Il muro come contenitore di luoghi - The wall as living place

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Francesco Cacciatore

Il muro come contenitore di luoghi

Forme strutturali cave nell’opera di Louis Kahn

The wall as living place

Hollow structural forms in Louis Kahn’s work


INDICE 13 21 CAPITOLO I Tradizione dello spessore

Presentazione Introduzione

41

Cenni sulle origini e lo sviluppo dei sistemi architettonici murari Archetipi della costruzione stereotomica e dell’ architettura plastico-muraria Persistenza delle forme e dei caratteri della parete stereotomica Evoluzione della tradizione stereotomica

55 66

Louis Kahn e la ricostruzione dello spessore dopo la stagione modernista Formazione Beaux-Arts e superamento del moderno L’adozione della forma strutturale cava

79 99 114

L’opera di Kahn e la svolta del decennio 1951-1961 Ispessimento degli elementi orizzontali Ispessimento degli elementi puntuali Ispessimento della parete continua

27 31

CAPITOLO II Ritorno allo spessore

CAPITOLO III Controllo dello spessore

CAPITOLO III Poetica dello spessore 135 145

158 171 173

L’invenzione del muro come contenitore ‘Avvolgere con le rovine’: il muro diaframma e lo spazio marginale ‘Vivere nella parete’: il muro abitato e lo spazio interstiziale Note Bibliografia Fonti delle illustrazioni


CONTENTS 13 21 CHAPTER I Tradition of thickness

Foreword Introduction

41

An outline of the origin and development of architectural masonry systems Archetypes of stereotomic construction and plastic-masonry architecture Persistence of forms and characters of the stereotomic wall Evolution of the stereotomic tradition

55 66

Louis Kahn and the reconstruction of thickness after the modernist season Beaux-Arts education and overcoming of modernism Adoption of the hollow structural form

79 99 114

Kahn’s work and the turning point of the 1951-1961 decade Thickening of horizontal elements Thickening of vertical elements Thickening of the continuous wall

27 31

CHAPTER II Back to thickness

CHAPTER III Control of thickness

CHAPTER III Poetics of thickness

145

Invention of the wall as a place for living ‘Wrapping ruins around buildings’: the wall as diaphragm and fringe space ‘Living in the wall’: inhabited wall and interstitial space

164 171 173

Notes Bibliography Sources of illustrations

135


Presentazione

di Adriano Cornoldi

Foreword

by Adriano Cornoldi


E’ stato ampiamente dimostrato come i maestri moderni, nella ricerca congiunta di invenzioni formali e invenzioni costruttive, si siano riferiti in varia misura ad esempi del passato, da loro liberamente scelti quale guida che potesse ispirarli e sorreggerli nella faticosa avventura verso il nuovo. Nell’opera di Perret sono note, ad esempio, le relazioni fra ordine classico e nuove razionalità strutturali. Anche Le Corbusier ha mostrato di continuo di saper far tesoro della tradizione: senza il viaggio in Oriente non ci sarebbero state le Maison Domino e quei ‘cinque punti’ in grado di determinare un linguaggio. Senza il richiamo al razionalismo visto a Katsura o in Jefferson, Wright non avrebbe avuto le intuizioni tettoniche delle Prairie Houses, del Larkin Building o degli uffici Johnson. La memoria di Schinkel agisce nella ricerca miesiana di un’identità fra assemblaggio di componenti e rigore formale. Le architetture in forma di soffici nuvole, viscere gelatinose, acuminati virtuosismi, degli autori oggi di moda – prive nello stesso tempo di funzionalità, economicità, e durevolezza – mancano di relazioni sia con la costruzione che con la storia. In maniera paradigmatica forma, struttura e storia sono state invece tenute assieme da Louis Kahn. Egli lo dichiara esplicitamente: “la tradizione è ciò che ci dà i poteri dell’anticipazione, per cui sappiamo, quando creiamo, cosa resterà… immagini che riflettono aspirazioni, tradotte in realtà da un’ispirata tecnologia”. There is ample evidence as to how the modern masters, in their shared pursuit of formal inventions and constructional inventions, variously referred to past examples they had freely chosen as guides that could inspire and support them in their strenuous pursuit of new things. Perret’s work, for example, offers well-known examples of relations between classic order and new structural rationalities. Even Le Corbusier consistently proved he could treasure tradition: without his journey to the East there would have been no Maisons Domino and the ‘five points’ that would be the foundation of a language. Without the reference to rationalism seen at Katsura or Jefferson, Wright would not have had the tectonic insights of the Prairie Houses, or Larkin and Johnson Wax Buildings. The memory of Schinkel plays a role in Mies’ pursuit of an identity between assemblage of components and formal rigour. The buildings shaped like soft clouds and gelatinous bowels, or the spiked bravura pieces designed by today’s fashionable architects – anything but functional, cost effective and durable – have no relation with either construction or history. Louis Kahn, instead, kept form, structure and history paradigmatically together. As he explicitly declared: “Tradition gives you the powers of anticipation from which you know what will last when you create… images that reflect aspirations, translated into reality by an inspired technology”. 13


