Indice
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Introduzione
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Disegnare il mutamento
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Le quattro fasi
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Osservazione Analisi Astrazione Analogia
Casi studio Vedute urbane Mappe urbane Da architetto ad architetto Paesaggi analoghi
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La mappa soggettiva
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Modelli analogici: quattro progetti
90 100 106 110
Tiburon House Palos Verdes Art Center Padiglione ad Arezzo Casa in Maremma
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Introduzione
U
n nuovo libro sulle tecniche di disegno manuale applicato alla progettazione architettonica potrebbe sembrare alquanto anacronistico. In controtendenza rispetto allo spirito dei tempi, infatti, viene qui proposta l’alternativa di affrontare il disegno di studio, una delle più importanti competenze dell’architetto, ricorrendo solo a un lapis e a uno sketchbook. La stessa denominazione di “manuale” attribuita a questo lavoro va in effetti interpretata non solo nell’accezione più comune, come oggetto d’uso di immediata consultazione, ma anche nel suo significato etimologico più stretto, come strumento operativo, cioè, basato esclusivamente sull’uso della propria mano. Ciò non esclude che le varie metodologie suggerite, in particolar modo l’elaborazione grafica che ho definito “disegno analogico”, possano essere di stimolo anche per chi intenda servirsi di mezzi digitali. Acquisire competenza nel disegno manuale non può che arricchire le possibilità offerte dal disegno al computer. Il libro, anche se indirizzato a tutti i soggetti coinvolti nella progettazione architettonica, è stato infatti principalmente concepito per quegli studenti di architettura che ritengano non sufficiente alla loro formazione l’uso esclusivo di strumenti digitali. Il tipo di disegno preso in considerazione si riferisce al vasto campo di quelle attività umane che, per ricorrere ad una nota metafora, implicano ogni scala di progettazione “dal cucchiaio alla città”. Tuttavia non ci si occuperà qui di oggetti, mobili o questioni di arredamento, temi di design che potranno essere argomento di una trattazione successiva, ma solo di quegli spazi che per scala dimensionale sono pertinenti a edifici, quartieri e città. Il libro è dedicato al disegno di studio e solo di riflesso considera problemi di progettazione. Il lettore troverà moltissimi esempi di disegni analogici che potrebbero erroneamente essere scambiati per veri e propri progetti. Tali disegni vanno invece intesi come meri esercizi che solo incidentalmente rispecchiano le preferenze
progettuali dell’autore. Non andrebbero pertanto giudicati in termini estetici o funzionali né, tanto meno, intendono incoraggiare stili o soluzioni formali: più semplicemente servono come esempi di applicazione di un metodo da cui trarre spunto per ulteriori esercizi didattici o per scopi del tutto personali. Nel libro si esamina solo il disegno a schizzo e non quelle elaborazioni finalizzate allo sviluppo o alla presentazione di un progetto e, dunque, frutto di ponderate valutazioni e complesse composizioni grafiche. I disegni proposti vanno, al contrario, intesi come appunti da tirar giù rapidamente sul proprio sketchbook e che, in quanto tali, necessitano di una dose minima di riflessione e di una massima carica di spontaneità. Dovrebbero scaturire da un atteggiamento di abbandono alle immagini e agli effimeri pensieri del momento così da diventare un’esplorazione aperta a imprevedibili sviluppi, piuttosto che il risultato finale di un ragionamento logico-deduttivo. Un ultimo suggerimento: leggere in sequenza almeno il primo ed il secondo capitolo. Il resto del libro può essere aperto a caso, senza altra indicazione. Nel primo capitolo, richiamandomi all’opera di alcuni architetti contemporanei, rilevo che il disegno analogico non è altro che la messa in pratica di un procedimento comunemente adottato dai progettisti, ovvero l’ispirarsi ad altre opere di architettura per concepirne di nuove. Questo modus operandi, tuttavia, è stato raramente espresso da un punto di vista editoriale in termini grafico/comparativi, una lacuna a cui cerco di supplire con il presente lavoro. Nel secondo capitolo queste osservazioni vengono sistematizzate proponendo un metodo di elaborazione grafica per fasi illustrato da esempi pratici riferiti a scale diverse di intervento, dal singolo edificio ai piani urbanistici. Una volta affrontate queste due sezioni, per il lettore la strada attraverso i mutevoli e stimolanti paesaggi del disegno analogico dovrebbe essere tutta in discesa. 9
Sincronicità della visione Il modo più efficace di rappresentare compiutamente un oggetto, un’architettura o uno spazio urbano consiste nell’associare in una medesima immagine diversi tipi di vedute: piante, sezioni, prospettive, assonometrie. Anche se a prima vista questa può sembrare un’operazione di tipo analitico, si tratta in realtà di elaborare un vero e proprio disegno di osservazione: le informazioni, infatti, derivano dalla trasposizione di dati oggettivi, e non da una riflessione critica o da interpretazioni soggettive da parte dell’osservatore. Lo schizzo qui riportato della loggia del Mercato Nuovo a Firenze rappresenta in una composizione sincronica la planimetria dell’edificio nel contesto della fabbrica cittadina.
