CHIARA NIFOSÌ • MARIALESSANDRA SECCHI –
SCENARI E PROGETTI PER LA LAGUNA DI KARAVASTA
/ diagonali 04
INDICE
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
09
Marco Navarra PREFAZIONE
14
INTRODUZIONE
23
1 – CONTESTI
45
2 – UN PROGETTO DI TERRITORIO
65
3 – LAGUNA
95
4 – L’OASI COSTIERA
119
5 – CAMPI
135
6 – NUCLEI
149
Arturo Lanzani POSTFAZIONE
159
Il bricolage dell’evoluzione urbana e territoriale
Come riordinare un territorio, come ristabilire un equilibrio ecologico, come ripensare una traiettoria di sviluppo? APPARATI
Urban Lab – Attività inerenti al progetto – Bibliografia – Crediti illustrazioni – Crediti fotografici
Il progetto per il territorio di Divjakë, riconsidera innanzitutto il paesaggio rurale e la sua capacità di rappresentare ancora nel futuro un’importante risorsa per il paese, anche attraverso una più stretta associazione con la crescita del turismo. La modernizzazione del territorio rurale pone tuttavia alcuni interrogativi di metodo alla progettazione locale. L’immagine di agricoltura che possiamo intravedere nelle politiche nazionali di riqualificazione è volta, in linea con le direttive UE, a promuovere un’agricoltura multifunzionale, in grado cioè di farsi carico della produzione di servizi comuni – come la difesa dell’ambiente naturale e della specificità dei paesaggi locali – e, contemporaneamente, di sostenere il reddito delle famiglie, costruendo una valida alternativa alle spinte migratorie. Come questo si cala nella progettazione dei differenti territori agricoli, resta tuttavia un problema scarsamente analizzato1. L’agricoltura è ancora oggi un’attività fondamentale per il territorio e l’economia albanese. Più della metà della popolazione risiede nel territorio rurale e quasi due terzi della forza lavoro sono impegnati in attività agricole2. Tuttavia il territorio rurale versa in uno stato di profonda crisi: l’agricoltura albanese stenta a raggiungere una produttività in grado di competere con altri paesi europei e la popolazione, soprattutto giovanile, abbandona i territori rurali attratta dalle prospettive economiche dell’area metropolitana di Tirana-Durazzo. La migrazione interna ha come contraltare l’accresciuta vulnerabilità delle campagne che devono affrontare contemporaneamente l’invecchiamento della popolazione residente e il perdurare di un elevato grado di povertà. Nel territorio rurale si registrano i redditi più bassi, la maggiore carenza di servizi socio-sanitari appropriati, la maggiore diffusione
1.1 UN TERRITORIO RURALE _
24
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
dell’analfabetismo o di bassi livelli di istruzione ed il minor accesso al processo decisionale del governo. Le infrastrutture risultano carenti: le strade sono in cattive condizioni e le risorse idriche sono spesso interrotte. Da ultimo, la frammentazione delle proprietà che ha fatto seguito alla riforma territoriale3, benché non sia di per sé causa di cattiva gestione del territorio, rappresenta un ostacolo rilevante per una riorganizzazione dell’agricoltura che possa renderla più efficiente e sostenibile4. L’attività agricola oggi dominante è infatti costituita da piccole aziende a conduzione familiare – meno di 2 ettari, spesso frammentate in 3 o 4 lotti. Ciò implica una significativa limitazione nell’uso su larga scala di macchinari agricoli ed un reddito troppo esiguo per le famiglie, che è spesso alla radice dei fenomeni migratori. La scarsa competitività dei prodotti, sia per qualità che quantità, sul mercato nazionale rispetto ai prodotti di importazione, costringe gli agricoltori a deprezzare il proprio prodotto rendendo ancora più insostenibile la piccola produzione. La frammentazione è anche alla radice di una minore capacità di resistenza del territorio alla diffusione delle costruzioni informali e abusive, ed a una generale carenza nella manutenzione del territorio, con l’obsolescenza e il malfunzionamento dei sistemi di irrigazione e di drenaggio e delle infrastrutture di protezione – dighe protettive, cancelli di controllo, stazioni di pompaggio, canali di drenaggio ecc. A ciò si aggiunge la forte presenza di terreni agricoli inutilizzati, soprattutto nel nord e nel sud del Paese, l’erosione dei suoli, la deforestazione ed infine l’estrazione incontrollata di materiali inerti dagli alvei fluviali5. Questi ultimi due punti in particolare evidenziano la necessità di salvaguardia del paesaggio naturale ed agricolo in quanto risorsa fondamentale nell’economia nazionale ed elemento di attrattività potenziale per lo sviluppo del settore agro-turistico. La piana rurale interna al parco nazionale di Karavasta vista dalle colline limitrofe. Sullo sfondo la laguna, la foresta di pini e il mare adriatico.
