Il tempo diverso

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Questo libro nasce dal Laboratorio di Tesi “Architetture Vacanti” che ho coordinato per tre anni insieme al prezioso contributo di Valter Fabietti e all’impegno sempre generoso e ricco di spunti sul progetto di Michele Manigrasso, ai quali va il mio particolare ringraziamento. Desidero ringraziare Andrea Chiesi di aver creduto nell’iniziativa, e di aver contribuito attraverso le suggestive immagini delle sue pitture sugli spazi “in sospensione”. Ringrazio inoltre Claudio Costantino per il supporto necessario dato, dal reperimento dei materiali all’editing finale. Dedico infine questo libro a tutti i laureandi del Laboratorio, oggi architetti, per l’entusiasmo, l’impegno e l’energia messi nella ricerca, “benzina” necessaria per proseguire nel mio lavoro.


INDICE 006

Introduzione

008 024

Il tempo diverso. Asincronie tra forma e usi Paola Misino L’Urbanistica guarda al paesaggio Michele Manigrasso

048

SPAZI IN ATTESA

064

Ripartire dall’abbandono

076

ATLANTE DELLE ARCHITETTURE VACANTI

Abruzzo

078 086 094 102 112 118 126 132 138 146

Ortona (CH) Simona Iannucci, Rebecca Massari Chieti (CH) Luca Petrucelli San Vito (CH) Valeria Di Carlo Avezzano (AQ) Claudio Costantino, Martina D’Orazio, Luca Guerra Tocco da Casauria (PE) Sara Di Giampaolo Vasto (CH) Cecilia Di Martino Albe (AQ) Francesca Di Biase, Chiara Saverio Arielli (CH) Giorgio Di Cicco Penne (PE) Lisa Baldacchini Pescara (PE) Francesco Del Rosso, Luigi Stivaletti

Molise

150 156 160

Termoli (CB) Angela Pezzotta, Giulia Tilli Busso (CB) Biagio Manocchio Guardiaregia (CB) Simona Libertucci

Puglia

164 172 176

Torremaggiore (FG) Sofia Sargiacomo, Margherita Stampanone Melendugno (LE) Gianmarco Macchia Leporano (TA) Federica Malizia

POSTFAZIONE

180

Realizzare Utopie

188

ELENCO CRITICO DELLE ARCHITETTURE VACANTI

Paola Misino

Immagini di Andrea Chiesi Claudio Costantino

Valter Fabietti a cura di Francesco Rossi


INTRODUZIONE Paola Misino

Immagine presa da Curci F., Formato E., Zanfi F. (a cura di) Territori dell’abusivismo. Un progetto per uscire dall’Italia dei condoni. Donzelli Editori, Roma 2017

