FEDERICO VERDEROSA
dentro / fuori le mura due residenze universitarie a Perugia
04 Collana Alleli / Project Comitato scientifico Edoardo Dotto Nicola Flora Antonella Greco Bruno Messina Stefano Munarin Giorgio Peghin – I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review
ISBN 978-88-6242-301-4 Prima edizione Marzo 2018 © LetteraVentidue Edizioni © Testi: Federico Verderosa © Fotografie: Chiara Arturo, Archivio Verderosa È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico e impaginazione: Claudia Ferrini, Federico Verderosa Editing: Claudia Ferrini LetteraVentidue Edizioni Srl Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italy Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni
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p r e fa z i o n e Biografie di pietra / Francesco Rispoli introduzione L’architettura narrata Due progetti per Perugia Progettare per il territorio Città, architettura, università Innovazione e tradizione nell’edilizia universitaria Dentro e fuori le Mura capitolo i
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La Casa dello Studente di via Innamorati
Itaca International College La fabbrica dell’edificio L’intervento strutturale Tecnologia ed ecologia La realizzazione
capitolo ii La Nuova Residenza Universitaria L’architettura della residenza L’integrazione con il contesto Principi di sostenibilità Tra natura e artificio appendice antologica Il piano nazionale di interventi per le residenze universitarie / Adolfo Baratta Un Ateneo in forma di città / Paolo Belardi Bibliografia / Federico Verderosa Biografia / Federico Verderosa
INTRODUZIONE
Due progetti per Perugia Federico Verderosa
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Progettare per il territorio –
Perugia e il suo territorio rappresentano il punto di inizio del presente studio. A partire dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso la città ha vissuto uno sviluppo consistente che ha determinato un’espansione urbana e ha richiesto nuove strategie di governo del territorio. Le diverse amministrazioni pubbliche hanno attuato da un lato una serie di iniziative volte al riuso del patrimonio esistente, solitamente concentrate all’interno delle mura urbiche, dall’altro una politica di incentivi tesi a favorire una nuova edilizia lungo inediti assi urbani, talvolta per rigenerare ampie porzioni di città e di territorio. Il tema del “costruire nel costruito” è presente nel dibattito pubblico e specialistico da molti anni: in accordo con il pensiero di Francesco Rispoli, è opportuno sottolineare come, in architettura, proprio in questo ambito si impongano con estrema evidenza le questioni delle relazioni delle parti tra di loro e/o con il contesto e come l’analisi di ciò che preesiste ad un intervento diventi, essa stessa, momento del progetto. Esplorare un determinato sito, indagarne il principio insediativo, verificarne i tracciati, le lacune, le possibili suture è come preparare i margini di un tessuto lacerato ad essere legati e cuciti. Il riuso inoltre, come illustrato da Rispoli tra le pagine di Forma data e forma trovata. Interpretare / progettare l’architettura, assume ragion d’essere se considerato come codifica critica dell’esistente, in rapporto alla trasformazione del suo contesto e alla sua storia, e perciò fuori dalla visione della pura e semplice conservazione. Ugualmente e in più ampia scala, ogni nuova costruzione si origina da urgenti tensioni conoscitive e proiettive che accompagnano l’inserimento dell’edificio nel contesto territoriale ed ambientale. L’architettura è infatti chiamata a svolgere non solo una mera operazione attuativa, ma anche ad implementare le potenzialità del territorio; inoltre in risposta alla sfida della globalizzazione può indicare modelli di sviluppo autosostenibili e autoriproducibili, incentivare la rivalutazione dei particolarismi e sostenere la
Mappa della città di Perugia: le mura e le due residenze universitarie.
