Itinerari per la conoscenza del paesaggio urbano

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Andrea Chisesi, Vortice BN, 100x100x2 cm, 2010.


INDICE

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PRESENTAZIONE Ente Scuola Edile

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INTRODUZIONE Luigi Sorrentino

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PARTE I Le trame connettive della conoscenza. 1.1 / Una costellazione concettuale per l’esplorazione del paesaggio storico urbano. 1.2 / Il paesaggio storico urbano come testo aperto. Proposte di passeggiate inferenziali.

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PARTE II Architettura dei luoghi e sceneggiatura urbana. 2.1 / Criteri compositivi per un progetto estetico-cognitivo degli spazi aperti. 2.2 / Il progetto degli spazi aperti tra drammaturgia e neuroscienze. 2.3 / La produzione di un film urbano. Il caso studio di Crotone.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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PRESENTAZIONE Ente Scuola Edile Siracusana Presidente: Paolo Pizzo / Vice Presidente: Saveria Corallo / Direttore: Pippo Zappulla

“Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei”. L’esortazione, scritta in greco classico sul tempio dell’ Oracolo di Delfi e poi sintetizzata e tradotta nella locuzione latina “nosce te ipsum”, è un invito a trovare la verità dentro se stessi e non nel mondo dell’apparenza e dell’ esteriorità. Conoscere se stessi vuol dire conoscere il mondo. Lo slancio dell’uomo verso il conoscere non può prescindere da un’ attenta analisi, in chiave metodologica e filosofica, della stessa mente che conosce. E’ proprio questo insegnamento tratto dal precetto delfico il punto di partenza scelto per tentare un giusto approccio all’ultima opera dell’ ing. Giuseppe Scalora, professionista affermato non solo nel nostro territorio, ma anche in ambito internazionale, con diversi riconoscimenti alla carriera. L’invito che l’ Autore rivolge al lettore è proprio quello di costruirsi, con l’ ausilio di una serie di termini tecnico-scientifici, nonché di passeggiate inferenziali attraverso una variegata costellazione concettuale, un metodo conoscitivo del paesaggio storico urbano in un continuo processo, semantico e percettivo, di conoscenza. Ed infatti il fine ultimo, ma anche il messaggio sublime che viene inequivocabilmente fuori dalla lettura del testo è proprio quello di proporre, con la massima chiarezza possibile, alcune riflessioni critiche su un progetto degli spazi aperti, allo scopo di spogliare e liberare il paesaggio urbano da un appiattimento e da una mera progettazione d’abitudine in cui la consuetudine e la debole coscienza storica lo hanno relegato e ridotto. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile una visione complessiva e d’insieme del progetto; un percorso volto a coniugare correttamente e funzionalmente l’interpretazione estetica degli schemi formali con l’intuizione conoscitiva che ciascun individuo ha del mondo esterno. Non è indubbiamente facile entrare in questa logica e in questa prospettiva. Ma leggendo il testo ed appassionandosi sempre di più alle tematiche trattate, viene fuori una rappresentazione degli spazi urbani insolita e diversa in cui emergono tutte le sfaccettature di un progetto: quella estetica e formale, quella visivo- percettiva, quella semantica e quella neuroscientifica. Da qui lo sforzo e la necessità di un’ analisi profonda, accurata e completa del proprio grado di conoscenza, della propria capacità critica, nonché del proprio livello percettivo- emozionale. Un saggio ed un contributo egregio dell’ ing. Giuseppe Scalora che un Ente, come la Scuola Edile, preposto alla formazione professionale non può che apprezzare e cogliere nella giusta chiave di lettura, operando nel settore e confrontandosi quotidianamente con le tematiche e le problematiche dello sviluppo urbanistico, del tessuto e degli spazi urbani. 6


Bebelplatz, Berlino, foto di Giuseppe Scalora, 2010. “Quando i libri vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone� Heinrich Heine


PARTE I Le trame connettive della conoscenza.

1.1 / Una costellazione concettuale per l’esplorazione del paesaggio storico urbano.