6

Paola Misino


La questione legata ai tempi diversi che intercorrono tra la durata della forma architettonica e l’evoluzione degli usi che contiene, è il tema centrale che fa da sfondo alle diverse interpretazioni sul progetto di rigenerazione di aree e manufatti in abbandono; il libro ne indaga le possibili sfaccettature senza la pretesa di fornire un’ulteriore soluzione al dibattito culturale sul rapporto tra progetto contemporaneo e la storia, da sempre molto attivo, ma, viceversa, ponendo come obiettivo un contributo calato “sul campo”, monitorando una parte del territorio centro-sud italiano dove il fenomeno è molto presente e in continua crescita. Il lavoro nasce dal risultato di tre anni di Laboratorio di tesi in Progetto e Contesto del Dipartimento di Architettura di Pescara sulle Architetture Vacanti (coordinato da Paola Misino, insieme a Valter Fabietti e Michele Manigrasso), dove il termine “vacante” include aree ed edifici vuoti, senza più una funzione attiva, sospesi nel tempo, in attesa di una trasformazione. Ed è per sottolineare il momento di pausa tra lo stato dei luoghi e una loro possibile rinascita che i casi studio analizzati vengono preceduti da una sezione dedicata alle pitture di Andrea Chiesi: i disegni raccontano lo spazio in sospensione, il tempo fermo dopo l’abbandono. Del suo lavoro sono stati scelti gli spazi interni come suggestivo fermo-immagine di una condizione da cui si è appena usciti, rimasta poi nell’attesa indefinita del cambiamento. L’indagine svolta dalla ricerca si pone trasversalmente alla storia misurando la dimensione del fenomeno dell’abbandono, nell’ottica positiva di riscatto sia del progetto che della salvaguardia del paesaggio, proponendo nuovi suoli già esistenti senza occupare altro territorio. Lo studio costruisce un atlante dei casi studio diffusi tra Abruzzo, Molise e Puglia, approfondendo in particolare una selezione di quindici comuni con tipologie diverse di abbandono che includono sia il patrimonio storico che edifici e spazi aperti di recente realizzazione, senza una qualità architettonica riconoscibile, come ex strutture commerciali, scuole, fabbricati sequestrati o incompleti a causa di fallimenti o abusi edilizi. Le proposte presentate ipotizzano l’insediamento di nuove attività suggerite dallo studio delle peculiarità e potenzialità del territorio circostante; partendo dalla riqualificazione alla scala urbana, il progetto si focalizza sul recupero di uno degli edifici abbandonati, in posizione strategica rispetto al contesto, riproponendo nuove configurazioni dello spazio. Il processo progettuale mantiene come sfondo la consapevolezza della durabilità della forma, rispetto alla possibile temporaneità degli usi: lo spazio interno si relaziona con le dinamiche di trasformazione sociale/ economica del contesto trovando ogni volta nuovi rapporti con la forma che lo contiene. Il lavoro si chiude con l’elenco critico delle architetture vacanti che fotografa lo stato di fatto attraverso la mappatura degli abbandoni negli ambiti comunali analizzati; le pagine finali restituiscono l’idea della massa complessiva e del peso della condizione che segna questi territori, interpretando i dati che ne emergono come opportunità di rinascita.

Introduzione

7


Tra geografia e dettaglio, nella Barcellona di Cerdà. Competition Plaza de les Glòries. Barcellona 2014. J. M. Viader, J. Fuses, J. Perea, J. Mansilla, M. Desvigne

È stato Bernardo Secchi a sollecitare per primo sul disegno della città partendo dal basso, dalla quota zero22, dalla cura per gli aspetti tecnici e qualitativi degli elementi che compongono lo spazio a terra: nel momento in cui la città si disperdeva, trasformandosi in una urbanizzazione diffusa, veniva posto il tema di dare forma allo spazio tra i corpi esistenti e di nuova costruzione. Questa attenzione andava oltre la richiesta di una maggiore cura dello spazio pubblico (su cui, a differenza dell’Italia, altri paesi continuavano a investire), e si apriva decisamente alle problematiche della sostenibilità ambientale nei tessuti23. Oggi il paesaggio sembra ritornare potentemente al centro della pianificazione territoriale e del progetto urbano, soprattutto perchè la città contemporanea in crisi ricerca un nuovo dialogo con la natura e la terra. Paesaggisti come Michel Desvigne, Michel Corajoud, James Corner, Alexandre Chemetoff hanno colto nuove possibilità di intervento, rinnovando la qualità dello spazio pubblico, riconnettendo parti di città, trasformando e bonificando suoli inquinati e abbandonati, avviando un processo di ricomposizione tra città e campagna fondato sulla “alternativa

22. Si veda SECCHI B., Progetto di suolo, in «Casabella», n. 520-521, 1986, pp. 19-23. 23. Una direzione che poi ha segnato lo sviluppo del progetto di Secchi e Viganò per Le Grand Paris. Si veda FARINELLA R., Le Grand Paris. Invenzione di una metropoli in cerca di governo, in «Paesaggio urbano», n. 4, 2009, pp. 70-93.