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primo è quello del consumo sfrenato di territorio voluto dalla speculazione edilizia e fondiaria, codificato da una pianificazione urbanistica scellerata, avallato da una classe politica ancora oggi compiacente. Strade, autostrade, zone industriali, commerciali e residenziali in continua espansione, anche in presenza di una ormai più che decennale stasi demografica da un lato e di una ormai ampiamente definita tendenza allo sviluppo immateriale, alla terziarizzazione e alla informatizzazione di processi industriali e quindi ad una potenziale riduzione delle superfici occupate, rappresentano una grave situazione di inquinamento urbanistico. Da questo si determina l’inquinamento di aria, acqua, suolo, più combattuti solo perché più evidenti o più immediatamente percepibili. Il secondo livello è quello della pericolosità delle tecniche costruttive e dei materiali utilizzati in edilizia: migliaia di prodotti per lo più sintetici a base di sostanze petrolchimiche di riconosciuta tossicità rendono il cantiere un impianto produttivo ad alto rischio e l’aria che respiriamo tra le mura degli edifici molto più inquinata di quella già pessima che respiriamo fuori. Il terzo è quello del consumo di energia, della distruzione di risorse, della produzione incontrollata di scorie e rifiuti determinati dalle attività del costruire e dell’abitare. Tutto ciò è stato provocato da un progressivo distacco voluto, cercato, codificato nella fase culminante dell’epoca industriale per razionalizzare e rendere più controllabile il processo produttivo, tra l’uomo ed il senso e l’effetto delle sue azioni. Se, in sostanza, nell’epoca preindustriale sussisteva tra vivere, produrre merci e trasformare il territorio un rapporto molto stretto, quasi sempre comprensibile per chi operava, in termini di leggibilità fisica del percorso della propria attività e quindi del suo senso (per esempio: pianto alberi, li taglio al momento di massima crescita, ne faccio travi e tavole che uso per costruire tetti e solai; oppure cavo argilla, la impasto e le do forma attraverso stampi, la faccio essiccare o cuocere e con i mattoni prodotti costruisco muri) oggi questo non avviene più. Le azioni risultano separate, l’articolazione del processo produttivo ha raggiunto livelli impensabili, le merci non hanno più nessun rapporto diretto con il territorio in cui 20
Veduta da via Cesare Battisti: Itaca International College, il Rettorato e l’Aula Magna dell’Università degli Studi, le residenze universitarie di G. Nicolosi.
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Veduta da una finestra dell’Itaca International College: il perimetro delle mura etrusche con la cattedrale di San Lorenzo.
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CAPITOLO I La Casa dello Studente di via Innamorati
Itaca International College
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La fabbrica dell’edificio –
Padiglione A, Casa dello studente, Collegio di via Innamorati sono solo alcuni dei nomi che nel corso degli anni hanno designato un edificio di grande pregio architettonico, situato in uno dei luoghi più belli di Perugia e in pieno centro storico tra i giardini prospicienti via Innamorati, il Rettorato, l’Aula Magna e i Dipartimenti della cittadella universitaria. Questa nobile ed elegante villa immersa nel verde fu costruita tra il 1850 e il 1900 come residenza della perugina famiglia Pernossi, il cui capofamiglia, Enrico, fu Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della cittadina umbra nel 1889. È possibile precisare la datazione del fabbricato attraverso l’analisi conoscitiva e storico–visiva: la conformazione, lo stile architettonico neoclassico e la qualità dei materiali impiegati motivano l’appartenenza del Padiglione A all’ambito dell’edilizia tradizionale, qualificandolo come “edificio storico”. Nella classificazione di questa categoria non rientrano infatti i soli casi di edilizia monumentale (individuati e tutelati dalla l. n.°1089/39 o, in ogni modo, assoggettati al procedimento di vincolo previsto dal Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali), ma anche quelli di origine tradizionale, reputata parimenti degna di speciale attenzione ed interesse. Giunto fino a noi e ancora utilizzato dopo più di un secolo di vita, il Padiglione A costituisce nel suo complesso una preziosa testimonianza dell’identità storica e culturale della città, per la specificità e la leggibilità della sua tipologia architettonica, per la tradizione che rappresenta, per la cultura materica di provenienza locale cui fa ricorso e per la presenza di specifici apparati decorativi. Nella prima metà del Novecento, presumibilmente negli anni Quaranta, i proprietari conferirono la villa in donazione all’Università di Perugia: venne così adibita a collegio per studenti e intitolata ad Enrico Pernossi. A questo periodo risalgono le prime modifiche interne e la sopraelevazione dell’attuale ultimo piano con la realizzazione di una nuova copertura, del tipo in laterizio armato, in accordo con il mutato periodo storico. Nel 2004 l’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria, da sempre attenta ad una politica a servizio degli studenti, ha deciso di includere 43