Tradizione dello spessore

Cenni sulla nascita e lo sviluppo dei sistemi architettonici murari

Tradition of thickness

An outline of the origin and development of architectural masonry systems


1.1 Archetipi della costruzione stereotomica e dell’architettura plastico-muraria Tra le architetture che si fondano sulla costruzione di tipo murario un posto di primo piano è reclamato senza dubbio dall’architettura egizia la quale, da questo punto di vista, si potrebbe dire che rivesta quasi un ruolo di archetipo. Questo risulta evidente non tanto per la presenza e l’importanza che richiede il muro nella sua costituzione, ma soprattutto perché nel muro egizio risiede tutta una maniera di intendere l’essenza del fare architettura e quindi del costruire1. Gli antichi egizi, infatti, si concentrano sulla rappresentazione della materia fisica, dedicandosi in particolar modo alle qualità sensibili ed apparenti proprie del suo stato inerte. Pertanto, il vero punto di partenza nel processo di manifestazione e rappresentazione di questa architettura risiede, non tanto nella dimensione puramente geometrica e costruttiva del muro, quanto nella sua materia, nella fattispecie la pietra, la roccia al suo stato naturale. Proprio per questo motivo, forse, la roccia richiede, nel mondo egizio, non tanto il ruolo di semplice materiale da costruzione quanto un valore di materia base, capace di costruire tanto il suolo fisico del paese egiziano quanto il suo paesaggio architettonico e geografico2. La materia così definita è quella che controlla e dà un significato preciso ai diversi elementi dell’architettura egizia, attraverso le sue qualità fisiche di pesantezza, 1.1 An outline of the origin and development of architectural masonry systems A major place among the architectural traditions that were founded on masonry construction certainly belongs to Egyptian architecture that, in this sense, might almost be considered as the archetype. This is evident not much in the presence and importance of walls in its structure but rather in how the Egyptian wall encapsulates a way of viewing the essence of making architecture and therefore of building1. Indeed, ancient Egyptians were concerned about the representation of physical matter, and were particularly interested in the tactile and apparent qualities typical of its inert status. Therefore, the real starting point in the process of expression and representation of this architecture is not the purely geometric and constructive dimension of the wall but rather its matter, namely stone, rock in its natural status. Precisely for this reason, in the Egyptian world, rock is not just a building material but has rather a value of basic material that can build, more than the physical ground of the Egyptian country, its architectural and geographical landscape2. Such definition of matter is what controls and gives precise meaning to the different elements of Egyptian architecture, through its physical qualities of weight, 27


Tempio di Horus, Edfu, Egitto, 3000 a.C. - Pianta Temple of Horus, Edfu, Egypt, 3000 b.C. - Plan


evolutivi, l’architettura muraria scoprirà il senso della profondità come direzione privilegiata a cui affidare la trasmissione di valori rappresentativi e simbolici. 1.2 Persistenza delle forme e dei caratteri della parete stereotomica Abbiamo visto come per l’architettura egizia la manifestazione della materia, attraverso l’espressione delle proprietà sensibili che la caratterizzano, sembra essere l’obiettivo principale, tanto che si può parlare di una perfetta corrispondenza tra quelle che si definiscono la forma nucleo e la forma artistica dell’architettura, e cioè gli aspetti ontologici e quelli simbolici della forma costruita. Nelle due fondamentali culture architettoniche del passato, quella greca e quella egizia, uno dei principi chiave sembra essere proprio la volontà di mantenere sempre viva questa coerenza costruttiva e rappresentativa e di renderla intellegibile attraverso la forma. Il raggiungimento della corrispondenza assoluta tra la forma architettonica e la realtà costruttiva che essa rappresenta è un fatto poco frequente nella storia dell’architettura, dato che ogni forma architettonica tende, col passare del tempo e consolidandosi nell’uso comune, a richiedere un certo grado di autonomia rispetto alla sua origine costruttiva. Questa tendenza fa si che vi siano da un lato architetture che si esprimono attraverso una relazione diretta tra oggetto e immagine, tra would masonry architecture discover the sense of depth as the direction that could best convey representative and symbolic values. 1.2 Persistence of forms and characters of the stereotomic wall We have seen how the expression of matter, through the expression of its typical tactile properties, was seemingly Egyptian architecture’s main goal, so much so that we may read a perfect correspondence between what is defined as the nucleus form and the art form of architecture, or the ontological and symbolical aspects of the built form. In the two main architectural cultures of the past, the Greek and Egyptian traditions, one of the key principles seems to be precisely the intention to always keep such constructive and representational coherence alive and make it comprehensible through form. The achievement of an absolute correspondence between architectural form and the constructive reality it represents is a rare occurrence in the history of architecture, as any architectural form, over time and as common use grows established, tends to require a certain degree of independence from its constructive origin. This 31