32

Michele Manigrasso


paesaggistica”24. Temi che affiorano nel secolo scorso25, ma che diventano preponderanti negli ultimissimi decenni, perché è necessaria una nuova azione di cura, manutenzione e rigenerazione dei suoli per far si che i territori contemporanei siano paesaggi. Non lo sono, devono diventarlo. Lavorare in questa direzione vuol dire andare oltre ciò che è stato stabilito dalla Convenzione Europea del 2000. Non basta classificarlo e leggerlo come effetto delle trasformazioni antropiche. Bisogna curarlo, sostenerlo con interventi di consolidamento, di bonifica, di infrastrutturazione; occorre connetterlo ad altre reti e ad altri paesaggi; bisogna intenderlo appartenente al contesto locale, sociale, al Paese, ma al tempo stesso al pianeta. Emerge quindi la centralità del progetto di suolo e «nella sua cura si nasconde l’etica e la tensione di un nuovo progetto di modernità»26.

24. Espressione introdotta da Michel Desvigne a proposito del suo progetto lungo il fiume Garonne a Bordeaux. Si veda DESVIGNE M., Riverbanks in Bordeaux. A park replaces industry along the River Garonne, in «Topos», n. 51, 2005, pp. 22-26. 25. Si veda METTA A., Paesaggi d’autore. 120 progetti del Novecento, Alinea Editrice, Firenze 2008. L’atlante ripercorre i temi emergenti nel progetto degli spazi pubblici del secolo scorso. 26. Si veda Pavia R., Tra suolo e clima. La terra come infrastruttura ambientale, opera cit., pag. 21. L’autore cita GASPARRINI C., In the City. On the Cities, ListLab Editore, Trento 2015.

L’urbanistica guarda al paesaggio

33


01. Eschatos 11, 2018. Olio su lino, 70x50 cm


02. Karma 25, 2016. Olio su lino, 50x35 cm


07. Eschatos 12, 2018. Olio su lino, 70x50 cm


08. Karma 26, 2016. Olio su lino, 50x35 cm


RIPARTIRE DALL’ABBANDONO Claudio Costantino

Colonia Novarese, Rimini Itinerario TOTALLY RIVIERA Spazi Indecisi, foto di Filippo Venturi


Mappare l’Italia La decade appena trascorsa ha posto il dibattito sul riuso del paesaggio urbano in abbandono al centro di nuovi ambiti di sperimentazione interdisciplinare che, attraverso la creazione di piattaforme condivise, promuovono una nuova progettualità “dal basso”, più sostenibile per la trasformazione delle città. I più recenti dati sul consumo del suolo in Italia mostrano uno scenario che fatica ad avvicinarsi agli obiettivi comunitari che puntano all’azzeramento: “Le nuove coperture artificiali nel 2018 hanno infatti riguardato altri 51 km2 di territorio, ovvero, in media, circa 14 ettari al giorno. Una velocità di trasformazione in linea con quella registrata nel 2017 e che riguarda poco meno di 2 metri quadrati di suolo che, nell’ultimo anno, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo”1. Se da un lato le questioni ambientali preoccupano e muovono le nostre coscienze, dall’altra nasce un’esigenza quasi primordiale da parte di cittadini, associazioni e amministrazioni di riappropriarsi di una città latente, fatta di luoghi dimenticati dalla collettività e di altri che mai sono riusciti a ricoprire un ruolo significativo all’interno delle dinamiche urbane. Sono le “rovine contemporanee“ che segnano le geografie dell’abbandono delle nostre città e si presentano come scarti da reintrodurre in un nuovo e più sostenibile ciclo di vita della città contemporanea. Tali condizioni, unite ad altri fattori economici legati agli attuali tempi di crisi, hanno costituito il terreno fertile alla nascita di una neonata galassia di realtà, spesso informali, che operano in territori ristretti e che si occupano di mappare e condividere, tanto nel web quanto nelle reti sociali, questi spazi e edifici non più utilizzati. L’obiettivo di questi operatori del riuso è quindi in primo luogo quello di 1. Dati tratti dal Rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2019, realizzato da ISPRA.