1 – CONTESTI
25
La ricerca che qui presentiamo utilizza il progetto come principale strumento di indagine5, con l’obiettivo di mettere a confronto la specificità del contesto di Divjakë, con la visione del “metabolismo territoriale” lanciata con enfasi dal nuovo Piano Nazionale di Sviluppo Territoriale albanese. Il progetto è qui inteso come uno strumento non settoriale, utile a ricomporre in un quadro coerente i diversi temi e le diverse dinamiche della trasformazione. Allo stesso tempo il progetto è visto come strumento capace di mettere in relazione tra loro le molteplici scale del territorio e l’esperienza che ne facciamo quotidianamente. Con tali premesse questo studio intende inserirsi nel dibattito sulla riorganizzazione delle forme della progettazione e del governo del territorio albanese, con l’obiettivo di affrontare il delicato rapporto tra le trasformazioni individuali e la costruzione di un paesaggio collettivo. Il territorio di Divjakë si pone a questo proposito come un caso studio esemplare, offrendo inoltre l’occasione per rilanciare alla scala nazionale una differente immagine del decentramento, dell’efficienza e della attrattività degli ambiti ragionali, che fa leva sulla riscrittura del paesaggio agricolo, urbano e naturalistico e sul potenziamento delle economie locali, anche al di fuori dei ristretti limiti della ricettività turistica.
2.2 GEOGRAFIE STRATEGICHE _
Geografie strategiche: la laguna, l'oasi costiera, campi agricoli, nuclei.
52
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
La struttura del progetto riconosce la necessità di ridescrivere il territorio locale a partire dagli aspetti geografici e morfologici, dagli stili di vita e dai modi di appropriazione dello spazio, dalle economie esistenti e da quelle realisticamente attivabili. Questa operazione implica una riconsiderazione delle immagini di territorio e delle immagini di “sviluppo” che si sono succedute sulla regione e che hanno prodotto trasformazioni parzialmente attuate e aspettative consolidate. Nel secondo dopoguerra, ad esempio, con la bonifica di parte della laguna, si è voluto vedere nel territorio di Divjakë un vasto terreno agricolo cerealicolo. In contrasto con questa immagine, fortemente ancorata ai regimi socialisti, la mobilitazione della popolazione locale ha portato, nei decenni recenti, al riconoscimento di una vasta porzione del territorio come area naturalistica protetta. Infine, negli ultimi anni, alcuni progetti di sfruttamento turistico intensivo delle coste hanno proposto un’immagine di sviluppo del territorio decisamente differente. Ri-descrivere ha dunque avuto lo scopo di ricostruire, attraverso una nuova selezione di temi rilevanti, di elementi critici e di aspettative legittime, un quadro complessivo della situazione attuale e delle sue realistiche possibilità di trasformazione. Questa operazione si sintetizza nella proposta di quattro geografie strategiche: quattro ambiti geografici che sono al contempo espressione di altrettante sfide per il territorio esistente. Alla descrizione ed al
2 – UN PROGETTO DI TERRITORIO
53
a
Urban Lab, realizzazione in corso. Si veda scheda dedicata in appendice. 2017 Gli effetti delle linee guida Dastu sul territorio. Si mettono qui a confronto i concept elaborati dagli studenti nei vari anni di didattica recepite all'interno del Documento di Linee guida del Dastu e le effettive realizzazioni portate avanti all'interno del Programma Urban Lab, dal Comune di Divjakë e dall'Ente Parco.
2014
b
2015
d c 2017
Serra sperimentale pilota dell’Urban Lab, realizzata dal Comune di Diviakë nel 2019. La piccola serra riproduce pini e piantine di fiori e specie autoctone è gestita da donne locali.
60
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
2017 a
b
Pic-nic e giochi realizzati con il legno degli alberi caduti, 2019.
Torre avvistamento ed esposizioni del Centro parco 2018.
c 2 – UN PROGETTO DI TERRITORIO
61
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
3 LAGUNA
Strategie per la riqualificazione del margine lagunare.
La riqualificazione del margine lagunare. Sezioni tipologiche.
78
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara NifosÏ • Marialessandra Secchi
La riqualificazione del margine lagunare. Strategie di connessione e valorizzazione delle delle risorse esistenti, di ridisegno del paesaggio tra il margine lagunare e le colline.