1.2 / Il paesaggio storico urbano come testo aperto. Proposte di passeggiate inferenziali.

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I / Le trame connettive della conoscenza


1.1

Una costellazione concettuale per l’esplorazione del paesaggio storico urbano.

La serie di definizioni qui di seguito proposta è da intendersi come un invito al lettore a formarsi una sua procedura conoscitiva del paesaggio storico urbano, non necessariamente simile alla nostra, ma ad essa collegata e quindi metodologicamente comparabile. Il senso di questo scritto è infatti quello di offrire un apporto filosofico-scientifico alla costruzione di un metodo operativo per il progetto delle città storiche, indicando un possibile percorso di ricerca della realtà. Le varie voci elencate si aprono alla possibilità di stabilire delle sintesi speculative unitarie, nonché di delineare delle aperture prospettiche su alcune questioni peculiari del restauro urbano: nell’uno e nell’altro caso ci si troverà di fronte a delle costellazioni di elementi tematici i cui confini non sono statici. La distribuzione di tali elementi e le relazioni che intercorrono tra loro possono produrre infatti delle vere e proprie dinamiche configurazionali. L’esposizione si presenterà quindi nella duplice veste di una topologia e di una dinamica, non tanto come una struttura lineare di concetti, quanto come l’avvicendarsi di “termini” secondo nuove configurazioni in base alle elaborazioni di volta in volta sviluppate. Ciò comporta, a seconda dei problemi considerati, la formazione di insiemi non disgiunti, ma parzialmente sovrapposti. Sulla scorta delle teorie dell’immaginario del secolo scorso (C.G. Jung, G. Bachelard, G. Durand, J.J. Wunenburger) si è costruita una sorta di “costellazione concettuale del paesaggio storico urbano”, potenzialmente utile per far luce in maniera sistematica e critica sul rapporto logico-estetico che si instaura tra teoria filosofica e spazialità urbana, nel tentativo di sottrarre i problemi della conoscenza dall’esteriorità e dalla casualità del loro apparire. Aggiornando il pensiero di G. Durand la costellazione può essere rappresentata in prima approssimazione come un insieme di “nuvole” di concetti galleggianti a diverse altezze e profondità tra le dimensioni filosofico-conoscitiva, analitico-sperimentale, geografico-spaziale, estetico-storica e percettivo-cognitiva. Attraverso questa modalità di esplorare la città, l’archeologia, l’archivistica, la filosofia, le scienze cognitive, le neuroscienze, l’urbanistica, la storia, la topografia, possono interagire in una fusione di orizzonti con i metodi delle scienze naturali. Ne consegue una nuova via della conoscenza, il formarsi di una cultura pluralista che tesse trame continue tra spiegazioni causali e concettuali, tra fatti e interpretazioni. Va infine chiarito che i termini riportati nella costellazione costituiscono evidentemente solo un numero ristretto dei concetti afferenti ai temi del paesaggio storico urbano e che la loro individuazione va intesa come un processo continuo di conoscenza. 11


Costellazione concettuale Dimensione percettivo-cognitiva

percezione

cervello

mente

apprendimento

teoria della mente

plasticitĂ del cervello

rappresentazione

attenzione

memoria

emozione

abitudine mappa di valori

marcatori somatici 80

I / Le trame connettive della conoscenza

empatia


Costellazione concettuale Proposta di itinerari inferenziali abduzione cervello produzione metodo vincolo

esplorazione

interpretazione morfanalisi conoscenza

mente

tessuto urbano

paesaggio

possibilitĂ fondato restauro

morfoestetica

struttura

scenario strategico

mappa di valori percezione

riconoscimento

rappresentazione

fondante unitĂ edilizia

ordine

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PARTE II Architettura dei luoghi e sceneggiatura urbana.

2.1 / Criteri compositivi per un progetto estetico-cognitivo degli spazi aperti.

2.2 / Il progetto degli spazi aperti tra drammaturgia e neuroscienze.

2.3 / La produzione di un film urbano. Il caso studio di Crotone. 82

II / Architettura dei luoghi e sceneggiatura urbana


2.1

Criteri compositivi per un progetto estetico-cognitivo degli spazi aperti.

