73 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto (ICAR 17, Siracusa) Antonella Greco (ICAR 18, Roma) Emilio Faroldi (ICAR 12, Milano) Nicola Flora (ICAR 16, Napoli) Bruno Messina (ICAR 14, Siracusa) Stefano Munarin (ICAR 21, Venezia) Giorgio Peghin (ICAR 14, Cagliari)
ISBN 978-88-6242-496-7 Prima edizione Novembre 2020 © LetteraVentidue Edizioni © Chiara Scarpitti Ringraziamenti Desidero prima di ogni cosa ringraziare Patrizia Ranzo, senza la quale questo percorso di riflessione e ricerca non avrebbe potuto aver luogo. Ringrazio inoltre per i dialoghi e il supporto il Waag Society di Amsterdam, Lucas Evers, Carla Langella, Francesca La Rocca, Francesco Dell’Aglio, Enza Migliore, Giulia Scalera, Annarita Bianco, Umberto. Dedico questo libro a Gino e Luisa. È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l'autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Book design: Martina Distefano LetteraVentidue Edizioni Srl Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa www.letteraventidue.com
Indice LA NUOVA NATURA DELLE COSE 6
Prefazione di Patrizia Ranzo
PENSIERO 12 18 24
DESIGN NEOUMANISTA Il secondo occhio dell’anima Le istanze della contemporaneità Tecnica come disvelamento
38 44
PENSIERO MATERICO Critical Making: l’oggetto come strumento di riflessione critica Material Thinking: spazi del pensiero L’esperienza sensibile in laboratorio
52 60 66
OGGETTI, COSE E ORGANISMI Oggetti pensiero Dall’oggetto pensiero alla cosa Cose-organismi
32
74 82 88
FENOMENOLOGIE POSTDIGITALI Per una dimensione neoumanista del postdigitale BioDesign Industrie possibili
OGGETTI 96 106 114
POSTDIGITALS BODIES _ Alfa _ Flussi _ Lacrima
122 130 138
BIOINDUSTRIES _ Microbial Skins _ Plantae 3DCraft _ BioDyeing Bacteria
146 154 164
ARTIFICIAL NATURES _ I peroggetti _ Radici _ e-Mineralia
169
CREDITS
170
BIBLIOGRAFIA
Per una dimensione neoumanista del postdigitale The Internet Does Not Exist. Aranda, J., Vidokle, A., Wood B.K. 2015. The internet does not exist. Maybe it did exist only a short time ago, but now it only remains as a blur, a cloud, a friend, a deadline, a redirect, or a 404. If it ever existed, we couldn’t see it. Because it has no shape. It has no face, just this name that describes everything and nothing at the same time. Yet we are still trying to climb onboard, to get inside, to be part of the network […] Just try to get in. You can’t. Networks are all edges, as Bruno Latour points out. We thought there were windows but actually it’s made of mirrors. And in the meantime, we are being faced with more and more—not just information, but the world itself. And a very particular world that has already become part of our consciousness. And it wants something. It doesn’t only want to harvest our eyeballs, our attention, our responses, and our feelings. It also wants to condition our minds and bodies to absorb all the richness of the planet’s knowledge.
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I
ntroducendo nuovi modi di lavorare all’interno del sistema produttivo, le tecnologie digitali hanno profondamente modificato i luoghi, i tempi, le interazioni tra le persone. La nascita ed espansione dell’orizzonte ipertecnologico si aggiunge all’emergere di una serie di laboratori preposti alla realizzazione di queste tecniche, come i fablab o centri di tecnologie digitali. Questi, insieme a numerose aziende manifatturiere, in qualità di service esterni e a costi accessibili, mettono ora a disposizione macchinari e processi, offrendo la possibilità di svincolare la creazione di un oggetto dalla grande industria. Tecnologie digitali come il rapid prototyping, il selecting laser cutting, la stereolithography, l’acid etching, cosi come l’introduzione dell’elettronica all’interno degli oggetti, stanno determinando pertanto una metamorfosi estetica e strutturale degli oggetti. Cosi, attraverso l’accesso a sistemi produttivi in outsourcing, le autoproduzioni dei designer possono incontrare nell’immediato il riscontro del pubblico - grazie alla rete e ai social media - ed essere rimodellati direttamente da esso, trasformandosi con le esigenze degli utenti che ne usufruiscono, a più livelli d’interazione tra rappresentazione virtuale e produzione effettiva. Accade ora che, se solo qualche decennio fa il designer per realizzare un oggetto avrebbe dovuto rivolgersi ad una grande azienda produttrice, oggi, attraverso una molteplicità di possibilità tecnologiche e risorse open, può farlo autonomamente.1 Con la digitalizzazione della produzione, il rapporto tra designer, industria e oggetto muta radicalmente. Dalla Terza Rivoluzione Industriale - teorizzata nel 2001 da Jeremy Rifkin2 e a cui la rivista Economist molti anni dopo dedicò la celebre copertina3 - l’Industria 4.0 rappresenta attualmente la fase più matura. “In questo contesto creato dalla rivoluzione digitale, il produttore è oramai in grado di realizzare sistemi-prodotto che inglobano quote elevate di informazione (IoT) e di servizio, mentre il cliente finale genera - in quanto consumatore attivo e connesso - informazioni sui propri comportamenti, gusti e scelte, che possono essere registrate in tempo reale dal produttore quali utili feedback e trasformate in nuove indicazioni progettuali.”4 Ma se l’IoT (Internet Of Things) si è occupato di consolidare la relazione tra digitale e mondo degli oggetti,
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1. Per approfondire il fenomeno dell’autoproduzione, si veda Maffei, S. (2013). Autoproduzione Oggi. In Op.Cit. n.146. Napoli: Grafica Elettronica. 2. Rifkin, J. (2001). L’era dell’accesso. La rivoluzione della new economy. (p.27). Milano: Mondadori. 3. A testimonianza di questi cambiamenti produttivi, nell’aprile del 2012, l’Economist dedica una copertina alla Third Industrial Revolution. L’immagine raffigura un uomo che, autonomamente, progetta e produce direttamente dal suo computer, comodamente seduto a casa. Sopra e intorno a lui, una moltitudine di aerei, città, fabbriche, oggetti di ogni genere, a simboleggiare le infinite possibilità della nuova rivoluzione digitale. The Economist. (2012). The Third Industrial Revolution. Retrieved from http:// www. economist.com/ printedition/2012-04-21 4. Celaschi, F. Di Lucchio, L. Imbesi, L. (2017). Design e phigital production: progettare nell’era dell’industria 4.0. in MD Journal 4. Design & Industry 4.0 Revolution. (pp.6-11). Laboratorio Material Design. Ferrara: Grafiche Baroncini.
Nelle pagine precedenti, workshop Materialize your Dreams Sopra, Flussi in esposizione, Corporea Museum di Città della Scienza, Napoli.
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