1
3 3 3
1 1
1
3
1
3 2
3
2
4 1 5
3
4
5
3 – LAGUNA
79
Seguendo una logica strettamente orientata alla difesa dell’ambiente, proponiamo, in questa vasta area costiera, la costruzione di un parco produttivo dotato di una forte “struttura” di paesaggio. Essa costruisce una forma territoriale resistente che può svilupparsi in maniera incrementale nel tempo e che individua nell’assetto del paesaggio l’elemento invariante con il quale tutte le componenti del programma produttivo dovranno confrontarsi. Si realizza in questo modo una nuova immagine di parco, esterna alla core-zone, che potrà ospitare attività produttivo-sperimentali e di ricerca applicata. Il progressivo insediamento delle attività produttive, è governato da una struttura spaziale semplice e flessibile che consente l’aggregazione di spazi di diverse dimensioni a seconda delle esigenze della produzione. Una nuova griglia a base quadrata, che riprende le misure e le forme derivanti dalla storico tentativo di bonifica, costituisce la trama principale di tale struttura spaziale. A ovest, un fitto cordone vegetale costituito dalla pineta di nuovo impianto separa la nuova griglia territoriale dalla laguna mentre il limite est è definito da un nuovo insediamento turistico ricettivo affacciato sul canale, che costituisce ad oggi l’ultima testimonianza della preesistente foce del fiume Seman. Al centro del parco produttivo troviamo un asse di distribuzione principale che serve gli accessi alle singole attività consentendo l’accentramento dei servizi di base e la costruzione di uno spazio pubblico a servizio degli addetti. Perpendicolare ad esso, un viale alberato si imposta lungo il margine del principale canale d’irrigazione dell’area. Quest’ultimo
112
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
fungerà anche da collettore per la raccolta delle acque – depurate in loco, prima di essere riutilizzate o re-immesse in falda. I terreni così predisposti, sono disponibili per una vasta gamma di usi capaci di introdurre produzioni innovative che devono dimostrare, di volta in volta, la loro compatibilità con gli alti standard di sostenibilità ambientale richiesti. Il nuovo parco produttivo è infatti orientato alla sperimentazione delle energie rinnovabili, alla lavorazione di prodotti a chilometro zero e dei loro scarti, alla sperimentazione di nuove colture, alla costruzione di nuovi habitat a basso impatto, ma anche al rafforzamento della rete ecologica attraverso la forestazione e l’impianto di nuovi boschi produttivi. Le attività e gli spazi che potremmo incontrare in sequenza e con dimensioni diverse all’interno del parco produttivo sono di vario tipo. Idealmente ad ogni suolo produttivo potrebbe corrisponde anche un lotto destinato alla trasformazione del prodotto. Ad esempio, la coltivazione di essenze vegetali con boschi di nuovo impianto può corrispondere ad attività legate alla lavorazione del legno e ai suoi derivati: qui potrebbe essere prodotto il legno utilizzato per la realizzazione dei manufatti e delle infrastrutture all’interno del parco, per i punti di avvistamento, i moli, i percorsi, le strutture recettive, ecc. Numerose attività possono essere prese in considerazione: la sperimentazione per la produzione di energie da fonti rinnovabili; la produzione di erbe officinali e la loro trasformazione per prodotti farmaceutici e cosmetici – attività già presente nell’ambito sud del parco e coerente con le indicazioni del piano nazionale; l’acquacoltura, che potrà essere sperimentata anche lungo gli alvei
4 – L’OASI COSTIERA
Diverse economie del parco: il paesaggio delle saline. Alcune visioni.
113
1. Strada principale 2. Orti 3. Viale alberato 4. Serre 5. Area di lavoro 6. Vigneto 7. Uliveto 8. Frutteto 9. Strade bianche 10. Aree di sosta 11. Bosco 12. Agriturismo 13. Frantoio 14. Camping 15. Lago
1. Strada principale 2. Alloggi per turisti 3. Orti 4. Serre 5. Area di lavoro 6. Canali irrigui 7. Viale alberato 8. Coltivazioni 9. Rimessa per mezzi agricoli 10. Azienda agricola 11. Viale alberato 12. Leaching 13. Giardino salmastro 14. Approdo
1. Strada principale 2. Scuola 3. Orti 4. Canali irrigui 5. Serre 6. Area di lavoro 7. Viale alberato 8. Coltivazioni 9. Campo sportivo 10. Canali irrigui 11. Punto di raccolta 12. Coltivazioni 13. Percorso turistico 14. Fiume
128
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara NifosÏ • Marialessandra Secchi
Specializzazione dei terrazzamenti in collina oggi sottoutilizzati per la coltura di vite, frutta e olio.
