Un grazie particolare a Alessandro e Ivan per il supporto incondizionato, a Maria Teresa Businaro per i preziosi consigli e la collaborazione sui testi e ad Antonella Bergamin per la paziente disponibilità nel lavoro di traduzione. Special thanks to Alessandro and Ivan for their unconditional support, to Maria Teresa Businaro for her valuable advices and cooperation on texts and to Antonella Bergamin for her patient availability in translation work.
ISBN 978-88-6242-159-1 Prima edizione Aprile 2015 First edition April 2015 © 2015 LetteraVentidue Edizioni © 2015 Alice Sordelli, Elena Zanoni È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, including photocopying, even for internal or educational use. Italian legislation only allows reproduction for personal use and provided it does not damage the author. Therefore, reproduction is illegal when it replaces the actual purchase of a book as it threatens the survival of a way of transmitting knowledge. Photocopying a book, providing the means to photocopy, or facilitating this practice by any means is like committing theft and damaging culture. Le autrici rimangono a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare. Authors apologise for any unintentional omission.t Traduzioni / Translations: Antonella Bergamin Book design: Francesco Trovato LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Via Luigi Spagna, 50 L 96100 Siracusa, Italy www.letteraventidue.com @letteraventidue LetteraVentidue Edizioni
Alice Sordelli Elena Zanoni
IndiceContents 9 La casa giapponese Japanese house
39 Il corpo nello spazio The body in space
69 Considerazioni sullo spazio: luce, ombra e vuoto Meditations on space: light, shadow and void
87 Guardarsi intorno Looking around
121 La ricerca dei materiali Fra tradizione e innovazione
Building-materials research between tradition and innovation
La casa giapponese The Japanese house
Sapevo solo che la casa, situata su un terreno di proprietà di suo zio, doveva essere demolita, e che fino ad allora lui poteva abitarci per cinquemila yen al mese, ma non mi aspettavo un edificio cosí incredibile. What I knew was that the house, built on a plot owned by his uncle, would be demolished, and until then he could live there for five thousand yen a month, but I was not prepared for such an incredible building. Banana Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco [Doddoendo no omoide, 2003], Feltrinelli Editore, Milano, 2006, p. 14
Abitare contemporaneo
Contemporary home-living
Il concetto di spazio in Oriente è piuttosto diverso da quello occidentale: non è mai stato considerato come un fattore fisico; addirittura lo spazio come entità, in Giappone, non esiste1. Viene percepito in relazione allo scorrere del tempo e tra i due elementi esiste uno stretto rapporto, tanto da favorire l’evolversi di una concezione pluridimensionale dell’architettura: alle tre dimensioni geometriche si unisce anche la dimensione del tempo. Al binomio oggetto-spazio viene quindi associato quello di spazio-tempo, così che gli spazi sono percepiti e sperimentati ogni volta dalla persona che li fruisce. «Nella tradizione dell’architettura occidentale, l’edificio è in primo luogo strutturato mediante i muri e le finestre, che frappongono una cornice tra il soggetto e l’oggetto: il soggetto è quindi inevitabilmente separato dall’oggetto, mentre lo spazio diventa come un dipinto racchiuso da una cornice - cioè un’immagine statica - rimane congelato. Nell’architettura [...] giapponese,
Space has altogether different meanings in the Eastern and in the Western world. Eastern cultures do not consider space as a physical concept – in Japan, there is no such thing as space as an entity1. Space is perceived in connection with time flow – these two elements are so closely related as to promote a multi-dimensional view of architecture where the three geometrical dimensions are integrated by the dimension of time. Therefore, the object-space couple is associated to the space-time couple, so that spaces are perceived and experienced in ever different ways by the individuals who use them. «In the Western architectural tradition, a building is primarily framed by means of walls and windows. That interposes a frame between subject and object. The subject is inevitably cut off from the object. The space becomes a painting in a frame (i.e. a static image); it becomes frozen. In [...] Japanese architecture, instead, horizontal planes (i.e.
La casa giapponese
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TATO ARCHITECTS
House in Itami
Itami, Hyogo Prefecture, 2012 La casa, situata in un quartiere densamente popolato, sorge su di un lotto particolarmente stretto. Nel rispetto della normativa urbanistica che prevede una distanza dal confine di almeno 50 cm, i progettisti hanno tuttavia aumentato la distanza minima richiesta di ulteriori 40 cm, al fine di ottenere un passaggio più ampio sul lato nord dove è posto l’ingresso dell’abitazione. L’interno viene definito dalle scale aperte e poste al centro della casa, determinando le varie funzioni degli spazi creati attorno ad esse, con esperienze visive e spaziali in tutti gli ambienti. Gli elementi architettonici come le scale, i corrimano, la lavanderia, gli armadi, il bagno, sono realizzati come se fossero arredi. L’architettura e gli arredi sono mescolati e diventano relativi a vicenda, consentendo libertà nell’uso delle varie stanze si passa sotto il tavolo, si sale su una cassettiera, l’armadio nasconde una scala.
