LINA MALFONA
LA CONDIZIONE MANIERISTA Prefazione di Paolo Portoghesi
102 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto (ICAR 17, Siracusa) Antonella Greco (ICAR 18, Roma) Emilio Faroldi (ICAR 12, Milano) Nicola Flora (ICAR 16, Napoli) Bruno Messina (ICAR 14, Siracusa) Stefano Munarin (ICAR 21, Venezia) Giorgio Peghin (ICAR 14, Cagliari)
ISBN 978-88-6242-568-1 Prima edizione Settembre 2021 © LetteraVentidue Edizioni © Testi e immagini: Lina Malfona (se non diversamente indicato) Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Raffaello Buccheri Stampa: BD Print – Roma LetteraVentidue Edizioni Srl Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa, Italia www.letteraventidue.com
Paolo Portoghesi
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Prefazione Introduzione
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Una rilettura critica
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1. Maniera 2. Enigma 3. Disillusione 4. Interno parallelo e continuo 5. Lo strano caso VSBA 6. La bella addormentata
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Repertorio Conclusioni
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Elogio della contraddizione Apparati
.138 .142
Bibliografia essenziale Indice dei nomi
Paolo Portoghesi
Prefazione
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LA CONDIZIONE MANIERISTA
Il libro che ho il piacere di presentare spinge a includere Lina Malfona nella cosiddetta” scuola romana” per il duplice impegno, storico e progettuale che caratterizza il suo lavoro: un impegno che riconduce a esempi illustri, come Gustavo Giovannoni, Vincenzo Fasolo, Luigi Moretti, Saverio Muratori e Bruno Zevi. Con questo libretto la Malfona si cimenta con un argomento difficile dimostrando una solida preparazione storica e una vocazione a confrontare sistematicamente storia e contemporaneità. L’aver incluso tra le illustrazioni immagini di sue opere realizzate - di indubbia maturità espressiva - consente di avvicinarla anche a figure, come Peter Eisenman, Robert Stern, Charles Gwathmey, e Robert Venturi che presentano nello scenario internazionale la stessa doppia ispirazione e la stessa necessità di spiegare le loro. La scelta del manierismo come terreno di confronto con la contemporaneità è legata al lavoro compiuto da storici e architetti militanti sulla sua programmatica attualizzazione nella seconda metà del novecento per opera di autori come Hauser, Pevsner, Zevi, Bonito Oliva, Tafuri. Le difficoltà nell’usare oggi questa categoria dipende anche dal suo sviluppo che dalla chiara origine vasariana è passato a una accezione più ampia ed elastica come aspetto ciclicamente ricorrente della ricerca artistica, momento inevitabile di ogni tendenza culturale o addirittura come stagione che ogni artista è destinato ad attraversare nella propria esperienza creativa. LINA MALFONA
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Maniera
“There is mannerism in antiquity, in the Middle Ages, and in the seventeen century. A cycle of mannerismbaroque-rococo seems to repeat itself during the renaissance and the nineteenth century [...]” 18
LA CONDIZIONE MANIERISTA
Ancora prima delle ricerche di Arnold Hauser sulla periodicità del manierismo, lo storico d’arte e letteratura Wylie Sypher considerava questa tendenza artistica come una temperie transculturale che intersecava varie epoche, attraversando anche diverse arti1. Prima di Sypher, lo storico dell’architettura Colin Rowe dimostrò l’attualità del manierismo, individuandone una significativa relazione con alcuni tratti del Movimento Moderno2. E precedentemente, in alcuni scritti su Michelangelo, Rudolf Wittkower svelò l’essenza sovrastorica del manierismo, riscontrabile in quell’ideale di purezza radicata in una sintassi formalista3. Fu solo molto più tardi che Robert Venturi dedicò ai principi del manierismo, alla loro attualità e al loro significativo apporto nei confronti della propria architettura il libro Complexity and Contradiction