Castello Maniace, Siracusa, XIII Secolo - Pianta Maniace Castle, Syracuse, 13th century - Plan


sulla composizione architettonica”15. Nel Pantheon l’enorme massa muraria è articolata infatti, verso lo spazio interno, attraverso una serie di nicchie ricavate nello spessore del muro. Date le gigantesche proporzioni dello spazio centrale e delle strutture necessarie per sostenerlo, si può parlare in questo caso di vere e proprie stanze abitabili completamente ‘annegate’ oltre il filo della parete. Oltre alle implicazioni di natura espressiva e compositiva, questa soluzione presuppone anche una peculiare soluzione di carattere spaziale che vede uno spazio centrale, gerarchicamente predominante, delimitato da una serie di spazi di ordine minore direttamente dipendenti dal primo e rivolti esclusivamente verso l’interno, secondo un modello che potremmo definire a sviluppo centrale o di carattere ‘centripeto’. Può essere interessante notare come un’ampia serie di spazi romani e tardoromani possono essere riconducibili a questo modello. Un’attitudine per certi versi differente sembrano mostrare le soluzioni al medesimo problema date dall’architettura sveva dieci secoli più tardi, sviluppatasi in particolare con l’attività edilizia incredibilmente ricca promossa da Federico II nel corso del XII e del XIII secolo nel Regno delle due Sicilie. Qui si possono contare più di duecento tra fortezze, castelli e roccaforti, frutto della pianificazione da parte dell’Imperatore di un sistema di opere militari di difesa sulla costa orientale adriatica e siciliana, ma anche all’interno, dove si demolirono vaults so that the thrusts are mutually eliminated. Only from a certain point – from the Pantheon on, we may say – does emerge the solution of a large isolated vaulted building that must support itself with a proper inner articulation. Given this kind of problem, it becomes impossible to consider the masonry mass as a mere homogeneous limit, and its articulation necessarily influences the architectural composition”15. The Pantheon’s huge masonry mass is indeed articulated, towards the inner space, by a series of niches excavated in the wall’s thickness. Give the huge dimension of the central space and of the structures required for its support, we may in this case speak of actual habitable rooms completely ‘drowned’ beyond the wall’s edge. Besides the expressive and compositional implications, this also entails a peculiar spatial solution that creates a central, hierarchically prevailing, space bordered by an array of minor spaces directly dependent on it and exclusively inward-looking, following a model that we may define of central development or of ‘centripetal’ character. It may be interesting to note that a wide catalogue of Roman or late Roman spaces may be related to such a model. A somewhat different approach can be found in the solution to the same problems provided by Swabian architecture ten centuries later, particularly developed due to the incredibly intense building activity promoted by Frederick the II during 49


Prospettiva di un Centro Culturale. Disegno di Louis Kahn apparso come illustrazione nel saggio “Monumentalità” del 1944 Perspective view of a Cultural Center. Drawing by Louis Kahn illustrating his essay “Monumentality”, 1944