Questo breve documento si articola in tre parti. Nella prima parte si espongono i principali modelli estetici e cognitivi che possono essere utilizzati per ricavare dei criteri compositivi per la progettazione degli spazi aperti, con specifico riferimento alle strutture morfologiche ed alle relazioni tra le parti. La seconda sviluppa le fasi di analisi percettive di un campo spaziale, propedeutiche all’attività di progettazione, accordando uguale importanza ai modelli qui proposti. La terza infine incardina i risultati ottenuti delle analisi sulle nozioni di semplicità ed ambiguità, quest’ultima considerata nella sua doppia articolazione di ambiguità semplice e complessa e di ambiguità percettiva e semantica. Il fine ultimo di questo lavoro è di proporre con la maggiore chiarezza possibile alcune riflessioni critiche sul progetto degli spazi aperti allo scopo di liberare il paesaggio urbano da una conoscenza e da una progettazione d’abitudine. Parte I 1. Principi estetici La prospettiva estetica che proponiamo mira apertamente a valorizzare lo spazio aperto e la sua dimensione percettivo-cognitiva. In questo ambito l’estetica estende i propri confini disciplinari, ed in nome di una visione integrata e inclusiva del progetto, e quindi dell’estetica stessa, si confronta con altri parametri di valutazione, quali quelli offerti dalla Gestalt, dalla teoria della percezione e dalle neuroscienze. Questo scritto insiste pertanto sull’opportunità di realizzare una visione d’insieme del progetto, che non è mai soltanto puramente estetica, espressiva, cognitiva, tecno-scientifica, economica o sociale. Con riferimento al “canone occidentale” dell’estetica, riportiamo i principali criteri di ordine e regolarità di una composizione spaziale: • Equilibrio. L’equilibrio si realizza in due forme: simmetrico e asimmetrico. L’equilibrio simmetrico avviene quando il peso di una composizione è uniformemente distribuito su un asse centrale verticale o orizzontale. In circostanze normali assume forme identiche su entrambi i lati dell’asse. Quando la simmetria si verifica con forme simili ma non 83


tempo

testo

spazio

progettista

fruitore

cervello, mente e progetto

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II / Architettura dei luoghi e sceneggiatura urbana


teoria della mente pensiero creativo

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Il percorso ha inizio da piazza Duomo, si sviluppa lateralmente alla Cattedrale (lato est) lungo via Pitagora giungendo su piazza Albani, a dove si affaccia l’omonimo palazzo; si si tratta di uno spazio urbano di Il percorso ha inizio da piazza Duomo, sviluppa lateralmente dimensioni contenute e dalla forma pressoché rettangolare. alla Cattedrale (lato est) lungo via Pitagora giungendo su

A. PIAZZA ALBANI

piazza Albani, dove si affaccia l’omonimo palazzo; si tratta di uno spazio urbano di dimensioni contenute e dalla forma pressoché rettangolare.

B. VIA MILONE b

La piazza offre molteplici possibilità di scelta per la prosecuzione del tragitto, confluendo su di essa diversi percorsi principali e minori; lo sguardo dell’osservatore viene però catturato da due ripide strade gradonate La piazza offre molteplici possibilità di scelta la dal prosecuzione del in salita(via Milone e Discesa Zeus) separate fra diper loro palazzo della tragitto, confluendo di essa diversi percorsi minori;in ex Prefettura. Scegliendo su di proseguire lungo la viaprincipali Milone, siegiunge lo sguardo vienepiù però catturato da due ripide strade piazza Castello,dell’osservatore situata nella parte alta della città storica. gradonate in salita(via Milone e Discesa Zeus) separate fra di loro dal palazzo della ex Prefettura. Scegliendo di proseguire lungo la via Milone, si giunge in piazza Castello, situata nella parte più alta della città storica.

