Favignana come un'infanzia

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a cura di CARLO RAVAGNATI

FAVIGNANA COME UN’INFANZIA Il cromosoma terrestre dell’architettura


17 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto Nicola Flora Antonella Greco Bruno Messina Stefano Munarin Giorgio Peghin – I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review

ISBN 978-88-6242-281-9 Prima edizione Giugno 2018 © LetteraVentidue Edizioni © Carlo Ravagnati Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L’editore si augura che avendo contenuto il costo del volume al minimo i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per fare fotocopie. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore saremo lieti di correggerli nella prossima ristampa. Nel caso si ravvisi qualche omissione riguardo ai copyrights il curatore resta a disposizione per rimediare tempestivamente.

LetteraVentidue Edizioni s.r.l. Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italia Web www.letteraventidue.com Facebook LetteraVentidue Edizioni Twitter @letteraventidue Instagram letteraventidue_edizioni


a cura di CARLO RAVAGNATI

FAVIGNANA COME UN’INFANZIA Il cromosoma terrestre dell’architettura



CARLO RAVAGNATI

L’architettura terrestre di Favignana. Un’introduzione, forse una trappola 1. Aυτόματον (Autòmaton). Educazione sull’isola di Favignana 2. Tύχη (Tyche). Logiche di analisi e di progetto: la casa/cava CARLO RAVAGNATI

La costruzione analitica: due temi, quattro carte 1. Insegnare a immaginare è il mio mestiere 2. Immaginare Favignana CARLO RAVAGNATI

Restituire Favignana. Studi per un’idea di piano

1. Il progetto analitico: l’impossibile e il cromosoma terrestre dell’architettura 2. Come nature morte 3. Idea di piano. Il sistema delle strade-ponte principali e di impianto 4. Idea di piano. Il sistema della costruzione del fondo di cava 5. Intersezioni. Logica di progetto

INDICE

GIADA MAZZONE, THOMAS PEPINO, CARLO RAVAGNATI

Sette stanze per una cas/va: esercizi di caratteri tipologici e distributivi THOMAS PEPINO, CARLO RAVAGNATI

I progetti dell’Atelier di composizione/urbanistica del Politecnico di Torino

.7

.17

.41

.57 .67

Scôli THOMAS PEPINO

Jean-Pierre Houël e l’architettura ipogea in Sicilia

.92

ANTONELLA PETTORRUSO

Lo sguardo anamorfico. Dipendenze genealogiche nell’architettura mediterranea di Georges Candilis ANDREA SCIASCIA

Postfazione. Insegnare a vedere problematicamente e l’isola di Mantegna

.99 .104



La costruzione analitica. Due temi, quattro carte CARLO RAVAGNATI

1. Insegnare a immaginare è il mio mestiere Potremmo dire che l’insieme dell’esperienza condotta a Favignana si articola in due mosse. La prima riguarda la ricerca di un problema visto come momento inaugurale e istitutivo del processo progettuale. Si tratta del momento della ricerca cartografica, il momento in cui si scopre e si fonda la logica del progetto e in cui l’architettura si aggancia al piano della Terra. È il momento nel quale si definisce l’oggetto della ricerca che caratterizzerà il progetto. A Favignana il momento cartografico LA COSTRUZIONE ANALITICA

ha evidenziato la possibilità di pensare una rigenerazione del sistema delle cave che caratterizza l’architettura dell’isola e, attraverso questo pretesto, ho immaginato di poter proseguire qui una ricerca sull’origine terrestre dell’architettura già sviluppata in altre occasioni1, una ricerca degli archetipi attraverso i quali l’uomo ha trasformato la crosta terrestre in una grande, immensa, opera collettiva di architettura. In questo senso la cava è stata vista nel suo carattere di opera primigenia, di genesi dell’architettura dell’isola che fissa un rapporto tra l’architettura e la geologia dell’isola stessa.