Sono stati adottati fattori di sicurezza per superare eventuali inconsistenze o incongruenze presenti nella composizione del materiale manufatturato. I macchinari e gli impianti di grande dimensione, necessari per la produzione, hanno condotto alla standardizzazione. La combinazione dei fattori di sicurezza (fattori di ignoranza come li chiamava un ingegnere) e della standardizzazione ha ristretto la pratica tecnico-ingegneristica unicamente alla sezione di membrature tratte dai manuali, che raccomandavano sezioni molto maggiori di quanto avrebbero richiesto i calcoli, e ha così ulteriormente limitato il campo dell’espressività tecnica, reprimendo la creazione di forme più belle ed eleganti, quali venivano indicati dai diagrammi delle sollecitazioni”17. Nel testo, Kahn prosegue questa critica della pratica standard dell’ingegneria con una promozione della tecnica dell’acciaio tubolare saldato. “Nella pratica corrente, la costruzione a giunti tratta ogni punto di giunzione come se fosse una cerniera che rende complesse e brutte le connessioni con le colonne e con le altre componenti. Al fine di ottenere una maggiore resistenza con un dispendio minore, una delle migliori espressioni per la soluzione strutturale del principio di concentrare l’area della sezione trasversale resistente lontano dal centro di gravità è data dalla soluzione tubolare, visto che quanto maggiore è il momento di inerzia, tanto maggiore diventa la resistenza. Una sbarra con sezione resistente di una data superficie inserita in un tubo con una sezione trasversale della stessa another in continuity. Safety factors were adopted to cover possible inconsistencies in the composition of the material of manufacture. Large scale machinery and equipment needed in its fabrication lead to standardization. The combination of safety factors (ignorance factor as one engineer termed it) and standardization narrowed the practice of engineering to the selection of members from handbooks, recommending sections much heavier than calculations would require and further limited the field of engineering expression stifling the creation of the more graceful forms which the stress diagrams indicated”17. In the text, Kahn continues his criticism of the standard practice of engineering with a praise of the technique of welded tubular steel. “Joint construction in common practice treats every joint as a hinge which makes connections to columns and other members complex and ugly. To attain greater strength with economy, a finer expression in the structural solution of the principle of concentrating the area of cross-section away from the center of gravity is the tubular form, since the greater the moment of inertia, the greater the strength. A bar of a certain area of cross-section rolled into a tube of the same area of crosssection (consequently of a larger diameter) would possess a strength enormously greater than the bar. 69


Controllo dello spessore

L’opera di Kahn e la svolta del decennio 1951-1961

Control of thickness

Kahn’s work and the turning point of the 1951-1961 decade

78


3.1 Ispessimento degli elementi orizzontali Si può senz’altro dire che i dieci anni in cui Louis Kahn riesce a cambiare il corso della sua carriera professionale e, contemporaneamente, la storia dell’architettura, vanno dal 1951 al 1961. In questo intervallo di tempo, infatti, risulta evidente come la paziente e continua ricerca sull’architettura delle forme cave lo conduca, da un lato, alla presa di distanza nei confronti del vocabolario formale modernista su cui aveva incentrato tutta la prima parte della sua carriera e, dall’altro, alla messa a punto di un lavoro sempre più legato all’uso e al controllo della massa e dello spessore. Attraverso lo studio delle principali opere e progetti portati avanti da Kahn in questi dieci anni, è possibile vedere come questo lavoro di ispessimento si realizzi, progressivamente, attraverso tre momenti successivi: dapprima nel disegno degli elementi orizzontali della costruzione, nei solai; in un secondo momento nella geometria degli appoggi puntuali, nei pilastri quindi; in ultimo nella risoluzione dell’intero involucro murario dell’edificio e cioè nella parete continua. Se il progetto della City Tower di Philadephia risulta paradigmatico nel sintetizzare i caratteri peculiari del tema che stiamo trattando, il primo edificio realizzato in cui Kahn avvia questa tendenza all’ispessimento degli elementi tipici della costruzione è la Yale Art Gallery di New Haven. Il periodo immediatamente 3.1 Thickening of horizontal elements It is quite obvious that the period over which Louis Kahn achieved a turning point both in his professional career and in architectural history, was the 1951-1961 decade. Over that time-span, it is indeed evident how his patient and continuous research of an architecture of hollow forms would lead him both away from the modernist formal vocabulary on which he had based the entire early part of his career and to develop a work that would be increasingly connected to the use and control of mass and thickness. By studying the main works and designs developed by Kahn over these ten years, it is possible to see how such thickening process was gradually achieved through three successive steps: first in the design of the horizontal elements of the building, its floors; secondly, in the geometry of its supports, the pilasters; finally, in the development of the building’s entire masonry envelope, or the continuous wall. If the City Tower project in Philadelphia is paradigmatic in that it summarizes the peculiar traits of the issue we are discussing, the first building where Kahn expressed such tendency towards the thickening of construction’s typical elements 79


Yale University Art Gallery, New Haven, 1951-1953 Sezione trasversale. Proiezione speculare della pianta del soffitto Cross section. Reflected ceiling plan


Richards Medical Research Building, 1957-1964 Disegno del sistema di orditura dei solai cavi in calcestruzzo prefabbricato Particolare del sistema di montaggio degli elementi Drawing with the roof system of hollow pre-cast concrete ceilings Detail of the elements’ assembly system


Per LetteraVentidue, Francesco Cacciatore ha pubblicato anche il volume “Abitare il Limite. Dodici case di Aires Mateus & Associados�. With LetteraVentidue Francesco Cacciatore also published the book "Living the boundary. Twelve houses by Aires Mateus & Associados".




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