07 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto (ICAR 17, Siracusa) Nicola Flora (ICAR 16, Napoli) Antonella Greco (ICAR 18, Roma) Bruno Messina (ICAR 14, Siracusa) Stefano Munarin (ICAR 21, Venezia) Giorgio Peghin (ICAR 14, Cagliari) I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review
ISBN 978-88-6242-238-3 Prima edizione Giugno 2017 First edition June 2017 © LetteraVentidue Edizioni © Corrado Di Domenico È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, including photocopying, even for internal or educational use. Italian legislation only allows reproduction for personal use and provided it does not damage the author. Therefore, reproduction is illegal when it replaces the actual purchase of a book as it threatens the survival of a way of transmitting knowledge. Photocopying a book, providing the means to photocopy, or facilitating this practice by any means is like committing theft and damaging culture. If any mistakes or omissions have been made concerning the copyrights of the illustrations, they will be corrected in the next reprint. Book design: Corrado Di Domenico Translations: Erika G.Young LetteraVentidue Edizioni Srl Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italy Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni
Corrado Di Domenico
MONDO W
O
R
L
D
Architettura a forma di Architecture shaped as
Contents
7 HEURISTIC
Everything is a mirror, introduction Two on the road Small World
35 PETRICOR
Forty thousand years of Modern art
73 THE HUNTER
Architecture is landscape
97 DANTE’S MOON Different compass routing
131 Q The web inside places
153 DRIFT
Borderlands
169 TERRAE MOTUS
Seventeenth-century triangle
193 THE FISSURE Places in homes
219 THE RITE
A space with gills
243 DOUBLURE Giotto’s dream
259 THE FOREST
The origin of symmetry
Indice
7 EURISTICA
È tutto uno specchio, introduzione Due sulla strada Piccolo Mondo
35 PETRICOR
Quarantamila anni di arte moderna
73 IL CACCIATORE Architettura è paesaggio
97 DANTE’S MOON Altri punti cardinali
131 Q La rete dentro i luoghi
153 DERIVA Borderlands
169 TERRAE MOTUS Triangolo seicentesco
193 LA FENDITURA Luoghi nelle case
219 IL RITO
Uno spazio con branchie
243 DOUBLURE Il sogno di Giotto
259 LA FORESTA
L’origine della simmetria
Focolari di Kom W, il Neolitico della valle del Nilo. Rilievo dell’insediamento (5200-4500 a.C.) Da M. Coppa, Storia dell’urbanistica, Torino 1968. Kom W pits-silos, early Neolithic era of the Nile valley. Settlement plan (52004500 b.C.).
0.
EURISTICA HEURISTIC
Corrado Di Domenico, immagine esatta di un giro. Una depressione nel bosco. Fotografia non trattata digitalmente, 2016. Corrado Di Domenico, an exactly circular picture. A hollow in the woods. Unprocessed Photography, 2016.
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È tutto uno specchio, introduzione
“Insieme agli animali, era apparsa la geometria. Innumerevoli figure che si accompagnavano
agli animali o spiccavano isolate sulle pareti rocciose. Tutte hanno mantenuto il loro segreto. Ma tutte erano accomunate da un carattere: essere la negazione del mondo quale si manifestava, così come lo fu il primo muro perfettamente perpendicolare al terreno. Erano un altro mondo, che si sarebbe potuto inferire soltanto unendo con tratti alcuni piccoli punti luminosi nel cielo” (R.Calasso, Il cacciatore celeste, Adelphi, Milano 2016)
Molto spesso l’architettura è stata rappresentazione del cosmo, nel suo rapportarsi direttamente alla scala dell’universo con le sue leggi conosciute che hanno conferito geometrie e configurazioni alla forma dello spazio, nel contenere il cielo stellato al di sotto di un soffitto o al di dentro di una sfera. Dal tempio egizio alla cappella medievale, dal giardino che simbolicamente
Everything is a mirror: introduction
...With the animals, geometry appeared. Countless figures accompanying animals or standing out
in isolation on rocky walls. Everyone kept their secret. However, they all shared a precise feature: being the negation of the world as it appeared, just like the first wall perfectly perpendicular to the ground. They were another world, one which could only be inferred by uniting several small bright spots in the sky... (R.Calasso, Il cacciatore celeste, Adelphi, Milan 2016)
Architecture has very often been a representation of the cosmos, not only because with its known laws it relates directly to the scale of the universe and bestows geometries and configurations on the shape of space, but also because it keeps the starry sky beneath a ceiling, or inside a sphere. Since architecture is involved with space it is the ideal art with which to build worlds: from Egyptian temples to medieval chapels, from gardens as symbolic references to Eden, to mazes on a complex stone floor. Art of interpretation and creation, perhaps even a mythopoetic process, the art of creating spaces always had a dual focus: duplicating a world model within itself, or 9
Petrichor is the earthy smell produced by rain falling on dry soil. The word comes from the Greek, “petra” meaning “stone” and “ichor”, the fluid that flows in the veins of the gods in Greek mythology.
