FABIO LOMBARDO A CURA DI MATTEO IANNELLO INTRODUZIONE DI PIERLUIGI NICOLIN
ISBN 978-88-6242-867-5 Prima edizione ottobre 2023 © LetteraVentidue Edizioni © Fabio Lombardo Tutte le immagini riprodotte nel volume provengono dall’archivio Fabio Lombardo, Venezia. Tutti i disegni di questo volume, sia di studio che definitivi, sono di mano di Fabio Lombardo, fatta eccezione per quelli le cui didascalie indichino un diverso autore o più autori. In copertina: progetto lampada da tavolo BoDy per Flos, 1988. In quarta di copertina: Casa Hisaeda a Tokyo, studio delle finestre rotonde sul soggiorno, 1990. È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Fabio Lombardo con Matteo Iannello e Raffaello Buccheri LetteraVentidue Edizioni s.r.l. Via Luigi Spagna, 50 P 96100 Siracusa www.letteraventidue.com
Indice
7 Una storia particolare Pierluigi Nicolin 11 La necessaria complessità del fare. Riflessioni intorno al lavoro di Fabio Lombardo Matteo Iannello 29 Il filo annodato del progetto Fabio Lombardo 41 Architettura 165 Design 187 Regesto dei lavori documentati 189 Bibliografia di riferimento 190 Ringraziamenti 191 Biografia
Vi prego lasciatemi vivere disprezzate gli infanti del nostro mestiere gli amatori gli imitatori gli ipocriti abbiate stima di me io sono come l'uccello nell'aria come il fiore nel prato non siate cacciatore o mucca che divora il fiore non alzate recinti per proteggermi contro i pericoli non chiudetemi in gabbia lasciate che il mondo mi minacci ho in me le difese lasciate pure che io vada in rovina non salvatemi non datemi alcun rango non fatemi così piccolo come voi nei vostri gruppi riunioni e serate venite ma lasciatemi come sono andate ma non portatemi con voi rassegnatevi con me non c'è altra via voglio come la pioggia far fiorire in voi i fiori respirare la terra rendere in voi sopportabile il mondo
Markus Lupertz
Il filo annodato del progetto
Questo libro non è destinato agli architetti che inseguono il successo pur che sia, vivono ipoteticamente il loro mestiere, si nutrono di informazioni prese dalle riviste di architettura, o di design, che mai diventano consapevole conoscenza, e dunque mai possono diventare cultura, cioè progressivo sistema di relazioni, caratterizzate dall’essere attraversate dalla vita: il vero obiettivo è il successo, che il più delle volte è menzogna. È invece destinato agli studenti di architettura e ai giovani architetti che, spaventati dal vuoto che li circonda, sentono il bisogno di riempire il loro mestiere di consapevole passione. Dedicato cioè a chi non pretende di avere già tutto dentro per farcela, si sente insufficiente a se stesso, e tuttavia vuol dare respiro ad una passione che sente di non voler spegnere. Anime e menti, ancora incontaminate, pensanti e dubitanti, le loro, portate a diffidare della esibizione come simulazione della intelligenza, distante dal vero e sempre più attratta dal verosimile. I grandi maestri se la ridono amaramente nel vedere cosa ha prodotto, nella grande generalità, il loro lavoro, quello sì colto, per le nostre città e le nostre case. Un paese, il nostro, nel quale, fra gli addetti ai lavori, si sprecano apprezzamenti per progetti che D’Annunzio avrebbe definito «cretinaggini con qualche lampo di imbecillità».
IL FILO ANNODATO DEL PROGETTO
Il culto del verosimile nell’oblio del vero. Un ostinato arrampicarsi fra le banalità offerte dal mondo del fare. Ha detto Le Corbusier che per tirarsi fuori dal mare della mediocrità occorre una certa dose di fanatismo. Ho sempre pensato che intendesse consapevole e coraggiosa passione, tanto nel perseguire il fare che nel sapervi rinunciare, quando questo è necessario. Dunque mi sforzerò di non parlare di architettura nel modo spesso troppo magro con il quale se ne parla nelle riviste specializzate e nelle Università, con un occhio superficialmente attento alla tecnica, alla forma purché sia, eccessivamente accondiscendente al bisogno di stupire piuttosto che emozionare. La vera ragione dell’esistenza di questo libro è saldare un debito con gli studenti di architettura e con i giovani architetti, dovuto al mio aver abbandonato un rapporto con loro, per inseguire il desiderio di imparare a fare il mio mestiere, e di farlo accanto ad un maestro. Mi piacerebbe poter passare loro che tipo di privilegio sia stato lavorare accanto a Carlo Scarpa, scambiare con lui idee di lavoro con segni di matita accompagnati da poche parole che ne chiarissero il senso; restituire, per quanto sia possibile l’esperienza da me fatta, non fra un allievo e il suo insegnante, ma fra un discepolo e il suo maestro. Non è una differenza da poco. Un insegnante si sforza di passare
Fabio Lombardo
Carlo Scarpa, Giuliano Nobili e Fabio Lombardo durante una visita alla tombra Brion, Altivole, 1975 (foto di Roberto Tretti).