all’economicità, quanto piuttosto alle opportune migliorie apportabili all’opera stessa in termini di qualità e costruzione a regola d’arte. La gara, espletata nel dicembre dello stesso anno, è stata assegnata ad un’impresa che già in precedenza si era occupata di interventi con caratteristiche simili e distinta per l’acuto impiego di strumenti tecnologici, materiali e prodotti in campo edile. L’anima del progetto dedicato al Padiglione A consisteva in un insieme di azioni sinergiche in grado di intervenire sull’esistente nel rispetto dei caratteri propri dell’edificio e del territorio. Il concept ha preso avvio dall’analisi attenta dei luoghi, dell’edificato e da molteplici considerazioni sul valore della memoria e della tradizione, assunte quali elementi informatori e fonte di ispirazione per le più innovative strategie da mettere in atto. Ha inoltre contemplato una funzione urbanistica, utile per la rilettura dei vuoti urbani limitrofi. L’intero progetto si è caratterizzato per una tensione preminentemente conservativa, lo studio di compatibilità con gli aspetti storico ambientali, l’attenzione al possibile reimpiego di materiali e tecniche tradizionali, la ricerca di un adeguato livello di qualità. Ha puntato all’eliminazione del maggior numero possibile di carenze strutturali e al miglioramento significativo del comportamento della struttura come contrasto all’evento sismico, in un’unione contestuale di compatibilità, sicurezza, conservazione, funzionalità. Ha mirato poi all’adeguamento funzionale e impiantistico dell’edificio attraverso una progettazione attenta all’efficienza energetica. Il progetto poneva una sfida interessante: la realizzazione di una fabbrica caratterizzata da un comportamento virtuoso e sinergico tra muratura storica, tecnologia e nuovi impianti, in grado di dare risposte efficaci alle mutate esigenze di fruizione e di ottenere significativi miglioramenti nella gestione e nel controllo. Inoltre, se, da un lato, l’intervento su un edificio storico imponeva vincoli e limitazioni nella progettazione dell’adeguamento strutturale, dall’altro assicurava libertà espressiva nel disegno degli interni, offrendo la possibilità di restituire una struttura moderna, funzionale e sicura in linea con gli standard internazionali. 48
Padiglione A Itaca International College Padiglione C
Dipartimento di Fisica e Geologia Dipartimento di Giurisprudenza
Padiglioni di via Faina
UNIVERSITĂ€ DEGLI STUDI DI PERUGIA Aula Magna Rettorato
Padiglione D
Mensa Centrale + 110diecicaffè Dipartimento di Matematica
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Dipartimento di Economia
Dipartimento di Economia
Prospetti e sezione longitudinale. Schemi con indicazione degli ambiti funzionali: residenza, servizi culturali, didattici, ricreativi, di supporto, gestionali e amministrativi.
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LIVELLO 3 (+ 10,94 m) AF1 - Residenza: camera singola (4), camera doppia (5) C - Accesso e distribuzione
LIVELLO 2 (+ 7,67 m) AF1 - Residenza: camera singola (4), camera doppia (5) C - Accesso e distribuzione
LIVELLO 1 (+ 4,42 m) AF1 - Residenza: camera singola (4), camera doppia (5) C - Accesso e distribuzione
LIVELLO 0 (0,10 m) AF1 - Residenza: camera singola (2), camera disabili (2) AF2 - Servizi culturali: sala studio (1), biblioteca (1) AF4 - Servizi di supporto: ufďŹ cio (1) C - Accesso e distribuzione
LIVELLO -1 (- 3,03 m) AF1 - Residenza
AF2 - Servizi culturali: sala riunioni e polivalente (1)
AF3 - Servizi ricreativi: sala musica e tv (1)
AF4 - Servizi di supporto: lavanderia/stireria (1) AF5 - Servizi gestionali e amministrativi: deposito biancheria (1), guardaroba (1), archivio (1) C - Accesso e distribuzione Servizi tecnologici: locali tecnici (3)
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Padiglione A
Padiglione D
giorni su sette e con l’introduzione della scheda magnetica per l’accesso degli ospiti, è stata così assimilata a quella delle moderne strutture alberghiere. I percorsi che si snodano a partire dall’ingresso consentono il collegamento non solo tra le unità ambientali di questa residenza ma anche con quelle nelle immediate vicinanze. Contestualmente, favoriscono lo svolgimento di attività accessorie o complementari alle funzioni residenziali e di servizio, fungendo da spazi per l’attesa e la sosta, per il relax e per l’incontro. Consentono inoltre una fruizione autonoma da parte di tutti gli studenti e degli utenti esterni. A tal fine ogni ambito funzionale e tutte le diverse unità ambientali sono state rese facilmente riconoscibili con accorgimenti atti a facilitare l’orientamento di tutti gli avventori, in rapporto alle variabili capacità fisiche, sensoriali e percettive. I punti di accesso alle parti residenziali e alle parti di servizio sono chiaramente distinguibili e raggiungibili senza interferenze: dall’atrio di ingresso si procede con immediatezza verso le scale e gli ascensori, comunque segnalati efficacemente fin dalla porta di ingresso. La casa dello studente, un edificio con pianta rettangolare costituito da cinque piani di cui uno seminterrato e quattro fuori terra, ospitava in precedenza 67 posti letto, relegati in ambienti stretti e angusti e corredati da servizi igienici comuni nei corridoi. Nella configurazione del nuovo college, attraverso la riduzione del numero di posti letto, è stato possibile determinare 41 alloggi, divisi in sedici stanze singole e quindici doppie, di cui due per portatori di handicap, tutti 54