In questa pagina, da sopra: Schemi dei sistemi formali risalenti alle varie epoche archeologiche che hanno formato, nel complesso, lo strato di 50.000 anni fa. È estremamente singolare come la datazione riporti epoche contraddittorie. Fatto sta che anche la struttura absidata (d, pagina a fianco) riporta una datazione così indietro nel tempo. Pagina a fianco: Punta Massullo a Capri – allora parte del continente – 50.0000 anni fa, circa. Top: Diagrams of formal systems dating back to various archaeological eras that 50,000 years ago formed a layer in the complex. The fact the dating refers to contradictory eras is very unique. The apsidal structure (d, opposite page) also comes from the same period. Opposite page: Punta Massullo in Capri – almost part of the continent – about 50,0000 years ago.
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Prospetto Ovest. Sono ben visibili i due speroni artificiali che si saldano formalmente con lo scoglio e ne rappresentano in qualche modo la conclusione formale. Siamo in presenza di un’architettura inusitata e di una soluzione formale mai ritrovata in altri luoghi. Il bastione sud termina con un volume scolpito da un unico blocco di roccia dalle dimensioni considerevoli e dalla forma triangolare. Molto più tardi, a Delfi, si ritroverà un simile piano inclinato (decorato con plissettature che ricordano il moto ondoso del mare) che funge da rampa di accesso al tempio di Apollo. In questo caso, a Petrichor invece, la rampa si protende direttamente sul paesaggio e presenta una superficie perfettamente liscia. Sembrava che fosse talmente levigata in origine, che fungesse quasi da superficie riflettente visibile a lontano. L’altro sperone, maggiormente inclinato, era invece decorato e presentava tracce di petroglifi e simboli svariati incisi nelle pietre. Un profondo taglio aveva forse la funzione di incanalare il sangue sagrificale. Disegna una linea d’ombra verticale sul fronte.
West view. The two artificial spurs formally welded to the rock are very visible and somehow represent the formal conclusion. This unusual architecture and formal solution has never been found elsewhere. The southern bastion ends in a building carved from a single rather large, triangular-shaped block of rock. Much later, in Delphi (Greece), a similar inclined plane (decorated with a ‘pleating’ reminiscent of the movement of sea waves) was to act as a ramp leading to the temple of Apollo. Instead here in Petrichor the ramp with its perfectly smooth surface stretches directly towards the landscape. Apparently it was initially so smooth that it acted almost like a reflective surface visible from very far away. The other decorated spur sloped more and had traces of petroglyphs and several symbols engraved in the stones. Perhaps one very deep incision was used to channel off the sacrificial blood. It creates a vertical shadow line on the façade.
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La selva inattesa. In mostra a “Volando sulla megalopoli”, Napoli, S.Maria la Nova 2015). / The unexpected forest. Exibited at “Flying on the Megalopolis”, Naples, S.Maria la Nova, 2015).
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Utensile in metallo traforato (una sorta di ‘grattugia’) proveniente dall’antica Calatia, Museo archeologico, Maddaloni. (Foto dell’autore in colori falsati). Perforated metal tool (a kind of ‘grater’) from the ancient city of Calatia, Archaeological Museum, Maddaloni. (Photo by the author in false colours).
