978-88-6242-069-3 Prima edizione Italiana, Novembre 2012 © 2012, LetteraVentidue Edizioni © 2012, Isotta Cortesi tutti i diritti sono riservati
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Indice/Contents 1 Diario didattico/Journal Esperienze di pedagogia dell’architettura
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2 Concorsi/Design Competition Riqualificazione dell’area ex Feltrificio Veneto a Venezia-Marghera Central Open Space in Multi-functional Administrative City, Corea Il paesaggio ritrovato. Riuso di cave lungo il fiume Enza Realizzazione del parco urbano a Bagnoli Caos: ordine e disordine nel giardino contemporaneo a Chaumont sur Loire
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3 Laboratori del progetto/Workshops Le forme dell’abitare lungo il fiume Anapo La trasformazione della diga foranea del Golfo di La Spezia Il paesaggio fluviale del Coriglianeto Parco produttivo per la Davines a Parma
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4 Tesi di laurea/Thesis Progetto per un edificio a torre di arte, musica e spettacolo a New York Un nuovo abitare per il vecchio quartiere di San Berillo a Catania Riqualificazione del campo di concentramento di Vittoria Bucarest e la città dei bambini: la rinascita di un quartiere urbano Il muro nell’abitato consolidato a Betlemme Progetto di riuso dello scalo Farini: un parco botanico a Milano Paesaggio e commemorazione tra passato e presente: la foiba 149 nel Carso triestino Sistema di spazi pubblici nel centro storico di Teramo Valorizzazione del lungomare e dei Bagni Lido di Rapallo Madrid: dal vuoto urbano al parco Riqualificazione urbana per Piazza Caricamento a Genova Ricostruire il paesaggio costiero: una residenza a Punta Colonna di Bonassola
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Diario didattico Esperienze di pedagogia dell’architettura Isotta Cortesi
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Premessa Questo racconto restituisce il mio percorso decennale nell’insegnamento della composizione e della progettazione architettonica svolto nei laboratori dei corsi di laurea e negli approfondimenti delle tesi di laurea. L’esposizione del procedimento pedagogico delle discipline progettuali resta, infatti, l’argomento fondamentale di questo testo elaborato per chiarire le ragioni delle ricerche svolte e il loro valore nell’ambito didattico. In primo luogo è necessario soffermarsi, quale introduzione, su un tema poco discusso nell’attualità italiana, la trasmissione del sapere e le modalità con le quali questa si attua all’interno delle diverse scuole di architettura nell’ambito particolare della composizione: la pedagogia del progetto di architettura, quindi, o, per utilizzare una terminologia più diffusa, “il metodo didattico”. In particolare m’interessa sottolineare l’anomalia della scuola di architettura italiana, dove raramente si assiste ad un confronto aperto tra i diversi apporti pedagogici dei docenti, dove si attuano modalità esclusive volte alla dimostrazione del primato del singolo, privilegiando la riconoscibilità degli esiti didattici progettuali o delle tecniche di rappresentazione in nome dell’affermazione di una sterile identità di scuola. La pedagogia è, oggi, un tema decisivo rimasto, per lo più, ai margini della discussione nelle scuole di architettura, dove alcuni docenti non hanno una specifica e coerente formazione anche se questo non esclude una naturale attitudine all’insegnamento. Spesso i docenti, occorre dirlo, sono dei veri e propri a-sistematici autodidatti, che operano attraverso metodi empirici di volta in volta corretti ed adeguati, fondati quasi esclusivamente sulla propria occasionale esperienza. Per un valore della pedagogia La figura più significativa di docente che, nella scuola italiana, ha percepito con chiarezza, a partire dai primi anni trenta, la necessità di una riflessione sulla disciplina relativa ai problemi dell’educazione dal punto di vista teoretico-didat-
Preface This narrative illustrates my ten years’ experience of teaching Architectural Design as well as my tutorial work as thesis advisor. The description of the pedagogical processes of design disciplines is, in fact, the fundamental topic of this text developed to clarify the reasons of my academic research and their value in teaching. First, it is necessary to consider, as an introduction, a subject little discussed today in Italy, i.e. the transmission of knowledge and the ways in which this takes place within the various schools of architecture in the particular context of the design discipline: the pedagogy of architectural design, or, to use a more widespread term, “the teaching methodology”. In particular I am interested in emphasizing the anomaly of the Italian architecture schools, where there is seldom an open confrontation between professors’ different pedagogies. Pedagogy is, today, a crucial theme which has remained in Italy, for the most part, on the fringes of discussion in architecture schools, where some professors have no specific consistent training – which does not exclude a natural aptitude for teaching, however. Often the professors in this area, it must be said, are genuinely asystematic and self-taught, operating through empirical