Atlante delle architetture vacanti

65


Riqualificazione di Piazza San Tommaso: il museo della Sangritana

La proposta progettuale ripristina il sagrato della chiesa, rendendolo area pedonale e piastra urbana di copertura del Nuovo Museo della Sangritana pensato interamente al di sotto la quota della piazza. Il sistema museale prevede sia l’accesso in superficie dal nuovo sagrato della Cattedrale che dal collegamento ipogeo con la nuova fermata della metropolitana leggera; da qui si può accedere anche al nuovo Auditorium che, pensato indipendente dal Museo, può essere utilizzato anche per eventi organizzati dalla città di Ortona.

Vista assonometrica Sezione territoriale sulla galleria della Sangritana

82

Abruzzo – Ortona (CH)


Sezione su auditorium e spazi espositivi

Atlante delle architetture vacanti

83


[superficie] 104,09 km²

[costruito] 2 805 646,16 m²

[densità costruita] 26 954,04 m²/km²

variazione demografica [pubblico vacante]

[privato vacante]

[densità vacante]

4 511 m²

55 437 m²

3,5 %

indicatori vacant

[Coordinate] 42°1’51.51’’ N - 13°25’34.94’’ E

[Abitanti] 42 284

[Densità] 406,23 ab./km²


Abruzzo

Avezzano (AQ)

la mappa delle architetture vacanti

Avezzano è un piccolo centro della provincia dell’Aquila che costituisce il polo principale della serie di Comuni che gravitano attorno alla Valle del Fucino. La sua storia è relativamente recente ed è stata segnata da due eventi che ne hanno profondamente condizionato le sorti. Il primo a metà ottocento è stato il prosciugamento del lago del Fucino. L’opera, che avrebbe dovuto risollevare le popolazioni fucensi attraverso la Atlante delle architetture vacanti

conversione delle realtà di pescatori in comunità contadine, con difficoltà invece fu stimolo nel breve termine di una crescita economica. Nel 1915 fu poi colpita da un drammatico terremoto che interessò l’intera area della Marsica, causando più di 30.000 vittime. Avezzano fu ricostruita leggermente più a nord in un processo che occupò tutta la prima metà del secolo. L’ultima metà del novecento è stata 103


Il centro di ricerca agroalimentare Claudio Costantino

Il progetto avvolge e amplia la struttura di uno degli ex contenitori commerciali in abbandono, attraverso una piastra pubblica percorribile, che con le sue pieghe guida il visitatore alla scoperta del luogo. La quota urbana raccoglie le funzioni pubbliche, tra cui un grande Auditorium e i laboratori didattici, mentre i livelli superiori accolgono il centro di ricerca, una biblioteca tematica e un sistema di alloggi flessibili.

Interventi

Connessone con il parco

Espansione del parco della ricerca

Sezione su auditorium e galleria della ricerca

106

Abruzzo – Avezzano (AQ)


Esploso assonometrico Involucro serra Terrazza del Fucino e alloggi speciali 1. alloggi speciali 2. spazi comuni 3. terrazza del Fucino Piastra pubblica e centro ricerca 1. biblioteca 2. laboratori e aule 3. direzione consorzio agrario 4. arena eventi Galleria della ricerca 1. hall biblioteca 2. laboratori agroalimentari 3. laboratori dell’infanzia 4. bar/ristorante 5. auditorium 6. teatro

Atlante delle architetture vacanti

107


Op_Pu

1128mq

42° 7’52.10”N 181 14°42’31.13”E

42° 8’0.72”N 182 14°42’22.71”E

Re_Pr

Op_Pu

Re_Pr

42° 4’52.78”N 184 13°24’33.09”E

42° 4’47.81”N 185 13°24’34.20”E

Re_Pr

A_Pr

532mq

92mq

154mq

1 751 mq

141mq

8.

1089mq

ARIELLI

42° 9’59.06”N 180 14°42’25.70”E

42° 6’50.06”N 178 14°42’33.56”E

42° 7’5.96”N 179 14°42’45.59”E

Re_Pr

Re_Pr

184mq

429mq

42° 4’37.33”N 183 13°24’38.58”E

947 mq

Re_Pr

766mq

42° 6’43.55”N 14°42’9.73”E

ALBE

177

7.