in Architecture4. In questo testo, però, Venturi citò come suo riferimento Four Stages in Renaissance Style di Sypher – libro che introdusse, peraltro, anche nei circoli architettonici – e non gli scritti di Wittkower. E anche se, attraverso lo stratagemma della ‘scoperta’ del libro di Sypher, Venturi riuscì a eludere Wittkower, bisogna ammettere che il suo slalom gigante nei confronti di Colin Rowe fu clamoroso. Venturi infatti non poteva ignorare l’articolo di Rowe, Mannerism and Modern Architecture, pubblicato su “Architectural Review” nel 1950. Ciò detto, appare comunque evidente come l’interesse di Venturi per il manierismo non fosse rivolto al puro formalismo di cui parlava Wittkower – la cui posizione venne ripresa da Rowe – e anzi Venturi biasimava LINA MALFONA
1 — Cfr. Maarten Delbeke, Mannerism and meaning in Complexity and Contradiction in Architecture, in “The Journal of Architecture” 15, n. 3, 2010, pp. 267-87. 2 — Cfr. Colin Rowe, Mannerism and Modern Architecture, in “The Architectural Review”, n. 107, maggio 1950, pp. 289-99. 3 — Cfr. Rudolf Wittkower, Michelangelo’s Biblioteca Laurenziana, in “Art Bulletin”, n. 16, 2, 1934, pp. 123-218. 4 — Cfr. Robert Venturi, Complexity and Contradiction in Architecture, New York, The Museum of Modern Art, 1966.
“” Wylie Sypher, Four
stages in Renaissance Style. Transformations in Art and Literature 1400-1700, Garden City NY, Doubleday, 1955, p. 9.
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Disillusione
“Michelangiolo faceva benissimo a rifiutare la professione di architettore perché, anche sotto il profilo del mestiere, era in atto un processo di degradazione. [...] (Gli artisti) sono alla mercé del mercato, che spesso vuol dire dei mercanti, e si assoggettano a un nuovo tipo di servilismo che consiste nella ricerca dei clienti e nello sforzo di conquistarsi l’approvazione degli umanisti consulenti di corte. Cessano di essere artigiani, divengono liberi professionisti, sono equiparati ai poeti e ai dotti, ma ciò li costringe o ad una commercializzazione del proprio lavoro oppure ad una solitudine che si esaspera nell’incomunicabilità. Il caso di Michelangiolo è dimostrativo al riguardo” 38
LA CONDIZIONE MANIERISTA
Il 3 gennaio 1521 Martin Lutero venne scomunicato per accusa di eresia dopo l’affissione delle sue 95 tesi, un vigoroso atto di protesta contro la Chiesa cattolica. Nello stesso anno, la reazione di Roma e la morte di Leone X portarono inevitabilmente a una forte crisi dell’unità della chiesa, mentre il Sacco di Roma del 1527 aveva messo per la prima volta in discussione anche la solidità politica della città, con la conseguente spaccatura del legame tra religione e potere. Nello stesso periodo, la rivoluzione scientifica di Copernico segnò un vigoroso cambio di paradigma, che determinò il declino dell’antropocentrismo e il tramonto della centralità della Terra nel sistema cosmologico. Secondo Hiram Haydn, autore del libro Counter-Renaissance, è possibile distinguere tre tendenze intellettuali operanti tra la metà del Trecento e gli inizi del Seicento: la prima è il classicismo rinascimentale e umanistico, la seconda è il contro-rinascimento, una protesta contro i principi della scolastica, la terza è la riforma scientifica di Copernico, Galileo e Keplero1. Se per la prima volta una teoria scientifica riuscì a imporsi anche come tendenza intellettuale fu perché tale teoria segnò una nuova era. Copernico, infatti, fu il primo astronomo a respingere una tradizione universalmente accettata in forza di motivi legati alla sua conoscenza scientifica, un sapere che lo portò a correggere alcune delle lacune tecniche dell’astronomia tolemaica. Le petitiones – o postulati teorici che Copernico espresse nel suo manoscritto Nicolai Copernici de hypothesibus motuum coelestium a LINA MALFONA
1 — Cfr. Hiram Haydn, The Counter-Renaissance, New York, Charles Scribner’s Sons, 1950; cit. in Eugenio Battisti, L’Antirinascimento, Milano, Feltrinelli, 1962, p. 42.