Via F. Innamorati
Profilo
dotati di servizio igienico esclusivo. A diretto contatto spaziale e funzionale con le camere vi sono i soggiorni di piano, opportunamente attrezzati e di superfici adeguate ad ospitare riunioni conviviali. All’interno della residenza si trovano poi spazi dedicati nei quali è possibile svolgere attività di studio individuale o a piccoli gruppi che, per la necessità di dotazioni speciali, non possono essere risolti nella stanza singola. Vi figurano inoltre locali destinati alle attività di riunione, di associazione e di supporto alla didattica autogestite, nonché sale comuni impiegate per la visione collettiva di film o per l’ascolto collettivo di musica. Tutti gli ambiti spaziali legati ai servizi culturali e ricreativi sono localizzati al piano terra e al piano seminterrato, quindi in zone facilmente accessibili dall’esterno. Tra i servizi di supporto è stato previsto uno spazio adibito a lavanderia/essiccatoio per l’autogestione del piccolo bucato con lavabiancheria ed essiccatoi rotativi a gettone. Tutti gli spazi di servizio, collocati nel piano seminterrato, sono riservati al supporto delle attività di manutenzione ordinaria della residenza, come la pulizia, le piccole riparazioni di routine, il magazzinaggio della biancheria e della mobilia. Sono magazzini e spogliatoi del personale impegnato nella gestione, office di piano dove è possibile riporre materiale, office di hall, cabine di controllo, servizi igienici aggiuntivi per ospiti o per casi di emergenza. Oggi la struttura è adibita ad usi istituzionali, di rappresentanza e missioni universitarie: una foresteria aperta a studenti, ricercatori, professori e convegnisti. 55
Veduta dall’Aula Magna dell’Università.
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La sala lettura al livello 0.
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Una camera doppia. 72
Una camera singola.
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Sintesi dell’intervento strutturale e dettaglio della facciata.
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1 Capriata in legno lamellare abete 2 Arcareccio in legno lamellare abete 3 Tavolato in abete 4 Pannello coibentante in fibra di legno HD 5 Telo impermeabile traspirante 6 Guarnizione per chiodatura 7 Listello (ventilazione e reggi coppo) in abete 8 Listello in chiusura in abete 9 Listello reggi coppo di colmo in abete 10 Coppo 11 Canale di gronda e pluviale in rame 12 Rete parapassero 13 Nuovo cordolo in acciaio 14 Pluviale in rame 15 Barra filettata Ø16
16 Ripresa di intonaci esterni 17 Nuovo Solaio in Ferro e Tavelloni 18 Restauro infissi esistenti 19 Abachino di ardesia 20 Restauro cornicione 21 Davanzale in pietra serena 22 Intonaco a tre strati a base di grassello di calce 23 Tinteggiatura con idropittura opaca a calce 24 Isolamento termoacustico in pannelli preaccoppiati 25 Consolidamento solaio esistente 26 Consolidamento muratura in pietra 27 Nuovo cordolo in acciaio UPN 200 28 Controsoffitto in cartongesso 29 Riscaldamento a pavimento 30 Piastra ancoraggio catene annegata nella muratura
mediante l’utilizzo di materiale lapideo recuperato da demolizioni di natura omogenea ha permesso un miglioramento della risposta alle azioni taglianti ed evitato la possibile formazione di lesioni in zone ricucite con mattoni dalle caratteristiche elastiche differenti. Sono state inoltre rifatte tutte le piattabande con profili metallici. Per quanto riguarda gli orizzontamenti, il primo solaio di calpestio (piano terra) è stato sostituito con uno nuovo con struttura portante in acciaio; il secondo e terzo, in laterocemento (elementi tipo “sap” e laterizio), sono stati soltanto migliorati con collegamenti realizzati con profili in acciaio poiché le prove di carico effettuate garantivano ampio margine di sicurezza rispetto ai dati di progetto; il quarto solaio, composto da due solai sovrapposti dovuti alla sopraelevazione, e il quinto, quello di sottotetto, in laterocemento senza soletta, sono stati demoliti e ricostruiti in acciaio e laterizio. Anche la copertura in calcestruzzo armato è stata demolita e ricostruita con struttura portante in legno e sovrapposto tavolato. I timpani, che non denotavano alcuna corrispondenza con le murature sottostanti, sono stati riportati in asse e, per diminuire le luci libere, sono state introdotte capriate e mezze capriate in legno. È stato inoltre previsto a tutti i livelli un sistema di cordoli di collegamento in acciaio capaci di chiudere la struttura in maniera scatolare al contatto tra i setti verticali e gli orizzontamenti.
