INDICE 4 Premessa Parte I 10 La figura di Sebastiano Monaco 24 Le committenze 29 La fortuna critica 36 37 38 41 43 45 49 50 52 55 56 58 58 59 60 61 62 62 64
Parte II Le opere Cenni introduttivi Chiesa di Santa Lucia, Adrano Chiesa di San Benedetto, Catania Palazzo Biscari, Catania Chiesa della Natività, Sortino Chiesa di Santa Sofia, Sortino Chiesa di Santa Maria della Concezione, Siracusa Chiesa dello Spirito Santo, Siracusa Chiesa di San Sebastiano, Melilli Chiesa di Sant’Agrippina, Mineo Chiesa di San Francesco, Biancavilla Chiesa di San Giuseppe, Ragusa Chiesa di Sant’Anna, Monterosso Almo Chiesa della Santissima Trinità e San Marziano, Lentini Le opere perdute Planimetria dei siti Indice dei nomi citati nel testo Indice dei luoghi citati nel testo
PREMESSA Il panorama della pittura siciliana del Settecento presenta ancora qualche pagina bianca su cui scrivere, per le complesse vicende storico-artistiche di alcune personalità, attive soprattutto nella parte orientale dell’isola, infatti ancora nulla o poco si sa dei singoli episodi biografici. Il problema principale è sicuramente legato alla mancanza di documenti o alla difficoltà di reperirli, ciò comporta difficoltà nelle attribuzioni che a volte vengono determinate solo su base stilistica, senza essere suffragate da fonti certe. Anche il confronto diretto con i dipinti, peraltro non sempre visitabili, crea situazioni di incerta attribuzione che sviano e non aiutano a definire le figure degli artisti e i loro rapporti con l’ambiente in cui hanno operano. Si faranno presenti alcuni momenti che hanno caratterizzato lo sviluppo della pittura siciliana, al fine di indagare alcune tappe essenziali per la comprensione di certi fatti pittorici che si sono susseguiti in questo periodo con ritmo incalzante e che hanno certamente influenzano l’attività di Sebastiano Monaco. La Sicilia terra di incontro tra moltissime civiltà, vanta un patrimonio storico e culturale unico. Le città sono piene di testimonianze: le magnifiche chiese, gli imponenti castelli, le sontuose ville. Questi sono anni di intense sperimentazioni pittoriche nell’isola, tutte volte alla ricerca di soluzioni valide al superamento del naturalismo e del classicismo per lasciare posto al barocco trionfante, per giungere infine a risultati di straordinario rococò. E’ questo senza dubbio il momento più vivace della pittura isolana, infatti nelle chiese, nei palazzi, nelle ville, si incrementano i grandi cicli decorativi, spesso replicando motivi stilistici e iconografici, ma dando comunque luogo a un straordinario patrimonio in termini di qualità e quantità. Il Settecento siciliano, nei suoi aspetti maturi e più 4
esuberanti, viene meglio interpretato da due artisti che lasciano moltissime testimonianze in diverse città, Vito d’Anna e Olivio Sozzi. In questo clima di iniziative intense e appassionate, dominato da personalità esemplari, intorno alla fine della prima metà del XVIII secolo, nasce a Catania Sebastiano Monaco. Di lui non si conosce né il luogo né l’anno della sua morte, la Citti Siracusano ipotizza che sia avvenuta alla fine del secolo a Sortino (Siracusa). Le fonti riportano che qui trascorse la sua vita, anche se spesso si recava per lavoro in altri luoghi. Le sue opere sono dislocate nella Sicilia orientale nelle attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa, e sono costituite soprattutto da affreschi e da pale d’altare. La figura di Sebastiano Monaco, a parte gli studi più o meno episodici di alcuni storici dell’arte siciliana, quali Siracusano (1986), Ascenti (1987) e Giacobbe (1989), non è stata ben focalizzata, come del resto la pittura siciliana del Settecento. In questo lavoro si è cercato di analizzare l’attività dell’artista: la sua vita, la sua formazione, le influenze artistiche, le committenze, la fortuna critica e le sue opere, nonché il panorama culturale e storico-artistico della Sicilia del suo tempo. La lunga serie di dipinti che gli sono attribuiti, abbraccia quasi un trentennio di attività, anche se gli inizi documentano una non meno marcata dipendenza da modelli di Ludovico Svirech e Matteo Desiderato (suoi probabili maestri secondo le fonti). Tuttavia Monaco è da considerarsi personalità non secondaria della vasta schiera di pittori siciliani formati sulla scia di Vito D’Anna e Olivio Sozzi, lo dimostrano i numerosi e prestigiosi incarichi ricevuti. Della sua produzione artistica sono stati esaminati non solo i cicli pittorici che hanno reso significativo Monaco, quali quelli di palazzo Biscari a Catania, di Santa Lucia ad Adrano (Catania) e della Natività di 5
PARTE I
LA FIGURA DI SEBASTIANO MONACO