3 891 mq

VASTO

6.

42° 6’52.34”N 176 14°42’41.54”E

C_Pr

323mq

42°15’51.71”N 186 14°18’18.57”E

42°16’1.69”N 187 14°18’18.30”E

Op_Pu

C_Pr

165mq

75mq

42°15’58.07”N 188 14°18’17.40”E

42°15’54.27”N 189 14°18’18.85”E

42°15’54.30”N 190 14°18’20.79”E

42°15’52.09”N 191 14°18’18.09”E

42°15’47.52”N 192 14°18’16.98”E

A_Pr

Op_Pu

Re_Pr

C_Pr

Re_Pr

220mq

110mq

115mq

160mq

65mq

42°15’50.01”N 193 14°18’20.72”E

42°15’46.81”N 194 14°18’21.57”E

42°15’41.35”N 195 14°18’15.04”E

42°15’43.67”N 196 14°18’24.45”E

42°15’42.17”N 197 14°18’29.91”E

P_Pr

Re_Pr

P_Pr

Op_Pu

Re_Pr

C_Pr

Re_Pr

Op_Pu

196

150mq

54mq

22mq

290mq

115mq

42°27’34.35”N 201 13°55’34.82”E

5 527 mq

75mq

42°15’31.75”N 200 14°18’40.81”E

PENNE

45mq

42°15’34.96”N 199 14°18’37.90”E

9.

90mq

42°15’37.08”N 198 14°18’30.92”E

Re_Pr

1520mq

Abruzzo - Molise - Puglia


42°27’33.38”N 205 13°55’34.83”E

Re_Pr

Re_Pr

Re_Pr

Re_Pr

42°27’30.3”N 14°12’35.8”E

In_Pr 216

433mq 42°27’27.0”N 14°12’27.3”E

Re_Pr 221

75mq 42°27’03.4”N 14°12’34.3”E

Op_Pr 226

521mq 42°27’02.8”N 14°12’17.4”E

Re_Pr Elenco critico

783mq

Co_Pr 212

In_Pr 217

Re_Pr 222

Op_Pr 227

Co_Pr

42°27’22.7”N 14°12’26.0”E

5532mq 42°27’12.6”N 14°12’23.2”E

310mq 42°27’13.4”N 14°12’26.4”E

68mq 42°27’31.5”N 14°12’11.6”E

80mq 42°27’20.9”N 14°12’22.2”E

1256mq

42°27’05.1”N 14°12’17.0”E

208

Co_Pr

437mq 42°27’28.9”N 14°12’40.4”E

213

In_Pr

330mq 42°27’07.7”N 14°12’29.9”E

218

Re_Pr

48mq 42°27’27.5”N 14°12’15.8”E

223

Op_Pr

Molise

567mq

60 792 mq

211

5561mq

207

1027mq

TERMOLI

Co_Pr

42°27’33.5”N 14°12’13.5”E

1346mq

11.

206

1189mq

209

Co_Pr 214

Re_Pr 219

Re_Pr 224

Re_Pr

445mq 42°27’25.8”N 14°12’26.2”E

452mq 42°27’14.9”N 14°12’18.7”E

56mq 42°27’02.5”N 14°12’32.9”E

64mq 42°27’21.3”N 14°12’08.1”E

320mq

210

In_Pr 215

Re_Pr 220

Op_Pr 225

Re_Pr

17 701 mq

42°27’20.21”N 204 13°55’37.11”E

PESCARA

42°27’22.97”N 203 13°55’46.50”E

10.

42°27’26.82”N 202 13°55’39.03”E

42°27’21.1”N 14°12’07.5”E

344mq 42°27’12.8”N 14°12’17.3”E

83mq 42°27’05.3”N 14°12’34.5”E

161mq 42°27’26.2”N 14°12’14.4”E

220mq

42° 0’12.29”N 228 14°59’51.23”E

42° 0’13.49”N 229 14°59’44.21”E

Re_Pr

Op_Pr

497mq

468mq 197



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