ISBN 978-88-6242-031-0 Prima edizione italiana, marzo 2011 Seconda edizione italiana, febbraio 2012 Terza edizione italiana, dicembre 2015 Quarta edizione italiana, ottobre 2018 Quinta edizione italiana, novembre 2023 © LetteraVentidue Edizioni © Gianni Latino Progetto grafico Gianni Latino Impaginazione Isabella Gliozzo Cura redazionale Margherita Malerba Si ringraziano Ludovica Privitera, Giuliana Arcidiacono, Asia Sabatelli È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Via Luigi Spagna 50 L 96100 Siracusa, Italia www.letteraventidue.com
Indice
Premessa
7
Parte I Cenni storici sul graphic design del XX secolo Nascita del termine e movimenti storico-progettuali
13
Parte II Il formato Formati UNI/ISO, sezione aurea e segnature tipografiche
21
Parte III Il layout grafico Griglie e gabbie di impaginazione
33
Parte IV Il Carattere Unità di misura, anatomia, segni diacritici e d’interpunzione, caratteri storici e classificazione
41
Glossario
75
Bibliografia essenziale
78
Premessa «Il grafico di fronte al pubblico ha una grande responsabilità. Il progettista grafico deve essere sempre più orientato scientificamente. Non è un venditore di fumo, la sua è una vera specializzazione» Albe Steiner, 1966
Da questa riflessione di Albe Steiner (1913-1974), pubblicata come incipit nel libro Il mestiere di grafico (Einaudi, 1978), nasce l’idea di proporre un’analisi del graphic design e della figura del graphic designer, o del progettista grafico, seguendo un breve percorso storico-progettuale relativo agli strumenti fondamentali della progettazione grafica: dai formati alle gabbie, dal lettering alla composizione progettuale di tutti gli artefatti della comunicazione visiva. «Grafica: ramo specifico del design, individuabile in quel particolare settore della produzione artistica che si occupa della progettazione e della realizzazione di comunicazioni visive e che viene talvolta indicato anche con altri termini, quali progettazione grafica, visual design o graphic design». Offrendo l’interpretazione di un grande professionista che ha dedicato l’intera vita alla disciplina, lasciandoci testi, manuali e dizionari che oramai dovrebbero essere presenti nella libreria di chiunque voglia svolgere questo mestiere. Giorgio Fioravanti (1937-2005) definiva così il termine ‘grafica’ nel Dizionario del Grafico (Zanichelli, 1993), «Lo specialista che si occupa di grafica è chiamato grafico, oppure progettista grafico, visual designer o graphic designer e svolge una professione, relativamente nuova, non confondibile con altre (cartellonista, tipografo, designer); il suo obiettivo è comunicare attraverso i segni o gli scritti, utilizzando vari procedimenti tecnici». Giovanni Anceschi (1939), in Monogrammi e Figure (La Casa di Usher, 1981), delinea il significato del termine ‘grafica’ partendo dalla locuzione ars grafica, cioè tecnica dello scrivere, e lo associa alle espressioni anglosassoni visual o graphic design che indicano la produzione di artefatti nel Albe Steiner, Pace, manifesto vincente al concorso di idee indetto dal Comitato Internazionale per la Pace, 1956. Collezione Origoni Steiner, Milano. 7
Le segnature Per la stampa di un prodotto editoriale, è necessario conoscere come esso viene realizzato in tipografia. La stampa tipografica avviene mediante dei formati finiti, di solito 70x100 cm. Le singole pagine del prodotto editoriale vengono posizionate su entrambi i lati del foglio detti ‘bianca’ e ‘volta’ secondo un metodo è chiamato ‘segnatura’. Il termine deriva dalla consuetudine di segnare con un numero progressivo o con una lettera dell’alfabeto i mannelli di pagine stampate da una macchina da stampa. Se poniamo attenzione alla costa di un libro, notiamo che tutte le pagine sono raggruppate in segnature tra loro e cucite a filorefe (o brossurate) nel lato interno detto ‘cucitura’. Le segnature sono: quartino (4 pagine), ottavo (8 pagine), dodicesimo (12 pagine), sedicesimo (16 pagine) e trentaduesimo (32 pagine). Per la stampa di ogni segnatura, prendiamo in esempio un catalogo formato A4 (210x297 mm), composto da 32 pagine, stamperemo due segnature da sedicesimi, dove la singola segnatura sarà composta da otto pagine in bianca e otto pagine in volta. Quando si predispongono le pagine per un libro, bisogna sempre calcolare le segnature con un minino progressivo del quartino, perché un libro ha sempre bisogno di un lato per essere rilegato e un folio composto da 2 pagine non potrebbe essere cucito. I formati finiti vengono indicati sempre con la misura di base per l’altezza, dove l’altezza è considerata il lato di cucitura o piega. Quando la cucitura o piega è sul lato maggiore l’artefatto editoriale viene definito ‘libro’, quando questa si trova sul lato minore è definita ‘ad album’. Le pagine vengono cucite tra loro con il sistema ‘filorefe’, che utilizza un filo (può essere di lino, cotone, canapa o nylon) che lega le pagine ogni segnatura, passando dalla costa all’interno, connettendo le varie segnature sovrapposte. Quartino (4 pagine)