Figura 12. Crotone. Stralcio planimetrico del centro storico. Sequenza fondamentale. Il ventaglio_1. 118

II / Architettura dei luoghi e sceneggiatura urbana


a

La partenza avviene da piazza Duomo. Appena superato il sottopasso A. PIAZZA NEVE VECCHIA La si partenza avviene che collega la Cattedrale al Palazzo Vescovile, dispiegano alloda piazza Duomo. Appena superato il sottopasso collega la Cattedrale al Palazzo Vescovile, si dispiegano allo sguardo dell’osservatore due distinti campi che percettivi: il primo, lungo sguardo dell’osservatore due distinti campi percettivi: il primo, lungo la via Lucifero, il secondo, lungo la via Suriano. Scegliendo di la via Lucifero, il secondo, lungo la via Suriano. Scegliendo di percorrere via Lucifero, giunti circa a metà , all’intersezione con la via percorrere via Lucifero, giunti circa a metà , all’intersezione con la Media, esso si dilata leggermente creando un momento viapiacevole Media, esso si dilatadileggermente creando un piacevole momento sosta. Qui lo sguardo dell’osservatore è attratto da un sottopasso di sosta. Qui lo sguardoaddell’osservatore è attratto da un sottopasso ad arco anticipato da una gradonata in pietra.arco Proseguendo anticipato ancora da una in gradonata in pietra. Proseguendo ancora in leggera salita, si giunge in uno spazio di forma triangolare (piazza leggera salita, si giunge in uno spazio di forma triangolare (piazza Neve Vecchia), sul quale si affaccia palazzoNeve Zurlo, un sistema Vecchia), sul quale si affaccia palazzo Zurlo, un sistema palaziale settecentesco di notevole interesse palaziale storico-architettonico.Il settecentesco di notevole interesse storico-architettonico.Il percorso procedeparticolari in seguito velocemente, senza cioè offrire particolari percorso procede in seguito velocemente, senza cioè offrire di attrattività, rallentando il tempo solo all’incontro di un fattori di attrattività, rallentando il tempo fattori solo all’incontro di un piccolo slargoorientale di quartiere fino a giungere sul versante orientale piccolo slargo di quartiere fino a giungere sul versante b dell’anello urbano. dell’anello urbano.

B. PIAZZA DE MAYDA

Svoltando poi sulla sinistra, e proseguendo su Discesa Fosso, ci si inoltra verso il secondo itinerario. Appena subentrati in via Suriano, si scorge sul lato destro la facciata della di S.Maria Prothospataris. Svoltando poipiccola sulla chiesa sinistra, e proseguendo su Discesa Fosso, ci si inoltra verso il secondo itinerario. Appena Proseguendoinlungo il percorsosisiscorge giungesul in lato piazza De la facciata della piccola chiesa di S.Maria Prothospataris. subentrati via Suriano, destro Mayda, un altro piccolo spazio disiquartiere rettangolare Proseguendo lungo il percorso giunge in piazza De Mayda, un altro piccolo spazio di quartiere che favorisce leche relazioni sociali su cui sisociali affaccia rettangolare favorisce le relazioni su cui si affaccia l’omonimo palazzo nobiliare ottocentesco. l’omonimo palazzo nobiliare ottocentesco.Lo spazio si dilata nuovamente prossimità dell’intersezione con la via Lo spazio si dilata nuovamente in prossimità dell’intersezione con lainvia Media (sezione Pescheria), Media (sezione Pescheria), determinando una vera e propria piazzetta di quartiere attorno alla quale si dispongono determinando una vera e propria piazzetta di quartiere attorno alla quale si dispongono dei palazzetti dei palazzetti nobiliari dai caratteri architettonici e tipologici ben distinguibili. La sequenza continua su un tratto nobiliari dai caratteri architettonici e tipologici ben distinguibili. La sequenza continua su un tratto di di percorso con andamento curvilineo per concludersi su piazza Duomo, il punto iniziale della sequenza.

percorso con andamento curvilineo per concludersi su piazza Duomo, il punto iniziale della sequenza.

0

20

100 m

Figura 13. Crotone. Stralcio planimetrico del centro storico. Sequenza fondamentale. Il ventaglio_2. 119



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