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Prove di posizionamento del busto di Enrico Pernossi.
dalla finitura applicata. Il meccanismo di reazione dei prodotti a base di silicato è infatti essenzialmente chimico: una reazione avviene con i componenti dell’intonaco di supporto e l’altra si attiva con l’anidride carbonica contenuta nell’aria. Il risultato, detto di silicatizzazione, è la formazione di composti leganti insolubili naturali. Le tinte a base di silicati costituiscono probabilmente l’alternativa più interessante alle tinte a calce, sono caratterizzate da elevata permeabilità al vapor d’acqua e non necessitano di essere ulteriormente protette. Maggiormente resistenti in ambiente aggressivo, garantiscono toni cromatici semi coprenti vantando un’ altrettanto nobile capacità di invecchiamento in seguito all’erosione e al naturale dilavamento delle superfici. Relativamente alla scala interna, che si sviluppa su cinque livelli, considerato che la posa del riscaldamento radiante a pavimento in tutto l’edificio ha comportato la modifica delle quote di calpestio, è stato necessario impostare nuovi scalini in lastre di calcestruzzo. Queste ultime sono state realizzate con uno stampo apposito per l’intervento e con l’aggiunta di fibre, vista la lunghezza e lo spessore ridotto dei gradini. È stata poi modificata la ringhiera in ferro esistente, con l’aggiunta di piatti e quadri che la adeguassero alla normativa in vigore relativamente all’altezza dal piano di calpestio. Gli interventi di illuminotecnica sono stati realizzati con l’intenzione di tutelare, anche attraverso l’elemento progettuale della luce, l’immagine che l’edificio storico restituisce. Per lo studio progettuale dell’illuminazione in esterni si è effettuata, tra le varie, un’analisi di carattere tanto tecnico quanto architettonico e di natura civile, stabilendo relazioni e funzioni che avessero come obbiettivo la coerenza tra necessità e rappresentatività. A fronte dei diversi fattori interpretativi coinvolti, la tipologia della luce e i lineamenti dell’architettura, si è scelto di perseguire la via della correlazione, attraverso un’ illuminazione capace di rivelare anche in notturno l’adempienza dell’edificio alle sue funzioni e di restituire alla continuità di luogo e tempo tutti i segni strutturali. Si è quindi realizzata un’attenta perimetrazione dei corpi illuminanti in modo che risolvessero la lettura visiva e la presenza materica-morale 90
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CAPITOLO II
La Nuova Residenza Universitaria
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L’architettura della residenza -
Nel febbraio 2007 l’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria ha bandito un concorso di progettazione per conseguire un progetto per una nuova Residenza Universitaria, con annessi servizi polivalenti, da realizzare in via Enrico dal Pozzo, all’esterno della cinta muraria di Perugia, in un’area integrata al polo universitario di Monteluce. Prevista in una porzione di città allora sottoposta ad ampi programmi di sviluppo, la residenza era concepita come parte del processo di rinnovamento urbano dell’intera area. Al progetto architettonico era richiesto di distinguersi per un’elevata qualità ambientale, con particolare riferimento al risparmio energetico. Doveva poi prestare particolare attenzione alle modalità di intervento e inserimento nel contesto paesaggistico, data la vicinanza dell’area di interesse con il complesso storico di San Bevignate. Proprio a partire da un’attenta analisi del Bando di Concorso si è originato il nucleo fondativo del progetto risultato vincitore. I suggerimenti d’indirizzo sulle finalità generali e i dettati specifici dell’Ente proponente, orientati a far cogliere la molteplicità delle relazioni tra la realizzanda opera e le potenzialità urbane, geografiche e paesaggistiche implicate, hanno sollecitato una lettura diretta, condotta a più riprese, dell’area