methods from time to time corrected and adjusted, those are based almost exclusively on their own occasional experience. Giving Pedagogy Value The most significant figure of a professor who, in the Italian school, clearly perceived, from the early thirties, the need for a call to reflection on the rules governing educational problems from the theoretical-didactic standpoint, was, undoubtedly, that of Ernesto Nathan Rogers1 who, in the pages of his writings, continually brought attention back to the problem of teaching. Of course, one cannot deny the direct influence on him, in his teaching methodology, of Walter Gropius and the Bauhaus method, a “democratic school, founded on the principle of collaboration between professors and students”2. This analogy and descent is evident when Rogers says that the architectural profession “is acquired only by knowing the crafts of artisans and workers who contribute to construction, consequently I wish there to be practical exercises in which students could, with their own hands , build a brick wall, [...] that is, learn how to do things. On the other hand, we must also learn to think”3. We can recognize in Rogers’ words the meaningfulness of the overlap between “the moment of theory and that of practice”. But again, we can recognize that faith, shared with Walter Gropius, in pedagogy, which is seen as a moment of idealism, working on a conscious and responsible transformation of the world and thus “teaching becomes more and more a conversation
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rendevano impenetrabile lo spazio del bosco. Alcune strutture lineari in calcestruzzo apparivano dal suolo tra le radici, vecchi bacini di carenaggio per l’ammaraggio di navi da guerra: Jones Point era stata una zona militare segreta. Questo era il punto estremo a sud (segnato da un cippo bianco) del tracciato geometrico generatore del quadrato del District of Columbia. Si trattava di una penisola artificiale, protesa nel fiume, ove un piccolo faro, edificio privo di profondità volumetrica, poiché alcuni pannelli lignei ne oscurano le aperture, rimaneva ora l’unica presenza costruita. Il progetto procedeva non per episodi puntuali e volumetrici, ma piuttosto come un processo progressivo che costruiva un nuovo paesaggio produttivo sulle sponde del fiume Potomac disegnando alcuni elementi e temi: le serre, gli orti, il bosco ceduo, alcuni vigneti e frutteti, e infine a Jones Point, la coltivazione, in acque poco profonde, di Hydrilla, un’alga di acqua dolce, che con modalità stagionali invadeva il fiume. Il progetto prevedeva la trasformazione dei detriti vegetali, esiti di un disastro ecologico, in materia prima per la produzione di carta. Gli snodi del traffico divenivano isole protette e inaccessibili sulle quali impiantare boschi cedui ed aree di compostaggio. Oggi negli Stati Uniti, dopo diciassette anni da questa proposta allora insolita, l’alga viene coltivata per produrre biomassa e io stessa ho potuto realizzare, più tardi, alcuni boschi di biocompensazione lungo svincoli interclusi. La strategia progettuale traeva ragione dal carattere stesso del luogo: mutevole, topografico e materico, ossia si scavava, si sottraeva, si depositava, si aggiungeva materia trasformando il margine della costa fluviale frutto dell’imbonimento. La sua natura instabile e mutevole era diventata la ragione costitutiva del progetto. Là dove si costruivano le navi da guerra permanevano le
ty or personal language, but rather, participation in a rapidly changing process and a comparison so that the design studio was at one and the same time, an opportunity for learning and a critical path regarding the individual contribution and personal attitude towards design ability, in comparison with peers. Thus was highlighted a difference between the individual built results, just by comparison (using illustrations of public works under progress). Corrections were carried out by the professor as exhortations to do better, with greater intelligence and passion, since for Waldman training responsibility passed via positive thinking, even if his words, for some so inspiring and revealing of unknown worlds, for others were obscure and uncertain since he spoke through episodes experienced personally or perhaps only dreamed of, which seemed almost like legends that had garnered ancient myths, contaminations between the north and south of the American continent. Experimentation Time: the Design in the Metropolis Again while studying at the University of Virginia, in the following months, I developed a different project in another place: an opportunity for study and research on the Upper West Side, Manhattan, New York41. Broadway is located east of the site and runs, in this stretch, in a north-south direction, parallel to the Hudson, over a steep slope where the freeway hugs the river. The surface of Manhattan is only apparently flat, here it reveals a topography where the elevations attest the existence of significant variations. A drop of six meters defines the longitudinal edges of the project area. There is a garden located high up, abounding in vegetation, known as Sakura Park, with a stone wall that accommodates the embankment, visible and designated by buttresses.