Site area 59,16 sqm Building area 34,95 sqm Total floor area 95,79 sqm The house is situated in a dense urban neighborhood, positioned in the back of a narrow cul-de-sac. In keeping with building laws that in Japan require homes to be set at least 50 cm away from outer walls, Tato Architects included an additional 40 cm to the boundary line in order to open a wider passageway on the north to the side entrance. The interior of the house is defined by open staircases that sit at the centre of the dwelling, allocating functional programs on either side to offer a rich spatial experience that presents views to all areas of the house. The architectural elements (stairs, handrails, laundry space, closets, toilets) are developed as furniture. Therefore, architecture and furniture mix and interconnect to maximize the freedom of use of each room: the residents may walk under the table, step over a storage unit, while the closet hides a stair.
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ENDO SHUHEI ARCHITECT INSTITUTE
Roofecture OT2 Osaka, 2012
L’ edificio si trova in una zona residenziale molto congestionata nella città di Osaka, circondato da altre abitazioni sui tre lati. La pelle, in metallo ondulato e traforato, avvolge il prospetto frontale e il tetto, celando volutamente ciò che c’è all’interno. L’abitazione, per una coppia con tre bambini, si sviluppa su tre livelli attorno ad un atrio centrale, che permette ai membri della famiglia di essere sempre connessi tra di loro. L’interno viene reso più intimo mediante un rivestimento in pannelli di OBS, economico e facilmente reperibile, e legno di cedro per i pavimenti. Con il buio questa piccola residenza si illumina, creando un effetto di maggiore permeabilità verso l’esterno.
Site area 55,30 sqm Building area 44,00 sqm Total floor area 127,70 sqm The building, surrounded by other buildings on three sides, is located in a densely built residential district of Osaka. The corrugated and perforated metal sheet shell protects the main elevation and the roof as an intentional screen for the interiors. The house, for a couple with three children, is developed on three levels around a central atrium that keeps the residents in touch with each other while being on different levels. The interiors have walls covered in oriented strand board (OSB) panels, a cheap and easily available material, and cedar wood floors, for a more intimate atmosphere. At night, the small house glows in the dark and becomes more permeable with the exterior.
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Il corpo nello spazio The body in space
[…] il personaggio di Eriko, la madre transessuale in Kitchen, è certo il punto estremo di questa ridefinizione di ruoli, ma gli stessi Yūichi e Mikage rappresentano nuovi modelli di comportamento […] Anche nelle opere successive i personaggi maschili sono vicini a questo nuovo modello di uomo: […] una immagine del maschio attraverso la quale è visibile, in filigrana, la grazia androgina degli eroi dello shōjo manga. […] Eriko, the trans-sexual mother in Kitchen, is certainly the most extreme case of this redefinition of roles, although Yūichi and Mikage also represent new behavioral models […] In her later works, the male characters are also close to this new model of male: […] a male image through which the androgynous grace of shōjo manga heroes may be glimpsed in transparency. Giorgio Amitrano, Il mondo di Banana Yoshimoto, Feltrinelli, Milano, 2007, pp.76-77
La percezione di sé
Self-perception
«Le città giapponesi sono difficili da raccontare a chi non le abbia mai visitate, Wim Wenders1 ci ha provato in due film, Tokyo-ga e Appunti di viaggio su moda e città, ed è riuscito a descriverne bene alcuni aspetti. Quello che forse non ha saputo trasmettere delle città giapponesi è la vitalità delle persone, la vitalità umana che serpeggia per le strade. Chissà perché gli occidentali amano rappresentare il Giappone come un immenso formicaio brulicante di ometti grigi tutti uguali come in una pittura di Magritte moltiplicata all’infinito[…]»2. L’area metropolitana di Tokyo è oggi, sempre più, un non-luogo3 segnato, piuttosto che dall’architettura e dalla tradizionale definizione degli spazi, dalla labirintica presenza di reti di telecomunicazioni e di energia, acqua e sistemi di trasporto diversi e interconnessi.