26
Ottavo (8 pagine)
Dodicesimo (12 pagine)
Sedicesimo (16 pagine)
Trentaduesimo (32 pagine)
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Il Carattere Unità di misura, anatomia, segni diacritici e d’interpunzione, caratteri storici e classificazione
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Il termine lettering identifica la fase di elaborazione di un artefatto grafico che adopera una o più font. Il termine inglese font (precedentemente fount) deriva probabilmente dal francese medievale fonte, che significa «fusione». Oggi si definisce l’insieme dei caratteri, dei glifi e dei segni di interpunzione che compongono la font digitale. Quando si parla di caratteri o tipi, intesi come mobili, bisogna risalire al periodo di Gutenberg e ai suoi parallelepipedi metallici, detti ‘blocchi’ o ‘tipi’, che presentano su di un lato il singolo glifo questi furono concepiti come alfabeto tipografico, che includeva minuscolo, maiuscolo e segni d’interpunzione, in diversi corpi. Il primo carattere mobile, il Textura, fu inventato dallo stesso Gutenberg e utilizzato per comporre la Bibbia a 42 linee (B42) disposte su due colonne contando quindi quarantadue righe di testo per colonna, realizzata in tre anni, dal 1452 al 1455 a Magonza in Germania. Con l’evoluzione della stampa, è progredita in parallelo anche la progettazione dei caratteri fino a tutto il XX secolo, quando, con l’avvento del Desktop Publishing, è cambiato anche il sistema di progettazione dall’analogico al digitale. Oggi le font vengono progettate al computer con software di type design e distribuite in formati digitali. Esistono innumerevoli caratteri presenti nel mercato distribuiti da fonderie digitali, che permettono una scelta in base alla classificazione, ai pesi e alla leggibilità. Il type design è la disciplina che si occupa delle font; il type designer è colui che progetta le font, che ha sostituito la figura di disegnatore di caratteri tipografici. Luca Pacioli, studio di caratteri basati sulla sezione aurea, con proporzioni armoniche dal De Divina Proportione, 1509. 41
Anatomia del carattere Il carattere, inteso come lettera alfabetica, è costituito da parti tipografiche che individuano la sua anatomia, leggibilità e classificazione. La linea base o rigo tipografico è la linea dove poggiano i caratteri, determinando il minuscolo (01), il maiuscolo (03), i tratti ascendenti (02), i tratti discendenti (10) e l’altezza massima del carattere calcolata in punti tipografici. Nello schema in basso vengono, rappresentate le parti anatomiche del carattere.
x l iR spalla superiore
2
3
4
1
5
spalla inferiore
Parti tipografiche dei caratteri 01. altezza del minuscolo 02. minuscola ascendente 03. lettera maiuscola 04. occhio 05. asta terminale con grazia 06. tratto ascendente 07. orecchio 44
08. occhiello 09. occhiello, anello, rilievo 10. tratto discendente 11. maiuscola accentata 12. altezza maiuscolo 13. cravatta 14. bracci
AA sans-serif
serif
tgÈ 11
12
6
7
13
8
9
ascendente
10
14
corpo spalla/occhio linea base discendente
Legature tipografiche
fi ffi fl ffl fj ffj fi ffi fl ffl fj ffj
senza legature
con legature 45
Composizione tipografica Spesso capita di trovare errori di composizione tipografica con l’utilizzo dei vari glifi, sia in minuscolo che in maiuscolo; si scambia l’apostrofo con l’accento, non si spazia dopo una virgola o si combinano tra loro i vari segni d’interpunzione. Le virgolette sono segni grafici che vengono utilizzati per includere una citazione o per delimitare e distinguere una parte del testo. Sono rappresentate da un paio disegni di punteggiatura a forma di virgola rovesciata o di apostrofo a capo, in modo che siano visivamente simmetrici, prima e dopo la parola o frase che si vuol porre in particolare rilievo; si usano per introdurre citazioni, discorsi diretti, traduzioni di parole o frasi precedentemente citate in lingua originale, espressioni che si vogliono mettere in evidenza perché straniere, dialettali, etc.