5 – CAMPI
129
URBAN LAB TECNICHE VERNACOLARI E MATERIALI LOCALI Alessio Battistella Presidente di ARCò – Architettura & Cooperazione ARCò Architettura & Cooperazione Progetto architettonico del centro polifunzionale Urban Lab (fase preliminare, definitiva e esecutiva), strategie ambientali e direzione artistica C.E.C. Group Abania Calcolo strutture e Direzione lavori Arch. Llazar Vodo Capo ufficio tecnico Comune di Divjakë Supervisione alla Direzione lavori
L’Urban Lab si trova lungo una delle principali direttrici viarie di Divjakë ed è stato concepito come una porta di ingresso alla piccola città, una sorta di cerniera tra la città, il parco con le sue aree protette e il paesaggio agricolo, un nuovo landmark per l’intera comunità locale. La geometria dell’edificio è caratterizzata dall’alternanza asimmetrica delle due falde del tetto che si articolano lungo il profilo dell’edificio. Queste forme conferiscono all’Urban Lab una inusuale dinamicità che enfatizza, percorrendo la strada, la percezione dell'architettura. La copertura evoca, inoltre, una relazione diretta con l’immagine accogliente dello spazio domestico e l’archetipo dell’edificio rurale presente nella zona, dando vita ad un forte contenuto iconico e simbolico proprio di un edificio pubblico. Va in questa direzione anche la scelta di prevedere delle sedute integrate nell’edificio lungo i prospetti principali (quelli su strada e verso la campagna) a sottolineare la funzione aggregativa dell’Urban Lab. I materiali usati per la costruzione sono stati scelti in virtù della vicinanza alle zone di produzione (coerentemente ai principi del Km 0) e al rispetto della continuità con la tradizione locale, innovandone però il linguaggio.
160
TERRITORI IN DIVENIRE Chiara Nifosì • Marialessandra Secchi
L’intero edificio è costruito prevalentemente in laterizio a vista valorizzando al meglio le sue potenzialità espressive. Il mattone diviene l’unità base, misura dello spazio e elemento che definisce e riscopre il principio costruttivo attraverso il quale si rivela la forma. Il prospetto principale su strada è caratterizzato da un bugnato realizzato con il mattone stesso, dove la materia lascia posto alla luce attraverso forature discrete che favoriscono la privacy delle funzioni all’interno dell’edificio. L’intera facciata è disegnata seguendo un processo di addizione e sottrazione, alleggerendo e appesantendo la materia, una tessitura materica di pixel in cui l’unità base si perde nella complessità dell’insieme. Il mattone non viene usato esclusivamente come rivestimento ma ne vengono esplorate le potenzialità strutturali dove la forma diviene diretta conseguenza del principio costruttivo. L’edificio è realizzato utilizzando la tecnica costruttiva della muratura continua. I setti murari strutturali hanno una tessitura a quattro teste e uno spessore di 51 cm, mentre il setto a nord-ovest, ad essi perpendicolare, ha una tessitura a tre teste e uno spessore di 38 cm. Lo strato di rivestimento, anch’esso in mattoni, si trova a una distanza di 14 cm dalla muratura retrostante ed è collegato ad essa attraverso un graffaggio in acciaio inox così da assicurare la stabilità strutturale.
Il prospetto sud-est, verso la campagna, rappresenta una facciata sperimentale dove si è voluto verificare le potenzialità delle tecniche vernacolari presenti nel luogo di progetto. In seguito ai sopralluoghi realizzati a Divjakë e i suoi dintorni, si è notato un uso diffuso di intreccio di legni flessibili e oggetti in vimini, cosa che ci ha fatto pensare alla possibile presenza di una tecnica vernacolare che unisce la terra cruda a fibre di legno con un alto grado di flessibilità: il torchis. Ipotesi che ha trovato conferma in piccoli edifici rurali all’interno dell’area protetta nelle immediate vicinanze di Divjakë. Si è deciso, pertanto, di reinterpretare tale tecnica in chiave contemporanea implementandone le prestazioni. Anche in questo caso si è lavorato definendo un modulo che risolva l’intera facciata, comprendendo nella sua griglia i pieni e i vuoti delle aperture. In questo modo si è semplificato il sistema costruttivo, facilitando le maestranze locali. In sintesi si tratta di una maglia strutturale in legno all’interno della quale vengono installati i serramenti alternati a pannelli realizzati con canne di fiume (fibre di legno flessibili) fissate a un telaio di legno. I pannelli così realizzati (spessore pannello 8,5 cm) rappresentano il tamponamento della parete che viene riempita con un impasto di argilla, sabbia e paglia. Questo sistema viene duplicato
Pagina precedente. Veduta generale di Urban Lab con il paesaggio rurale sullo sfondo. In alto. Veduta del fronte facciata sperimentale finita con intonaco di calce.
APPARATI Urban Lab – Attività inerenti al progetto – Bibliografia – Crediti illustrazioni – Crediti fotografici
161
La riqualificazione del territorio di DivjakĂŤ, con i propri caratteri complessivi, offre la possibilitĂ di ripensare gli strumenti del progetto territoriale ed immaginare i processi con i quali colmare la distanza che separa le strategie generali e settoriali di piano, concentrate sulla gestione dei sistemi di scala nazionale, dalla specificitĂ del territorio locale e dalla sua continua trasformazione dal basso.
â‚Ź 22,00
9
788862
424110