dell’intervento, delle aree circostanti e del loro complesso sistema di relazioni. Si è così impostata una accurata riflessione volta a riunire le tradizioni dell’architettura di Perugia con il suo tessuto urbano espanso e con il paesaggio: la proposta progettuale ha preso avvio dalle maglie della città storica per poi procedere fin fuori le mura, in un legame tra natura e artificio primordiale e immaginifico. Si è messo in atto un processo che conferma, parafrasando Massimo Pico Ciamarra, l’essenzialità dell’ancorarsi al luogo, al clima, ai fattori morfologici: le motivazioni specifiche di un progetto hanno legittimità e gradi di autonomia solo apparenti, il pre-esistente è infatti materiale di progettazione, da reinventare, memoria consolidata dei luoghi nei quali si immettono parti organiche di strutture urbane complesse, capaci di prendere parte ad una logica di trasformazione continua. Le preesistenze hanno però, precisa Pica Ciamarra, 101
Planivolumetrico.
cinque livelli, di cui uno seminterrato, ciascuno dei quali è collegato al successivo mediante un sistema di passerelle. A livello funzionale la principale vocazione della residenza è stata riposta nel riunire al suo interno la maggior parte delle soluzioni che servono a soddisfare sia le necessità primarie del vivere quotidiano, sia il bisogno di socialità degli studenti. Essa risponde alla duplice esigenza attraverso un’adeguata previsione e ripartizione di spazi a carattere privato e semi-privato, e spazi a carattere collettivo e semi-collettivo. Per quanto riguarda la funzione residenziale sono garantiti sia ambiti individuali di studio e di riposo che ambiti collettivi di socializzazione per il gruppo ristretto dei coabitanti. Per quanto concerne invece i servizi sono previsti ambiti collettivi di svolgimento delle attività comuni di tipo socializzante con diversi livelli di appropriazione e fruizione dello spazio, sia da parte del 104
piccolo gruppo che del gruppo di maggiori dimensioni. A tal fine è stato necessario agire sulla distribuzione e morfologia degli spazi e sulla disposizione dell’arredo e delle attrezzature. Anche lo spazio di connettivo è stato configurato come un ulteriore ambito di incontro e socializzazione sia nel contesto residenziale che in quello dei servizi. L’unità funzionale e tipologica della fabbrica è rappresentata dall’alloggio minimo, che configura e disegna interamente due dei tre corpi edilizi della residenza universitaria. Il volume di testa, rivolto ad est, diviene il nodo strategico di tutti gli spazi comuni, oltre che punto di ingresso. Il primo spazio che vi si incontra è la hall situata al livello zero dell’edificio, in corrispondenza dei percorsi pedonali esterni e quindi alla via Dal Pozzo. Si è inteso dotare l’ambiente di attrezzature che rendono possibili le funzioni di controllo, la reception e il 105
Pianta del livello 0.
Prospetto sud.
Sezione.
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Studi preliminari della scala e dello spazio centrale del corpo dei servizi.
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Questo è un libro che racconta di avventure costruttive, “biografie di pietra” e, più semplicemente, “scritture architettoniche”. Traccia un percorso che si snoda nel territorio di Perugia rivelando alcune delle più recenti tensioni dell’edilizia universitaria attraverso due casi studio: la riqualificazione della Casa dello Studente in centro storico, l’Itaca International College, e il progetto di una nuova Residenza Universitaria fuori le antiche mura urbiche. Proprio queste ultime, in virtù della loro connaturata funzione di raccordo tra forme dello spazio e del tempo, sono assunte come membrana, cerniera e soluzione di continuità utile ad interpretare il contesto territoriale nel suo rapporto tra città storica e città diffusa, tra urbs e ager, tra recupero e costruzione ex novo, tra realizzato e realizzabile, tra Perugia e la sua Università.
€ 20,00