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2. concorsi 63
Riqualificazione dell’area ex Feltrificio Veneto a Venezia-Marghera 2008
Isotta Cortesi, capogruppo gruppo di progettazione: Jacopo Baccani, Veronica Rusca, Nicola Lunardi, Lorenzo Trompetto
Isotta Cortesi
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La nuova città di Mestre. In architettura le tendenze espressive e le diverse pratiche del presente, peraltro esibite con enfasi nelle ultime biennali di architettura veneziane, costituiscono solo alcune delle argomentazioni che influenzano direttamente l’attualità del progetto e del suo continuo trasformarsi. Troppo spesso la progettazione avviene attraverso l’esemplificazione di modelli convenzionali ricadendo in un mero rammento storicista, oppure si limita ad emulare l’attualità europea, senza colmare le lacune teoriche, e così, il più delle volte, nei progetti si ricade in una condizione di formalismo citazionista, che rincorre il susseguirsi delle mode. L’attuale proposta progettuale ha l’obiettivo di stabilire esattamente le
The New Town of Mestre. In architecture, trends of expression and the different practices of the present, an emphasis also exhibited at the latest Venice International Architecture Exhibition, are just some of the questions that directly affect the timeliness of a project and its unending transformation. Too often the design is produced through an exemplification of conventional models that fall prey to mere historicist memory, or simply emulate the current European situation, without filling the theoretical gaps. As a result, in many cases, these projects fall into a condition of quotational formalism, that pursue the eternal procession of fashions. The current project proposal aims to precisely establish the resources of the
in queste pagine: viste del progetto da via Fratelli Bandiera e vista aerea complessiva.
water that flows down the grassy slope while the marsh vegetation is distributed among parterres and terraces. Ordering in line with history: projects and competitions for Mestre, Marghera and Venice. Porto Marghera, the industrial front of the town of Mestre, was built on lagoon land, often reclaimed. For many decades, Mestre has sought an identity through architectural projects. The first hypotheses for urban growth took their cues from the provisions of the Mestre Plan of 1937, an urban renewal project never approved since it was interrupted by World War II. After the war, the criticality of the city centre was brought to light at the Fifth National Urban Planning Congress (1954) by Giuseppe Samonà, which reported on the programme ideas of the new plan which Venice would go on to adopt as a regulatory tool. Thus focus was brought on the special relationship the city had established with its
complementary satellite nuclei: Porto Marghera and Mestre. In particular, Venice’s expansion onto the mainland, induced by its port activities, turned Mestre, with its uncontrolled growth in building, into a peripheral development, “urbanizing previously uninhabited areas adjacent to the city in an abnormal way and seemingly without any logical order”1, and the Porto Marghera industrial area which eliminated the sea-front towards the city with its shoreline growth. Never have the words of Samonà seemed as relevant as they do today, predicting that as the condition of disorder tends to stabilize, in a hoped-for future, “Mestre will become a permanently settled society and this suburb will turn into a city centre [...]. Venice can benefit from the stabilization of Mestre’s social phenomena, since [...] the stability of economic interests and productive labour [...] will be of direct benefit to the whole Venetian commu-
nity”2. Here the project intervention finds its raison d’etre in a territorial-scale renewal. The present condition of this city with its singular development, enables us to recognize that Samonà had foreseen with his mind’s eye what the new plan of the city, today in unison with the Urban Plan, aimed to achieve: the desire for a city/landscape, based on a system of specifically localized relations and functions (the historical city, the production centre, the Maritime Station, the Science and Technology Park, the Fusina Terminal, the Airport expansion ...), with Mestre as a keystone for the hinterland. The research developed by Egle Trincanato3 in the first half of the fifties expresses that unique identity of the individual “communities of the Venetian lagoon,” and highlights that particular characterization of the places which, in fact, identify diversified origins and a specific individual character, while
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Central Open Space in Multi-functional in Multi-functional administrative city Administrative City Korea Corea 2007