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La figura di Sebastiano Monaco1 è ancora poco conosciuta, lo stile di questo pittore siciliano del Settecento si può riconoscere in una lunga serie di vasti interventi decorativi, per varie chiese e palazzi della Sicilia orientale. La sua attività abbraccia quasi un trentennio, fino ad arrivare alla fine del secolo e documenta, a vari livelli, un tipo di pittura ancora di stampo barocco, aperta a valenze moderatamente classiciste, a volte aulica e colta, capace di toni celebrativi e ufficiali. Nasce a Catania da Corrado e Giuseppa Strano, intorno alla fine della prima metà del secolo XVIII2, sfortunatamente le notizie sulla sua biografia sono scarse e lacunose. Si sposò con Ignazia Franca Vinci il 26 aprile del 1781 nella chiesa di San Giovanni Evangelista di Sortino3. In questa città trascorse la sua vita, anche se spesso si recava per lavoro in altre località. Purtroppo non si conosce né il luogo né l’anno della sua morte, la Citti Siracusano ipotizza che sia scomparso 1. Per Sebastiano Monaco (fine della prima metà del secolo XVIII-1799); cfr.: C. SIRACUSANO, La pittura del Settecento in Sicilia, Roma, 1986, pp. 380-383; cfr.: anche E. ASCENTI, Sebastiano Monaco pittore catanese del XVIII secolo, in “Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Arte Medievale e Moderna Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Messina”, n. 11, 1987, pp. 67-83; L. GIACOBBE, Esordi di Sebastiano Monaco in “Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Arte Medievale e Moderna Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Messina”, n. 13, 1989, pp. 65-79; M. G. MAZZOLA, Sebastiano Monaco, Figure allegoriche, l’Immacolata in gloria, San Benedetto, in Opere d’arte restaurate nelle province di Siracusa e Ragusa II (1989), a cura di G. Barbera, vol. II, Siracusa 1991, scheda n. 23, pp. 95-99; Id., La cacciata di Eliodoro dal tempio, l’adorazione dell’Agnello, in Opere d’arte restaurate nelle province di Siracusa e Ragusa II (1989), a cura di G. Barbera, vol. II, Siracusa 1991, scheda n. 26, pp. 106-107; G. SALONIA, Sebastiano Monaco pittore, l’attività artistica nella Sicilia Orientale, in “Quaderni del Mediterraneo, studi e ricerche sui Beni Culturali italiani”, n. 2, 1994, pp. 87-104; C. F. Parisi, Pittori del Settecento nel Val di Noto: conferme e proposte per Giovanni Tuccari, Ludovico Svirech, Matteo Desiderato e Sebastiano Monaco, in Ampelo Scordia, VII, Scordia, 2007, n. 2, pp. 115-143. 2. Cfr.: D. PRIVITERA, Elogio di Ignazio Paternò-Castello, Catania, 1787, p. 67. 3. Dalle pubblicazioni dei registri parrocchiali dei matrimoni, ad opera del sacerdote Sebastiano Bugliarello, padre Salonia ha rilevato la data del matrimonio; cfr.: G. SALONIA, Sebastiano Monaco pittore, l’attività artistica nella Sicilia Orientale, in “Quaderni del Mediterraneo, studi e ricerche sui Beni Culturali italiani”, n. 2, 1994, p. 87; la Citti Siracusano riporta un'altra data (19 aprile 1781) ripresa dal Policastro; cfr.: C. SIRACUSANO, La pittura del Settecento in Sicilia, Roma, 1986, p. 380, nota 13.
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PARTE II
LE OPERE
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Cenni introduttivi Le opere del Monaco sono costituite soprattutto da affreschi e pale d’altare, distribuiti nelle attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa, eseguite in un arco di tempo che va dal 1772 al 1799. Egli può essere considerato un buon frescante, a giudicare da una serie di composizioni per lo più d’argomento religioso, tra le quali risaltano i cicli di affreschi della chiesa di Santa Lucia ad Adrano e quelli della chiesa della Natività a Sortino. Tra i suoi lavori, l’unico di soggetto profano che viene particolarmente ricordato è il ciclo di affreschi di Palazzo Biscari a Catania, dove giunse a esiti di brillante resa pittorica e di originale elaborazione compositiva. Le tematiche sono le stesse di quelle utilizzate nella pittura napoletana e siciliana del Settecento, con richiami all’arte classica e alla cultura nordica, in particolar modo austriaca. Nella lettura delle sue opere pittoriche, soprattutto negli affreschi e specialmente nei “trionfi” profani o religiosi, notiamo che le scene sono organizzate in maniera completa con un’ottima veduta d’insieme, ma sono meno articolati rispetto agli affreschi dello stesso genere del Sozzi e del D’Anna. Da un’analisi più approfondita, la sua produzione risulta sostanzialmente omogenea pur se caratterizzata da qualche lieve variante di tono. Osserviamo inoltre qualche incertezza e pesantezza in particolare nella descrizione dei volti dei personaggi, che possono anche essere lette in linea con le tendenze accademiche in voga nel Settecento, dove “non occorreva seguire con diligenza i particolari fisiognomici delle immagini dipinte (capelli, barbe, occhi), in quanto vengono viste da lontano”137. 137. Nei Dialoghi Padre Fedele, quando illustra l’iconografia sacra, fa riferimento alle grandi pale d’altare, e non agli affreschi, ma la trattazione esprime un espediente tecnico adoperato nella pittura del Settecento, in particolare nelle ampie superfici dipinte; cfr.: D. MALIGNAGGI, I Dialoghi familiari sopra la pittura di Padre Fedele Tirrito da
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Glorie della famiglia Biscari 1780-1782, Palazzo Biscari, Catania
Figure di putti
1780-1782, Palazzo Biscari, Catania
Trionfo della fede
1780-1782, Chiesa della NativitĂ , Sortino [proprietĂ del Fondo Edifici di Culto]
Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio 1780-1782, Chiesa della Natività, Sortino [proprietà del Fondo Edifici di Culto]