“” Bruno Zevi,
«Introduzione: attualità di Michelangiolo architetto», in Paolo Portoghesi, Bruno Zevi (a cura di), Michelangiolo Architetto, Torino, Einaudi, 1964, pp. 18-19.
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Repertorio
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LA CONDIZIONE MANIERISTA
Se il Rinascimento è un quadro di riferimento persistente che induce a riflettere sui caratteri immutabili e sulle invarianti del linguaggio, il Manierismo è un tentativo di andare oltre quel quadro, di svelarne l’enigma, di scoprirne le variazioni, di sottolinearne il carattere ossessivo. Ogni progetto è sempre in bilico tra questi due opposti e non è mai concluso: esso è semplicemente la rappresentazione di una possibilità. Le immagini qui di seguito esposte – appartenenti a tempi e spazi differenti ma accostate tra loro per generare una serie di paradossi temporali – mostrano in maniera analogica alcuni termini del manierismo, concetti emersi lungo questo studio come l’elemento elastico; lo spazio fittizio, parallelo e continuo; le figureponte; la dialettica tra il pubblico e il privato, tra il sacro e il profano; la forma stirata, allungata, stiacciata; il pastiche e l’enigma come tecniche compositive e allo stesso tempo come modalità narrative.
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i. MASCHERA
Robert Venturi, Vanna Venturi House, Chestnut Hill, Philadelphia, 1962-1964.
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LA CONDIZIONE MANIERISTA
Il tema della maschera evoca l’ambiguità tutta manierista tra contenitore e contenuto.
Lina Malfona, MPA, Blue House, Formello, Roma, 2018. © Matteo Benedetti
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vi. COUP DE THÉÂTRE
Melvin Charney, Giardino delle sculture presso il Canadian Center for Architecture, Montreal, 1988.
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LA CONDIZIONE MANIERISTA
La quinta manierista crea un effetto di teatralità assente lungo tutto il rinascimento.
Jacopo Barozzi da Vignola, Bartolomeo Ammannati, Giorgio Vasari e Michelangelo Buonarroti, Villa Giulia, Roma, 1551-53. Corte-giardino.
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xv. PASTICHE “Le figure si accalcano in un angolo o si smarriscono, appaiono come sradicate e smarrite, le afferra un’inquietudine invincibile, una smania di andarsene lontano, un desiderio di sottrarsi a ogni limitazione”. Arnold Hauser
Daniele da Volterra, Deposizione, Chiesa della Trinità dei Monti, Roma, 1550 circa.
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LA CONDIZIONE MANIERISTA
Edmond & Corrigan, RMIT (Royal Melbourne Institute of Technology), Building 8, Melbourne, 1993.
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xvii. ENIGMA
Michelangelo Buonarroti, Biblioteca Laurenziana, “Ricetto”, Firenze, progetto: 1519-34.
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LA CONDIZIONE MANIERISTA
“Nella Laurenziana ogni forza appare paralizzata, il carico non ha peso, il sostegno non regge. Si tratta di un sistema artificioso al massimo grado che può venir mantenuto in piedi soltanto dalla più stretta disciplina”. Nikolaus Pevsner
Mark Frost, David Lynch, Scena di Twin Peaks, III serie.
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Interrogarsi sullʼattualità del manierismo non è impresa facile. Ci vuole solidità intellettuale, impegno concreto e una buona dose di disinvoltura dialettica. Lʼautrice, smontando ogni malinteso e superando ogni suscettibilità, ricostruisce con orgoglio e complicità il filo di un discorso che, benché appartenga a tutti, nessuno ha il coraggio di far proprio. La missione è nobile e doverosa: emancipare il manierismo da categoria della Storia per farlo assurgere a una dimensione trascendente affrancata da ogni convenzione, cioè da ogni quadro cronologico, contesto culturale o impianto figurativo. Lina Malfona intraprende questa azione senza acrobazie, con discrezione e, soprattutto, con lo smaliziato disincanto di chi discerne bene lo scarto tra metafora e citazione, dunque tra la critica operativa dellʼarchitetto e la nostalgia esclusiva dell'antiquario. Nicola Braghieri EPFL Lausanne
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€ 18,00