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Dettagli Il disegno di osservazione permette di concentrarsi sui minimi dettagli, facendo in modo che lo sguardo indugi su elementi che a prima vista potrebbero essere percepiti in modo approssimativo, se non passare del tutto inosservati. Come tale implica pazienza e lentezza di esecuzione. Ogni particolare in questo disegno della facciata della chiesa di San Michele a Lucca viene riprodotto nelle sue qualità plastiche e cromatiche cosÏ da mostrare la relazione tra il piccolo e il grande, tra l’ornato, anche di dimensioni infinitesimali, e l’insieme che lo racchiude.
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Diagrammi Il disegno di analisi presuppone il ricorso a tecniche in grado di rendere le riflessioni dell’osservatore ad un tempo immediate, chiare e concise. In questo schizzo di Piazza Santissima Annunziata a Firenze sono adottati alcuni tra gli accorgimenti più efficaci: segni grafici quali frecce, linee tratteggiate, campiture, note scritte, variazioni di spessore del tratto. Nel caso in esempio anche l’impiego di simboli matematici quali i segni di “maggiore” o “minore” si rivela particolarmente funzionale. Si tratta pertanto di utilizzare elementi appartenenti ad altri campi del linguaggio visivo, dai codici alfabetici ai simboli utilizzati nelle scienze fisiche, matematiche, biologiche.
Geometrie Lo scopo di questo disegno è mostrare come le architetture monumentali di Firenze siano impostate essenzialmente su quattro figure geometriche o comunque su una loro reciproca contaminazione. Tali figure sono il quadrato, il cerchio, il triangolo e l’ottagono. In questo caso la composizione rinuncia alla spontaneità e alla rapidità di esecuzione tipica di un disegno analitico a schizzo per acquistare una struttura chiara e ben definita grazie alla decisa connotazione geometrica. Prospettive, piante e sezioni riportano fedelmente i caratteri e i dettagli architettonici degli edifici utilizzando una tecnica grafica basata esclusivamente sulla linea tracciata con l’ausilio della riga e del compasso. 26
Luogo Il tema di questo insieme di schizzi è l’analisi del territorio in cui si situa la città toscana di Pitigliano. Le diverse forme di rappresentazione grafica evidenziano attraverso un uso mirato del tratto di lapis i rapporti tra il costruito e le condizioni orografiche del contesto. Un veloce accenno alle condizioni di luce ed ombra rimarca la spettacolare continuità tra le scoscese pareti dei canyon scavati nella roccia vulcanica e le murature perimetrali dell’abitato.