Isotta Cortesi,Isotta capogruppo: capogruppo Cortesi collaboratori: gruppo di progettazione: Roberta Maiorana, Roberta Maiorana, Camilla Ponzano, Camilla Ponzano, Francesca Musa, Francesca Crovetto, Musa, Francesca Veronica Crovetto, Rusca, Caterina VeronicaRiccioni, Rusca, Caterina Maya Kreuze Riccioni, Maya Kreuze Isotta Cortesi
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La proposta concorsuale sperimenta la strategia per la costruzione di un centro urbano di una nuova città di fondazione costruita nell’immediato futuro sulle rive del fiume Geum in Corea. Il centro della città, questa volta, è una vasto sistema destinato a spazio pubblico che afferma, all’inizio del nuovo millennio, la supremazia della vocazione paesaggistica nella costruire la struttura della città contemporanea. Il paesaggio esitente è affascinante e, nonostante l’urbanizzazione progressiva, deve essere preservato: una natura diversificata con viste scenografiche, montagne e foreste, ampi spazi aperti e la vastità del corso del fiume che si allontana all’orizzonte.
The competition entry experiments with a strategy for building an urban centre for a new foundation city to be erected, in the near future, on the banks of the river Geum in Korea. The centre of the city this time is a vast system given over to public spaces which, at the beginning of the new millennium, affirms the supremacy of the landscape in constructing the layout of a contemporary city. The existing landscape is fascinating and, despite progressive urbanization, must be preserved: diversified nature with scenic views, mountains and forests, wide-open spaces and the vastness of the river that disappears over the horizon. The goal of our project is to preserve and integrate the existing landscape
L’obiettivo della nostra proposta progettuale è conservare ed integrare gli elementi paesaggistici esistenti per costruire la direzione di sviluppo per il futuro della nuova città. Di fronte alla vasta scala spaziale ed alla estesa durata temporale del progetto, viene attribuita una rilevante importanza alla flessibilità del processo, che genera un sistema dinamico capace di trasformare sia la nuova struttura urbana sia il sistema di spazi pubblici. Questo processo consente sempre l’utilizzo degli spazi aperti nelle diverse fasi, sino a quando il luogo diverrà un parco pubblico posto al centro della città: spazio per incontri, per attività sportive e per il tempo libero. Con la definizione del Central Open Space (il nuovo parco, secondo il bando di concorso, non ha un nome, ma è identificato come “spazio aperto”) vengono inserite funzioni urbane culturali e ricreative, organizzate secondo diversi temi: i percorsi veicolari, quelli pedonali e ciclabili, i poli culturali, i centri ricreativi ed il corridoio ecologico fluviale. La natura nella nostra proposta, viene rappresentata come processualità: il progetto principia dalla struttura esistente dei campi coltivati e stabilisce una dinamica trasformativa del modulo geometrico agricolo che nel tempo diviene uno spazio funzionalmente attivo. Il paesaggio è un sistema in evoluzione, un processo costitutivo, che
elements to build future trends for the development of the new city. In front of the large spatial scale and extended arc of time of the project, prominence is given to the flexibility process which generates a dynamic system capable of transforming, for better adaptation to change, both the growth of new urban structures and the system of public spaces. This process allows more use of open spaces at different stages, until the place becomes a public park for the city centre, a meeting place for sports and leisure. With the establishment of the Central Open Space (the new park, according to the competition, shall have no name, but will be identified simply as “the open space”) comes the addition of urban facilities and cultural and recreational activities, organized according to various themes: vehicular routes, pedestrian and cycle paths, cultural centres, recreational centres and an ecological river corridor. The nature of our proposal is being represented as processuality: the project begins from the existing layout of cultivated fields and establishes a transformative dynamic of the geometric agricultural module which, with time, will become a functionally active space. The landscape is an evolving system, a constitutive process, which transforms the open fields into urban clearings. The extant agricultural fields, the places of production and cultivation continue to exist as they are gradually transformed and partially cancelled by
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