“Cos’è stato? La caduta di un meteorite? Una visita di abitanti dagli abissi cosmici? In un modo o nell’altro nel nostro piccolo paese si è creato il miracolo dei miracoli: LA ZONA. Ci abbiamo subito mandato l’esercito. Non hanno fatto ritorno, allora abbiamo circondato la zona di cordoni di polizia, forse abbiamo fatto la cosa giusta. Non so...” (Da un’intervista al premio Nobel, Professor Wallace), [Andrej Tarkovskij, Stalker, 1979]. “What is it? A meteorite? A visit of inhabitants of the cosmic abyss? One way or another, our small country has seen the birth of a miracle: The Zone. We immediatly sent troops there. They haven’t come back, then we surrounded the Zone with police cordons… Perhaps, that was the right thing to do. Though, I don’t know…” (From an interview with Nobel Prize winner, Professor Wallace). [Andrej Tarkovskij, Stalker, 1979]
4.
Q
Cosa succede ad una città in QUARANTENA FORMALE? La formazione di una “Zona” è inevitabile. Si rintraccia la presenza di un altro accesso all’Ade? What happens to a city when a FORMAL QUARANTINE is imposed? The formation of a "Zone" is inevitable. Is there another entrance to Hades?
L’occhio di Calatia. Fusione di un elemento circolare (ricomposto) con la pianta archeologica della città romana... dal bordo singolare. The eye of Calatia. Merger of a circular element (recomposed) with the archaeological plan of the Roman city... with a unique border.
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La rete dentro i luoghi Esiste una ‘linea intermedia’ dei luoghi che chiarisce al visitatore la natura del sito in cui si trova. Anche le coordinate geografiche riguardano lo spazio architettonico, tanto più nella sua estensione urbana: tracciano insiemi percettivi e direttrici di senso, legano il sito ad un luogo, il luogo ad un vasto dominio, in un set di introiezioni spaziali. Si tratta delle forze centripete dello spazio o della confluenza tra le cose. In particolar modo, possiamo dire che ognuna delle mille città italiane costruisce la sua rete geometrica nel paesaggio. Una sorta di ecometria17 dello spazio architettonico è quella che cerco di rintracciare nei miei progetti. Il riverbero e le risposte delle cose che sono attorno e che definiscono uno spazio, a qualsiasi scala. Il termine “periferia” forse indica anche un movimento vagante dal centro ai bordi: il portare attorno. Ogni città italiana ha un centro, e i suoi bordi si espandono nella contemporaneità secondo leggi euristiche imperscrutabili. Oppure, come il moto perpetuo degli astri (i pianeti sono erraomai, e vagano nello spazio), le
The web inside places An intermediate line of places clarifies the nature of the site to the visitor. Geographic coordinates also affect architectural space. Even more so its urban sprawl: they trace perceptive ensembles and directrixes of meaning; they connect site to place, and place to a broader domain, in a set of spatial introjections. These are the centripetal forces of space or confluence between things. In particular, we can say that each of Italy’s one thousand cities creates a geometric network in the landscape.What we try to find in our projects is an echometry17 of architectural space. Reverberation and answers to things that surround us and define a space, on any scale. Perhaps the term “suburb” also indicates a meandering movement from the centre outwards: going around. Every Italian city has a centre and its borders currently expand according to heuristic, imperceptible laws.We could also say that cities expand outwards like the perpetual motion of the stars and occupy more and more ‘dark matter’ (planets are erraomai and wander in space). This circular movement determines the great “error” of a city without history. Inhabited fragments of ground – the suburbs – are lucky to exist in Italy. 133
In queste pagine: sotto, lastra di marmo di Lasa che trova uno spigolo in Casa R. A fianco, un piano prospettico, una forma aperta a V ed un elemento cartesiano, schizzo per un punto particolare di Casa R. Below: Lasa marble slab intercepting a corner in House R. Right: a perspective plane, an open “V� form and a Cartesian element; sketch for a particular point in House R.
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7.