Si tratta di una serie di studi sull’Architettura dei territori fluviali, lungo la Stura di Lanzo, lungo la valle del fiume Cendere presso Istanbul, lungo il fiume Isère nella Vallée du Grésivaudan presso Grenoble, lungo la Dora Riparia a Torino, lungo il torrente San Francesco a Sanremo. Alcune di queste ricerche sono già state pubblicate. Si vedano pertanto i miei Disegni interrotti. Il parco e gli insediamenti lungo la Stura di Lanzo, in a cura di F. Acuto e F. Bonfante, Sport, città e tempo libero. Un’ipotesi di lavoro, Maggioli, Santarcangelo di Romagna 2011, pp. 136-145, e Il foglio bianco. Note su ciò che cerco, in a cura di S. Gron, E. Vigliocco, Impronte urbane 01. Les lieux, les choses, la règle: à Georges Perec, Politecnico di Torino, Torino 2011, pp. 22-25; inoltre Lyon, for example. Imagination and Knowledge in architectural and urban design, in edited by S. Özgür, I. Olgun, S. Dinc, Up & Down the hill of the Croix-Rousse, Mimar Sinan Güzel Sanatlar, Istanbul 2015, pp. 84-102. 1

17



Carta 1. La costruzione del bordo di cava Questa carta seleziona tutte le costruzioni posizionate sul bordo di cava. La struttura e la disposizione delle cave dettano una sintassi urbana ed extraurbana sulla quale si costruisce l’architettura dell’isola, sia nella sua costruzione minuta e ripetuta della residenza, sia degli elementi pubblici o monumentali. In questo disegno si riesce ad apprezzare la continuità tra il nucleo di più antica formazione e le espansioni extraurbane che si sono allineate lungo le cave e lungo tre strade di collegamento a scala territoriale: la via di lungomare settentrionale, Strada del Cimitero, e via Badia verso Scalo Cavallo. Il margine della cava, con il suo disegno dettato dalle logiche di estrazione della calcarenite, diviene il luogo eletto per la costruzione della casa. Anche nella costruzione extraurbana il principio non cambia; esso è confermato anche se la densità ovviamente diminuisce e la cava, liberata dalla costruzione che la incornicia, fa la sua apparizione, svela il proprio ruolo generativo. Isola di Favignana, La costruzione del bordo cava tra Monte Santa Caterina, Punta San Nicola e Scalo Cavallo.

LA COSTRUZIONE ANALITICA

31


Strade di impianto 1

Strade di impianto 2

Strade di impianto 3

Muri di spina 1

Muri di spina 2

Muri di spina 3

38

FAVIGNANA COME UN’INFANZIA


Maglie di muri 1

Maglie di muri 3

LA COSTRUZIONE ANALITICA

Maglie di muri 2

Stele

Questi disegni rappresentano alcuni elementi ricorrenti nella logica della carta. Potremmo assumerli come una sorta di “legenda” delle carte sopra esposte. La ricorsività del rapporto tra la cava e la casa, senza nessuna volontà di costruire un’esaustiva classificazione, mostra qui alcuni aspetti istologici. Ogni cava, analogamente a quanto è possibile vedere nell’isolato della città contemporanea, è un fatto urbano dotato di una propria autonomia e individualità. Si possono tuttavia riconoscere alcuni tipi insediativi ricorrendo a un ordinamento nel quale l’attenzione dell’analisi si posa su oggetti diversi. Le strade-ponte di impianto presentano alcune variabili nel rapporto tra le strada tra le cave e la costruzione della casa. I muri interni alla cava si organizzano lungo direttrici prevalenti, nel caso dei “muri di spina” o si dispongono a maglia. Infine alcune parti non scavate, nel loro isolamento al centro della cava assumono un ruolo monumentale. La memoria della città storica si affaccia in questi luoghi e permette di riconoscervi figure note, figure già appartenute alla città di antica formazione. Isola di Favignana, Frammenti del sistema delle cave tra Monte Santa Caterina, Punta San Nicola e Scalo Cavallo. Disegni di Giada Mazzone.

39


C. Ravagnati, Natura morta in luogo d’isola, tecnica mista su tela, cm 40 x 40, 2017.

48

FAVIGNANA COME UN’INFANZIA


C. Ravagnati, Natura morta con Portico di Pompeo, tecnica mista su tela, cm 40 x 40, 2017.

RESTITUIRE FAVIGNANA

49



Sette stanze per una cas/va. Esercizi di caratteri tipologici e distributivi GIADA MAZZONE THOMAS PEPINO CARLO RAVAGNATI

Gli esercizi proposti hanno l’obiettivo di condurre lo studente a un primo approccio ai caratteri tipologici e distributivi dell’architettura. Questo approccio vuole essere operativo, non manualistico, e vuole inoltre calare fin da subito l’azione del disegno all’interno dell’attività progettuale. Per questa ragione le consegne date agli studenti rappresentano, tipizzando e schematizzando, alcuni casi di costruzione di case d’abitazione a Favignana: si incontrano infatti, le case sul ciglio di una cava scavata verticalmente, le case sul ciglio di una cava che procede per SETTE STANZE PER UNA CAS/VA

terrazzamenti, le case costruite su un ponte che attraversa, o divide, la cava, ovvero case costruite sulla testa di una strada-ponte che entra nel cuore della cava. I sette elementi dati, sette spazi sempre uguali, dalle dimensioni simili a quelli di una casa, ma non ancora specializzati a una funzione certa (camera, soggiorno, cucina, bagno, patio....), si devono organizzare lungo alcuni diversi tipi di scala e coerentemente con il tipo di cava già incontrati nella rappresentazione cartografica.