«It is difficult to describe Japanese cities to someone who never visited them. Wim Wenders1 tried to do just that, and successfully represented some of their aspects, with his two films Tokyo-ga and Notebook on Cities and Clothes. What he failed to convey about Japanese cities is, perhaps, the vitality of people. For mysterious reasons, Westerners like to portray Japan as an immense anthill swarming with small grey people, all alike, in a sort of eternally replicating Magritte painting […]»2. Today Tokyo’s metropolitan area is increasingly a non-place3 defined by the labyrinthine presence of various and interconnected telecommunication, energy, water and transportation networks rather than by architecture and a traditional projection of space.
Il corpo nello spazio
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ONISHIHYAKUDA ARCHITECTS O + H
Double Helix House Yanaka,Tokyo, 2011
L’abitazione si trova nella zona di Yanka a Tokyo. Il sito è completamente circondato da altre case, ad eccezione di un stretto accesso di fronte all’edificio: questo aspetto ha determinato cosi lo sviluppo verso l’alto. I progettisti hanno portato all’esterno il corpo scala, che avvolge interamente l’abitazione, facendola diventare una doppia elica che sale verso il cielo. Nel nucleo centrale, cubico e bianco, si trovano gli ambienti principali della casa: il soggiorno, la sala da pranzo, la cucina, il bagno e la camera da letto. Lungo il corridoio trovano posto una galleria d’arte privata, una biblioteca e uno spazio-studio per la famiglia. La parte superiore del volume può essere utilizzata come giardino pensile e terrazzo, sfruttando al massimo ogni più piccolo spazio.
The house is located in the Yanaka district in Tokyo in a site entirely surrounded by other houses except for a narrow access to the building. This aspect required a vertical development, so the designers brought the stair block outside and wrapped it around the house so that it becomes a double helix that ascends to the sky. A white cube is the core that accommodates the house’s main spaces: living room and dining room, kitchen, bathroom and bedroom. Along the corridor there are a private art gallery, a library and studio-family room. The volume’s top section may be used as a hanging garden and terrace in order to maximize the use of space.
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SOU FUJIMOTO
House NA
Tokyo, 2010-2011 La Casa NA sorge in una via stretta e poco trafficata, in un distretto periferico di Tokyo, caratterizzato prevalentemente da abitazioni basse. L’edificio è composto da un sottile telaio di acciaio con piani sfalsati: il collegamento tra i piani avviene mediante gruppi di gradini a volte trattati come mobilio. I prospetti sono pressoché inesistenti, composti da vetri a tutta altezza privi di cornici e da tende, che, nonostante la loro trasparenza e leggerezza, restano indifferenti all’esterno. Si tratta a tutti gli effetti di un’abitazione astratta, che è stata associata concettualmente alla vita sugli alberi: un luogo composto da tanti rami sui quali spostarsi e che insieme formano un’unica entità, che mette in relazione l’architettura, la città, l’arredamento e il corpo.
Site area 53,77 sqm Building area 32,23 sqm Total floor area 84,91 sqm The House NA is located in a narrow and quiet street, in an outlying Tokyo district with mainly low houses. The building has a thin steel frame with staggered planes: the floors are connected by groups of steps sometimes treated as furniture. The almost immaterial elevations are made of full height windows with no frames or curtains that, in spite of their transparency and lightness, remain indifferent to what happens outside. All in all, this is an abstract house, conceptually related to “life on trees”: the residents migrate from one branch of the house to the other – altogether, the house’s multiple branches form one entity, a hub that connects architecture, the city, furniture and the body.
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mA- STYLE ARCHITECTS
Green Edge House
Site area 200,90 sqm Total floor area 73,01 sqm
Fujieda, Shizuoka Prefecture, 2012 L’abitazione si trova in una zona residenziale di Fujieda nella prefettura di Shizuoka. La volontà dei progettisti di isolare la casa dal contesto ha portato alla realizzazione di un bordo perimetrale verde piantumato con alberi ed arbusti, che cambiano aspetto al variare delle stagioni. Ogni ambiente ha così un affaccio privilegiato sul giardino privato. Si viene così a creare un filtro tra gli interni ed il muro bianco perimetrale che, apparentemente fluttuante e sospeso da terra, protegge la privacy dei suoi abitati, creando però allo stesso modo una sensazione di apertura, lasciando filtrare luce ed aria.
The house is located in a residential area of Fujieda in the Shizuoka Prefecture. The designers wanted to isolate the house from its context. This led to the construction of a green edge of trees and shrubs that provide seasonal change. Every room has a privileged frontage on this private garden. The result is a filter between the interiors and the white boundary wall that seemingly floats over the ground. While the wall protects the residents’ privacy, it also leaves a sense of opening and lets light and air flow into the house.
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