LA FENDITURA THE FISSURE
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Sul fondo e a sinistra: lesena in marmo bianco di Lasa e schizzi di dettaglio. La fascia verticale ospita una piccola parasta di marmo, di pianta trapezoidale, che funge da battita per una parete scorrevole. Diventa motivo di progressione armonica. Nel punto di contatto con la parete che si chiude, si genera un sistema di movimenti geometrici e di alternanza luce/ombra data dalle scanalature verticali. In the background, and left: Lasa white marble pilaster and sketches of details. The vertical band houses a small, trapezoidal marble pilaster acting as a door stop for a sliding wooden wall. It becomes a reason for harmonious progression. The point where the door and wall meet creates a system of geometric movements and a shadow/light pattern generated by the vertical grooves.
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Luoghi nelle case Punto preciso in cui diverge lo spazio, è un’apertura ma anche una convergenza, la partenza di un angolo visuale o il dettaglio di una spaccatura. Pietra fuori posto, soglia ammaccata o chiave di volta sconnessa (come quella di Giulio Romano), stiamo cercando di parlare di quel luogo dello spazio che concentra caratteristiche inaspettate. Non è solo inflessione manierista ma sconnessura e concentrazione di linee d’ombra che dividono la luce. Il luogo in cui avviene un intero mondo può essere semplice come una fessura. Si tratta anche della zona di accostamento di due materiali diversi o di due piani non complanari. Luogo di incastro o di aggiunta. Anche la banale congiunzione tra superficie verticale dell’intonaco bianco e l’orizzontamento del soffitto è un’interessante area dello spazio in cui si concentrano complessità plastiche. Allora una scanalatura può essere incisa a determinazione di una linea d’ombra che caratterizzi lo spazio nel passaggio tra due giaciture. Lo spazio è definito dalla geometria e dalle linee di cui semplicemente non ci accorgiamo ma che ‘spingono’ per la forma.
Places in houses The precise point where space diverges is an opening, but also a convergence; the start of a visual angle or the detail of a breach. A stone out of place, a dented threshold or disjointed keystone (like the one by Giulio Romano); here we are talking about a place in space with unexpected characteristics. It is not mannerist inflection, but disjointedness and concentred shadow lines dividing the light. The place where a whole world is present can be as simple as a crack. It also involves an area where two different materials or two non coplanar planes meet. A place of joints or additions. Even the banal union between a vertical white plaster surface and the horizontal plane of a ceiling is an interesting spatial area filled with formal complexities. A groove can then be engraved to create a shadow line characterising the space between the two planes. Space is defined by geometry and the lines we simply do not notice; lines which ‘push’ for form. Separation or convergence exist in all the corners/passages of a room, however 196
Separazione o convergenza, esistono in tutti i risvolti di una stanza, per quanto stereometrica essa sia, e rappresentano il luogo ideale in cui far apparire la forma come traccia di ciò che ha determinato lo spazio dal di dentro. Per Louis Kahn è unione, un nesso, la cerniera (joint)20 che può essere anche divisione. Pensiamo alle gallerie del Kimbell Art che in chiave hanno un complesso sistema che unisce le due parti della volta con una profonda fessura di luce. O possiamo visitare gli spazi infiniti che Carlo Scarpa racchiude in piccoli mondi dentro le sue architetture, dove ogni angolo è un dono. La fenditura è l’evidenza più netta di ogni punto di passaggio in architettura, il principio, in qualche modo, di ogni dettaglio possibile. È anche un’estremizzazione delle ‘giunture’ che possono essere interpretate come separazione o differenza tra le parti. Ogni “differenza”, però, se analizzata formalmente, diventa una fase plastica di transizione. È cuore dell’architettura, la cui completezza è forma e sistema. Nell’accostamento tra due piani c’è sempre stata la possibilità di innescare diversi ragionamenti sul volume. Dall’angolo come luogo di passaggio con modanature, alla possibilità di tenerlo ‘separato’ con una finestra. De Stijl è stato un movimento che ha ragionato molto sull’accostamento dei piani, facendo in modo che i volumi