I disegni qui di seguito ordinati sono di: Lorenzo Serra Bellini, Matteo Simondi, Felice Squillace, Ianira Tatti, Ezia Tesse, Giulia Tridici, Viviana Trovato, Giulia Vanni, Giulia Zanetta.

57


E1B Disporre i seguenti volumi

7.2 0 m

m 3.60

m 3.60

m 3.60

m 3.60

m 3.60

m

7.2 0

7.2 0 m

7.2 0 m

m

m 3.60

m 7.20

7.2 0

m 3.60

m 3.60 m 3.60

3.6

0 0 3.6 m

0 3.6

m

3.6 m

0

0 3.6

3.6 m

lungo i dislivelli qui sotto disegnati in sezione

altezza massima consentita

m 4.50

+ m 7.20

m 1.20

m 1.20

m

m

3.6

0

0

m 3.60

m 3.60

m 3.60

m

m

7.2 0

7.2 0

m 3.60

m 7.20 7.2 0 m

m

7.2 0

m 3.60

m 3.60 m

7.2 0

7.2 0 m

m 3.60 0 3.6

0

m

0

1.8

3.6

m

m

0 3.6

0 3.6

0

3.6

0

+ m 7.20

m

3.6

+ m 8.40

m

m

0 3.6

m

0 1.8

0

0

3.6

3.6

0

lungo la parete controterra quì sotto disegnata in sezione

+ m 4.40

altezza di imposta della scala

+ m 7.20

+ m 3.60

+ m 0.00

+ m 0.00

+ m 0.00

m

0 7.2

m

m

m

0 1.8

3.6

0

altezza massima consentita

0

0

0

0

m

m

3.6

+ m 8.40

3.6

3.6

3.6

3.6

0

0

3.6

3.6

m

lungo la parete controterra quì sotto disegnata in sezione

m

m

m

0 7.2

m

m

m

0 7.2

m 3.60

Disporre i seguenti volumi

m

m

m

7.2 0

m 3.60

m 7.20

Disporre i seguenti volumi

m

E2A

m

E1A

m 4.50

m 17.10

m 1.80

m 0.90

La scala potrà essere ripetuta serialmente sulla base di una griglia modulare di misura m 4.50 x m 4.50 come nell’esempio sotto riportato. I volumi dovranno essere disposti sui diver si livelli e potranno anche essere collocati interamente o parzialmente all’interno della sezione del terreno. Gli elementi distributivi orizzontali dovranno essere ricavati all’interno dei moduli.

m 4.50

m 0.90

m 3.60

m 17.10

m 4.50

m 3.60

58

FAVIGNANA COME UN’INFANZIA


E3A

0

m 3.60

m 3.60

7.2

m 3.60 0

m 3.60

m 3.60

m

m

m

7.2

7.2

0

0

m 3.60

m 7.20 0

7.2 0 m

m 3.60

0 3.6

3.6

m

0 3.6 m

m

3.6

0 0 3.6 m

0 3.6 m

0

m

3.6 m

all’interno della cava quì sotto disegnata in sezione m 28.80

+ m 7.20 m 19.80

+ m 3.60

+ m 3.60

+

+ m 0.00

+ m 0.00

+ m 0.00

La scala potrà essere ripetuta serialmente sulla base di una griglia modulare di misura m 4.50 x m 7.20 come nell’esempio sotto riportato. I volumi dovranno essere disposti sui diver si livelli e potranno anche essere collocati interamente o parzialmente all’interno della sezione del terreno. Gli elementi distributivi orizzontali dovranno essere ricavati all’interno dei moduli.