Scomposizioni Una tipica casa di San Francisco è qui analizzata mediante un disegno di tipo “anatomico”, ovvero un esploso assonometrico finalizzato a isolare gli elementi compositivi dell’edificio. In alternativa ad una grafica basata su omogeneità e coerenza, il disegno si sviluppa attraverso un’ibridazione di segni, in cui l’assonometria lascia il posto ai prospetti, le vedute d’insieme ad una minuta definizione dei dettagli. 27
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Astrazione
L’astrazione può risultare da una subitanea intuizione o necessitare di un lungo periodo di incubazione. Essa rappresenta il compendio di sensazioni, esperienze e conoscenze precedentemente elaborate. Come tale comporta la capacità di distaccarsi dall’eventuale modello, con un riferimento che è solo parziale all’attitudine analitica. Nell’astrazione si opera per sintesi e estensioni del pensiero in direzioni onnicomprensive, perfino autobiografiche. Ogni pittore o architetto deve fare i conti con l’astrazione: per alcuni rappresenta una meta, altri la tengono a distanza, preferendo servirsi di forme e linguaggi già codificati. Nell’astrazione prevalgono il gesto e la concisione. Con il gesto si trasferisce sul foglio una sensazione stimolata dall’immagine. Può essere una linea, un colpo, uno strappo, un girigogolo. Le costruzioni geometriche di Mondrian o di Klee, le campiture cromatiche di Rothko o Albers, i segni informali di Pollock o Vedova sono per lo più astrazioni calcolate, verificate, progettate. L’astrazione ha rappresentato un passaggio essenziale nell’evoluzione storica dell’architettura. A periodi di esuberanza formale si sono sempre succeduti periodi di minimalismo astratto. L’astrazione, però, non coincide con il minimalismo, per quanto non di rado si trovino associati, bensì non è altro che una forma di trasferimento dell’immagine ad una diversa dimensione percettiva e concettuale. La questione non riguarda la quantità ma la qualità estetica.
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OSSERVAZIONE
Piazza del Campo, Siena La forma organica del Campo si plasma sull’originaria conca naturale creata dal terreno. La piazza costituisce lo spazio negativo scavato nella massa compatta della città, un grande vuoto dominato dalla facciata del Palazzo Pubblico. La valenza monumentale del palazzo è rivelata dalla sua evidente simmetria, rotta solo dallo svettante prisma della torre del Mangia. La configurazione della piazza è assimilabile a quella di una conchiglia composta di sezioni triangolari atte a convogliare le acque piovane in un unico punto di raccolta. I profili irregolari delle gronde dei palazzi circostanti sembrano saldarsi nell’intento comune di far da cornice al Palazzo Pubblico.
ANALISI
asimmetrie assiali ASTRAZIONE
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convergenze visive
profili delle coperture
ANALOGIA
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OSSERVAZIONE
Canal Grande, Venezia Gli edifici che si affacciano lungo il Canal Grande si sdoppiano riflettendosi nella Laguna. Sulla superficie dell’acqua le linee si spezzano, la nitidezza delle facciate si sfoca, la luce si scompone in cangianti riflessi luminosi. I profili dei palazzi e delle chiese disegnano contro il cielo una silhouette leggera, delicata, in dinamico dialogo con l’orizzonte della laguna, a sua volta variabile secondo le mutevoli condizioni atmosferiche. Il punto focale della veduta è costituito dalla basilica di Santa Maria della Salute, con le sue armoniose cupole in marmo bianco e le volute barocche dei contrafforti.
ANALISI
masse dominanti ASTRAZIONE
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specularità
skyline
ANALOGIA
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MAPPA SOGGETTIVA
Firenze, Piazza della Signoria La rappresentazione si apre con un’ampia vista a ventaglio dalla fontana del Nettuno all’invaso del piazzale degli Uffizi. Mentre sul lato sinistro il disegno costituisce una tradizionale veduta urbana, man mano che si avvicina all’entrata di Palazzo Vecchio lo sguardo dell’osservatore è portato a scorrere fluidamente verso l’alto, seguendo l’andamento verticale dell’aggettante torre campanaria. Si viene in tal modo a creare un asse verticale che si incrocia ortogonalmente con la preponderante orizzontalità della veduta. Nella parte inferiore del foglio è riportata una prospettiva aerea della piazza dove è indicato l’esatto punto di vista dell’immagine soprastante.
ANALOGIA
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