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Dediche di Carlo Scarpa a Fabio Lombardo: l’augurio di realizzare 500 negozi così come fatto allora da Tobia con Benetton e quello di diventare architetto verace come Pietro Lombardo a Venezia.
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FABIO LOMBARDO
1969. Progetto di ristrutturazione del quartiere de Le Halles a Parigi Tesi di laurea con Giuliana Tripodo, relatore Alberto Samonà. Planimetria generale.
IL FILO ANNODATO DEL PROGETTO
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Fronte est e fronte nord del volume del soggiorno.
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FABIO LOMBARDO
Particolare del fronte nord della casa in corrispondenza dell’accesso al patio. Particolare del fronte nord della casa in corrispondenza delle camere da letto.
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1976. Negozio Giglio IN a Palermo, con Carlo Scarpa Recinzione e ingresso sulla via Libertà. Uno dei due ingressi al negozio con l’infisso in acciaio e vetro e porta in lamiera verniciata.
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FABIO LOMBARDO
Viste degli esterni sulla via Libertà sistemati in parte a giardino.
IL FILO ANNODATO DEL PROGETTO
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Studio per gli stipiti di passaggio in acciaio (con annotazioni di Carlo Scarpa). Studio degli infissi di ingresso (Carlo Scarpa).
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Studio del fronte con la recinzione e l’ingresso al negozio. Studio dell’infisso in ferro, tondo di acciaio e vetro. Pianta della sistemazione esterna con la vasca d’acqua affiancata dalle scale di accesso.
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Portico di accesso alla casa del custode, in fondo il portone di ingresso al garage.
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Particolare del prospetto ovest e vista del fronte sud della casa. Il fronte ovest della casa visto dal giardino e varco di accesso alla fossa ombrosa dalla piscina.
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1983. Tomba di Carlo Scarpa nel cimitero di San Vito di Altivole (Treviso), con Tobia Scarpa Disegno definitivo della tomba in cemento, marmo pentelico e inserti in piombo fuso. Disegno esecutivo della lastra in marmo e studio.
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2014. XIV Biennale di Architettura di Venezia, Padiglione Polacco: tombe dei grandi architetti Dettaglio della lastra in marmo e vista.
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Vista del soggiorno a tripla altezza e particolare della passerella di collegamento fra le zone est ed ovest della casa (foto di Didda Biggi).
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Particolare del varco di accesso alla scala di servizio del fronte ovest e vista interna del soggiorno verso la zona pranzo e la cucina (foto di Didda Biggi).
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2013. Progetto di un museo sognato
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Sezioni trasversali, piante, sezioni longitudinali e prospetti.
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1-2-3. Lampada da pavimento Dieci Lampadine, 1996. 4. Music Totem per Casamania, 2001.
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5-6-7. Serie di lampade “tarlate” per Flos, 1996. 8. Esempio di lamiera forata fotochimicamente.
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1. Sedia direzionale FL 207 per IB Office, 1997. 2-3. Lampada Omaggio a Brancusi da pavimento e da parete per Flos, 2001. 4. Famiglia di Servi per Casamania, 2001. 5. Poltrocina Tubina per Casamania, 2001.
IL FILO ANNODATO DEL PROGETTO
6. Lampada da pavimento Stele in metallo e vetro per Flos, 2001. 7. Poltroncina girevole Omaggio a Carlo Scarpa per Casamania, 2001. 8. Portariviste Print per Casamania, 2001. 9. Lampada da pavimento Dodici Lampadine per Casamania, 2002.
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1. Studio per posate in argento, 1994. 2-3. Serie di lampade Piero in alluminio verniciato per Flos, 2012. 4-5. Lampada da pavimento Ragno con base in fusione di alluminio e diffusore in vetroresina per Flos, 2012. 6-7. Sedia Parva in metallo e multistrato laccato per Casamania, 2012.
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1-2. Piccolo vaso Spezzate in argento con interno smaltato in giallo limone, 2012. 3. Vaso in argento con bocca a gusci, 2014. 4-5. Vaso Due Bocche in argento o vetro molato, 2012.
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6. Candelabro in argento Nove Luci, 2013. 7-8. Lampada da tavolo Riflesso in alluminio laccato per Flos, 2013.
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A partire dalla sua attuale condizione, quale potrà essere il destino della cultura architettonica del nostro paese? Meglio sarebbe chiederselo della cultura in generale. Per dirlo con Virginia Wolf, sarà ancora capace di essere radicata, ma scorrere? E tra, e con le sue più significative radici, potrà esistere, proprio come sembra avvenire tra le piante, un proficuo, propulsivo dialogo nell’ambito del vero, e non soltanto uno sterile chiacchiericcio in quello del verosimile? Sarà il lavoro di un uomo, un filo con tanti nodi di cultura esistenziale, che ci tenga sempre attenti all’ammonimento di Dante di tenersi lontani dal «... soglio de la porta che ‘l mal amor de l’anime disusa, perché fa parer dritta la via torta ...»?
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