Interni. Metodi, azioni, tattiche [della ricerca]

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Desidero ringraziare gli studenti di Architettura e i PhD Candidates del Politecnico di Milano che con i loro stimoli e le loro domande mi hanno, negli anni, stimolato a riflettere sulla disciplina degli Interni, sulle sue ragioni e i suoi fondamenti. Senza la loro pressante curiosità e il loro desiderio di trovare risposte alle tante incertezze del nostro mestiere di architetti o di studiosi, non sarebbero mai maturati i percorsi di ricerca che mi hanno permesso di sviluppare alcune delle riflessioni contenute in questo piccolo volume. A tutti loro va la mia più sincera gratitudine che vorrei testimoniare proprio con questo oggetto-libro che – come tutti i libri – è insieme un dono e un atto di condivisione. Ma anche uno strumento in grado di attivare reti e relazioni, di trasformare la conoscenza in pratiche e relazioni senza le quali proprio l’oggetto-libro non sarebbe un prodotto possibile.

Il saggio pubblicato nel presente volume rappresenta una versione riveduta e molto ampliata del paper “Methods of Research and Criticality” editato per “The Handbook of Interior Design” a cura di Graeme Brooker e Lois Weinthal per l’editore Berg Publishers. L’invito ricevuto dai curatori di editare la voce “La ricerca degli Interni” dell’handbook ha rappresentato l’occasione per una riflessione generale sui metodi della ricerca nel campo dell’architettura prima e degli interni in particolare. La relativa scarsità di letteratura disponibile sul tema, ha determinato il desiderio di approfondire l’argomento ben oltre le richieste ricevute e ha portato alla stesura del saggio qui di seguito presentato che desidera essere il punto di partenza per una riflessione e un’analisi sulle modalità di studio utilizzate nella produzione di ricerca da parte di studiosi e di progettisti. Il lavoro è parte dell’attività didattica e di ricerca che l’autore sviluppa all’interno del gruppo di ricerca MIBE (Musei Interni e Built Environment) attivo presso il Politecnico di Milano.


Indice Parte I 07 Ambiti & Definizioni 07 08 12 14

1. Il quadro epistemologico degli Interni 2. La ricerca negli Interni 3. Strategia della ricerca 4. Fonti

Parte II 17 Tassonomie della ricerca: tipologie e metodi 17 21 22 28 30 40 52

1. La ricerca attraverso il progetto 2. La ricerca sul/nel progetto 3. La ricerca per modalitĂ di applicazione 4. La ricerca per modalitĂ di indagine 5. La ricerca per obiettivi 6. Metodi di ricerca 7. Azioni e tattiche di ricerca

57 Conclusioni 58 Riferimenti Bibliografici


Parte I

Ambiti & Definizioni L’obiettivo di questo saggio è individuare ed evidenziare un certo numero di attività specifiche (metodi, azioni, tattiche) appartenenti al campo degli Interni a cui si ricorre durante lo svolgimento di una tipica attività di ricerca. Attività che è finalizzata all’avanzamento delle conoscenze disciplinari relative a opere, fenomeni, pratiche.1

1. Per opere si intendono le produzioni derivanti dall’esercizio della pratica degli interni; per fenomeni si intendono gli eventi, le manifestazioni e i movimenti connessi all’esercizio della partica degli interni; per pratiche si intende l’insieme delle prassi che conducono alla produzione di opere o alla realizzazione di fenomeni. Per semplicità, nel presente saggio si utilizza solo la parola “opere” per riassumere la triade opere, fenomeni, pratiche.


1. Il quadro epistemologico degli Interni «Il progetto di Interni, come ambito della conoscenza della realtà, si manifesta sostanzialmente nella messa in forma di essenze e valori sostanziali sottesi ai bisogni e alle utilità che chiedono di venire alla luce per favorire il loro riconoscimento. La Disciplina degli Interni viene intesa, cioè, come forma e pratica di conoscenza del mondo.» (Ottolini 2007: 20). In questa prospettiva, gli Interni – come anche l’Architettura – sono assimilabili a una qualsiasi altra pratica artistica2, in cui l’attenzione si concentra nel rapporto tra il significante materiale delle opere e il significato emozionale e cognitivo incorporato e totalmente risolto in esso. I prodotti della disciplina degli Interni, così come le sue pratiche, sono dunque a tutti gli effetti assimilabili a quelli del mondo delle pratiche artistiche e come queste possono essere oggetto di studi a carattere disciplinare e interdisciplinare. Prima di procedere, è però opportuno svolgere alcune considerazioni preventive tese a individuare l’oggetto di indagine, la disciplina a cui fa riferimento e il quadro epistemologico in cui si colloca. Riprendendo le riflessioni elaborate da Stephane Hanrot (2002), si può affermare 2. Nel corso del tempo la disciplina dell’Architettura ha avuto numerose definizioni che possono essere raggruppate in tre principali famiglie (Richtin & Maier 1996). Architettura come principio di organizzazione di oggetti e di sistemi complessi (Vitruvio 29-30 b.C; Le Corbusier 1924; Fleming, Honour, Pevsner 1966). Architettura come arte e come pratica in cui l’architetto è attore (Boullé 1799; Norberg-Schultz 1968; Ottolini 1996). Architettura come scienza, cioè come dominio di conoscenza oggettivo di opere e di esercizio di una pratica (Muratori 1959; Rossi 1966; Grassi 1967). Nel presente saggio si ricorre alla definizione data all’Architettura e agli Interni da G. Ottolini (1996).