m 3.60

m 3.60

0

1.8

0

m

m

3.6

lungo il ponte di collegamento dei bordi cava quì sotto disegnato in sezione

m

0

0

3.6

3.6

m 3.60

m 3.60 m

7.2 0

7.2 0 m

m 3.60

m 3.60

m 3.60 0

m 3.60

m 3.60

m 7.20 7.2 0 m

7.2 0 m

m

m

7.2 0

7.2 0

m 3.60

m 3.60

m 3.60

m 7.20 7.2 0

m 3.60

0

0

0

3.6

3.6

3.6

m

0

m

m

m

0

0 1.8

3.6

0

0

0

3.6

3.6

7.2

m

m

m

0 1.8

3.6

3.6

m

m

0

0

3.6

3.6

m

m

m

lungo i dislivelli qui sotto disegnati in sezione m 7.20

m

m

0

0

3.6

3.6

0

0

3.6

3.6

m

0 7.2

m

m

m

0 7.2

m

m

m

Disporre i seguenti volumi

Disporre i seguenti volumi

7.2

Disporre i seguenti volumi

E3B

m

E2B

m 28.80

m 19.80

fondo cava

m 5.40

m 19.80

m 28.80

m 3.60

m 0.90 m 0.90

m 7.20

m 5.40

ponte di collegamento

m 1.80 m 3.60

m 5.40

m 7.20

m 7.20

distanza min. dal bordo

m 4.50

SETTE STANZE PER UNA CAS/VA

fondo cava

59



La costruzione del bordo di cava. Istmi e faglie urbane

I PROGETTI DELL’ATELIER

71



La costruzione del fondo di cava. La falesia e lo scalo

I PROGETTI DELL’ATELIER

85



La costruzione del fondo di cava. La falesia e lo scalo

I PROGETTI DELL’ATELIER

89


Jean-Pierre Houël e l’architettura ipogea in Sicilia. THOMAS PEPINO

Cfr. F. G. Pantano, Avola, Cava Grande e Vendicari nel Voyage in Sicilia di Jean Houël, 1776-79, Ediprint, Palermo 1995, p. 5. 2 Cfr J. P. Houël, Il Viaggio in Sicilia 1776-1779, Ed. Edizioni di storia e studi sociali, Milano 2013 p. 18-19. 3 Cfr. S. Russo, Il viaggiatore curioso. Lettere di Denon e Houël a Landolina, Marsilio, Venezia 1993, pp. 38-39. 1

92

Jean-Pierre Houel architetto-pittore specializzato nella rappresentazione del paesaggio, intraprende tra il 1776 e il 1779 un viaggio alla scoperta della Sicilia realizzando oltre 264 tavole. Pubblicato in 4 volumi tra il 1782 e il 1787 il Voyage pittoresque non fissa solo aspetti del viaggiatore-pittore attraverso la ricerca del pittoresco, ma codifica quelle che l’autore definisce curieux in una serie di informazioni del territorio1. Nei suoi continui rimandi tra testo e figura, acquisisce uno sguardo ampio sulla città: mura, ponti, serbatoi, acquedotti, pozzi scavati nella roccia, tombe e cavee individuano la natura dei luoghi2. Gli aspetti antropici rilevati con strumenti adeguati, mediando tra pittura e disegno tecnico, manifestano il genius loci. Mappe, proiezioni ortogonali e composizione pittorica sono il mezzo di rappresentazione di una realtà tutt’ora esistente in funzione di un progresso che guarda alla città dalla città3. Quello che emerge dai disegni è un aspetto dell’utilizzo del suolo dettato dalla natura stessa dell’isola. Queste opere di architettura, disseminate nell’intero territorio siciliano, hanno rappresentato fino a pochi secoli fa una continuità con la logica insediativa FAVIGNANA COME UN’INFANZIA


JEAN PIERRE HOUËL E L’ARCHITETTURA IPOGEA IN SICILIA

95


Insegnare a vedere problematicamente e l’isola di Mantegna. Postfazione ANDREA SCIASCIA

A. Rossi, Architettura per i musei, in G. Canella, M. Coppa, V. Gregotti, A. Rossi, A. Samonà, G. Scimemi, L. Semerani, M. Tafuri, introduzione di G. Samonà, Teoria della progettazione architettonica, Dedalo, Bari 1965, pp. 122-137. 2 A. Rossi, Ivi, p. 124. 1