Virgolette semplici o apici
‘graphic design’ / ‚graphic design‘ Virgolette alte
“graphic design” / “graphic design„ Virgolette caporali
«graphic design» / »graphic design« «Progetto grafico (ingl. graphic design). In quanto progetto si tratta di un’attività tecnica e intellettuale finalizzata al raggiungimento di un obiettivo (e non di art pour l’art).»1 1. Giovanni Anceschi, Progetto grafico, in «Progetto grafico», n. 1, Aiap, luglio 2003. 56
composizione errata
albe Steiner e’ nato nella citta’ del design..... composizione corretta
Albe Steiner è nato nella città del design... composizione errata
ALBE STEINER E’ NATO NELLA CITTA’ DEL DESIGN..... composizione corretta
ALBE STEINER È NATO NELLA CITTÀ DEL DESIGN... composizione errata
« .... Il mestiere di grafico, ha una grande responsabilita’. Egli e’ un progettista grafico .»1 composizione corretta
«[...] Il mestiere di grafico, ha una grande responsabilità. Egli è un progettista grafico [...]»1 57
Glossario Terminologia del graphic design
74
Anti-alias Effetto di ammorbidimento del contorno di una figura rispetto allo sfondo, ottenuto attenuando le differenze tra i pixel, in modo da eliminare lo sgradevole aspetto seghettato di contorni troppo netti.
Colophon In editoria, il colophon (o colofone) è una breve descrizione testuale posta all’inizio o alla fine di un libro, riportante i crediti del libro, le note di produzione rilevanti per l’edizione. I diritti dell’opera, le sue varie edizioni, etc e le note dell’editore.
B/N (Bianco e Nero) Convenzionale abbreviazione per le immagini in scala di grigi.
Corporate identity Identità visiva di una azienda, di un ente o di un prodotto, composta da artefatti comunicativi essenziali: carta intestata, busta per lettera, biglietto da visita, porta documenti, etc.
Bandella Estensione della prima e della quarta di copertina di un libro che si ripiega all’interno. Viene utilizzata per le note biografiche dell’autore o eventuale sinossi. Bianca Lato superiore del foglio macchina che viene stampato per primo. La facciata inferiore opposta si chiama ‘volta’, da qui l’abbreviazione B/V. Bitmap In grafica rappresenta le immagini digitali composte da pixel disposte su una griglia. Possono avere formati diversi come il .jpg con compressione o il .tif senza compressione. Canalino Tacca posizionata nella prima di copertina di un libro che permette l’apertura delle segnature evitando lo scollamento. A volte chiamata anche ‘snodo’. CMYK È l’acronimo di cyan (C) magenta (M) yellow (Y) e black (K). Metodo cromatico sottrattivo che permette la stampa tipografica di tipo offset. Il colore black (nero) viene definito (K) da keyword lastra chiave nella stampa tipografica.
Costa Lo spessore di una pubblicazione sul lato della rilegatura, dedicata al nome dell’autore, titolo della pubblicazione e marca editoriale. DPI Acronimo di ‘Dots per inch’ (punti per pollice), normalmente utilizzati per definire il livello di risoluzione dei dispositivi di stampa, generalmente 300 dpi. La risoluzione di un monitor, viceversa, equivale a 72 dpi. DTP Acronimo di ‘Desktop Publishing’, sistema di progettazione e stampa introdotto nel 1980 con la nascita del computer, che consente di impaginare e progettare direttamente a video. DP Acronimo di ‘Digital Publishing’, sistema di progettazione di libri e magazine digitali per device come Smartphone e Tablet Pc. Esecutivo La versione definitiva di un layout pronto per essere riprodotto a stampa. 75