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Parte II

Tassonomie della ricerca: tipologie e metodi I metodi della ricerca analizzati in questo saggio si riferiscono esclusivamente alla ricerca “sul” progetto e, molto marginalmente, a quella “attraverso” il progetto, mentre si tralasciano completamente quelle relative alla ricerca “per” il progetto, ritenendo che tutte le attività finalizzate alla realizzazione di opere (analisi dei bisogni, indagini conoscitive del contesto su cui si interviene, ecc.) appartengano a un ambito operativo che – seppur condivida strategie, tecniche e strumenti con l’attività di ricerca vera e propria – esula dagli studi che hanno come obiettivo l’avanzamento di conoscenze storiche e teoriche riferibili sia a opere sia a pratiche (intese come processi e come attività), che costituiscono appunto l’orizzonte operativo della ricerca disciplinare.

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1. La ricerca attraverso il progetto Per quanto concerne la ricerca “attraverso” il progetto, bisogna affermare che questo ambito operativo è caratteristico delle pratiche artistiche dove l’opera di alcuni Maestri può rivelare talvolta un’attività produttiva dotata di implicazioni in termini di indagine speculativa e conoscitiva: autore e ricercatore coincidono, così come l’oggetto di studio e il prodotto dell’attività progettuale. Si tratta di una prassi tesa alla conoscenza del fare attraverso lo stesso fare; un’indagine sui fondamenti disciplinari, per lo più finalizzata alla elaborazione di (quasi)-teorie, che produce avanzamenti teorici legittimando contestualmente anche il proprio operare (Snyder 1984; Van Ouwerkerk 2001). Questa ricerca di natura pratica, secondo Eisinger (2008: 72), può essere definita come caratterizzata dal fatto che i «processi progettuali vengono intesi come processi di ricerca». Il progetto come ricerca (Lunenfeld 2007) rende molto difficile distinguere con chiarezza tra pratica progettuale e teoria progettuale perché tale distinzione non tiene conto della qualità essenziale, integrativa, dell’azione e della riflessione progettuale (Grand 2008: 400-403). In realtà, il progetto è un esempio paradigmatico di quelle teorie della pratica nelle quali la pratica è essa stessa una forma di riflessione. Le teorie fondate sulla pratica però non si occupano di fornire spiegazioni e giustificazioni (sapere perché) ma di stabilire fatti (sapere cosa) e dare istruzioni per l’azione (sapere come) (Lupo 2010: 35). In ogni modo, a proposito di questa tipologia di ricerca

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Conclusioni Per concludere, può essere interessante notare come per tutti quegli studi che sono riconducibili alla ricerca critica, all’approccio a carattere sociale degli anni Settanta e Ottanta, ancora utilizzato anche se in misura molto contenuta, se ne è sostituito uno a carattere culturalista che, come si è accennato, ricorrendo agli studi critici di autori come Foucault, Deleuze, Guattari, incrociano teoria del testo con interpretazioni psicanalitiche per raggiungere nuovi livelli di conoscenza delle opere. Lo testimonia il proliferare di studi, articoli e saggi che in questi ultimi anni hanno contribuito ad ampliare lo statuto gnoseologico degli Interni trasformandone il carattere da un paradigma tipologico e deterministico a uno processuale e aperto. Ciò ha ampliato il mondo degli Interni sia come oggetto di studio sia come prodotto di attività pratica, spostando gli interessi verso un approccio che non riconosce più i limiti disciplinari come recinti operativi e radicando la prassi in un contesto processuale. Queste trasformazioni in atto sono tutt’altro che concluse, e da più parti si avverte la necessità di definire una nuova identità della disciplina degli Interni. Lo testimoniano le molte Calls for Papers e le tante conferenze internazionali in cui i tipici temi della ricerca filologica e tipologica sono sempre più spesso sostituiti o messi accanto a quelli della ricerca critica. In questa prospettiva, nasce l’idea di una rilevanza

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mobile degli Interni che ne demolisce l’autenticità monolitica, così come era tradizionalmente accettata e definita, in favore di una nozione dai contorni più sfumati basata sull’azione produttiva del soggetto e sulla condizione produttiva dell’oggetto. Anche se più difficile da definire, questa idea di Interni non è meno affidabile di quella (contrapposta) tradizionale e radicale usata fino a oggi come sistema di potere per giustificare sia l’azione conoscitiva sia quella progettuale (Lupo & Postiglione 2007: 150).

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