104

Inquadrare il lavoro didattico e di ricerca di Carlo Ravagnati coincide con lo svelare una radice culturale, dalla quale avviare un possibile ragionamento. Tale inizio coincide con un passo tratto da Architettura per i musei di Aldo Rossi1. «Bisogna arrivare a parlare delle nostre opere, del segno della nostra esperienza; penso sempre tra gli artisti e gli interpreti della cultura moderna che più mi hanno formato, al libro di Raymond Roussel, “Comment j’ai écrit certains de mes livres”; questo libro è fondamentale in quanto teoria della composizione che vuole dominare tutti gli aspetti della creazione artistica. Così tutti coloro che si cimentano seriamente nell’architettura, e che progettano e pensano edifici a un tempo, dovrebbero dirci: come ho fatto certe mie architetture. E questo mi propongo di fare nel prossimo futuro»2. Il domandarsi “come ho fatto” è la premessa e, al contempo, costituisce l’energia e la direzione del lavoro di Ravagnati che insegna nel solco teorico tracciato da Rossi. Infatti, il volume Favignana come una infanzia, esito dell’Atelier di Composizione e urbanistica del I anno, svoltosi nell’anno accademico 2016 – 2017 al Politecnico di Torino, potrebbe avere come sottotitolo: “Come faccio la mia didattica”. Forse, in modo più FAVIGNANA COME UN’INFANZIA


preciso: “Insegnare a progettare l’architettura”. Un’affermazione netta, solo apparentemente banale, coincidente, di fatto, con una struttura didattica basata su una costante azione di ricerca nella quale ogni passaggio è costruito con responsabilità offrendosi, quindi, a successive riflessioni. Da questa premessa, il rimando al libro di Roussel diventa tutt’altro che una citazione generica e per di più di terza mano, ma una tappa concreta per comprendere i modi dell’azione didattica proposta. «Mi sono sempre proposto di spiegare in che modo avevo scritto alcuni dei miei libri (Impressions d’Afrique, Locus Solus, L’Étoile au Front e La Poussière de Soleils). Si tratta di un procedimento molto particolare. E, questo procedimento, mi sembra che sia mio dovere rivelarlo, perché ho l’impressione che qualche scrittore in futuro potrebbe forse sfruttarlo con successo. Giovanissimo scrivevo già racconti di poche pagine impiegando questo procedimento. Sceglievo due parole quasi simili (sul tipo dei metagrammi). Per esempio billard [biliardo] e pillard [predone]. Poi vi aggiungevo parole simili ma prese in due sensi differenti, e ottenevo così due frasi quasi identiche. Per quanto riguarda billard e pillard le due frasi che ottenni furono queste. 1. Les lettres du blanc sur les bandes du vieux billard… 2. Les lettres du blanc sur les bandes du vieux pillard… Nella prima, lettres [lettere] era preso nel senso di “segni tipografici”, blanc [bianco] nel senso di “gesso” e bandes [bande] nel senso di “sponde”: “le lettere tracciate col gesso bianco sulle sponde del vecchio biliardo”. Nella seconda, lettres era preso nel senso di “missive“, blanc, nel senso di “uomo bianco” e bandes del senso di “orde guerriere“: “le missive inviate dall’uomo bianco a proposito delle orde del vecchio predone”. Trovate le due frasi, si trattava di scrivere un racconto che potesse cominciare con la prima e finire con la seconda. Dalla soluzione di questo problema ricavavo tutti i materiali»3. La riflessione dello scrittore francese va ben oltre, eppure lo stralcio riportato è sufficiente per comprendere la necessità di definire un ambito d’azione e dei princìpi in base ai quali costruire la narrazione. Ravagnati come procede rispetto a questo esempio? Tutto è dato, e conseguentemente POSTFAZIONE

R. Roussel, Comment j’ai écrit certains de mes livres, trad. it. Einaudi, Torino 1975, pp. 265-266. 3

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Inquadrare il lavoro didattico e di ricerca di Carlo Ravagnati coincide con lo svelare una radice culturale, dalla quale avviare un possibile ragionamento […]. Il domandarsi “come ho fatto” è la premessa e, al contempo, costituisce l’energia e la direzione del lavoro di Ravagnati che insegna nel solco teorico tracciato da Rossi. Infatti, il volume Favignana come un’infanzia, esito dell’Atelier di Composizione e urbanistica del I anno, svoltosi nell’anno accademico 2016-2017 al Politecnico di Torino, potrebbe avere come sottotitolo: “Come faccio la mia didattica”. Forse, in modo più preciso: “Insegnare a progettare l’architettura”. Un’affermazione netta, solo apparentemente banale, coincidente, di fatto, con una struttura didattica basata su una costante azione di ricerca nella quale ogni passaggio è costruito con responsabilità offrendosi, quindi, a successive riflessioni. A. Sciascia, postfazione

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