stereometric it may be; they represent the ideal place in which to make form look like proof of what has shaped space from within. Louis Kahn calls it a union, a link, a joint20 that can also be division. Think of the Kimbell Art galleries; its keystone is a complex system where a deep cleft of light unites the two parts of the ceiling. Or the endless spaces that Carlo Scarpa encloses in small worlds inside his buildings, where every corner is a gift. A crack is the most obvious proof of every point of passage in architecture; in some ways it is the beginning of every possible detail. It involves taking “joints” to the extreme; joints that can be interpreted as separation or difference between the parts. However, if every “difference” is formally analysed it becomes a formal motif transition phase. It is the heart and soul of architecture; its completeness is form and system. When nearing two planes it’s always been possible to trigger several thought processes about volume. From a corner as a place of passage with mouldings, to the possibility of using a window to keep it ‘separate’. De Stijl was a movement that reasoned at length about coupling planes so that the volumes were complex thanks to plasticity 197
Giotto, Giudizio Universale, particolare, Cappella degli Scrovegni, Padova. Sulla parete d’ingresso, se ci voltiamo indietro dopo essere entrati, al di sopra della fascia basamentale che inquadra il portone, scopriamo un dettaglio che rappresenta l’antefatto di questo ‘cristallo’ pittorico: sotto alla croce, sulla sinistra, l’offerta della piccola chiesa che galleggia sostenuta da tre angeli. A fianco: Richard Serra, disegno di un doppio rettangolo.
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Il sogno di Giotto Ripiegare uno spazio su se stesso, duplicarne i lembi, crea un paradosso temporale. Uno spazio dentro un altro o l’uno che contiene l’immagine dell’altro. Una doublure cioè un doppio, ovvero una controfigura che si mostra come in un sogno. Stiamo parlando della Cappella Scrovegni, dell’immagine di se stessa che custodisce nei suoi dipinti e del suo affioramento come spazio analogo che rappresenta l’ingresso al complesso museale cui appartiene. Il Museo civico di Padova comprende la Cappella degli Scrovegni, che ospita al suo interno uno dei cicli di affreschi (opera di Giotto, probabile architetto della stessa cappella) più importanti della storia occidentale. Il nuovo corpo di accesso al museo si pone così innanzitutto come preparazione alla Cappella degli Scrovegni, di gran lunga la più importante e visitata parte del Museo.
Left: Giotto, The Last Judgement, detail, Scrovegni Chapel, Padua. If a visitor turns around after entering he will see above the base with the door, a detail which represents the facts preceding this pictorial ‘crystal’: to the left, under the cross, three angels are accepting the small, floating church being offered to them. Above: Richard Serra, drawing of a double rectangle.
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10.
LA FORESTA THE FOREST
Forme senza pensiero e pensieri sulla forma. Sotto, Sasso di calcare, ancora nel suo contesto ‘accidentale’ e nello stesso tempo ‘esatto’. La continuità delle linee flessuose va dalla fessura arrotondata al centro (che divide la parte superiore in due lobi geometrici), al profilo dell’asse maggiore, ai contorni perfettamente consequenziali. A fianco, disegno di interferenze tra poligonali e flussi non appartenenti solo al campo cartesiano. Il quadrato si deforma, forse si crea uno spazio a cupola dalla forma com-
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plessa, i due elementi di testa, che segnano l’ingresso all’impianto, anch’essi si deformano leggermente. Sotto: Eero Saarinen, Trans world airlines terminal, JFK airport, New York, (1956-62). Forms without thought and thoughts on form. Bottom left: limestone rock still in its ‘accidental’ and, at the same time, ‘precise’ context. Continuity of the smooth lines stretches from the rounded slit in the centre (dividing the upper part into two geometric lobes) to the outline of the major axis and the perfectly consequential contours. Left: drawing of interferences between polygons and flows that do not belong only to the Cartesian field. The square is deformed; perhaps it creates a domed space with a complex shape. The two main elements marking the entrance to the installation are also slightly deformed. Below: Eero Saarinen, Trans World Airlines Terminal, JFK airport, New York, (1956-62).
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Tavola delle offerte votive con incisioni circolari dell’immagine dei mondi. Dalla serie “per un’Archeologia Futura”, 2016.
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Stone for votive offerings with circular engravings of images of worlds. From the series "For a Future Archaeology", 2016.
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